L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale Verolese


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Maggio 1999

Mensile di Vita Parrocchiale - Anno XXIV n°5 Maggio 1999

Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Giovanni Gritti
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati


Angelo di Verola Archivio 1999 Parrocchia di Verolanuova

LA PAROLA DEL PREVOSTO : "Missione" Duemila

Dopo diciotto anni la nostra parrocchia avrà il dono di una visita particolare del Signore: la Missione al popolo.
Il prossimo anno, nel corso del Giubileo, Verolanuova avrà l’opportunità di vivere un’esperienza straordinaria di grazia. Gesù passerà nelle nostre strade, entrerà nelle nostre case per farsi vicino alle famiglie e ad ognuno offrirà la luce del Vangelo, i suoi gesti di salvezza attraverso la grazia dei sacramenti, ci inviteranno ad uscire dalle nostre solitudini e a prendere coscienza che siamo parte di una grande comunità: la famiglia dei figli di Dio.

Lunedì 12 aprile u.s. un’assemblea di adulti e giovani ha avuto il primo annuncio di questo evento offerto da Padre Marcellino dei Missionari di Maria Immacolata, responsabile dei Padri che animeranno la Missione parrocchiale.

A questo primo contatto seguiranno altri due incontri in maggio e giugno che costituiranno la premessa per indire poi ufficialmente la Missione con l’annuncio a tutti i fedeli della parrocchia.

La Missione si articolerà in tre momenti.

• La preparazione che, oltre l’impegno organizzativo, sarà caratterizzata soprattutto da una "mobilitazione di preghiera" che impegnerà bambini, giovani, adulti e in modo particolare anziani e ammalati.

Per quanto possibile la nostra parrocchia vorrà essere un cenacolo dove, come gli apostoli riuniti insieme con Maria a Gerusalemme, attenderemo nella preghiera il dono dello Spirito per una rinnovata Pentecoste.

• Il secondo momento sarà costituito dalla celebrazione della Missione, con la presenza dei Reverendi Padri, che si svolgerà nell’arco di quindici giorni.

• La terza fase avrà la durata di tre anni, circa.

La nostra parrocchia sarà in stato di "Missione permanente". E questa è la novità dell’esperienza.

L’articolo che segue, steso da Padre Marcellino direttore della Missione, illumina l’evento di grazia che la nostra parrocchia vivrà nell’anno del Giubileo.

Il mio augurio accompagnato dalla preghiera. Il Signore che passa trovi porte aperte e cuori disponibili.


INSIEME PER LA MISSIONE

Pensando alla Missione, la prima idea che viene in mente è quella di alcuni uomini o donne che lasciano tutto, varcano gli oceani e si trovano nella savana o nella foresta in mezzo a popolazioni che non ancora sanno che Dio, in Cristo Gesù, si è rivelato all’uomo.

Certamente non sarà questa la Missione che si terrà a Verolanuova nel gennaio-febbraio del 2000. Ci saranno, è vero, dei missionari itineranti: sacerdoti, suore, laici, ma questi non saranno gli unici operatori della Missione. Oggi, infatti, la Missione al popolo ha senso solo se la comunità parrocchiale se ne fa carico insieme alla comunità missionaria itinerante.

Le ragioni di questa impostazione sono diverse, ne sottolineiamo due.

Prima di tutto la presa di coscienza che tutti i cristiani sono missionari. Tutti i battezzati, infatti, perché innestati in Cristo Gesù, accolgono, vivono e trasmettono il Regno di Dio. Questa missionarietà, che è propria della vocazione cristiana, è oggi sempre più sottolineata dall’insegnamento della Chiesa. La Missione viene, quindi, per costruire una comunità missionaria capace di farsi carico delle parole di Gesù: "Sarete miei testimoni".

Questa dimensione essenziale del cristiano è minacciata continuamente da un individualismo esagerato e dalla mentalità, ormai acquisita, che il fatto religioso è relegato al privato. Ma se si interroga il Vangelo, le cose non stanno così. Gesù affida la Missione al gruppo dei discepoli e dice: "chi mi riconoscerà davanti agli uomini anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio". La Missione è luce di fede per tutto il territorio parrocchiale, è sale per dar sapore alla vita della famiglia, è lievito per cambiare la mentalità dal di dentro.

Questa Missione la faremo insieme a tutte quelle persone che sentono la corresponsabilità di assumersi la costruzione della famiglia dei figli di Dio, garanzia certa che, lavorando per Dio, si lavora a favore dell’uomo.

La seconda ragione per vivere insieme la Missione la troviamo nell’esigenza della continuità.

Tempo addietro la società era permeata da valori cristiani: non mancavano gli errori, c’erano ingiustizie, violenze, divorzi, aborti; tutto questo era, però, considerato negativo a livello sociale. Oggi la società permissiva, edonistica, consumistica è gravemente ammalata di secolarismo: si vive come se Dio non esistesse e l’individualismo permette a ciascuno di regolarsi come vuole in campo morale. Si dice oggi: "Mi sento, e quindi lo faccio". Il criterio di valutazione si è spostato da Dio all’"io" e ci si domanda: "ma che male c’è? Se una cosa si può fare a livello della scienza perché non farla?". Pensiamo a tutti i tipi di esperimenti e a tutte le provocazioni fatte alla natura.

Appare, quindi, chiaro che i criteri di giudizio, le linee di comportamento, i valori ispiratori non sono più evangelici.

Un tempo, la Missione veniva per sistemare le cose, oggi la Missione si pone come l’inizio di una vera rivoluzione culturale che vorrebbe far giustizia di Dio e dell’uomo: rimettere Dio al suo giusto posto e quindi anche l’uomo.

Per fare questo non bastano pochi giorni, è necessario metter in atto un processo di trasformazione. La Missione, infatti, come mezzo della nuova evangelizzazione si propone di rifare il tessuto cristiano della società umana. Questo progetto ha, quindi, bisogno di tempo per svilupparsi e di operatori che se lo assumano. È necessario che la Missione al popolo si trasformi in un popolo in Missione.

Ora, chi può garantire la continuità? Certamente non la comunità missionaria itinerante: questa garantisce l’avvio, ma è la comunità missionaria parrocchiale che, vissuto l’evento della Missione, se ne fa carico e la porta avanti. Rifare il tessuto cristiano della società non è possibile se non attraverso la presenza di comunità ecclesiali mature.

Come vedete la Missione si propone un obbiettivo alto che potrebbe sembrare a molti temerario ed impossibile, ma ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. La Missione, infatti, è opera di Dio. È Lui che in Cristo Gesù viene nella Missione, percorre le strade della nostra vita, bussa alla porta delle nostre case, chiede di essere accolto, di ritrovare il suo giusto posto nella vita personale, nella famiglia, nella società.

Questa è la Missione che vogliamo celebrare.

Allora, capisci perché ha bisogno di te! La missione ha bisogno di tutti coloro, giovani ed adulti, che avvertono che questa è la grande occasione per ricominciare a scrivere una nuova pagina di storia del territorio, dove Dio e gli uomini collaborano per una vita migliore nella quale i valori, quelli che sono sempre nel profondo del cuore dell’uomo, rifioriscono.

Passirano, 14 aprile 1999

I Missionari Oblati di Maria Immacolata


CALENDARIO LITURGICO - Maggio

2 Domenica V di Pasqua

Dal Vangelo - "Tommaso disse a Gesù: "Signore, non sappiano dove vai e come possiamo conoscere la via". Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". (Gv. 14, 5-6)

Sante messe con orario festivo

*** Da oggi la celebrazione pomeridiana è alle ore 16.00-

ore 16.00 Celebrazione liturgica

ore 16.00 Salone dell’oratorio maschile: incontro con i genitori dei fanciulli della 2a elementare.

ore 17.00 All’oratorio femminile: incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di maggio.

3 lunedì Santi Filippo e Giacomo apostoli. Festa.

Sante messe con orario feriale.

6 giovedì Primo del mese. Dopo la s. messa delle ore 9.00 adorazione del Santissimo fino alle ore 12.00

7 venerdì Primo del mese, dedicato alla devozione del Sacro Cuore.

8 sabato Presso la chiesa di s. Donnino si celebra la festa di S. Gottardo.

ore 9.00 S. messa

ore 11.00 S. messa solenne

ore 17.00 Santo Rosario e benedizione con la reliquia del Santo.

9 Domenica VI di Pasqua

Dal Vangelo - "In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre". (Gv. 14,16)

Sante messe con orario festivo.

ore 11.50 Celebrazione comunitaria dei battesimi

ore 15.00 Celebrazione della Prima Riconciliazione per i bambini della 2a elementare

ore 16.00 Celebrazione liturgica

ore 18.30 S. messa seguita dalla processione con la Madonna. L’itinerario passerà accanto alla chiesa di S. Rocco.

14 venerdì Si apre oggi la "Novena di Pentecoste". La novena dello Spirito Santo, tra quelle che si celebrano in preparazione alle grandi feste cristiane, è l’unica prescritta con documento pontificio. Il santo Padre Giovanni Paolo II nella sua enciclica "Dominum et vivificantem" al n° 51 ammonisce: "La Chiesa non può prepararsi al futuro grande giubileo dell’anno 2000 in nessun altro modo se non nello Spirito Santo". Ogni giorno in parrocchia, la santa messa delle ore 9,00 sarà preceduta dalla recita delle Lodi e accompagnata da breve riflessione

A partire da lunedì 17, alle ore 18.00, ragazzi e giovani animeranno un momento di preghiera in Basilica.

16 Domenica ASCENSIONE del SIGNORE. Solennità.

Dal Vangelo - "Gesù disse ai discepoli: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". (Mt. 28, 19-20)

Sante messe con orario festivo

ore 11.00 Santa messa solenne

ore 16.00 All’Oratorio maschile incontro con i genitori, padrini e madrine dei ragazzi/e della 3a media che domenica prossima riceveranno la Santa Cresima.

ore 18.00 Vespro solenne con benedizione eucaristica, seguito dalla s. messa vespertina

N.B. Giornata di spiritualità presso l’Abbazia di Maguzzano, guidata dal rev.do don Francesco Beschi, offerta a tutti, ma particolarmente ai componenti il Consiglio Pastorale, le Associazioni parrocchiali e collaboratori a vari titoli: Angelo di Verola, Consiglio oratorio, Catechisti, Redazione Radiobasilica ecc.

Si partirà da piazza della Basilica alle ore 8.45 (sarà a disposizione un pullman). Si ritornerà per le ore 17.00

18 martedì Ss. Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, fondatrici delle Suore di Maria Bambina.

ore 7.00 Santa messa presso la Cappella delle Rev.de Suore.

22 sabato ore 20.30: in Basilica veglia di Pentecoste.

23 Domenica di PENTECOSTE. Solennità.

Dal Vangelo - "Gesù disse ai discepoli: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi". Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi". (Gv. 20, 21-23)

Sante messe con orario festivo

Oggi si amministrano le Sante Cresime

ore 10.30 I candidati alla Cresima, con i genitori, i padrini e le madrine si trovano presso l’Oratorio maschile da dove muoverà il corteo verso la Basilica.

ore 11.00 Messa solenne con l’amministrazione delle Sante Cresime.

ore 16.00 Presso l’Oratorio maschile incontro con i genitori dei fanciulli della 3a elementare per la prima Comunione che riceveranno domenica prossima.

ore 18.00 Vespro solenne con benedizione eucaristica, seguito dalla messa vespertina

26 mercoledì Anniversario dell’apparizione della B. V. M. a Caravaggio.

Sante messe con orario feriale

30 Domenica SANTISSIMA TRINITÀ. SOLENNITÀ

Dal Vangelo - "In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna". (Gv. 3,16)

Sante messe con orario festivo

ore 11.00 Santa messa di Prima Comunione. I comunicandi con i loro genitori si troveranno alle ore 10.30 presso l’Oratorio maschile per il corteo che si svolgerà verso la Basilica.

ore 17.00 All’Oratorio maschile incontro con l’Azione Cattolica Adulti.

ore 18.00 Vespri solenni e benedizione eucaristica

31 lunedì Visitazione della B. V. M.. Festa.

Sante messe con orario feriale

ore 20.30 Conclusione del mese mariano.

Giugno

3 giovedì Primo del mese: dopo la s. messa delle ore 9.00 adorazione del Santissimo comunitaria e privata fino alle ore 12,00.

4 venerdì Primo del mese dedicato alla devozione del S. Cuore.

N.B. Alle ore 19.00, dalla piazza della Basilica, parte il pellegrinaggio annuale a Caravaggio.

6 Domenica SS. Corpo e Sangue di Cristo. Solennità.

Dal Vangelo - In quel tempo Gesù disse alle folle dei Giudei: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". (Gv. 6,51)

Sante messe con orario festivo

ore 11.00 S. messa solenne

ore 16.00 Esposizione del Santissimo, canto del Vespro. Il Santissimo rimarrà esposto all’adorazione privata fino alle ore 18.30.

ore 17.00 Nel salone dell’Oratorio femminile incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di giugno.

ore 18.30 Santa messa seguita dalla processione del Corpus Domini che si concluderà nella Piazza della Basilica dove sarà impartita la Benedizione Eucaristica.


In un Convegno Nazionale di Studi il 40° anniversario della morte di don Primo Mazzolari.

Nei giorni 9 e 10 aprile scorsi è stato commemorato, a Bozzolo prima ed a Brescia poi, il 40° anniversario della morte di don Primo Mazzolari.
L’iniziativa, curata dal "Centro di documentazione e ricerca" della "Fondazione Don Primo Mazzolari" che ha sede in Bozzolo (Mn) ha registrato gli interventi: dell’On. Mino Martinazzoli, del prof. Francesco Malgeri dell’Università di Roma, del prof. Giorgio Vecchio dell’Università di Parma, del prof. Maurilio Guasco dell’Università di Torino, del prof. Giuseppe Langella dell’Università Cattolica S. Cuore di Milano e del prof. Giorgio Campanini dell’Università di Parma.

I vari interventi sono stati coordinati dal prof. Massimo Marcocchi dell’Università Cattolica S. Cuore di Milano.

Il Convegno si è concluso con la visita alla "Mostra su don P. Mazzolari" "bresciano d’animo" allestita presso l’"Istituto per la Storia del Prete" in vicolo S. Giuseppe in città e con il saluto del Sindaco di Brescia, Paolo Corsini.

Per ricordare degnamente questo anniversario riteniamo doverosa la pubblicazione dell’articolo che segue e che è di grande attualità. È del giornalista e scrittore Arturo Chiodi, cresciuto alla scuola di don Primo, testimone autentico dei suoi insegnamenti. Lo scritto è apparso sul quotidiano politico "IL POPOLO" di venerdì 9 aprile 1999.

Lasciamo al lettore ogni personale e attenta valutazione sulle riflessioni contenute nello scritto.

Contro ogni guerra, senza eccezioni

"Perché i fatti abbiano un monito e orientino, occorre che la voce del profeta li preceda. Il popolo prende stima - il credere è Grazia - di una dottrina che sa parlare il vero contro tutte le apparenze e le infatuazioni di un’epoca. Così senza saperlo anche il primo parroco diventa un profeta. Nulla gli manca. Ha con sé la parola di Gesù, la sua assistenza, il senso storico di venti secoli, l’intuito dell’effimero".

Così nel 1936 scriveva, riferendosi a se stesso, don Primo Mazzolari, parroco, allora, di un modesto borgo mantovano. In quel tempo, da quell’appartato luogo d’esilio, la sua notorietà si era andata diffondendo: nel mondo civile per la sua aperta avversione al fascismo, di cui denunciava l’antitesi rispetto al cristianesimo; e negli ambienti della cultura cristiana e del magistero ecclesiale per le singolarità della sua presenza di sacerdote, di scrittore, di predicatore.

Già da allora l’audacia delle sue esegesi, la sua visione di un cristianesimo "incarnato" di vita, di azione e di testimonianza, il suo modo di sentire e praticare la fede, la sua predilezione dei poveri e dei lontani, il suo senso di "Chiesa casa del Padre", tutto questo, ed altro, costituiva motivo di attenta vigilanza, di perduranti sospetti, e di frequenti interventi degli organismi preconciliari preposti alla revisione ecclesiastica.

Una connotazione essenziale, destinata a costituire la valenza imprescindibile di tutta l’opera, emerge fin dai primi testi mazzolariani del periodo "fra le due guerre": l’assunzione del Vangelo come assoluto criterio di giudizio e termine di raffronto di ogni sentimento e d’ogni comportamento.

"Le parole di don Primo - ricorda opportunamente Gianfranco Ravasi - sono sempre intrise di Vangelo". E ci invita a rileggere, per capire con quale animo questo "profeta del nostro tempo" si abbandonasse al Vangelo, queste righe, quasi una confessione: "Oggi non so come leggo il vangelo, se in ginocchio o in piedi, se adorando o imprecando, se con disperazione o con fede. Leggo segnandomi con la Croce, sulla fronte, sulle labbra, sul petto... Leggo dalla prima parola all’ultima con devozione crocifissa, tagliandomi dietro tutti i ponti, inghiottendo tutti i rimpianti. Leggo, spalancando ogni pagina fino a sciuparla, perché non voglio che nessuna mano, neanche la mia, ardisca chiuderlo o diminuirlo, anche se il cuore, nel leggerlo, ne viene ròso".

Alla sua "avventura evangelica" si riconduce, quindi, l’intera sua vita: la gioia, il tormento, l’inquietudine della fede, la sconvolgente estensione della carità, la coscienza della giustizia, il dovere della pace, la forza redentrice dell’amore, la missione di portare il di là un po’ nel di qua, soffrendo per la Chiesa e da parte della Chiesa, in nome di Cristo.

Nel suo "Impegno con Cristo", pubblicato nel febbraio 1943, troviamo ancora: "Il tuo Vangelo, la tua parola, o Cristo. Non questa o quella parola, la tua, unicamente la tua... Ho sete della tua parola, come l’esule ha sete di patria, come il cuore ha sete d’amore. Signore parlami!".

A mezzo secolo - ed oltre - dall’elaborazione dei temi "portanti" del suo messaggio; a quarant’anni dalla morte, e dal riconoscimento del significato e del valore della sua opera nel contesto ecclesiale, culturale e civile del nostro secolo, ("Ecco la tromba dello Spirito Santo in terra mantovana": così lo salutò Giovanni XXIII) non vi è alcuna esitazione a collocare Mazzolari tra i protagonisti del nostro tempo: testimone "in Cristo" con l’animo del profeta.

Alla vigilia del terzo millennio, in questa stagione di bilanci, di ricapitolazioni, di riesami e revisioni, già ci si accorge che Mazzolari non può essere escluso dalla storia del cattolicesimo italiano contemporaneo. Nei lavori di sintesi che si stanno conducendo, emerge, nel cuore stesso del dibattito storiografico destinato a ricostruire la storia d’Italia negli ultimi cent’anni, la silenziosa presenza di Mazzolari, della sua personalità e dei suoi scritti.

Da anni, Carlo Bo sostiene che quando si vorrà scrivere la storia autentica del cammino ecclesiale e della cultura cattolica nel secolo che muore, si dovrà per forza ricorrere ai libri e ai discorsi di questo "incredibile cristiano". Adesso, il lontano vaticinio di Bo si sta avverando.

Si rivela, insomma, con crescente evidenza, la "contemporaneità" di Mazzolari, grazie alla forza delle sue anticipazioni, alla lezione dell’impegno temporale del laicato, alla coraggiosa lealtà delle sue contestazioni, agli "avamposti" coraggiosamente occupati nelle vicende pastorali e culturali del nostro Paese, alle prospettive della sua "rivoluzione cristiana": grazie, insomma, a quel patrimonio di certezze e di speranza che i suoi appelli e i suoi moniti ancora ci trasmettono.

"Mazzolari - nota padre Aldo Bergamaschi presentando i volumi del "Diario" - non è una tipica figura del suo tempo; è piuttosto una figura che si sottrae progressivamente al suo tempo per diventare figura di tutti i tempi...".

Nel 1940, "in tempore belli", don Primo invoca "il realismo coraggioso del profeta che dice a sé prima che agli altri: - Questo che ho fatto e che faccio non è cristiano - questa impresa è negazione di pace - questa prepotenza è motivo di nuova guerra - questo ingrandimento è una rapina - questa gloria non ha un suono umano... Ma chi, in un mondo che tollera unicamente quel tanto di cristianesimo che non è stimato pregiudizievole ai propri interessi, sopporterebbe tale linguaggio?".

Già nel suo primo libro - "La bella avventura" del 1934 - Mazzolari aveva prefigurato la sua vocazione: "Se la grazia ve lo porta, la Chiesa ha trovato accanto al sacerdozio gerarchico la voce del profeta, il quale viene suscitato dalla Provvidenza non per accendere un nuovo piccolo focolare nella casa del Padre, ma per far più bella e calda la fiamma che eternamente vive in essa...".

Il "parroco di Bozzolo" parla all’uomo di oggi con la consapevolezza che "il cristianesimo, prima di essere la nostra gioia, è il nostro tormento". Esemplare è la fermezza della fede con cui egli ha affrontato questioni ecumeniche, avanzando argomentazioni che, per la loro arditezza, sono state accolte solo dopo il Concilio Vaticano II. L’efficacia della sua parola e il suo impegno pubblico e civile hanno fatto di lui un autentico annunciatore del Vangelo, sensibile alla sofferenza dei poveri e attento all’inquietudine dei lontani. In un periodo storico sconvolto da due guerre mondiali, Mazzolari non ha esitato a levare la sua voce per condannare tutte le guerre, senza eccezioni, e affermare il primato della coscienza e dello spirito su ogni forma di violenza.

Oggi, in questa insanguinata vigilia del terzo millennio, la figura e l’insegnamento di Mazzolari continuano a crescere, come accade soltanto a pochi maestri. Per non avere dubbi sull’attualità delle sue idee - guida, dei suoi moniti e delle sue contestazioni, basta guardarsi attorno, basta pensare agli squilibri, alle ferocie, alle contraddizioni di un mondo dove miserie, oppressioni, guerre, fame e bisogni si accrescono: dove l’adorazione dei profitti alimenta un progresso che finisce per rivoltarsi contro l’uomo, contro la vita.

Ciò che si chiede, ancora oggi, ai cristiani, è di camminare: "Se uno rifiuta la solidarietà del camminare, cioè lo sforzo di vivere con gli uomini e per gli uomini, tradisce la propria vocazione d’uomo...". In questo cammino, Mazzolari si pone come modello e protagonista audace, con la sua fede e il suo confiteor, la sua coerenza e le sue inquietudini, i suoi entusiasmi e il suo sconforto, il suo coraggio e le sue speranze.

Arturo Chiodi


OGNI MESE... UNA PREGHIERA

Da un calendario missionario ricaviamo, adattandole un poco, queste riflessioni e queste invocazioni al Padre, intonate sia all’anno che stiamo vivendo, sia al tempo liturgico della Pasqua, attualmente in corso, orientato alla contemplazione dell’Ascensione di Gesù nella gloria e al dono dello Spirito nella Pentecoste. Questo dono invochiamo confidando - siamo nel mese di maggio - nell’intercessione di Maria.

Il Papa Giovanni Paolo II ha voluto che il 1999 fosse l’anno dedicato alla scoperta di Dio, in ciascuno di noi e nel mondo intero, come Padre.
Sotto la guida dello Spirito santo, stiamo preparandoci al 2000 e alla celebrazione del Giubileo.
Ma per conoscere quello che Dio fa come Padre, bisogna sapere quello che Dio è per sua natura.
Ora, "Nessuno può conoscere Dio, se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".
Gesù è il missionario del Padre, colui che ce lo rivela e ce lo "mostra" ("Mostraci il Padre" - gli chiede l’apostolo Filippo) con i suoi discorsi, i suoi comportamenti, i suoi miracoli, il suo modo di affidarsi a Lui; con il suo modo di vivere le scelte della vita, fino alla croce.

"Filippo, chi vede me, vede il Padre".

In Gesù Dio non solo ha comunicato con l’uomo, ma si è comunicato, si è donato tutto, a tutti. Gesù continuamente ci chiama a scoprire il suo volto di misericordia. Di questa continua rivelazione è artefice lo Spirito, autore della nostra fede e del nostro essere figli del Padre.

Dio Padre, è presenza vicina

È per questo che ognuno di noi, oggi, sta davanti a Dio come un figlio sta davanti al proprio padre, perché quest’uomo, Gesù, è il Figlio di Dio.

Da tutte le pagine del Vangelo infatti traspare l’intuizione di una presenza paterna, che si è avvicinata alla storia di ogni uomo mediante la vicenda umana di Gesù, nella grazia dello Spirito santo. Gesù è la vicinanza di Dio all’uomo, la realtà di un Padre che si prende cura di ciascuna delle sue creature.

Dio Padre, amore oltre misura

Gesù ci "mostra" l’aspetto più profondo e strepitoso di Dio come Padre morendo in croce e manifestando così come il Padre ci ama.

Nella Pasqua non è solo Gesù che muore e risorge, ma è il Padre stesso che è toccato da questi avvenimenti. Dio Figlio "si separa" dal Dio Padre per poter stare con gli uomini, separati da Dio. Il Dio crocifisso dice fino a che punto il Padre ama gli uomini; fino a che punto Dio è solidale con il destino dell’uomo, di ogni uomo; fino a che punto il Padre ci ami: oltre ogni misura, sino a donare tutto se stesso per noi.

Come Cristo, ogni cristiano è colui che si consegna totalmente al Padre, che vuole che tutti gli uomini siano "salvi" e, animato dall’amore del Padre, lo Spirito, si consegna totalmente ai fratelli.

Dio, Padre nostro

Lo stupore e la meraviglia devono trovare in noi la disponibilità e farsi lode e preghiera. Gesù stesso si è preoccupato di insegnarci a pregare Dio come Padre. Ci ha inviato lo Spirito che in noi prega, dicendo: "Abbà, Padre!".

Non sempre è facile esprimere le affermazioni del Padre Nostro, lasciandoci prendere totalmente da esse.

Alcuni stentano a dire "sia fatta la tua volontà" per paura che il Padre domandi loro cose difficili o impossibili; altri riconoscono la loro incapacità di perdonare: "rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori".

Ogni parola del "Padre Nostro" dice quanto sia impegnativo ripeterla ogni giorno, ed ogni giorno testimoniarla con la vita.

Tuttavia questa preghiera ci aiuta a sentirci più figli e fratelli: tutte le volte che ci uniamo a Gesù, che prega il Padre, nel silenzio o nell’angoscia dell’Orto, impariamo a sussurrare all’orecchio del Padre le parole d’amore.

Dio, Padre di Gesù e Padre nostro, donaci il tuo Spirito, affinché venga il tuo Regno

Padre di inestimabile tenerezza e sorgente in noi dell’amore e della vita;

Padre sempre pronto ad ascoltarci e ad esaudirci;

Padre che ti curi di noi, ci guidi e ci sostieni, nel rispetto assoluto della nostra libertà;

Padre che, in Gesù morto e risorto e nella forza dello Spirito santo, ci rendi fratelli tra di noi per condividere la gioia di amare;

Padre che oltrepassi gli orizzonti della terra e sei nel cuore di ogni vita e di ogni avvenimento;

Padre che ci hai parlato e hai voluto rivelarci il tuo volto per mezzo del Figlio tuo e del tuo Spirito;

Padre che continuamente vieni e sei già presente in ogni luogo e tempo per riconciliarci;

Padre venga il tempo in cui il potere si tradurrà in silenzio, in cui l’avere farà nascere condivisione;

Padre donaci il tuo santo Spirito perché sappiamo compiere ogni giorno la tua volontà nella santità, giustizia ed amore fraterno.

Padre che ci garantisci il necessario e non il di più, affinché non accumuliamo troppo per il domani con il rischio di tenere per noi ciò che è necessario agli altri;

Padre che hai effuso lo Spirito santo per la remissione dei peccati e ci perdoni sempre, di nuovo, infinitamente, affinché impariamo a perdonare;

Padre che ci doni il desiderio di essere perdonati e perdonandoci ci rendi apostoli di riconciliazione;

Padre che non ci lasci mai soli in balia della tentazione, delle prove e delle sofferenze ma ci ungi con l’Olio che è lo Spirito;

Padre che ti preoccupi che non veniamo sopraffatti dalla seduzione dell’avere e del potere, dalla violenza e dal desiderio di comando:

Padre, il tuo Spirito faccia che il nostro cuore non sia turbato dalla rassegnazione, dalle nostre angosce, dalla nostra viltà, dal gusto del denaro e dall’egoismo;

Padre, per la grazia del tuo santo Spirito, rendici capaci di liberarci e di liberare dove i popoli sono sfruttati, affamati, schiacciati da forze inique ed ingiuste.

Padre, venga il tuo Spirito: liberaci dal Tentatore e dal Maligno, perché sia realizzato e reso visibile ovunque il Tuo Regno:

Regno di giustizia, di amore e di pace.


E SIAMO SOLO ALL'INIZIO

...ma c’è già tanta gioia nel nostro cuore per le "Sante Missioni al popolo" che si svolgeranno nella nostra Parrocchia nel 2000.

Gratitudine a Don Luigi per aver desiderato e voluto questa esperienza per la nostra Comunità.

Gratitudine e lode al Signore per l’abbondanza di grazia che abbiamo pregustato nel primo incontro di preparazione, e che sicuramente saprà donarci in futuro.

Gratitudine e stupore perché più che mai ora ci rendiamo conto di quanto il Signore abbia lavorato bene in questi due anni, senza che noi ce ne accorgessimo, mettendo nel nostro cuore il desiderio di far nascere le Sue otto Diaconie: ha voluto preparare il terreno ideale perché la semina delle Sante Missioni, possa dare frutti abbondanti di vita Parrocchiale rinnovata nel nome del Signore. Il Signore è veramente grande e le nostre parole non bastano a rendergli lode, per questo chiediamo l’aiuto alla Madonna che ricorderemo in questo mese di Maggio, e imparando da Lei diciamo:

L’anima nostra magnifica il Signore

e il nostro spirito esulta in Dio nostro Salvatore,

perché nella Sua misericordia ha guardato a noi

che desideriamo essere suoi discepoli.

D’ora in poi uniti nel nome del Signore,

ci sentiremo ancor più

Diaconia S. Lorenzo, Diaconia S. Rocco, Diaconia S. Antonio,

Diaconia Madonna di Caravaggio, Diaconia S. Anna, Diaconia Crocifisso,

Diaconia S. Cuore, Diaconia S. Donnino.

Grandi cose ha fatto e farà nella Parrocchia di Verolanuova l’Onnipotente e

Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo cercano nella loro vita.

Ha spiegato su di noi la potenza del suo braccio,

ha fatto nascere in noi il desiderio di camminare insieme,

uniti nel Suo nome, nonostante le diversità e le difficoltà.

Ha rovesciato in noi la tentazione di salvarci da soli rinchiusi nella nostra bella Basilica,

invitandoci ad aprire le porte verso il mondo e andare in questo mondo,

annunciando con la nostra vita di servizio a tutti gli uomini

che Dio ci Ama.

Grandi cose sta facendo in noi il Signore con le sante Missioni del 2000,

per questo mai smetteremo di lodarlo con la nostra vita,

ora e sempre.

Le Diaconie


MESE DI MAGGIO

Rosario nelle Diaconie

SACRO CUORE

venerdì 7 maggio Casa Albergo

venerdì 14 maggio Giardinetto incrocio - Via Tito Speri - Via Michelangelo

giovedì 20 maggio Serata comunitaria - Parco giochi

martedì 25 maggio Famiglia Azzini - Via De Amicis 3

SAN ROCCO

mercoledì 5 maggio Famiglie Bodini Vigna - Via Bredadasso 17

mercoledì 12 maggio Famiglia Linetti - Via Leopardi 1

mercoledì 19 maggio Famiglia Piva Geroldi - Via Manfredi 2

martedì 25 maggio Serata comunitaria Famiglia Rossini - Via Prevostura n. 5

SANT’ANTONIO

lunedì 3 maggio Famiglia Garoli - Via Colombo

lunedì 10 maggio Condominio - Via Moro

lunedì 17 maggio Condominio - Via Brodolini

lunedì 24 maggio Serata comunitaria Campetto abit. - Via Amendola

SAN LORENZO

giovedì 6 maggio Famiglia Pezzoli - Via Roma

giovedì 13 maggio Condominio Filanda - Via Semenza

giovedì 20 maggio Suore - Via Dante

venerdì 21 maggio Serata comunitaria - presso Castel Merlino

MADONNA CARAVAGGIO

giovedì 6 maggio Case Gescal - Via Puccini

giovedì 13 maggio Famiglia Corradi - Via Mazzolari

giovedì 20 maggio Giardinetto - Via Verdi

mercoledì 26 maggio Serata comunitaria - Cap. Madonna Caravaggio.

CROCIFISSO

mercoledì 5 maggio - Via Grandi 5-7

mercoledì 12 maggio Condominio Mara - Via Circonvallazione

mercoledì 19 maggio Serata comunitaria - Via Lombardia 10

SAN DONNINO

martedì 4 maggio Famiglia Calvi - Via Gaggia 40

martedì 11 maggio Famiglia Rossini - Cascina Lachini

martedì 18 maggio Famiglia Girelli - Via Castellaro 25

lunedì 24 maggio Famiglia Salini - Cascina Vallatelle

giovedì 27 maggio Serata comunitaria - Chiesa San Donnino

SANT’ANNA

dall’1 al 9 maggio Chiesa Breda

dal 10 al 16 maggio Famiglia Bruschi

dal 17 al 23 maggio Sant’Anna

dal 24 al 30 maggio Santella vicina al fosso

sabato 29 maggio Serata comunitaria - presso Piazza


Sta nascendo a Verolanuova una Fraternità de L’Ordine Francescano Secolare (OFS)

di don Giovanni

Già da un po’ di tempo, capita di sentire, una volta al mese, tra gli avvisi che vengono dati alla fine delle Messe domenicali, l’annuncio che il tal giorno della settimana, in un dato luogo (prevalentemente l’Oratorio femminile) avrà luogo l’incontro mensile di spiritualità francescana.

Il fatto che venga annunciato nel corso di una celebrazione comunitaria, sta ad indicare che si tratta di cosa aperta a tutti; di fatto, vi partecipano coloro che stanno compiendo un determinato cammino o che, si sentono attratti dall’ideale realizzato da Francesco o Chiara d’Assisi. Il secondo gruppo di persone è dato prevalentemente da alcuni giovani che frequentano la catechesi del giovedì e che, in futuro, potrebbero anche incamminarsi in forma più concreta sulle orme dei due Poverelli; il primo è formato da coloro che questa forma più concreta già stanno cercando di assumere e stanno compiendo il cammino verso l’Iniziazione all’Ordine Francescano Secolare o, avendola già vissuta, stanno preparandosi alla Professione nel medesimo Ordine, in un futuro più o meno prossimo.

Ordine Francescano Secolare è il nome nuovo di quello che all’inizio, ma anche tuttora, veniva e viene chiamato Terz’Ordine Francescano.

S. Francesco, infatti fondò il primo Ordine, quello dei Frati, originato dal primo gruppo di coloro che gli furono amici e compagni, agli inizi della sua straordinaria avventura. L’Ordine dei Frati Minori conobbe subito una straordinaria espansione numerica e una notevole diffusione geografica, contando, dopo pochi anni dalla fondazione, cinquemila aderenti.

Il numero crebbe sempre più; con il numero crebbero anche i problemi. Per farla breve, oggi, il Primo Ordine è composto da tre famiglie: i Frati Minori (detti "osservanti", OFM), i Frati Minori Conventuali (OFM Conv.) e i Frati Minori Cappuccini (OFM Capp.).

Insieme a S. Chiara, Francesco diede vita al Secondo ordine, il ramo femminile del francescanesimo, quello delle Sorelle Povere, che ebbero la loro prima sede in quel luogo benedetto che è il monastero di S. Damiano (da cui il nome primitivo di Sorelle Povere di S. Damiano), più note come Clarisse. La loro forma di vita è tuttora quella monastica claustrale, poiché a quei tempi questa era l’unica forma di consacrazione possibile per le donne: le suore così come noi le conosciamo hanno avuto origine nel secolo scorso.

Dunque, nacque un Primo e un Secondo Ordine, per coloro che, desiderosi di slanciarsi nella corsa verso il Signore Gesù (Fil. 3,14), vollero condividere l’ideale di Francesco e Chiara. Ci furono però anche tanti altri che, pur non potendo entrare in convento o in monastero e indossare un saio, desideravano essere associati a quella famiglia francescana che diventava sempre più grande. Si trattava di sposi o di persone necessitate a rimanere "nel mondo", ma attratte dall’ardore, dalla passione bruciante ed esaltante che traspariva dal volto di Francesco e dei suoi frati o che, silenziosamente e nascostamente, si diffondeva dalle mura di S. Damiano.

Francesco, verso i suoi ultimi anni, compose uno scritto, denominato "Lettera a tutti i fedeli"; ne esistono due recensioni, entrambe riportate nel testo delle Fonti Francescane (libro che raccoglie gli scritti di Francesco e Chiara e le loro prime biografie). Contiene passaggi davvero sublimi, dai quali risulta evidente l’esperienza intensa vissuta da Francesco. Era il suo invito a seguire, con lui, Gesù sulla via della penitenza (= conversione). Il titolo con cui la lettera fu diffusa, al tempo, infatti era: Lettera ai fratelli e alle sorelle della penitenza: "Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire a tutti e ad amministrare a tutti le fragranti parole del mio Signore. Per cui, considerando che non posso visitare i singoli a causa della malattia e debolezza del mio corpo, ho proposto con la presente lettera e con questo messaggio, di riferire a voi le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita (Gv 6,63)".

Le "parole del Signore nostro Gesù Cristo e dello Spirito santo" che Francesco trasmetteva erano, anzi, sono tutte un invito a mettersi al seguito del Signore Gesù, con indicazioni particolari su alcuni aspetti della vita cristiana. Era la prima "regola" che, anche se in maniera per nulla affatto giuridica ma, in compenso, molto evangelica, offriva indicazioni per una vita secondo lo stile "francescano", pur rimanendo nel proprio stato di vita (sposi, sacerdoti diocesani, autorità); con essa Francesco dava vita, di fatto al Terz’Ordine, quello per i laici e per i chierici (vescovi, sacerdoti, diaconi) secolari, cioè non inseriti in qualche ordine religioso ma a servizio delle diocesi.

Se si legge la Lettera di Francesco, si può constatare come le indicazioni che egli offre non siano altro che un invito a vivere il vangelo, in altre parole, a prendere sul serio il proprio battesimo e ad assumersi, di conseguenza, un più serio impegno di vita cristiana. Appartenere al Terz’Ordine (da qui il nome di Terziari Francescani), o Ordine Francescano Secolare, non significa nient’altro che ricevere il dono di uno stimolo e un aiuto "in più" a realizzare il proprio essere cristiani. È una grazia dello Spirito santo, uno dei tanti segni della sua fantasia e della ricchezza delle sue manifestazioni, come lo sono tante altre esperienze, alcune delle quali presenti anche nella nostra Parrocchia (Comunità neocatecumenali, Azione Cattolica, altri gruppi di preghiera, ecc.).

Si è professionisti, operai, agricoltori e, prima ancora, sposi, genitori, chierici? L’appartenenza all’OFS e, attraverso esso, alla grande Famiglia Francescana è grazia dello Spirito per una maggiore capacità di testimonianza, di impegno, di donazione. Non si tratta di fare cose straordinarie, ma di realizzare quello che comunque si è chiamati a fare, in quanto battezzati e cresimati. Non ci sono "voti" sul tipo di quelli emessi dai frati o dalle monache, non particolari "cose in più" da compiere; c’è, "semplicemente" da cercare di vivere "secondo la forma del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo": ciò a cui ogni credente è chiamato.

Non si tratta di un’associazione: l’OFS è un vero e proprio Ordine, con la sua Regola e le sue Costituzioni. Anche la Regola, però, altro non è che un continuo rimando al Vangelo e all’impegno apostolico a cui ogni battezzato è chiamato.

Dopo un periodo di probandato, attraverso il rito di Iniziazione, si è ammessi al Noviziato. Badiamo bene, però: non occorre entrare in qualche convento; si tratta di un periodo di formazione che avviene nell’ambiente in cui si è chiamati a vivere: la propria comunità parrocchiale e diocesana. Al termine del noviziato, chi si sente pronto, emette la Professione. Essa può essere solenne, e impegna per tutta la vita, o temporanea e venire rinnovata, di anno in anno, per tre anni, per poi sfociare in quella solenne.

La fraternità di Verolanuova ha avuto il "privilegio" di vedersi, in un certo senso, abbuonato il periodo di probandato; ha vissuto la cerimonia dell’iniziazione per 21 persone la sera del 19 novembre. Nel prossimo autunno, con tutta probabilità, verranno emesse le prime professioni.

La professione impegna per tutta la vita, ma vale la pena ribadirlo: essa non aggiunge nulla all’impegno a cui ogni battezzato dovrebbe comunque sentirsi chiamato. Emettere una professione di questo tipo serve ad esprimere la consapevolezza del proprio Battesimo e della propria Cresima e, al tempo stesso, ad alimentarla.

Il riferimento ad un’esperienza evangelica e spirituale intensa, qual è stata quella di s. Francesco e s. Chiara è, si diceva, uno stimolo in più; così pure lo è l’appartenenza ad una fraternità locale, attraverso la quale si è inseriti nell’Ordine e nella Famiglia francescana. L’aspetto comunitario è determinante in tutti i rami della Famiglia francescana.

La fraternità vive due fondamentali appuntamenti mensili: quello di preghiera e quello di formazione, quest’ultimo sotto la guida di un frate minore. Si tratta di due momenti che hanno la funzione di alimentare l’impegno personale alla preghiera quotidiana e la tensione alla vita evangelicamente vissuta. Coloro che vivono questa esperienza non si ritengono migliori di altri; si tratta di persone che nel fascino di Francesco e Chiara d’Assisi hanno trovato una spinta a cercare di realizzare il loro essere discepoli del Signore Gesù.

Ripeto: a tutti è possibile partecipare. Oltretutto, il tipo di fraternità che sta nascendo verrà probabilmente configurato secondo tipi di appartenenza diversificata: ci sarà chi emetterà tra qualche mese, la professione solenne, chi quella temporanea, e chi invece, attenderà di avere le idee più chiare anche in merito alla propria scelta di vita; sarà probabilmente possibile anche emettere la promessa della Gioventù Francescana - questa cosa è ancora però da definire - modalità "provvisoria" di appartenenza al Movimento Francescano, in attesa di maturare la scelta definitiva della professione nell’O.F.S.

Poiché questo articolo si sta già dilungando oltre le previsioni, non sto a spiegare cosa sia la Gioventù Francescana (GiFra).

Come e perché la fraternità francescana di Verolanuova sia rinata, potrà eventualmente, essere oggetto di un successivo articolo. Ho scritto "rinata" perché qualche decennio fa, essa era già esistita qui da noi. Ma anche di questo parleremo nell’eventuale prossimo articolo.

In questo periodo - il tempo di Pasqua - nel quale imploriamo dal Padre, attraverso Gesù morto risorto e asceso al cielo, il dono dello Spirito, ravvisiamo nell’impegno maggiore di vita cristiana di coloro che hanno aderito a questa proposta un segno della grazia di questo stesso Spirito, continuamente donato ed effuso anche nella nostra comunità parrocchiale. Per esso rendiamo grazie.


6a TAPPA Tempo estivo

"Oggi per questa casa è venuta salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo.
Il Figlio dell’Uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".
(Lc 19,10)

L'OGGI DELLA SALVEZZA

Oggi, termine che in Luca scandisce i momenti salienti dell’opera salvifica di Gesù: "Oggi vi è nato un salvatore" (Lc 2,1 1); "Oggi si è adempiuta questa scrittura nei vostri orecchi" (Lc 4,21); "Oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,43). La nascita, l’attività pubblica e la morte di Gesù sono viste come un oggi di salvezza per i poveri, i condannati a morte e i peccatori; un oggi esemplificato nel Vangelo odierno da Zaccheo.

L’incontro con Gesù è stato per lui un "oggi di grazia", un "momento di salvezza". Il Salvatore stesso gli si è fatto prossimo liberandolo da una vita deviata e per la vita eterna. Da figlio di Abramo degenere diventa un "degno figlio del Padre dei credenti per la sua generosità" (TOB), frutto dell’essere stato graziato. Rivolgendosi poi agli astanti, e più in generale alla folla che mormora, Gesù infine ancora una volta ricorda il suo compito: "Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".

Un compito così riespresso dall’epistolario paolino: "Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua longanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per la vita eterna" (1 Tm 1,15-16).

L’Amante dei viventi, colui il cui vanto è l’uomo che vive non può sopportare la perdita e il fallimento totale dei suoi amati divenuti peccatori. Una compassione sconfinata, il cui splendore è apparso nello sguardo, nella parola e nei gesti di Gesù, lo costituisce cercatore degli smarriti e dei persi.

Oggi il Pellegrino della misericordia può bussare alla nostra porta per fare di noi uno Zaccheo graziato. Una creatura che esprime la gioia per una visita che trasforma in un esistere contrassegnato dalla generosità verso il povero. A lode di Dio e ad allegrezza umana, definitivamente conquistati a un Signore che non disprezza i peccatori ma alloggia presso di essi.

E solo e sempre chiedete lo Spirito il dolce Spirito mio e del Padre questo aspetta il Padre di darvi: e che vi scoppi il cuore di gioia. (David Maria Turoldo)

"Spetta al padre dare il pane senza il quale il nostro mondo morirebbe di fame dare quel perdono senza il quale il mondo morirebbe di tristezza versare il balsamo sulle piaghe di un mondo così poco amato da morirne!
...E per riconciliare il mondo mio Padre finisce sempre per trovare le fessure attraverso le quali erogare la sua tenerezza".

Momento educativo

Educare all’ottimismo che si basa sulla forza misteriosa della grazia di Dio e del suo santo Spirito. Riscoprire l’impegno di servizio per i piccoli e per i poveri. Programmare una estate lunga: con il Grest e... oltre il Grest.

Momento spirituale

Programmare un esame di coscienza su fatti concreti e specifici. Valutare con calma e serenità l’efficacia dei propositi fatti. Uscire da una esperienza personale verso una esperienza ecclesiale e comunitaria.

Momento orante

Salmo penitenziale 32 (31)

Momento culturale

Federic Uhlmann L’amico ritrovato; Ed. Feltrinelli 1993 L. 8.000

Nella tragedia nazista, un’amicizia che salva

Tzvetan Todorov Di fronte all’estremo; Ed. Garzanti L. 30.000

S. Teresa di Lisieux Scritti

Il percorso spirituale di una giovane donatasi interamente al mistero della Parola

AGENDA

Novena e veglia di Pentecoste

giornate eucaristiche

ordinazioni sacerdotali e diaconali

presentazione attività estive

festa di chiusura dell’anno catechistico

inizio attività estive


Vita di Oratorio Notizie in breve di don Giovanni

- Domenica 11 aprile l’Oratorio ha vissuto la sua gita di primavera; la meta è stata questa volta Ravenna. Ringrazio don Giampaolo che mi ha gentilmente sostituito. Per la cronaca, vedere l’articolo qui di seguito.

- Domenica 18 aprile ha avuto luogo la Traditio Symboli, tappa del Cammino di iniziazione Cristiana per i ragazzi di seconda media.

- Il 24 aprile ha avuto luogo l’incontro diocesano dei cresimandi con il Vescovo. Anche Verolanuova ha partecipato con un buon gruppo di ragazzi, quasi tutti di seconda media. Si tratta dell’incontro che, ormai da anni, viene organizzato alla vigilia della Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni.

È stata una bella esperienza questo incontro per le testimonianze che abbiam potuto ascoltare, ma anche per il fatto di trovarci insieme, in tanti, con ragazzi di tutta la Diocesi che sono in cammino verso la medesima tappa del loro Cammino di iniziazione Cristiana: la Cresima.

- Domenica 25 aprile è stata celebrata la Redditio della Preghiera del Signore con i fanciulli di 5a elementare. Poiché si tratta della prima volta che tale tappa del Cammino di iniziazione Cristiana viene celebrata, ne parleremo un poco più diffusamente sull’"Angelo" di giugno.

- Dal 25 aprile al 2 maggio è stata celebrata nella nostra zona pastorale la Settimana Vocazionale. Gli appuntamenti di zona sono stati tre: quello per sacerdoti e consacrate, quello per i catechisti e gli operatori e quello per gli adolescenti e giovani, a Bettegno. A livello parrocchiale, si è tenuto un incontro per i fanciulli e i ragazzi, all’Oratorio femminile. Per i genitori, sono tuttora in corso gli incontri a loro destinati; specificamente sul tema quelli per i genitori delle medie.

- Stanno concludendosi via via le serie di incontri per i genitori dei fanciulli e dei ragazzi; non sempre la partecipazione è stata costante; tuttavia non sono mancati coloro che, consapevoli delle loro responsabilità educative, hanno saputo dare ai propri figli buon esempio di disponibilità alle proposte di impegno.

- Dal 17 al 21 maggio i ragazzi e giovani dei gruppi catechistici animeranno la preghiera della novena di Pentecoste, prima della Messa vespertina, alle 18.00, in Basilica. Il tutto culminerà nella celebrazione della Pentecoste, a cominciare dalla Veglia di sabato 22, alle ore 20.30.

- Varie le iniziative in cantiere, soprattutto dal punto di vista sportivo: tornei vari e altro, a cura del gruppo Sportivo dell’Oratorio e del Gruppo Animazione. Mentre scriviamo le cose sono ancora in via di definizione. Se ne parlerà prossimamente.


RAVENNA: TUTTI AL MARE

È incredibile la velocità con cui giovani e meno giovani si iscrivono alla fatidica gita che l’oratorio organizza, da qualche anno a questa parte, nel mese di aprile.

Le località scelte sono sempre state selezionate a d.o.c. e anche quella di quest’anno è stata un esempio: Ravenna, la domenica 11 aprile.

La lunga giornata è iniziata con la partenza alle 5.30; dopo una breve sosta siamo arrivati, puntualmente come previsto, alle ore 9 a Ravenna dove ci aspettava la guida.

Il mattino è stato dedicato interamente ad una visita culturale della città, visita delle bellezze artistiche: la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero neoniano, la Basilica di Sant’Apollinare nuovo per terminare verso mezzogiorno con Sant’Apollinare in classe dove Don Giampaolo ha celebrato la S. Messa.

C’è da dire che questi monumenti hanno tutti un certo fascino tant’è vero che, a mio avviso, non è possibile scegliere quello preferito poiché tutti hanno la loro bellezza particolare.

Sono convinta di avere apprezzato tutto molto di più grazie alle spiegazioni della guida; il suo modo di parlare molto coinvolgente e nello stesso tempo meticoloso, mi ha permesso di cogliere tanti minimi particolari che altrimenti sarebbero sicuramente sfuggiti.

Dopo aver pranzato al sacco, pur essendoci per chi lo desiderasse la possibilità di pranzare in un ristorante, ci siamo trasferiti in pullman al Lido di Dante, distante circa sette km. da Ravenna.

Si può ben capire dal nome che eravamo arrivati al mare dove abbiamo avuto la possibilità di rilassarci stendendoci sulla morbida sabbia.

Ho trovato, personalmente, quest’idea del mare fantastica poiché, dopo aver "sgambettato" per bene al mattino, era proprio necessario un buon pomeriggio di relax lasciandoci cullare dal sole e dalle onde del mare.

Quest’atmosfera paradisiaca, purtroppo, si è interrotta verso le ore 17 quando siamo ripartiti per il rientro.

La sorpresa promessaci, però, dagli organizzatori, doveva ancora arrivare poiché facendoci credere di aver sbagliato autostrada, ci siamo ritrovati sul Lago di Garda; ecco svelato il segreto: la sorpresona era sostare a Peschiera per mangiarci una buona pizza.

Siamo rientrati al nostro paesello verso le ore 23.

Giudizio della giornata: altamente positivo.

Doverosi, dunque, i ringraziamenti agli organizzatori per aver pensato proprio a tutto e non essersi lasciati sfuggire niente; un piccolo neo, però, c’è: una gita all’anno è troppo poco, si può dare di più.

T.R.


S.O.S. STASERA DEBUTTO

Dopo aver lanciato un appello accorato per "Stasera debutto" 1999 sul bollettino parrocchiale di marzo, possiamo con soddisfazione asserire che gran parte dei problemi iniziali sono stati risolti.
Ci permettiamo ora di lanciare, speriamo per l’ultima volta, un S.O.S. ai verolesi: le spese per le varie componenti necessarie ad un buon svolgimento di una serata come "stasera debutto", dai musicisti alla sceneggiatura, agli impianti vari, insomma alle innumerevoli piccole grandi cose, comportano ahimé un notevole impegno di risorse economiche, quindi: cari verolesi ci serve aiuto finanziario, detto in parole povere "soldini"!
Scusate la schiettezza ma più passa il tempo più diventa pressante questa necessità "pecuniaria".
La gente di buon cuore potrà contattare il comitato del festival oppure recarsi presso l’Oratorio maschile il lunedì e il mercoledì sera dalle 20.30 alle 22.00 durante le prove dello spettacolo.
Ringraziando sin d’ora, vi aspettiamo numerosi e generosi!
Comitato "Stasera debutto"


L'ANGOLO DELL'EDUCATORE

NON VIZIARMI SE MI VUOI BENE

Accontentate vostro figlio in tutto e per tutto? Non sapete dire no alle sue continue richieste? Cercate di evitargli ogni problema? Attenzione, siete sulla cattiva strada, perché l’abitudine a superare le difficoltà e a sopportare le fatiche è un mezzo educativo ancora oggi preziosissimo

di Pino Pellegrino

Ciò che state per leggere è sfrontamente stonato per i nostri giorni. Viviamo nella società della bambagia; dell’ovatta. Oggi si tenta di addolcire tutto: il caffè è decaffeinato, il tonno è così tenero che si taglia con un grissino, i "sofficini" trionfano, l’auto è comodosa, le ulive sono senza nocciolo... Certo non c’è contesto peggiore nel nostro tempo, per parlare di educazione al sacrificio, alla difficoltà, alla sobrietà. Eppure è un discorso che facciamo senza arrossire, tanto crediamo nella sua valenza pedagogica.

Stop alla pedagogia dolce e debole

Ecco: basta che il bambino si faccia il minimo graffio e tutti sono in allarme: la madre corre a prendere il cerotto, il papà si precipita sul disinfettante, i nonni sospirano: "Chissà come ti sei fatto male!". Forse il piccolo non ci badava neppure, ma, visto tanto interessamento e tanta ansia, pensa: "Già, devo proprio essermi fatto male!". E giù a piangere...

Purtroppo la scenetta descritta è sempre più frequente. Perché?

Perché si ha una paura esagerata della sofferenza. La si vorrebbe eliminare del tutto. Oggi prevale la pedagogia dolce e debole.

Ma la vita non è né dolce, né debole: troppe volte è amara e pesante. Per questo, mettere un figlio al riparo da ogni dolore, da ogni difficoltà, significa tradirlo. Marcello Bernardi, il noto pediatra e pedagogista italiano, non ha dubbi: "Il pensiero di poter evitare al proprio figlio tutte le battaglie, le delusioni, i dispiaceri, tutte le mortificazioni, è un pensiero folle, perché la vita non è così. Anzi, è ben diversa. La vita è fatta di combattimenti". E, dunque, dobbiamo educare il figlio al combattimento. In che modo? Ci limitiamo a proporre due piste.

Un calmiere alle continue richieste

Mettere il calmiere alle continue richieste del ragazzo, è una prima via per farlo incontrare con le difficoltà ed allenarlo a superarle. La vita, sottolineiamo, non è un continuo lecca-lecca. Ecco perché, ad certo punto, bisogna pure dire la parola che, oggi, a tanti costa: "Basta!".

Chi non ha mai sentito genitori ragionare in questi termini: "Non vogliamo che i nostri figli soffrano quello che abbiamo sofferto noi; non vogliamo che facciano la nostra vita". E così, con questa giustificazione, danno al figlio non solo tutto il necessario, ma anche il superfluo e qualcosa di più.

Nessuno ci fraintenda. Non vogliamo vedere i ragazzi soffrire, non vogliamo tornare al pane nero... Quando invitiamo a mettere il calmiere ai continui desideri del figlio ("Me lo compri?", "Voglio questo!", "Regalami quello"...) vogliamo ricordare almeno tre verità pedagogiche abbondantemente provate. La prima: chi non fa niente per guadagnarsi la vita, finisce col perderla. Il premio Nobel per la fisica 1984, Carlo Rubbia, confessa: "Sono contento di non essere stato viziato. Considero una sfortuna avere dei privilegi nell’infanzia... Trovo che nascere in una situazione di sana povertà, sia il miglior bagaglio che si possa dare al bambino".

La seconda verità pedagogica che vogliamo ricordare è che i risultati di una vita "protetta", lontana da ogni limite, da ogni difficoltà, sono ben più disastrosi di una vita non sempre facile. Accontentatelo in ogni capriccio e avrete un ragazzo a bassa tensione, un ragazzo devitalizzato; un figlio con la grinta del pesce bollito. La terza certezza che ci spinge a proporvi di mettere il calmiere alle continue richieste del ragazzo è la convinzione che troppo "benessere" finisce con l’uccidere l’"essere". Quando la persona umana non ha più da faticare, da combattere, da raggiungere, da costruire, da battersi per qualcuno o per qualcosa, è come se fosse morta. Il benessere non è una meta, ma una trappola!

Bentornato sacrificio!

La seconda pista che proponiamo per educare a superare le difficoltà della vita è ancora più sicura perché più diretta. È la pista del sacrificio.

Anche qui una parola antipatica, una parola da non adoperare più, oggi. Una parola sconcia. Eppure il sacrificio è una legge psicologica che non ammette eccezioni. Il sacrificio porta la volontà in palestra e quindi, proprio il sacrificio, forgia l’uomo.

Ecco perché, anche dopo Freud, continuano a rimanere moderni gesti come questi: levarsi dal letto energicamente; smetterla di ingurgitare in continuazione gelati, patatine, pop-corn; non fare una telefonata chilometrica; aspettare che tutti si siano serviti; salutare per primo; praticare il digiuno televisivo...

Qualcuno potrà anche sorridere. In realtà sono proprio questi semplici gesti che ci permettono di essere davvero liberi "dentro".

Aveva ragione il filosofo e psicologo statunitense William James, a dire ai suoi studenti: "Fate tutti i giorni due cose che non vi piacciono, solo perché preferireste non farle". L’uomo che fa solo quello che deve fare è uno schiavo; comincia ad essere libero dal momento in cui è padrone della propria volontà! Allora, per favore, lasciate che vostro figlio se la sbrighi da solo!

Il successo, infatti, non dipende dai cromosomi, ma dalla disponibilità alla fatica. Il più grande inventore di tutti i tempi, Thomas Edison, era deciso e preciso: "Non c’è niente che sostituisca il lavoro duro. Il genio è fatto dell’1% di ispirazione e del 99% di sudorazione". Esatto! Solo sul vocabolario "successo" arriva prima di "sudore".

Ricordatelo e avrete la gioia di aver educato un ragazzo che tiene duro sempre; un ragazzo che vive in salita!


INFORMAGIOVANI
ATTENZIONE: questa notizia potrebbe interessare anche TE!

Molti ragazzi che si rivolgono all’Informagiovani perché alla ricerca di una occupazione non possiedono un Personal Computer e trovano difficoltà al momento della stesura del proprio Curriculum: non tutti hanno un amico che può mettere a disposizione il PC al fine di scrivere in modo ordinato la lettera di autocandidatura ed il Curriculum da inviare alle aziende.

L’Informagiovani ha quindi pensato di dare una risposta a questa esigenza mettendo a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno un Personal Computer ed una stampante non più utilizzati dagli Uffici Comunali perché sostituiti da nuove apparecchiature, e quindi depositati in apposito magazzino comunale. In tal modo, non comportando alcun costo aggiuntivo, il servizio Informagiovani è venuto in possesso di un PC che tutti potranno utilizzare per redigere il proprio curriculum.

Nei prossimi giorni sarà installato e attivato e coloro che desiderano utilizzarlo sono pregati di accordare telefonicamente con l’Operatrice il giorno e l’ora.

a.z.

Qui di seguito presentiamo uno stralcio dal calendario indicativo delle iniziative proposte dalle Associazioni di volontariato verolesi e dall’Assessorato alla Cultura per il mese di maggio.

a.z.

CALENDARIO MANIFESTAZIONI GRUPPI VOLONTARI VEROLESI E ATTIVITÀ CULTURALI BIBLIOTECA MAGGIO - AGOSTO 1999

15-16 Maggio, AVIS
gita a Gradara, San Leo, Urbino (aperta a tutti)

15 Maggio, coro Virola Alghise
concerto rassegna cori c/o Cinema Vittoria

23 Maggio, gruppo "Conoscerci"
festa delle genti: giornata di convivenza con extracomunitari c/o S. Gervasio Bresciano

29 Maggio, oratori
festa asili per bambini e genitori

5 Giugno, oratori
Stasera debutto


VEROLA MISSIONARIA

Il mondo religioso unito nel condannare i bombardamenti sulla Serbia

Le zone in cui è più ardua e delicata l’opera di annuncio del messaggio liberatore di Cristo continuano ad essere irrorate dal sangue degli innocenti. Spesso si crede che tutti gli abitanti dei Balcani siano di religione musulmana ma non è vero. Una buona percentuale di essi invece sono cristiani e risalgono alle prime comunità formate dagli Apostoli: con coraggio, sopportando persecuzioni e soprusi di ogni genere, si sono tramandati di padre in figlio una fede di eroismo. Questa fine violenta della vita, però, non vuol dire sconfitta, al contrario rappresenta un finale glorioso, eroico, un’alba nuova di vita che perennemente si rinnova e anima gesti di solidarietà e di conversione anche per i più indifferenti. I loro nomi sicuramente vengono scritti nel cielo e spesso ripetuti in terra a monito ed incoraggiamento per tutti.

La solidarietà porta all’unione dei cuori e aumenta la fede, poi il passo per la pace diventa sempre più breve. Così come la testimonianza dell’amore spinge gli uomini ad essere accanto ad ogni dolore, sofferenza, povertà, ingiustizia, sopruso e violenza non semplicemente per "compatire" il male sofferto, ma per annunciare la dignità di ogni persona e per servire alla sua realizzazione nell’amore.

In questi giorni abbiamo assistito ad un atto di solidarietà che è sì da interpretare ma comunque sorprendente: una solidarietà slavo-ortodossa che ha avuto un momento solenne quando a Mosca, la notte della Pasqua ortodossa, il Patriarca Alexis II mentre si levava il coro dei pope, ha benedetto il primo convoglio di aiuti umanitari ai "fratelli jugoslavi". Anche in Macedonia si raccolgono fondi, e con la guerra del Kosovo si è smorzata perfino una polemica con Belgrado che sembrava insanabile; la Serbia infatti ha riconosciuto uno stato e un popolo macedoni, ma si era sempre rifiutata di accettare una Chiesa macedone indipendente da Belgrado. Il fattore religioso è in molti casi ancora più importante di quello culturale o etnico ed è per questo che la Grecia, paese non slavo appartiene per diritto a quell’asse Nord-Sud che dalla Russia attraverso l’Ucraina, la Bulgaria, la Macedonia e la Grecia, unisce strettamente la Serbia al mondo ortodosso -cristiano. Ecco anche perché il Patriarca di Costantinopoli parlando della guerra ha sentenziato, dopo i moniti già espressi dal Santo Padre, "è la soluzione meno indicata per risolvere i problemi".

In questo scenario dell’asse ortodossa Nord-Sud se ne contrappone uno Est-Ovest a maggioranza islamica che con la Turchia comprende l’Albania, la Bulgaria e la Bosnia. Questo asse isola in qualche modo la Serbia ma inquieta anche Mosca che oramai si sente accerchiata dall’avanzata verso oriente dell’alleanza atlantica con la Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. La Macedonia e parte del Kosovo si trovano all’incrocio di questi due assi che non sono soltanto religiosi, etnici e culturali, ma soprattutto: strategici ed economici. La direttrice Nord-Sud corrisponde al corridoio numero dieci, quella Est-Ovest al corridoio numero otto. Queste saranno le due autostrade dell’energia che con le pipeline dovrebbero portare direttamente in Europa e sul Mediterraneo le risorse energetiche dell’Asia centrale e una parte del medio Oriente. La scelta di queste direttrici e l’eventuale esclusione della Serbia o della Russia costituisce la posta in gioco nei Balcani.

Prima della guerra del Kossovo era già in atto da tempo la guerra dei corridoi, ma non si profilavano ancora opzioni definitive che comprendessero anche la costruzione di autostrade e ferrovie determinando il futuro delle rotte commerciali europee ed asiatiche. Quello che c’è di nuovo rispetto al passato nella guerra dei Balcani non sono tanto il nazionalismo, la contrapposizione etnica o l’integralismo religioso, quanto il fatto che è proiettata in un universo complesso dove i confini tendono a compenetrarsi e le economie sono interconnesse. La globalizzazione ha avuto qui un effetto leggermente paradossale: il nazionalismo estremo diventa per le piccole nazioni, la Serbia, ma anche per gli albanesi del Kossovo - lo strumento di rivendicare un posto nella competizione per aggiudicarsi le risorse, investimenti, aiuti internazionali. Se è vero tutto questo è altrettanto vero che la battaglia sui profughi, l’inaccettabile spostamento forzato e crudele delle popolazioni, obbedisce alle logiche balcaniche di sempre, ma anche ad una lotta di interessi e di sfere di influenza internazionali.

Intanto la luce flebile dell’ortodossia continua anche oggi ad illuminare la Pasqua di milioni di credenti a ravvivare la memoria di un passato che non passa.

"Strecan Uscars" Buona Pasqua in serbo. L’unica cosa certa è che non lo sarà per le centinaia di migliaia di profughi kosovari, per quei poveri bambini privati della mamma e del loro papà, ma nemmeno per la gente serba.

Forse lo sarà per i "palazzari" al potere perché in Serbia questi (signori) con a capo Milosevic non hanno mai avuto tanto potere e seguito quanto ne hanno oggi, Pasqua ortodossa 1999.


Piccola storia de  I CONCILI ECUMENICI (15)
di Rino Bonera

Per la Chiesa è veramente un "luttuoso periodo storico" quello che va dal 1378 al 1429; più di cinquanta anni, infatti, durante i quali "la Cristianità, benché una nella fede e nello spirito di ubbidienza ad un solo Pietro non sapeva quale persona fosse il suo successore". Tale periodo è definito dello "scisma d’occidente" che si aprì dopo quello della "cattività avignonese" conclusosi con il ritorno del Papa a Roma da Avignone per merito di S. Caterina da Siena. Ma Avignone, comunque, rimase fino al 1414 sede dei papi francesi contrapposti a quelli di Roma.

Ecco quali furono i papi ritenuti "legittimi" a partire dal 1378:

Urbano VI (dal 1378 al 1389); Bonifacio IX (dal 1389 al 1404); Innocenzo VII (dal 1404 al 1406); Gregorio XII (dal 1406 al 1415); Martino V (dal 1417 al 1431).

Contrapposti ai legittimi e definiti "antipapi" furono, nello stesso periodo:

Clemente VII (dal 1378 al 1394); Benedetto XIII (dal 1394 al 1423); Alessandro V (dal 1409 al 1410); Giovanni XXIII (dal 1410 al 1415); Clemente VIII (dal 1423 al 1429).

Ora: papi legittimi ed antipapi contavano ciascuno sull’appoggio e sul riconoscimento di un proprio gruppo di Stati.

Per tentare di porre fine ad una situazione diventata insostenibile, su iniziativa del re di Germania e futuro imperatore Sigismondo di Lussemburgo, venne convocato a Costanza(1) il 16° Concilio Ecumenico che si protrasse dal 5 novembre 1414 al 22 aprile 1418. Furono circa tre anni e mezzo di forti divisioni, contrasti e fatti che portarono, però, alla composizione del grande scisma. Per facilitarne, appunto, la soluzione, il papa Gregorio XII rassegnò le dimissioni e furono deposti gli antipapi Giovanni XXIII e Benedetto XIII. Nel corso del Concilio venne eletto e riconosciuto quale unico papa Martino V(2) e la sua elezione al pontificato pose fine allo scisma d’occidente. Ma il 16° Concilio si occupò anche di altre questioni: promulgò il decreto sulla supremazia del Concilio sul papa(3) e condannò, per eresia, il sacerdote boemo Jan Hus (1369-1415)(4) e altri.

(1) Città tedesca al confine con la Svizzera, sulla riva occidentale del lago omonimo. Fondata nel sec. IV dall’imperatore Costanzo, nel Medioevo fu centro famoso per la produzione tessile.

(2) Fu papa fino al 1431. Nel 1429 ottenne la rinuncia dell’ultimo antipapa Clemente VIII.

(3) Secondo tale decreto ogni membro della Chiesa, compreso il papa, doveva obbedire al Concilio, il cui potere derivava direttamente da Cristo. Ma Martino V, che in un primo tempo aveva aderito a tali teorie si oppose ad esse, poi, di fatto, in quanto limitavano la supremazia del Capo della Chiesa.

(4) Si dedicò alla scuola e alla predicazione per una riforma dei costumi nel popolo e nel clero boemo. Sostenne la libertà di esame nella interpretazione della Bibbia, nascose malamente la negazione della transustanziazione (trasformazione del pane e del vino, con la consacrazione eucaristica, nel corpo e nel sangue di Cristo) e spiccata fu la sua avversione all’autorità pontificia. Nel 1414 si recò al Concilio di Costanza per discutere le proprie tesi ma, arrestato, si rifiutò di ritrattare. Il rifiuto gli costò la condanna per eresia e fu arso vivo (1415) mentre i suoi seguaci (hussiti) si dispersero in vari gruppi.


Esplorando la Bassa
LA BASILICA DI S. LORENZO (2)
di E. De Angeli - D. Francesconi - F. Vergine

La Basilica di S. Lorenzo è una delle prime chiese del Seicento bresciano ed ha valenze molto importanti. Interessante è la ripartizione degli altari: sono messi in risalto due altari (quelli del SS. Sacramento e del Rosario) rispetto agli altri, proprio perché dopo il Concilio di Trento c’è, anche dal punto di vista del culto, un’accentuazione di alcuni su altri. Nelle chiese, invece, del Quattrocento, tutti gli altari sono trattati alla stessa stregua, escluso l’Altare Maggiore. Qui rimangono ancora tanti altari perché a Verolanuova c’erano delle confraternite preesistenti o delle famiglie nobili, ad es. gli stessi Gambara, che avevano l’esigenza di una tomba di famiglia in chiesa. Questi altari, in sostanza, erano le tombe delle famiglie e delle confraternite, che assicuravano la decorazione dell’altare, la celebrazione della Messa e pagavano il cappellano.

Più era importante il paese e più c’erano altari.

L’impostazione architettonica è basata tutta sull’impiego della volta a botte, che ormai è la grande scoperta di questo tipo di architettura che, in pratica, è di derivazione romana, come la stessa cupola. Sono strutture che creano uno spazio molto teso e una sensazione di qualcosa che chiude, ma danno anche l’idea di un grande peso che, per essere sostenuto, necessita di una struttura sottostante e di cappelle che, in pratica, sono la reazione a questo peso.

Ci troviamo all’interno di una architettura molto mossa. Nonostante sembri ferma; in realtà c’è un continuo dialogo tra la copertura e gli altari, un senso dinamico che richiama il Rinascimento e anticipa il Barocco.

Nel 1647 la fabbrica è grosso modo conclusa. Nella decorazione sono state utilizzate alcune opere della chiesa preesistente; ne è testimonianza la pala della Pietà, che, il Mainardi, è stata riciclata perché è un quadro di notevole spessore, il cui autore guarda all’ambiente cremonese e ferrarese. Questa zona del bresciano, sia per i rapporti familiari dei Gambara sia per la collocazione geografica, risente dell’influsso artistico dell’Italia Centrale, da Cremona in giù. Le dimensioni della pala sono poco proporzionate rispetto al contesto; ciò fa pensare che la chiesa precedente fosse più bassa e più piccola. Quasi sicuramente ornava l’Altare Maggiore; infatti, accanto alle figure della Madonna, di Gesù, della Maddalena e di S. Giovanni, compare il diacono S. Lorenzo che è il titolare della chiesa. In quel periodo i Gambara non manifestavano particolare interesse per il mondo artistico-religioso; infatti, se la pala fosse stata commissionata da loro, essa sarebbe stata certamente affidata ad un pittore più importante e avrebbe avuto dimensioni maggiori e forse ci sarebbero stati altri dipinti. Intorno agli anni 1525-35 la famiglia Gambara era al massimo splendore ed era imparentata con il Correggio, tant’è che costui aveva realizzato un ritratto alla poetessa Veronica Gambara, rimasta vedova. È strano, quindi, che tale famiglia non abbia pensato ad artisti di questo livello per la sua chiesa.

La pala della Pietà ha forma abbastanza quadrata e figure simmetriche, agganciandosi in tal modo al discorso rinascimentale che considera il cerchio e il quadrato forme ideali, mentre il Barocco (v. Tiepolo) privilegia il rettangolo molto stretto e alto, che porta su lo spazio, fuori da quello che è l’ambiente. Il quadrato, invece, lo tiene compresso, ancora misurabile, inquadrabile e guardabile. Le figure, in particolare le gambe di Gesù e la mano di San Lorenzo, evidenziano una durezza e una tensione che ricordano la formazione ferrarese o cremonese dell’autore. Nel profilo della Maddalena, invece, c’è un richiamo a Raffaello e al Perugino, anche se induriti da una tensione un po’ gotica. Benché superato all’epoca del Tiepolo, il quadro fu tuttavia conservato perché ritenuto miracoloso e oggetto di venerazioni molto sentite. Nei vari altari abbiamo i culti che erano collegati alla vecchia chiesa, ma anche di moda a quell’epoca, perché ogni periodo ha i suoi santi e i suoi gusti.

Il nostro sarà certamente segnato da Paolo VI, Madre Teresa di Calcutta e Padre Pio.

(continua)

L’Associazione "Terra e Civiltà" organizza per Domenica 30 maggio una visita al borgo di Bettegno. Faranno da guida l’architetto Dezio Paoletti e l’architetto Eliana Gambaretti. Ci incontreremo alle ore 14.30 davanti alla chiesa.


VEROLA SPORT

CALCIO

Risultati delle partite giocate dalle varie squadre del Gruppo Sportivo Verolese:

Terza Categoria - Girone A

10a giorn. (11.04): Verolese - Fornaci 1 - 2

11a giorn. (14.03): Verolavecchia - Verolese 2 - 1

12a giorn. (21.03): Verolese - Chiesanuova 3 - 2

Allievi - Girone A

10a giorn. (11.04): Verolese - Ghedi 1 - 10

11a giorn. (18.04): Calvina - Verolese 9 - 2

12a giorn. (25.04): Verolese - Borgosatollo 2 - 6

Giovanissimi - Girone B

8a giorn. (10.04): S. Paolo - Verolese 5 - 2

9a giorn. (17.04): Verolese (riposa)

10a giorn. (24.04): Verolese - Gottolengo 0 - 7

Esordienti - Girone F

8a giorn. (10.04): Verolese - Offlaga 3 - 0

9a giorn. (17.04): Verolese - Trenzano 0 - 2

10a giorn. (24.04): Chiesanuova - Verolese 1 - 3

Queste le posizioni delle varie squadre nelle rispettive Classifiche Generali:

Terza Categoria: 11° posto con 21 punti

Allievi: 14° posto con 5 punti

Giovanissimi: 11° posto con 1 punto

Esordienti: 6° posto con 26 punti

BASKET

Cadetti - C

8a rit.: Cagi - Verolese 82 - 73

9a rit.: Verolese - Borgosatollo 70 - 48

VOLLEY

3a Divisione A - Femminile

9a rit.: Sanitars - Verolese 1 - 3

Allieve - L

5a rit.: Verolese - Offlaghese 1 - 2


CIRCOLO ACLI

"Kosovo" il dovere di aiutare!

Su come si evolverà il conflitto tra Nato e la Serbia domina l’incertezza. Nessun dubbio deve esistere invece sulla necessità di aiutare profughi sempre in continuo aumento. Attualmente le cifre sono spaventose: circa ottocentomila persone, in maggioranza vecchi, donne e bambini scampati alla mattanza e alle barbarie di ogni genere. Paesi e città che non esistono più; una nazione intera sparita, cancellata; una marea umana sofferente, disperata e priva di tutto implora aiuto al mondo intero. Bisogna cercare di assicurare agli sfollati un’assistenza immediata, procurare loro cibo, coperte, acqua e soprattutto tende per ripararsi dai rigori di una stagione inclemente. Questo è il momento in cui le tante parole di solidarietà cercano le controprove nei fatti. In tutto il mondo è in atto una grande mobilitazione: dall’ONU all’impegno diretto degli stati a tutti gli organismi della Chiesa con la Caritas come sempre in prima linea. Anche le Acli si stanno attrezzando in accordo con le altre associazioni e con il Governo. A livello nazionale è stato attivato un conto corrente aperto appositamente sulla Banca Etica per dare a questo istituto un primo impegno concreto di solidarietà. La presidenza provinciale ha già destinato cinque milioni. Ora tutti gli aclisti e simpatizzanti sono invitati a contribuire anche con piccole somme effettuando i propri versamenti sul conto corrente delle Acli Nazionali n. 501111 (ABI 5018 - CAB 12100) intestato a ACLI-KOSOVO oppure partecipando alle iniziative Caritas o delle parrocchie.

Portare aiuto ai rifugiati risponde all’obbligo evangelico di prestare soccorso a chi fugge dalla propria terra a causa della peste nera della fame e della guerra.

Se qualche anno fa sembrava che si potesse far uscire la guerra dalla storia, oggi essa è diventata invece un evento di tragica attualità. Fermare Milosevic per fermare la guerra: questa è la strada ragionevole da percorrere. Ma si sa anche che in questo conflitto drammatico la ragione e il torto non stanno da una sola parte.

B.G.


LE POESIE DI ROSETTA

Di fronte alla politica folle del genocidio e dell’oppressione delle minoranze etniche, di fronte all’immanne tragedia che si sta consumando in questi giorni alle frontiere del Kosovo e in tutta la terra dei Balcani, non possiamo rimanere indifferenti. Ma quali prospettive pone la guerra? Senza dubbio essa è la più tragica e amara delle soluzioni possibili ed è già, per se stessa, segno di una sconfitta per l’uomo: quella del dialogo e della ragionevole comunicazione.

Per questo l’anima e il pensiero, anche se ne intendono a volte, le ragioni estreme, intimamente si ribellano a tutte le azioni belliche, che feriscono e sminuiscono l’umanità stessa nella sua essenza. (R.N.)

ANCORA GUERRA

Calmati, pensiero
che cerchi di vibrare,
non correre nel vago,
torna a terra,
poiché l’anima è vuota.
Qui si combatte ancora.
Qui si combatte.
A ferro e a fuoco
vanno i paesi,
aridi d’amore;
e in cielo non volano
rondini di primavera,
ma ali di bombardieri
carichi di spasimo,
saette avide
di sangue e di violenza.
Calmati, pensiero,
tu non puoi
che dire una parola,
lanciare un urlo
di sconforto e pena
per chi lascia la vita
senza colpa.
E in cielo non volano
rondini di pace.
E in cielo sibilano
missili di morte.
E in cielo, nel buio,
vigila funesto
l’occhio incredulo
della paura.


Dall’Assessorato alla Cultura
Nell’Auditorium della Biblioteca

Incontri sull’arte contemporanea

Giovedì 29 aprile ore 21.00
LA GRANDE PAGINA DELL’OTTOCENTO NATURALISTICO le premesse della contemporaneità
Prof. Mauro CORRADINI

Giovedì 6 maggio ore 21.00
LA STAGIONE DELL’IMPRESSIONE E I PERCORSI POST-IMPRESSIONISTI: tra fine ‘800 e i primi decenni del nostro Secolo
Prof. Mauro CORRADINI

Giovedì 13 maggio ore 21.00
LA NASCITA DELLA MODERNITA’: le radici della contemporaneità nelle secessioni mitteleuropee
Prof. Mauro CORRADINI

Giovedì 20 maggio ore 21.00
LE AVANGUARDIE STORICHE E IL RIMESCOLAMENTO DEI LINGUAGGI
Prof. Fausto LORENZI

Giovedì 27 maggio ore 21.00
LA CULTURA VISIVA TRA LE DUE GUERRE il ritorno all’ordine e la stagione dei realismi
Prof. Fausto LORENZI

Ingresso libero


Dal Notiziario Comunale "Verolanuova" del marzo 1999

Alcune informazioni significative che riportiamo dalle

• pagine 2 e 3, sotto il titolo: "Il Bilancio 1999 - Un Comune in buona salute, con i conti in ordine" viene illustrato e presentato il prospetto delle Entrate e delle Uscite; il totale a pareggio è di L. 22.479.414.540 così specificate:

Entrate tributarie 4.621.950.089

contributi e trasferimenti 1.591.054.269

Entrate extra tributarie 5.915.850.182

Entrate da alienazione, ecc. 3.545.000.000

Entrate derivanti da accensioni prestiti 2.241.560.000

Entrate da servizi per conto terzi 4.564.000.000

Uscite per spese correnti 11.376.134.540

Spese in conto capitale 5.654.280.000

Spese per rimborso prestiti 885.000.000

Spese per servizi per conto terzi 4.564.000.000

• pagine 4 e 5: si fa "il punto" sui "Lavori pubblici".

Vi si parla: delle sistemazioni, in atto, delle vie Garibaldi, S. Rocco e di Piazza Gambara; dell’imminente recupero della facciata e del parco del Palazzo Municipale, delle trattative in corso con l’Ente Ferrovie "al fine di ottenere la disponibilità dei locali della ex stazione nei quali potranno trovare collocazione la sede dell’Associazione Alpini e il Gruppo della Protezione Civile". Interventi sono previsti anche per la pulizia del letto dello Strone nei tratti che vanno dal ponte della Luna a quello del "Canelòt".

• Del P.U.T. (Piano Urbano del Traffico) si parla nelle pagine 6 e 7. Si tratta di "un ambizioso progetto per migliorare la viabilità (e la vivibilità) del nostro paese". La questione del traffico, specialmente per quanto riguarda la circolazione stradale nel centro storico del paese, è stata affidata agli ingegneri Alberto Pisarchio e Marco Pasetto dell’Università di Padova. Una prima fase dello studio del P.U.T. si è concentrata sulla circolazione in piazza Libertà per i cui accessi è prevista una sorta di rivoluzione: se si potrà continuare ad entrare e uscire dalle vie Garibaldi e Zanardelli, il secondo ingresso sarà posto su via Roma e la seconda uscita su via Cavour. Rilevate le migliaia di automezzi che ogni giorno circolano nel centro del paese un tale piano si è rivelato necessario e, ci auguriamo, possa dare presto, con i previsti interventi, gli auspicati benefici.

• Sono numerosi i settori di intervento dei Servizi Sociali del Comune (v. alla pag. 8 del Notiziario), dai minori in situazione di difficoltà agli anziani, dai portatori di handicap alle famiglie. Tra i servizi previsti dal Piano Socio Assistenziale spicca quello dell’assistenza domiciliare per gli anziani, in corso ormai da parecchi anni. Altri servizi sociali sono riservati agli anziani per i quali anche quest’anno verranno organizzati i soggiorno climatici.


GRUPPO ANZIANI LAVORATORI DELL'AZIENDA OCEAN

I° maggio: Festa dei Lavoratori

In una realtà in cui tutto cambia, non può certo sfuggire la profonda trasformazione in atto nel mondo del lavoro.
Negli ultimi anni numerose aziende sono state costrette a rapidi processi di conversione e ciò a causa delle politiche sempre più a favore dei servizi e del dislocamento produttivo in aree dov’è possibile ottenere i medesimi risultati a prezzi ridotti. Com’è naturale, un simile andamento non può non avere una forte incidenza in campo economico, sociale e culturale. Per questo il lavoro attraversa, oggi, una fase critica che sta nella chiusura di piccole e grandi imprese, nella ormai famigerata mobilità, nella continua riqualificazione del personale, nell’incertezza del posto di lavoro a tempo determinato, nell’aumento della disoccupazione, nel lavoro nero ecc. A ciò si aggiunga una distorta valutazione umana del lavoro, sempre più considerato una mera merce di scambio piuttosto che espressione della creatività dell’uomo che, specialmente all’interno delle grandi realtà industriali, è considerato come un semplice numero: ciò che conta è il risultato. Per questo, soprattutto nelle nuove generazioni, l’impegno produttivo degenera in assillo produttivo, in smania di guadagno, in ambizioni esagerate, in ricerca di una posizione e di un successo ad ogni costo. Si è persa la cognizione fondamentale secondo cui l’uomo vale per quello che è, non per la posizione che occupa. Per questo auspichiamo che venga sempre rispettato e valorizzato il diritto al lavoro, come strumento della libertà dell’uomo, non dimenticando che dietro ad ogni prodotto, c’è un uomo con le sue aspirazioni, le sue necessità, i suoi affetti. Anche i lavoratori, però devono fare la loro parte: non chiedendo soltanto diritti, ma anche rispettando tutti i doveri, che vanno dalla laboriosità alla lotta contro l’assenteismo, dall’aggiornamento e dalla qualificazione professionale al rispetto dei beni materiali, dalla solidarietà alla reciproca collaborazione, per umanizzare le strutture lavorative. È necessaria, pertanto, una nuova cultura del lavoro e l’uomo deve diventare il protagonista, la risorsa e il destinatario dello sviluppo. In occasione della festa dei lavoratori, vogliamo augurare a tutti di ritrovare la dimensione e l’entusiasmo per il proprio lavoro.

B.G.


Tornano i "Cori in Primavera"

Arriverà quest’anno all’XI edizione la Rassegna canora organizzata dal "Virola Alghise": "Cori in Primavera".

Un gradito appuntamento per i Verolesi, una tradizione che è sempre un punto a favore di questo appassionato gruppo di coristi che, soprattutto in questa iniziativa, vogliono identificarsi per impegno e capacità di allestimento per così importante e significativa manifestazione.

"Cori in Primavera" avrà luogo presso la sala del cinema Vittoria sabato 15 maggio alle ore 20.45.

Una caratteristica la distingue dalle precedenti edizioni: tutto bresciano, infatti, sarà il "colore" dei cori che, animando la serata, si aggiungeranno al nostro e cioè:

- il Coro "MONTORFANO" di Coccaglio (Bs)

- il Coro "SOLDANELLA" di Villa Carcina (Bs)

Si potrebbe dire, dunque, che tutti "giocano in casa" ed il calore che saluterà ogni esecuzione sarà, sicuramente, quello della festa in famiglia.

Ma un avvenimento vogliamo segnalare agli affezionati amici (anche se esula dalla Rassegna del 15 maggio): volendo celebrare il suo 15° anno di vita il coro "Virola Alghise", finalmente e recentissimamente, ha inciso su un CD quindici delle sue più belle canzoni. Desiderava farlo da tempo; era un sogno che si è, alla fine, avverato. Speriamo sia presto disponibile per quanti lo vorranno e soprattutto potrà soddisfare le molte richieste che avanzano tutti quegli ascoltatori presenti ai vari concerti che vengono eseguiti fuori Verolanuova.

Di questo CD torneremo, comunque, a parlare non appena esso potrà essere posto in circolazione. Siamo certi che sarà una gradita sorpresa per tutti e, perché no?, un vero successo. Ce lo auguriamo.

(r.b.)


Martedì 20 aprile 1999: don Antonio Mazzi agli adolescenti:

"Non bruciate la primavera"

L’Auditorium della Biblioteca era gremito di giovani e adulti per ascoltare don Mazzi invitato dalla Parrocchia e dalla Scuola di Vita Familiare.

Il suo intervento si è protratto per circa un’ora e mezza affrontando il tema : "Il difficile mestiere di adolescente".

Ecco, in sintesi, alcuni dei suoi pensieri:

"L’uomo aspira: all’amore, alla libertà, alla felicità, alla solidarietà e le fondamenta di queste aspirazioni si gettano nell’adolescenza... L’amore è il bisogno di amare e di essere amati;... la libertà va cercata al di fuori di omologazioni o di mode del momento nel rispetto di sé e degli altri;... la felicità è educazione al godimento delle gioie della vita;... la solidarietà è crescita personale nello scambio del dare e dell’avere...".

Per quanto detto da don Mazzi abbiamo raccolto alcune testimonianze. Eccole:

"Don Antonio Mazzi ha regalato una serata diversa non solo agli adolescenti ma a chiunque fosse disposto a conoscere un "uomo". Un uomo che a modo suo vive un ruolo di sacerdote senza veste, senza parrocchia, itinerante fra i giovani più bisognosi ed emarginati. Un uomo che ha avuto un’adolescenza sofferta e una vita alla ricerca di un padre che non ha mai conosciuto; lui stesso dice: "se avessi avuto mio padre, forse non sarei mai diventato padre per gli altri". Un uomo di 70 anni che utilizza un linguaggio vivace e giovane con uno sguardo che rivela il suo carisma e la sua forza. Se "gli occhi sono lo specchio dell’anima", don Mazzi ne è la prova".

Valeria, Elena e Barbara

"L’adolescenza è un periodo molto difficile e, in questo arco di tempo, il ragazzo si trova costretto a fare delle scelte che lo segneranno per tutta la vita.

Don Mazzi è riuscito a parlarci di tutto ciò con la voce dell’adulto che, in qualche modo, è rimasto adolescente".

Sara


RELAX...IAMOCI UN PO'

Il pensiero...
"Vivere in qualsiasi parte del mondo oggi ed essere contro l’eguaglianza per motivi di razza o di colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve".
(Faulkner, Saggi, discorsi e lettere pubbliche)

e... il proverbio del mese:
"L’òm pié dè sòlcc l’è rich
ma siòr l’è chèl ché ghé
‘n’empòrta ‘n fich".

(L’uomo pieno di soldi è ricco ma signore è quello che gliene importa un fico).

Il Santo del mese
Madonna di Fatima - 13 maggio - giovedì

Verso la fine della Prima guerra mondiale, Papa Benedetto XV si rivolse a tutti i bambini del mondo perché pregassero la Madonna. Due giorni dopo avvenne l’apparizione della Vergine ai tre pastorelli portoghesi: Lucia, Francesco e Giacinta.

La "Risposta"
A che serve cercare riserve d’acqua sulla Luna se è già stato accertato che essa è totalmente arida?

In effetti il nostro satellite è un deserto del tutto inospitale. La temperatura nelle regioni illuminate è di 120 gradi sopra zero. Quindi l’acqua non può esistere: se anche ci fosse, evaporerebbe e si disperderebbe nello spazio in un tempo geologicamente brevissimo. Tuttavia la sonda americana "Clementine", progettata per uso militare ma riciclata a fini scientifici, nel 1995 avrebbe scoperto vicino al polo Sud, nel cratere Aitkin, il più grande della Luna, tracce di ghiaccio d’acqua. Il fondo del cratere Aitkin, infatti, per la sua posizione, non viene mai raggiunto dai raggi del sole, e nelle stesse condizioni si trovano anche altri crateri intorno ai poli lunari. Quanto all’origine del ghiaccio, gli astronomi pensano che possa derivare da qualche cometa precipitata nel cratere. Le comete sono costituite in prevalenza da ghiaccio di acqua, mescolato con impurità di silicio (sabbia) e di carbonio. Analisi più recenti hanno messo in dubbio i dati inviati da "Clementine"; forse i suoi sensori hanno preso un abbaglio. Una risposta definitiva però non c’è ancora. In vista della costruzione di una colonia lunare, disporre di acqua sul posto anzichè doverla importare dalla Terra significherebbe un grande risparmio e avvicinerebbe di alcuni anni la realizzazione della base. Per questo la sonda "Lunar Prospector", entrata in orbita il 12 gennaio 1998, aveva tra i suoi compiti più importanti quello di confermare o smentire la presenza di acqua nei pressi dei poli lunari. "Lunar Prospector" ha sorvolato il nostro satellite per un anno da una quota di centro chilometri e individuando eventuali risorse minerarie. Si attendono i risultati della missione.


ABBONATI ALL'ANGELO 1999 (5)

Abbonamenti Ordinari: Fogazzi Lucia, Lancini Daniela, Ferrari Roberto, Zavaglio Angelo

Abbonamenti Benemeriti: Zilioli Francesco, Sala Pietro, Sala-Bordonali, Ghio-Cervati, Bettoncelli-Gennari, Marmaglio Roberto, Fam. Loda, Fam. Penocchio, Fam. Bertoli, Fam. Venturini, Cetara-Gozzoli, Fam. Galperti, Minini Mauro, Migliorati Franco, Fam. Marini, Fam. Burlini.


Auguri!
E... 93!

Nonna Pasqua Calissi Ved. Valota, ha festeggiato in questi giorni il suo onomastico e il 93° compleanno attorniata dai figli Olga, Bruna, Silvio e Lucia, dalla nuore Rosa, dal genero Lino, da 7 nipoti e 5 proniproti.

Auguri anche dalla famiglia dell’Angelo.


AVIS

Lo scorso mese di febbraio si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo relativo al triennio 1999/2001.

Il nuovo organigramma è così composto:

Presidente: Vigna G. Battista; Vice-Presidenti: Martinelli Luigi e Bocchio Roberto; Amministratore: Salini Giuseppe; Segretaria: Bonini Federica; Consiglieri: Gavazzoli Valter, Colla Elisabetta, Fogazzi Angelo, Venturini Angelo, Vitalini Virginio, Marzocchi Angela, Baronio Angelo, Fontana P. Angelo, Cataneo Emanuele, Bodini Francesca, Ghirardini Zemiro, Geroldi Francesca, Gazzurelli Chiara, Rossi Aldo, Cremaschini Clementina; Collegio dei Sindaci: Geroldi Claudio, Rossini Elena, Pasolini Rosa; Collegio dei Probiviri: Maselli Aldo, Pinelli Bruno, Gavazzoli Maurizio.

Il nuovo Consiglio, sicuro che non verrà meno la vostra sensibilità verso le iniziative che la nostra Associazione proporrà in futuro, porge un cordiale saluto a tutti i verolesi.

Il Presidente

G. Battista Vigna


Radiobasilica Verolanuova (91.2 Mhz) MAGGIO 1999

Radiobasilica trasmette tutte le celebrazioni liturgiche dalla Basilica di San Lorenzo in Verolanuova.

Tra gli altri programmi vi ricordiamo:

SANTE MESSE:

Feriali: 7.00 - 9.00 - 18.30
Festive: 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30

NOTIZIARI:

Nazionali: 6 - 10 - 11 - 12 - 13 - 20 - 22
Locali: 7.30 - 8.30 - 9.30 - 10.30 - 12.30 - 15.30 - 18.30 - 20.30
Notiziari Radio Vaticana: 8 - 12 - 19 - 21 - 23.30

OGNI GIORNO

ore 7.30

APRO GLI OCCHI E TI PENSO

Tre Salmi, una lettura, un canto

e un pensiero

per cominciare bene la giornata

a cura di Don Paolo Goffi

OGNI VENERDÌ

ore 16.00

SCALA MERCALLI

con Alberto Rossi e Luca Vigna

OGNI SABATO

ore 9.30

QUI FILA TUTTO LISCIO

con Daria Cremaschini

ore 14.00

TIME OUT

con don Paolo Goffi e Marilisa Labinelli

14.30

SLOW HAND

Jazz, blues, funky, fusion

a cura di Alessandro Sala

OGNI DOMENICA

ore 10.20

ACCORRETE NUMEROSI

a cura di Sergio Ferrari

ore 12.00

in collegamento diretto con Piazza San Pietro in Roma

ANGELUS DEL PAPA

ore 12.10

RADIOGIORNALE VEROLESE

a cura di Tiziano Cervati

ore 12.30

TAVOLA GRANDE

con Daria Cremaschini e Marco Barbieri

ore 13.30

COME LA VUOI

con Cesare Barbieri e Simone Brognoli

91.2 MHz: una giornata tutta da ascoltare


ANAGRAFE PARROCCHIALE

Battesimi

7 Giuseppe - vietnamita - di anni 41
8 Laura - vietnamita - di anni 30
9 Chiara - vietnamita - di anni 23

Battezzati nel corso della veglia pasquale, i tre vietnamiti hanno ricevuto anche il sacramento della Cresima e sono stati ammessi all’Eucarestia.

10 Nocivelli Massimo Luigi di Marco e di Gandini Narcisa
11 Scaglia Matteo di Paolo e di Mazzini Anna
12 Salini Laura di Enrico e di Tadini Arianna
13 Rossi Luca di Angelo e di Ferrari Maria Palmira

Matrimoni

7 Dalè Paolo Giuseppe con Sala Roberta
8 Gilberti Roberto con Amighetti Stefania
9 Mazzolari Francesco con Giacomini Anna

Defunti

27 Cremaschini Paolo di anni 61
28 Barbieri Luigi di anni 78
29 Raggi Luigi di anni 87


Offerte pro restauri tele e altari della Basilica

Giornata celebrata nel mese di aprile 1.882.000

N.N. 500.000

N.N. 766.000

N.N. 150.000

In memoria dei nipoti Massimiliano e Ombretta 100.000

In memoria del marito e del papà 1.000.000

N.N. 50.000

N.N. 50.000

N.N. 100.000

In memoria del caro Federico nel 3° anniversario della morte 300.000

Spose e madri cristiane in occasione della Pasqua della donna 350.000

N.N. 500.000

N.N. 1.000.000

In memoria dei cari defunti 200.000

N.N. 100.000

N.N. 150.000

N.N. 1.000.000

N.N. 50.000

N.N. 50.000

I coniugi Venturini Giuseppe e Stabilini Rachele

nel 55° di matrimonio 1.000.000

In memoria della mamma 500.000

N.N. 100.000

N.N. 100.000

In memoria del defunto Grossi Dino 100.000

In memoria dei defunti Geroldi 100.000

In memoria di Francesco 100.000

N.N. 200.000

Milanesi Rina 200.000

In memoria della defunta Massetti Teresa 500.000

Dall’Amministrazione comunale

contributo per il restauro della Via Crucis 6.000.000

N.N. 500.000

I nonni per il battesimo del nipotino 500.000

In memoria di papà Luigi 500.000

Elena in memoria del caro Giancarlo nel secondo anniversario 10.000.000

Dalla Cappella Casa Albergo 270.000

In memoria di Caterina e Domenica 41.745.876

Totale 70.853.876


Angelo di Verola Archivio 1999 Parrocchia di Verolanuova