L'Angelo di Verola 2000

Mensile di Vita Parrocchiale - Anno XXV n° 10 Ottobre 2000

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Inserto Speciale
Grazie Don Luigi

Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Giovanni Gritti
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati


Archivio 2000 Angelo di Verola Parrocchia di Verolanuova

SOMMARIO

 



   3 Il ritorno di Missione (P. Marcellino)
      Programma generale
   6 Calendario liturgico
 12 Cari Fratelli e Sorelle (S.S. G. Paolo II)
 16 Ogni mese...una preghiera (D. Giovanni)

vita parrocchiale

 17 Il pellegrinaggio a Roma e Assisi (A. Rossini)

dagli Oratori

 27 Noi c’eravamo... (D. Giovanni)
 30 XV GMG... (Elena & C.)
 32 Giornata Mondiale dei Giovani
 34 Emmanuel
 36 Scuola RUM 2000
 37 Il Grest (D. Giovanni)
 42 La festa dell'oratorio (D. Giovanni)


le nostre rubriche

 44 Giubileo degli oppressi (Gr. “Conoscerci”)
 46 I profeti minori (R. Bonera)
 47 Verola sport (R. Bonera)

varie - cronaca

 48 Ogni figlio imbocca la propria strada (R. Mor)
 49 Dal Consiglio Comunale
      Informagiovani (a.z.)
 50 Turni delle farmacie
      Avviso ai collaboratori
 51 Il XII anno accademico Università Aperta
 52 Relax... iamoci un po’ (errebi)
 53 Per i più piccoli
 54 Anagrafe parrocchiale
      Offerte pro opere parrocchiali


Il ritorno
di Missione
 

Dal 29 ottobre al 4 novembre la Parrocchia di Verolanuova vivrà il ritorno di missione.
Ti domanderai: ma cos’è, come si svolge?
Per comprendere cos’è il ritorno di missione, bisogna far memoria della missione.
Quanti di voi hanno partecipato attivamente alla missione, ponevano a noi missionari la domanda: e dopo, quando voi missionari ve ne sarete andati? La risposta che vi abbiamo dato allora è stata semplice: la missione continua. Ecco il ritorno di missione: è la missione che continua.
Nel progetto “Nuova Evangelizzazione sul Territorio”, ciò che ci si proponeva era un cammino per arrivare ad un obiettivo finale: una comunità ecclesiale matura, comunione di comunità. Per raggiungere questo obiettivo sono necessari una serie di passaggi, di tappe e nuove partenze concatenate in modo organico, così da risultare cammino di un “popolo in missione”.
I momenti fondamentali del progetto sono: preparazione; la missione al popolo; tempo di approfondimento o ritorno di missione.

La preparazione

La preparazione è stata come “l’ouverture”: essa conteneva in nuce tutto della missione. In questo tempo infatti abbiamo tentato di realizzare il contatto tra la comunità missionaria itinerante e la comunità parrocchiale nelle sue espressioni: Pastori, Consigli pastorali, Associazioni. Poi la costruzione delle Diaconie e dei Nuclei dei Centri di Ascolto, persone nelle quali lo Spirito Santo lavorava in ordine alla missione. In modo particolare il cammino formativo della comunità parrocchiale che si preparava così a diventare soggetto della missione. Abbiamo vissuto insieme questo momento. 

La missione al popolo.

Il tema di questa sinfonia dello Spirito si è sviluppato in modo divino nell’Evento della Missione. Tempo di grazia, speciale presenza di Cristo Parola che porta con sé gioia, pace, doni del Risorto. Lo Spirito manifesta nella missione una nuova Pentecoste nel territorio parrocchiale. A Verolanuova questa esperienza è stata profonda. Come dimenticare la presenza del Signore che nella visita alle famiglie ha bussato a tante porte? Come dimenticare la gioia di incontrarci nei Centri di Ascolto, attorno alla Parola di Dio nel tentativo di dialogare e di costruire nuovi rapporti? A ognuno tornano alla mente e riscaldano il cuore le Assemblee parrocchiali cosi partecipate in un clima di grande fraternità.
Nella cornice dorata e così soffusa della vostra chiesa erano banditi indifferenza, individualismo, e dalle splendide tele i santi stavano a guardare quella folla che viveva momenti di vera celebrazione del suo essere famiglia di Dio. In quelle solenni assemblee la Parola ha illuminato il progetto di Dio sull’uomo: fare di tutti un solo popolo in Cristo. E il freddo pungente di quei giorni non ci ha fermato e nella Via Crucis, con quella pesante croce, la missione ha interrogato tutta la popolazione. Infine l’indimenticabile affidamento a Maria, quel prendere Maria e portarla a casa.
La missione ha creato un grande movimento sia tra gli adulti che tra i giovani; come durante il tempo della semina, si tolgono le erbacce, si prepara il terreno, si ara, si semina, ma il lavoro per avere il raccolto non è terminato. Ne sa qualcosa chi fa l’agricoltore!
Tutto ciò che ha prodotto la missione non va perduto, è necessario continuare. Come?  

Il Ritorno di Missione.

Il ritorno di missione è il terzo momento della missione, dove l’annuncio gioioso viene ripreso e approfondito, dove il messaggio diventa vita e il popolo in missione attraverso un cammino prende coscienza di essere chiesa in mezzo alla gente.
La settimana di ritorno di missione avrà come tema “La comunità” e riproporrà la stessa strategia della missione: andare, incontrarci per ascoltare, celebrare.
I missionari visiteranno una parte delle famiglie della parrocchia. È la missione che va e non aspetta; si fa vicina all’uomo nella sua situazione esistenziale. È l’amore di Dio che vuol condividere gioie e dolori, fatiche e speranze. Dimensione difficile da vivere a causa dell’individualismo, ma più necessaria oggi in una società sempre più distratta e sicura di sé’’. In questa visita privilegiamo le giovani coppie dei primi dieci anni di matrimonio, le famiglie dei cresimandi. Ci saranno poi i Centri di Ascolto, gli stessi che già hanno cominciato a funzionare. Durante questa settimana anche i giovani sono invitati ad incontrarsi ed avere sempre lo sguardo su quella parte di gioventù che di fatto non frequenta gli ambienti della parrocchia.
Infine le Assemblee parrocchiali nelle quali prenderemo insieme coscienza di essere una vera comunità di chiamati, legati stretti nell’unico Spirito e inviati all’uomo di oggi che ha bisogno di risentire che Dio, attraverso la comunità cristiana gli manifesta il suo amore.
Questo intervento non sarà unico; nel progetto si prevede un accompagnamento secondo le esigenze È il lavoro dell’agricoltore che non abbandona il campo dopo aver seminato, ma segue con trepidazione, a volte con fatica il crescere e lo svilupparsi del seme fino a maturazione.
Così la missione non è un episodio della vita parrocchiale ma un vero processo di nuova evangelizzazione che costruisce quelle comunità ecclesiali mature che sono lievito per trasformare il territorio.
La missione come una sinfonia con i suoi movimenti e i suoi tempi si ripropone a tutto il territorio parrocchiale, sempre nuova perché è la sinfonia dell’Amore di Dio; voluta dal Padre, realizzata per mezzo del Figlio e divinamente eseguita nello Spirito Santo.
Sinfonia eterna e nuova perché nella chiesa ha sempre nuovi esecutori e nuovi ascoltatori.
È una nuova occasione per ritrovarci, noi che abbiamo in qualche modo partecipato e per invitare quelli che, magari per disattenzione, erano rimasti alla finestra a guardare.

P. Marcellino omi, direttore

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Programma generale

Ritorno di Missione Verolanuova
29 ottobre - 4 novembre 2000

29 ottobre domenica
ore 18.00: S. Messa di apertura della Missione. Consegna della luce ai rappresentanti dei centri di ascolto.

Giorni feriali (da lunedì 30 ottobre a sabato 4 novembre, escluso mercoledì 1 novembre)
ore 6.30: Incontro di adolescenti e giovani.
ore 7.30: Incontro dei ragazzi delle medie in chiesa.
ore 7.50: Incontro dei bambini delle elementari in chiesa.
ore 9.00: S. Messa con omelia dei Missionari.
ore 10.00-12.00 e 15.00-19.00 (eccetto mercoledì 1 novembre): Visita alle famiglie dei fanciulli di 2a e 3a elementare, dei ragazzi prossimi alla Cresima e di quelli che l’hanno appena ricevuta.

Lunedì 30, martedì 31 e giovedì 2:
ore 20.30: Centri d’ascolto (adulti, giovani e adolescenti).

Venerdì 3:
ore 20.30: Assemblea in Chiesa

Sabato 4:
ore 20.30: Solenne chiusura del ritorno di missione.

 

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Calendario liturgico dall’1 ottobre al 5 novembre 2000
 

ottobre
 

ORARIO SANTE MESSE
 

 In Basilica:   Prefestiva : ore 18.30
   Festiva : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30
    : ore 16.00 Celebrazione Liturgica
   Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.30
 S. Rocco:  Festiva : ore 9.00
 S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00
 Feriale:   : giovedì ore 20.00
 Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30
 

Si apre la
Settimana Pastorale Mariana

“MARIA MADRE
della Gioia”
1-8 ottobre  

1 Domenica XXVI del tempo ordinario

Dal Vangelo - “Gesù disse: - Chiunque vi darà da bere un bicchier d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa”. (Mt. 9, 41)

 Sante messe con orario festivo
                    *** Si apre la settimana pastorale Mariana
ore 15.00 Celebrazione solenne per anziani e malati
ore 17.00 Presso l’oratorio femminile incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di ottobre.
                  N.B. Nel corso della settimana, ogni mattina alle ore 9.00, “Celebrazione delle Lodi”. Santa messa e breve riflessione;
2 lunedì Santi Angeli Custodi
 Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Incontro dei responsabili dei Centri di ascolto all’Oratorio maschile

3 martedì Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Celebrazione per fanciulli/e delle elementari e per i loro genitori

4 mercoledì Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Celebrazione per i ragazzi/e delle medie e per i loro genitori
5 giovedì S. Francesco d’Assisi - Patrono d’Italia. Festa
 Sante messe con orario feriale
 “Giornata Eucaristica”
 Dopo la santa messa delle ore 9.00: esposizione del Santissimo fino alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle 18.30
 Canto del Vespro e Santa messa
ore 20.30 Incontro con il Vescovo a Brescia per i giovani che hanno partecipato al GMG 2000.
 La celebrazione per tutti gli adolescenti e i giovani, viene tenuta nell’ambito della funzione di giovedì 12 ottobre alle ore 20.30

6 venerdì Primo del mese, dedicato alla devozione del Sacro Cuore
 Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Celebrazione penitenziale con il Sacramento della Riconciliazione

7 sabato Beata Vergine Maria del Santo Rosario
 Sante messe con orario feriale
ore 15.00 Sante Confessioni: è presente il confessore forestiero


8 domenica XXVII del tempo ordinario
Solennità della B. V. Maria del Santo Rosario

Dal Vangelo - “In quel tempo presentarono a Gesù dei bambini perché li benedicesse, ma i discepoli li sgridarono. Gesù al vedere questo s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio”. (Mc. 10, 13-14)

ore 11.00 Santa messa solenne accompagnata dalla scuola di canto
ore 16.00 Santa messa seguita dalla Processione in onore della Madonna
 È sospesa la santa messa vespertina delle ore 18.30
 
 10 martedì Beato Daniele Comboni evangelizzatore dell’Africa
 Sante messe con orario feriale

14 sabato Giubileo: a Roma incontro mondiale delle Famiglie:
 14-15 ottobre


15 domenica XXVIII del tempo ordinario

Dal Vangelo - “...Allora Gesù fissato il giovane lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Ma egli rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni”. (Mc. 10, 21-22)

 Sante messe con orario festivo
ore 12.00 Celebrazione comunitaria dei battesimi
ore 16.00 Cebrazione liturgica

16 lunedì Oggi ricorre il ventiduesimo anniversario dell’elezione del Papa Giovanni Paolo II. Celebreremo per lui un’apposita messa alle ore 9.00
18 mercoledì S. Luca Apostolo ed Evangelista. Festa
 Sante messe con orario feriale


22 domenica XXIX del tempo ordinario
 Giornata Missionaria Mondiale

Dal Vangelo - “Gesù disse: ...Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’Uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. (Mc. 10, 44-45)

 Sante messe con orario festivo
ore 16.00 Celebrazione liturgica
ore 17.00 Celebrazione dei battesimi

25 mercoledì Santi Filastrio e Gaudenzio, vescovi bresciani. Festa
 Sante messe con orario feriale


29 domenica XXX del tempo ordinario
 Anniversario della Dedicazione della Basilica - Solennità

Dal Vangelo - “Gesù disse: “la mia casa è luogo di preghiera”. (Gv. 2, 14)

 Sante messe con orario festivo
 Torna l’orario solare. A partire da oggi la santa messa dei giorni festivi e feriali è anticipata alle ore 18.00
ore 11.00 Santa messa in canto
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 Oratorio maschile: incontro con i genitori dei fanciulli di 2a elementare e 1a media
 

Oggi si apre la settimana di Richiamo alla Missione al Popolo celebrata nel mese di Gennaio.
Viene pubblicato il calendario della settimana a pag. 5


Novembre  

ORARIO SANTE MESSE

   In Basilica:   Prefestiva : ore 18.30
   Festiva : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00
    : ore 15.00 Celebrazione Liturgica
   Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.00
 S. Rocco:  Festiva : ore 9.00
 S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00
   Feriale : ore 18.30
 Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30  

1 mercoledì Tutti i Santi - Solennità

Dal Vangelo - “Gesù disse: “Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli”. (Mt. 5, 3)

 Sante messe con orario festivo
ore 15.00 S. Messa al cimitero in suffragio di tutti i defunti
ore 18.00 In Basilica: Vespro e santa messa di tutti i Santi a suffragio dei defunti della parrocchia

2 giovedì Commemorazione di tutti i fedeli defunti
 Sante messe con l’orario della settimana di richiamo della Missione. Nei giorni dall’1 all’8 novembre i fedeli che visitano il cimitero e pregano per i defunti alle solite condizioni (Confessione e Comunione) possono ottenere l’indulgenza plenaria applicabile ai defunti.
 Dal mezzogiorno dell’1 novembre alla sera del 2 si può ottenere l’indulgenza plenaria applicabile ai defunti visitando la Basilica.
 Nella visita si reciti almeno un Pater, un’Ave e il Credo. Si richiedono poi le seguenti condizioni: Confessione, Comunione e preghiera secondo l’intenzione del Papa (almeno Pater, Ave, Gloria).
   N.B. La dottrina dell’indulgenza è esposta nel bollettino di giugno - rubrica: calendario liturgico Festa del perdon d’Assisi (agosto)
 È opportuno seguire poi il calendario della settimana di richiamo della Missione a pag. 5.


5 domenica XXXI del tempo ordinario

Dal Vangelo - “Gesù disse: “...Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore ...e il prossimo tuo come te stesso... (Mc. 12, 30-31)

 Sante messe con orario festivo
 Si conclude la settimana di richiamo della Missione
ore 16.00 Presso le Rev.de Suore incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di novembre.

 

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Messaggio del Papa
per la giornata missionaria
 

Cari Fratelli
e Sorelle!
 

1. L’annuale ricorrenza della Giornata Missionaria Mondiale, che sarà celebrata il prossimo 22 ottobre 2000, ci spinge a prendere rinnovata coscienza della dimensione missionaria della Chiesa e ci ricorda l’urgenza della missione “ad gentes”, che “riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e le parrocchie, le istituzioni e associazioni ecclesiali” (Lett. enc. Redemptoris missio, 2). Quest’anno, la Giornata si arricchisce di significato alla luce del Grande Giubileo, anno di grazia, celebrazione della salvezza che Dio, nel suo amore misericordioso, offre all’intera umanità. Ricordare i 2000 anni della nascita di Gesù vuol dire celebrare anche la nascita della missione: Cristo è il primo e il più grande missionario del Padre. Nata con l’incarnazione del Verbo, la missione continua nel tempo attraverso l’annuncio e la testimonianza ecclesiale. Il Giubileo è tempo favorevole, perché la Chiesa tutta si impegni, grazie allo Spirito, in un nuovo slancio missionario.
Rivolgo, pertanto, uno speciale ed accorato appello a tutti i battezzati perché, con umile coraggio, rispondendo alla chiamata del Signore e alle necessità degli uomini e delle donne della nostra epoca, si facciano araldi del Vangelo........

2.Penso anche a tanti che potrebbero iniziare o approfondire il loro impegno nell’annuncio del Vangelo della Vita. In modo diverso, tutti sono invitati a continuare nella Chiesa la missione di Gesù. È questo un titolo di gloria: l’inviato è associato in modo singolare alla persona di Cristo per compiere, come afferma il divin Maestro, le sue stesse opere: “anche chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre” (Gv 14, 12)........

3.Come non dedicare qui un ricordo speciale, carico di affetto e di commozione profonda a tanti missionari, martiri della fede che, come Cristo, hanno dato la loro vita versando il proprio sangue? Sono stati innumerevoli anche nel secolo XX, in cui “la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri” (Lett. ap. Tertio millennio adveniente, 37). Sì, il mistero della Croce è sempre presente nella vita cristiana........

4.In questo sforzo il cristiano non è solo... Il Signore non abbandona colui che chiama al suo servizio. “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tute le nazioni... Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 18-20)........

5.Duemila anni dopo l’inizio della missione, sono ancora vaste le aree geografiche, culturali, umane o sociali in cui Cristo e il suo Vangelo non sono ancora penetrati. Come non sentire l’appello che emerge da questa situazione? Chi ha conosciuto la gioia dell’incontro con Cristo non può tenerla chiusa dentro di sé, deve irradiarla. Occorre venire incontro a quella inespressa invocazione del Vangelo che sale da tutte le parti del mondo, come una volta giunse all’apostolo Paolo nel corso del suo secondo viaggio: “Passa in Macedonia e aiutaci!” (At 16, 9). L’evangelizzazione è un “aiuto” offerto all’uomo, giacché il Figlio di Dio si è fatto carne per rendere possibile all’uomo ciò che con le sole sue forze non potrebbe conseguire: “l’amicizia con Dio, la sua grazia, la vita soprannaturale, l’unica in cui possono risolversi le più profonde aspirazioni del cuore umano”........

6.Desidero ora volgere lo sguardo ai numerosi protagonisti della missione specifica “ad gentes”: i Vescovi, in primo luogo, e i loro collaboratori, i sacerdoti, ricordando al tempo stesso l’opera degli Istituti missionari, maschili e femminili. Una parola speciale sento di  dover dedicare ai catechisti in terra di missione: sono essi “coloro che meritano, in modo tutto speciale, questo titolo di “catechisti”... Chiese ora fiorenti non sarebbero state edificate senza di loro” (Esort. ap. Catechesi tradendae, 66)........
Il loro è un lavoro sempre necessario. Auspico che l’impegno di tutta la Chiesa in questo compito sia sempre più sentito. La formazione dei catechisti, come di tutto il personale missionario, è una priorità pastorale; rappresenta - per così dire - un “investimento in persone”, giacché solo evangelizzatori e formatori all’altezza del loro compito possono contribuire in modo efficace a edificare la Chiesa.

7.Vasto è il campo e c’è ancora tanto da fare: è necessaria la collaborazione di tutti. Nessuno, in effetti, è così povero che non possa dare qualcosa. Si partecipa alla missione anzitutto con la preghiera, nella liturgia o nel segreto della propria camera, con il sacrificio e l’offerta a Dio delle proprie sofferenze. Questa è la prima collaborazione che ognuno può offrire. È poi importante non sottrarsi al contributo economico, che è vitale per tante chiese particolari. Com’è noto, quanto viene raccolto in questa Giornata, sotto la responsabilità delle Pontificie Opere Missionarie, è devoluto integralmente per le necessità della missione universale. In questa circostanza, mi preme manifestare viva gratitudine a questa benemerita Istituzione ecclesiale che, da 74 anni, si preoccupa di organizzare questa Giornata e anima in senso missionario l’intero popolo di Dio, ricordando che dai bambini agli adulti, dai Vescovi ai presbiteri, dai religiosi ai fedeli laici, tutti sono chiamati ad essere missionari nella propria comunità locale, aprendosi insieme ai bisogni della Chiesa universale. L’animazione e la cooperazione missionaria, promossa dalle Pontificie Opere, presenta al popolo di Dio la missione come dono: dono di sé e dono dei propri beni materiali e spirituali a beneficio di tutta la Chiesa (cfr Lett. enc. Redemptoris missio, 81)...

8.Cari Fratelli e Sorelle, possano queste mie parole essere di incoraggiamento per tutti quelli che hanno a cuore l’attività missionaria. Celebrando il Giubileo dell’Anno Santo 2000, “tutta la Chiesa è ancor più impegnata per un nuovo avvento missionario. Dobbiamo nutrire in noi l’ansia apostolica di trasmettere ad altri la luce e la gioia della fede, ed a questo ideale dobbiamo educare tutto il Popolo di Dio” (Lett. enc. Redemptoris missio, 86). Lo Spirito di Dio è la nostra forza! Egli, che ha manifestato la sua potenza nella missione di Gesù, inviato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio... e predicare un anno di grazia del Signore” (Lc 4, 18), è stato riversato nel cuore di tutti noi credenti (cfr Rm 5, 5), per disporci ad essere testimoni delle opere del Signore.
La Vergine Santa, Madre di Cristo e Madre dei credenti, donna pienamente docile allo Spirito Santo, ci aiuti a ripetere in ogni circostanza il suo “fiat” al disegno di salvezza di Dio, a servizio della nuova evangelizzazione.
Con tali sentimenti, a tutti voi, che vi impegnate senza risparmio nella grande missione “ad gentes”, ed alle vostre comunità invio di gran cuore una speciale Benedizione Apostolica.
 

Dal Vaticano, 11 giugno 2000, solennità di Pentecoste

 

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ogni mese...
... una preghiera
 

L’anno del Giubileo ci invita a contemplare l’opera della Trinità beata, che ci dona la vita e ci chiama a salvezza. Maria risplende, “segno di consolazione e di sicura speranza”, quale capolavoro dello Spirito santo che l’ha resa madre del Figlio eterno di Dio Padre. Questa lode geniale e stupefatta, pronunciata nel corso dell’omelia a conclusione del Concilio di Efeso (431), ce la fa contemplare senza distogliere il nostro sguardo amoroso da Colui che l’ha creata, scelta, prediletta, riempita di grazia, abitata. La proponiamo alla preghiera per questo ottobre dell’Anno giubilare:
 

Tempio della Trinità

Ti salutiamo, o santa mistica Trinità,
che ci hai chiamati tutti
in questa assemblea della Santa Madre di Dio, Maria.

Ti salutiamo, o Maria, Madre di Dio,
venerabile tesoro di tutta la terra,
lampada inestinguibile,
corona della verginità,
scettro della retta dottrina,
tempio indistruttibile,
abitacolo di Colui che non può essere circoscritto
da nessun luogo,
madre e vergine insieme
per la quale nei santi vangeli
è chiamato “benedetto”
colui che viene nel nome del Signore!

Salve, o tu che hai accolto nel tuo grembo verginale
colui che è immenso e infinito.
Per te la Santa Trinità è glorificata e adorata.
Per te la croce preziosa è celebrata
e adorata in ogni angolo della terra.
Per te i cieli esultano.
Per te gli angeli e gli arcangeli si allietano.
Per te i credenti arrivano alla grazia del santo battesimo.
Per te viene l’olio della letizia.
Per te sono state fondate le chiese in tutto l’universo.
Per te le genti sono condotte alla penitenza.

Possa toccare a noi
di venerare e adorare la divina Unità,
di temere e servire l’individua Trinità,
celebrando con lodi la sempre vergine Maria,
che è il santo tempio di Dio,
e il suo Figlio e sposo senza macchia,
poiché a lui va la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
San Cirillo di Alessandria (+444)

 

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vita parrocchiale  

Il pellegrinaggio
a Roma ed ad Assisi
di Alberto Rossini
 

Lunedì, 4 settembre comincia il tradizionale pellegrinaggio organizzato dalla Parrocchia che quest’anno ha come meta Roma e Assisi. Puntualissimi come sempre i cento pellegrini prendono posto sui pullman G.T. della ditta Gavazzoli e alle 5.00 partiamo. Le palpebre si chiudono, poi si aprono, si richiudono, si riaprono e così, quasi senza accorgercene, superati gli Appennini arriviamo a Firenze Nord per la colazione; poi, nella bella Chiesa dell’Autostrada, la cui struttura richiama la forma della tenda, chiara allusione ai viaggiatori e al carattere provvisorio di ogni viaggio, Don Luigi celebra la Santa Messa e invita tutti noi a cogliere il senso profondo del Giubileo e ad entrare nello spirito del pellegrinaggio molto diverso dai precedenti.
“Il grande (Giubileo del Duemila, che ha come obiettivo “la glorificazione della Trinità, dalla quale tutto viene e alla quale tutto si dirige, nel mondo e nella storia, vuole essere occasione propizia di conversione per rivolgersi a Cristo e accoglierlo come proprio Salvatore. Si tratta di un cammino che chiede di essere continuato durante la fase celebrativa del “Giubileo” attraverso quei “segni” tradizionali e nuovi che costituiscono l’ordito dell’anno giubilare. Sono i segni di sempre del pellegrinaggio, della porta santa, dell’indulgenza, ai quali il Papa invita ad aggiungere quelli della purificazione della memoria, della carità, della memoria dei martiri. Segni da vivere tenendo lo sguardo rivolto a Maria, madre della Chiesa che indica a tutti la via che conduce al suo figlio Gesù in questa ottica, culmine del Giubileo è dunque l’incontro con il Padre, nello Spirito Santo per mezzo di Cristo, presente nella sua Chiesa, in modo speciale nei sacramenti. Tutto il cammino giubilare-preparato dal pellegrinaggio e accompagnato dalla testimonianza di comunione con la Chiesa e dall’esercizio di atti di carità e di penitenza ha, quindi, come punto di partenza e di arrivo la celebrazione del sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia, incontro trasformante con Cristo morto e risorto che apre al dono dell’Indulgenza per sé e per gli altri...

Sono momenti che ogni persona, famiglia, gruppo, comunità, parrocchia dovrebbe poter sperimentare lungo l’intero arco dell’anno giubilare. Sono, soprattutto, orientamenti per riuscire a mettere in atto gesti simbolici in grado di ripercorrere e di animare dall’interno le dimensioni della vita del credente”.

Ripartiamo. Salutiamo da lontano la cupola del Duomo di Firenze e il campanile di Giotto, superiamo la valle dell’Arno, Orvieto, Orte, i meandri del Tevere ed eccoci al Check Point della via Aurelia per pagare il dazio. A Roma, purtroppo, i pullman turistici non possono più circolare liberamente all’interno delle Mura Aureliane ma devono convogliare i turisti in alcuni punti della città per il solo carico o scarico. Esaurite le formalità, in un attimo siamo al nostro hotel; pranziamo, sistemiamo i bagagli nelle nostre stanze e alle tre, con le nostre guide, Luisa ed Enrico partiamo per la visita delle Catacombe di San Callisto del II secolo, cimitero dei pontefici nel III sec. ( cripta dei Papi, cripta di Santa Cecilia, con affreschi dei sec. VII-VIII, di S. Eusebio, del IV sec. e di 5 cubicoli con preziosi affreschi del III sec). Si estendono su 4 piani sotto terra per oltre 20 Km esplorati. Ripartiamo per la Basilica di San Paolo fuori la Mura, la prima delle grandi Basiliche giubilari. Eretta da Costantino sul luogo della sepoltura del Santo nel 314, fu distrutta da un incendio nel 1823 e ricostruita con dimensioni e pianta della precedente. Entriamo per la Porta Santa. Essa evoca il passaggio di ogni cristiano verso il Padre attraverso Gesù che ha detto “Io sono la porta”, per indicare che nessuno può avere accesso al Padre se non attraverso Lui. Solo Gesù, quindi, è l’unica e assoluta via di salvezza. Di qui la responsabilità di ogni credente ad attraversare la Porta, a confessare che Gesù Cristo è il Signore, a rinvigorire la fede in lui per vivere la vita nuova che egli ci ha donato. Perché questo si realizzi, sono necessari i tempi della preghiera e dell’ascolto orante della Parola, in cui il rapporto con Dio si fa consapevole, diventa contemplazione, adorazione, lode, ringraziamento, ascolto, domanda.

L’interno della Basilica, a cinque navate, è maestoso; sostiamo davanti all’altare maggiore sotto il cui tabernacolo duecentesco di Arnolfo di Cambio sono le reliquie di San Paolo, visitiamo la sagrestia e il chiostro, poi dopo alcune riflessioni di Don Luigi entriamo nel pieno del nostro pellegrinaggio con la recita delle preghiere giubilari. Rientriamo in hotel; siamo piuttosto stanchi; una doccia veloce, la cena e poi... a letto. La sveglia è fissata per le 6.30.

Martedì, 5 settembre, alle 8.30 siamo nei Musei e Gallerie del Vaticano. La visita è veloce ma straordinariamente interessante: incominciamo dal vasto cortile della Pigna dove vengono presentati gli affreschi della Cappella Sistina, poi passiamo nelle sale delle sculture dove ammiriamo il gruppo del Laocoonte, l’Apollo e il Torso del Belvedere, visitiamo le gallerie dei Candelabri, degli Arazzi e della Carte Geografiche, le meravigliose Stanze di Raffaello, la Cappella di Nicolò V ed infine la Cappella Sistina. I recenti restauri hanno riportato allo splendore naturale i grandiosi affreschi di Michelangelo, del Perugino, del Botticelli, del Ghirlandaio, di Signorelli, del Pinturicchio, di C. Rosselli e di Pietro di Cosimo. Siamo estasiati. Lasciamo i Musei Vaticani per visitare la Basilica di San Pietro. Una lunga fila ci attende per passare dalla Porta Santa, ma improvvisamente appare il Santo Padre; siamo sorpresi; il Papa incontra le Suore di Madre Teresa di Calcutta nell’anniversario della sua morte; ci fermiamo tutti alla cerimonia, è troppo bello ascoltare il Papa. A cerimonia finita, ci avviamo al ristorante che dista 600 metri, dicono le guide; ma sono 600 metri romani, vanno cioè moltiplicati per tre e quindi sono quasi due kilometri, niente male per stuzzicare l’appetito. Alla fine quasi sfiniti, arriviamo alla “Vigna dei Papi”; fortunatamente il pranzo ci ripaga della faticaccia! Verso le 3.00 ripercorriamo i 300 metri romani per prendere l’autobus J6: è una bella avventura; pigiati come sardine, facciamo una scomoda passeggiata per Roma: Piazzale Flaminio, il Parco di Villa Borghese, Porta Pinciana, via Veneto, Piazza della Repubblica e finalmente la Basilica di Santa Maria Maggiore. È la sola Basilica che abbia conservato intatta la struttura interna paleocristiana del V secolo, pur avendo subito vari rifacimenti e aggiunte all’esterno. Entriamo per la Porta Santa. L’interno, a tre ampie navate, ha un magnico soffitto ligneo del XVI sec., riquadri a mosaico sopra i colonnati e il mosaico dell’arco trionfale del V sec. e il mosaico dell’abside del XIII sec.. Alla fine della visita, nel momento di riflessione, Don Luigi ci ricorda che “il Giubileo è invito alla conversione e momento di conversione. A questo rimanda il segno della purificazione della memoria. Esso comporta un coraggioso esame di coscienza a livello individuale: con esso, ognuno è posto dinanzi alla verità della propria vita e scopre la distanza che separa le sue azioni dall’ideale che il Signore ha pensato per lui e dall’amore con il quale il Padre lo ama. Nello stesso tempo, la purificazione della memoria si fa esame di coscienza comunitario: esso chiede a tutti un atto di coraggio e di umiltà nel riconoscere le mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani. Il riconoscimento di tutte queste colpe, personali e comunitarie, non può che portare al pentimento e alla conversione di chi si abbandona fiducioso all’abbraccio del Padre che aspetta, corre incontro e perdona”.

Ci rechiamo nella vicina Basilica di Santa Prassede, ricostruita nell’822 che conserva notevoli mosaici coevi e la Cappella di San Zenone rivestita da mosaici, fra i più importanti monumenti bizantini dell’epoca a Roma. Dopo la Santa Messa, prendiamo l’autobus J3 per San Giovanni in Laterano e qui l’autobus J5 che ci porta al parcheggio dove Mario e Luca ci aspettano. Sempre ben impacchettati, attraversiamo il centro di Roma: il Colle Oppio, il Colosseo, i Fori Imperiali, Piazza Venezia e il Vittoriano, Piazza del Gesù, Piazza Argentina e i Templi Repubblicani, il Palazzo della Cancelleria, il Palazzo Massimo, Largo Cavalleggeri e il colonnato di San Pietro e infine Gregorio VII dove i pullman ci attendono. Rientriamo in hotel. Siamo quasi sfiniti; anche questa sera, cena e nanna, la sveglia per l’indomani è ancora alle 6.30.

Mercoledì, 6 settembre, alle 8.30 siamo in Piazza San Pietro per l’Udienza Generale, ci sistemiamo nel settore a noi assegnato e osserviamo lo spettacolo di questa straordinaria piazza; il cielo è azzurro intenso e una brezza leggera attenua il calore dei raggi del sole; all’annuncio della presenza della Parrocchia di San Lorenzo di Verolanuova l’esplosione degli applausi è tale che sembriamo mille e non cento. Il colpo d’occhio su Piazza San Pietro è straordinario, la folla è immensa, più di centomila pellegrini attendono il Papa che puntualmente alle 10.00 appare; l’applauso sembra infinito. Il Papa passa davanti a noi, quanta commozione: i suoi occhi hanno la dolce luminosità dell’azzurro cielo settembrino e ci affascinano; le ovazioni si ripetono; Giovanni Paolo II inizia poi la sua catechesi con queste parole: “Nei Vangeli la sequela è espressa con due atteggiamenti; il primo consiste nel “fare strada” con Cristo; il secondo, nel “camminare dietro” di Lui che fa da guida, seguendone le orme e la direzione”. Le condizioni per percorrere la stessa strada di Gesù sono poche ma fondamentali: bisogna lasciare alle spalle il passato operando un taglio netto, una conversione profonda, un mutamento di vita e di mente. La via che Cristo propone è stretta, esige sacrificio e i1 dono di sé. La sequela non è, quindi, un viaggio agevole su una strada pianeggiante, ma la via della gloria che è la meta ultima della sequela, è quella dell’“imitazione di Cristo” vissuto nell’amore e morto per amore sulla croce. La croce, segno di amore e di donazione totale, è pertanto l’emblema del discepolo chiamato a configurarsi col Cristo glorioso”.

Alla fine della catechesi il Papa riceve vari gruppi tra i quali gli Allievi dell’Accademia di Modena e i rappresentanti dei giovani sposi di tutto il mondo. Alle 12.00 con il Papa lasciamo Piazza San Pietro: è stata un’esperienza esaltante. Rientriamo in hotel, pranziamo, un breve riposo e poi, via di nuovo per la visita di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma che risale anch’essa al IV sec. ma più volte ricostruita fino all’attuale del 1649 del Borromini. Entriamo dalla Porta Santa. L’interno è solenne e grandioso e magnifici sono il soffitto e il pavimento cosmatesco. L’altare papale è sormontato da un bellissimo tabernacolo gotico del 1367. Con Don Luigi recitiamo le preghiere giubilari poi ci ricorda che possiamo pregare per l’indulgenza dei nostri cari. Don Luigi ci ricorda anche che “L’indulgenza non è qualcosa di esteriore e di automatico, bensì qualcosa di interiore e di libero e responsabile. Non c’è indulgenza là dove non c’è il gesto profondamente personale del pentimento del proprio peccato, della sua confessione sacramentale e della riconciliazione con Dio. Ecco Perché la Chiesa pone tra le condizioni per ottenere l’indulgenza la celebrazione del sacramento della penitenza. Non c’è proprio nulla di magico, nell’indulgenza, c’è piuttosto il coinvolgimento consapevole e l’impegno quanto mai serio del cristiano che vuole lasciarsi riabbracciare dall’amore perdonante del Padre”. Visitiamo la Scala Santa e il Battistero poi ci avviamo verso la Basilica di San Giovanni a Porta latina per la celebrazione della Santa Messa. La Basilica, che risale al V sec., è sorta secondo la tradizione sul luogo del martirio dell’evangelista Giovanni che uscito illeso dalla caldaia di olio bollente, sarebbe stato relegato a Patmos. Dopo la messa, Don Franco, parroco di San Giovanni, amico fraterno di Vincenzo Pezzoli ci saluta . Fortunatamente i nostri pullman sono vicinissimi, rientriamo quindi velocemente. Dopo cena i non mai stanchi si lanciano con coraggio in una bella passeggiata notturna: dalla magnifica piazza del Quirinale scendiamo alla Fontana di Trevi, passiamo in piazza Colonna e in piazza di Montecitorio, da qui al Pantheon e a Piazza Navona. Rientriamo verso le 24.00.

Giovedì, 7 alle 9.00 siamo alla Galleria Borghese; nello splendore delle sale decorate con stucchi, marmi e affreschi scopriamo capolavori celebri del Bernini (David, Apollo e Dafne, il Ratto di Proserpina), capolavori pittorici di Raffaello, del Caravaggio, del Tiziano, del Correggio, del Veronese ecc... Attraversiamo il Parco, fiancheggiamo Piazza di Siena, prendiamo il 16 e arriviamo in piazza Risorgimento. Percorriamo i soli 300 metri romani e finalmente ci sediamo. Dopo pranzo ci attende una lunga camminata: per un gruppo, Trinità dei Monti, il Campidoglio, i Fori Imperiali, Il Colosseo con l’Arco di Costantino, San Pietro in Vincoli con il Mosé; per l’altro, la Basilica di San Pietro con le Grotte Vaticane. Don Luigi ha la gioia di concelebrare la Santa Messa con il Cardinale Noè accompagnata dal coro della Cappella Sistina. I verolesi sono profondamente commossi. Ci ritroviamo tutti a Gregorio VII dove i nostri pullman ci attendono. Rientriamo veramente stanchi.

Venerdì, 8 inizia purtroppo il viaggio di ritorno, a Orte lasciamo l’autostrada, le dolci colline dell’Umbria sono sempre affascinanti, superiamo Spoleto, le belle Fonti del Clitumno, Trevi, Foligno ed eccoci a Spello; ci fermiamo per una visita veloce di questa bella cittadina adagiata sugli ultimi declivi del Subasio, il monte di Assisi. Alle 12.30 siamo al nostro hotel a Rivotorto di Assisi; pranziamo, sistemiamo i bagagli nelle camere e via alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, la grandiosa Basilica ideata dall’Alessi sul luogo dove venne fondato l’ordine francescano e dove morì San Francesco: sotto la cupola è la Cappella della Porziuncola e, a destra del presbiterio, la Cappella del Transito, cella dove nel 1226 spirò il Santo. Accanto alla chiesa è il roseto di San Francesco con rosai senza spine. Dopo la meditazione e le preghiere, partiamo per la visita della Basilica di Santa Chiara che reca ancora i segni delle terribili ferite del terremoto e della cripta con la tomba della Santa. Saliamo sui taxi che ci portano a San Damiano, il convento duecentesco sorto attorno all’oratorio campestre dove, secondo la tradizione, nel 1205 il crocifisso parlò a San Francesco: accanto alla piccola chiesa è il giardinetto di Santa Chiara, dove Francesco avrebbe composto il Cantico delle Creature. La visita ci riserva momenti di grande commozione.
Riprendiamo i taxi e saliamo all’Eremo delle Carceri, luogo di ritiro del Santo, in una selva di querce e di lecci sulle pendici del Subasio: attorno all’originaria chiesetta, circondata dalle grotte degli eremiti, sorse il convento; accanto alla chiesetta è l’eremo originario, da cui una angusta scala scende alla grotta di San Francesco; e qui in questo straordinario luogo mistico in cui tutto invita alla preghiera e alla meditazione, Marcella, la nostra guida, di fronte alla grotta di Frate Leone, recita lo straordinario cantico delle creature, esaltazione dell’armonia del creato e esaltazione dell’umiltà che porta alla perfetta letizia:

Laudato, sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:

Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

Il sole sta tramontando, lasciamo l’Eremo delle Carceri con il Cantico delle Creature nel cuore e rientriamo in hotel.
Sabato, 9 settembre alle 9.00 iniziamo la visita di Assisi partendo dal Duomo di San Ruffino magnificante restaurato, ci avviamo tra case e palazzetti affascinanti verso la piazza dei Comune con il Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo dei Priori e il Tempio di Minerva, del I sec. a.C. trasformato in chiesa. Piano piano, proseguiamo verso la Basilica di San Francesco. Chi non ricorda i disastri del terremoto? Ebbene, la Basilica, splendidamente restaurata, è ritornata all’antica bellezza. Nella Basilica Superiore ammiriamo nel transetto gli affreschi di Cimabue, che sembrano ormai sinopie e il celebre ciclo degli affreschi di Giotto raffiguranti la vita di San francesco. Nella Basilica Inferiore, scendiamo nelle cripta per una preghiera sulla tomba del Santo, poi nella Cappella di Santa Caterina, Don Luigi concelebra la Santa Messa con un Vescovo guatemalteco. La Cappella è stracolma e tutti pregano con particolare devozione. Alla fine della celebrazione abbiamo un po’ di tempo per l’acquisto di qualche ricordo, poi pranziamo e alle 3.00 partiamo per il rientro; alle 10.00 siamo a Verolanuova.

I giorni sono volati veloci e che cosa ci rimane di queste intense giornate dello spirito? Dobbiamo ricordare tutti i pensieri e le riflessioni che Don Luigi ci ha rivolto nelle sue brevi omelie: “noi dobbiamo essere gli attori di una nuova evangelizzazione e dobbiamo essere santi. Ciò significa che dobbiamo essere un segno di contraddizione rispetto ai valori della società sempre più secolarizzata, che dobbiamo perdonare, riconciliarci e vivere la nostra vita di tutti i giorni rinnovati dall’Amore di Dio. Ciò significa che dobbiamo essere portatori di speranza presso coloro che soffrono, che dobbiamo vivere in Cristo, pronti ad andare controcorrente e portare il peso della Croce che è sempre gloriosa perché offre la salvezza, la Pace”.

 

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dagli oratori  

Noi c’eravamo.
È stato meraviglioso!
(a cura di don Giovanni)
 

Dopo i due articoli già comparsi su “L’angelo” di settembre, continuiamo ad ascoltare echi ed emozioni di quanti hanno partecipato a quelle giornate, soprattutto all’indimenticabile raduno di Tor Vergata.

Si tratta di due gruppi: poiché l’Oratorio di Verolanuova era impegnato fino al 15 di agosto con il 3° turno del Camposcuola, ha offerto la possibilità di vivere gli appuntamenti finali della Giornata (che in realtà era un insieme di giornate): la grande veglia e la Messa a Tor Vergata, il 19 e il 20: sette giovani, con don Giovanni e fra’ Pietro ofm, che è l’assistente della nostra fraternità dell’OFS (Ordine Francescano Secolare).
Molto lodevolmente, un gruppo di giovani (sei) che ne ha avuto la possibilità ha preferito vivere l’intera esperienza, a partire dal 14 agosto, e si è perciò aggregato all’Oratorio di Verolavecchia, che ringraziamo per l’“ospitalità”.

Non ci sono parole per esprimere il susseguirsi a getto continuo delle intense emozioni che abbiamo provato in quei giorni, a Roma, che ci è apparsa davvero come la città più bella del mondo.
Varcare la Porta santa nella consapevolezza del significato di tale gesto, pregare sulla tomba “di chi ha versato il sangue per amore” di Gesù Cristo: quella dell’apostolo Pietro, di Paolo; quella di Papa Giovanni, che sarebbe stato, da lì a poche settimane, proclamato beato, quella del nostro Paolo Vl...
E poi Tor Vergata: nessun obiettivo fotografico riesce a dar l’idea della fiumana interminabile, sterminata, variopinta, gioiosa e ordinata che si dirigeva verso le spianate dell’incontro conclusivo; quanta impressione quelle platee a perdita d’occhio di giovani, tutti lì a cercare, con gradi di consapevolezza diversi per ognuno, Lui, a cantare Lui, a parlare a Lui.

Non si può dire a parole che cosa si prova nel sentire tutte le lingue accomunate in un unica preghiera, vedere le bandiere di ogni parte del mondo, constatare che eravamo lì in tanti (è stato detto trattarsi del più grande raduno della storia) a credere nello stesso Signore, guidati e animati dallo stesso Spirito: dall’Illinois (USA) alle Filippine, dal Canada al Laos, dal Senegal al Brasile, dalla Francia, dall’Austria, dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Spagna, e da tante altre parti ancora: tutto il mondo era rappresentato.
Essere in due milioni, centinaia di lingue diverse, eppure sentirsi a casa; sentirsi parte di qualcosa di grande, che non è opera d’uomo: è cosa la cui sensazione non si riesce a far capire: bisogna provarla.

E vedere tutti questi giovani entusiasmarsi per il santo Padre, amato e trattato come un caro vecchio amico; accorgersi che urlare “Viva il Papa” non è la frase che suscita in chi l’ascolta l’impressione di trovarsi in mezzo a gente bigotta o fanatica, perché detta da giovani entusiasti, ma non esaltati, ammiratori, ma non maniacalmente dediti al culto della personalità, fosse pure quella del Papa.
Due milioni a pregare insieme, ad ascoltare la Parola; non una babele di lingue, ma la gioia di essere animati dallo stesso Spirito, “sotto la stessa luce” che è il Signore Gesù, “sotto la sua croce, cantando ad una voce” a Lui che è l’Emmanuel, il Dio con noi.
Insieme abbiamo cantato inneggiando a quella Roma, imporporata dal sangue dei martiri; poiché in essa Pietro e Paolo e tanti altri hanno versato per amore il loro sangue, essa diventa a buon diritto il punto da cui ripartire per “cambiare il mondo, come Gesù”, seguendo la voce di chi ci insegna a “volare ad alta quota”.
Polvere, chilometri di cammino, sole canicolare, caldo; ma anche qualche deliziosa leggera folata di brezza, carica della fragranza dei pini di Roma e, agognata, l’acqua degli idranti o quella erogata da privati cittadini a proprie spese, lungo le vie del nostro passaggio; attimi di refrigerio, il rincrescimento per chi si sentiva male. Su tutto questo, la gioia, quegli occhi da cui trasparivan cuori carichi del dono ricevuto, dell’esperienza vissuta.
Sentire, per un giorno, che il mondo ci appartiene: passare dalla stazione del metrò romano, trovare tanti altri giovani, inconfondibilmente identificabili come pellegrini della GMG, e salutarsi col sorriso o il cenno della mano.
Contare centinaia di pullmans in autostrada che abbiamo o ci hanno sorpassato, trovare le stazioni ferroviarie gremite, sostare agli autogrill e trovarli strabocchevoli di francesi, spagnoli e quanti altri, e anche lì: scoprirsi amici, anche solo per un fuggevole momento.

E stato grande, è stato bello, arricchente.
Poter dire: “Io c’ero!; il mio Oratorio e i giovani di Verolanuova, variamente rappresentati, c’erano!”.

Cosa siamo andat a cercare? o meglio, per dirla con il Papa, Chi siamo andati a cercare? Non si poteva pregare anche altrove, anche a Verola? Si deve continuare anche a Verola ciò che là si è sperimentato; quanto abbiamo vissuto ci deve dare la carica per dopo.
Ma vi era una grazia particolare legata a quell’appuntamento: era il santo padre a invitarci a quel raduno che avveniva nel nome di Cristo; c’era la sua parola da ascoltare, eco della parola di Gesù; c’era la visita alle tombe degli Apostoli, ai luoghi del martirio di tanti credenti; c’era l’esperienza del sentirsi parte di una Chiesa che per davvero è cattolica: universale.
Lo Spirito ci conceda di continuare, nella nostra quotidianità, di realizzare in noi quel “laboratorio della fede” di cui il Papa ci ha parlato, perché non dobbiamo “avere paura di essere i santi del nuovo millennio”, le “sentinelle del mattino”.
 

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XV GMG Roma 2000
 

Lunedì 14 Agosto è partito da Brescia un treno speciale che portava più di mille giovani della Diocesi a Roma per vivere una grande esperienza: la XV Giornata Mondiale della Gioventù.
Tra questi pellegrini entusiasti c’eravamo anche noi: sei ragazzi verolesi aggregati alla Parrocchia di Verolavecchia.
Già quella sera il livello di entusiasmo era altissimo: nessuno aveva voglia di dormire, ma tutti avevamo voglia di conoscere gente nuova, di cantare in allegria e arrivare il più presto possibile a Roma, dove avremmo raggiunto i due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo.
Con altre Parrocchie bresciane eravamo alloggiati in una scuola elementare, in una zona periferica della città; la sistemazione certamente non offriva grandi comodità e comportava lunghi spostamenti per raggiungere il centro e i punti di ristoro, ma tutto ciò passava in secondo piano di fronte alle esperienze che abbiamo fatto in questi giorni.
Il Papa ha portato il suo primo saluto ai giovani italiani in Piazza S. Giovanni in Laterano, in occasione della celebrazione dell’Assunta e agli stranieri in Piazza S. Pietro.
Le nostre giornate sono state caratterizzate da incontri di catechesi basati su riflessioni approfondite proposte da vescovi, che hanno trovato conclusione nell’incontro con il nostro vescovo Mons. Giulio Sanguineti la sera del 17 Agosto e dall’allacciarsi di tante nuove amicizie. Abbiamo trovato nel nome di Gesù, una Roma crogiolo di razze, lingue, culture, costumi differenti, ma le diversità non hanno generato fossati, anzi la voglia e la curiosità di conoscere come si può vivere la fede dall’altra parte del mondo ci hanno spinto a fare amicizie internazionali, come ad esempio, con un gruppo della Nuova Caledonia (Australia).
Il Venerdì abbiamo avuto la possibilità, attraverso il pellegrinaggio giubilare, di varcare la Porta Santa della Basilica di S. Pietro e di ottenere l’indulgenza con il Sacramento della Riconciliazione e la celebrazione della S. Messa al Circo Massimo.
Il momento principale di questa esperienza è stato per noi l’incontro con il Papa a Tor Vergata.
Il cammino è stato lungo e faticoso, anche a causa del grande caldo, ma l’essere tutti insieme ci ha dato la forza per affrontare la fatica e raggiungere il luogo di incontro.
La sera abbiamo vissuto la grande veglia con un Papa avanti negli anni, sempre più schiacciato dalle vicende della vita, ma indomito, coraggioso, forte nel proporre il Vangelo integrale, senza sconti, senza adattamenti, capace di coinvolgere tutti noi con il suo entusiasmo e di essere un punto di riferimento per i giovani.
La veglia è stato il momento più commovente: due milioni di persone hanno ascoltato in silenzio assoluto le esperienze dolorose di alcuni giovani e le parole del Papa che ci ha esortato ad essere “le sentinelle del mattino in quest’alba del terzo millennio”.
La GMG si è conclusa l’indomani con la S. Messa celebrata dal Santo Padre, che ha rivolto l’invito di continuare con coraggio e speranza il cammino verso Cristo.
Ringraziamo il Signore di averci dato la possibilità di poter partecipare alla GMG e auguriamo ad altri giovani di Verola di vivere questa esperienza.
Non ci resta che dire...

ARRIVEDERCI A TORONTO!!!

Elena - Elisabetta
Cecilia - Giovanni
Michela - Simona

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Giornata Mondiale dei Giovani
 

Siamo partiti verso l’una e mezza del 19, rientrati verso le quattro della notte tra il 20 e 21 di agosto.
Mezzo di trasporto: il pullmino dell’Oratorio. Chi pensava ad una specie di odissea ha dovuto ricredersi, perché il nostro automezzo ha svolto un eccellente, anche se un po’ rumoroso, servizio; certo, non eravamo in un vagone - letto ferroviario... Che potenza, quel motore seminuovo!
Abbiamo iniziato il pellegrinaggio con la preghiera appositamente prevista dal sussidio, in cerchio, davanti al nostro Oratorio. Si è trattato di un momento molto suggestivo, il primo di tanti. Poi, con il nostro nove posti al gran completo (7 giovani, fra’ Pietro e don Giovanni), alternandoci alla guida, siamo arrivati a Roma. Che simpatia, quei romani! Chiedendo informazioni a più riprese, abbiamo trovato il luogo dove una ex-cittadina verolese ha ospitato il nostro pulmino. Poi via: autobus, metrò, S. Pietro, S. Giovanni, metrò fino ad Anagnina, grande camminata - pellegrinaggio ed eccoci a Tor Vergata. La veglia, il riposo (si fa per dire), il risveglio, la Messa, il ritorno alla stazione del metrò, la ressa da incubo per più di due ore prima di scendere ai convogli, S. Paolo fuori le mura, e poi di nuovo al pulmino, la partenza da Roma verso le 19.30, le varie soste, la preghiera conclusiva del pellegrinaggio, con tanto sonno e tanta gioia, davanti al convento dei frati di Rezzato, ove abbiamo salutato fra’ Pietro e poi, di nuovo, a Verola.

Quando siamo partiti da Verolanuova per partecipare alla GMG a Roma, eravamo pieni di entusiasmo; quando siamo tornati, lo eravamo ancora di più!
Il viaggio con il pulmino dell’Oratorio è stato estenuante, ma quando la mattina di sabato 19 agosto siamo finalmente arrivati a destinazione, eravamo euforici e ansiosi di entrare nel clima di gioia e fraternità che si respirava per le vie di Roma.
È stato bellissimo visitare la Basiliche di S. Pietro, S. Giovanni in Laterano e S. Paolo nell’anno del grande Giubileo, passare attraverso la Porta Santa; sono stati momenti di intensa spiritualità che forse non sono stati da tutti vissuti al meglio, in quanto ansiosi di arrivare a Tor Vergata per l’incontro con il Papa.
Quando nel pomeriggio di sabato siamo arrivati con la metropolitana nei pressi di quella località (circa 15 Km da percorrere a piedi: un vero e proprio pellegrinaggio verso il luogo dell’incontro e della preghiera), siamo rimasti sconvolti dal fiume di gente che si snodava per la strada: due milioni di giovani da tutto il mondo, felici di essere a Roma e di testimoniare che “Dio è con noi”, come cantavamo nell’inno “Emmanuel”.
Ancora adesso ci emozioniamo ripensando alle parole del nostro Papa e alla sua commozione quando in due milioni lo acclamavano a gran voce, gridando: “Giovanni Paolo!”.
Ringraziamo il Signore per questa bellissima, intensa esperienza e speriamo che la testimonianza dei giovani a Roma serva a far capire che veramente “Dio è con noi”.
Le motivazioni che hanno spinto alcuni tra noi a partecipare a questo pellegrinaggio sono molte: curiosità di sapere cosa spingesse milioni di giovani a questi appuntamenti, gioia per la buona compagnia, desiderio di oltrepassare le porte sante per acquisire l’indulgenza. Eravamo anche certi che il Papa ci avrebbe detto qualcosa di importante e di bello.
Cosi è stato infatti. Il Papa ci ha detto che “credere oggi è difficile, non è il caso di nasconderlo, comporta una presa di posizione, l’andare contro corrente”. Queste parole ce le siamo sentite vicine: per qualcuno di noi, fino a poco tempo fa, era difficile dire a scuola: “Vado a Messa, frequento le attività dell’oratorio, sono catechista”. Ci siamo resi conto che non dovevamo vergognarci, perché credevamo in quello che facevamo. E poi, abbiamo scoperto che non siamo i soli. Ci sono ancora degli ambienti in cui qualcuno di noi fatica a dire di essere cristiano e a comportarsi di conseguenza. L’oratorio è un ambiente che ci aiuta e che offre l’opportunità di vivere da cristiani, mettendosi a servizio degli altri.
Certe volte, si può trovare difficoltà a credere. Ripensando però, a tutto ciò che abbiam ricevuto, allora ci rendiamo conto della Sua presenza.
Il Papa conclude dicendo che credere è però possibile con il vangelo, facendoci aiutare dai sacerdoti e dagli educatori, dalle nostre comunità. Nessuno di noi è solo a credere, ma con lui ci sono tanti giovani che lottano contro il peccato. Questa è una certezza ulteriore che ci invita a fidarci di Lui. Egli, come ci ha detto il Papa, ci guiderà in ogni situazione della nostra vita.

Là a Roma, infatti, al di là della moltitudine di persone, degli urli di gioia, della fatica di camminare sotto un solo davvero radioso, era la meta ad essere il denominatore comune per tutti noi pellegrini. Una meta che non si riduceva ad essere un luogo, un ideale, un personaggio, ma la possibilità di realizzare nella nostra vita un’autentica conversione.
Essere a Roma è stata la risposta all’invito di Gesù di riscoprire il nostro essere cristiani e, si sa, al contrario delle folle, Gesù rimane.
Ed è questo Gesù a rimanere oggi, anche qui a Verolanuova; è lui a ricordarci che è una gioia essere cristiani ed esserlo insieme a milioni di fratelli.

L’esperienza di Roma, ha subito richiamato alla mente a qualcuno di noi il fatto della Pentecoste: eravamo giovani diversi, sconosciuti gli uni agli altri, con differenti lingue, culture e tradizioni, ma ciascuno, con la sua presenza, era testimone di Gesù Cristo e annunciava che si può essere cristiani anche oggi. Era bello essere lì e non vergognarsi di essere suoi discepoli. E il messaggio del santo Padre è stato chiaro: credere, senza compromessi, in Gesù Cristo, autore della salvezza.
Abbiamo avuto la possibilità di urlare a squarciagola il nostro orgoglio di essere cristiani e la sincerità del nostro affetto e della nostra stima verso un Papa così paterno e affascinante da saper radunare, grazie all’azione dello Spirito santo, una folla d’Amore più immensa di ogni altra folla d’odio mai apparsa sulla faccia della terra. E noi, tornando nel nostro piccolo, invochiamo la intercessione di tutti quei santi che hanno testimoniato la verità con il sangue, perché possiamo essere anche noi discepoli di Cristo in cammino verso la santità.

Claudio, Carolina ed Ettore
per tutti gli altri.

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Emmanuel

Inno della XV Giornata Mondiale dei Giovani:

Dall’orizzonte una grande luce viaggia nella storia
e lungo gli anni ha vinto il buio facendosi Memoria
e illuminando la nostra vita chiaro ci rivela
che non si vive se non si cerca la Verità.

1. Da mille strade arriviamo a Roma sui passi della fede,
sentiamo l’eco della Parola che risuona ancora
da queste mura, da questo cielo per il mondo intero:
è vivo oggi, è l’Uomo Vero Cristo tra noi.
Siamo qui sotto la stessa luce.
Sotto la sua croce, cantando ad una voce.
È l’Emmanuel, l’Emmanuel, l’Emmanuel.
È l’Emmanuel, l’Emmanuel.

2. Dalla città di chi ha versato il sangue per amore
ed ha cambiato il vecchio mondo vogliamo ripartire,
seguendo Cristo, insieme a Pietro, nasce in noi la fede,
 Parola viva che ci rinnova e cresce in noi.

3. Un grande dono che Dio ci ha fatto è Cristo il suo Figlio
e l’umanità è rinnovata, è in Lui salvata.
È vero uomo, è vero Dio, è il Pane della Vita,
che ogni uomo ai suoi fratelli ridonerà.

4. La morte è uccisa, la vita ha vinto, è Pasqua in tutto il mondo,
un vento soffia in ogni uomo lo Spirito fecondo,
che porta avanti nella storia la Chiesa sua sposa,
sotto lo sguardo di Maria, comunità.

5. Noi debitori del passato di secoli di storia,
di vite date per amore, di santi che han creduto,
di uomini che ad alta quota insegnano a volare,
di chi la storia sa cambiare, come Gesù.
6. È giunta un’era di primavera, è tempo di cambiare.
È oggi il giorno sempre nuovo per ricominciare,
per dare svolte, parole nuove e convertire il cuore,
per dire al mondo, ad ogni uomo: Signore Gesù.

Siamo qui sotto la stessa luce. Sotto la sua croce, cantando ad una voce.
È l’Emmanuel, l’Emmanuel, l’Emmanuel. È l’Emmanuel, l’Emmanuel.
(Sotto la stessa croce, cantando ad una voce.)
È l’Emmanuel, (Dio con noi,), l’Emmanuel, l’Emmanuel (Cristo tra noi.)
È l’Emmanuel, l’Emmanuel.
(Sotto la stessa croce, cantando ad una voce.)
È l’Emmanuel, l’Emmanuel, l’Emmanuel
(Sotto la sua croce.)
È l’Emmanuel, l’Emmanuel.

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oratorioestate 2000
Scuola RUM
 

“Siamo state bene insieme” Per tre settimane un gruppo di ragazze dai sei ai tredici anni, ha trascorso qua alla Scuola Materna i pomeriggi di luglio a fare piccoli ricami, giochi e canti in allegria.
Certo per me e per le mie suore è stato un periodo impegnativo perché loro, le interessate, esigevano disponibilità, capacità di dono al massimo, esubero di allegria.
Per fortuna che in questa esperienza sono stata affiancata da Sr. Carla, Sr. Paola, la Sig. Rosa Ghidelli e Laura Zacchi e dalle Sig.ne Emanuela Bonetti e Maddalena Barbieri.
Il fatto di vivere assieme tante ore segna i rapporti, matura amicizia, affina i caratteri.
Ci sono stati anche tanti momenti di riflessione, preghiera, persino silenzio, tutti all’insegna del dono-amore verso chi era meno fortunato di noi e questo ha permesso orizzonti più vasti e prese di coscienza ad ampio respiro.
Non ci sono mai state né emarginazioni, né contraddizioni, ma solo una grande capacità di tolleranza e legami delicati frutto di cuori puri.
Ecco il clima respirato alla scuola RUM da 70 esuberanti ragazze!
Un grazie particolare alle mie dirette collaboratrici e grazie a voi ragazze che ci aiutate a rimanere giovani e a mantenere il passo veloce come è la vostra voglia di crescere.
All’anno prossimo
Sr. Emiliana

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oratorioestate 2000
Il Grest
(don Giovanni)
 

Circa 180 fanciulli e ragazzi da la elementare a 3a media (ci riferiamo all’Anno Scolastico 1999-2000), una trentina di adolescenti con l’incarico di viceanimatori, dai più svolto con impegno, 14 animatori: è l’allegra brigata che per circa tre settimane ha reso vivo di presenze allegre e schiamazzanti un Oratorio che, altrimenti -almeno nei pomeriggi feriali- sarebbe rimasto deserto, sotto il caldo sole di questa pazza estate, tornata a miti consigli verso la fine, dopo che, almeno in montagna, ma non solo là, per tutto luglio e i primi giorni di agosto si era dimenticata di essere diversa dall’inizio di primavera (che, tra l’altro, aveva raggiunto punte di temperatura superiori a quelle di luglio).
Tanto meglio così. Questo Grest del 2000 ce lo siamo proprio goduto.
Era il Grest dell’Anno giubilare. Non è mancato il riferimento a questa circostanza preziosa: innanzitutto perché abbiamo fatto quanto era necessario per acquisire l’indulgenza giubilare, previe opportune spiegazioni: la visita ad una chiesa giubilare, la Professione di fede e il Padre nostro, la preghiera secondo le intenzioni del Papa, la confessione e la comunione; poi perché il tema a cui si è tentato di fare riferimento era quello suggerito dalla Diocesi per l’attività estiva con i fanciulli: Gibìdream, letteralmente: Il sogno di Gibì.

Gibì è un ragazzo che attraversa un deserto in compagnia di un misterioso personaggio, il cui volto rimane velato: Ruah. Lungo il cammino incontrano varie oasi, presidiate da altrettanti personaggi curiosi, ciascuno dei quali rappresenta un atteggiamento necessario a rendere nuova la vita: le Note Musicali dimostrano che è possibile l’armonia solo se vi è comunione, poiché se ognuno vuol fare da sé non vi è altro che il ripetersi monotono dello stesso suono anziché la piacevole melodia; le Gocce d’acqua hanno ricordato il bisogno che il nostro cuore ha di limpidezza e purezza; ecc.

Ruah in ebraico significa vento, soffio, spirito, Spirito. Lo Spirito santo è il volto misterioso di Dio, quello che non riusciamo a rappresentare. Come faceva con Gibì, Egli ha il compito di ricordare anche a noi le parole di Gesù e guidarci alla verità tutta intera (Gv. 14, 26; 16, 13).

Se seguiamo Lui e cerchiamo di rendere nuova la nostra vita attraverso un continuo impegno di conversione (tipico tema giubilare), anche quel deserto che sono la nostra vita e la nostra civiltà diventa un deserto a colori.

Per quattro volte ci siamo recati nella nostra piscina comunale: per coloro che non amavano tuffarsi e nuotare c’era l’accogliente prato da gioco; una sola è stata l’uscita in paese, quella al parco giochi il primo sabato di Grest. Le gite di un giorno intero ci sono state invece tutte e tre, accompagnate da un sole splendido e avvincenti, a giudicare dai commenti dei ragazzi: il parco acquatico “Cavour” a Valeggio sul Mincio (VR), prima di giungere al quale abbiamo fatto visita, dopo tanti anni, al santuario della Madonna del Frassino a Peschiera del Garda: è la chiesa ove abbiamo fatto la visita giubilare; Sotto il Monte - Giovanni XXIII, tutta ripiena degli echi della beatificazione avvenuta pochi giorni prima e Fansy World (questa mania dei nomi all’inglese!) - Minitalia, nel Comune di Capriate (BG); novità assoluta, per la prima volta in 17 anni di Grest, il mare limpidissimo (almeno nel periodo in cui ci siamo andati) di Alassio (SV): gita la cui lunghezza ha dissuaso non pochi genitori dal mandarvi i figli. Avrebbe partecipato un numero maggiore di ragazzi se non si fosse trattato della vigilia della ripresa scolastica; purtroppo non ci è stato possibile anticiparla. Sempre a loro dire, però ai ragazzi questa gita è piaciuta molto; visto che si sono divertiti tanto non è escluso che non la si possa rifare in futuro.

Il Grest si è concluso con la festa finale, la sera di domenica 17 settembre. E stato un trovarsi simpatico, senza pretese, ma molto... dolce. Grazie ai genitori che hanno offerto le torte.

Un grazie agli animatori delle sei squadre: Alberto Rossi e Damiano Micheli, con Domenico Baronio; Claudio Guerreschi e Lorenzo Canini; Stefano Barbieri e Carolina Tironi; Antonio Ciatti e Mirko Ferrazzi, con Claudio Stella; Ettore e Matteo De Angeli; Pietro Carini e Stefano Simonini.

Insieme a questi ringraziamo i viceanimatori, i cui nomi non trascriviamo, perché l’elenco sarebbe troppo lungo. Il nostro ringraziamento alle rev.de Suore che hanno provveduto a raccogliere le iscrizioni e a Iris e Aurora, che ci hanno preparato i panini per la merenda.
Credo utili alcune riflessioni a partire dal fatto che non siamo purtroppo riusciti a sviluppare tutto il cammino proposto da Gibì. Fatto salvo il fatto che il Grest conserva il suo valore anche se rimane prevalentemente un’esperienza di aggregazione ricreativa (così insegna don Bosco), rimane vero il fatto che sarebbe bello poterlo impostare diversamente, meglio, per dirla tutta.

L’ultima delle attività estive ha da sempre sofferto della sua collocazione da cenerentola nel calendario: giunge dopo le ferie, che a loro volta arrivano dopo i tre turni di Camposcuola. Oltre a ciò quest’anno c’era anche la GMG. Questo significa che la preparazione del Grest è quello che è. A giugno c’è ancora troppa distanza nel tempo perché si senta sufficiente spinta a predisporre quanto occorre per realizzarlo: le tappe del cammino, eventuali costumi, i giochi possibilmente in relazione al tema e il materiale necessario per disputarli. Il Grest viene così vissuto, per forza di cose, all’insegna dell’emergenza e del pressapochismo. L’orario ridotto (mezza giornata), nonostante tentativi fatti in passato per dilatarlo anche al mattino, rimane quello che è e non consente altre attività oltre a quelle di gioco.
Ovviamente questo non è molto o per nulla avvertito dai ragazzi. Meno male!

C’è da auspicare, tentando il tutto per tutto, di riuscire a fare quanto fino ad ora non si è stati capaci di realizzare: o organizzare il Grest a giugno, come fa la stragrande maggioranza degli altri Oratori o partire per il Camposcuola con il lavoro del Grest già impostato, tutto o per la maggior parte. È su questa seconda possibilità che bisogna puntare.

Se, infatti, lo spostamento del Grest a giugno fornisce indiscutibili vantaggi, creerebbe il problema di una inutile, quanto scorretta, sovrapposizione all’attività della piscina, avviatasi prima che qui a Verola venisse istituito il Grest; d’altronde, il fatto che il Grest venga tenuto a fine agosto - inizio settembre crea, è vero, problemi di vario tipo, ma presenta anche aspetti positivi: innanzitutto offre alle famiglie, che la desiderano, la possibilità di coprire l’intero arco dei mesi estivi con attività per i fanciulli e i ragazzi, in modo da tenerli utilmente occupati anche nelle ultime settimane di vacanza; inoltre, proviamo a immaginare una festa di s. Luigi (Messa del mattino e giochi del pomeriggio) senza i ragazzi del Grest: ci sarebbe molta meno gente.

Uno dei noccioli del problema sta nel bisogno di nuove forze. Se fossimo più tanti, potremmo distribuire meglio il lavoro: chi prepara quanto occorre per il Camposcuola, chi lavora a preparare ciò che è necessario per il Grest. Qualche prospettiva pare aprirsi. Speriamo bene.
 

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Vita di Oratorio
La festa dell’Oratorio
2-10 settembre
di don Giovanni
 

Sono un paio d’anni che il tempo - mi riferisco al meteo - sta dalla nostra parte.
Si è iniziato venerdì 2 settembre, si è finito domenica 10, con un gran pienone, anzi si è continuato per un altro fine settimana il 15, il 16 e il 17. Tre serate musicali, tutte da ballo, per tutti i gusti, una di varietà, cene, giochi, un bello spettacolo, celebrazioni e preghiera. Tanto impegno in alcuni, un po’ in tanti altri. La disponilità di maggior mano d’opera ha consentito di ripartire meglio la fatica e il tempo necessari per montare e smontare impianti luce e voce e quant’altro occorreva.

Oltre ai giochi per i ragazzi, i classici “Giochi di s. Luigi”, domenica 10, quest’anno è tornato l’intrattenimento per gli adulti e i giovani, la sera di venerdì 8. Le squadre non erano tantissime, ma ben “agguerrite”, ricche soprattutto di sportività.

Con riferimento all’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù, è stata celebrata la liturgia penitenziale per gli adolescenti e i giovani in S. Rocco; confessione giubilare è stata quella per i ragazzi la mattina di sabato 9; per la seconda volta abbiamo celebrato la Messa delle 9.30 di domenica 10 nel campo di pallavolo dell’Oratorio; di nuovo, significativamente, nel corso di questa celebrazione è stato consacrato il Pane che, collocato nel tabernacolo in cappellina, ha riportato la presenza del Corpo di Gesù in Oratorio.

Alla Messa è seguita la Marcia della Gioia, per il secondo anno consecutivo. Non è nostra intenzione, almeno mentre scriviamo, proporla ogni anno, ma essa, dopo la positiva esperienza dell’anno scorso, non poteva mancare in quest’anno del Grande Giubileo del Duemila, a condurre i ragazzi attraverso alcune vie del paese e la piazza a schiamazzare o cantare a squarciagola, in allegria, per ricordare a tutti che Giubileo significa invito alla gioia. Tanto la Messa che la marcia sono state ricollegate, quasi a formarne un’eco, alla Giornata Mondiale della Gioventù. Perciò, insieme al simbolo del Giubileo, sventolavano bandiere e stendardi provenienti da quella indimenticabile esperienza, forniti dall’Oratorio o gentilmente prestati da coloro che quell’esperienza avevano vissuto.
Vera ciliegina sulla torta, le bandierine nuove che nella forma e nei colori ricordano le colombe del simbolo del Giubileo: ringraziamo chi le ha ideate, coloro che hanno fornito la materia prima, le hanno stampate e messe insieme.

Nel corso della settimana, la sera di martedì, si è celebrato il ritrovo della Comunità Educativa dell’Oratorio: un momento di preghiera insieme, la votazione per eleggere i rappresentanti in seno al Consiglio dell’Oratorio, la cena fraterna a cura degli amici dell’Avis e di altri collaboratori, che ringraziamo di cuore, insieme a Giambattista, il nostro sacrista che ci ha aperto appositamente la Basilica.

Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione delle varie iniziative attraverso cui si è snodata la festa di quest’anno:
- i gruppi musicali che sono intervenuti;
- i catechisti e animatori che hanno preparato ed animato la celebrazione della Riconciliazione per i giovani la sera di giovedì 7, in s. Rocco e la Messa di domenica 10 alle 9.30;
- gli animatori che hanno organizzato e seguito i giochi dei ragazzi e quelli dei giovani-adulti, venerdì 8 e domenica 10;
- gli animatori e i ragazzi del Grest che hanno animato la serata di domenica 17;
- quanti hanno lavorato alla preparazione e al servizio delle serate di cena: gli amici dell’Avis e altri che si sono uniti a loro; quanti hanno tenuto in funzione lo stand gastronomico nelle altre giornate;
- le persone che hanno allestito e gestito la “pesca” delle piante e la sottoscrizione;
- gli animatori che hanno curato la Marcia della Gioia;
- le persone che hanno lavorato alla confezione delle bandierine “giubilari” e gli adolescenti e giovani che hanno provveduto agli altri addobbi;
- quanti hanno lavorato a trasportare, montare e rimontare impianto luci e impianto voci;
- quanti hanno dato una mano al trasporto, alla collocazione e all’asportazione delle sedie;
- quanti hanno prestato materiali o strutture;
- il gruppo dell’Oratorio di S. Paolo per il bello spettacolo;
- coloro che non fossero stati espressamente sopra ricordati e tutti quanti sono intervenuti a queste iniziative, non ultimi quanti si sono prestati nei giorni successivi, a rimettere ordine e pulizia negli ambienti dell’Oratorio.

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le nostre rubriche
 

Verola
missionaria
 

a cura del
Gruppo Volontari delle Missioni
“Conoscerci”
 

L’ottobre Missionario 2000 deve essere soprattutto
Giubileo degli Oppressi
 

Il Giubileo è un segno dei tempi, vuol essere un segno per gli indios trucidati, per i senza terra e senza patria, per gli emarginati, i dimenticati perché poveri e che per ciò non contano nulla.
È difficile condensare in poche righe l’emozione ed il profondo significato profetico che un missionario come Alex Zanotelli sa trasmettere ai suoi ascoltatori in una serata. Il significato vero e forte è quello che è giunto il momento di dire no ad un sistema che divora le persone, le culture e le stesse possibilità di sopravvivenza sul pianeta.
Egli afferma che solo la celebrazione dell’incarnazione è la grande opportunità per fermarci a riflettere sulla nostra identità e sulle nostre responsabilità nei confronti di questi esseri viventi e bisogna avere una risposta contro ogni governo di repressione e per ogni forma di violenza contro i soggetti più deboli.
Noi in quanto Chiesa siamo chiamati in prima persona ad uscire allo scoperto, uscire dalla tiepidezza e dalla mediocrità, perché viviamo una vita senza spiritualità, senza nobili slanci, senza fervore e senza santità. La nostra mediocrità è perdere sensibilità di fronte al male e al bene e tutto viene pareggiato, è svendere la propria volontà per lasciarci trasportare da qualsiasi vento di comodità e disimpegno.
Non bisogna scordare che da questo livello è facilissimo cadere, precipitare nel negativo, nel peccato dell’indifferenza e il più grave peccato della nostra epoca è quello di aver smarrito il senso del peccato perché è la perdita del senso di Dio. Occorre allora impegno, urge trovare la delicatezza di coscienza e quella forza interiore che ci faccia ritenere che ogni offesa al più debole è una grande offesa a Lui, il nostro Dio, nostro vero bene. Bisogna ritrovare la freschezza delle nostre energie interiori, delle nostre potenzialità più genuine fino a “sudare sangue” prima che ne sia sparso dell’innocente. Solo così un’anima può santificarsi e santificare, e  ristabilire in noi e nel mondo il sogno di Gesù.
P. Alex non sta a dilungarsi troppo sui fatti e misfatti che quotidianamente si susseguono a Korogocio, nella discarica presso Nairobi dove egli praticamente vive, e in tutte le altre che attanagliano la città kenyatta, però una cosa non manca di rimarcare e che anche in mezzo a questo putridume non manca la speranza, sboccia un fiore, un fiore che sorprende e dà forza. Ci sono ragazzine madri malate terminali di aids o di T.B.C. che fanno di quelle preghiere al Signore che solo chi ha una grande fede sa fare, e “ti straziano il cuore” quando chiedono al Signore di guarirle, perché Lui tutto può, e non lo chiedono per loro, ma per la vita delle loro piccole ed innocenti creature.
«Di fronte a queste scene strazianti prego spesso il Signore non di non essere un cattivo Missionario, ma ciò che temo è di diventare un missionario tiepido e mediocre, perché dall’abisso della colpa è possibile, con la forza della volontà e coadiuvato dalla grazia, risalire, dalla mediocrità coltivata non si muove un passo verso l’alto».
Poi P. Alex tocca tutti gli argomenti “strumenti di morte” come le mine antiuomo di fabbricazione bresciana, lo scandalo dell’indebitamento dei paesi poveri che è una “pietra al collo” il primato dell’economia, di una economia di uguaglianza, le Chiese povere, il problema delle armi, il “dio denaro” l’inadeguato e insostenibile sistema della banca mondiale e del fondo monetario internazionale, la violenza dei paesi ricchi su quelli poveri ecc... «E non mi si venga a dire che la non violenza attiva l’ha attuata Gandhi o Martin Luter King o qualche altro Santo. Il primo in assoluto è stato Gesù Cristo, solo che noi ci stiamo dimenticando o ci fa comodo dimenticarlo. È ancora Lui il Salvatore che levato tra cielo e terra, appeso ad una croce, stendeva le braccia per raccogliere tutti i peccatori e riconciliare il mondo per donarci il possesso del Paradiso compiendo così la Profezia: “...quando io sarò elevato in alto da terra trarrò tutti a me”. È Lui che ci è di esempio e non fu certo un mediocre. Egli accentrò in sè la mortificazione, il rinnegamento di sè, l’umiltà, il silenzio, il raccoglimento e la vita interiore, tutte realtà che si scontrano con quanto sentiamo ogni giorno propagandare da ogni angolo della terra”.
E per finire termina con un breve passo della lettera ai Romani “Non vogliate conformarvi a questo mondo, ma trasformatevi nella vostra mentalità al fine di riconoscere quale è la volontà di Dio, quel che è buono e quel che gli è gradito”.

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I profeti minori (8)

Nahum
e Abacuc

(a cura di Rino Bonera)
 

Nahum - Il suo nome significa “consolatore”. Nacque ad Elcos, un villaggio della Galilea o, forse, della Giudea. Certo è, comunque, che egli profetizzò nella Giudea parlando della distruzione di Tebe, capitale dell’Alto Egitto, per opera degli Assiri (663 a.C.) e della caduta di Ninive (612 a.C.) capitale dell’impero Assiro.
Nel suo libro Nahum parla della decisione di Dio di far cadere Ninive in rovina, descrive la devastazione ed il saccheggio cui è destinata e mostra nei peccati della città la causa della punizione. La paragona a Tebe e annuncia il suo annientamento con l’immagine del passaggio di uno sciame di cavallette.
Nahum è l’unico tra i profeti che non si rivolge al popolo eletto ma la sua opera profetica è rivolta unicamente a Ninive, e se viva in lui è la nozione di Dio che castiga l’uomo per le sue azioni inique, è ugualmente viva la fiducia in Dio difensore di coloro che lo amano.

Abacuc - Poco si conosce di questo profeta e, soltanto da quanto descrive nel suo libro, si può pensare che egli abbia svolto il suo ministero profetico verso la fine del VII sec. a.C., contemporaneo di Geremia, Sofonia e di Nahum.
L’opera si divide in tre parti. Nella prima il profeta si lamenta con Dio per le ingiustizie e le oppressioni che gravano sopra il suo popolo. Dio risponde che presto invierà i Caldei quale strumento vendicatore della sua giustizia. La seconda parte inizia con un nuovo angoscioso lamento del profeta con Dio perché l’invasore, invece, ha reso ancora più gravi i mali morali. Com’è possibile che la tirannia trionfi e si consolidi a danno dei giusti? Il profeta attende una risposta che gli viene con una sentenza: chi non ha l’animo retto soccomberà mentre il giusto vivrà per la sua fedeltà ed il suo attaccamento a Dio. Nella terza parte il profeta invoca il Signore affinché intervenga a fare giustizia delle nazioni in difesa del suo popolo. L’opera si chiude con un atto di fede e di abbandono completo in Dio salvatore.

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VEROLA
SPORT
 

attività
     risultati
commenti

Completiamo i dati già, in parte, pubblicati nell’ultimo numero dell’Angelo. Si riferiscono, in particolare, al:
 

basket

Basket maschile (Sbarra Primo) che è già impegnato nei:
campionato 1a divisione 16
campionato juniores 15
campionato cadetti 16
campionato allievi 16
campionato ragazzi 18
campionato propaganda 18
minibasket 20
Totale 119
 

CALCIO

Calcio maschile (Zappa Giovanni) di Verolanuova impegnato nei:
campionato 3a categoria 22
campionato allievi 28
campionato giovanissimi 18
campionato esordienti 18
campionato pulcini 20
scuola calcio 30
Totale 136
 

Pallavolo

Pallavolo femminile (Canini Dionigi) impegnata nei:
campionato 2a divisione 15
campionato 3a divisione 16
campionato under 16 18
attività minivolley 20
Totale 69
 

Concludendo: il Gruppo Sportivo Verolese conta tra i praticanti 898 maschi e 160 femmine per un totale di 1058 praticanti ai quali vanno aggiunti dirigenti e tecnici per un totale di 192. Il G.S.V., pertanto, coinvolge nella sua attività, 1250 persone pari al 15,63% sulla popolazione totale.

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varie - cronaca

Arte
&
cultura

Le poesie di Rosetta
 

Ogni figlio imbocca la propria strada
 

Gli anni se ne vanno... e i figli lasciano piano piano le loro vecchie famiglie, per formarne di nuove. Sembra il trionfo della solitudine per i genitori che invecchiano, ma è giusto così. Ogni ramo che esce sarà strada indipendente, energia rinnovata, luce che continuerà nel tempo, per l’armonia della vita.
 

Trabocca il silenzio
tra pareti nude.
Ampie le stanze
chiedono il tuo grido,
il tuo passo, il sorriso
d’anima felice. E noi,
consumati dagli anni
e dagli affanni, rimasti
qui a guardare muri
di ricordi, noi, amanti
della gioia e della vita,
smarriti fra ali di pensieri,
siamo ora soli,
spenti, ammutoliti.
È l’esistenza che rallenta
i ritmi e scardina stagioni
e rende inerti i tempi;
è la vita che va
verso una foce a delta
lasciando spazi aperti
a catene d’amore,
a rami di luce
indipendenti,
a guizzi d’infinito
dove si placa il cuore.

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Comune di Verolanuova
 

Il Consiglio Comunale si è riunito in adunanza straordinaria venerdì 28 luglio alle ore 21.00.
Questi gli argomenti trattati:
- Regolamento per l’alienazione del patrimonio immobiliare del Comune di Verolanuova.
- Modifica ed integrazione Regolamento Comunale di polizia Mortuaria e Cimiteriale.
- Approvazione piano alienazione alloggi di proprietà comunale (L. 560 del 24.12.1993) - secondo provvedimento.
- Approvazione Convenzione di programma tra: Comune di Verolanuova, Consorzio Parco sovracomunale dello Strone, signori Nocivelli, Associazione anziani dell’Ocean.
- Variazioni di bilancio - 3° provvedimento.

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Informagiovani

Ebbene sì, l’autunno è oramai alle porte...
Abbiamo dedicato l’estate alle passeggiate, alle attività per il tempo libero da vivere all’aperto, a migliorare la nostra forma fisica...
Approfittiamo della stagione invernale per migliorare la nostra forma... culturale!
La Biblioteca offre la possibilità di frequentare numerosi corsi per adulti e per bambini...
Se ti piace il teatro sappi che stiamo richiedendo i programmi per la prossima stagione al Teatro Grande ed al Sociale di Brescia, al Teatro Ponchielli di Cremona ed al Sociale di Soresina, al Politeama di Manerbio ed abbiamo raccolto il programma della rassegna teatrale “Pressione Bassa” che si svolge nei comuni della “Bassa” appunto...
Se invece sei disposto a dedicare parte del tuo tempo al volontariato, ti ricordiamo di Jangada, la Bottega del mercato equo e solidale aperta ormai da quasi un anno a Manerbio...
Sono tante le possibilità da cogliere per impegnare il tuo tempo libero, non puoi quindi dire che d’inverno c’è solo da annoiarsi!
Ti ricordiamo, inoltre, che ci farebbe molto piacere ricevere proposte direttamente da te o metterti a disposizione gli spazi per organizzare tu qualcosa...
Quindi, non annoiarti, buon autunno e buon divertimento!
a. z.

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Turni domenicali di guardia farmaceutica
dell’Azienda S.L. 19

ottobre

1
Verolavecchia
Ghedi

8
Verolanuova
(dr. Colosini)
Dello

15
Manerbio
(dr. Parati)
Bagnolo Mella
(dr. Donini)

22
S. Gervasio
Leno
(Castelletto)

29
Pontevico
(dr. Pinzi)
Leno
(dr. Bravi)

novembre

5
Pontevico
(dr. Romano)
Offlaga

12
Bassano Br.no
Borgo S. G.

N.B.: L’elenco è provvisorio.

N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell’elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

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NUMERI UTILI DI TELEFONO:

Servizio Sanitario (soltanto nei casi di urgenza e di emergenza): 118
Gruppo Verolese Volontari del Soccorso: 030 936 1 662 (via Grimani)
Problemi con le droghe?: 030 993 7 210
Alcolisti in trattamento: 030 931019 oppure 030 93 22 45
Vigili del Fuoco: 030 93 10 27
Carabinieri - Pronto intervento: 112

 


N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.
Per le prenotazioni di trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorso telefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00; inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.

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Per i collaboratori de «L’Angelo di Verola»

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli possibilmente dattiloscritti (se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche) unicamente ai sacerdoti entro e non oltre le ore 12 di venerdì 20 ottobre. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.
LA REDAZIONE

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Al via il XII anno accademico
dell'Università Aperta

Sono aperte le iscrizioni all'Università Aperta presso la Biblioteca Civica di verolanuova nei giorni ed orari di apertura.

Gli incontri avranno luogo a partire da martedì 10 ottobre (inaugurazione) e proseguiranno, come negli anni precedenti, ogni martedì e venerdì (non festivi) dalle 15,15 alle 16,30 - 17,00 circa.

L'anno di attività - il XII della serie - sarà ripartito in due periodi: 10 ottobre - 15 dicembre e 9 gennaio - 27 marzo 2001.

E' sempre possibile iscriversi nel corso dell'anno.

Non c'è l'obbligo di frequenza continuata.

Sono già previste le visite: all'Abbazia di Rodengo Saiano e alla mostra "Il futuro dei Longobardi" a Brescia.

Possono parteciparvi anche i non iscritti all'Università Aperta fino all'esaurimento dei posti in pullman.

"Gli uomini che veramente valgono non rifiutano la responsabilità, come non la rifiutano gli uomini veramente umili. Una disciplina non ragionata e non cordiale, svigorisce gli animi e li inclina verso il servilismo e alle rivolte di corridoio. Non vi seduca la voce della poplarità a qualunque costo. Gli uomini malati di poplarità sono spregevoli". Don Mazzolari


Relax...iamoci un po’
 

Il pensiero...

“Nei primi anni l’educazione sia una specie di divertimento; vi sarà così più facile scoprire le inclinazioni naturali”.
(Platone, La Repubblica)

...e il proverbio del mese:

“Dè ric ghe n-è tancc,
dè siòr poc”.
(Tanti sono i ricchi
ma pochi i signori).  

Il Santo del mese

S. Luca Evangelista - 18 ottobre - mercoledì
A S. Luca dobbiamo il terzo Vangelo e gli Atti degli Apostoli, ed è proprio dai suoi appunti di viaggio che possiamo ricostruire la sua attività di missionario. Morì in Beozia all’età di 84 anni.  

La “Risposta”

“Il Re è morto, viva il Re!”. Che significa?

Questa frase si usa per indicare l’immortalità di un’idea, di un concetto, di un’istituzione, il suo perpetuarsi nel tempo, malgrado sia impersonata o rappresentata da una creatura mortale. Era la frase di rito pronunciata per tre volte consecutive da un araldo, all’epoca della vecchia monarchia francese, quando si annunciava al popolo la morte del re e l’avvento al trono del suo successore. La frase venne detta per l’ultima volta in occasione della morte di Luigi XVIII, il 24 ottobre 1824, nella chiesa di San Dionigi,e a pronunciarla fu il duca di Uzèe, davanti alla salma del defunto sovrano. Subito dopo venne acclamato Carlo X, nuovo re di Francia.

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Per i più piccoli
 

INDOVINA

Cosa fa una gallina con il singhiozzo?
- Le uova strapazzate

Qual è il telegrafista più sfortunato?
- Quello che abita sotto un ballerino di tip-tap!
 

Per Natale Pierino riceve in dono una batteria.
- Mamma, posso suonarla?
- Certo. Basta che tu non faccia rumore!
 

Qual è la frutta preferita dai fantasmi?
- Le ciliegie sotto spirito!
 

Un fantino si frattura i polsi cadendo da cavallo.
La moglie, preoccupata, domanda al medico:
- Mi dica la verità, dottore: mio marito potrà ancora lavare i piatti?

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ANAGRAFE PARROCCHIALE
 

Battesimi

23 Amighetti Victoria di Viviano e di Mazzolari Monica
24 Varinelli Maddalena Maria di Sergio e di Salini Paola
25 Dorofatti Andrea di Giuliano e di Brunelli Agnese
26 Venturini Umberto di Valter e di Cuni-Berzi Giuliana
27 Monteverdi Matteo di Giovanni e di Gavazzoli Stefania
28 Rinaldi Michele di Roberto e di Zacco Vitalina
 
  Matrimoni

26 Pelucchi Marco con Stella Stefania
27 Tadini Domenico con Prestini Rossana
28 Migliorati Paolo con Fontana Loretta
29 Pesci Alessandro con Piacentini Simona
30 Talenti Luca con Burlini Simona
 
  Defunti

39 Bozzoni Pierina Pelosi di anni 90
40 Bordonali Giuseppe di anni 64
41 Este Luigi di anni 73

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Giornata celebrata nel mese di settembre 2.145.000
N. N. 100.000
In memoria dei cari defunti 200.000
N. N. 3.211.000
B. in memoria dei defunti 500.000
In memoria dei defunti già dipendenti Ocean 500.000
Albino Trezza e Marietta Montani ricordano
il 50° del loro matrimonio 1.000.000
In memoria del caro sposo e papà 1.000.000
Per lieti eventi e in memoria 500.000
In memoria di Gianfranco 200.000
N.N. 100.000
In memoria della nonna 500.000
In memoria del marito e papà 150.000
N.N. 200.000
Nel 55° di matrimonio 150.000
In memoria dei cari genitori 200.000
Una coppia di sposi nel 25° di matrimonio 500.000
Dalla Cappella Casa Albergo 200.000
N.N. 150.000

                                                                                      TOTALE 12.506.000
  

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Grazie Don Luigi


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Archivio 2000 Angelo di Verola Parrocchia di Verolanuova