L'Angelo di Verola 2000
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SPECIALE PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA
Dal 3 al 10 maggio 2000
INSERTO
Il Pellegrinaggio in Terra Santa
e sui luoghi di Mosè:
una straordinaria esperienza di fede
Non è facile presentare il viaggio in Israele e in Giordania perché evidenzia una
caratteristica ben definita: si tratta di un pellegrinaggio nei luoghi dove Gesù ha
vissuto e ha manifestato i suoi insegnamenti. Ma che cos'è un pellegrinaggio? Il bel
volumetto consegnatoci dalla Brevitours Insieme verso il Padre ci offre le
risposte.
Per i cristiani recarsi in pellegrinaggio è:
- rispondere a una chiamata. È la stessa voce che udì per primo Abramo, nostro padre
nella fede: Esci dalla tua terra e va dove ti indicherò.
- presentarsi a un appuntamento. Andiamo a Gerusalemme a vedere il volto del
Signore.
- portare alla luce la nostra identità di sempre.
Tutta la nostra vita è un pellegrinaggio e un cammino verso una meta ben precisa. Nella
sua prima lettera, Pietro esorta i cristiani aessere stranieri e pellegrini e a
comportarsi con serietà all'interno del mondo in cui vivono. Il pellegrinaggio è
quindi molto più di un semplice viaggio, è un itinerario del cristiano verso le proprie
radici spirituali per continuare con forza e speranza il cammino dell'esistenza
quotidiana.
Con questo spirito e con grande entusiasmo, mercoledì 3 maggio alle 8.40 decolliamo
dall'aeroporto di Verona; per molti è il primo volo e lo si vede: qualche segno di
emozione, un pallore di troppo, ma tutto passa quando siamo in quota. Il tempo scorre
veloce e alle 13 tra uno squarcio di nubi appare la Terra Santa: siamo a Tel Aviv. Le
pratiche doganali sono abbastanza veloci; recuperati i bagagli, ci infiliamo sul nostro
pullman e partiamo alla volta di Nazareth. Don Luigi ci presenta Paolo Pellizzari, la
nostra guida, che, carta geografica alla mano ci illustra il nostro itinerario: è uno
straordinario percorso storico, culturale e spirituale che ci permette di verificare la
sua profonda cultura, la puntuale competenza biblica e linnata capacità di
trasmettere agli altri pensieri e concetti non sempre facili. Non è certamente semplice
raccontare per esempio la complessità di un paese che è Terra di Dio per tre
grandi religioni quali il Cristianesimo, il Giudaismo e lIslam ed è terra viva, non
un museo, con tutte le contraddizioni, le lacerazioni, i problemi di un insieme di
comunità che con difficoltà convivono e spesso questa convivenza sfocia nel conflitto
(labbiamo visto anche in questi giorni).
Costeggiamo il Mar Mediterraneo fino a Cesarea e pieghiamo per Afula; le autostrade sono
modernissime, le strade ampie, i terreni coltivati con cura; è l'Occidente nel Medio
Oriente. Senza accorgercene, immersi nella puntuale e affascinante presentazione di Paolo,
arriviamo a Nazareth; il piccolo nucleo rurale che fu testimone della fanciullezza di
Gesù è oggi una cittadina di 60.000 abitanti adagiata su colline bianche e verdeggianti.
E a Nazareth proviamo la prima grande emozione: la Santa Messa nella Basilica
dell'Annunciazione, l'ultima delle numerose chiese costruite sulla grotta della Madonna in
cui l'angelo Gabriele annunciò la prossima maternità della Vergine Maria: Ave
Maria, piena di grazia, il Signore è con te ... Ecco, concepirai nel tuo seno
e darai alla luce un figlio, che chiamerai Gesù.... Visitiamo la Sinagoga, il luogo
di culto e di incontro del tempo di Gesù, e il senso è proprio questo: pensare alla sua
fanciullezza e alla sua vita quotidiana. Stanchi, ma affascinati da questo primo incontro
con la Terra di Gesù ci ritiriamo nel nostro hotel.
Giovedì, 4 maggio, di buon mattino lasciamo Nazareth, attraversiamo Cana senza
fermarci; purtroppo l'intensità del programma non ci permette di visitare la Chiesa del
Miracolo che vediamo da lontano. In breve siamo sul Monte delle Beatitudini e
nell'incantevole posto, di fronte al Lago di Tiberiade, in cui Gesù scelse tra i
suoi discepoli i dodici cui diede il nome di Apostoli, ascoltiamo una Santa Messa
straordinariamente intensa. Subito dopo, scendiamo lungo il fianco della collina fino al
luogo pianeggiante dove la tradizione vuole che Gesù abbia proclamato le Beatitudini. Con
grande commozione ne ricordiamo linizio: Egli allora, alzati gli occhi sui suoi
discepoli, disse: Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché possederanno la terra. Beati gli affamati e assetati di
giustizia...".
Continuiamo poi fina a Tabgha. In questo sito, due chiese ricordano due eventi
straordinari: il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e la terza
apparizione di Cristo ai discepoli dopo la Resurrezione. Visitiamo prima la Chiesa del
Primato di Pietro, costruita intorno a una roccia la Mensa Christi. Su questa
roccia, Gesù avrebbe conferito a Pietro il primato sugli altri Apostoli e quindi affidato
l'incarico di futuro capo della chiesa: Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la
mia Chiesa. E su questa pietra, Papa Paolo VI restò a lungo disteso nel suo
memorabile viaggio in Terra Santa e il fatto è ricordato da un bel mosaico. Entriamo
nella bella Chiesa della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci, costruita di recente sul
luogo di un'antica chiesa bizantina della quale rimangono interessanti mosaici, a sua
volta costruita sul luogo dove Gesù moltiplicò i due pesci e i cinque pani e noi non
possiamo non pensare alle sue parole: ...Poi fatte sedere le Turbe sull'erba, prese
i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo e li benedì;...". Proseguiamo
il nostro cammino nei luoghi in cui si sviluppò il ministero di Gesù in quei due anni e
mezzo intercorsi tra la partenza da Nazareth e l'arrivo a Gerusalemme dove la sua vicenda
umana si conclude con la Passione, la Morte e la Resurrezione. A Cafarnao, ci sono tanti
episodi legati ai Vangeli; Marco dice: Andarono a Cafarnao e entrato di sabato nella
Sinagoga, Gesù si mise a insegnare, come uno che ha autorità e non come gli
Scribi... e a Cafarnao Gesù compì molti miracoli. Visitiamo le vestigia di
unantica sinagoga e i resti di unantica abitazione che la tradizione indica
come la casa di Pietro. Riprendiamo il nostro cammino, superiamo il Giordano, grande
delusione, è poco più grande dello Strone, ma è la vita per questa terra e ai piedi
delle alture del Golan, ci fermiamo per il pranzo in un Kibbutz; gustiamo il pesce di San
Pietro, beviamo un caffè e via per la traversata del lago che è abbastanza mosso. La
giornata è bella e quindi arrischiamo e ne vale la pena. All'arrivo riprendiamo il
pullman per la salita al Monte Tabor.
Attraversiamo dolci colline e piane intensamente coltivate, il lago di Tiberiade è una
straordinaria riserva d'acqua per questa terra fertilissima; all'improvviso la sagoma
imponente e tondeggiante di un monte ci appare: è il Tabor.
Per salire utilizziamo taxi guidati da autisti spericolati; dalla sommità il panorama
spazia fin quasi all'infinito; dalla porta daccesso fortificata passiamo nello
spazio di un antico convento ed entriamo nella moderna Basilica della Trasfigurazione;
notiamo i resti di antiche chiese e la Cripta conserva elementi architettonici
delletà bizantina e del periodo delle crociate. Il luogo è mistico; esso ricorda
levento miracoloso narrato da Matteo: "...Sei giorni dopo, Gesù prese con sé
Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte.
E si trasfigurò davanti a loro: il suo volto risplendeva come il sole e le sue vesti
divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano
con Lui...". La trasfigurazione è il momento in cui la figura di Gesù appare in
tutto il suo splendore e in tutta la sua gloria, è unanticipazione della
resurrezione, è il momento della rivelazione più grande e più forte della sua
divinità, ma è anche il momento in cui da parte del Padre viene la conferma che il modo
in cui Gesù sta portando avanti la sua missione è giusto: ...ecco, questo è il
mio Figlio diletto, ascoltatelo..." certo, è la strada della sofferenza, della
passione e della morte per arrivare alla gloria, ma è la strada giusta, non vi è altra
strada. I discepoli che incominciavano a dubitare delloperato di Gesù e
incominciavano a fare marcia indietro, hanno la conferma che quella è lunica
strada; non si arriva alla gloria se non si passa attraverso la sofferenza, la passione e
la morte. La Trasfigurazione non avviene solo alla presenza di testimoni contemporanei di
Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, ma alla presenza di Mosè e di Elia: è tutta la storia
della salvezza, la legge e i Profeti che sono presenti nella vicenda che Gesù sta vivendo
Lui stesso; è un'indicazione preziosa anche per noi: se vogliamo vedere Gesù in tutta la
sua pienezza, quindi non solo come il figlio dell'uomo ma anche come figlio di Dio
dobbiamo passare attraverso Mosè ed Elia, dobbiamo passare anche attraverso la prima
alleanza, attraverso l'Antico Testamento. Sarà il percorso del Monte Nebo. E alla luce
del sole che scompare dietro le dolci colline della Galilea, un po stanchi per
l'intensa ed emozionante giornata rientriamo nel nostro hotel di Nazareth.
Venerdì, 5 maggio alle 7.30 lasciamo Nazareth; il paesaggio è dolce; colline, vallate
e pianure sono intensamente coltivate, usciamo dalla bassa Galilea ed entriamo nella terra
della vecchia Decapoli e a Bet Shean riattraversiamo il Giordano che uscito dal Lago di
Tiberieade si avvia, sempre più piccolo e povero dacqua al Mar Morto. Siamo alla
frontiera; le pratiche doganali sono lunghe ma alla fine si parte. I primi kilometri in
Giordania ci fanno scoprire un paese e una civiltà completamente diversi:
lagricoltura è più povera, le case modestissime, tende dei Beduini con pecore e
capre, in una parola, il Medio Oriente. Mahamud, la guida giordana ci presenta il suo
paese e in particolare il territorio che stiamo attraversando, molto bello, ricco di
contraddizioni, fatto di colline brulle e meravigliosamente verdi dove c'è lacqua.
Percorriamo la valle del Kufrinja e a Qal'at er Rabad vediamo su un cocuzzolo il poderoso
castello dei crociati. A Jarash ( Gerasa) pranziamo con sapori orientali, poi partiamo
alla scoperta della Gerasa romana. La sabbia che lha ricoperta per secoli ne ha
preservato lincanto e limpressionante splendore. Racchiusa entro mura romane,
Gerasa è imperniata attorno al Cardo e a due decumani con uno straodinario foro
ellittico, due templi dedicati a Artemide e Zeus, due terme, due teatri ancora
funzionanti, fontane, strade colonnate, portici e un ippodromo. Purtroppo i frequenti
terremoti, le guerre e le invasioni ne decretarono labbandono. Riprendiamo il nostro
cammino verso il monte Nebo; attraversiamo zone desertiche e zone coltivate e finalmente
in lontananza vediamo il monte Nebo; ma qual è la ragione del nostro pellegrinaggio in
questa parte della Giordania? Da queste parti sono passati Abramo, Isacco, Giacobbe, i
Patriarchi e sul Monte Nebo si conclude la vicenda umana di Mosè, sono i luoghi delle
ultime tappe dellEsodo. Usciti dallEgitto, gli Ebrei ricevono sul Sinai le
Tavole della Legge: è lalleanza tra Dio e il suo popolo; incomincia quindi il
cammino di avvicinamento alla Terra Promessa; ma la loro fede vacilla e anche Mosè
dubita, per questo lui e la sua generazione non vedranno la Terra Promessa. E sul Monte
Nebo c'è la conclusione di questo cammino di avvicinamento; è sul Monte Nebo che Mosè
muore dopo che Dio ha mostrato la terra promessa ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Dopo
aver passato una intera vita al servizio di Dio con questa punizione incombente, dalla
bocca di Mosè esce un cantico di lode a Dio e poi la benedizione per ogni singola tribù.
Mosè invita il suo popolo a ricordare che non vuol dire piangere sul passato, ma è
sapere che Dio ci prende per mano, ci conduce di qua e di là, ma che il suo cammino le
cui tappe non riusciamo a vedere con chiarezza è un cammino di misericordia; e Mosè
invita ad ascoltare: ascolta il Signore, Dio tuo.Ricordare e Ascoltare sono un
binomio importantissimo anche per ciascuno di noi. E Mosè muore con il bacio di Dio.
Quanta commozione, e il pensiero di tutti noi corre al Papa, venuto fin quassù per
sottolineare un aspetto importantissimo: Gesù è figlio del suo popolo, è figlio di
questa terra, legato a questa terra, legato al popolo della prima alleanza, legato al
popolo della promessa. Visitiamo la Basilica con i resti di magnifici mosaici bizantini,
preghiamo e cantiamo, godiamo dello straodinario paesaggio che spazia sul Mar Morto, su
Gerico e il deserto di Giuda e sulla valle del Giordano e sulla sorgente di Mosè.
Scendiamo a Madaba cittadina di tradizione cristiana, visitiamo la chiesa di San Sergio
con la mappa musiva costruita nel VI secolo indicante la Terra Santa con tutti i luoghi
santi e abbiamo anche il piacere di applaudire un matrimonio. Alle 20.00 siamo nel nostro
hotel di Amman.
Sabato, 6 maggio alle 7.30 siamo già in pullman, ci attendono 250 kilometri di deserto;
visitiamo velocemente alcuni quartieri di questa bella città bianca, pulita e ordinata e
poi dopo alcuni km è il deserto; le abitazioni molto modeste si raccolgono attorno ai
pozzi; anche il deserto diventa fertilissimo dove cè acqua; il deserto ci
affascina, ci incanta, lazzurro del cielo e il giallo del deserto ci inebriano. Alle
12.00 siamo a Wadi Musa, il nostro hotel è proprio di fronte alla sorgente di acque
limpidissime che la tradizione chiama: la sorgente di Mosè perché è qui che Mosè
colpendo la roccia, fece sgorgare l'acqua che dissetò il suo popolo durante il
travagliato viaggio verso la terra promessa. Alle 14.00 ben ristorati partiamo alla
scoperta di Petra, la leggendaria città rossa dei Nabatei. È la più sensazionale
passeggiata (14 kilometri) che un viaggiatore possa fare: alla fine di una strettissima
gola, il siq, dalle vertiginose pareti rosse, gialle e grigio-oro, appaiono templi scavati
nella roccia e templi romani, tombe, il teatro, la strada colonnata e i resti di una
chiesa bizantina con magnifici mosaici. Non diciamo di più: ad altri il piacere di
scoprire Petra. Alle 19.00, distrutti ma entusiasti rientriamo in hotel.
Domenica, 7 maggio, alle 7.00 siamo in pullman, riattraversiamo il deserto e alle 9.30
scendendo dall'altopiano giordano, tra gole e dirupi, scorgiamo il Mar Morto e la
lussureggiante oasi di Gerico nel bel mezzo di un incredibile e spettrale deserto di
colline bianche. Alle 10.00 siamo alla frontiera del ponte Allenby, siamo liberi alle
11.45. Passiamo vicino Yardenit il luogo sul Giordano del battesimo di Gesù e arriviamo a
Gerico dove pranziamo. Ripartiamo presto, fiancheggiamo gli scavi della primitiva Gerico
che risale al 7.800 a.Cr. e arriviamo ai piedi del Monte delle Tentazioni.
Lepisodio delle tentazioni di Gesù è così descritto da Matteo: ...II
diavolo lo trasportò di nuovo sopra un altissimo monte, gli mostrò tutti i regni del
mondo e la loro magnificenza, poi gli disse: Tutto questo ti darò, se ti prostri e
mi adori. Ma Gesù rispose: Vattene Satana perché sta scritto: Adorerai il
Signore Dio tuo! Lasciamo il desolato e aspro Monte delle Tentazioni e proseguiamo
per Qumram, la cittadina degli Esseni, asceti che davano grande importanza alla purità.
In alcune grotte di questa località furono trovati in vasi di terracotta dei Rotoli
manoscritti perfettamente conservati per duemila anni, contenenti brani del Vecchio
Testamento, i Vangeli Apocrifi e altri scritti degli Esseni. Il caldo è notevole, il sole
dardeggia; visitiamo velocemente gli scavi archeologici e scendiamo al Mar Morto. Lorenzo,
la Mascotte del nostro gruppo vi si tuffa e... galleggia. La salinità dellacqua è
tre volte superiore a quella dei mari e siamo a 440 metri sotto il livello del mare.
Lasciamo il Mar Morto e attraverso una tortuosa ma affascinante stradina ci inerpichiamo
nel Deserto di Giuda; il panorama è da mozzafiato: aride e scabre colline scavate da
profonde gole e depressioni si susseguono ininterrotamente fin quasi a Gerusalemme, il
gioco dei colori domina questo paesaggio surreale che deve essere conosciuto; e in una di
queste gole scopriamo, attaccato alla roccia un monastero bizantino, uno dei tanti
costruiti nel V-VI secolo nel Deserto di Giuda. Le torri di Gerusalemme ci appaiono
all'improvviso, ma prima ci fermiamo a Betania (E1 Azaryia in arabo) per la celebrazione
della Santa Messa nella Chiesa di Lazzaro. Anche questa chiesa sorge nel luogo un tempo
occupato da antichi edifici religiosi e su una grotta con un ambiente detto comunemente
Tomba di Lazzaro. Con la visita al Monte delle Tentazioni e la commovente
Messa nella Chiesa di Lazzaro riprendiamo il nostro cammino sulla via di Gesù che avevamo
lasciato, si fa per dire, in Giordania sulle orme di Mosè. Ormai Gerusalemme ci attende,
la nostra formidabile guida, Paolo, ci porta sulla collina della nuova università ebraica
per poter ammirare la Città Vecchia cinta dalle sue mura possenti e la Città Nuova che
si estende su numerosi colli. Il grande caldo ci ha un po spossati, ma i dolori
artritici e reumatici sono stranamente passati. Il riposo nel nostro ottimo hotel ci
rimette in sesto.
Lunedì, 8 maggio, ben riposati, partiamo per la visita della Città Santa e
incominciamo con la grandiosa Spianata del Tempio che conserva il ricordo del secondo
tempio innalzato da Erode il Grande e distrutto dai legionari di Tito. Questo grande
spazio, cinto parzialmente da poderose mura è un luogo sacro per i Cristiani perché
ricorda due importanti vicende della vita terrena di Gesù, per gli Ebrei perché vi
sorgeva il Tempio di Salomone e il Secondo Tempio; è anche un luogo sacro per i Musulmani
che ne hanno fatto la terza meta di pellegrinaggio dopo La Mecca e Medina. Quasi al centro
della spianata si staglia la magnifica Moschea di Omar, detta anche la Cupola della
Roccia. All'interno infatti una balaustra cinge la roccia sacra a Ebrei e Musulmani;
eretta nel VII secolo, fu finita da Solimano il Magnifico con splendidi decori in
maiolica. La parte meridionale della spianata è occupata dalla grandiosa Moschea El Aqsa;
eretta nell'VIII secolo, ingrandita dai crociati fu riconvertita in moschea nel 1187. La
visita crea qualche simpatico problema, bisogna entrare scalzi, lasciare le borse, ma sono
piccole cose di fronte alla magnificenza. Lasciamo la Spianata per inoltrarci nel
quartiere arabo, le vie sono strettissime piene di botteghe incredibilmente zeppe di
merce, quasi non si può camminare; incontriamo un gruppo neocatecumenale di Gottolengo
che salutiamo e di colpo ci troviamo in una viuzza elegante, è il quartiere ebraico;
percorriamo il cardo massimo, vediamo i resti della Sinagoga Hurva e la Sinagoga Tiferet
Israel e arriviamo al Muro del Pianto, il caposaldo della fede ebraica e di fatto il
simbolo di un Popolo e di una Nazione. Assistiamo ad una commovente cerimonia che
corrisponde alla nostra Cresima: i tredicenni pregano presso il muro, poi partono
accompagnati dalla musica e dai canti di gioia delle donne che partecipano al rito nel
luogo loro riservato. Rientriamo in hotel per il pranzo e per un breve riposo. Alle 14.30
siamo di nuovo in viaggio per Ein Karem per la visita della Chiesa di San Giovanni
Battista e la Chiesa della Visitazione o del Magnificat; nella prima, una cripta accoglie
la Grotta del Benedictus, ritenuta il luogo dove venne alla luce Giovanni Battista, la
seconda costruita sulle rovine di una chiesa bizantina e di una crociata ricorda la
risposta data da Maria alla cugina Elisabetta durante l'episodio evangelico della
Visitazione.
...Or, appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il fanciullo le balzò nel seno,
mentre Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo ed esclamò ad alta voce dicendo: -
Benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!- ...Allora Maria disse: -
Lanima mia magnifica il Signore, e il mio spirito gioisce in Dio, Mio Salvatore
-.... Al Campo dei Pastori, dove ci portiamo, in questo commovente luogo Don Luigi
celebra la Santa Messa alla quale partecipiamo con profonda commozione. Levangelista
afferma: ...Vi erano in quella medesima regione dei pastori che pernottavano in
mezzo ai campi per fare la guardia al proprio gregge. E un angelo del Signore apparve loro
e la gloria del Signore li avvolse di luce, sicché furono presi da un grande timore. Ma
langelo disse: - Non temete: ecco, vi porto una lieta novella, che sarà di grande
gioia per tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di David il Salvatore, che è
Cristo Signore..troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una
mangiatoia....
Visitiamo il Santuario moderno e le vestigia di edifici delle prime comunità cristiane e
la Grotta dei Pastori poi partiamo per Betlemme per la visita della Basilica della
Natività. Da lontano, la candida Betlemme, adagiata su spoglie colline punteggiate di
verde sembra aver mantenuto inalterate le caratteristiche bibliche delletà più
remota. Ma entrandovi, ci si accorge che la cittadina è cresciuta, è viva e animata. In
pochissimo tempo siamo davanti alla Basilica della Natività che dallesterno offre
impressione di una poderosa struttura fortificata. Costruita sul luogo venerato dai
pellegrini sin dai tempi più remoti, la Basilica attuale è quella fatta costruire da
Giustiniano nel VI secolo sui resti ancora visibili (il bel pavimento a Mosaico) della
Basilica fatta costruire da SantElena la madre di Costantino nel 314 d.Cr. Ma il
momento più intenso e più bello è la visita alla Grotta della Natività: una stella in
argento rischiarata dalla luce di 15 lampade indica il luogo tradizionale della nascita di
Gesù ...Anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazareth, per recarsi
in Giudea, nella città di David, chiamata Betleem, perché egli era della casa e della
famiglia di David per farsi iscrivere insieme a Maria sua sposa, che era incinta. Ora,
mentre si trovavano là, si compirono i giorni in cui ella doveva avere il bambino, e
diede alla luce il suo figlio primogenito; lo avvolse in fasce e lo adagiò in una
mangiatoia, perché all'albergo per loro non c'era posto....
Il momento di preghiera è intenso e il raccoglimento ci fa dimenticare completamente le
vicissitudini e le traversie della quotidianità. È tardi, rientriamo in hotel.
Martedì, 9 maggio, verso le otto, incominciamo la giornata dal Monte degli Olivi con la visita della Cappella dell'Ascensione. Costruita dai Crociati sul luogo di un antico santuario paleocristiano, essa racchiude la roccia dalla quale Gesù ascese al cielo. ...Poi li condusse fuori, verso Betania e, alzò le mani, li benedì. E mentre li benediceva, si partì da loro e ascese al cielo...".Questo è il luogo in cui si è conclusa la vicenda umana di Gesù che abbiamo seguito fin da Nazaret impossibilitati, per evidenti ragioni a seguirne il percorso cronologico. Ma sappiamo che Gesù è salito al cielo, è lì ad intercedere presso il Padre ed è importantissimo per la comunione tra Lui e noi. Gesù è presente. Ora, noi attendiamo il suo ritorno; viviamo in questo periodo tra la sua andata e il suo ritorno....Tornerà allo stesso modo in cui l'avete visto salire al cielo.... La sua prima venuta è stata nellumiltà, nella povertà e nella semplicità, la seconda quella che attendiamo è nella gloria. Scendiamo verso la Chiesa del Padre Nostro. SantElena, nel 314/316 aveva fatto costruire tre basiliche sulle tre Grotte mistiche: la Grotta della Natività, la Grotta del Santo Sepolcro e la Grotta del Padre Nostro. Purtroppo di questa primitiva chiesa esistono pochi resti perché distrutta dai Persiani, la chiesa attuale è moderna, ma la grotta in cui Gesù insegnò il Padre Nostro emana sempre un senso di mistica spiritualità. E Don Luigi intona il Pater Noster, la preghiera universale, che tutti cantiamo con profonda commozione. Ci fermiamo nel giardino del Getsemani, uno dei luoghi sacri caro ai cristiani; la spiritualità del luogo emana dagli ulivi millenari, e Don Luigi ci invita a meditare sulle nostre difficoltà, sulle nostre croci e soprattutto quando ci sarà difficile ricordare il Padre Nostro, a non disperare mai, a vedere in tutte le azioni buone la mano e la volontà di Dio che è una volontà di salvezza e a non dimenticare lesperienza che noi abbiamo vissuto in questi giorni. Entriamo poi nella Chiesa del Dominus Flevit che ricorda il pianto di Gesù davanti alla città ignara del suo destino: ...Quando fu vicino alla vista della città, pianse su di essa... e non lasceranno in te pietra sopra pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata.... Nell'Hortus Getsemani, poco distante dal Tempio, dove Gesù veniva a pregare, trascorse la notte dellarresto, pregando in angoscia mortale ...Frattanto giunsero in un podere, detto Getsemani, e disse ai suoi discepoli: - Sedete qui, mentre io sarò in orazione...-; nello stesso Hortus, poco distante dalla Chiesa della Tomba di Maria, nella Grotta del Getsemani, Gesù tradito da Giuda, viene arrestato. Visitiamo la Basilica dellAgonia o delle Nazioni eretta sul luogo che ricorda l'agonia di Gesù e la grotta del Getsemani poi scendiamo verso la Chiesa della Tomba di Maria conosciuta anche come Chiesa dell'Assunzione; ledificio attuale è quello costruito dai Crociati sui resti di un edificio bizantino; allinterno una lunga scala ci consente di scendere in una camera sepolcrale con la Tomba vuota della Madonna. Lintensa e commovente mattinata è finita, rientriamo in hotel per il pranzo e un breve riposo. Alle 14.30, dalla Porta dei Leoni entriamo nella Città Vecchia, visitiamo la Chiesa di SantAnna e in particolare la Cripta ritenuta il luogo della nascita della Madonna; dalla Chiesa della Flagellazione iniziamo la Via Crucis, il momento culminante del nostro pellegrinaggio; la Via Dolorosa si snoda tra botteghe, bazar e ristoranti, è la vita di tutti i giorni; facciamo le Stazioni pregando e cantando; pensiamo a Gesù quando percorse con la croce la Via Dolorosa; anche allora Gesù, passò certamente tra una turba di indifferenti, tra gente che mercanteggiava, che rideva e gente che pregava e che piangeva. E ai piedi del Calvario preghiamo: Signore Gesù, con te siamo saliti sul Calvario; ora ti chiediamo che la luce della tua croce illumini i nostri giorni. Il ricordo della tua sofferenza sia sempre nel nostro cuore; sarà, così, sorgente di un intenso amore per te che ci hai amato. ...Quando furono giunti sul luogo, detto Cranio,li crocifissero, lui e i malfattori.... Il luogo dellesecuzione è occupato da due cappelle: la prima custodisce lAltare dei Chiodi della Croce, la seconda icone a grandezza naturale raffiguranti il Cristo, la Vergine e Giovanni. Sotto il Cristo, è visibile una roccia sulla quale un anello in argento indica il punto nel quale venne infissa la croce. Il momento culminante è la visita al Santo Sepolcro; lintensità emotiva è turbata dalla folla, il sommesso vocio interrompe il momento di meditazione; la penitenza per i nostri peccati è assai modesta: due ore di attesa e di spintoni per un minuto di indicibile commozione e di intensa spiritualità nell'Edicola del Santo Sepolcro. Siamo emozionati, lesperienza è stata semplicemente straordinaria. Riattraversiamo il quartiere arabo, usciamo dalla Porta di Damasco, e in pullman rientriamo in hotel. Dopo cena, non ancora stanchi, usciamo per festeggiare anche noi la festa nazionale; il centro della città nuova è pedonalizzato, orchestre suonano un po dappertutto, ma soprattutto siamo vittime anche noi delle battaglie a suon di bombole spray; rientriamo velocemente non senza aver prima visto il quartiere degli artisti.
Mercoledì. 10 maggio alle 7.30 abbiamo già caricato i nostri bagagli, ci dispiace
partire, ma desideriamo rientrare; partiamo, le strade sono vuote, in poco tempo siamo al
Cenacolo; la sala del periodo crociato e ricostruita sul luogo dove si svolse
lUltima Cena, durante la quale il Cristo istituì lEucaristia. Nel medesimo
luogo, sette settimane più tardi, lo Spirito Santo scese su a Maria gli Apostoli durante
la Pentecoste. Dal Cenacolo passiamo alla tomba del re David: il grandioso sarcofago,
rivestito da un drappo rosso con la stella di David, è sormontato da 22 corone della
Torah, in argento massiccio, che rappresentano la successione dei sovrani che, dopo David,
si sedettero sul trono dIsraele. Sul monte Sion, Cenacolo, Cenotafio del re David e
Basilica della Dormizione facevano parte di un unico grandioso complesso; la Basilica
della Dormizione attuale, sorta nel luogo in cui la Madonna si sarebbe addormentata nel
sonno eterno, è un edificio dei primi del 900 e funge oggi da chiesa patriarcale di
Gerusalemme, essendo il Santo Sepolcro chiuso per le celebrazioni. Nella Cripta intoniamo
la Salve Regina, ascoltiamo le parole di Paolo che illustra gli affreschi
raffiguranti una serie di figure femminili dell'Antico Testamento e le donne che hanno
accompagnato Gesù a Gerusalemme e la rappresentazione scultorea della Vergine Dormiente.
Il tempo è tiranno, salutiamo dallalto Gerusalemme e via a Emmaus per la
celebrazione dell'ultima Santa Messa in Terra Santa. La chiesa costruita dai francescani
agli inizi del 900 sorge sul luogo di un preesistente edificio religioso del XII
secolo, al suo interno un dipinto ricorda la Cena di Emmaus: ...Or,
mentre si trovava a tavola con essi, prese il pane, lo benedì e spezzandolo, lo porse ai
suoi discepoli... (Luca, XXIV 30). Questa Messa, celebrata all'aperto di fronte ad
un panorama che sembra infinito, chiude il nostro percorso di fede e di preghiera. Sono
stati giorni intensi e proficui per noi; il contatto con questa terra e con la parola è
stato un grande arricchimento per tutti e uno stimolo a rivisitare testi che non sono solo
testimonianza del passato, ma sono anche un messaggio vivo e vivificante, che può creare
vita nella nostra situazione di oggi, con occhio nuovo e più attento ai messaggi che
vengono da questi luoghi.
Alle 14.30 lasciamo Tel Aviv, la quotidianità ci attende! Alle 19.00 siamo a Verolanuova.
Ritorneremo un giorno in Terra Santa?
Alberto Rossini
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