L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale

Anno XXVI n° 4 Aprile 2001

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Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Giovanni Gritti
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati

SOMMARIO

In copertina: Pietro Lorenzetti: Deposizione dalla Croce - Affresco (cm 446x652) - Chiesa di San Francesco - Assisi.   

  3 Pasqua: gioia di servire la vita (D. L. Corrini)
  6 Calendario Liturgico
13 La vita dei credenti
17 Eredità del Giubileo (D. Giovanni)
     Nessuno tocchi Caino (D. Giovanni)
25 Ogni mese...una preghiera (D. Giovanni)

vita parrocchiale

26 Il rendiconto economico della parrocchia (A. Rossini)
28 Restauri della Basilica e benefattori (A. Rossini)
29 Il Centro di Ascolto
33 Dalla Scuola di Vita  Familiare
     Comitato per il Beato Tadini
34 Dalla S. Vincenzo (M. Botter)
     Dal Circolo Acli (G. Baronio)
36 Pellegrinaggio a Loreto e Grecia Classica

dagli Oratori

38 Siamo cresciuti in famiglia
     P.E.O. Rileggiamolo (D. Giovanni)
42 Il Papa ai giovani
44 Vita di Oratorio
46 Messaggi che vanno, messaggi che tornano

le nostre rubriche

48 Non solo emergenza (Gruppo Conoscerci)
50 L’opera dei conti Gambara (R. Savaresi)
52 Verola sport (R. Bonera)
     Pensieri sparsi

varie - cronaca

54 “Al di là degli spazi e del tempo” (R. Mor)
56 “La Croce dell'amore (D. L. Lussignoli)
57 Dal Comune
     Un importante comunicato
59 Gli angeli della notte (Una Vincenziana)
60 Il mondo misterioso degli adolescenti (M. B.)
61 Turni delle farmacie
     Numeri utili di telefono
     Per i collaboratori dell'Angelo
62 Relax... (errebi)
63 Per i più piccoli
64 Non soltanto curiosità. Ciao a tutti
65 Piccola Gaia (“Cippi”)
     Dall'Avis
66 In memoria di un papà carissimo
     Abbonati all'Angelo
67 Anagrafe parrocchiale
     Offerte pro opere parrocchiali



la parola del Prevosto

Pasqua: gioia di servire la vita

L’evangelista Matteo scrive che Gesù mentre si recava a Gerusalemme per celebrare la "sua Pasqua", lungo la via prese in disparte i Dodici e disse loro. "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il figlio dell’uomo sarà consegnato ai pagani perché sia schernito, flagellato e crocifisso: ma il terzo giorno risusciterà". Poi soggiunse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi: ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo, appunto come il figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita a salvezza di molti".

Nella Pasqua, Gesù vive fino in fondo la sua missione. Venuto per servire, interpreta "il suo ruolo" fino allo scherno, alla flagellazione, alla crocifissione.

Sono questi i momenti che esaltano il suo servizio e che poi lo costituiscono Signore, Salvatore di tutti nella risurrezione.

Qualche domanda, indebita?..

Che significato ha, per una persona, il compito che la vita le assegna?

Che valore ha una funzione di capo, di dirigente di azienda, di insegnante, di agricoltore... di responsabile della famiglia ecc...?

Chi presiede all’amministrazione della cosa pubblica, chi possiede un grosso capitale, chi detiene i segreti della scienza, chi gode del favore popolare, chi ha il potere politico sono in diritto di esercitare la loro funzione, il loro ruolo puramente per un tornaconto economico, privato o per un successo personale?

Qual è la funzione del "ruolo" del posto che si occupa, del potere che si detiene?

Nella visione cristiana della vita "il ruolo" è il luogo, la situazione esistenziale nella quale la persona deve rendersi utile al prossimo, mettendo a disposizione degli altri le potenzialità che il ruolo conferisce.

L’occhio fa il suo speciale servizio a tutto il corpo e, quindi anche al cuore; il cuore svolge la sua funzione a servizio di tutto il corpo e, in parte all’occhio.

Così il cristiano, rivestito di una funzione, è occhio, è orecchio, è cuore ecc. nella Chiesa.

Nessuno è fuori gioco

Queste riflessioni calate nella vita della nostra comunità cristiana riguardano tutti. Nessuno deve sentirsi escluso, inutile.

Ognuno ha "un ruolo" proprio, personale che deve essere gestito a bene di tutti.

Penso ad alcune categorie di persone che sembrano socialmente fuori gioco. Gli anziani soprattutto, quelli che sperimentano in modo drammatico la solitudine; ho presente gli ammalati che considerano la loro vita ormai inutile, e lo dichiarano anche, perché si ritengono solo occasione di disagio per molti. E ancora l’anonima folla di coloro che portano pene di una vita non realizzata, situazioni di sofferenze morali che sembrano non avere fine.

Si ripete talora, non solo spiritualmente, il cammino verso Gerusalemme, luogo dello scherno, della flagellazione, della coronazione di spine e della crocifissione.

Vorrei dire a tutti di non disperare. Avete "un ruolo" una missione insostituibile all’interno della comunità cristiana.
È dalla sofferenza che il mondo trae la redenzione.
Nella visione della fede cristiana, è dalla morte che viene la vita.

La prossimità della Pasqua

Dopo un inverno interminabile nel quale la natura sembrava irrimediabilmente perduta ora, con la primavera, è tornata a dare i segni della sua vitalità ed è riesplosa in tutta la sua potenzialità un po’ ovunque nelle nostre campagne. Immagine della vita del credente che manifesta la sua vitalità attraverso il ciclo della sofferenza, della morte e della risurrezione.

Cristo con la sua passione e morte ha messo a disposizione degli uomini la sua missione di Salvatore ed è diventato "il Signore", colui che dà la vita e salva vivendo "il suo ruolo" fino al Calvario, luogo della sofferenza e del fallimento umano.

La prossimità della Pasqua, che è festa della gioia della vita, offra a tutti il dono di comprendere che non c’è situazione, per quanto umanamente assurda, che non sia aperta alla vita.

Tutti, anche coloro che si sentono ai margini e inutili, hanno "un ruolo", una missione: servire la vita, perché questo è amore che cresce sempre là dove c’è chi ha il coraggio di donare ciò che si è.

Buona Pasqua.



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Calendario liturgico
dall’1 aprile al 6 maggio


aprile

ORARIO SANTE MESSE

In Basilica: Prefestiva : ore 18.30
Festive : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30
: ore 15.00 Celebrazione Liturgica
Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.30
S. Rocco: Festiva : ore 9.00
S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00
Feriale : giovedì ore 20.00
Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30

1 Domenica V di Quaresima

Dal Vangelo - "...Alzatosi allora, Gesù disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed essa rispose: "Nessuno Signore". E Gesù le disse: "Neanch’io ti condanno, va e d’ora in poi non peccare più". (Gv. 8, 10-11)

Sante messe con orario festivo
ore 11.00 Solenne "Traditio symboli" (Consegna del Credo ai ragazzi della 2a media)
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 Salone Oratorio maschile: incontro per i genitori dei ragazzi/e della 3a media
ore 16.00 Salone Oratorio femminile: incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di aprile.

4 lunedì Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Via Crucis nella Diaconia S. Anna (Breda Libera)

3 martedì Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Via Crucis nella Diaconia S. Rocco (Zona via Indipendenza)

4 mercoledì Sante messe con orario feriale
ore 15.00 In Basilica si apre la preparazione alla Pasqua della donna. Recita del Vespro, S. Messa con riflessione.
ore 20.30 Via Crucis nella Diaconia Crocifisso (vie: Lombardia, Italia, Rovetta, Circonvallazione)

5 giovedì Primo del mese. Dopo la s. messa delle ore 9.00 adorazione comunitaria e privata fino alle ore 12.00
ore 15.00 Vespro e s. messa con riflessione per le donne
ore 20.30 Via Crucis nella Diaconia Madonna di Caravaggio (Zona delle Stadio)

6 venerdì Primo del mese. Dedicato alla devozione del S. Cuore
ore 15.00 Celebrazione della Pasqua delle donne. In Basilica s. messa solenne
ore 20.30 Via Crucis nella Diaconia S. Donnino (Zona Castellaro)

7 sabato Sante messe con orario feriale
ore 15.00 Sante confessioni pasquali per i ragazzi della 4a e 5a elementare


INIZIO della Settimana Santa

È la settimana più significativa dell’anno, quella che la tradizione liturgica e popolare chiama "Santa". Su questa settimana deve puntare l’impegno spirituale dei credenti. Sempre la liturgia, ma specialmente in questa settimana, ci fa rivivere il mistero pasquale nel quale Gesù, Figlio di Dio, incarnatosi e fatto obbediente fino alla morte di croce, è talmente esaltato nella Risurrezione e Ascensione da essere costituito Signore e poter così comunicare la sua vita divina affinché gli uomini, morti al peccato e configurati a Cristo, non vivano più per se stessi, ma per Gesù che morì e risuscitò per noi.
I primi giorni della Settimana Santa, nella nostra parrocchia, sono caratterizzati dalla celebrazione della Quarantore. Sono giorni di preghiera, di ascolto della Parola di Dio, di conversione che devono servirci da introduzione al triduo pasquale in cui si celebra il mistero di Cristo che per noi muore e risorge.


8 Domenica delle Palme. Inizio delle Quarantore

Dal Vangelo - "Gesù era ormai vicino alla discesa del Monte degli Ulivi quando tutta la folla esultando cominciò a lodare Dio a gran voce: "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore". (Lc. 19, 37-38)


Sante messe con orario festivo
ore 9.15 All’Oratorio maschile: benedizione degli ulivi. Processione verso la Basilica seguita dalla s. messa
ore 11.00 Santa Messa Solenne

ore 15.00 Apertura delle S. Quarantore. S. messa. Esposizione del Santissimo Sacramento. Breve riflessione.
NB = Il Santissimo rimane esposto all’adorazione dei gruppi e dei singoli.

ore 20.30 S. messa. Predica. Reposizione. (Partecipa il Coro parrocchiale)

9 lunedì della Settimana santa

ore 7.00 S. messa. Esposizione del SS. Sacramento
ore 9.00 S. messa per gli alunni delle elementari
ore 10.30 Omaggio alunni delle medie
dalle ore 12.00 alle ore 15.00 Adorazione individuale
ore 15.00 Celebrazione per tutte le donne della parrocchia
ore 17.00 Adorazione delle Figlie di S. Angela
ore 18.00 Adorazione delle Rev.de Suore
ore 20.30 S. messa. Meditazione. Reposizione. (Partecipa il Coro parrocchiale)

10 martedì della Settimana santa

ore 7.00 S. messa. Esposizione del SS. Sacramento
ore 9.00 S. messa per gli alunni delle elementari
ore 10.30 Omaggio alunni delle medie
dalle ore 12.00 alle ore 15.00 Adorazione individuale
ore 15.00 Celebrazione per tutte le donne della parrocchia
ore 17.00 Adorazione delle Figlie di S. Angela
ore 18.00 Adorazione delle Rev.de Suore
ore 20.30 S. messa. Meditazione. Benedizione Eucaristica solenne. Chiusura delle Quarantore (Partecipa il Coro parrocchiale)

11 mercoledì della Settimana santa

Sante messe con orario feriale (solo la mattina)
Vengono celebrate nella Cappella delle Rev.de Suore
ore 15.00 Presso l’oratorio femminile sante Confessioni per i ragazzi delle medie
ore 16.30 Ragazze delle medie
ore 20.30 Solenne Via Crucis nel centro cittadino: si svolgerà in piazza della Libertà

12 GIOVEDÌ SANTO

ore 9.30 Nel Duomo di Brescia S. Messa crismale celebrata dal Vescovo con i sacerdoti delle diocesi (viene trasmessa da Radiobasilica)
ore 16.30 S. messa per i ragazzi, gli anziani e gli ammalati
ore 20.30 S. messa nella "Cena del Signore". (Partecipa il Coro parrocchiale)


13 VENERDÌ SANTO

ore 15.00 In Basilica solenne Via Crucis per tutti
ore 20.30 Liturgia della Passione e bacio del Crocifisso (Partecipa il Coro parrocchiale)


14 SABATO SANTO

ore 7.00 I sacerdoti sono a disposizione per le Sante Confessioni
ore 15.00 Confessioni per gli uomini, i giovani e le signorine
ore 21.00 - PASQUA Solenne Veglia pasquale
È l’ora più solenne di tutto l’anno liturgico. S. Agostino la chiama "Madre di tutte le veglie"; si veglia nella Risurrezione: mistero centrale della nostra fede

Santa Messa con la partecipazione del Coro parrocchiale.


15 DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

Solennità con ottava

Dal Vangelo - "Nel giorno dopo il sabato. Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro..." (Gv. 20,1)


Sante messe con orario festivo
ore 11.00 S. messa solenne (con la partecipazione del Coro parrocchiale)
ore 18.00 Vespri solenni. Benedizione Eucaristica seguita dalla s. messa

16 LUNEDÌ DELL’ANGELO

Sante messe con orario festivo
La santa messa delle ore 11.00 è celebrata in S. Rocco

Nel pomeriggio è sospesa la celebrazione liturgica
ore 16.00 Celebrazione comunitaria dei battesimi
ore 18.30 S. messa


22 Domenica II di Pasqua. In Albis Depositis
Ottava di Pasqua

Dal Vangelo - "Otto giorni dopo... venne Gesù a porte chiuse... e disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda bene le mie mani..." Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio". (Gv. 20, 26-28)


Sante messe con orario festivo
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 Salone Oratorio maschile: incontro per i genitori dei fanciulli/e della 2a elementare

25 mercoledì S. Marco evangelista. Festa
Sante messe con orario feriale

26 giovedì Beato Giovanni Piamarta - fondatore degli Artigianelli
Sante messe con orario feriale


29 Domenica III di Pasqua

Dal Vangelo - "Gesù apparve di nuovo sulla riva del lago... e disse (ai discepoli): "Gettate la rete dalla parte destra e troverete... La gettarono e non poterono più tirarla su per la gran quantità di pesci" (Gv. 21, 4-6)


Sante messe con orario festivo
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 Presso le Rev.de Suore, incontro con l’Azione Cattolica Adulti

Maggio


ORARIO SANTE MESSE

In Basilica: Prefestiva : ore 18.30
Festive : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30
: ore 15.00 Celebrazione Liturgica
Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.30
S. Rocco: Festiva : ore 9.00
S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00
Feriale : giovedì ore 20.00
Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30


1 martedì S. Giuseppe lavoratore
ore 9.00 S. messa per il mondo del lavoro
*** Si apre oggi il mese dedicato alla devozione verso la Madonna. Ogni sera del mese la santa messa vespertina è preceduta dalla recita del s. Rosario. Sono in programma sere di preghiera nelle varie Diaconie. Il calendario sarà pubblicato nel prossimo numero.
Ogni sera dalle ore 20.30 il Santo Rosario è recitato nelle chiese sussidiarie di S. Rocco, Cappella Casa Albergo, Madonna di Caravaggio, (Stadio) e Chiesa di S. Donnino.

2 mercoledì Parte il pellegrinaggio parrocchiale: "Sulle strade di S. Paolo": visita in Asia Minore ai luoghi dove sono nate e cresciute le comunità cristiane e dove la Chiesa si è riconosciuta nelle verità confessate nel Credo.

3 giovedì Primo del mese. Dopo la s. messa delle ore 9.00 adorazione comunitaria e privata fino alle ore 12.00

4 venerdì Primo del mese dedicato alla devozione del Sacro Cuore

5 sabato Festa di S. Gottardo in S. Donnino
ore 9.00 e 11.00 Sante messe
ore 17.00 S. Rosario e benedizione con la reliquia del Santo


6 Domenica IV di Pasqua
Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Dal Vangelo - "Gesù disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono". (Gv. 10, 27)

Sante messe con orario festivo
ore 15.00 Celebrazione della Prima Riconciliazione per i fanciulli/e della 2a elementare
ore 17.00 Salone Oratorio maschile: incontro con i genitori dei fanciulli/e della 4a e 5a elementare
ore 17.00 Salone Oratorio femminile - (Rev.de Suore): incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di maggio.


Settimana Santa


La vita
dei credenti
esprima
il mistero
pasquale


Riprendiamo questo servizio sulla "Settimana Santa". In essa si celebra il centro della fede cristiana. Abbiamo davanti un mese, un tempo prezioso per riflettere su quanto qui ci viene proposto. Dedichiamo qualche momento, possibilmente ogni giorno, alla lettura meditata di questo servizio. Scopriremo la gioia di essere cristiani e la bellezza della "Settimana" che introduce a gustare la Pasqua per annunciarla agli altri come il vero senso della vita.

Con la Domenica di Passione o delle Palme si inaugura la "Settimana santa". È la settimana dedicata alla celebrazione delle fasi conclusive e supreme del mistero della salvezza operata da Gesù Cristo.
In questa settimana vi è il "Triduo sacro" che la caratterizza propriamente come "settimana pasquale".
La Chiesa così descrive il Triduo sacro: "Il Triduo pasquale della Passione e della Risurrezione del Signore ha inizio con la Messa vespertina "In Coena Domini", ha il suo centro nella Veglia pasquale e termina con i Vespri della Domenica di Risurrezione".

1. Domenica delle Palme

"Cristo umiliò se stesso...: per questo Dio l’ha esaltato!"

La "regalità" di Cristo sconvolge i nostri schemi di interpretazione e di esercizio del potere. Gesù Cristo è "Re-crocifisso!".
Il suo potere Egli non lo esprime con il prestigio, il successo e l’imposizione ma lo vive dolorosamente annullandosi nella umiliazione della croce, sulla quale redime tutto il peccato dell’uomo. Questo cambiamento di significato del potere e questo nuovo stile nell’esercitarlo si spiegano nel fatto che Gesù Cristo ha inteso essere il "Signore degli uomini" con l’amore verso tutti indistintamente. La sua "regalità" infatti è "servizio": per questo Egli merita ascolto ed imitazione da parte nostra, da parte di ogni uomo.
La nostra partecipazione quindi alla processione ed alla Eucaristia della Domenica delle Palme deve esprimere pubblicamente che noi intendiamo accettare l’atteggiamento e lo stile di carità. "Il maggiore fra voi, colui che governa", (Egli ci raccomanda), "si comporti come colui che serve" (Lc. 22,26). E subito ci conforta con la sua promessa precisa e sicura: "Se uno mi serve, il Padre lo onorerà" (Gv. 12-26).
Come Cristo, il Figlio diletto, anche noi in ogni evenienza dobbiamo pregare con animo filiale obbediente: "Padre... sia fatta la tua volontà" (Mt. 26,42).

2. Giovedì Santo
(mattino)
In cattedrale a Brescia.

"Cristo ha fatto di noi...
dei sacerdoti per il Padre".


Il Giovedì santo comporta in mattinata una celebrazione solenne assai significativa, la "Messa crismale".
Tale celebrazione si svolge soltanto nella chiesa Cattedrale.
Ormai da qualche anno, con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, il rito della consacrazione degli Olii santi si svolge più snello e semplice, e la celebrazione poi nel suo insieme s’è fatta più breve e comprensibile a tutti.
La celebrazione della Messa crismale è presieduta dal Vescovo, circondato dal suo Presbiterio e dai suoi ministri (diaconi, ecc.) e domanda la partecipazione attiva dei fedeli. Si tratta della celebrazione che più di ogni altra manifesta come la Chiesa - popolo santo di Dio - sia costituita "gerarchicamente"; è la celebrazione che concretizza ed esprime al massimo l’unità del "sacerdozio comune" e del "sacerdozio ministeriale". Il ministero del prete, infatti, è al servizio della fede e del senso battesimale-eucaristico (= sacerdozio comune) della vita dei fedeli. D’altra parte i fedeli vivono il loro servizio a Dio ed ai fratelli mediante l’azione pastorale propria del prete. Sacerdozio e ministero, fedeli e preti non si distinguono per contrapporsi, ma si richiamano necessariamente..., per la gloria di Dio con la vita santa di tutti!

3. Triduo Sacro

a) Giovedì Santo
ore 20.30: in Basilica
"Li amò sino alla fine".


Il Giovedì comporta anche, in tutte le comunità parrocchiali, la Messa vespertina "In Coena Domini". È l’anniversario della cena pasquale ultima di Gesù Cristo, il Signore, è il ricordo della "prima cena eucaristica" del Signore con i suoi.
Questa sera con noi, come già allora con gli Apostoli, Cristo compie l’offerta di sè al Padre nel "segno sacro" del pane e del calice. L’Eucaristia è infatti il sacramento dell’amore del Figlio di Dio per gli uomini fino al gesto supremo, cioè la lavanda dei piedi e la morte in croce!
In questo modo la nostra carità, anzi ogni gesto ed ogni espressione dell’amore umano resta per sempre giudicato: "Vi ho dato infatti l’esempio", dice il Signore "perché come ho fatto io, facciate anche voi" (Gv. 13,15).
Ma occorre notare bene che Cristo, della sua morte obbediente, non ce ne ha lasciato soltanto l’esempio da imitare, ma pure ci ha comandato di perpetuarne l’offerta "in sua memoria". Ne consegue allora che la Messa "In Coena Domini" non significa semplicemente fare un sincero ricordo di Lui, ormai passato...; ma esige invece che nella celebrazione della Eucaristia - di ogni Eucaristia! - noi ci doniamo a quel movimento di carità da cui essa proviene.
E cioè: nutrendoci del pane che è "corpo offerto in sacrificio per noi" e del vino che è "sangue versato per la nostra comunione con Dio e tra di noi", dobbiamo anche noi progressivamente diventare "offerta viva" fino al sacrificio del servizio dei fratelli, specie più bisognosi, iniziando da casa nostra, dal nostro ambiente di lavoro o professionale.

b) Venerdì e Sabato Santo
ore 20.30: in Basilica
"Egli è stato trafitto per i nostri delitti".

Ogni espressione umana viene meno davanti alla tragedia del Calvario, sul quale si consuma il sacrifico di Gesù Cristo, Figlio di Dio! Nella azione liturgica di questo giorno la Chiesa, commemorando la morte del Signore, ci guida alla intelligenza del mistero suscitando in noi i sentimenti ed indicandoci gli atteggiamenti della vera devozione.
Il silenzio innanzitutto: solo il desiderio ripieno di fede e di carità, permette di raccogliere il senso profondo e salvifico della parola di Dio che ci svela come il sacrificio di Cristo sia stato offerto "per noi": "Trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità" (Is, 53,5).
E poi la preghiera. Solo la preghiera umile e fiduciosa ci conduce prima ad adorare nell’immagine del Crocifisso e poi ad accogliere nella comunione della Eucaristia la realtà viva e personale di Colui che, sospeso al legno della croce, "è la salvezza del mondo!".
Ma intanto, lo sappiamo bene, la Passione di Cristo e la sua Morte continuano nelle sue membra sofferenti, perseguitate ed uccise... La vera devozione alla croce, allora, domanda attenzione quotidiana al dolore umano di quanti ci stanno accanto o che veniamo a conoscere.
Il sabato la Chiesa veglia nel silenzio accanto alla tomba del suo Signore. È giornata aliturgica (non prevede celebrazione dell’Eucaristia).

c) Sabato ore 21
e Domenica di Pasqua
in Basilica

"Gesù Nazareno,
il crocifisso, è risorto!".


La solenne "Veglia pasquale" costituisce il vertice del "Triduo sacro". In essa si delinea, in quattro momenti, tutto l’itinerario della vita cristiana: Liturgia della Luce, Liturgia della Parola, Liturgia del Battesimo, Liturgia dell’Eucaristia. La Messa della notte pasquale è la Messa della Risurrezione di Cristo innanzitutto e risurrezione nostra in Cristo!
La fede cristiana infatti è essenzialmente "fede pasquale". È la fede cioè in Cristo risorto, vivo e contemporaneo agli uomini di ogni tempo, quindi anche a noi; è la fede in Cristo! Signore, fonte di vita e di salvezza per tutti coloro che credono in Lui: "In nessun altro si trova la salvezza!" (Atti 4,12); è la fede che in Cristo già è incominciata la risurrezione dei morti e quindi, di conseguenza, a tutti è offerta la speranza infallibile della vittoria sulla sua morte, perché con la croce è perdonato il peccato ad ogni uomo che si pente e si confessa; e la fede che con Cristo, morto e risorto per noi, è incominciato ormai il tempo ultimo definitivo: la storia è di Cristo, costituito da Dio giudice e Signore dell’umanità.
Dalle nostre chiese, dove celebriamo la Pasqua del Signore, questo annuncio deve essere portato nel mondo agli uomini. La nostra vita "salvata" da Cristo nella fede e nei sacramenti, deve testimoniare che la redenzione non è un pio desiderio, ma già s’è iniziata in noi con un "nuovo" stile di rapporto umano, improntato appunto sulla carità del Signore.
Il mondo soffre già troppe e gravi delusioni... Guai a noi, se gli mancasse anche la speranza cristiana che Dio appunto ci ha donato per parteciparla ai fratelli: "Cristo è veramente risorto per noi!".

4. Conclusione
"Compiere nelle opere ciò che abbiamo celebrato nel sacramento".


"La vita dei credenti porti in sè il mistero pasquale, e ciò che onoriamo con la festa liturgica venga pure celebrato con i costumi cristiani della vita!" così S. Leone I, papa, raccomanda ai fedeli nella notte pasquale dell’anno 443 (cf. Serm. LXXXI, I). Poco prima il Venerdì santo dello stesso anno, nella solenne commemorazione della Passione del Signore, Leone aveva ricordato ai fedeli gli "impegni battesimali" della lotta contro satana, dello spirito di sacrificio per le virtù evangeliche, della testimonianza cristiana dinanzi al mondo, ecc., affermando nella conclusione: "Onora veramente Cristo sofferente, morto e risorto per noi soltanto, colui che in Cristo sa soffrire, morire e risorgere" appunto in questa fedeltà morale cristiana al Vangelo (cf. Serm. LXX 4).
Si tratta cioè, come dice anche la preghiera del Messale Romano, di "testimoniare nelle opere il memoriale della Pasqua che celebriamo nella fede" (cf. Coll. Domen. VI di Pasqua).
Occorre - in breve - che questa Pasqua, segni in noi comunitariamente e personalmente un passo avanti nella vita cristiana, secondo i frutti dello Spirito che la devono caratterizzare (cf. Gal. 5,22). Allora il "discorso di vita" che siamo chiamati a fare nella nostra società, nella quale si diffonde una "cultura di morte"’ troverà credibilità e forza nelle nostre comunità e nelle nostre persone "rinnovate" dalla grazia pasquale.

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Eredità del Giubileo

Rimetti a noi
i nostri debiti
(3)



Una realtà tragica, su cui il Santo Padre ci ha invitato a porre l’attenzione e che ci interpella, è la questione del debito estero.
Stiamo cercando di mediare, sintetizzandoli attraverso un’opera di selezione, i concetti e le informazioni, gli stimoli e gli appelli alla nostra coscienza contenuti nel libro: Un debito senza fine, curato in occasione del Giubileo dalla Commissione Diocesana per la riduzione del debito estero.
Raccogliendo lo stile di questo testo, parliamo anche con il linguaggio amaramente eloquente di alcune vignette.

La globalizzazione di cui tutti parlano oggi come di una novità, e che molto ha a che fare con il problema di cui ci stiamo occupando, viene da molto lontano. Essa ha radici lontane. Epulone ha nei secoli sistematicamente spogliato Lazzaro delle sue risorse e delle sue libertà. Non ci è possibile percorrere tutta la storia di questo fenomeno. Ne perlustreremo un punto o l’altro, a modo di esempio: dell’era coloniale, vero antefatto nell’età moderna alla
globalizzazione, diamo uno sguardo sommario alla conquista e allo sfruttamento delle Americhe.

Gli antichi invasori sono gli antenati degli attuali epuloni, mentre le vittime sono gli antenati degli attuali Lazzaro in Africa, in Asia, nelle Americhe, in Oceania e anche in Europa. Il demone di epulone ha governato sovrano per secoli, in nome della libertà dell’uomo di essere come Dio. Anzi, di essere Dio.

Brevissima storia della conquista delle Americhe Nel processo di espansione europea milioni di uomini, differenti per lingua e cultura, per visione del mondo, per usanze e valori, vennero assoggettati ad un unico sistema economico e violentemente uniformati nei loro modi di essere e di vivere. Questo processo di imposizione dell’uniformità secondo valori religiosi, filosofici e politici è stato la base del colonialismo europeo. Le popolazioni assoggettate furono impoverite attraverso la spoliazione delle ricchezze accumulate da secoli e del prodotto del proprio lavoro, erano inoltre costrette a pensare se stesse come razzialmente inferiori ai bianchi e, per ciò stesse, tenute alla subordinazione.

Questo processo d’appiattimento si sente ancora oggi in America Latina anche a livello linguistico: qui infatti sia lo spagnolo che il portoghese sono molto più omogenei e indifferenziati delle parlate presenti nella penisola iberica, che notoriamente presentano ancora oggi una varietà di dialetti, almeno finché l’inglese americano non sostituirà le attuali lingue madri nazionali (altro passo verso l’appiattimento). Fu il procedimento di massificazione attuato dai
colonizzatori.

Dal 1500 in poi (per inciso, anno giubilare) i regnanti spagnoli e portoghesi sono prepotentemente in corsa alla conquista di un nuovo mondo. Permettono ai marinai esperti di trasformarsi in conquistadores: tutto quel che troveranno sarà loro, basterà pagare il dazio al re, riconoscerlo come sovrano delle terre conquistate ed essere coscienti della necessità di portare la vera religione ai pagani. Nelle nuove terre, i portoghesi e gli spagnoli piantano la croce e gli stendardi dei re, iniziando la conquista delle Americhe, sfruttandone le ricchezze e massacrandone gli abitanti.

Eppure, quando, alle elementari e alle medie si studiava storia, gli esploratori venivano presentati come eroi e civilizzatori, dei benefattori, quasi. Invece quella è stata una delle pagine più tragiche della storia dell’umanità. Strana istruzione, quella che ci è stata impartita!

Per giustificare i genocidi, si disse che gli indigeni non avevano l’anima e quindi non erano esseri umani. Così fu lecito cacciarli, violentarli, sottometterli agli stessi trattamenti riservati a buoi o cavalli. Tutte le loro divinità, simboli sacri, tradizioni coltuali e culturali vennero considerate opera del maligno e quindi da distruggere.
Si ebbe così l’annichilimento di milioni di esseri umani in uno spazio brevissimo di tempo e la contemporanea fine di importanti valori culturali e spirituali, calpestando l’eredità millenaria di popoli che vivevano sul continente americano da oltre 40.000 anni.

Questo fu possibile per due motivi: allora come ora, le armi in mano agli indios erano troppo inferiori rispetto a quelle dei bianchi. Un secondo motivo che spiega l’annichilimento dei popoli nativi erano le malattie nuove e sconosciute portate dagli europei. Mancando di anticorpi, l’organismo indigeno soccombeva per un semplice raffreddore, che si trasformava in una peste mortale capace di falciare migliaia di vite umane. Nella misura in cui gli spagnoli avanzavano, morirono intere comunità indigene. Malattie come la rosolia, il morbillo, la tubercolosi
arrivavano per la prima volta sul suolo americano, causando con la loro diffusione una vera e propria mattanza che andava ad aggiungersi a quella, già brutale, perpetrata dalle armi iberiche.

Iniziava uno dei periodi storici più bui e brutali della storia dell’umanità: la tratta degli schiavi. È vero: c’erano sempre state forme di schiavismo un po’ in tutte le culture, soprattutto per quanto riguarda le popolazioni sconfitte nelle guerre; mai però prima d’allora era esistito un vero e proprio sistema economico basato sulla schiavitù.

Si calcola che solo un quarto di coloro che salpavano dalle coste africane giungeva in vita nelle piantagioni americane, lasciandoci immaginare l’enorme danno in termini di vite umane subito dall’Africa.
Cifre che si fanno ancora più spaventose se pensiamo che anche nel 1800 entrano in America milioni di schiavi, destinati a finanziare con la loro vita lo sviluppo del capitalismo europeo e successivamente nordamericano.

Le immense piantagioni del Sud America vengono destinate alla monocoltura di prodotti per esportazione, come cotone, canna da zucchero e caffè, richiestissimi in Europa: altro danno di cui continua a risentire la vita di queste ed altre popolazioni.

Nel 1681 venne consegnata al re di Spagna Carlo II una lettera, che proveniva da due frati cappuccini sbarcati a Cuba qualche mese prima. Il re lesse il documento e restò turbato: aveva tra le mani un attacco frontale contro una delle istituzioni più lucrative e ben congegnate del suo impero, sul quale "non tramontava mai il sole". Il memoriale dei due francescani cominciava con un brano tratto dal Libro della Genesi: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!". Il contenuto del documento non lasciava adito a dubbi: gli argomenti biblici, filosofici, morali che venivano espressi dimostravano indiscutibilmente che la pratica della schiavitù era inaccettabile per la religione cattolica. Ma "Senza gli schiavi, non c’è America". Cioè, senza gli schiavi, non si potevano possedere le ricchezze che arrivavano da quel continente.

Nelle Americhe gli indios e gli schiavi cercavano di riconquistare da soli la loro libertà, attraverso alcuni forti movimenti indipendentisti. Un’esperienza significativa fu quella della Repubblica Cristiana di Guaranì, distrutta dagli eserciti alleati spagnoli e portoghesi nel 1756, dopo tre anni di resistenza da parte degli indios Guaranì,
appoggiati dai gesuiti, che si rifiutavano di rinunciare alle loro terre ed alla loro libertà. Così scriveva il loro cachique, il grande capo: "Questa è la terra dove siamo nati liberi, dove siamo cresciuti e dove siamo stati battezzati; questa è la terra che Dio ha dato ai nostri padri e confidando in Gesù Cristo, nostro Salvatore, noi diciamo:
salviamo le nostre terre, i nostri fiumi, le nostre acque, i nostri monti, le nostre donne, i nostri figli dall’avidità dei bianchi. Questa terra è nostra, Dio ce l’ha data dall’inizio dei tempi e solo Dio ce la può togliere. E se questo è il desiderio di Dio, allora meglio la morte che la schiavitù". Non era il desiderio di Dio. Ma della Repubblica
Cristiana di Guaranì non si salvò nemmeno un bambino. Lo splendido film Mission racconta l’esperienza di questa repubblica e la sua tragica conclusione.

Il triangolo della morte La colonizzazione inglese, dal canto suo, non fu seconda a nessuno. Per ordine del re Enrico VII, l’esperto navigatore italiano Giovanni Caboto aveva aperto la strada per il Nord America. Le truppe inglesi al suo seguito, fecero capire in poco tempo agli indiani del Nord America il loro concetto di guerra: ogni accordo o promessa solenne non aveva alcun valore. Di nuovo si ebbero archi e frecce contro la polvere da sparo, piante medicinali che poco o nulla poterono contro la peste, il vaiolo, il morbillo o la scarlattina portati dall’uomo bianco. La popolazione indiana del Nord America, stimata intorno ai dieci milioni di essere umani prima dell’arrivo degli europei, cento anni dopo era ridotta a meno di un milione. Oggi, a poche decine di migliaia.
Le truppe inglesi divennero preziose alleate nella formazione del "Triangolo del Commercio", struttura economica molto redditizia. Le potenze europee infatti producevano tessuti, armi e cianfrusaglie da inviare in Africa; qui venivano scambiate con "merce umana" da inviare in America, attraverso i negrieri arabi e infine, dall’America,
arrivavano di ritorno in Europa le materie prime, i prodotti agricoli e le risorse minerarie. Perciò il triangolo portava un triplice guadagno all’industria europea: venivano acquistati gli schiavi con prodotti fabbricati da aziende europee, schiavi che venivano poi rivenduti ai coloni nelle Americhe, generando una fortissima rendita; infine il frutto del lavoro da schiavi veniva commercializzato in Europa aumentando ancora una volta il lucro. I guadagni ottenuti finanziarono la Rivoluzione Industriale che determinò la ricchezza ed il potere dell’Europa.

Finita l’epoca della schiavitù la storia non cambia di molto: nei vari paesi latinoamericani si forma la classe operaia dedita alla costruzione di ferrovie, strade e porti per facilitare l’esportazione di prodotti agricoli e minerari. Il sistema economico non si fonda più sulla schiavitù legalizzata ma sullo sfruttamento dei lavoratori, sottoposti a
condizioni di lavoro disumane, senza alcuna attenzione ai problemi della salute, della famiglia, del riposo. Le multinazionali di oggi sostituiscono le compagnie commerciali coloniali ma l’obiettivo resta lo stesso, quello cioè di sfruttare al massimo la terra e la gente per realizzare il credo a cui si è inginocchiato tutto il sistema economico
imperante: il profitto. Costi quel che costi.

Facciamo così un salto e giungiamo a tempi più recenti, nella seconda metà del XX secolo. Il sistema economico vigente ha portato ineluttabilmente a confermare quanto profeticamente affermato da Papa Paolo VI nella Populorum Progressio: "i poveri restano ognora poveri, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi". Se possibile, questa frase dovrebbe purtroppo essere peggiorata ancora di più: i poveri diventano sempre più poveri. Nel 1950 i paesi ricchi avevano trenta volte più potere economico di quelli poveri, nel1990 erano già a sessanta volte ed
oggi i ricchi hanno settantacinque volte più potere economico rispetto ai poveri. Per questo ora più di 80 paesi hanno un reddito per persona inferiore a quello di dieci anni fa. È questa la globalizzazione? E questo il neoliberismo, le libertà? Libertà per chi e per cosa?

Quando si affronta il tema del debito estero, nella gente sorgono spontaneamente alcune domande: il neoliberismo cosa c’entra? sono i paesi poveri scialacquatori e incapaci di gestire le loro pur grandi ricchezze; oppure: perché hanno mantenuto al potere per anni delle classi dirigenti corrotte che li hanno impoveriti sempre più? O ancora,
perché al posto di fare la siesta tutto il giorno non lavorano e pagano questo benedetto debito estero?
E poi: i debiti contratti vanno pagati, è una questione di giustizia e non di oppressione; oppure: se noi pagassimo i loro debiti oggi, domani sarebbero ancora indebitati e quindi non ne vale la pena; o ancora: visti i pessimi risultati nonostante tutti i soldi che già hanno ricevuto, che speranze ci sono che migliorino almeno un poco il loro tenore di vita?

Sono domande almeno in parte legittime, alle quali tenteremo di dare qualche risposta andando avanti, se a Dio piacerà.

Cosa possiamo fare?
Informarci. È un dovere sacrosanto. Come, visto che tanta stampa si guarda bene dal raccontarci certe cose?
Suggeriamo l’abbonamento ad alcune riviste missionarie: eccole.
- per i più piccoli: Il ponte d’oro, mensile delle Pontificie Opere Missionarie. La quota di abbonamento per il 2000 ammontava a £. 15.000.
ccp 34280008 intestato a Il Ponte d’oro, via Propaganda, 1c – 00187 Roma.
- per i ragazzi (medie) Piemme, mensile dei padri Comboniani; molto vivace. Quota 2000 £ 30.000 - ccp 202374, intestato a Collegio Missioni africane -ufficio abbonamenti - vicolo Pozzo, 1 - 37129 Verona (specificare il titolo della rivista)
- per adolescenti e giovani: I.M. - mensile del PIME, molto vivace.
Quota 2000 £. 35.000. ccp 242206 intest. a Pontificio Istituto Missioni Estere via Monterosa, 81 - 20149 Milano (specificare la causale.)
- per tutta la famiglia: Missioni Consolata, quota 2000 £ 35.000 – ccp 209106 intest. a Missioni Consolata, Corso Ferucci, 14 - 10138 Torino (specificare causale)
- per adulti: Mondo e Missione, tra le più autorevoli. Quota 2000 £ 40.000, il resto come I.M., specificando la causale.

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Eredità del Giubileo 2

"Nessuno tocchi Caino":
no alla pena di morte


La prima edizione (1992) del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), al par. 2266, riguardo alla pena di morte, si esprimeva in senso possibilista, ma solo "in caso di estrema gravità". L’enciclica Evangelium vitae (1994) ha spinto ad una presa di posizione più decisa.
Nella seconda edizione del CCC (1997), la pena di morte viene praticamente esclusa.
Numerosi sono stati gli interventi, in prima persona, del Papa, per chiedere a capi di Stato o governatori che non venisse eseguita questa o quell’altra esecuzione capitale. In varie circostanze, egli ha levato la voce per formare le coscienze alla inaccettabilità di questa pratica barbara. "Vi chiedo di opporvi alla pena di morte, che è crudele e non
necessaria. La società moderna ha altri mezzi per proteggersi dai criminali, senza togliere loro definitivamente la possibilità di cambiare": in questi termini egli si rivolse agli americani del Missouri, a St. Louis.
In vista della celebrazione del Giubileo, il santo padre chiese che venisse attuata una moratoria di tutte le esecuzioni capitali. Così come lo presenta la Bibbia, il Giubileo "doveva servire al ripristino della giustizia sociale" (TMA 13): superamento di situazioni di violenza, ingiustizia, sopruso. Quale sopruso è più grande di quello di togliere
la vita ad un essere umano? A maggior ragione se innocente e indifeso: per questo la Chiesa lotta contro l’aborto. Ma se nessuno ha diritto di togliere la vita ad altri, ciò vale anche nei confronti di chi di questo delitto si è macchiato.
Sappiamo che vari appelli del papa, come della comunità internazionale, sono stati ignorati e le esecuzioni programmate hanno spesso avuto luogo, comunque.
Ma l’anelito ad una autentica giustizia che l’anno del Giubileo dovrebbe averci messo nel cuore, ci spinge a continuare l’impegno nella linea indicata dal recente Magistero della Chiesa. Il primo compito che ne consegue è quello di formarci una chiara coscienza riguardo a questo tema. Possiamo farlo, in parte, leggendo qualche dato su questo argomento. Si tratta di rilevazioni pubblicate recentemente in La pena di morte nel mondo. Rapporto 2000, a cura dell’associazione "Nessuno tocchi Caino" e riprese dall’autorevole rivista "La civiltà Cattolica", edita dai Gesuiti, nel numero 3616 del 17-2 u.s.

Tra le varie notizie che vengono date, c’è quella secondo cui l’Italia ha continuato a mantenere un ruolo di guida nell’iniziativa internazionale contro la pena di morte, con iniziative parlamentari, diplomatiche, associative (la già citata "Nessuno tocchi Caino", parafrasi di Gen. 4, 15).
Va aggiunto, mi pare, che anche le varie forze politiche del nostro Paese, in modo più o meno esplicito, hanno preso le distanze dalla pena capitale: essa, per es. e per quanto ne so, da nessuno viene demagogicamente cavalcata come argomento per ricevere voti.
Mi pare significativo aggiungere anche quanto in molti abbiamo appreso dalla stampa o dai telegiornali: la recente mancata elezione di un italiano nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, secondo il nostro ambasciatore in quella sede, è dovuta a manovre degli USA che, in questo modo, ci hanno fatto pagare il nostro recente impegno e i nostri appelli
al blocco dell’esecuzione capitale di alcuni condannati in quel Paese.
Si è trattato di pressioni che da quelle parti non sono state gradite.
La già citata rivista continua affermando che l’opinione pubblica europea sembra orientarsi sempre più verso l’abolizione di tale pena.
Per es., in Francia si è registrata per la prima volta nel ‘99 una seppur risicata maggioranza abolizionista (50% contro 48%); quattro anni prima era a favore della pena di morte ancora il 55% dei francesi.

I Paesi che mantengono la pena di morte sono 75, ormai una minoranza rispetto ai 189 Paesi membri dell’ONU, dice il Rapporto di "Nessuno tocchi Caino". La rivista dei Gesuiti però osserva che queste cifre non devono ingannare. Essa nota infatti che tra i Paesi che mantengono la pena capitale figurano tutti i Paesi più popolosi del mondo: Cina,
India, Stati Uniti, Indonesia, Giappone, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Filippine, Thailandia, Iran, Iraq, Myanmar, Egitto, Congo (Rep. Democratica), Etiopia, Tanzania ecc., che riuniscono più di due terzi degli abitanti della Terra.

Amnesty International informa che, nel’99, la situazione sul fronte delle esecuzioni è migliorata (si fa per dire): si sono avute 1.813 esecuzioni in 31 Paesi e sono state emesse 3.857 condanne a morte in 63 Paesi. La quasi totalità delle esecuzioni si sono verificate in cinque Paesi: Cina (1.077), Iran (163), Arabia Saudita (103), Repubblica
Democratica del Congo (100), Stati Uniti (98). Ma i dati sono certamente inesatti per difetto. Secondo il Rapporto infatti in Iran ci sono state almeno 600 esecuzioni e in Iraq almeno 777. A Cuba si sono avute 12 esecuzioni nei primi cinque mesi del 1999, ma questo non vuol dire che per il resto dell’anno esse non siano continuate; significa soltanto che la loro attuazione non viene più comunicata, per timore delle reazioni internazionali e dell’opinione pubblica.

La rivista osserva come il fatto che molti Paesi tengano segrete le informazioni relative alle esecuzioni è un segno che "giustiziare" i propri cittadini non viene più ritenuto, come in - passato, un comportamento di cui andare fieri. E anche questo è meglio che niente.

Ci sono Stati che comminano condanne a morte per omicidio, altri anche per traffico di droga (in Iran) o per contrabbando, come in Cina.
Quest’ultimo Paese da solo esegue più condanne a morte di tutti gli altri Paesi messi insieme. Tra il 1990 e il 1998 si calcola che vi siano state emesse circa 23.400 condanne a morte, delle quali 16.600 eseguite.
Secondo Amnesty International, si tratta di condanne emesse al termine di - processi chiaramente iniqui. In Arabia Saudita, il numero di esecuzioni è aumentato nell’ultimo anno, passando dalle 29 del 1998 alle 103 del 1999, tra cui quelle di 4 donne e di 39 stranieri. Anche in Afghanistan l’applicazione rigida della legge islamica ha portato a un
aumento delle esecuzioni, accompagnate spesso da modalità spettacolari e da mutilazioni. Negli Stati Uniti, come è noto, ambedue i candidati alla Casa Bianca si sono dichiarati favorevoli alla pena di morte. Nel 1999 le esecuzioni sono state 98, trenta in più rispetto all’anno precedente: è il numero più alto dal 1951. Delle 98 esecuzioni, 35 sono avvenute in Texas, che, da solo, ne ha compiute 199 delle 600 effettuate in tutti gli Stati Uniti da quando, nel 1976, la Corte Suprema ristabilì la pena di morte.

Il caso del Texas che ci fornisce spunti di ripensamento: proprio la situazione di quello Stato impedisce di provare l’utilità della pena di morte come deterrente contro il crimine. Esso è sempre e comunque lo Stato con uno dei più alti tassi di omicidi degli USA, nonostante le tante esecuzioni capitali.
Altro motivo, molto grave di riflessione: dal 1973 sono 84 le persone condannate a morte e poi liberate perché riconosciute innocenti. Nel 1999 i casi sono stati 8. Dal 1900 al 1985, 350 condannati a morte sono risultati poi innocenti; di questi 23 erano stati giustiziati. Nel 1999 14 Stati hanno presentato proposte di legge abolizioniste o di
moratoria, motivandole sempre con l’alto numero di errori giudiziari.
È possibile continuare a rischiare la vita di innocenti? Coloro che, ancora ogni tanto, invocano da noi la re-introduzione della pena di morte, sono disposti a pagare questo prezzo e a correre questo rischio?
Se fosse una persona cara, anche se effettivamente colpevole, a dover subire tale condanna, continueremmo a pensarla così? E se, per di più, fosse innocente?

 

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ogni mese...... una preghiera

a cura di don Giovanni


L’anno del Giubileo ci invitava a concentrare la nostra attenzione sull’Eucaristia: cerchiamo di raccogliere anche questa eredità. Lo facciamo attraverso il contributo di due preghiere pensate come ringraziamento alla Comunione, ma utilizzabili anche per una visita all’Eucaristia o per l’adorazione che avremo modo di offrire al Signore
nel periodo delle Quarantore.

Mistero della Passione
Signore Gesù, immolato sull’altare,

nella comunione tu vieni in me, come vittima del tuo sacrificio di amore, che nella Messa rinnovi per noi e per tutti.
Vieni in me, perché vuoi trascinarmi con te sulla via del dono, anche quando costa, vuoi darmi la forza di portare la croce, come tu l’hai portata con lo stesso slancio generoso.
Tu conosci la mia debolezza e la mia viltà di fronte alla sofferenza, perciò vieni a portarmi in dono il tuo coraggio.
Dopo averti ricevuto in me, io so che non sarò più solo ad affrontare le difficoltà e le prove: saremo in due a portare la croce, tu ne prenderai la parte più pesante e anzi porterai me stesso per impedirmi di venir meno per via. Avrò sempre il conforto della tua presenza; essa farà penetrare la gioia anche negli sforzi più penosi, la dolcezza nei
compiti più duri, l’attrattiva nei lavori meno attraenti.
Dal momento che dimori in me, mi farai superare tutte le ripugnanze al sacrificio, e sosterrai il mio ardore attraverso tutte le contrarietà e le stanchezze. Volentieri unirò ai tuoi abbassamenti di crocifisso le mie umili azioni e il mio nascondimento.

Mistero della Risurrezione
Signore pieno di vita,

per mezzo di questa comunione, tu vieni a stabilire in me il mistero permanente della tua Resurrezione.
È la tua vita trionfante di Risorto che l’Eucaristia porta in me. Fa’ morire in me tutto ciò che è egoismo e peccato, in modo tale che al loro posto possa scaturire una vita d’amore e di santità. Prendimi nella grande luce di Pasqua, luce più forte di tutte le tenebre.
Poiché, uscendo definitivamente dal sepolcro, tu hai sostituito il nostro vecchio mondo con un mondo nuovo, fa di me una nuova creatura, l’uomo nuovo fatto a tua somiglianza.
Fa che questa comunione porti un rinnovamento in tutta la mia esistenza! Siano come nuovi i miei affetti, i miei pensieri, la mia volontà! Dammi forze nuove, l’ardore e il coraggio del tuo santo Spirito per essere testimone del tuo amore. Immergimi nell’entusiasmo della tua vita nuova, larga, aperta, dilatata.
Te ne prego, Signore: fa’ nel mio cuore e nel mio spirito, come una nuova creazione, di risuscitare il mio essere così che ne scaturisca nuovo fervore!

(Cfr. Jean Galot, Preghiere dopo la Comunione, Sorrento, 1976)


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vita parrocchiale

Il rendimento economico della Parrocchia
per l’anno 2000 e quello dei 25 anni
di attività del Parroco Luigi Corrini


Anche quest’anno il Parroco Monsignor Luigi Corrini ha ritenuto opportuno presentare il rendiconto riepilogativo di 25 anni di attività pastorale in Verolanuova che qui di seguito viene riassunto:

Gestione ordinaria

Entrate

Uscite

Disavanzo

Avanzo

L. 3.391.051.211 L. 3.636.903.863 L. 245.852.652 -

Gestione "L’Angelo di Verola"

L. 744.625.468 L. 727.978.864 - L. 16.646.604

Gestioni speciali:
Radio Basilica, conio medaglie, libri Basilica, ecc.

L. 85.482.268 L. 150.104.103 L. 64.621.835 -

Investimenti Patrimonio e Beni Artistici

L. 5.439.808.894 L. 5.813.432.841 L. 373.623.947 -

Accantonamenti (finalizzati dai donatori per i restauri da eseguire in Basilica)

L. 731.713.211 L. 731.713.211 - -

Totale gestione ordinaria e straordinaria dall’1-1-1976 al 31-12-2000

L. 10.392.681.052 L. 11.060.132.882 L. 667.451.830 -


I dati presentati mettono in risalto due fatti incontestabili: la grande mole di lavoro fatto dalla Parrocchia e la straordinaria generosità e l’amore dei verolesi per il loro patrimonio artistico religioso.
I dati evidenziano anche un disavanzo di L. 667.451.830 di cui L. 245.852.652 per la parte ordinaria che preoccupano il Parroco, desideroso di non lasciare debiti, in parte corrente, al suo successore.

L’aumento del disavanzo è dovuto al completamento del restauro del tetto della Disciplina, lavoro indilazionabile per la salvaguardia del monumento.
Tutti gli altri lavori, restauro Cappella dei Conti, impianto di riscaldamento della sagrestia e messa a norma dell’impianto di illuminazione, sono stati realizzati grazie al finanziamento di generosissimi verolesi ai quali vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.
Già lo scorso anno, il Consiglio per gli Affari Economici aveva sottolineato il calo delle oblazioni per la gestione corrente a fronte dell’aumento delle spese che una Parrocchia vivace spiritualmente e socialmente e attenta alle necessità dei fedeli deve affrontare.
Il Consiglio per gli Affari Economici, pur in presenza di due donazioni straordinariamente generose da parte di tre verolesi esclusivamente vincolate al restauro del presbiterio e della Cappella del S.S. Sacramento, invita tutti a sostenere con generosità le molteplici attività della Parrocchia.

Il Consiglio per gli Affari Economici ha poi approvato il rendiconto economico per l’anno 2000.
Le entrate per la parte ordinaria e straordinaria comprese le offerte finalizzate dai donatori per i restauri da eseguire in Basilica, sono state pari a L. 1.314.753.285 (L. 586.070.229 nel 1999) e le uscite, compreso l’accantonamento delle offerte finalizzate per i restauri da eseguire in Basilica, sono state pari a L. 1.465.884.088 (L. 795.508.815
nel 1999).

Il disavanzo è stato quindi di L. 151.130.803 che sommato al disavanzo al 31/12/1999 di L. 516.321.027 risulta di L. 667.451.830, come da conto economico generale relativo ai 25 anni di gestione.

Il Consiglio per gli Affari Economici, nel presentare il rendiconto economico all’attenzione dei Parrocchiani, informa che pubblicherà come l’anno scorso, ogni tre mesi, l’aggiornamento della situazione finanziaria generale mentre continuerà normalmente la pubblicazione mensile delle varie offerte.

Per il Consiglio Affari Economici
prof. Alberto Rossini


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Restauri della Basilica
e benefattori insigni



Come annunciato dall’Angelo di Verola sono iniziati i lavori di restauro della Cappella della Pietà perché al Lions della Bassa che ha finanziato il restauro del dipinto: "Il Compianto su Cristo" di Andrea Mainardi si è aggiunto un generoso benefattore che si è fatto carico del resto della spesa pari a L. 55.000.000.

L’Angelo di Verola ha anche il piacere di informare la comunità parrocchiale che il Parroco Don Luigi ha ricevuto due straordinarie donazioni finalizzate esclusivamente al restauro degli affreschi, dei dipinti e delle soase della Basilica, la prima di L. 100.000.000 da L. e P., sposi esemplari, appassionati cultori dell’arte e in particolare
delle opere della Basilica ai quali vanno i più sentiti ringraziamenti da parte di Don Luigi, del Consiglio per gli Affari Economici e dell’intera comunità parrocchiale; la seconda di L. 863.172.211 da parte della Signorina Rina Farina, deceduta recentemente.

Forse non tutti ricordano la signorina Rina Farina, i lunghi anni di malattia l’hanno costretta ad una vita ritirata; noi amiamo ricordarla invece nel pieno della sua vivace ed esplosiva vitalità: cordiale e socievole con tutti e con Rina non possiamo non ricordare il fratello Gino, l’amico di tutti.

La generosità della signorina Rina Farina che nel riserbo più assoluto ha voluto testimoniare il suo amore per la sua chiesa e i suoi capolavori, deve essere conosciuto dalla famiglia parrocchiale.

La generosità dei Verolesi è nota e si manifesta in forme diverse tutte ugualmente meritevoli.

Il Consiglio per gli Affari Economici si permette di additare ad esempio questi straordinari benefattori.

per il Consiglio Affari Economici
Prof. Alberto Rossini



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Centro di Ascolto
vissuto il 12 marzo 2001


"Erano assidui e concordi nella preghiera"

Ringraziamo un Centro di Ascolto della Diaconia Crocifisso per la sintesi dell’incontro che ci ha inviato.
"Mai come in questa serata, si è vissuta una viva e completa partecipazione nel nostro centro di ascolto perché il tema trattato: "Eran assidui e concordi nella Preghiera", ha interessato tutti e tutti hanno ritenuto di affermare che pregare è proprio una loro esigenza interiore e sentita.
Pregare e ascoltare la Parola di Dio è veramente mettersi in relazione con Lui che è nostro Padre, che ci vuol bene e affettuosamente ci accoglie e perdona le nostre mancanze. Non vi è gioia più grande di questa che il sentirci amati, perdonati e confortati da nostro Signore.
Tutti ancora una volta concordano che pregare è bello, che bisogna pregare non solo per noi stessi ma gli uni per gli altri, per edificarci reciprocamente e perché la Parola del Signore continui a propagarsi. C’è chi afferma di rediligere la preghiera fatta di silenzio, di ascolto, perché, dice, chi prega in noi è lo Spirito.
Pregare è anche contemplare il volto di Dio, dire sì alla Sua volontà di salvezza nel nostro quotidiano. Egli opera in noi, ci impegna e ci conduce per il cammino della vita. È però inconcepibile la preghiera senza un serio impegno di vita cristiana. Solo nella preghiera si può affinare lo sguardo al punto di riconoscere Dio in ogni situazione,
l’anteporre il suo volere ad ogni nostro interesse col dono di noi stessi, dono agli altri che è dono a Lui".
Da un altro Centro di Ascolto ci perviene questa piccola riflessione che ci aiuta a capire l’importanza dell’esperienza che stiamo vivendo, la novità positiva che può entrare nelle nostre famiglie. Infatti una moglie, a proposito della preghiera dice: "Prego offrendo a Dio il mio lavoro di ogni giorno. Mio marito prega con i bambini mentre li porta a
scuola. Io non so pregare, ma oggi ho capito qualche cosa di più rispetto alla preghiera, per questo cercherò di migliorare.

Rispondiamoci con il Catechismo

Ringraziamo il Signore per tutte queste grazie, e sicuri del Suo aiuto continuiamo il nostro cammino. Per ora cerchiamo di capire più in profondità alcune invocazioni che rivolgiamo a Dio quando preghiamo come Gesù ci ha insegnato nel Padre Nostro, lasciamoci aiutare dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Cosa significa chiedere: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano"?
Con il Verbo "Dacci", esprimiamo, in comunione con i nostri fratelli, la nostra fiducia di figli verso il Padre Nostro celeste. "Il nostro pane" significa il nutrimento terreno necessario per il sostentamento, ma indica pure il Pane di Vita: la Parola di Dio e il Corpo di Cristo. Se non ci cibiamo della Parola di Dio e dell’Eucaristia, non possiamo dirci discepoli di Cristo. (v. CCC dal n. 2828 al 2838).
Cosa significa chiedere "Non ci indurre in tentazione"? Con questa espressione chiediamo a Dio che non ci permetta di prendere la strada sbagliata che conduce al peccato. Con questa richiesta chiediamo lo Spirito di discernimento che ci aiuti a capire nella vita le scelte giuste da fare, la Forza per poterle fare, la Grazia della vigilanza e della perseveranza finale (v. CCC dal n. 2846 al 2849).

Fatti di Vangelo

Qualcuno deve pur iniziare


Dobbiamo capire quello che chiediamo al Signore nella nostra preghiera, ma soprattutto quando preghiamo dobbiamo sostenere le nostre parole, oltre che dall’intelligenza, soprattutto dalla fiducia nel Signore.
Pregare con la consapevolezza che il Signore ci è sempre vicino come un padre, e poiché ci fidiamo di Lui ogni momento vogliamo viverlo con Lui, anche i più difficili della nostra vita... E allora la preghiera diventa
vita, come è capitato a Simonetta e a Luciano.

Simonetta, Luciano, Laura: la preghiera è vita

Simonetta e Luciano una bella coppia, aperta alla vita, desiderosa di vivere il Vangelo. Quattro figli: una sera di gennaio, Laura la bambina più piccola, di appena due anni, inavvertitamente tocca la corrente e prende una
fortissima scossa. Simonetta racconta... Appena accorta del fatto la portiamo all’ospedale, dove dopo i primi tentativi, mi viene detto che la bambina è senza vita.
Ho sentito spezzarsi qualche cosa in me, come se mi portasse via una parte della mia persona.
Luciano continua... Simonetta se n’è stata per tre ore con la bambina in braccio all’obitorio. Insieme a me, la coccolavamo, le davamo baci e carezze.
Se mi guardavo indietro, prosegue Elisabetta, vedevo un baratro, il dolore era enorme. Nella stanza intanto veniva gente: commossa, pregava in silenzio. Si è creato un clima diverso, che quasi mi ha portato ad una atmosfera di pace. Sia io che Luciano, spezzati dal dolore, non riuscivamo a pregare all’inizio. Poi, lentamente, grazie a quella folla di parenti e di amici, le parole del rosario si sono fatte strada nel nostro cuore. Piano, piano, siamo riusciti, in silenzio, ognuno ad accettare la scomparsa di Laura: la sentivamo viva, in un’altra dimensione. Era un dolore assurdo, racconta Luciano, mi pareva insopportabile, stavo male fisicamente, però non mi sono disperato,
perché mi trovavo sollevato dall’amore di Dio attraverso i tanti che mi stavano vicino: una preghiera sgorgata inaspettatamente dentro ciascuno di noi.
Quando siamo tornati a casa abbiamo trovato tante persone: un amico era venuto a preparare la cena agli altri figli, un’amica era venuta a sostenere Simonetta, pregare con lei, farle sapere quanto le voleva bene. Ci siamo sentiti avvolgere dall’amore di questa gente, portati in braccio: una forza inaspettata ci ha preso.
I giorni poi che precedono il funerale sono stati intensi. In casa, c’era un via vai di gente: sono passati in tanti, a piangere, soprattutto a pregare. C’è chi ne ha approfittato per riconciliarsi con Dio. Tutto questo, non dava fastidio, anzi creava una atmosfera in cui la sofferenza che ci univa ci faceva diventare un’unica famiglia: in questo clima, insieme abbiamo preparato la Messa...
Poi, dopo, si ricomincia. Abituata alla compagnia di Laura, racconta Simonetta, i primi giorni avevo paura di rimanere sola a casa. Una mattina in cui mi sentivo particolarmente distrutta e il vuoto mi pesava terribilmente, squilla il telefono. È Titti, un’amica, che dal tono della mia voce intuisce il momento difficile. Mi suggerisce di pregare.
Lo faccio, man mano torna un po’ di serenità, che mi impedisce di chiudermi in me stessa, come la ferita di Laura mi porterebbe a fare, e mi apre al dolore degli altri... Ora sentiamo che Laura è in cielo, che si dà da fare per noi. Prima, quando i bambini dicevano le preghiere erano distratti, adesso sappiamo che lei è il nostro angelo custode.

I Centri di Ascolto in aprile non si riuniranno
Queste invece le occasioni, nel tempo Quaresimale, che ci permetteranno di essere uniti nel nome del Signore:

giovedì 29 marzo: Via Crucis diaconia Sacro Cuore
venerdì 30 marzo: Via Crucis diaconia S. Antonio
lunedì 2 aprile: Via Crucis diaconia S. Anna
martedì 3 aprile: Via Crucis diaconia S. Rocco
mercoledì 4 aprile: Via Crucis diaconia Crocifisso
giovedì 5 aprile: Via Crucis diaconia M. Caravaggio
venerdì 6 aprile: Via Crucis diaconia S. Donnino
mercoledì 11 aprile: Via Crucis diaconia S. Lorenzo,
proposta a tutta la comunità parrocchiale

Ricordiamo che durante le Quarantore
i Centri di Ascolto animeranno l’Adorazione Eucaristica nei giorni di lunedì 9 e martedì 10 aprile, in queste fasce orarie:
dalle ore 12.00 alle ore 12.30
dalle ore 12.30 alle ore 13.00
dalle ore 13.00 alle ore 13.30
dalle ore 13.30 alle ore 14.00

date la vostra disponibilità... ...e poi tutta la settimana Santa!

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Dalla Scuola di Vita Familiare
In arrivo il "Convegno Nazionale"



L’Istituto "Pro Familia" di Brescia organizza per i prossimi giorni: 28 - 29 - 30 aprile e 1° maggio, il "Convegno nazionale" di tutte le Scuole di Vita Familiare con partenza il 28 alle 6.15 e arrivo a Seiano di Vico Equense, in albergo, alle 20 circa.
Il 29 ci sarà la visita di Napoli e Pompei, il 30 sarà giornata di riflessione animata dal prof. Gigi Avanti che tratterà il tema: "Con gli occhi dentro al cielo".
Il 1° maggio partenza per la visita dell’abbazia di Montecassino, infine ritorno a Verolanuova con arrivo previsto alle 22.15 circa.
Le prenotazioni dovranno essere effettuate presso gli animatori il più presto possibile. Ragazzi... andiamo?

Gli animatori

 

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Comitato per il Beato don Arcangelo Tadini

Il 13 febbraio u.s. si è costituito, in Verolanuova, il Comitato per onorare il Beato don Arcangelo Tadini, con sede in via Semenza 14, avente lo scopo di realizzare la conoscenza delle virtù morali e spirituali del Beato e della sua azione in campo religioso e sociale mediante la fondazione della "Congregazione delle Suore Operaie della
Santa Casa di Nazareth", nonché l’attuazione di iniziative volte alla valorizzazione della figura del Beato con particolare riferimento alla realizzazione di una statua del Beato in ricordo dell’amato concittadino verolese. Il Comitato si avvarrà delle quote ordinarie dei soci, per le spese correnti e delle entrate derivanti da eventuali lasciti e
donazioni per la statua del Beato. Auspicando che il Comitato possa raggiungere i suoi fini mediante l’aiuto degli offerenti si formulano i migliori auguri.
Versamenti sul C/C 4965 del Banco di Brescia - Filiale di Verolanuova 2 intestato a "Comitato per il Beato Arcangelo Tadini".

 

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Dalla San Vincenzo

Consapevoli che le Conferenze di San Vincenzo De’ Paoli, malgrado siano presenti in molte parti del mondo ed offrano un aiuto validissimo nel campo della Carità, siano ancora troppo poco conosciute, la Conferenza di Verolanuova offre ai lettori de "L’Angelo" lo scritto di una studentessa bresciana.
Da qualche anno, alcuni insegnanti accompagnano gli studenti dell’Istituto Professionale per i Servizi Sociali e Commerciali "Pietro Staffa" della nostra città, a visitare le strutture assistenziali della San Vincenzo De’ Paoli e precisamente il Dormitorio e Casa Ozanam.

La studentessa scrive: "Barboni, extracomunitari, alcolisti, ex-tossicodipendenti..., sono loro i soggetti "scomodi", rifiutati da tutto e da tutti, che a fine giornata vanno alla ricerca di un pasto caldo e di un letto. Li troviamo agli angoli delle strade, li osserviamo per un attimo e poi, con imbarazzo o solo per indifferenza, giriamo lo
sguardo altrove e rispondiamo al cellulare. Loro, gli indigenti del nostro tempo, del "cellu" non sanno che farsene e si trovano ad affrontare problemi molto più normali e importanti, legati alla quotidianità. Anche nella nostra città non mancano questi soggetti, ma per fortuna non mancano neanche i centri pronti a dare loro un aiuto: uno in particolare, il Centro di accoglienza notturna Dormitorio San Vincenzo, una struttura che si regge sul volontariato, situato nel centro di Brescia, che da anni ospita ogni sera questa gente con lo scopo di dare accoglienza e calore ai disagiati ospiti.

Con la nostra classe, la 2aB dell’Istituto professionale Pietro Staffa, ci siamo recati in visita a questo centro di accoglienza. Abituata a vivere tra mille comodità, ammetto che la prima impressione che ne ho ricavato, è stata di "un’atmosfera triste", pur trovandomi in un ambiente pulito e luminoso. Dopo questo primo contatto, ed una
valutazione più approfondita mi sono resa conto che il Dormitorio San Vincenzo con la sua mensa, le sue stanzette, semplici, essenziali ma dignitose, rappresentano per molti ospiti un punto di riferimento dove trovare, oltre al puro vitto e alloggio un contatto umano, un appiglio che serve a tenere viva la speranza in un futuro migliore.

Questo è il volto triste ma caritatevole di una realtà della quale si conosce poco e si cerca di parlarne ancora meno, forse per ipocrisia o forse per paura".
Michela Botter


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Al Circolo ACLI di Verolanuova è iniziata la campagna tesseramento


Il costo della tessera è di Lire 30.000. Essere iscritti all’ACLI significa poter ricevere assistenza in merito ai bisogni di tipo sociale e previdenziale tramite numerosi servizi proposti: sconti nell’assistenza alla compilazione delle dichiarazione dei redditi, consulenza previdenziale mediante il patronato, consorzio ACLI lavoro, lega consumatori, centro turistico ACLI, e Sicet per i problemi della casa e del territorio. E per ultimo l’omaggio di cinque caffè offerti
dal bar del Circolo. Il giorno del patronato Sociale è sempre il giovedì mattina dalle ore 8.30 alle 12.30 per il disbrigo delle pratiche pensionistiche o per la compilazione dei vari modelli di denuncia dei redditi o fiscale ma anche solo per chiedere informazioni inerenti alle varie iniziative dei Circoli provinciali.
Alle ACLI di via Dante, 13 (tel. 030932174) è sempre disponibile una stanza capiente di circa 50 posti a sedere da utilizzare a scopo riunioni condominiali o altro, basta telefonare per tempo al gestore del bar del Circolo.

Eccezionali convenzioni per il tesseramento 2001

Le ACLI di Brescia anche questo anno hanno stipulato una serie di convenzioni con diversi esercizi commerciali e realtà associative che vanno a vantaggio dei Soci Aclisti. Alle convenzioni si accede semplicemente mostrando la propria tessera alla cassa prima del pagamento. Per informazioni più dettagliate basta telefonare allo 0302294012 e chiedere della sig.ra Mina.
Iscriversi significa anche sostenere una associazione che promuove la solidarietà per costruire una qualità del lavoro e del vivere civile ispirati alla giustizia.

Le ACLI viaggiano in rete

Sul Web, l’ampio panorama delle attività e delle opportunità delle ACLI Bresciane con un sito Internet particolarmente dedicato al dialogo e ai vari servizi, è nato il sito "ACLIBRESCIANE.IT" in cui l’associazione
provinciale presenta a tutti l’ampio orizzonte delle sue attività da quelle tipicamente associative e di patronato a quelle del CAF, alla società di servizi che allarga ulteriormente le sue iniziative. Sarà soprattutto un sito accogliente e interattivo non solo di presentazione e di rappresentanza, ma soprattutto di dialogo e servizio, cliccando sul
sito delle ACLI sarà possibile leggere in tempo reale le prese di posizione e di comunicati stampa emessi sui temi di attualità: leggere e scaricare qualsiasi documento inerente alle varie attività di altri Circoli provinciali. Sarà possibile anche dialogare con l’assistente ecclesiale, porre quesiti e ricevere risposte via e-mail e accedere ai principali e significativi documenti della dottrina sociale della Chiesa. Ma soprattutto si potrà avere dal Patronato l’aggiornamento delle norme previdenziali, porre anche quesiti on-line e ricevere risposta, sarà possibile ancora scaricare modulistiche e modelli pre-stampati per difendere e tutelare i propri diritti. Le soluzioni tecniche adottate, decisamente d’avanguardia, hanno nello stesso tempo il pregio di rendere interessante la visita del sito, con molti altri spazi informativi e dare così all’utente la possibilità di raggiungere tutti i soggetti associativi per e-mail, anche per porre specifici e personalizzati quesiti. Il sito internet delle Acli Bresciani è www.aclibresciane.it.
Il Presidente
Giuliano Baronio

 

 

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La Parrocchia di Verolanuova organizza
un viaggio-pellegrinaggio a
Loreto, nella Grecia Classica,
alle Meteore e da Padre Pio
8 gg. dal 1 all’8 settembre 2001


Sabato, 1° settembre 2001: Verolanuova -Loreto-Motonave

Ritrovo dei Signori partecipanti in Piazza della Chiesa alle ore 5.45 e partenza alla volta di Loreto con soste lungo il percorso; visita alla bella cittadina sorta intorno alla Casa di Maria di Nazareth che secondo la tradizione vi sarebbe giunta miracolosamente il 10 dicembre 1294.
Celebrazione della messa nel santuario. Il Santuario della Santa Casa, che sorse a racchiuderla, è il risultato di interventi successivi, dal 1468, di alcuni dei maggiori architetti del Rinascimento. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, prosieguo per Ancona, disbrigo delle formalità doganali e imbarco alle ore 19.00, sistemazione in cabine a due letti con servizi e partenza alle ore 20.30 (cena e pernottamento a bordo).

Domenica, 2 settembre 2001: Nave - Igoumenitsa - Kalambaka
Prima colazione e pranzo a bordo. Arrivo a Igoumenitsa alle ore 13.00, sbarco, incontro con la guida e partenza per Kalambaka via Joannina.
Arrivo a Kalambaka in serata, sistemazione in hotel, s. messa, cena e pernottamento.

Lunedì, 3 settembre 2001: Kalambaka - Meteore - Delfi
Prima colazione in hotel, poi con la guida visita dei famosi e straordinari Monasteri bizantini delle Meteore; pranzo in hotel; nel pomeriggio, partenza per Delfi con arrivo in serata, sistemazione in hotel, s. messa, cena e pernottamento.

Martedì, 4 settembre 2001: Delfi - Atene
Prima colazione in hotel, poi con la guida visita della zona archeologica dominata dal Grande Tempio di Apollo, dal Santuario di Atena Pronaia, dal Teatro, dallo Stadio e dalla Fortezza di Filomelo.
Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, partenza per Atene con arrivo in serata, sistemazione in hotel, cena e pernottamento.

Mercoledì, 5 settembre 2001: Atene
Prima colazione in hotel, poi intera giornata dedicata alla visita di Atene con la guida: in mattinata, il Palazzo Reale, la Piazza della Costituzione, la Tomba del Milite Ignoto, il Tempio di Zeus, l’Arco di Adriano, l’Università, la Biblioteca Nazionale e l’Accademia Ellenica.
Pranzo. Nel pomeriggio, visita dell’Acropoli e del Museo Archeologico Nazionale. Rientro in hotel. Cena tipica con folclore alla Vecchia Stalla e pernottamento.

Giovedì, 6 settembre 2001: Atene - Corinto - Micene - Patrasso
Prima colazione in hotel, poi partenza per l’Argolide; sosta a Corinto per ammirare il famoso canale, poi prosieguo per Nauplia, Micene con visita della Cittadella, le Mura Ciclopiche, la Porta dei Leoni e le Tombe reali. Pranzo in ristorante a Micene. Nel pomeriggio, prosieguo per Patrasso, disbrigo delle formalità doganali, alle 19.00 imbarco su
motonave e partenza per Bari alle 20.00 Cena e pernottamento a bordo;

Venerdì, 7 settembre 2001: Bari - San Giovanni Rotondo
Prima colazione a bordo; arrivo a Bari alle 8.00, disbrigo delle formalità doganali, poi prosieguo per San Giovanni Rotondo, arrivo, sistemazione in hotel e pranzo. Nel pomeriggio, visita del convento di Santa Maria delle Grazie in cui viveva padre Pio da Pietrelcina poi partecipazione alla funzione religiosa; rientro in hotel, cena e pernottamento.

Sabato, 8 settembre 2001: San Giovanni Rotondo - Verolanuova
Prima colazione in hotel, poi partenza per San Benedetto del Tronto; Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, prosieguo per il rientro a Verolanuova previsto per le ore 21.30 circa.

La quota individuale di partecipazione è di L. 1.630.000
Supplemento camera singola L. 190.000

La quota comprende:
• Viaggio A/R in pullman G.T.;
• Passaggio in nave A/R-Ancona/Igoumenitsa - Patrasso/Bari;
• Sistemazione in cabine a due letti con servizi privati;
• Sistemazione in ottimi hotel;
• Trattamento di pensione completa e pranzi come da programma;
• Bevande 1/4 di vino e 1/2 di acqua minerale ai pasti;
• Escursioni come da programma;
• Guida come da programma per tutto il tour;
• Assicurazione Europe Assistance;
• Organizzazione tecnica dell’Aliantour.

La quota non comprende:
• Ingressi;
• Le bevande sulle motonavi sia all’andata che al ritorno;
• Tutto quanto non espressamente indicato alla voce "comprende".

N.B. La carta d’identità deve essere valida per l’espatrio.
Sulla nave occorre tenere a disposizione un piccolo bagaglio per la notte in quanto il resto rimane nel bagagliaio del pullman.

Le iscrizioni si ricevono presso "Calzature Geroldi" tel. 030931129
entro il 30 aprile 2001 versando un acconto di L. 330.000 e il saldo entro il 29 luglio 2001.


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dagli oratori


Siamo cresciuti in famiglia!

Ordre maronite mariamite
Collège Sainte Rita

Abbiamo un amico in più! Attraverso la Caritas bresciana, il nostro Oratorio ha adottato a distanza un bambino del Libano.
Si chiama Joe Antoine Elias, è nato ad Autélias il 16 gennaio 1992 e risiede a Dbayeh - Haret - el Belhaneh (Libano). Attualmente si trova presso il "Collège Santa Rita" gestito da religiosi della Chiesa Maronita libanese.
Abbiamo la sua foto: è il volto delizioso e ridente di un bambino povero. Gli vogliamo già bene e pregheremo per lui e per tutti i cristiani del Libano.

 

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Progetto Educativo
dell’Oratorio: rileggiamolo
Per guardare avanti
Oltre il Progetto
Educativo

di don Giovanni

Riprendiamo da dove eravamo giunti lo scorso mese. Avevo concluso, a pag. 30, parlando di un’insufficienza nei principi di base del nostro Progetto Educativo dell’Oratorio. Ciò non significa che il Progetto non abbia più ragione di essere: esso conserva la sua validità ed è, salvo la carenza di cui sto parlando, completo nelle realtà a cui fa
riferimento: magari si riuscisse ad attuarlo in tutto quanto esso propone! Tuttavia, rimane necessario andare oltre il PEO, oltre i muri, oltre le cerchie consuete, oltre le iniziative di sempre.

Affermavo che l’acquisizione del concetto di accoglienza non selettiva - a patto che comportamento e linguaggio siano consoni all’ambiente - costituì un passo avanti. La constatazione dell’insufficienza dell’attuale azione di accoglienza garantita nel nostro Oratorio nasce dal fare i conti con due realtà:

1- L’invalere della vita notturna nel tempo libero dei giovani.
"Signori, si chiude!": è diventato un "ingrediente" quasi atteso e scherzosamente imitato questo quasi quotidiano e non troppo velato invito a levare le ancore, per rispettare gli orari di chiusura. Questi furono stabiliti sulla base delle indicazioni diocesane, per la verità, interpretate in modo piuttosto largo dal Consiglio allora in carica, visto che esse recitano a chiare lettere che la chiusura dell’Oratorio non deve mai avvenire oltre le 23.00; i nostri orari invece, per il venerdì e il sabato sera, prevedono tempi più dilatati rispetto a tale direttiva. L’indicazione diocesana di orario, avvallata dal Vescovo di allora e tuttora valida, è saggia; fino a che non ci vengano comunicate differenti direttive, è dovere di chi ha la responsabilità dell’ambiente oratoriano fare in modo che si rispettino quelle vigenti.

Eppure sempre più di frequente il problema del "popolo della notte" viene a porsi all’attenzione di chi è impegnato nella pastorale giovanile. Il fenomeno della vita notturna è un dato di fatto la cui rotta nessuna strategia vale a invertire. Dapprima essa è stata vista con atteggiamento di sospetto, quando non di condanna, alimentati (il sospetto e la condanna) dalle troppe cosiddette stragi del sabato sera. Forse perché oramai ci si sta facendo il callo, oppure per il fatto che tale fenomeno fa parte della vita di tanti, ora si tende ad accettarlo, in alcuni casi a vederlo non necessariamente come un fenomeno disdicevole e, ad ogni modo, a sentirlo come realtà che interpella gli educatori, non tanto perché questi esprimano il loro parere sulla positività o meno del fenomeno, ma perché imparino a farsi
compagni di viaggio dei giovani anche nel corso della notte.
Il Papa ci sta facendo da battistrada anche in questo: alcuni anni fa centinaia di migliaia di giovani, al Congresso Eucaristico di Bologna, dopo un magnifico concerto serale, vissero l’adorazione eucaristica notturna. Il Papa era presente, almeno fino a quando poté. A Tor Vergata, la grande veglia fu, appunto, notturna. Del resto, la "madre di
tutte le veglie", la Veglia pasquale che ci accingiamo a celebrare, non è affidata al tempo della notte?

Per la verità, il PEO, nel momento in cui afferma che "l’Oratorio è aperto a tutto l’uomo, è aperto alla vita" (v. Prima Parte, cap. 4d; cfr. anche cap. 2b), pone una premessa che lascia aperte tutte le strade che possono di volta in volta rivelarsi percorribili. Sulla stessa linea si pone l’affermazione, ripresa il mese scorso, che la prima tappa della
vita di Oratorio consiste nella "convocazione: l’Oratorio crea motivi e momenti di aggregazione" (Parte prima, cap. 4e).
Un’altra premessa è rintracciabile nella distinzione che il PEO pone nella Terza Parte, al capitolo 3, paragrafo a. Vi si afferma che "il bar non è l’Oratorio, ma una delle sue attività, nemmeno la più importante", sebbene ne costituisca il "polmone" finanziario. Di conseguenza, "l’Oratorio non si identifica con il bar". Il fatto che, ad una certa
ora il bar venga chiuso, non significa di per sé che lo debba essere anche l’Oratorio. È possibile un’attività di animazione che non sia legata al fatto che il bar chiuda o rimanga aperto.

Un compito che si pone all’Oratorio per il futuro è studiare iniziative in questa direzione, "proposte attraenti", come scrive il PEO nell’ultimo passo che ho citato.
Bando agli equivoci, però: non si tratta di prolungare nottetempo l’apertura del bar o la fruizione del ping-pong. Non è questo ciò di cui v’è bisogno.
Occorre invece inventiva, creatività per riqualificare l’Oratorio e la sua presenza, in modo che possa fare proposte per la "notte", anche in collaborazione con altre realtà presenti sul Territorio. Continuare per forza d’inerzia ripetendo il "già visto" (i francesi direbbero il "déja vu") condannerebbe l’Oratorio ad un inesorabile declino.
Ma la creatività, quand’anche ci fosse, non basta, né sarebbe sufficiente la presenza di un ipotetico prete "carismatico", anche se mi pare evidenziarsi sempre più l’utilità di un ricambio. È necessario formare animatori, persone che ci credono e che siano capaci di giocarsi in prima persona, con inventiva, umiltà, passione educativa. Però prima occorre trovare le persone disponibili. Cosa niente affatto semplice.
Guardarsi in giro per scovare eventuali idee già collaudate e elaborarne di nuove. Ci vorrà tempo, ma sarà necessario cominciare a pensarci. Già si è provato a parlare di questo, una volta, in Consiglio dell’Oratorio.
Occorrerà, col tempo, ritornare sull’argomento.


2- Gesù risorto: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate..." (Mt. 28).
Se per quanto riguarda il primo aspetto, l’"insufficienza" più che nei contenuti del PEO risiede in realtà nella mancanza di iniziative e forze sufficienti, per ciò che concerne il secondo la carenza è proprio interna al testo: nel nostro Progetto Educativo è piuttosto debole la prospettiva missionaria - apostolica.
È vero che nella Seconda Parte, al cap. 2, par. d/2 tra le dimensioni di ogni cammino catechistico viene menzionata quella apostolico - missionaria, tuttavia tutto si ferma lì. Nella Prima Parte del PEO, quella dei principi generali e fondamentali che già abbiamo esaminato o brevemente commentato, l’idea dell’Oratorio che emerge è piuttosto
quella della "città posta sul monte", verso la quale gli altri camminano e convergono. Certamente è importante che l’Oratorio sappia accogliere e anche "attirare", ma non basta.
Sono tantissimi gli adolescenti e i giovani che all’Oratorio (e men che meno in chiesa) non ci vengono. Non sono "figli di un Dio minore". Si pone la necessità di andarli a cercare là dove sono, non tanto per portarli in Oratorio, ma semplicemente per incontrarli e far capire loro che Qualcuno, comunque, li ama e Cristo è morto e risorto anche per
loro.
Un Oratorio (che non è dato dai muri, ma dalle persone), quale espressione di una Chiesa che sa di non essere delimitata dai muri di una struttura e ama, e perciò cerca, anche gli "altri", deve andare oltre la soglia, cercare i "muretti", andare per strada.
Una certa consapevolezza riguardo a questo aspetto era già presente anche prima, dal momento che alcuni anni fu appoggiata e sollecitata la partecipazione di alcuni giovani ad un corso curato dalla Diocesi per animatori di strada.

Anche questa "impresa" richiede un insieme di presenze educative che attualmente non c’è se non in misura inadeguata. Non è pensabile che il prete possa fare tutto. Deve diventare sempre più chiaro che la Chiesa non è solo "roba" sua e che ogni credente, come la Chiesa di cui è parte, è per natura sua missionario (cfr. AG 2a).
È un’altra delle sfide per il futuro.

Ambedue gli aspetti - le carenze - che ho presentato fanno appello a due fattori: la formazione di animatori - evangelizzatori; la collaborazione sempre più stretta a livello di Zona pastorale, una condivisione di idee, sforzi e iniziative. Che è quanto dire, almeno in buona parte, realizzare le unità pastorali.
Formazione degli operatori e realizzazione delle unità pastorali: neanche a farlo apposta si tratta di indicazioni ben precise che alla nostra Chiesa bresciana vengono date dal vescovo Giulio.

Qualche cosina si sta muovendo; soprattutto per quanto riguarda il secondo aspetto la Consulta di pastorale giovanile, nonché Èquipe Vocazionale sta cominciando a muoversi. Creare affiatamento tra gli adolescenti e i giovani che vivono e lavorano negli Oratori della nostra Zona sarebbe già un buon passo. L’affiatamento a livello di "curati" si sta formando; speriamo che questo favorisca quello.

Torneremo a parlare, se ci sarà possibile, degli animatori. Quello che possiamo fare subito tutti è pregare lo Spirito santo perché ci illumini e ci infonda scienza, intelletto, consiglio, fortezza: in altre parole, creatività e coraggio.

A tutti, santa e felice Pasqua.

 

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Il papa ai Giovani
In occasione della
XVI Giornata Mondiale
della Gioventù



La prima parte del Messaggio si trova su "L’Angelo" di Marzo

"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Lc 9, 23)

Carissimi giovani!
...
Gesù domanda di scegliere coraggiosamente la sua stessa via; di sceglierla anzitutto "nel cuore", perché l’avere questa o quella situazione esterna non dipende da noi. Da noi dipende la volontà di essere, in quanto è possibile, obbedienti come Lui al Padre e pronti ad accettare fino in fondo il progetto che Egli ha per ciascuno.
4. "Rinneghi se stesso". Rinnegare se stessi significa rinunciare al proprio progetto, spesso limitato e meschino, per accogliere quello di Dio: ecco il cammino della conversione, indispensabile per l’esistenza
cristiana, che ha portato l’apostolo Paolo ad affermare: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2, 20). Gesù non chiede di rinunciare a vivere, ma di accogliere una novità e una pienezza di vita che solo Lui può dare. L’uomo ha radicata nel profondo del suo essere la tendenza a "pensare a se stesso", a mettere la propria persona al centro degli interessi e a porsi come misura di tutto. Chi va dietro a Cristo rifiuta, invece, questo ripiegamento su di sè e non valuta le cose in base al proprio tornaconto. Considera la vita vissuta in termini di dono e gratuità, non di conquista e di possesso.
La vita vera, infatti, si esprime nel dono di sè, frutto della grazia di Cristo: un’esistenza libera, in comunione con Dio e con i fratelli (cfr. Gaudium et spes, 24).
Se vivere alla sequela del Signore diventa il valore supremo, allora tutti gli altri valori ricevono da questo la loro giusta collocazione ed importanza. Chi punta unicamente sui beni terreni risulterà perdente, nonostante le apparenze di successo: la morte lo coglierà con un cumulo di cose, ma con una vita mancata (cfr. Lc. 12, 13, 21). La scelta è
dunque tra essere e avere, tra una vita piena e un’esistenza vuota, tra la verità e la menzogna.
5. "Prenda la sua croce e mi segua". Come la croce può ridursi ad oggetto ornamentale, così "portare la croce" può diventare un modo di dire. Nell’insegnamento di Gesù quest’espressione non mette, però, in primo piano la mortificazione e la rinuncia. Non si riferisce primariamente al dovere di sopportare con pazienza le piccole o grandi
tribolazioni quotidiane; nè, ancor meno, intende essere un’esaltazione del dolore come mezzo per piacere a Dio. Il cristiano non ricerca la sofferenza per se stessa, ma l’amore. E la croce accolta diviene il segno dell’amore e del dono totale. Portarla dietro a Cristo vuol dire unirsi a Lui nell’offrire la prova massima dell’amore.
Non si può parlare di croce senza considerare l’amore di Dio per noi, il fatto che Dio ci vuole ricolmare dei suoi beni. Con l’invito "seguimi" Gesù ripete ai suoi discepoli non solo: prendimi come modello, ma anche:
condividi la mia vita e le mie scelte, spendi insieme con me la tua vita per amore di Dio e dei fratelli. Così Cristo apre davanti a noi la "via della vita", che è purtroppo costantemente minacciata dalla "via della morte". Il peccato è questa via che separa l’uomo da Dio e dal prossimo, provocando divisione e minando dall’interno la società.
La "via della vita", che riprende e rinnova gli atteggiamenti di Gesù, diviene la via della fede e della conversione. La via della croce, appunto. È la via che conduce ad affidarsi a Lui e al suo disegno salvifico, a credere che Lui è morto per manifestare l’amore di Dio per ogni uomo; è la via di salvezza in mezzo ad una società spesso
frammentaria, confusa e contraddittoria; è la via della felicità di seguire Cristo fino in fondo, nelle circostanze spesso drammatiche del vivere quotidiano; è la via che non teme insuccessi, difficoltà, emarginazioni, solitudini, perché riempie il cuore dell’uomo della presenza di Gesù; è la via della pace, del dominio di sé, della gioia
profonda del cuore.
6. Cari giovani, non vi sembri strano se, all’inizio del terzo millennio, il Papa vi indica ancora una volta la croce come cammino di vita e di autentica felicità. La Chiesa da sempre crede e confessa che solo nella croce di Cristo c’è salvezza.
Una diffusa cultura dell’effimero, che assegna valore a ciò che piace ed appare bello, vorrebbe far credere che per essere felici sia necessario rimuovere la croce. Viene presentato come ideale un successo facile, una carriera rapida, una sessualità disgiunta dal senso di responsabilità e, finalmente, un’esistenza centrata sulla propria affermazione, spesso senza rispetto per gli altri. Aprite però bene gli occhi, cari giovani: questa non è la strada che fa vivere, ma il sentiero che sprofonda nella morte. Dice Gesù: "Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà". Gesù non ci illude: "Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" (Lc. 9, 24-25). Con la verità delle sue parole, che suonano dure, ma riempiono il cuore di pace, Gesù ci svela il segreto della vita autentica (cfr. Discorso ai giovani di Roma, 2 aprile 1998).
Non abbiate paura, dunque, di camminare sulla strada che il Signore per primo ha percorso. Con la vostra giovinezza, imprimete al terzo millennio che si apre il segno della speranza e dell’entusiasmo tipico della vostra età. Se lascerete operare in voi la grazia di Dio, se non verrete meno alla serietà del vostro impegno quotidiano, farete di
questo nuovo secolo un tempo migliore per tutti.
Con voi cammina Maria, la Madre del Signore, la prima dei discepoli, rimasta fedele sotto la croce, da dove Cristo ci ha affidati a Lei come suoi figli. E vi accompagni anche la Benedizione Apostolica, che vi imparto di gran cuore.

Dal Vaticano, 14 febbraio 2001

Ioannes Paulus II

 

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Vita di Oratorio
Notizie in breve

di don Giovanni

- Festa della Vita. La manifestazione ha avuto luogo la mattina di domenica 18 febbraio, quindi con due settimane di posticipo rispetto alla data del 4 febbraio. La manifestazione si è svolta a cura di alcuni componenti del consiglio dell’Oratorio e del gruppo Animazione.
I 300 palloncini hanno raggiunto diverse province, sforando in due direzioni anche i confini regionali. Vedere le pagine apposite, più avanti.

- Carnevale: serata danzante e sfilata sono ben riuscite, grazie all’impegno con cui sono state preparate e condotte, a cura del Gruppo di Animazione.
La sfilata ha visto la partecipazione del solo carro delle Diaconie (la Vecchia); è valsa comunque la pena proporla, anche perché, insieme ai fanciulli e ai ragazzi, erano presenti molti genitori che hanno poi gremito l’Oratorio dopo aver allietato con il loro clima di festa anche i nonni della Casa - Albergo. Un grazie particolare al Gruppo di
Animazione.

- In occasione della Quaresima stiamo celebrando i ritiri in preparazione alla Pasqua.

- L’Équipe per la Pastorale Vocazionale e Giovanile della nostra Zona ha elaborato una proposta, nella cui realizzazione ha coinvolto i giovani che avevano partecipato alla GMG a Roma lo scorso agosto. Poiché il Papa
ha invitato i giovani ad essere le "sentinelle del mattino in quest’alba del nuovo millennio" ci siamo chiesti cosa fare, tanto per cominciare, per raccogliere questo mandato e come rendere possibile il contatto anche tra gli altri giovani e i messaggi, ricchi e molto forti, che in quell’occasione il santo padre ha lanciato. Ne è nata una proposta
variegata che, mentre stiamo scrivendo, è in corso di attuazione: attraverso anche un’opera di volantinaggio, adolescenti e giovani vengono informati della possibilità di vivere, il sabato nottetempo, alcuni momenti di raccoglimento, davanti all’Eucaristia, il dialogo con un sacerdote, il sacramento della Riconciliazione.
L’iniziale proposta di orario (dalle 23.00 alle 3.00) è stata purtroppo ridimensionata (dalle 22.00 alle 1.00). L’iniziativa si svolge nel clima del pellegrinaggio, toccando ogni sabato parrocchie diverse della nostra
Zona (vedi riproduzione dei volantini a pag. 45).
I Quattro diversi volantini sono stati pensati ed elaborati, con molto buon gusto, dai giovani stessi.

- Sabato 10 marzo è stata organizzata una serata di intrattenimento.
Ringraziamo i due gruppi che sono intervenuti. Con orgoglio, l’Oratorio è stato l’ambiente che ha salutato il debutto di uno di questi due gruppi, formato da adolescenti che collaborano alle di esso attività. Complimenti e avanti così, anzi, sempre meglio!

- Domenica 11 marzo, a cura del Gruppo di Animazione, si è tenuto nel salone il torneo di calcetto.

- Si è messa in moto la "macchina" del Festival "Stassera debutto". Sono già iniziate le prove. Ne sentiremo delle belle.

A tutte le persone che hanno collaborato alle iniziative qui sopra rapidamente elencate un sentito ringraziamento.

 

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Messaggi che vanno,
messaggi che tornano

Alcuni riscontri ai saluti per la Festa della Vita



Montalbo di Ziano piacentino, 21-02-01

Oggi camminavo per la campagna, assaporando la prima promessa di primavera, felice poiché anche quest’anno l’inverno ha ceduto le armi.
Guardavo le prime margherite, spuntate timide sulle rive dei fossi e ascoltavo l’acqua correre via rigogliosa e allegra. Nel caos della vita quotidiana sembra sempre un miracolo quando, in gioiosa solitudine, si può stare a rimirare la natura.
Ero assorta nei miei pensieri quando qualcosa ha attirato la mia attenzione, qualcosa che spiccava sulla terra ancora in parte brulla.
Era un foglietto color arancio arrotolato a pergamena e legato da una piccola cordicella. Ci ho messo un po’ a capire che era un messaggio legato ad un palloncino che aveva terminato lì il suo viaggio. È riaffiorato in me il ricordo di quando, bambina, usavo anche io legare messaggi ai palloncini sognando che riuscissero ad attraversare l’oceano
e che qualcuno molto molto lontano scoprisse la mia esistenza.
È stato più di trent’anni fa e purtroppo nessuno mi ha mai risposto. Così, oggi, leggendo questo messaggio ho pensato subito di rispondere, di farvi sapere che mi ha piacevolmente stupito che qualcuno usasse ancora questo metodo poetico per comunicare.
Non avevo mai sentito il nome del Vostro paese e ora so che esiste; non conoscevo la "Festa della vita" ma mi è sembrata un’idea bellissima.
Quale motivo migliore per festeggiare? Quale ragione più importante di questa?
Il messaggio è stato ritrovato nei dintorni di un piccolo paese in provincia di Piacenza (Montalbo di Ziano piacentino) che conta circa 200 anime. Il nostro paese si trova sulle colline tra la provincia di Piacenza e quella di Pavia (375 mt. di altitudine), in posizione felice poiché da un lato domina la pianura Padana e dall’altro una valle che corre verso gli Appennini, la val Tidone. È sul cocuzzolo di una collina dominata dai vigneti, in una piccola oasi naturale ancora in parte sconosciuta al turismo, citato su qualche libro grazie al bellissimo castello cinquecentesco.
Qualcuno in passato ha coniato questo nuovo proverbio per il nostro paese: "Vedi Napoli e poi muori, vedi Montalbo e poi ritorni". Come avete capito, sono profondamente legata al mio paese, sono convinta che sia uno dei posti più accoglienti al mondo.
Non so come sia Verolanuova, ma ora so che esiste e senz’altro un giorno riuscirò a passare a dare un’occhiata.
Nel frattempo invio i miei saluti a tutto il gruppo dell’Oratorio e in particolare ad Emma, firmataria del messaggio. Grazie di cuore per avermi fatta partecipe della vostra gioia di vivere. Con affetto.
Lettera firmata

Il primo riscontro ci viene dunque dalla deliziosa zona collinare corrispondente alle prime propaggini degli Appennini. Non facciamo fatica a condividere l’amore profondo con cui la persona che ci ha indirizzato questa bella lettera, piena di poesia e sentimento, nutre per la sua terra. Possiamo anche comprendere che quei paesaggi
ristoratori allo sguardo alimentino la vena poetica di chi li abita. Ci è proprio venuta voglia di fare un salto a Montalbo. Siamo però certi che se sapesse cosa si può trovare a Verola, anche la nostra gradita interlocutrice volerebbe subito da noi. Le inviamo questo numero de "L’angelo", insieme alla piccola guida pieghevole della nostra Basilica, in modo che le venga "l’acquolina in bocca". Grazie di cuore per questa lettera.

Rivamazzano (Pavia) 25-02-2001

Nel nostro giardino è caduto dal cielo un saluto che noi vogliamo contraccambiare con altrettanto caro saluto da
Bruno, Massimiliano, Luisa Grazie anche a voi. Peccato che manchino altri riferimenti per poter contraccambiare quest’altro graditissimo scritto. Firmatario del messaggio era Andrea.
Dalla provincia di Piacenza e da quella di Pavia, varchiamo di nuovo i confini della nostra bella ed amata Lombardia per andare in Piemonte: da Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, il signor Agostino ci ha spedito il messaggio da lui trovato e firmato da Anna.

 

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le nostre rubriche

Verola
missionaria

a cura del
Gruppo Volontari delle Missioni
"Conoscerci"



Non solo emergenza:
incontrarsi, collegarsi
per meglio conoscerci



Noi sosteniamo che bisogna aver fiducia delle Caritas oramai sparse per tutto il mondo. Esse operano sempre per il bene dei più poveri, degli emarginati e in caso di calamità, esse, trovandosi sul posto, meglio di ogni altro, conoscono le reali e urgenti necessità cui devono far fronte.
Mozambico, Honduras, India, sono nazioni troppo distanti dai paesi che possono disporre di risorse per un aiuto concreto e immediato e se non ci fossero le associazioni di volontariato, le Caritas, la povera gente si troverebbe ancora più povera e abbandonata. Ecco perché noi poniamo la nostra fiducia in queste associazioni che per il loro statuto non sono finalizzate al lucro, ad un interesse privato e all’accumulo delle ricchezze, ma operano nel sociale, si incaricano di distribuire beni e denaro che sono loro affidati dalla generosità dei fratelli più sensibili e fortunati, in quei casi di emergenza e calamità naturali.
Sarebbe quindi auspicabile che anche in ogni parrocchia si potesse fare affidamento su tali strutture ed in particolare su una Caritas Parrocchiale, perché se interpellate, possano rispondere prontamente là dove c’è emergenza. Una rete così distribuita è l’unico modo per rendere concreta la solidarietà tra i popoli, la cooperazione tra le associazioni instaurando rapporti di mutuo soccorso e favorendo l’autosostenibilità, richiamando le comunità a farsi solidali con l’uomo in un cammino di liberazione.
Le gioie, le tristezze e le speranze di tutti gli uomini, soprattutto dei poveri e di coloro che soffrono, devono essere pure le gioie e le speranze della gente di "Buona Volontà" come lo furono gli apostoli al tempo di Gesù, perché non deve esserci nulla che interessi l’uomo che non trovi eco nel cuore dell’umanità. Ci pare quindi che la solidarietà
più vera ed il servizio più incisivo che la nostra comunità può rendere nell’ambiente in cui vive, sia di suscitare una coscienza nuova che renda l’uomo capace di vincere la passività e maturarlo all’impegno di servizio all’uomo.
Non ci siamo scandalizzati troppo di coloro che ci chiedevano garanzie sulla destinazione dei "loro soldi" durante l’iniziativa a sostegno dei paesi terremotati; si vede che i tempi non sono ancora maturi per tutti.
Daltronde sappiamo di dover vedere i limiti dell’uomo impegnandoci sulla linea del servizio e conservare nel corso delle nostre iniziative un paziente atteggiamento di verità e di amore, perché la nostra comunità cristiana sentendosi continuamente sollecitata, provocata, deve saper farsi carico delle sofferenze e dei problemi concreti degli altri e ad
impegnarsi a cercare le possibili vie d’uscita delle crisi e soprattutto a maturare un impegno per la giustizia nei rapporti tra i popoli, perché se viene meno questo impegno, i nostri sforzi, l’invio di aiuti, lasciano si tranquilli chi dà, ma offendono chi riceve. Ecco, perché è nostro impegno evitare ogni chiusura ed integrismo in tutte le opere
concrete di aiuto e sviluppo cercando sempre l’intesa e la collaborazione con quanti, animati dal desiderio di verità e di giustizia, si impegnino al nostro fianco a servizio dell’Uomo e questo sull’esempio dei primi cristiani, perché anche la nostra comunità cristiana è chiamata a realizzare l’Unità che testimoni la presenza di Cristo Risorto e creare relazioni nuove nel tessuto sociale più debole.

P.S. Grazie alla generosità della nostra comunità verolese abbiamo potuto inviare all’Associazione Raoul Follereau di Bologna per curare i malati di lebbra L. 5.000.000
Alla nostra Caritas bresciana per i terremotati dell’India L. 5.000.000
All’Associazione Darawi in India per i lebbrosi malati e abbandonati L. 5.000.000

Da tutti un grazie di vero cuore.

 

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L’opera dei conti GAMBARA
e di Agostino GALLO
per la rinascita dell’agricoltura
(di Renato Savaresi)
(3)


Va sottolineato che questi contratti a canone fisso saranno la causa della rovina economica di molti monasteri, che in tal modo avevano investito dei loro beni i conti rurali, i quali - con l’inflazione galoppante del ‘500 - avranno buon gioco a liberarsi a prezzi inflazionati di questi canoni, i conti diventando proprietari assoluti delle terre.

Per avere un’idea della portata dell’inflazione suddetta, basta osservare alcuni dati: nel 1444 a Cadignano sono vendute delle terre a Lire "planet" sette al piò (le L "planet" erano monete d’argento piatte, mentre le precedenti monete erano leggermente incavate).

Sempre a Cadignano, nel 1469, il comune vende ai nobili Bargnani e Maggi un bosco di cinquanta piò per L "planet" cento, cioè due lire al piò. E qui torna il discorso dei beni comunali venduti - o, per meglio dire, svenduti alle famiglie nobili, con conseguente progressivo impoverimento dei contadini.

Riprendendo il discorso relativo all’inflazione, si assiste ad un continuo aumento del prezzo dei terreni: ancora a Cadignano - nel 1506 - un campo chiamato Belebò è svenduto a circa L "planet" sessantotto al piò; come si vede il prezzo è decuplicato rispetto alla citata vendita di sessant’anni prima.

Il prezzo continuerà a salire, tanto che sempre a Cadignano, nel 1575, un terreno è venduto per L "planet" quattrocento al piò.

***

Ho detto della situazione di Cadignano, come preambolo alla illustrazione di un famoso personaggio, il celebre agronomo Agostino Gallo, nato proprio a Cadignano, che - su proposta già da tempo avanzata - dovrebbe chiamarsi "Cadignano Gallo".
Figlio di Cristoforo, mercante di panni, Agostino Gallo nasce a Cadignano nel 1499. Rimasto ben presto orfano, si trasferisce in città con lo zio, pure mercante di panni, in una famiglia che contava ben diciassette unità. Sposa una certa Cecilia di Manerbio ed ha numerosi figli, stabilendosi nella contrada di S. Clemente; lì muore nel 1570, ed
è sepolto proprio nella chiesa di S. Clemente, dove aveva acquistato un sepolcro, su cui aveva fatto incidere una semplice iscrizione: "AUGUSTINO GALLO ET POSTERIS 1550".
Il Gallo è amico di pittori come il Moretto e il Romanino, di scrittori come Galeazzo degli Orzi, l’autore della "Massera da bè", di diversi nobili e soprattutto è in grande familiarità con Sant’Angela Merici.

Nel 1529, infuriando la guerra della seconda lega santa contro Carlo V, si rifugia a Cremona, in casa della sorella Ippolita, rimasta vedova. Là ospita diversi amici bresciani e tra questi, per alcuni giorni, Sant’Angela Merici.

Con la santa, nel 1532, fa un pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo e mantiene con lei profondi rapporti di stima. Nel 1540, alla morte della Merici, sarà tra i più strenui propugnatori della causa della sua beatificazione.

Il Gallo è un personaggio pubblico del suo tempo: è per un breve periodo podestà di Gottolengo, a lungo è amministratore dell’Ospedale Maggiore di Brescia e del Monte di Pietà, ricoprendo in seguito altre cariche
pubbliche.

L’11 giugno 1530, investe "per anulum aureum" Giulia - vedova del nobile Giacomo Maggi - di centootto piò di terra, più case e "fenili" a Cadignano. In seguito trasferisce la sua attività agricola a Borgo Poncarale, dove aveva comperato una cascina con vaste terre.

Sempre più si dedica all’agricoltura compiendo esperimenti, studiando metodi di conduzione e di coltivazione.

Propaganda la coltivazione del lino, promuove quella dei gelsi, che alimenta il setificio, nuova fonte di ricchezza.

Da vero gentiluomo di campagna, esorta i proprietari dei fondi ad occuparsi direttamente delle loro aziende. Nella quiete di Borgo Poncarale, comincia a scrivere di cose agrarie.

Nel 1550 pubblica i "Ricordi di agricoltura" un’opera che subito riscuote successo e che l’autore più volte amplierà in seguito: nel 1560 dà alle stampe "Dieci giornate di agricoltura" che nel 1566 diventano le "13 giornate" e nel 1569 - a un anno dalla sua morte – sono ulteriormente arricchite nelle "Venti giornate di agricoltura" la sua
opera definitiva - sintesi delle sue dirette esperienze agronomiche: "nulla ho scritto - afferma il Gallo - che non abbia con le mie mani o da altre veduto praticare".

Qui sta la sua modernità: gli altri autori di agricoltura erano solitamente degli eruditi, che si rifacevano agli agronomi antichi, ripetendo gli insegnamenti degli autori classici come Catone, Columella, Varrone ed altri.

Agostino Gallo, tornato alla terra dopo la sua esperienza di ricco mercante, lasciata la città per la quiete della campagna, auspica e personalmente pratica rapporti di umanità e di giustizia con i suoi dipendenti.

 

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VEROLA SPORT
(a cura di Rino Bonera)


I risultati delle partite giocate dalle varie squadre del Gruppo Sportivo Verolese:

CALCIO

Terza Categoria - Girone A
22a gior. (04.3): Cologne - Verolese 0 - 00
23a gior. (11.3): Verolese - Rudianese 5 - 20
24a gior. (18.3): Rustico B. - Verolese 0 - 20
25a gior. (25.3): Verolese - Urago 3 - 10

Juniores - Girone E
6a gior. (04.3): Verolese - Pavonese 0 - 20
7a gior. (11.3): Trenzano - Verolese 3 - 00
8a gior. (18.3): Verolese - Urago d’O. 1 - 10
9a gior. (25.3): Capriano F. - Verolese 3 - 50

Allievi - Girone B
14a gior. (28.1): Verolese - Castelcovati 1 - 20
15a gior. (04.2): Urago d’Oglio - Verolese 2 - 10
16a gior. (11.2): Verolese - Pontevichese 1 - 12
17a gior. (18.2): S. Paolo - Verolese n. d.
18a gior. (25.2): Verolese riposa

Giovanissimi - Girone G
4a gior. (03.3): Verolese - Capriano F. 6 - 00
5a gior. (10.3): Pompiano - Verolese 0 - 10
6a gior. (17.3): Verolese - L. Sereno 3 - 10
7a gior. (24.3): P. Gabiano - Verolese 2 - 10
Posizioni in Classifica Generale delle varie squadre:
Terza Categoria: 4° posto con 44 punti
Juniores: 14° posto con 9 punti
Allievi: 11° posto con 4 punti
Giovanissimi: 6° posto con 26 punti
Esordienti: 11° posto con 4 punti

VOLLEY

Squadre di Volley del G.S.V. occupano le seguenti posizioni nelle rispettive Classifiche Generali dei loro campionati in corso:
1 Div. Femm.le - girone A: 13° posto con 2 punti
3 Div. Femm.le - girone D: 6° posto con 16 punti
Under 17 Femm.le - girone N: 4° posto con 20 punti

BASKET

Anche squadre di Basket, sempre del G.S.V., occupano le seguenti posizioni nelle rispettive Classifiche Generali dei loro campionati in corso:
Juniores Maschile - Girone B: 4° posto con 28 punti
Regionale Cadetti - Girone A: 4° posto con 24 punti

 

 

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Pensieri sparsi

"Vi siete mai chiesti perché il Signore ha messo al mondo tante creature? Anche la formica ha diritto di vivere. C’è posto per tutti, se le nostre mani fossero meno rapaci, se i nostri piedi non pestassero più terra di quella che è stata coltivata".
Don Mazzolari

"La diligenza e l’economia sono le radici della ricchezza e dell’onore, l’ozio è causa di povertà e di disgrazia".
(Antico proverbio cinese)

 

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varie - cronaca


Arte
& cultura


Le poesie
di Rosetta



Per la S. Pasqua, ecco l’immagine di Cristo, uomo sofferente sul Golgota, Dio che si offre per la redenzione dell’umanità: un’immagine che potrebbe straziare il cuore di ogni essere umano, se al termine non vi fosse la luce della Resurrezione, ad offrire speranze di vita che superano ogni tempo e ogni spazio. Auguri a tutti i lettori.


Al di là degli spazi e del tempo

Gesù, forse sul Golgota
volevi nascondere il volto
piangente, sudato, dimesso,
volevi piegarti in Te stesso,
non farti vedere vestito
soltanto di piaghe,
il corpo straziato
su un legno fissato
alle pietre sbiancate.

Tu non volevi, tenero uomo
saziato d’insulti,
senza più un filo
di sangue nel corpo,
non volevi di certo mostrarti
a un mondo indegno di Te,
del sacrificio profuso
oltre ogni possibile attesa.

Ma sei rimasto lassù,
sulla collina che domina,
a distanza di secoli, il mondo
a mostrare il tuo volto
di luce a chi soffre,
a offrire speranze
a chi crede
nel Tuo umano patire
e nel Tuo divino Risorgere,
al di là degli spazi e del tempo.

 

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Briciole di bontà

La croce
dell’amore



Per salire
sul Calvario dell’umanità
si deve portare
il carico della Croce.

Si redime amando
non combattendo,
morendo
non uccidendo.

Si redime donando
non rubando,
spogliando l’egoismo
non fortificandolo.

Si redime perdonando
non odiando,
facendo il bene
a chi fa il male.

Ogni violenza
si vince con l’amore.
Senza amore
non ci sono soluzioni.
Chi sta
giù dalla croce,
non capisce
chi vi sta inchiodato.

La croce
non piace a nessuno
eppure è piantata
nel cuore della vita.

L’amore vero
non ha misura
nè di tempo
nè di spazio.

Il Crocifisso è l’Amore
senza misura
che si consuma
sino alla fine.

L’umanità
ferita e confusa
necessita d’essere amata
come l’ama Gesù.

Don Luigi Lussignoli

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Abbiamo ricevuto e, volentieri, pubblichiamo

Sabato 7 aprile dalle ore 15.00 alle ore 18.00
si terrà presso la Biblioteca Civica del Comune di Verolanuova
un incontro sul tema:
"I giovani a Verolanuova: ambienti di vita e sviluppo dell’Identità"


L’iniziativa nasce dall’esigenza di presentare una ricerca a carattere psicosociale commissionata dal Comune (Assessorato ai Servizi Sociali) al fine di conoscere meglio la realtà giovanile del proprio territorio e
l’offerta rivolta ai giovani. Il lavoro di rilevazione e di intervista del campione di interlocutori giovani (gruppi di giovani di età compresa fra i 13 ed i 19 anni) e adulti (e "testimoni privilegiati"), che si è articolato lungo lo scorso
anno, è ormai giunto al termine ed i risultati della ricerca sono già stati presentati all’Amministrazione Comunale. Riteniamo ora fondamentale rendere pubblici i risultati delle rilevazioni patrimonio del territorio e della sua realtà istituzionale ed associativa, in modo da creare stimoli per un dibattito che in tema di giovani deve coinvolgere il maggior numero di risorse possibili.
Tutti coloro che sono interessati alla tematica e ad assumere consapevolmente il proprio ruolo educativo nei confronti delle giovani generazioni sono pertanto invitati a partecipare all’incontro.
L’Assessore ai servizi Sociali
M. Carlotta Bragadina

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Sabato 24 febbraio 2001 alle ore 14,30
si è riunito in adunanza straordinaria il Consiglio Comunale.


Questi i principali argomenti all’Ordine del giorno.
• Interrogazione del gruppo consiliare di minoranza "Popolari per Verola" pervenuta al protocollo del Comune in data 05.02.2001 ed iscritta al n. 1528.
• Interrogazione del gruppo consiliare di minoranza "Popolari per Verola" pervenuta al protocollo del Comune in data 05.02.2001 ed iscritta al n. 1529.
• Revoca deliberazione di Consiglio Comunale n. 31 in data 30.04.1999 "Adozione variante al P.R.G., ai sensi della L.R. n. 23/1997".
• Esame ed adozione variante al P.R.G. ai sensi della L.R. n. 23/1997 per adeguamento nuova cartografia.
• Esame ed adozione Piano dei servizi del Comune e varianti al P.R.G.
• Primo provvedimento di variazione al bilancio esercizio 2001:
• Adeguamento elenco annuale delle OO.PP.
• Adeguamento del bilancio alle norme contenute nella L. n. 388 del 23.12.2000 "legge finanziaria".
• Comunicazione deliberazione di Giunta comunale n. 263 del 29.12.2000 "Prelevamento dal fondo di riserva esercizio 2000 (secondo provvedimento)".

 

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Un importante comunicato
della Redazione a proposito di necrologi.


Anzitutto alcune precisazioni:
- la pubblicazione delle foto dei defunti, nel passato, è sempre avvenuta per iniziativa della Redazione che ne aveva fatto richiesta direttamente ai familiari interessati,
- i testi dei necrologi sono sempre stati stesi a cura della stessa Redazione,
- nessuna contropartita è mai stata chiesta per tale iniziativa.

Si ribadiscono, qui, i criteri seguiti dalla Redazione per le pubblicazioni di cui sopra e che, come per il passato, così in futuro saranno, unicamente, una iniziativa della Redazione e riguarderanno:
- defunti per morti tragiche (incidenti stradali, sul lavoro, ecc.);
- persone assai giovani decedute per rare o gravissime malattie;
- cittadini che si sono segnati per grandi gesti di altruismo (donatori di organi, ecc.) o per spiccate attività nei campi educativo, sociale, ecc.;
- cittadini che si sono distinti per eccezionali gesti di donazioni, ad istituzioni o ad Enti, tali da essere annoverati tra gli insigni benefattori verolesi,
- cittadini deceduti a Verolanuova.
Troveranno posto, invece, le fotografie dei cittadini viventi ultranovantenni.

Proprio perché il bollettino non ha finalità di pubblicazioni di necrologie (né intende, per sua scelta, allinearsi ad altri bollettini), siamo costretti a non dare corso a quelle quattro che ci sono pervenute in questi giorni, proprio perché al di fuori dei criteri sopra enunciati.
La Redazione

 

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Attenzione Attenzione
l’Informagionvani


rimarrà chiuso dal 26 marzo al 20 aprile riaprirà il giorno 23 aprile con un nuovo orario di apertura al pubblico:
Lunedì 15.00 - 18.00 Mercoledì 14.00 - 17.00

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Testimonianza

Gli angeli della notte


Sono da poco passate le ore venti: se ne stanno andando, dall’ospedale, parenti ed amici e, mentre fuori la vita continua a pulsare frenetica, gli ammalati si preparano a trascorrere la notte: i corridoi sono ancora animati, ma per poco... gli infermieri adempiono i compiti prenotturni, i rumori si smorzano, le voci si affievoliscono, le luci si
attenuano...; poco alla volta cala il silenzio... pesante, spesso angosciante... È ancora molto presto ed è difficile sperare in un lungo, benefico sonno che aiuti a trascorrere l’interminabile notte... Ma non tutti si apprestano a riposare ed accanto al personale che veglia per assistere gli ammalati, troviamo anche chi trascorre le ore notturne
vicino al letto dei degenti più gravi che necessitano di continua assistenza. Quanto è preziosa la presenza di queste persone che cercano di prevenire ogni bisogno dell’ammalato e che, con sollecitudine, rispondono ad ogni richiesta!... È certamente un grosso sacrificio trascorrere la notte su una poltroncina: presto le palpebre diventano
pesanti, le gambe si intorpidiscono e la schiena non regge più... ma non importa! Ciò che veramente conta è la tranquillità dell’ammalato... perciò si cerca di vincere la stanchezza soffermando la mente su qualche pensiero positivo, soprattutto sulla speranza che l’indomani il congiunto stia meglio ed inizi il cammino verso la guarigione.

Quanti pensieri s’affollano prepotentemente alla mente in quelle ore: riflessioni sulla vita, sul perché del dolore e della sofferenza, sulla caducità delle cose, sull’inutilità di certi comportamenti, sull’avidità di accumulare tanto denaro e di possedere tante cose anche se inutili, sulla sete di potere... ma per che cosa, quando un giorno, magari
all’improvviso, dovremo lasciare tutto?... Non nascondo che queste riflessioni, fatte in una stanza d’ospedale, presso il letto di un ammalato, sono una benefica sferzata per lo spirito. Per interrompere un po’ la monotonia della notte, si esce nel corridoio per fare due passi e ci si incontra con altre persone che vegliano.

Fra le tante ho trovato una sposa che da più di un mese vegliava, ogni notte, il suo sposo, sostituita, di giorno, dalle figlie ed un giovane che, nel tempo libero dal lavoro ed anche di notte, trascorreva tante ore al capezzale di un’anziana sola e molto ammalata, rincuorandola, confortandola, allontanando in questo modo, da lei, gli spettri della solitudine e dell’abbandono... Ogni commento sarebbe vano e retorico, ma non è nè vano nè retorico affermare che chi assiste gli ammalati con carità e umiltà, è grande agli occhi di Dio ed anche di tutti coloro che trovano, in queste persone, un’autentica testimonianza dell’insegnamento evangelico.

Una vincenziana


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Il mondo misterioso
degli adolescenti


"14 febbraio, San Valentino, la festa degli innamorati" come questa altre frasi-tormentone si sono sentite dappertutto nei giorni antecedenti a S. Valentino. In quei giorni c’era la foga di cercare il regalo adatto, il più originale per esprimere quanto amore si prova per una persona, oppure frasi scherzose per festeggiare in allegria o anche
frasi per farsi perdonare, per ricominciare un amore. Però mentre tanti adolescenti, e non solo, non stavano pensando che a questo, è avvenuta una tragedia; nell’istituto Magistrale "Erasmo da Rotterdam" a Sesto San Giovanni: un ragazzo si è avventato sull’ex fidanzata prendendola a calci e pugni e dopo un litigio l’ha uccisa nel cortile della scuola davanti ai suoi compagni. Le ha inflitto un solo deciso colpo alla gola, con un piccolo coltello. Chissà se immaginava di tranciarle proprio la carotide. Lei, una bella e giovane ragazza, piena di vita, come hanno raccontato le sue compagne, stroncata nel fiore degli anni. Perché il suo ex fidanzato l’ha uccisa? Lui era un ragazzo sensibile, gentile, tranquillo e allora perché l’ha fatto? Dopo questa tragedia non ci sono parole. "Amici" si dice tante volte in un giorno questa parola, diverse volte la usano senza capirne il vero significato. Roberto e Monica, erano amici, ma come si può considerare amico una persona che "ti uccide"? Davanti a questi fatti cala il silenzio. Roberto si è
trasformato in una macchina impazzita ed in un istante ha distrutto due famiglie a cui lui era legato affettivamente. Un canto recita: "la profondità del cuore e del pensiero umano è talmente misteriosa che sfugge ad ogni analisi che pretenda di essere razionale". Questo significa che nel profondo di ognuno di noi esiste qualche sentimento
negativo, che talora può sovrastare quello positivo, trasformando totalmente una persona, come è avvenuto per Roberto.
Roberto e Monica si erano trovati perché si somigliavano, erano due bravi ragazzi, non creavano problemi ai loro genitori ed erano studenti modello. Gli adolescenti stanno cambiando, non apprezzano più "una partita di pallone con gli amici", non sanno più divertirsi serenamente.
Allora tutto è possibile, anche la manifestazione più terribile di violenza.
Un adolescente M.B.

 

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Turni domenicali di guardia farmaceutica
dell’Azienda S.L. 19


aprile

1
Bassano Br.no
Borgo S. G.

8
Leno (dr. Sartirana)
S. Paolo

15
Verolanuova (Comunale)
Bagnolo M. (dr. Ingardi)

22
Manerbio (dr. Bresadola)
Quinzano d’O.

29
Verolavecchia
Ghedi

Maggio

6
Borgo S. G.
Bassano Br.no

13
S. Paolo
Leno (dr. Sartirana)

N.B.: L’elenco è provvisorio.

N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell’elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

 

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NUMERI UTILI DI TELEFONO:

Servizio Sanitario (soltanto nei casi di urgenza e di emergenza): 118
Gruppo Verolese Volontari del Soccorso: 030 936 1 662 (via Grimani)
Problemi con le droghe?: 030 993 7 210
Alcolisti in trattamento: 030 931019 oppure 030 93 22 45
Vigili del Fuoco: 030 93 10 27
Carabinieri - Pronto intervento: 112

N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.
Per le prenotazioni di trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorso telefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00; inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.

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Per i collaboratori de "L’Angelo di Verola"

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli possibilmente dattiloscritti (se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche) unicamente ai sacerdoti entro e non oltre le ore 12 di venerdì 20 aprile. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.
LA REDAZIONE

 

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Relax...iamoci un po’

Il pensiero...

"Gli uomini non conoscono la propria felicità, ma quella degli altri non gli sfugge mai".
(Pierre Daninos, Un certo signor Blot)

...e il proverbio del mese:

"’Na casa sensa ècc l’è ‘na casa sensa tècc".
(Casa senza vecchi casa senza tetti).

Il Santo del mese

S. Francesco di Paola - 2 aprile, lunedì - Protettore dei naviganti Nacque a Paola in Calabria nel 1416. All’età di quattordici anni si stabilì come eremita sulla riva del mare vicino alla sua città. Fondò l’Ordine dei Frati Minori.

La "Risposta"

Cosa s’intende per "Supplizio di Tantalo"?
Indica una situazione in cui si ha sotto gli occhi qualcosa che si desidera e da cui ci si deve astenere.
Tantalo, figlio di Giove e re di Lidia, commise un delitto contro gli dei. C’è chi narra che, invitato alla loro mensa, rivelò poi agli uomini i segreti dei numi o portò loro ambrosia e nettare rubato agli ospiti; un altro mito lo fa colpevole d’avere trucidato e cotto suo figlio Pelope e averne poi imbandito le carni agli dei ignari. Per l’una o
l’altra cosa, fu precipitato nell’Ade e condannato a soffrire la fame e la sete. È immerso nell’acqua, che si ritira quando lui fa per bagnarvi le labbra; frutti maturi e gustosi gli pendono sul capo, ma quando lui tende le mani per coglierli, i rami balzano in alto, irraggiungibili.

 

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Per i più piccoli


PIERINO!
La maestra chiede a Pierino:
- Pierino, ti sembra bello stare lì sdraiato sul banco?
- Sono stanco - risponde Pierino - in casa lavo tutto io: i pavimenti, i piatti, i vetri...
E la maestra:
- Ma, scusa, e tuo papà, la tua mamma, tua sorella?
Risposta di Pierino:
- No, per la verità loro si lavano da soli.

- Ma Pierino - chiede la maestra - perché sei convinto che le ore sono liquide?
- Perché si dice sempre verso le sei, verso le sette...

La classe di Pierino è in gita scolastica.
All’aeroporto uno dei bambini indica il cielo e grida:
- Guarda... un aereo decolla!
E Pierino:
- Ma che de colla... è de ferro!


INDOVINA
Come fa un dentista a far aprire la bocca ai pazienti?
Gli presenta il conto!

INDICAZIONI
- Scusi dovrei andare alla stazione!
- Vada, vada!

DALL’OCULISTA
- Dottore, ci vedrò meglio con le lenti che mi ha prescritto?
- Certamente.
- E potrò anche leggere e scrivere?
- Sicuro!
- E pensare che fino a ieri ero analfabeta...

DAL DENTISTA
Il dentista dice al paziente disteso sulla poltrona:
- Non apra così tanto la bocca!
- Ma non deve farci entrare il trapano?
- Si... però io resto fuori!

 

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Non soltanto curiosità!

In occasione della settimana internazionale dell’amicizia è circolato via e-mail, transitando anche per Radio Basilica il seguente testo che, pure noi, proponiamo all’attenzione e alla riflessione di tutti.

Ciao a tutti!

Se si potesse ridurre la popolazione del mondo intero, in un villaggio di 100 persone mantenendo le proporzioni di tutti i popoli esistenti al mondo, questo villaggio sarebbe composto da:
57 Asiatici
21 Europei
14 Americani (Nord Centro e Sud America)
8 Africani

52 sarebbero donne - 48 sarebbero uomini
70 sarebbero non bianchi - 30 sarebbero bianchi
70 sarebbero non cristiani - 30 sarebbero cristiani
89 sarebbero eterosessuali - 11 sarebbero omosessuali
6 persone possiederebbero il 59% della ricchezza del mondo intero e tutti e 6 sarebbero statunitensi
80 vivrebbero in casa senza abitabilità
70 sarebbero analfabeti
50 soffrirebbero di malnutrizione - 1 starebbe per morire - 1 starebbe per nascere
1 avrebbe un computer - 1 (sì, solo 1) sarebbe laureato
Se si considera il mondo da questa prospettiva, il bisogno di tolleranza, comprensione, ed educazione, diventa palese. Prendete in considerazione anche questo:
Se vi siete svegliati questa mattina e state bene in salute, siete più fortunati del milione di persone che non vedranno la prossima settimana.

Se non avete mai provato il pericolo di una guerra, la solitudine della prigionia, il dolore della tortura, i morsi della fame, siete privilegiati rispetto a 500 milioni di abitanti di questo mondo.
Se potete andare in un luogo di culto senza la paura di essere minacciati, arrestati, torturati o uccisi, siete più fortunati di 3 miliardi di persone di questo mondo.
Se avete cibo nel frigorifero, vestiti addosso, un tetto sulla testa e un posto dove dormire, siete più ricchi del 75% degli abitanti del mondo.
Se avete soldi in banca, nel vostro portafoglio e spiccioli da qualche parte in una ciotola, siete fra l’8% delle persone più benestanti al mondo.
Se i vostri genitori sono ancora vivi, siete persone veramente rare.
Se potete leggere questo messaggio, siete doppiamente fortunati perché qualcuno ha pensato a voi e perché non siete fra i due miliardi di persone che non sanno leggere.
Qualcuno una volta ha detto:

Lavora come se non avessi bisogno dei soldi.
Ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire.

Balla come se nessuno ti stesse guardando.
Canta come se nessuno ti stesse sentendo.
Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.
È la settimana internazionale dell’amicizia.
Manda questa e-mail a tutti quelli che tu consideri amici.
Inoltra questa e-mail e rendi radiosa la giornata di qualcuno.
Se non la inoltri non succederà niente, ma in caso contrario, qualcuno potrà sorridere nel riceverla.
Felice settimana dell’Amicizia a tutti!

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Piccola Gaia

Una vita pensata
Una vita cercata
Una vita voluta
Una vita concepita
Una vita cullata
Una vita preparata

E poi...

Una vita spezzata
Una vita estirpata
Una vita non ancora vissuta
Una vita mai amata a pieno
Una vita perduta
Una vita mai goduta

Infine

Un rapporto spezzato
Un amore crollato
Una fede dismessa
Un’unione compromessa

Sempre

Una speranza ancor nel cuore
Di riavere accanto il mio amore
Per poterla far gioire
E con Gaia rifiorire.

il tuo papi "Cippi"

 

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Dall’Avis
Gesù ha donato il proprio sangue per la salvezza dell’uomo.
Gli avissini verolesi donano il proprio sangue per la "salvezza" del prossimo.
Auguri di Buona Pasqua agli uomini di bona volontà.

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In Internet della Parrocchia
Un sito tutto dedicato al Grande Organo Lingiardi,
l’indirizzo è: http://digilander.iol.it/lingiardi
con relativa casella di posta lingiardi@iol.it

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In memoria di un papà carissimo

Il nostro papà ha concluso il suo cammino terreno lasciando, nei nostri cuori ed in quelli di tutti coloro che gli hanno voluto bene, una grande angoscia. Poche persone riescono a mantenersi così semplici ed al contempo eccezionali, in una società sempre più attenta ai bisogni materiali a discapito dei valori cristiani, quali l’amore e la solidarietà verso il prossimo. Papà ha dedicato l’intera esistenza al lavoro ed alla cura della sua famiglia, senza mai dimenticarsi che, al di fuori di essa, vi erano persone bisognose di aiuto e di conforto.
Tutti coloro che hanno bussato alla porta del suo cuore, hanno ricevuto in dono una parola di speranza. Molteplici sono state le dimostrazioni d’affetto e di riconoscenza pervenute a noi familiari e, da esse emerge chiaramente la figura di un uomo che è sempre stato pronto a sacrificarsi in nome di nobili sentimenti, come l’amicizia, la
fratellanza e la protezione dei più deboli. Chiediamo al Signore di aiutarci, affinché il chicco di grano che papà ha piantato in ognuna di noi figlie, divenga rigoglioso ed egli, dall’alto dei cieli, gioisca nel vederci proseguire sul sentiero di onestà, rispetto e solidarietà da lui tracciato con convinzione e sacrificio. Ciao papà, continua a seguirci
con tanto amore.

Le tue figlie
Caterina, Bruna, M. Angela e Terri Nervi.

 

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Abbonamenti a "L’Angelo di Verola" anno 2001
(4a elenco)

ORDINARI: Zacchi Luigi, Famiglia Sala, Belli Maffoni Savina, Venturini Luigi, Barezzani Giuseppina, Burlini Luigi, Cavalli Ezio, Pinelli Primo, Brescianini-Capoferri, Piovani Carolina, Venturini Ismaele, Ferrari
Cesare, Dilda Angela, Battagliola Enrico, Mombelli Camillo, Slanzi Ambrogio, Staurenghi Emma, Bianchi Vincenzo, Zucchelli Ferdinando, Fogazzi Lucia.

SOSTENITORI: Molina Claudio.

BENEMERITI: Brognoli Anna, Perego-Baronio, Bettoncelli Luigi, Abbiati Claudio e Stefania, Sala Pietro, Bordonali Matteo, Loda Anna, Marmaglio Roberto, Cervati Guido, Cetara Anna, Cò Edvige Gessner, Monfardini
Valerio, Burlini Angelo, Migliorati Franco, Minini Mauro, Colosini Paolo, Preti G. Domenico, N.N., Villa Bruno, Bonini Natale, Geroldi Rina, Bonvicini Claudio, Fratelli Codignola, Regosa Marco, Traversi Gianpietro, Trezza Andrini, Venturini Giuseppe, Marini Angelo, Penocchio Angelo, Bertoli Giuseppe, Galperti Davide, Marini GianPaolo, Ransenigo don Vito, Gandini Luigi.

(continua)

 

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ANAGRAFE PARROCCHIALE


Battesimi
7 Bonetti Laura di Michele e di Pelucco Sandra
8 Bonetti Anna di Michele e di Pelucco Sandra
9 Mazzotti Camilla di Mario e di Sala Paola Loretta
10 Sbarra Irene di Giuseppe e di Gualtieri Corinna

Matrimoni
1 Dore Filippo con Nervi Marcella
2 Orizio Alessandro con Cervati Rossella
3 Bonzio Mauro con Ferrari Elena
4 Bertolotti Francesco con Nervi Monica
5 Bertazzoli Giuseppe con Zavaglio Annalisa

Defunti
12 Amighetti Giuseppe di anni 79
13 Vergine Orsola Bertoni di anni 85
14 Girelli Teresa Barbieri di anni 62
15 Penocchio Rosa Andoni di anni 73
16 Donini Amore Agostino di anni 84

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Offerte pro restauri
tele e altari della Basilica



Giornata celebrata nel mese di marzo 1.188.000
IN memoria del caro sposo e papà 1.000.000
N.N. 50.000
N.N. 100.000
N.N. 1.000.000
N.N. 100.000
Una coppia di novelli sposi 1.000.000
Una coppia di fidanzati 100.000
N.N. 50.000
In memoria della defunta sposa e mamma 500.000
In memoria del papà Manfredo 1.000.000
Dalla Cappella Casa Albergo 260.000
N.N. 50.000

Totale 6.398.000

Offerte per amministrazione
ordinaria della Parrocchia

In memoria dei cari defunti 1.000.000

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