L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale

Mensile di Vita Parrocchiale
Anno XXVI n° 9 - Settembre 2001

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Speciale: "....Sulle Orme di Paolo"
Cronaca del pellegrinaggio in Turchia dal 2 al  9 maggio 2001

Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Giovanni Gritti
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati

SOMMARIO


  3 La parrocchia è ancora importante? (Mons.Corrini)
  5 Calendario liturgico
  9 Eredità del Giubileo (D. Giovanni)
10 Ogni mese ... una preghiera (D. Giovanni)

vita parrocchiale

11 Centri di ascolto
     Straverola 2001
     Caro Diario - Cronaca Estiva
15 Grazie Verola (P. F. Bonini)
16 In onore di don Tadini
     Tadini e la famiglia (D. M. Trebeschi)
19 Carissimi Verolesi, vi saluto (Sr. Emiliana)
20 Doverosa gratitudine (Mons. L. Corrini)
22 Restauri della Basilica (S. Carini)

dagli Oratori

26 Festa dell’Oratorio
27 Il Camposcuola (D. Giovanni)
47 La scuola R.U.M. ... (Sr. Emiliana)

le nostre rubriche

48 Verola Missionaria (Gr. "Conoscerci")
50 Aiutiamoli a vivere (Il Comitato)
51 Verola sport (R. Bonera)

varie - cronaca

     Pensieri Sparsi
53 Il mondo è tuo (R. Mor)
54 Per la scuola
     Le offerte del CFP per il 2001-2002
55 Informagiovani e Comune        
56 Turni delle farmacie
     Numeri Utili
     Per i collaboratori dell'Angelo
57 Relax... iamoci (errebi)
58 L’angolo dell’umorismo
59 Eurofacile
60 Dall’AVIS
61 Colpi di scena 1 (T. Cervati
     Colpi di scena 2 (T. Cervati)
     Colpi di scena 3 (T. Cervati)
64 Anagrafe parrocchiale
66 Offerte pro opere parrocchiali

 


LA PAROLA DEL PREVOSTO

LA PARROCCHIA È ANCORA IMPORTANTE? 

Stendo queste note nella vigilia dell’Assunta: la solennità tanto cara ai cattolici credenti cuore del periodo di ferragosto.

La nostra parrocchia vive nel clima quasi sonnolento di smobilitazione generale. Moltissimi stanno vivendo le sospirate ferie. Tra le persone che si incrociano per le strade alcune sono abbronzate dal sole goduto al mare o in montagna, qualche volto invece è segnato dalla dura fatica dei lavoro dei campi al solleone.

C’è anche chi non ha potuto lasciare Verola: gli anziani, gli ammalati e coloro che l’affetto ha trattenuto ad assisterli.

La nostra parrocchia ai primi di settembre sarà comunque ricomposta. Mi auguro che le energie psico-fisiche ritrovate siano di sostegno per affrontare gli impegni e le responsabilità che siamo chiamati a vivere singolarmente e comunitariamente.

Il luogo privilegiato per una crescita armonica della vita umana e cristiana credo sia la parrocchia. Molti la ritengono una stazione di servizio che offre documenti per pratiche burocratiche, o servizi in occasione di eventi lieti e tristi di famiglia.

Paolo VI, il papa bresciano, definiva la parrocchia: "La nostra casa, la famiglia di ciascuno, la strada attraverso la quale è possibile raggiungere il cielo".

Mi pare sia qui contenuto, in germe, il richiamo sulla missione della parrocchia che altre volte ho trattato e che sento il bisogno di riprendere in appoggio all’attività che stanno svolgendo le nostre "Diaconie".

Fine della parrocchia è quello di costituire in comunità i battezzati

L’edificazione della comunità parrocchiale avviene mediante l’evangelizzazione e la catechesi (l’annuncio della Parola di Dio), la celebrazione dei sacramenti, la pratica della carità. In modo particolare la comunità trova nell’Eucaristia la propria sorgente e il proprio vertice.

La Messa va partecipata e vissuta come momento che fonda la vita cristiana.

Da questa premessa prende vita una rete di rapporti nei quali l’uno accoglie veramente l’altro. Ciascuno dà e riceve, vivendo secondo la logica cristiana del dono. L’aiuto vicendevole, gioioso e disinteressato, diventa così criterio per regolare la vita della comunità.

Non si può costruire la comunità cristiana senza promozione umana.

Si può dire che non esiste problema umano che veda la parrocchia estranea o disinteressata. Basta pensare ai problemi dell’educazione, della scuola, del lavoro, della salute e della malattia, della pace nelle famiglie, degli anziani, della moralità pubblica e privata, degli handicappati, dei drogati, del tempo libero.

I sacerdoti, le religiose, il Consiglio Pastorale, le "diaconie", le organizzazioni laicali cattoliche ne sono investiti.

La nostra parrocchia è tradizionalmente impegnata insieme alle associazioni di volontariato. Verola ha notevoli esperienze che dovrebbero essere stimolate e soprattutto accordate nella loro azione per rendere più feconda la loro opera.

La parrocchia è chiamata all’impegno della missione.

La missione della parrocchia è diretta alla coscienza di ogni persona.

Nei confronti della fede cristiana gli atteggiamenti della coscienza sono numerosi. C’è chi crede, chi dubita, chi cerca, chi nega, chi rifiuta con ostentazione, chi deride, chi l’ha perduta e chi l’ha ritrovata, chi la considera solo un’esperienza personale privata, chi pensa sia un bene e chi un male, un errore o un’illusione.

Una comunità cristiana è missionaria perché tende allo scopo di aiutare chi crede a confermarsi nella fede, chi cerca a trovare, chi si è allontanato a tornare, chi nega a non escludere almeno il dubbio sulla propria negazione.

È proprio la parrocchia la prima e spesso decisiva occasione, per tutti, di porsi il problema della fede.

Sono pensieri che affollano la mente all’inizio del nuovo anno pastorale, stimolati anche dalla lettura della "Nota pastorale" del nostro vescovo che sarà la cartina di tornasole per il 2001-2002.

La parrocchia nel mese di ottobre, vivrà il "richiamo della missione".

Il dono di grazia offerto alla comunità parrocchiale e presente ancora nel cuore di molti mi auguro che venga ravvivato in tutti; sarà occasione per ricominciare con entusiasmo il cammino delle varie esperienze così che tutta la comunità, anche nelle parti atrofizzate ed ormai estranee, riprenda il flusso vitale della fede.

Don Luigi 

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Calendario liturgico dal 2 settembre al 7 ottobre

 

Settembre

ORARIO SANTE MESSE

In Basilica: Prefestiva : ore 18.30
Festive    : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30
                    : ore 16.00 Celebrazione Liturgica

Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.30
S. Rocco: Festiva : ore 9.00
S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00
Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30

N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 18.00, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni degli adulti.

N.B
a) Sabato 1 settembre riprende la celebrazione della s. messa vespertina, ogni sera alle ore 18.30;
b) In Basilica vengono riprese le celebrazioni delle sante messe festive delle ore 9.30 e 11.00;
c) In S. Rocco la s. messa festiva ritorna alle ore 9.00;
d) Nella chiesa di S. Anna - Breda Libera - la s. messa festiva ritorna alle ore 10.00. 


2 Domenica XXII del tempo ordinario

Dal Vangelo - "Gesù disse: "Quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti". (Lc.14, 13-14)

Sante messe con orario festivo
ore 16.00 Celebrazione liturgica
ore 17.00 Presso l’Oratorio femminile incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di settembre

6 giovedì Primo del mese.
Dopo la s. messa delle ore 9.00 seguirà l’adorazione comunitaria e privata fino alle ore 12.00

7 venerdì Primo del mese dedicato alla devozione del Sacro Cuore

8 sabato Natività della B. V. Maria. Festa di Maria Bambina
Sante messe con orario feriale
ore 7.00 S. messa celebrata nella Cappella delle Rev.de Suore


9 Domenica XXIII del tempo ordinario

Dal Vangelo - Gesù disse: " Se uno viene a me e non mi preferisce a suo padre, sua madre, alla moglie, ai figli, ai fratelli, alle sorelle e perfino alla propria vita non può essere mio discepolo. (Lc. 14, 26)

Sante messe con orario festivo
ore 16.00 Celebrazione liturgica
ore 17.00 Celebrazione comunitaria dei battesimi

10 lunedì
Alle ore 20.30 nel salone delle Suore si apre il corso dei fidanzati in preparazione alla celebrazione del matrimonio cristiano. Il corso si svolgerà ogni sera della settimana. L’ultimo incontro avrà luogo domenica 16 settembre alle ore 17.00 e sarà seguito dalla santa messa alle ore 18.30

14 venerdì Esaltazione della S. Croce
Sante messe con orario feriale
ore 18.30 S. messa presso il monumento alla Croce: ricordo della Santa Missione del 1982. Pregheremo per la ripresa della santa Missione dello scorso anno che sarà celebrata alla fine del prossimo ottobre.


15 Domenica XXIV del tempo ordinario

Dal Vangelo - "Gesù disse: "Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta". E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto".
(Lc. 15, 11-13)

Sante messe con orario festivo

ore 9.30 La santa messa, tempo permettendo, viene celebrata all’Oratorio a conclusione del Grest e in occasione della festa dell’ Oratorio dei ragazzi
ore 16.00 Celebrazione liturgica

17 martedì
Alle ore 20.30 presso il salone delle Rev.de Suore si riuniranno gli animatori delle diaconie e dei centri di ascolto. Sarà presente un Rev. Padre della missione che presenterà il programma del richiamo di missione che avrà luogo alla fine di ottobre.


23 Domenica XXV del tempo ordinario

Dal Vangelo - " Gesù disse: "Nessun servo può servire e due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona". (Lc. 16, 13)

Sante messe con orario festivo

ore 10.30 Straverola
ore 16.00 Celebrazione liturgica
ore 18.30 S. messa in suffragio del prevosto Mons. Nicostrato Mazzardi nel 47° anno della morte.

N.B. Ricorre oggi 1’11° anno dell’inaugurazione dell’Oratorio ricostruito. Era presente il vescovo di Brescia Mons. Bruno Foresti

28 venerdì Beato Innocenzo da Berzo. Sacerdote Cappuccino bresciano.
Sante messe con orario feriale

29 sabato S.s. Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele. Festa
Sante messe con orario feriale


30 Domenica XXVI del tempo ordinario

Dal Vangelo - "Gesù disse ai farisei: "C’era un uomo ricco che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco". (Lc. 16, 19-21)

Sante messe con orario festivo
ore 16.00 Celebrazione liturgica
ore 17.00 Nel salone dell’Oratorio femminile incontro con l’Azione Cattolica Adulti


 OTTOBRE

 ORARIO SANTE MESSE: vedi settembre

 1) Mese missionario - Da alcuni anni la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli propone di dedicare le domeniche di ottobre all’idea missionaria. La giornata missionaria in senso stretto è sempre la penultima domenica di ottobre. La prima domenica è la giornata della preghiera, la seconda del sacrificio, la terza della vocazione, la quarta dell’offerta e l’ultima del ringraziamento

2) Mese del Rosario - Questo mese ripropone il pio esercizio del Santo Rosario del quale tratta ampiamente la terza parte dell’esortazione apostolica "Marialis Cultus" di Papa Paolo VI. La seconda domenica del mese celebreremo, come ogni anno, la "Solennità della Madonna del Santo Rosario". Ogni sera, prima della s. messa vespertina, in Basilica sarà recitato il Santo Rosario. È auspicabile che nelle nostre famiglie ritorni questa pia pratica che nel passato costituiva la preghiera per eccellenza.

1 lunedì S. Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa.
Sante messe con orario feriale

2 martedì S.S. Angeli custodi
Sante messe con orario feriale

4 giovedì S. Francesco d’Assisi. Patrono d’Italia
Sante messe con orario feriale
Dopo la s. messa delle ore 9.00: adorazione del Santissimo, comunitaria e privata fino alle ore 12.00

5 venerdì Primo del mese. Consacrato alla devozione del Sacro Cuore.
Sante messe con orario feriale


7 Domenica XXVII del tempo ordinario

Dal Vangelo - "In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede! Il Signore rispose: "Se avreste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe". (Lc. 17, 6)

Sante messe con orario festivo

Si apre la settimana mariana
ore 15.00 Celebrazione solenne per anziani e malati
ore 17.00 Presso l’Oratorio femminile incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di ottobre

N.B.:
Con il prossimo numero dell’Angelo verrà pubblicato il calendario delle celebrazioni della settimana pastorale mariana.

 

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Eredità del Giubileo

Rimetti a noi i nostri debiti
(6) 

a cura di don Giovanni

 Libera riduz. da "Un debito senza fine", Commiss. Diocesana per la Riduzione del Debito Estero.

Parliamo della Campagna CEI (Conferenza Episcopale Italiana) "Tu in azione", per la Riduzione del Debito Estero.

Nel 1994 il Papa lancia con la Tertio Millennio Adveniente il Giubileo del 2000 e, tra i vari obiettivi propone di accoglierlo "come un tempo opportuno per pensare, tra l’altro, ad un consistente, se non proprio totale condono del debito internazionale, che pesa sul destino di molte nazioni". In verità i Papi lo chiedevano già prima: Paolo VI nell’enciclica Populorum Progressio del 1967 anticipava profeticamente quello che poi esploderà come problema: solo se si attueranno determinate strategie "i paesi in via di sviluppo non correranno più il rischio di vedersi sopraffatti dai debiti, il cui soddisfacimento finisce coll’assorbire il meglio dei loro guadagni".

Aggiungeva il papa che i tassi di interesse e la durata dei prestiti dovevano essere distribuiti in maniera sopportabile. Per il ventesimo anniversario della Populorum Progressio Papa Giovanni Paolo II scrive la Sollicitudo Rei Socialis, dedicando una parte consistente del terzo capitolo alla questione del debito internazionale. Vale davvero la pena di leggerlo tutto perché spiega in modo magistrale le cause della situazione perversa creatasi. Da allora in poi, i richiami della Chiesa alla rapida soluzione del debito estero sono stati numerosissimi in tutto il mondo, rimasti però sistematicamente lettera morta: non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.

Ecco allora questo nuovo tentativo della CEI: andare alla base popolare della Chiesa e chiedere a loro, i credenti, un aiuto in nome dei poveri. È il frutto di un lavoro corale di circa un anno di preparazione, sviluppato con vari soggetti ecclesiali come la Focsiv (associazione che riunisce gli organismi di volontariato internazionale), gli Istituti missionari, la Caritas e i Centri Missionari, l’Agesci, l’Azione Cattolica, le Acli, i Focolarini, la Comunità S. Egidio. La proposta è articolata in tre tappe:

1) informare la comunità ecclesiale e tutta la società italiana circa gli effetti prodotti dal debito, il senso della sua cancellazione e soprattutto l’urgenza di un ripensamento dei nostri stili di vita;

2) premere sul Governo italiano per ottenere attivi interventi di cancellazione del debito e affinché le risorse che si liberano vengano strettamente vincolate a combattere la povertà, puntando a coinvolgere nelle decisioni i beneficiari, cioè la popolazione locale: si vuole evitare che, come altre volte accade, i soldi della cooperazione vadano per davvero a beneficio dei destinatari (e non diciamo altro);

3) appoggiare le iniziative che si propongono di riformare le istituzioni finanziarie internazionali le cui politiche, come abbiamo visto, hanno aggravato il dramma del debito anche perché non sono espressione democratica di tutti i paesi. Infatti gli Stati nel FMI non hanno un voto a testa. Sono i paesi ricchi che hanno i voti nel Fondo, non i poveri.

A questo si aggiunge una operazione di raccolta fondi per convertire il debito di due paesi poveri, Zambia e Guinea Conakry, in azioni di sviluppo e promozione umana. Si tratta di acquistare una parte o per intero il debito che questi due Paesi hanno nei confronti del Governo italiano. L’acquisto viene vincolato al versamento su un cosiddetto fondo di contropartita, da parte dei Governi debitori, di una somma equivalente a quella raccolta dai cristiani italiani. Questo fondo viene amministrato dal Comitato italiano con la collaborazione della Chiesa locale e della società civile per finanziare progetti di sviluppo, specialmente nel campo della formazione professionale, della sanità e dell’agricoltura. Il progetto prevede quindi ampio spazio per la collaborazione di zambiesi e guineani.

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ogni mese ... una preghiera

 Dalla grande Liturgia bizantina ci viene questa densa preghiera. Si presta ad accompagnare o preparare vari tipi di inizio: quello di un nuovo giorno, di un’opera, o di un nuovo anno, solare, scolastico o pastorale, appunto come quelli che, in questo mese di settembre, andiamo ad avviare.

Signore Dio dei nostri padri,
che concedi a chi lo vuole la possibilità di pregare,
e che ricevi le suppliche dei tuoi servi
che gridano verso di te giorno e notte,
piega anche ora il tuo orecchio e ascolta la preghiera di noi peccatori.

Tu che conosci la nostra natura e la nostra debolezza
non ricordare le colpe di un tempo;
ricorda invece, Signore, che noi siamo polvere,
un soffio che passa e più non ritorna,
e nella grandezza del tuo braccio conserva nella pietà la nostra vita.

Guidaci per un retto percorso
per camminare lungo i sentieri dei tuoi comandamenti,
insegnaci a compiere la tua volontà,
a parlare in conformità alle tue testimonianze
e a meditare la tua legge giorno e notte.

Ordina "ai tuoi angeli santi di tutelarci in ogni nostra via,
di liberarci dalla freccia che vola di giorno,
da quanto brancola nel buio,
dal flagello e dal dèmone che vaga a mezzogiorno" (Sal. 90).

Colma la nostra bocca con la tua lode
e le nostre labbra di gioia
così da esprimerci in grazia con salmi, inni e cantici spirituali,
per cantare e rendere sempre grazie a te,

Dio dell’universo che salvi coloro che sperano
nella ricchezza della tua misericordia.
Perché tu, o Dio, sei buono e pieno di amore per gli esseri umani,
e noi ti rendiamo gloria,

Padre, Figlio e Spirito Santo,
ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Amen.

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vita parrocchiale

Centri di Ascolto 2001-2002

 

Mentre ci auguriamo che per tutti ci sia stata in questa estate la possibilità di un sano periodo di riposo ,poco alla volta ci introduciamo nella vita comunitaria che anche quest’anno si presenta interessante.In previsione del "Ritorno di Missione" e della ripresa dei "Centri di Ascolto", comunichiamo che per tutte le persone che hanno dato la disponibilità per l’animazione di questi ultimi,e per chi si è presa a cuore la vita delle nostre 8 Diaconie, è stato fissato un incontro dalle Suore:

Lunedì 17 settembre ore 20.30 per il mercatino delle Diaconie 

Con quali fondi le 8 Diaconie della nostra Parrocchia possono farsi promotrici delle varie iniziative proposte durante l’anno pastorale: "biglietti di auguri natalizi", "Brüzom la ècia", "Festa di San Lorenzo", ecc...? Molto semplice: ci si autogestisce raccogliendo fondi con la vendita di lavori di ricamo, di maglia, cucito, e "altro" confezionati appositamente dalle amiche e amici delle nostre Diaconie.

Una"bancarella" che si organizza verso la fine di settembre che vogliamo rendere sempre più bella, interessante e perché no, più redditizia:più sono i capolavori in vendita e maggiori possibilità avremo nell’animazione della nostra vita comunitaria. Per questo ci affidiamo alla vostra sensibilità e se vorrete contribuire con "lavori nuovi" usciti dalla vostra abilità ve ne saremo grati. Non puntiamo sulla quantità, ma sulla qualità:ci aspettiamo pezzi che invoglino i clienti all’acquisto.

Vi ringraziamo anticipatamente per la disponibilità che saprete dimostrare e comunichiamo che i lavori potranno essere consegnati presso le persone coinvolte nella vita delle Diaconie o presso le nostre Suore, entro sabato 29 settembre.

Grazie di cuore!

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STRAVEROLA 2001

 

Anche quest’anno si ricomincia l’anno correndo: per tutti, bambini, genitori, nonni, zii ecc..per tutti quelli che vogliono sentirsi uniti in amicizia, ricordiamo che la Straverola 2001 si svolgerà nella mattinata di:

Domenica 23 settembre

Le istruzioni e la consegna delle magliette avverrà all’Oratorio o fuori dalla Chiesa.

Vi aspettiamo numerosi

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 CARO DIARIO

 

Sabato 9 giugno: Festa di S. Antonio

È giunta al terzo anno questa festa dedicata al Santo di Padova. La Diaconia di S. Antonio si è riunita insieme a tutta la Comunità attorno alla statua del nostro Patrono. Dopo una semplice preghiera ci siamo trasferiti nel vicino campetto e con tanto entusiasmo sono iniziati i giochi dei bambini che hanno aderito con massiccia presenza e tanta allegria. Non è mancato l’ormai classico rinfresco grazie anche alla possibilità di poter disporre di quell’ospitale parco e grazie pure all’impegno degli organizzatori. Tutto ciò ha portato tanta voglia di stare insieme facendo così riscoprire che a volte bastano un po’ di sedie, una fetta di torta e un bicchiere per cogliere l’occasione di riunirsi e "contarla su" come si faceva una volta per strada davanti ai portoni. Quest’anno è stata concessa dall’Amministrazione Comunale la pista da ballo che ha ospitato una coppia di "baby ballerini":ci hanno regalato (si fa per dire) momenti, seppur brevi, di buona musica e danza. La festa è poi continuata con il ballo liscio offerto dal nostro Complesso Musicale Abitué che ringraziamo a nome di tutti. Abbiamo così ballato fino a sera tarda e, ringraziando tutti coloro che hanno partecipato, vi diamo appuntamento al prossimo anno.

 Sabato 23 giugno Ordinazione Sacerdotale di Padre Felice Bonini

Grazie Signore per questo bellissimo e preziosissimo dono che hai voluto offrire alla nostra Parrocchia. È stata una giornata indimenticabile e per avercela fatta gustare ringraziamo Padre Felice. Tutta commovente e particolarmente significativa la preghiera di Mons. Antonio Bello che il novello Sacerdote ha scelto per esprimere davanti al Signore e alla nostra Comunità le sue aspettative, progetti, sogni: 

Signore salvami dallapresunzione di sapere tutto,
dall’arroganza di chi non ammette dubbi,
dalla durezza di chi non tollera ritardi,
dal rigore di chi non perdona debolezza,
dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.

 Domenica 24 giugno Santa Prima Messa di Padre Felice - Festa del Sacro Cuore.

Anche noi Diaconia del Sacro Cuore abbiamo voluto dare il nostro contributo ai festeggiamenti per l’ordinazione Sacerdotale, invitando Padre Felice alla nostra Festa. In serata, infatti, ci ha fatto il dono della sua presenza benedicendo e inaugurando la stele che abbiamo`voluto costruire e dedicare al Sacro Cuore.

Ci siamo spostati poi nel Parco in via Tito Speri, dove a tutta la popolazione la Banda ha donato il bellissimo "Concerto per le Diaconie": grazie a tutti, musicisti, organizzatori... a tutti. È stata poi sorteggiata la Diaconia che ospiterà il prossimo concerto:Madonna di Caravaggio.

La serata si è conclusa con il dono che tutte le otto Diaconie hanno voluto offrire a Padre Felice: una bici con l’augurio formulato con tutto il cuore: "Hai voluto la bici? Adesso pedala, il Signore è con te: Santo viaggio!"

Sotto le stelle tutti a casa,con tanta gioia nel cuore. Ci vediamo domani sera, lunedì, all’Oratorio per lo spettacolo offerto a Padre Felice dai giovani: la vita di Padre Kolbe. Come auspicio è buono: la strada è in salita, ma ne vale la pena.

 Giovedì 9 agosto: La stella più bella

Con questo titolo abbiamo voluto prepararci presso Castel Merlino per vivere la Festa di S. Lorenzo. La stella più bella, facendo riferimento alla santità di San Lorenzo, ma pure alla serata di astronomia offertaci con chiarezza e bravura dal sig. Gian Paolo Pizzetti: con lui siamo entrati infatti nei misteri del sistema solare.

Secondo tradizione, durante l’incontro ci è stata donata una poesia dalla nostra poetessa Rosetta Mor.

Eclissi di sole

Luce d’ambra
sospesa su chiome
silenti e su prati
bruniti
che sanno d’eterno.

Vita attutita
da un vetro sfumato
sotto falci di sole
in un cielo
di carta velata.

Eclissi di sole

Frescura di bosco,
chiusa in spazi
soffusi, spiati
da un occhio
bendato di luna.

Mi ritrovo a liberare
sospiri d’attesa,
catturata dall’ombra
di un devoto silenzio
in cui freme lo sguardo.

Rosetta Mor

Venerdì 10 agosto: Festa di San Lorenzo

Dopo la S. Messa serale presieduta da Mons. Capuzzi, Vescovo di Lodi, che ci ha onorato con la sua presenza, grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale abbiamo potuto vivere una bella serata musicale, con suggestivi giochi di fuoco, nella bellissima scenografia dei giardini municipali. Una bella serata e l’appuntamento per il prossimo anno è assicurato: S. Lorenzo ringrazia.

Noi ringraziamo lui e il Grande Capo anche perché dopo poco inizia il temporale che porta in dono il tanto sospirato refrigerio.

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Grazie Verola...

 

Il 23 giugno di quest’anno ho ricevuto un dono in più oltre a quelli avuti finora nella mia vita: il Sacerdozio.

Gesù ha voluto rivestire la mia persona, il mio essere creatura con un dono tanto grande e tanto prezioso che non sempre tutti sanno capire fino in fondo. Essere Sacerdote, secondo me, significa essere un chiamato da Dio, significa essere un dono alla Chiesa, essere un dono per la Congregazione "Sacra Famiglia di Nazareth" del Beato Giovanni Piamarta. Essere sacerdote significa essere un dono per la mia famiglia e per la Comunità Parrocchiale di Verolanuova: è a questo proposito che desidero ringraziare don Luigi, don Giovanni, don Paolo per avermi accompagnato e sostenuto in tutti questi anni con la loro preghiera, con il loro esempio.

Ringrazio la Comunità per tutti questi anni e per i giorni festosi della mia Ordinazione.

Ringrazio il Coro Parrocchiale per aver reso ancor più bello il giorno della mia Prima Messa, e soprattutto per aver aiutato tutti quanti noi a pregare il Signore, attraverso il canto.

Grazie ai giovani dell’Oratorio, ai vari collaboratori ed educatori per la vicinanza, la simpatia, l’amicizia che mi hanno dimostrato e che continuano ad avere nei miei confronti.

Grazie ai rappresentanti della Comunità Civile, al Sindaco, e dell’Ordine Pubblico, al Maresciallo dei Carabinieri per aver condiviso, attraverso la loro presenza la gioia e la felicità di un giorno tutto speciale.

Ringrazio la Banda cittadina "Stella Polare" per aver espresso in ben due momenti, attraverso la musica, che quel giorno rimarrà indimenticabile e che la gioia provata in quei momenti, deve essere la forza che anima ogni nostra giornata.

Grazie alle Diaconie, in modo particolare grazie alla Diaconia Sacro Cuore per la serata del 24, grazie a tutti coloro che hanno pregato e che continuano a pregare per me: vi prometto che per voi farò altrettanto ogni giorno.

Grazie a tutti coloro che esternamente hanno contribuito a rendere grande,bella e gioiosa la festa. Grazie a coloro che nel silenzio e nel nascondimento hanno "decorato" e "ricamato" la festa.

Ogni volta che guarderò la composizione che mi avete donato, ossia quel Vangelo, quel calice, quel pezzo di pane che rappresenta il Corpo di Cristo, quella colomba simbolo dello Spirito Santo, e quel pezzo di cielo, mi ricorderò di voi, di quei volti ai quali appartengono le numerosissime firme poste sul retro del quadro. Mi ricorderò di te carissima Comunità di Verolanuova del tuo affetto e mi commuoverò (come mi sta succedendo ora mentre vi scrivo) e ti dirò nuovamente: "Grazie!!!"

con affetto

Padre Felice Bonini

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Ricordando la beatificazione di don Arcangelo Tadini

 

Verolanuova, nel secondo anniversario della beatificazione di don Arcangelo Tadini, si troverà a riflettere sulla figura del suo concittadino più illustre.

Le celebrazioni, promosse dal Comitato "Beato Arcangelo Tadini", dalle Suore Operaie di Botticino sera e dalla Parrocchia di Verolanuova, sono articolate in due momenti.

* Venerdì 5 ottobre, alle ore 20.30 ci ritroveremo nel salone della Biblioteca Civica. Il giornalista e scrittore Domenico del Rio e lo storico don Mario Trebeschi presenteranno la figura di "Don Arcangelo Tadini, tessitore di Dio".

* Domenica 7 ottobre, in Basilica sarà celebrata la S. Messa in memoria del Beato. Seguirà l’inaugurazione del monumento a perenne memoria del Beato, posto nella piazza di fronte al Castel Merlino dove nel 1465 nasceva un’altra illustre concittadina: la Beata Paola Gambara.

L’opera che si inaugurerà alla presenza della cittadinanza è dello scultore professor Bertoli.

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Verolanuova 1846 - Botticino Sera 1912

Beato Arcangelo Tadini

 

Una vita, la sua, segnata da tanti avvenimenti che, intrecciati come fili di colori diversi, hanno dato vita ad uno dei tanti capolavori di Dio.

Amore e speranza, lotta e sacrificio, preghiera e sofferenza, fede e carità, ma soprattutto stima della Parola di Dio, totale fiducia nel mezzo della predica e delle opere parrocchiali: questi i cardini su cui poggia l’opera e l’apostolato del Beato Don Arcangelo Tadini, uomo di Dio, sempre volto a realizzare il proprio impegno per la gente e fra la gente.

La Sua santità accompagna e protegge le persone che a Lui si rivolgono alla ricerca di conforto, di un sostenitore, di un mediatore nei momenti difficili dell’esistenza. Nell’umile tentativo di rendere tangibile la propria riconoscenza che scaturisce da questi sentimenti, in un gruppo di Verolesi, è nata l’idea di dedicargli un busto onde rendere imperitura la Sua memoria.

Numerose le perplessità e le difficoltà, ma grande la generosità di tante persone che hanno consentito al progetto dello scultore, Prof. Bertoli, di prendere forma; la spesa è in gran parte coperta, ma solo un ulteriore sacrificio, frutto della magnanimità di tante persone, permetterà di soddisfare l’impegno.

L’inaugurazione si terrà Domenica 7 ottobre 2001, dopo la Santa Messa delle ore 9.30, in occasione dell’anniversario della Beatificazione.

ML - PC

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 Tadini e la sua famiglia

 

Diamo inizio alla pubblicazione della singolare presentazione del Beato Arcangelo Tadini,
ricerca dello storico don Mario Trebeschi.

 

Vorrei descrivere i momenti essenziali della vita e dell’opera del Beato don Arcangelo Tadini, parroco di Botticino Sera dal 1885 al 1912, uno dei sacerdoti più insigni del clero bresciano, per capacità spirituale e sensibilità sociale, fondatore delle Suore Operaie di Nazareth, mediante un accorgimento espositivo, cioè immaginando di inoltrarmi come in una piccola galleria di quadri, davanti ai quali fermarmi ad osservare, a raccontare e a riflettere. Ben inteso: dei quadri di stile antico, con raffigurate delle scene ben delineate, in cui le figure e le scene sono di tipo illustrativo, non simbolico ed evocativo; chiaramente distinte, disposte nei loro primi piani e negli sfondi immediatamente percepibili.

1)

Il primo quadro rappresenta il ragazzo Tadini circondato dal papà e dalla mamma e dai numerosi fratelli.

Egli era il più piccolo, arrivato per ultimo dopo una prima nidiata di figli, nata da Pietro (1790-1860) e Giulia Gadola (1801-1829) dal 1821 al 1829: Giuseppe Giovanni, Piera Paola, Luigia Elisabetta, Giuseppe Lelio, Clelia Angela, Carolina Adelaide, Antonio Giovanni. Dopo la morte della signora Giulia, deceduta per difficile parto a soli 28 anni, Pietro Tadini si risposò con Antonia Gadola (sorella della precedente moglie), da cui nacquero: Giulio Alessandro, Amabile Elisabetta, Michele Antonio e Arcangelo Caterino Battista, il Beato (nato il 12 ottobre 1846 e battezzato il 18 ottobre).

Il padre, originario di famiglia della piccola borghesia locale, segretario comunale, non legato da interessi di ordine economico, e quindi tutt’altro che di spirito conservatore, aderiva alle nuove idee di indipendenza dei popoli, che si andavano diffondendo nella prima metà dell’Ottocento.

Quanto ai figli, Pietro Tadini prevedeva un avvenire distinto; bisogna dire che ci teneva, dal momento che, quando il figlio Giuseppe Lelio Alessandro (1825-1900), dapprima studente a Lovere, poi seminarista, fu espulso dal seminario, perché aveva aderito agli ideali di Tito Speri, papà Pietro aveva pensato bene di diseredarlo. Alessandro si era fatto amico del patriota bresciano, anch’egli seminarista nel 1846-1847, ma forse senza troppa prudenza; da qui la decisione del padre; Alessandro prese un’altra strada, sposandosi con Margherita Contratti. Degli altri figli maschi, Giulio Alessandro (1839-1909) compì gli studi elementari a Verolanuova e il ginnasio a Lovere; anch’egli entrò in seminario e fu ordinato sacerdote il 14 giugno 1862. Diventato curato a Verolanuova (1862-1876), fu trasferito a Roncadelle e passò a Oriano nel 1900, parroco e vicario foraneo. Era di idee liberaleggianti, simpatizzante di Bonomelli e sacerdote di grande beneficenza.

Michele Antonio (n. 1843), anch’egli alunno al collegio di Lovere, intraprese gli studi di giurisprudenza e segui la carriera militare.

Quanto alle figlie, esse seguirono la via delle donne di quell’epoca: si sposarono, o rimasero nubili; una, Elisabetta, divenne figlia di S. Angela.

Il piccolo Arcangelo compare in questa numerosa famiglia, come il piccolo Davide, che doveva essere obbediente a tutti, ma anche il più libero e vivace, perché sicuro di essere oggetto dell’affetto dei suoi, che ricambiava, come testimonia Pierina, figlia del già ricordato Alessandro Tadini: "Amava il gioco, ma era però serio, semplice e schietto. In casa era obbediente, molto affezionato ai genitori per i quali nutriva grande stima e venerazione".

Sullo sfondo del quadro della famiglia Tadini compare la casa di abitazione, con una stanza dipinta a strisce tricolori, tanto da doverla barricare al passaggio dei soldati austriaci. Più lontano divampano bagliori di guerra, quella del 1848 e, in particolare, delle dieci giornate di Brescia (1849) e del 1859 e 1866. Gli ideali patriottici si erano diffusi nelle popolazioni e avevano conquistato anche numerosi sacerdoti. Le autorità austriache consideravano il clero bresciano come una setta di cui non fidarsi, sovversivo e sovvertitore delle popolazioni.

Il Seminario era diventato una centrale di cooperazione con il comitato provvisorio del 1848.

Il canonico Pietro Emilio Tiboni, professore del seminario, custodiva gli atti del comitato bresciano del 1848 nella biblioteca del seminario; altri superiori lo coadiuvavano, come don Luigi Beretta e don Pietro Tagliaferri, rettore.

Alcuni sacerdoti si erano esposti, anche a rischio della vita, fino a salire sulle barricate durante le dieci giornate.

(continua sul prossimo numero)

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Sr. Emiliana ha lasciato Verolanuova

 

Verolanuova, agosto 2001

 

Carissimi verolesi, vi sto salutando e non mi par vero.
Ma come, te ne vai già? Mi hanno detto in tanti in questi ultimi tempi.

Sì, vado proprio via perché il mio mandato di responsabile della Comunità delle Suore è terminato: dopo il Concilio normalmente la Superiora scade dopo sei anni.

Qua a Verolanuova ho fatto esperienza di famiglia, ormai ci conosciamo tutti bene. Ci siamo stimati, abbiamo collaborato, sudato insieme, condiviso fede e gioie, dolori e speranze: quante occasioni per riconfermare insieme la fede nel Risorto. Perché in questi anni di permanenza a Verolanuova di cose ne sono successe molte, ma sempre il Signore è stato il nostro sostegno. Ditemi se non è lui il senso di tutta la nostra vita, sia che glielo diciamo o no. È quindi in mezzo a voi e nella mia comunità che Lui mi si è fatto sempre vicino e si è fatto conoscere, grazie a voi, come colui che da sempre mi ha e ci ha amato.

Giunsi a Verolanuova carica di timori e speranze, cose normali quando si inizia un nuovo cammino. Oggi, guardando indietro, tutti quei volti sconosciuti, quelle situazioni inattese sono stati tutti doni d’amore. Quanta amicizia in quei gesti quotidiani, quanto affetto e comprensione. Sì, è proprio nel quotidiano fatto di cammini insieme che sono stata raggiunta dal grande compagno di viaggio: il Signore.

Per tutti voi, per i sacerdoti, in particolare per il carissimo Monsignore don Luigi, grazie. Grazie per la grande collaborazione nella piena fiducia e stima. Questo grazie è accompagnato dalla preghiera e dal grande affetto.

Sono riconoscente anche al signor Sindaco e all’Amministrazione Comunale per la loro capacità di dialogo e di confronto.

Un fiume di riconoscenza alle tante persone che mi hanno voluto bene e mi hanno dato una mano affinché il bene fosse fatto bene. A tutti la mia gratitudine per la forza che hanno dato e per la spinta a non mollare mai.

Questo bagaglio di solidarietà e umanità faciliterà il mio inserimento nella nuova comunità che attende da me una serena presenza cristiana.

Andrò a Ospitaletto a vivere con i ragazzi e i giovani dell’Oratorio le sfide quotidiane. Ritroverò fatiche e lavoro, ma anche tanta umanità e scambio di amicizie.

Mi aiuti lo Spirito a trasmettere, anche là, testimonianza, gioia e maturità cristiana.

Un grazie particolare va alla mia comunità religiosa che ha camminato e condiviso insieme questi anni di fraternità e di progetti educativi.

Auguro a questa comunità nuovi sereni cammini, genuina fraternità e passo costante sulle orme di Cristo.

Un abbraccio particolare alle mie educatrici e collaboratrici della Scuola Materna. Termino e vi saluto chiedendo a prestito le parole che Tonino Bello detta ad alcuni missionari in partenza: "Portati come bagaglio una bisaccia per poter donare e ricevere". Possa lo Spirito far avverare questa profezia.

Vi voglio bene

Sr. Emiliana

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Doverosa gratitudine

 

Domenica 26 agosto u.s. ha lasciato la nostra parrocchia suor Emiliana che ha guidato per sei anni la comunità delle suore nella casa di via Dante.

Ritengo che a Verolanuova siano rare le persone che non abbiano conosciuto la Superiora.

Il suo ruolo di direttrice della Scuola Materna "S. Capitanio" l’ha portata ad avere rapporti diretti con molte centinaia di genitori e familiari dei bambini.

È stata capace di suscitare collaborazione e adesione alle moltissime iniziative con cui ha animato in modo esemplare la scuola.

Non saranno certamente dimenticate le celebrazioni in occasione del Natale, le feste delle famiglie partecipate da migliaia di persone.

In parrocchia, come direttrice dell’Oratorio femminile, ha collaborato con don Giovanni responsabile della formazione dei giovani e dei ragazzi.

La sua presenza ai Campi Scuola estivi di Paspardo; l’esperienza estiva della "Scuola RUM", da lei organizzata e dalla quale sono passate molte centinaia di ragazze, l’hanno sempre vista entusiasta animatrice.

Soprattutto non andrà perduta la dedizione al catechismo dei ragazzi/e.

L’Oratorio di via Dante era "letteralmente occupato" quasi ogni sera per l’iniziazione cristiana dei ragazzi e degli adolescenti e ancora per gli incontri di associazioni e delle varie istituzioni parrocchiali.

Grazie, cara suor Emiliana, per la generosa disponibilità e ospitalità che sapeva condire talora con gustose barzellette.

Anche la serena ilarità è un grande dono. Mancherà ancora la sua voce con cui animava il canto liturgico soprattutto alle messe dei giorni feriali.

Verola l’accompagna con la preghiera e gli auguri nell’impegno che l’attende come animatrice del grande Oratorio di Ospitaletto Bresciano.

Al saluto di suor Emiliana uniamo l’espressione della gratitudine per suor Elisabetta che dopo otto anni di presenza nella nostra parrocchia come insegnante della scuola materna, viene trasferita a Bozzolo mantovano per l’assistenza ai bambini istituzionalizzati.

Certamente i piccoli di Verola che l’hanno avuta come maestra, insieme ai loro genitori, la porteranno nel cuore.
Così non la dimenticherà la parrocchia beneficata dalla sua presenza di educatrice anche per i ragazzi/e del catechismo.

Ancora un’altra religiosa ha lasciato recentemente la nostra comunità: suor Valentina.
Se ne è andata con lo stile con cui è rimasta a Verolanuova per quarant’anni: in silenzio.

Di lei si può dire quello che le cronache attestano di S. Domenico: "Non apriva la bocca se non per parlare con Dio e per parlare di Dio". Quattro decenni vissuti nella preghiera e nella cucina del convento e della scuola materna, impegni intercalati nelle domeniche dalle visite agli ammalati e alle persone sole, costituiscono un primato di dedizione e di... virtù.

Era stata ricoverata all’ospedale per un controllo: la condizione di debilitazione fisica ha suggerito il passaggio diretto alla Casa di riposo delle religiose.

Verola custodirà la memoria di una suora che nel modo straordinario con cui ha vissuto l’ordinario servizio è stata capace di rendere visibile l’Invisibile a coloro che hanno avuto modo d’incontrarla.

Preghiamo perché a Verolanuova non manchino mai persone che credono ancora nel valore della vita vissuta come dono e servizio, a tempo pieno, per il Signore e per i fratelli.

Don Luigi

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Restauri della Basilica
dott. arch. Silvio Carini

- ricerche -

Gli arredi lignei del Presbiterio

 Il Coro

Tipologia

È una struttura stilisticamente complessa, un esempio di prim’ordine dell'ebanisteria lombarda, riferibile alla metà del Seicento. L’apparato semicircolare prende forma dalle pareti absidali a cui trovasi appoggiato e si prolunga lateralmente fino a congiungere ed incorporare le contrapposte porte di accesso alle sagrestie, per un complessivo sviluppo di circa
metri 24.

Costituito da due ordini di sedili (cappellani e coadiutori davanti, canonici, primicerio e prevosto dietro), presenta una estensione in altezza di circa metri 3,60 ed una profondità, con le pedane, di circa metri 2,50.

L’ordine superiore è strutturalmente composto da una successione di 21 stalli, separati da fianchi elegantemente intagliati in massello di noce, con motivi classici del periodo manierista, che fungono da supporto sia per i sedili che per il soprastante bracciolo, risulta completo di alto schienale a sopralzo, intramezzato da colonne, e di antistante inginocchiatoio ed appoggiatoio, elaborato ad armadietto.

Al centro, in posizione dominante, la "cadrega" episcopale con elaborazioni decorative di alto pregio nelle due cariatidi intagliate, poggianti sul montante del bracciolo e sorreggenti l’architrave.

L’ordine inferiore, costituito da un sedile, frazionato in quattro parti dagli accessi all’assetto superiore, delimitato alle estremità da mensole intagliate, conta 18 stalli, con spalliera ornata dal superiore appoggiatoio. Sul fianco dei passaggi, il sedile è provvisto di bracciolo intagliato.

Al centro dell’ordine inferiore, in corrispondenza del varco di passaggio, è stato aggiunto uno stallo.

Nel mezzo della zona absidale, per sostenere i grandi cori e messali, è sistemato il leggio del coro, a due piani inclinati, girevole, su colonna tornita, inserita nel mobile di base, risolto ad armadio.

Stato di conservazione

Il significante arredo presenta alterazioni e deterioramenti anche strutturali. Risulta fortemente aggredito da insetti xilofagi nelle bordure, nelle cornici e negli intagli, con evidenti fori di sfarfallamento su tutte le superfici. Alcune parti di intaglio in noce, veramente espressive, risultano corrose, disgregate o distrutte.

Diffusa è la sedimentazione di cere, vernici, oli e sporco. Le pedane, soprattutto, presentano soluzioni di continuità, instabilità, fessurazioni, ecc.

Proposta di intervento

Con le operazioni di scomposizione e smontaggio si potranno esaminare tutte le varie componenti, definendo nei particolari le operazioni di restauro e gli interventi di consolidamento strutturale da effettuare. Si renderanno stabili le parti di movimento, definendo i consolidamenti necessari e risolutivi per sedili, portelli, ribaltine, ecc. Si opererà la ricostruzione degli elementi decorativi disgregati, dopo aver disinfestato l’intera opera dagli insetti xilofagi, con impregnante specifico e consolidamento con resina acrilica ad alta penetrazione. 

I Coretti

Tipologia

Addossati alle pareti perimetrali della parte presbiterale della chiesa, si sviluppano due coretti a panca in legno noce, risalenti agli inizi del secolo XVIII, di pregevole fattura.

Posti l’uno frontalmente all’altro, per una estensione di metri 5,50 ciascuno, con una altezza di metri 3,50 ed una profondita di metri 1,10 alla pedana, risultano costituiti da un unico ordine.

Gli stalli, intervallati da cornici e lesene a mensola intagliata, poggiano su di un cassone con schienale riquadrato, nel medesimo ordine degli stalli da cornici e colonne sormontate da architrave.

Al centro del coretto di destra, lo scranno principale risulta sottolineato da due braccioli intagliati, addossati al dado della rispettiva colonna.

Stato di conservazione e proposta di intervento

Come per il coro, anche questi due arredi lignei non versano in buone condizioni.

Si ritiene, per tanto, procedere al loro completo smontaggio per una revisione incisiva, oltre che ad una radicale disinfestazione ambientale.

Si rilevano alcuni problemi strutturali, in specie per le pedane, inoltre a lacune di vario genere, con mancanza di supporto soprattutto nei punti indeboliti dall’azione degli insetti xilofagi, che hanno ampiamente aggredito le zone più tenere del noce: nelle bordure, nelle cornici e negli intagli.

Anche qui, una spessa coltre di sedimento e sporco nasconde le venature del legno.

Le porte di accesso al coro

Tipologia

L’apparato semicircolare del coro si prolunga lateralmente fino ad incorporare due belle, massicce e contrapposte porte di accesso alla sagrestia ed alla penitenzieria, anch’esse di epoca seicentesca e di fattura contestale al coro.

Risultano costruite a due battenti in telai di noce incorniciati, che racchiudono ciascuno un proprio pannello centrale.

Stato di conservazione e proposta di intervento

L’azione del tarlo ha particolarmente degradato e decomposto in più parti la struttura, pur massiccia, di questi due distinti serramenti, mentre la sedimentazione, particolarmente accentuata di polveri, oli e cere, ne deturpa l’aspetto.

Si ritiene di procedere con le tecniche già esposte, insistendo nella disinfestazione e nelle operazioni di consolidamento, in modo da garantire una duratura preservazione. 

Attribuzione cronologica interpretativa

Nell’opera "La Basilica d Verolanuova", ed. Grafo- aprile 1987, nel capitolo a cura di V. Volta dedicato alla "Cronologia verolese: vecchia e nuova parrocchiale", si attribuisce la costruzione del coro al m.ro Bartolomeo Franchini di Verona.

Infatti, a pag. 103, V. Volta così si esprime: "Il secolo XVIII si apre con i lavori d’intaglio per il coro dei canonici di Verola, affidato al m.ro Bartolomeo Franchini di Verona..", riportando poi a pagina 108 la nota cronologica: "1700-1701 costruzione degli stalli del Coro della Collegiata da parte dell’intagliatore Bartolomeo Franchini di Verona".

A chi scrive, tale attribuzione non sembra appropriata, a meno che la si voglia assegnare ai coretti del presbiterio, che risultano, visivamente, di fattura e datazione ben diversa rispetto al coro, tanto che l’imputazione al Franchini, relativamente anche allo stile, si addice più a questi che a quello.

Lo stesso Sig. Vinceno Canuti di Cremona, esperto artefice e fine conoscitore d’ebanisteria, a cui il Consiglio per gli affari economici della Parrocchia intende commissionare il restauro di queste pregevoli opere, è più propenso a far risalire il coro ad epoca antecedente, se pur di poco, all’edificazione della basilica, piuttosto che agli inizi del Settecento.

Ma un’altra singolare particolarità va segnalata: chi ha occasione di visitare la Collegiata insigne dei Santi Nazaro e Celso in Brescia, non può non rimanere sorpreso nel constatare quanto siano simili gli stalli di quel coro a quelli di Verola, sia per impostazione che per disegno di dettaglio.

E mentre Luciano Anelli, noto critico d’arte, nella sua guida alla chiesa di San Nazaro e Celso del 1977, si chiede ancora quando poteva essere stato eseguito il coro in San Nazaro, V. Volta, P. V. Begni Redona, R. Prestini, G. Sambonet e C. Giovanelli Buss, nel loro libro "La Collegiata insigne dei Santi Nazaro e Celso in Brescia" - edito dalla Banca San Paolo di Brescia -, sotto il titolo "Le vicende e gli uomini del coro barocco’, riescono a modellare, dopo "un’occhiata più insistita nelle carte d’Archivio" una "nuova storia di questa vicenda secolare di committenze e di botteghe d’alto artigianato, per non dire d’arte", che porta alla sorprendente scoperta dell’autore del coro di San Nazaro e Celso nell’intagliatore verolese Lelio Zucchi.

E qui sono i documenti che parlano. Ed ugualmente, V. Volta annota: "l’11 maggio 1667, dopo aver esaminato lo specifico progetto eseguito dall’intagliatore verolese Lelio Zucchi, viene firmato il contratto con lo stesso ‘maestro di legnami’ e con il suo figliolo Salvatore per la fornitura del nuovo coro, completo di due ordini di sedili... ... ... Naturalmente il tracciato dovette tenere conto della pianta quadrata dell’abside vecchia che ancora lambiva la vetusta torre... ... ...i sedili degli Zucchi forbitamente intagliati in un linguaggio misto di citazioni vignolesche e di capricci barocchi... ... ...resisteranno per più di un secolo, finché un altro artista di talento ne muterà la pianta quadrata, riducendola a lieve trapezio per assecondare il rispetto del tracciato semicircolare della nuova abside".

Per l’evidente analogia con il coro di San Nazaro, avvalorata dalla documentata e consonante scoperta del suo verolese autore, si sarebbe portati a formulare, per il coro di Verola, alcune suggestive, quanto facili, congetture, consentendo, tuttavia, solo un’estensione probabile delle conoscenze.

Forse, la revisione integrale di queste opere lignee, di cui sarà indispensabile scomporne gli elementi per conseguire buoni risultati di consolidamento e conservazione, potrà aiutare a definire gli aspetti cronologici, se non riservare, in tal senso, qualche maggiore e più interessante sorpresa.

È, comunque, opportuno sottolineare la contemporanea presenza attiva, operante in Basilica a quel tempo, del nostro intagliatore verolese Lelio Zucchi, che lo stesso V. Volta nelle sue note cronologiche così registra: "1671, 10 maggio - Delibera dei Fratelli del Santo Rosario di spendere 10 scudi da lire 7 piccole per fare i contrabassi dell’organo. In più si è dato ordine a Mo. Lelio Zucchi di fare ‘un poco di ornamento di legno sul telaro che va sopra la nicchia della Madonna’ (Archivio Ospedale Vecchio, Libro delle Parti del S. Rosario)".

Chissà che anche per il coro di Verola "un’occhiata più insistita nelle carte d’Archivio" riesca a modellare la vera, propria storia.

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Oratorioestate 2001 (01)

1 - Il Camposcuola

di don Giovanni

 

Quota 18: non tanto l’indicazione del tema, come di solito si fa, quanto piuttosto l’accenno al fatto che con quella di quest’anno, le nostre permanenze a Paspardo sono arrivate alla loro diciottesima edizione. Il Camposcuola, variamente evolutosi dal primo pionieristico Campeggio dell’84, è diventato, per così dire maggiorenne e ora continuamente viene riproposto nell’attuale insieme di formule collaudate, forse già da troppo tempo ma, per il momento, ancora "vincenti".

Mi viene da pensare quante persone, nelle diciotto estati paspardesi, sono state toccate, direttamente o indirettamente, da quest’esperienza:

ragazzi, adolescenti e giovani a centinaia hanno riempito di vita, allegro frastuono, qualche volta anche di malcontento, giustificato o no, quelle grandi stanze e quella struttura per vari motivi poco funzionale, ma capiente e, comunque, cara a molti, animatori e viceanimatori, da coloro che, nei primi anni, diedero avvio all’esperienza insieme al sottoscritto, a quegli altri che lo sono diventati dopo essere stati fruitori del servizio di quelli e, a loro volta, hanno "passato il testimone" ad altri; cuoche e cuochi, alle prese con attrezzature non sempre impeccabili, animati dal desiderio di accontentare al meglio il palato non sempre ben educato dei ragazzi e, soprattutto, di placare la fame, quasi sempre tanta. Tra coloro che furono cuoche, una, Myriam, già ci ha lasciato, in giovane età

Non si può non pensare anche a coloro che hanno offerto la loro collaborazione in altre maniere: coloro che hanno pregato per noi, anzitutto; quanti hanno voluto contribuire con offerte in natura o denaro, quanti hanno lavorato per sistemare, pulire, preparare, sia là a Paspardo che qui a Verola.

Penso a chi ha ideato e realizzato nei primi anni Radiopaspardo e a chi l’ha continuata negli anni successivi. Penso ai famigliari e agli amici e ad altre persone coinvolte indirettamente attraverso le visite in occasione della giornata dei genitori.

E poi la gente di Paspardo: gli adulti che si mostravano contenti della nostra presenza, i coetanei dei nostri ragazzi, desiderosi di allacciare rapporti, soprattutto con le ragazze, o propensi a coltivare sentimenti di rivalità e atteggiamenti provocatori. I primi che incontrammo ora sono adulti, altri sono nati e diventati adolescenti nel corso di questi anni. Non può mancare il pensiero al mite ed umile don Innocente, che ci accolse nell’84, deceduto nel 97 dopo cinquantuno anni di parrocchiato paspardese, e al generoso e dinamico don Giulio che lo ha sostituito.

C’è, direi soprattutto, da pensare alle tante ore di preghiera, di riflessione nei gruppi, di celebrazioni di vario tipo: attraverso questo e all’esperienza della vita comunitaria, quanta Grazia lo Spirito ha avuto occasione di riversare nei cuori!

Vengono in mente anche gli ospedali: fin dal primo anno ce ne siamo dovuti servire e ci siamo trovati a far visita a tutti quelli un tempo attivi nella nostra amata Valle Camonica: Breno, Darfo (per le fratture), Edolo e, infine, quello nuovo di Esine. Quest’anno è andata liscia.

Diciotto anni: sono tanti! Se facciamo la somma dei giorni passati a Paspardo in questo lasso di tempo, arriviamo a due anni! Dobbiamo qualcosa a quella comunità.

I tre turni di quest’anno, nel modo con cui sono stati vissuti dagli interessati e nei numeri che hanno registrato si sono prestati degnamente a celebrare la ricorrenza. Se dovesse capitare (sottolineo il "se") che, per qualsiasi motivo, la nostra presenza a Paspardo abbia a concludersi con il 2001, i tre turni da poco terminati, con il singolare susseguirsi di esperienze tutte positive, si potrebbero prestare degnamente a fare da coronamento a tutto quello che in questi diciotto anni il Signore ci ha dato di vivere.

Di tutto, gli rendiamo grazie e tutto affidiamo allo Spirito perché lo renda fecondo con la sua grazia.


Camposcuola Ragazzi

A - Il cammino di fede

Il sussidio costruito sul tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni preparato per quest’anno, non ci è sembrato molto pratico. Abbiamo perciò pensato di riprendere un cammino già utilizzato altre volte, la prima di queste in quello che fu il primo dei cammini allorché, nel 1989, da semplice "campeggio" il nostro soggiorno estivo in montagna divenne "Camposcuola": Con Cristo, pietre vive. Tale cammino fu poi integrato con altri elementi e ripreso nel ‘93 e nel ‘97. Anche la sintesi che segue ricalca in buona parte quella del ‘97.

La comunità cristiana di cui facciamo parte è inserita nella Chiesa universale, della quale, nel "Credo" diciamo che è "apostolica". Abbiamo così vissuto l’incontro con alcuni degli apostoli di Gesù, che ci hanno raccontato qualcosa della loro esperienza unica con il Maestro. A fare da "coordinatore" c’era uno di loro, uno dei Dodici, non molto conosciuto, per la verità, anche perché poco nominato nel Vangelo. Eppure di lui, abbiamo anche una breve lettera, nel Nuovo Testamento.

Si tratta dell’apostolo Giuda, non l’Iscariota, ma l’altro: Giuda di Giacomo o Giuda Taddeo. Taddeo e basta, per gli amici.

L’apostolo, presunto panettiere, ci ha parlato degli ingredienti necessari alla confezione del buon pane.

1 - L’acqua, innanzitutto. La Coca-cola o qualsiasi altra bibita artificiale, può sembrare più gradevole dell’acqua. Se però la si usa per impastare il pane, ne risulta una vera schifezza! Ci sono tante "false acque" che sembrano saziare la nostra sete di felicità meglio di quanto non possa fare Gesù, Signore delle acque. Riempiendoci di esse, finiamo però col fare della nostra vita qualcosa di non genuino, non buono, non bello, né per noi, né per gli altri. Addirittura, rischiamo di fare schifo!

Come l’acqua amalgama tra loro gli altri ingredienti del pane, così l’Acqua viva - lo Spirito santo - offertaci da Gesù ci amalgama a formare un tutt’uno, pietre vive della Chiesa - popolo di Dio e corpo di Cristo.

Lo Spirito santo è la Linfa - acqua che Gesù, vera vite, ci dona se siamo uniti a lui, come il tralcio.

Impastati con la vera Acqua, siamo chiamati a vivere in ogni ambiente, con tutti, l’atteggiamento fondamentale della disponibilità al Signore e agli altri, nelle cose che siamo chiamati a compiere ogni giorno. Allora saremo pietre vive, con Cristo. Se siamo uniti a Gesù, come tralci alla vite, lo siamo anche tra noi, in Lui: un solo corpo, il Suo corpo.

Un uovo di cartoncino, con il nome di uno degli amici o amiche presenti al Campo, rappresentava un impegno di particolare disponibilità. Perché proprio un uovo è storia lunga, che non stiamo a spiegare.

2/3 - Ingrediente fondamentale del pane è pure la farina, riposta nei magazzini della forneria. Per fare il pane più buono, occorre tirar fuori la farina migliore. Cosi anche noi: dobbiam tirar fuori il meglio che c’è nel magazzino del nostro cuore e imparare a condividerlo. Gesù un giorno ha moltiplicato i pani; noi possiamo moltiplicare quello che di buono c’è in noi se lo trasformiamo nella farina della condivisione. Essere pietre vive con Cristo, un solo corpo, significa anche questo, condividere: ciò che abbiamo, soprattutto ciò che siamo, il nostro tempo.

Due ambienti ove siamo chiamati a fare questo sono la famiglia e la scuola. È anzitutto qui che siamo chiamati a vivere la disponibilità di cui s’è appena parlato. Un dono preparato per i genitori e la pagella nella quale ciascuno ha valutato la sua presenza come cristiano/a nella scuola sono stati i segni di queste due giornate.

4/5 - Acqua, farina... sale. Se ce n’è troppo poco, il pane - e il cibo in genere - è insipido; se ce n’è troppo, tutto è immangiabile.

Una delle cose peggiori che possano capitare a chiunque è il sentirsi dire: "Non sai proprio di niente!"

Non vogliamo essere persone insipide, vuote, che hanno poco o niente da dire e da dare. Vogliamo imparare a dare sapore alla nostra vita (sapienza) e portare il nostro pizzico di sale per dar sapore alla vita della comunità, la Chiesa, quella che, concretamente, incontriamo nella nostra comunità parrocchiale. Questo impegno ci è ricordato dal sacchettino di sale ricevuto nella celebrazione di questa giornata, caratterizzata dalla riconciliazione sacramentale, giunta al termine della riflessione su quanto ciascuno fosse pietra viva proprio lì, al Camposcuola.

Ci siamo chiesti quanto vivo, saporito, sia il nostro senso di appartenenza alla Chiesa. Un pieghevole illustrativo di quelli posti all’ingresso della nostra Basilica è stato consegnato ad ogni ragazzo. Al posto del portale una scritta: "Io, Pietra Viva nella Comunità cristiana di cui faccio parte, la vera opera d’arte, dipinta o modellata dallo Spirito di Dio". A che servirebbe, infatti, avere tele stupende, sculture lignee eccezionali (le soase e le cantorie), se poi non ci fossimo noi, le vere opere d’arte che il Signore desidera realizzare?

6/7 - C’è poi il lievito che rende morbido il pane. Un conto è però gonfiarsi, un conto è lievitare. I "palloni gonfiati’’ non servono a nessuno: alla lunga danno fastidio, anche se, al momento, sembrano riscuotere applausi.

Lievito: essere utili, occupando il proprio posto, seguendo la vocazione che a ciascuno il Signore affida. Si è pietre vive nella Chiesa in diversi modi. Ciascuno ha il suo: a ognuno il compito di individuare cosa il Signore intende proporgli. L’adesivo della Giornata per le Vocazioni di quest’anno è stato il segno riassuntivo ed eloquente di questa riflessione. Ciascuno ha il suo compito anche nell’Oratorio, nel quale per tutti è possibile, in qualche modo, impegnarsi.

Scopriamo così che siamo parte di un corpo - tale è, appunto, la Chiesa -, del quale ciascuno è membro importante e insostituibile.

8 - Alla fin fine abbiam capito che siamo chiamati ad essere pane per gli altri, così come lo è stato per noi Gesù, che ci ha dato tutto e che continua a darsi tutto a noi, proprio nel segno del pane: l’Eucaristia.

Proprio partecipando ad essa, anche noi dobbiamo imparare a farci pane, realizzando il nostro compito di essere pietre vive della Chiesa di Gesù, membra vive del suo corpo in tutti gli ambienti in cui viviamo e con tutte le persone che incontriamo.

E proprio l’Eucaristia è il centro della vita della Comunità Parrocchiale di cui facciamo parte, è soprattutto attraverso essa che lo Spirito ci fa da molti uno. L’atto conclusivo del Campo è stata perciò la celebrazione della Messa, con la Comunione.

L’Eucaristia è la mensa che Dio, Padre buono, prepara a noi, famiglia dei suoi figli. Siamo Chiesa, comunità, perché figli dello stesso Padre. Parallelamente al cammino di riflessione di gruppo, abbiamo cercato, nella preghiera del mattino e della sera, di scoprire il significato delle varie frasi che compongono la Preghiera del Signore, il "Padre Nostro". Le celebrazioni del pomeriggio degli otto giorni di impegno ci aiutavano invece a trasformare in preghiera quanto al mattino avevamo meditato nel gruppo.

Essere "pietre vive" della nostra comunità è il mandato consegnato alla fine del Camposcuola, simboleggiato da un mattoncino, utilizzabile come pendente al collo o, più opportunamente, da tenere in un angolo della propria stanza insieme agli altri segni ricevuti lungo il cammino di questo Camposcuola, quale continuo promemoria degli impegni che ciascuno si è preso.

 B - Valutazione educativa

Poiché i due turni dei Ragazzi hanno presentato caratteristiche e andamento simili, li presentiamo in un’unica relazione; ove necessario, faremo gli eventuali "distinguo".

Cominciamo dai numeri, ideali per una agevole gestione dell’esperienza:

I turno: 44 iscritti: 4 da 4a elementare (2 fanciulli e 2 fanciulle), 13 da 5a elementare (7 fanciulli e 6 fanciulle), 26 da la media (14 ragazzi e 12 ragazze), 1 da 2a media.

II turno: 49 iscritti: 32 da 2a media (12 ragazzi e 20 ragazze), 17 da 3a media (13 ragazzi e 4 ragazze).

Vediamo ora gli obiettivi educativi:

1 - Cammino di fede. Si tratta della preghiera e del cammino di riflessione nel gruppo. Ambedue gli aspetti hanno fatto registrare una buona partecipazione. Si è notata una generale disponibilità da parte dei ragazzi. Anche la partecipazione al canto è stata viva, e ciò va detto anche per il II turno; è vero che l’intensità della partecipazione era inferiore a quella notata nel I turno, ma se facciamo il confronto tra il II turno di quest’anno e tanti turni omologhi degli scorsi anni, c’è da essere contenti. Un po’ subite da qualcuno, a volte, soprattutto nel II turno, le celebrazioni pomeridiane.

2 - Vita comunitaria. Nelle relazioni personali si è verificata una buona interazione a tutti i livelli: tra i soggetti delle diverse età, tra ragazzi e ragazze, tra questi e gli animatori, ecc. Va solo rilevata, nel I turno, la tendenza da parte di un gruppetto di ragazzi a volersi distinguere un po’ per quanto riguarda il gioco del calcio e, nel II turno, da parte di alcuni maschi, un atteggiamento non sempre del tutto rispettoso nei confronti di un educatore o l’altro.

Lo svolgimento degli incarichi, in alcuni, si è mostrato, a volte, difficoltoso.

Elementi che negli scorsi anni si erano mostrati piuttosto, diciamo così, lavativi, hanno evidenziato un notevole miglioramento: vale soprattutto per i partecipanti al II turno, ma in parte, anche per alcuni del I.

Notevole la disponibilità a lasciarsi animare e a vivere le varie proposte di intrattenimento tanto nel I quanto, sorprendentemente, nel II (basti pensare solo all’entusiasmo nel confezionare gli scubidù).

Il livello del linguaggio, diversamente da altri anni, è stato generalmente buono; va notata una certa accentuazione della tendenza alla volgarità verso la fine del II turno; qualche ragazza, sempre del II turno, dovrebbe poi imparare che ad eventuali osservazioni da parte delle coetanee non occorre rispondere utilizzando determinati titoli.

3 - Contatto con la Natura. I ragazzi hanno mostrato di saper apprezzare la bellezza di quanto la Natura offre, di essa hanno mostrato un buon rispetto e una apprezzabile attitudine a camminare, nonostante in qualche occasione la fatica si facesse sentire. Emergeva spesso la voglia di raggiungere mete, per questa età, abbastanza ardite (Tredenus, Bivacco, al quale non siamo potuti arrivare). Discreta la pulizia lasciata nei prati.

4- Autosufficienza - austerità/sobrietà. Fino a pochi anni fa non si doveva vedere l’ombra di una lattina di bibita: la Montagna ci elargiva, anche attraverso l’acquedotto, un’acqua davvero buona e fresca. L’acquedotto è stato potenziato, il che ci avvantaggia, poiché le docce fredde a causa della mancata pressione sufficiente a far partire lo scaldabagno, sono state un caso sporadico; la conseguenza è che l’acqua non è più buona come prima e nemmeno altrettanto fresca. Così ci siamo dovuti rassegnare alle bibite. Questo però non abbassa necessariamente il livello di sobrietà, anzi permette di rilevarlo meglio, poiché la mancata consumazione di bibite era conseguenza di un divieto ferreo, non frutto di libera scelta. Dobbiamo dire in molti casi ci è parso una discreta parsimonia nello spendere.

La capacità di tenere ordine nelle proprie cose e negli ambienti è stata così - così. Ancora una volta dobbiamo costatare che le ragazze sono in molti casi più disordinate dei ragazzi.

A tavola: era un piacere vedere quanto mangiavano i ragazzi del I turno, senza problemi di cernita dei cibi preparati dai nostri cuochi; anche nel II turno l’appetito non è stato niente male, anche se questi ragazzi, maggiori di numero, hanno consumato meno pane dei loro "colleghi" del I turno e alcune ragazze erano portate un po’ troppo a consumare solo quello che andava a loro ("questo sì", "questo no").

A rendere ancora più piacevole la nostra permanenza, quest’anno hanno contribuito le poche azioni di disturbo da parte dei ragazzi del posto, nei confronti dei quali i nostri dovrebbero imparare da una parte ad avere maggior rispetto e considerazione e, dall’altra, ad essere più furbi, evitando di prestare l’attenzione che alcuni loro atteggiamenti esibizionistici volevano suscitare.

La soddisfazione degli educatori, in sede di verifica, era diffusa e, a tratti, entusiastica. Le valutazioni su riportate sono tratte appunto da tale verifica comunitaria.

Altra nota positiva: la buona riuscita delle giornate per i genitori. I momenti di ritrovo, sia nell’Eucaristia che nell’appuntamento pomeridiano, hanno creato un clima davvero molto bello, grazie anche all’impegno con cui ragazzi e animatori, nel primo e, ancor di più, nel secondo turno, hanno preparato i loro "numeri" di intrattenimento.

Animatori: I turno: p. Felice Bonini, Damiano Micheli, Anna Bodini, Giovanni Geroldi (sostituito negli ultimi giorni da Claudio Guerreschi), Simona Turetta nella 2a settimana sostituiva Marta Brognoli, presente nella la, Stefano Simonini, Lorenzo Canini. Gli ultimi tre nominati erano alla loro prima esperienza nel ruolo di animatori.

II turno: Alberto Rossi, Claudio Guerreschi, Ettore De Angeli, Mirko Ferrazzi, Pietro Carini e, per la prima volta, Ilenia Montani.

Viceanimatori (la scelta è stata quanto mai travagliata): I turno: Chiara Girelli, Martino Canini, Giovanni Pizzamiglio, Alessandro Gavazzoli, Chiara Mondini. II turno: Nicola Staurenghi, Elisa Ferrari, Mattia Girelli, Giampietro Mollica, Monica Reoletti.

Cuochi: I turno: Iris Nervi, Aurora Cremaschini, Angelo Mondolo nella la settimana e Ilario Burlini nella 2a.

II turno: Ria van der Akker, sostituita da Ercolina Vigna nella 2a settimana, Laura Ballarin, Iris Nervi la 1a settimana, sostituita da Irene Ferrari, altra nuova leva come le due che seguono: Angelo Romano nella 1a settimana, rimpiazzato da Faustina Togni nella 2a.

Gite effettuate: Val Campovecchio di Corteno Golgi, Zumella, Tredenus, Volano. Il tempo meteorologico non è stato dei peggiori: solo poche volte ci ha costretto in casa, ha provocato la necessità di far slittare una gita o l’altra, ci ha fatti scappar via dal Tredenus nel II turno, ma ci ha anche regalato giornate splendide, anche in occasione delle rispettive feste dei Genitori.

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Camposcuola Adolescenti e Giovani

Gli ha dato vita una cospicua compagnia di trentuno tra adolescenti e giovani, con una presenza media di trenta, di cui 11 ragazze e 20 ragazzi, gli educatori, il personale addetto alla cucina e altre presenze più giovani, soprattutto la piccola e vivace Cecilia, "mascotte" di questo turno.

A - Il cammino di fede

L’oscurità produce confusione, disorientamento, in alcuni casi anche paura. Si cercano delle fonti di luce, anche flebili, ma che ci permettano di intravedere almeno qualche cosa dell’ambiente che ci circonda. Si può accendere un fiammifero, per es.; questo però dura poco. Un accendino, alla lunga, si surriscalda e finisce con lo scottare le dita. Abituati alle nostre luminarie elettriche, quando sperimentiamo oscurità possiamo però ancora apprezzare quanto possa essere utile e cara la luce di una candela. Così, nell’oscurità che possiamo sperimentare nella vita, possiamo apprezzare le luci piccole, ma costanti, che ci permettono di camminare e trovare sempre più luce, per essere luce a nostra volta: "Voi siete la luce del mondo" (Mt. 5, 14). A questo punto d’arrivo, indicato fin dall’inizio del cammino, si è giunti attraverso le varie tappe proposte dal sussidio da noi adottato: quello per gli adolescenti nella serie dei campiscuola ideati sulla base del tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni di quest’anno: Vocazioni, luce per la vita, della serie "I Campi di "Se vuoi"". Le riflessioni proposte da questo sussidio venivano integrate con l’ascolto di alcuni spezzoni delle riflessioni proposte dal Papa in occasione della XV GMG (agosto 2000), il cui testo era riportato nell’inserto collocato nelle pagine centrali e curato dal nostro Oratorio.

1) Chiudere l’ombrello. L’incontro o il confronto con altre persone fa scattare un meccanismo di difesa, poiché, anche senza che lo ammettiamo, sappiamo di essere fragili, può capitarci di vedere nell’altro una minaccia, un’invasore del nostro "io". Di questa autodifesa è simbolo l’ombrello. Esiste anche il verbo rischiare la propria vita. Vale soprattutto nel nostro rapporto con Dio: non poche volte lo vediamo come qualcuno che vuole intromettersi in una vita che "è la mia vita" e la vuole scombussolare. Anche Geremia, Mosè e tanti altri di cui ci parla la Scrittura hanno tentato di "aprire l’ombrello" di fronte a Dio, ma Egli ha insistito nello spingerli verso l’avventura del rischio. S’intende: non il rischio avventato e sconsiderato dello scavezzacollo, ma quello del dono che invita a perdere se stessi per trovarsi veramente (cfr. Mt. 10, 39). Anche Nicodemo, la cui vicenda ci ha fatto da spunto principale, è stato invitato da Gesù a chiudere l’ombrello e a permettergli di fare luce nella sua vita. Allora smetteremo di essere noi l’unica realtà che vediamo nello specchio: saremo invece noi stessi specchio che riflette la luce di Gesù, oppure cristallo trasparente che la fa filtrare verso gli altri. Si tratta di avviare, in altre parole, secondo la felice espressione usata dal Papa nel suo meraviglioso discorso ai giovani nella grande Veglia di Tor Vergata del 19 agosto 2000, il laboratorio della fede: libera risposta a Cristo che ci interpella personalmente: Tu, chi dici che io sia? Chi sono io per te? (Mt. 16) e ci invita a riconoscere in lui il Cristo (Mt. 16, 16), " Signore e Dio (Gv. 20) di questa mia concreta esistenza umana".

2) La vita è una marcia di orientamento. Ci sono tre modi, contemporaneamente presenti, di muoversi nella vita: la mappa. Riporta indicazioni dettagliate, seguendo le quali, con sicurezza, si giunge al punto ricercato. Sta ad indicare determinate regole morali che guidano con sicurezza. La bussola: più che un insieme di regole morali, il Vangelo indica la direzione verso cui avanzare, i grandi valori del regno. Ciascuno cerca la propria strada, tenendo fisso lo sguardo su Gesù (Eb. 12, 2), punto di riferimento come lo è la stella polare o il nord, indicato dalla bussola. Il radar: occorre essere pronti a captare necessità e desideri dei fratelli (e di Dio), gli S.O.S., i segni che lo Spirito del Signore ci offre. Come il buon Samaritano. Certo, ci ha detto il Papa, nel mondo di oggi, nel Duemila, è difficile credere. Difficile ma non impossibile. A tutti noi è chiesto il martirio della fedeltà quotidiana a Cristo, dell’orientare verso di Lui la nostra vita. Cosa possibile, con l’aiuto della grazia, cioè dello Spirito.

3) La mappa del tesoro. Ognuno di noi è in ricerca. Ciascuno cerca ciò che gli riempia cuore e vita. È facile cadere nell’illusione che quanto più ci affanniamo a possedere, tanto più la nostra vita sia piena. Ci può succedere di trattare la nostra vita come un contenitore, un secchio, da riempire perché sembra sempre vuota. Forse perché non abbiamo ancora scoperto il tesoro che ciascuno di noi porta in sé, il tesoro che siamo noi stessi. Fu così anche per la Samaritana.

Quando Gesù riuscì a farle "chiudere l’ombrello", ella poté ritrovare se stessa. Come con lei, Dio, in Gesù, si avvicina a ciò che noi siamo, nel profondo del nostro essere, ai nostri più segreti "panni sporchi". Dio ci ama, comunque e sempre: è la certezza di fede fondamentale che dobbiamo implorare come dono dallo Spirito. Se andiamo con Gesù nel fondo di noi stessi a cercare il tesoro che portiamo in noi e che siamo noi, ci accorgiamo che tutto il nostro affanno a cercare è desiderio di Lui: ce lo ha ricordato il Papa in modo insuperabile: "È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande".

4) La bussola della nostra fede. "Alzati e cammina", "Fanciulla, dico a te, alzati": Gesù ci invita continuamente a metterci in cammino. Le paure però ci frenano: vorremo prima aver chiaro dove siamo diretti, vorremmo non ci fossero incognite: desidereremmo avere sempre sottomano una mappa ben dettagliata. Dobbiamo invece, il più delle volte, semplicemente orientarci con la bussola, poiché il cammino si fa percorrendolo: è "camminando che s’apre cammino", il percorso ci diventa chiaro man mano avanziamo e, soprattutto, quando siamo giunti alla meta.

Le camminate in montagna, a questo proposito, sono quanto mai istruttive. La paura e le nostre resistenze però ci frenano; inoltre, il più delle volte, quello che ci lega di più è quanto nascondiamo con maggior forza o ciò che in noi non siamo ancora stati capaci di scoprire e che, perciò, non possiamo ancora affrontare e vincere: ci sono delle legature spesso non vistose, ma che ci bloccano, impedendoci il cammino. È così che facciamo tanti sforzi, senza compiere passi avanti. "Alzati e cammina" (Mc. 2, 1-12): Gesù ci può aiutare a dare un nome alle nostre paure, alle nostre resistenze: alle nostre legature. Di tale aiuto, il suo perdono è segno e strumento. Il Sacramento della Riconciliazione è dono di libertà per camminare. Riflettendo sulla risposta - domanda di Pietro in Gv. 6, 68 ("Signore da chi andremo?") il Papa, tanto per stare in tema di orientamento e di bussola ci ha ricordato che le scelte decisive a cui siamo chiamati per la vita più che il "che cosa fare" riguardano "Chi": verso chi andare, chi seguire.

5) Verso la "Stella Polare": la "bussola" della nostra esperienza di credenti ci fa cercare le strade che piacciono a Dio, quelle che, spesso sono le più lunghe. Ne ha saputo qualcosa il popolo di Israele incamminato verso la Terra promessa, dopo la liberazione dall’Egitto: quarant’anni di estenuante e difficoltoso vagare nel deserto. Perché? Per il semplice fatto che chi cammina verso la libertà non è ancora libero. Anche se si è usciti dall’Egitto, le legature invisibili (v. sopra) sono ancora ben presenti nel cuore: è necessario un lungo cammino per rompere le catene interiori, la schiavitù che ci si porta dentro. Anche il nostro cammino di credenti è così: possiamo esserci decisi, per es. quando abbiamo ricevuto la Cresima, di intraprendere la strada indicata dalla "bussola", ma tanti si fermano, tornano indietro, verso la situazione di schiavitù che risulta spesso più comoda, perché meno impegnativa. Abbiamo compiuto questa riflessione proprio nel giorno di s. Lorenzo (con le sue famose "lacrime" stellari) nel quale non abbiamo mancato di festeggiare il nostro patrono e, con Lui, noi stessi, in quanto comunità cristiana posta sotto la sua protezione di intercessore e modello.

6) Il radar del cuore attento: si tratta di avere occhi sempre aperti, orecchi attenti, cuore compassionevole, per "captare" le chiamate di Dio e dei fratelli. Il Signore chiama, invia infiniti SMS: li sappiamo ascoltare? "Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Sam. 3, 1-11). Dagli altri ce ne giungono a bizzeffe, ogni giorno, spesso silenziosi, altri volte espliciti: "Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta". Gli occhi dei due discepoli di Emmaus "erano incapaci di riconoscerlo": occorre che anche dai nostri occhi cadano le "squame" (Atti 9,18) che ci impediscono di vedere.

A queste "squame" occorre però riuscire a dare un nome. Se ci si mette in ascolto e si rende penetrante lo sguardo, pronti a captare come un radar i "segnali" che, numerosi, ci manda, lo Spirito del Signore può aiutarci a comprendere a cosa Egli ci chiama: potremo individuare insieme con Lui il progetto per la nostra vita, scoprire la nostra personale vocazione. Potremo trovare attraverso quale via dare luce e colore alla nostra esistenza. Tra questi messaggi, ci ha ricordato il Papa, l’Eucaristia continua a parlarci d’amore: di quello, intenso, personale e unico di Cristo per ciascuno, che non viene meno neanche quando lo deludiamo; di quello che noi, alla scuola di servizio che è l’Eucaristia, siamo chiamati a donare. All’Eucaristia fa riferimento ogni vocazione, ci ha detto ancora il Papa nel brano che abbiamo utilizzato come mandato finale.

 

B - VALUTAZIONE EDUCATIVA

1) Cammino di fede: è stato ravvisato da parte degli animatori un buon impegno nel lavoro di gruppo, vissuto con disponibilità e senza lamentele.

La preghiera non è stata subita, anche se da parte da qualcuno tra gli adolescenti è stata manifestata una qualche fatica sia nel vivere i momenti prolungati (si fa per dire) delle celebrazioni pomeridiane, così come nell’accogliere i momenti serali nei quali ci si metteva in ascolto delle parole rivolte dal Papa ai giovani in occasione della GMG 2000 a Roma. In realtà le celebrazioni pomeridiane sono durate meno rispetto a quelle dei turni dei ragazzi, proprio in vista del maggior tempo impiegato la sera. La fatica, a cui s’è appena accennato, può anche essere dovuta a un momento di crisi nel cammino di fede -è tipico di questa stagione della vita- che qualcuno sta attraversando. Un Camposcuola non è fatto solo per chi non conosce traballamenti, ma si vuol porre come stimolo a non scoraggiarsi nel cammino e porre alcune premesse che, con il tempo, possono aiutare a superare la crisi. Al di la di qualsiasi considerazione, comunque, si è notata la volontà di impegnarsi e partecipare, anche conformemente al fatto che si sapeva che cosa si viene a fare in un Camposcuola. È certamente una dimostrazione di maturità e correttezza.

2) Vita Comunitaria. L’atteggiamento nei confronti degli educatori è stato sostanzialmente corretto; va tuttavia notato in qualcuno un modo di reagire non sempre pienamente rispettoso.

Nel complesso, l’amalgama è stato buono tra quasi tutti, o quantomeno discreto, come anche il rispetto. A questo proposito, però, bisogna capire che le persone più deboli vanno maggiormente rispettate in confronto alle altre e non fatte ripetutamente bersaglio di scherzi che, alla lunga, diventerebbe difficile a chiunque accettare: la maturità si misura anche da questo.

Non è mancato qualche piccolo segno di tensione, sfociata - esclusivamente a livello verbale - in qualche occasionale scontro, poi risolto.

Nella stragrande maggioranza, adolescenti e giovani hanno svolto con impegno gli incarichi di volta in volta affidati ai rispettivi gruppi.

Vanno evidenziate alcune fatiche nel capire e accettare determinate regole: il rispetto degli orari, soprattutto notturni le prime sere, il fatto che non si facciano uscite individuali o a gruppetti al bar, ma solo comunitariamente, ecc.

Il livello del linguaggio è stato sostanzialmente accettabile per tutto il primo periodo, ha registrato, soprattutto in alcuni maschi, una curva degenerativa verso la metà del turno, rendendo necessario un intervento generalizzato di richiamo che, se da una parte ha prodotto degli effetti, dall’altra non ha molto giovato a chi sembra avere ormai cronicizzato l’abitudine a intercalare, nei propri discorsi, il riferimento ai genitali di vario tipo. Di questo, anche se non solo di questo, non si potrà non tenere conto nel valutare, in futuro, l’affidabilità educativa di alcuni soggetti.

3) Contatto con la Natura. Non ci è possibile dire quanto questo gruppo fosse o meno composto da buoni camminatori: varie circostanze, tra le quali le condizioni atmosferiche non sempre favorevoli, ci hanno portato a fare della gita a piedi alla Zumella quella più lunga! Nel ritornare da quel magnifico posto, abbiano incontrato anche delle persone piuttosto anziane che stavano percorrendo la strada che ad essa conduce.... Tutti hanno mostrato sia un buon rispetto per la natura, sia la capacità di apprezzare la bellezza che essa sa offrire. Del resto quando si è immersi nel verde, tra rocce, neve (seppure in lontananza), un torrente generoso di acqua e di ristoro, sotto un caldo sole e un limpido cielo ora turchino, ora azzurro intenso, accarezzati da una fresca e morbida brezza come ci è accaduto in quasi tutte le gite (eccettuata la passeggiatina al Volano), come si potrebbe non essere capaci di "non lasciarci gli occhi"?

4) Autosufficienza - austerità/sobrietà. Accettabile, per quanto riguarda alcuni adolescenti, l’ordine nelle camerate maschili; tuttavia non poche erano le situazioni di disordine da "campo profughi" (con tutto il rispetto per i profughi); migliore la situazione per quanto concerne la maggior parte (quindi non tutte) delle ragazze.

La tendenza a spendere, quando si usciva al bar, non ci pare si sia mai manifestata nella forma dello sperpero. A tavola i ragazzi hanno usato buona educazione, hanno mostrato notevole e sano appetito e anche la capacità di prendere quello che "passava il convento", apprezzando l’impegno profuso dai nostri cuochi. Ci sembra che anche il fatto di non essere sempre attaccati al telefonino o ad apparecchi per riprodurre musica non abbia costituito un problema eccessivo.

In generale, si è respirato un buon clima, fondamentalmente sereno e costruttivo. In tal modo, anche il terzo turno conferma quanto s’è detto a proposito dei due che lo hanno preceduto, contribuendo alla caratterizzazione nel segno positivo di tutta questa annata.

Animatori: Pezzoli Maristella e Francesco Checchi, Zani Giambattista.

Cuochi: Betta Minini, Germana Ubiali, Giulia Amighetti, nuova leva, sostituita negli ultimi giorni da Marilena Brusinelli e, infine, novità assoluta, il primo (probabilmente anche l’unico) ragazzo - cuoco nella storia di Paspardo: Bruno Cocchetti, presente al 2° turno come utente di terza media e ingaggiato per il terzo turno a causa delle sue note qualità in questo ruolo.

Gite effettuate: Lago Aviolo (Vezza d’Oglio), Volano, Zumella, Val Campovecchio (Corteno Golgi). Le abbiamo compiute quando il tempo, che un po’ ci ha condizionato, ce l’ha consentito. Quando lo ha consentito, però, lo ha fatto come si deve, regalandoci giornate splendide, salvo la serata al Volano, un poco disturbata dalle nubi e da qualche sporadica goccia di pioggia. 

Abbiamo voluto che quella degli educatori non fosse l’unica valutazione del III turno. Ascoltiamo quindi anche la voce di alcuni degli adolescenti e giovani che vi hanno partecipato. 

Diversamente dall’anno scorso, il terzo turno di quest’anno è stato più numeroso, ma questo non ne ha ostacolato l’andamento.

La presenza di un buon numero di utenti ci ha permesso, da una parte, di fare nuove amicizie e di rafforzare quelle già esistenti, ma dall’altra ha dato origine alla formazione di alcuni "gruppetti" alcuni dei quali formatisi a Paspardo, altri invece già esistenti a Verolanuova.

Non che questa situazione fosse del tutto negativa, ma andava contro uno dei principali obbiettivi del Camposcuola: vivere una vita comunitaria giorno per giorno.

Un punto negativo da sottolineare in questo ultimo turno è stato l’utilizzo di un linguaggio scorretto da parte di qualcuno in alcune situazioni.

Le serate venivano trascorse principalmente al bar; solo negli ultimi giorni siamo riusciti ad animarle tra di noi in modo piacevole e divertente (Miss Verve e Mister Noioso 2001!).

L’approccio agli incarichi giornalieri (animazione, lavandino, refettorio, interni), assegnati ai diversi gruppi di lavoro è stato eseguito da noi utenti in modi differenti: alcuni interpretavano in modo immaturo i propri compiti, altri invece si impegnavano a fondo nei loro doveri.

I lavori di gruppo trattavano argomenti molto interessanti ma a volte, per qualcuno, troppo impegnativi.

La partecipazione è stata comunque attiva, gli animatori davano la possibilità a tutti i ragazzi di esprimere la propria opinione e di riuscire ad attualizzare ciò che veniva trattato nel lavoro di gruppo con i problemi adolescenziali.

Con gli animatori si poteva parlare senza problemi di argomenti che, di solito, non si trattano con gli adulti.

È da sottolineare quindi che, in certi momenti, il rapporto animatori-ragazzi era di coetaneità e di semplicità.

Per la felicità di qualcuno le mete delle gite sono state brevi e leggere, anche se questo non ha sminuito la bellezza dei posti visitati (Lago Aviolo, Volano, Zumella, Campovecchio).

Da parte nostra questo turno ha lasciato in noi ricordi piacevoli che ci accompagneranno sicuramente in futuro!

Chiara, Ilaria, Marcello, Mirko,
4 utenti di questo gruppo
 


Grazie!

 È doveroso esprimere il il nostro vivo ringraziamento a tutti coloro che in qualche maniera hanno collaborato alla realizzazione del Camposcuola; come sempre la lista è lunga; per quanto essa sia pressoché identica di anno in anno, in questo caso è preferibile peccare di monotonia e ripetitività.

Sono tante le persone che, in forma evidente o meno, hanno offerto il loro aiuto:

- animatori, cuoche e cuochi, viceanimatori, aiutanti di cucina;
- gli altri sacerdoti della Parrocchia: don Luigi e don Gianpaolo;
- le rev.de Suore, sempre disponibili a fornire, in vario modo, la loro collaborazione;
- il personale sanitario locale;
- coloro che hanno provveduto alle pulizie generali della casa, alla riparazione, di infissi e arredi;
- le persone che hanno provveduto al trasporto di materiale o persone;
- coloro che hanno elargito offerte in denaro o in natura: dolciumi per la merenda, vino, carne di pollo, ecc.;
- quanti hanno provveduto alla rilegatura dei libretti e la tipografia;
- don Giulio, parroco di Paspardo e la gente del paese che ci ha accolto;
- l’équipe di Radiobasilicafilodirettopaspardo;
- i genitori che hanno partecipato alle rispettive feste e quelli che hanno offerto per la circostanza dolci e bevande;
- quanti ci hanno accompagnato con la loro preziosa preghiera e la loro simpatia.

A tutte queste persone porgiamo l’espressione della nostra riconoscenza. Tutto ciò che facciamo di bene è "scritto" sul libro della vita, davanti al Signore, se lo facciamo gratuitamente, per Lui, per il bene dei ragazzi e dei giovani e non per noi stessi. 


 L’Oratorio porge i suoi auguri a Elena Pari e Savio Alberto, già collaboratori dell’Oratorio, per il loro matrimonio celebrato in luglio; a Alfredo Tomasoni, convolato a nozze a fine agosto.

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Oratorioestate 2001 (02)

2 - La scuola RUM ha chiuso i battenti
di Sr. Emiliana

 

Non credevo che salutare le ragazze al termine della scuola RUM mi costasse tanto, ma è stato proprio così perché l’esperienza di questi anni ha rinsaldato amicizie, collaborazione, servizio.

Quest’anno poi c’è stata la fortuna di avere parecchie persone adulte che ci hanno dato una mano nell’insegnare alle piccole l’arte del ricamo.

E il risultato si è visto alla fine quando abbiamo esposto in bella mostra il lavoro delle tre settimane: brave! Veramente brave!

Volete sentire qualche commento delle mamme?

- Oh, Dio, è più brava di me!?
- Che punto è questo?
- Io mi vergogno perché queste cose io non le so fare.

Tutto questo mi fa capire che vale la pena rinunciare a un po’ di ferie e mangiare il caldo torrido pur di stare vicine alle nostre ragazzine.

Stanchezza, sudore, voce afona non mi hanno fermato, semmai mi hanno dato l’occasione per donare di più, con fatica, ma sempre di più.

Quante giocate in cortile e quante nuotate in piscina!
Eh sì, perché scuola RUM è anche questo: il lavoro della formichina e il volo della farfalla.
Grazie, care ragazze, della vostra capacità di godere, di imparare, di gridare, di pregare, di cantare e danzare.

Un grazie di cuore alle bravissime volontarie per la loro serena e utile presenza. Grazie a chi ha contribuito anche con doni che ci hanno permesso uscite fuori porta, e grazie anche a voi care suore che avete condiviso con me questo bellissimo momento aggregativo.

Auguro che la scuola RUM continui con sempre maggior entusiasmo sicure di continuare quello che ha fatto S. Bartolomea tanti anni fa a Lovere.

Io vado a nuova destinazione, a un nuovo oratorio, ma sarà la stessa ricchissima occasione di condivisione, di animazione, di servizio.

Cambieranno i volti, ma non il cuore, non l’amore.

Ciao, vi abbraccio. 

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Le nostre rubriche

Verola missionaria

 a cura del
Gruppo Volontari delle Missioni"Conoscerci"

 

Il benessere dei paesi ricchi
affonda le sue radici
nella miseria dei paesi poveri

 

Questa è la scritta sulle magliette che indossavano i volontari per le missioni in occasione della veglia di preghiera mentre a Genova si svolgeva il summit dei "G8". Gli otto uomini più potenti del mondo, leaders dei paesi più avanzati economicamente e tecnologicamente. Si riunivano per potenziare, con alleanze strategiche, le loro posizioni nel mondo per dominare incontrastati, da padroni della terra, visto che se si sommasse il patrimonio personale di tutti otto, questo ammonterebbe al reddito totale di una ricca e grande nazione.

Se fosse in vita ancora Monsignor Helder Camara arcivescovo di Recife-Brasile che aveva sempre osteggiato l’operato dei "grandi", della banca mondiale e del fondo monetario internazionale, si sarebbe avvilito non poco per quanto è stato "partorito" da questo incontro a favore dei più poveri. I piccoli, i poveri, gli affamati e assetati per un’altra volta sono stati presi in giro, ancora un’altra volta non riceveranno niente, magari i loro governi avranno contratti miliardari per l’acquisto di telefonini che avranno una breve durata, di computers che presto saranno da rottamare ed una rete internet, tutto per favorire lo smaltimento delle scorte in esubero dei paesi costruttori che mirano a modelli sempre più nuovi e sofisticati; ma a loro l’acqua da bere, la farina per fare il pane, le medicine per curarsi chi gliele garantirà visto che con le loro misere paghe non potranno procurarsele? Con ogni probabilità nella stragrande maggioranza dei villaggi più poveri non è nemmeno giunta l’eco dei fatti di Genova e, fortunati loro, gli è stata risparmiata una misera e meschina figura di una "conferenza" che dovrebbe sì garantire una migliore qualità della vita, sconfiggere sete e fame nei paesi più poveri mentre non ha fatto altro che sfociare in una rissosa e scandalosa violenza.

Per fare il bene dei poveri bisogna accettarli, amarli, aiutarli per poterli fare godere dei loro diritti costituzionali, e dei semplici diritti umani che Dio ha dato anche a loro. C’è un’altra cosa da non trascurare e cioè che verrà un momento in cui la pazienza traboccherà e il povero rifiuterà di farsi affogare negli abissi della disperazione; gli oppressi non possono restare eternamente tali. Il desiderio della giustizia e della libertà può esplodere quando in lui si sveglierà la coscienza del suo naturale diritto alla libertà quando avrà visto che potrà ottenere senza dover sempre aspettare e subire. Di questo ci si deve anche preoccupare perché chi ha il coraggio di combattere nella lotta per la giustizia troverà compagni in ogni angolo della terra. Anche noi dovremmo essere con i poveri e dissentire per il fatto che ci siano milioni di persone condannate alla miseria mentre ci sono nazioni che continuano ad arricchirsi, dissentire dalle situazioni e dagli odi che negano una vita piena a persone a causa del colore della loro pelle o perché emigrati da paesi molto poveri "pretendono" di vivere accanto a noi ed infine dissentire delle mostruose assurdità di un mondo in cui le nazioni sono pronte a distruggersi e in cui gli uomini devono uccidere altri uomini. Questo sentimento non deve esprimersi solo per far opposizione, ma deve nascere da uno spirito interiore e dalla fedeltà ai principi del cristianesimo.

Se una società di uomini liberi non può aiutare i molti che sono poveri, non può certo sperare di salvare i pochi che sono ricchi. È dalle piccole e banali esperienze di ogni giorno alle scelte più gravi ed impegnative della vita che la speranza appare come il pane quotidiano di cui l’uomo ha bisogno.

Impegno dunque. Coloro che non fanno nulla incoraggiano la violenza, coloro che agiscono coraggiosamente e con buon senso riconoscono il diritto e la giustizia ad un tempo.

Il Papa Paolo VI ebbe a dire che il vero pericolo viene dall’uomo. È il pericolo più difficile da evitare, ma è proprio quello che dobbiamo affrontare per arrivare ad una pace vera.

La pace non è una parola astratta per definire uno dei vari momenti in cui gli uomini non si stanno uccidendo fra loro, ma è un giorno in cui non hanno avuto paura, è la vita quotidiana del villaggio, è una famiglia serena, è cibo, una scuola, la salute, la vita stessa che sorride, è la libertà con quei valori che sono cari ma che non è facile dire che cosa contengono di preciso e positivo. La libertà è valore se non è solo indipendenza da costrizioni esterne, ma scoperta appassionante di qualcosa di buono da scegliere e da realizzare.

Anche il nostro Papa ha qualcosa da insegnare quando dice che l’impegno per la giustizia e per la pace è parte integrante dell’evangelizzazione. Il regno di Dio avviene dentro la storia degli uomini, perciò non si può annunciare, testimoniare senza prendere su di sè le aspirazioni, le sofferenze e le lotte della gente che vuole un mondo diverso: meno ingiusto, meno egoista e meno cattivo.

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Fondazione aiutiamoli a vivere

O.N.L.U.S. D.L. 460 del 04.12.1997
Iscritta Albo Regionale Volontariato n. 147 del 19.01.1994

 

L’estate volge al termine ed il Comitato sta riprendendo il lavoro per promuovere l’iniziativa di accoglienza dei bambini bielorussi provenienti dalla zona colpita dal disastro di Chernobyl.

L’esperienza 2001 si è conclusa felicemente, i bambini sono ritornati alle loro case dopo 5 settimane di vacanza (tanto giocare, un po’ di scuola, una gita allo sconosciuto "mare", amicizie nuove, nuovi "fratellini" e "genitori" da ricordare durante il freddo inverno bielorusso). Noi genitori ospitanti abbiamo ripreso la vita di sempre, i bambini ci hanno lasciato con la certezza di ritornare il prossimo anno; chi concludeva l’esperienza è partito portando con sè un pezzo di cuore dei nuovi amici italiani.

Siamo pronti per ricominciare, fervono i preparativi per il prossimo anno e ci auguriamo che altre famiglie si uniscano a noi per vivere questa festa.

La foto qui pubblicata è quella "ufficiale" dei bambini, coloro che li hanno conosciuti e si sono affezionati hanno nel loro cassetto altre foto, dei vari Kolia, Yura, Katerina, Igor, Tania ecc., scattate in momenti di condivisione e di gioia. Ci è rimasta nel cuore la voglia di saperli in salute e di rivederli presto.

Se vi sentite disponibili a vivere un’esperienza importante come questa, contattate una delle persone di seguito elencate, saranno felici di darvi tutte le informazioni necessarie.

Zanoli Beppe e Wally tel. 3493843424
Pietrobelli Francesca tel. 0309948204
Zanoli Angela tel. 0309920887
Gavazzoli Franca tel. 0309361027

Il comitato di Borgo San Giacomo

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VEROLA SPORT
(a cura di Rino Bonera)

 

CALCIO

 

Siamo in attesa della pubblicazione dei calendari delle partite delle squadre di calcio del Gruppo Sportivo Verolese che saranno impegnate nella prossima stagione.

Non appena ne entreremo in possesso, a nostra volta li pubblicheremo in questa rubrica.

Per tutto ciò vogliamo contare, soprattutto, sulla collaborazione dei dirigenti del G.S.V. ed avere anche, da loro, un quadro di tutte le attività sportive operanti nell’ambito dello stesso Gruppo.

E, per tanto, anticipiamo già il nostro più vivo ringraziamento. 

Un lettore ci ha fatto pervenire un suo articolo esprimendo il desiderio di offrirci la sua collaborazione. Mentre gli siamo grati per questa sua volontà gli dobbiamo fare osservare che, essendo la sua missiva priva di firma, ci è impossibile, per tale motivo, prenderla in considerazione e, quindi, dar corso alla pubblicazione di quanto inviatoci senza entrare, per ora, nel merito del contenuto.

La Redazione, infatti, deve conoscere: cognome, nome, indirizzo e numero di telefono dei suoi collaboratori i quali, comunque, possono chiedere che i loro articoli, se pubblicati sempre a discrezione della stessa redazione, mantengano l’anonimato.

Xxx

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Pensieri sparsi

Il Signore ha una maniera di fare e di dire che dà le vertigini, poiché egli è la parola che congiunge le vette dell’infinita misericordia con gli abissi della nostra sconfinata miseria.
Don Mazzolari

 

 L’uomo virtuoso si ricorda per cent’anni, quello malvagio per mille.
(Antico proverbio cinese)

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Le poesie di Rosetta

 

Ho riscoperto una piccola, vecchia poesia, che forse vale la pena di riproporre a chi ama le voci della natura e sa ancora stupirsi di fronte alle bellezze del creato.

Chi non ricorda il canto del "re del pollaio", alto nel cielo, a indicare l’alba di un nuovo giorno? Ora diviene assai raro imbattersi nel suo solenne richiamo, al primo, fresco chiarore del mattino; ma, quando avviene, si rimane ancora affascinati dall’impeto del suo grido, che sembra voler conquistare l’universo intero.

 Il mondo è tuo

 

Vorrei conoscerti, gallo
che gridi a squarciagola
quando il cielo
spegne le stelle
e il merlo a bruciapelo
molesta piccoli
lombrichi inerti.

Il cielo è tuo
in quest’ora vaga
che apre gli occhi
alla vita.

Il mondo è tuo,
intatto, fresco,
assoluto, vergine
di rumori e di fumi;
l’aria inconsciamente
tua e vi penetra,
ampio e solenne,
il canto antico
che ammanta velleità
già tracciate nel sole.

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 Scuola

 

Dedicata a genitori, insegnanti, educatori e istituzioni, nella Galleria del Palazzo Municipale, avrà luogo sabato 6 ottobre una tavola rotonda dal titolo: "Cronaca: bambini, adolescenti e giovani". I lavori inizieranno alle ore 10.30 e si concluderanno alle ore 18.30.

L’iniziativa è organizzata dal Distretto Scolastico n° 43 e dall’Age di Verolanuova e Verolavecchia con il Patrocinio della Provincia di Brescia Assessorati Pubblica Istruzione e Servizi Sociali, del Comune di Verolanuova e Age nazionale.

Interverranno specialisti, personalità della scuola, delle istituzioni e dei media.

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Le offerte del CFP per il 2001-2002

 

 

Il Centro di Formazione Professionale di Verolanuova, per il prossimo anno formativo, offre buone opportunità sia per i ragazzi che hanno assolto l’obbligo scolastico sia per coloro che desiderano aggiornarsi.

I ragazzi post-obbligo possono scegliere fra i corsi di operatore macchine utensili, di manutentore riparatore di autoveicoli, di montatore manutentore di sistemi elettromeccanici e per operatori d’ufficio 2° anno. Un biennio di qualifica che permette di accedere alla successiva specializzazione di esperto di automazione e Cnc/Plc o alla specializzazione in autotronica.

Per chi è apprendista, invece, sono previsti corsi per il settore meccanico e per quello elettrico. Un modulo integrato servirà ad orientare verso la formazione professionale i ragazzi che stanno assolvendo l’obbligo scolastico.

Per coloro che vogliono acquisire la qualifica Asa (ausiliari socio-assistenziali) si prevede un corso di 300 ore e uno di 600 ore. Il Cfp ha in programma, per coloro che desiderano aggiornarsi, corsi di Autocad 2D e 3D, corsi di informatica base, avanzato, Access e Power Point, Internet Base e Costruzione pagine Web. Inoltre un corso di inglese base e di saldatura oltre a 40 ore di autotronica (iniezione benzina, sistema Bosch e Marelli).

Il centro di Verolanuova dispone di laboratori ben attrezzati e strumenti didattici adeguati.

Chi fosse interessato può rivolgersi alla Segreteria del Cfp di Verolanuova, in via Puccini, 12 (telefono 030931258, fax 0309362024) in ore d’ufficio: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30. Oppure, per maggiori notizie, si può anche attingere al sito Internet del Centro: www.cfp.verolanuova.bs.it.

Attualmente il Centro verolese (nato nel lontano 1962 con altra denominazione, ma stessa funzione) dispone di diciotto aule per le lezioni teoriche, due laboratori di informatica, tre laboratori elettrici, due laboratori motori, un laboratorio autotronica, due laboratori saldatura, un laboratorio tecnologico, due laboratori macchine utensili e Cnc, un laboratorio Plc, un laboratorio di elettronica, un laboratorio di pneumatica e di oleodinamica, una capiente sala riunioni.

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Informagiovani e Comune

 

 Alcune notizie 1) Riprendono i corsi (per bambini, ragazzi e adulti) di inglese base e avanzato, pittura e musica; iscrizioni entro il 28 settembre.

2) Sabato 6 ottobre, alle ore 20.30, presso l’Auditorium della Biblioteca, il Gruppo Teatrale "La Betulla", di Nave, presenta: "La cena" di J. C. Brisville.

3) Domenica 7 ottobre, sarà giornata (organizzata dal Comune) di "Caccia ai tesori della Bassa Bresciana".

Per tutte le informazioni rivolgersi a: Informagiovani, lunedì e giovedì, dalle ore 15.00 alle 18.00 telefonando allo 0309365035. 


 Il Consiglio Comunale si è riunito il 4 giugno scorso, alle ore 21.00 in adunanza ordinaria e, lo scorso 4 agosto alle ore 14.30 in adunanza straordinaria.

Questi sono stati i principali argomenti trattati nella prima:

- Surroga Consigliere Comunale dimissionario Alghisi Battista "Popolari per Verola";

- Esame ed approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2000 e relativi allegati;

- Variazione al bilancio di previsione per l’esercizio 2001 - terzo provvedimento - adeguamento programma annuale OO. PP.;

- Esame osservazioni ed approvazione definitiva variante al P.R.G. ai sensi della L.R. n. 23/1997 per adeguamento nuova cartografia e adeguamento al regolamento regionale 21.7.2000 n. 3;

- Esame osservazioni ed approvazione definitiva Piano dei servizi - variante al P.R.G. ai sensi della L.R. n. 1/2001.

Nella seconda adunanza (straordinaria) sono stati trattati, tra gli altri, i seguenti principali argomenti:

- Regolamento per l’applicazione dei criteri unificati di valutazione della situazione economica dei cittadini che richiedono servizi comunali a costo agevolato, ai sensi del D.Lgs. n. 109/98, e successive modifiche ed integrazioni;

- Piano di attuazione del diritto allo studio. Anno scolastico 2001/2002;

- Indirizzi concernenti nuove modalità di gestione del servizio di distribuzione e vendita del gas metano, nei limiti di cui al D.lgs. n. 164/2000;

  • Approvazione ampliamento Piano insediamenti produttivi in variante P.R.G.

 

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Turni domenicali di guardia farmaceutica
dell’Azienda S.L. 19

Settembre

9

Manerbio (dr. Bresadola)

Quinzano d’O.

16

Verolavecchia

Ghedi

23

Verolanuova (dr. Colosini)

Dello

30

Manerbio (dr. Parati)

Bagnolo Mella (dr. Donini)

ottobre

7

S. Gervasio

Leno (Castelletto)

14

Pontevico (dr. Pinzi)

Leno (dr. Bravi)

N.B.: L’elenco è provvisorio.

N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell’elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

 

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 NUMERI UTILI DI TELEFONO:

Servizio Sanitario (soltanto nei casi di urgenza e di emergenza): 118

Gruppo Verolese Volontari del Soccorso: 030 936 1 662 (via Grimani)

Problemi con le droghe?: 030 993 7 210

Alcolisti in trattamento: 030 931019 oppure 030 93 22 45

Vigili del Fuoco: 030 93 10 27

Carabinieri - Pronto intervento: 112 

N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.

Per le prenotazioni di trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorso telefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00; inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.

 

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Per i collaboratori de "L’Angelo di Verola"

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli possibilmente dattiloscritti (se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche) unicamente ai sacerdoti entro e non oltre le ore 12 di venerdì 21 settembre. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.

LA REDAZIONE

 

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 Relax...iamoci un po’

 

Il pensiero...

Gli uomini sono tanto sciocchi che, dando un nome nuovo a una cosa vecchia, credono di aver pensato una cosa nuova.
(Rémy de Gourmont, Dialogue des amateurs)

...e il proverbio del mese:

Chi gha mestér en mà no ghè manca ‘n toch dè pà.
(Chi è abile in qualche mestiere non mancherà mai di pane)

Il Santo del mese

S. Andrea Kim - 20 settembre - giovedì

Primo missionario indigeno della Corea. Venne ordinato sacerdote a Macao. Tornò in patria nel 1846. Fu arrestato e condannato a morte. Beatificato nel 1925. È stato canonizzato nel 1984 come Capo dei Martiri della Corea. 

Le "Risposte"

Da che deriva il detto "Perdere la tramontana"?
Non saper più quello che si fa, disorientarsi, perdere il controllo di sè.

Prima che fosse introdotta la bussola, i navigatori regolavano la loro rotta con la stella polare, che è detta anche tramontana. E quando le nuvole, di notte, velavano il cielo e la tramontana andava perduta, non era più possibile mantenersi sulla via giusta. Si legge nel Milione: "Quando l’uomo si parte di Basma egli truova lo reame di Samarca ch’è questa isola medesima. Ed io Marco Polo vi dimorai cinque mesi per lo maltempo che mi teneva; e ancora la tramontana non si vedeva, ne le istelle del maestro". Si dice anche: perdere la bussola.

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Per i più piccoli

 

Pierino

La mamma chiede a Pierino:
- Come mai sei arrivato così tardi?
- Sai, mamma, la maestra mi ha detto che se voglio essere promosso devo cambiare strada...

Colmo

Qual è il colmo per un miope?
- Essere di larghe vedute!

E per un equilibrista?
- Tagliare la corda!

Indovina
- Quali sono i peggiori nemici degli americani?
- Gli amerigatti!

A scuola
La maestra, in classe:
- Bambini, ricordatevi che è sempre meglio dare che ricevere!
- Lo dice sempre anche mio padre - interviene un bambino.
- Ma che bravo papà, e che lavoro fa?
- Il pugile. 

Tra amici
- Cosa ti ha regalato tuo padre per il tuo compleanno?
- Un pallone.
- E l’anno scorso?
- Un pallone.
- Ma perché? Tuo papà fa il calciatore?
- No, il vetraio...

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L’AVIS Comunale di Verolanuova

organizza una gita a Genova
domenica 30 settembre 2001

Visita all’Acquario e alla "Città dei ragazzi"

 Programma

- Partenza alle ore 6.30. Appuntamento davanti alla sede Avis di via Castello.
- Ritorno in serata.

 Quota d’iscrizione (solo per il viaggio)

- Per i soci Avis L. 30.000 quale cauzione, che verrà resa per intero sul pullman.
- Per tutti gli altri la quota è di L. 30.000 "fissa".
- La quota deve essere versata al momento dell’iscrizione.
- Pranzo escluso (possibilità di pranzare in un self-service nella zona dell’acquario). 

Ingresso acquario

Il costo del biglietto individuale è di L. 22.000, chi volesse prenotarlo direttamente all’Avis il costo è di L. 18.000, 13.000 per i bambini inferiori ai 12 anni (se raggiungiamo la quota di almeno 25 persone) per questa opzione la prenotazione deve essere confermata almeno 10 gg. prima dello svolgimento della gita e la quota versata all’iscrizione. Contrariamente alla quota per il pullman il costo del biglietto di ingresso è "fisso" per tutti.

Modalità d’iscrizione

Le iscrizioni si ricevono presso la Sede Avis di via Castello nei giorni: lunedì e giovedì dalle ore 18.15 alle 19.00, il venerdì dalle 20.30 alle 22.00; oppure tramite conoscenza di componenti del Consiglio Direttivo entro venerdì 21 settembre.

Non si accettano iscrizioni di minori se non accompagnati da un genitore.

La gita è aperta a tutti!

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Colpi di scena - N° 1:

Lavori in corso

L’estate ha portato bene alla nostra emittente parrocchiale. Dopo l’allarme lanciato nei mesi scorsi sulle ormai precarie condizioni delle apparecchiature, la parrocchia ha deciso un intervento radicale ed economicamente molto impegnativo per dare una degna soluzione ai problemi che erano stati evidenziati.

Il programma di ristrutturazione ha preso avvio nella seconda metà di Agosto con l’installazione di un nuovo trasmettitore della potenza effettiva di 1.000 watt, di un nuovo cavo d’antenna, di un nuovo modulatore di segnale e di un compressore limitatore.

Questo primo intervento, del valore di circa 30.000.000 di lire, sarà completato agli inizi di Settembre con i collaudi, le regolazioni e la posa di nuovi cavi dal campanile allo studio di trasmissione.

Saranno fatti esperimenti per individuare un diverso posizionamento delle antenne per ottimizzare il segnale e verrà con tutta probabilità installata una nuova antenna verso sud.

Un secondo intervento riguarderà l’avvio entro poco tempo dei lavori per il nuovo studio di produzione, che sarà realizzato in via Dante e che sarà attrezzato con nuove apparecchiature. Il costo di questo secondo intervento non è ancora quantificabile ma, sicuramente, sarà molto impegnativo.

Dove si sono trovati i soldi? Per ora... non sono ancora stati trovati se non in minima parte ma contiamo molto sulla generosità dei nostri ascoltatori, soprattutto di quelli che hanno capito l’importanza della radio per la nostra comunità.

Tutto questo lavoro farà slittare l’inizio delle trasmissioni autunnali per un tempo che cercheremo di rendere il più breve possibile.

Agli inizi di settembre la redazione tornerà lo stesso al lavoro per predisporre il palinsesto dei programmi. A questo proposito saranno graditissimi suggerimenti, idee, critiche e richieste. Fateci sapere quello che vorreste ascoltare dalla nostra radio.

Rinnoviamo anche l’invito a collaborare con noi. Siamo pochi e vorremmo veramente fare di più. Chi ne ha la possibilità ed ha delle idee, perché non dedica un po’ di tempo alla nostra emittente? Si divertirebbe e renderebbe un bel servizio a tutta la comunità. Paura dell’inesperienza? Nessun problema: nessuno è nato maestro e, del resto, non ci vuole poi molto ad imparare. Provare per credere. Oppure ancora: vi piacerebbe fare qualcosa ma non sapete bene cosa fare di preciso? Parliamone. Di cose da fare in una radio come la nostra ce ne sono veramente tante e non solo davanti a un microfono. Fatevi e fateci coraggio.

Fra le tante cose da fare c’è anche quella, ormai importantissima, del Sito Internet che stà ottenendo un successo veramente grande e riserva sorprese ...sorprendenti, come quella di cui parliamo nell’articolo seguente:

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Colpi di scena - N° 2:

Sito Internet
Accessi record: oltre quota 145.000

Quando i tecnici di "Numerica", la società che ospita il nostro sito, ci hanno comunicato e mostrato le statistiche delle visite a www.verolanuova.com rilevate dalla società americana Webalizer, siamo rimasti assolutamente increduli e, credeteci, sconvolti.

Per giorni e giorni abbiamo letto e riletto tabelle e grafici e alla fine abbiamo dovuto concludere che Numerica e Webalizer non si erano sbagliati. È proprio tutto incredibilmente vero:

al 24 Agosto gli accessi al sito internet della nostra parrocchia sono

147.881

le pagine visitate sono

427.552

i paesi – nazioni da cui provengono le visite, il cui elenco prossimamente pubblicheremo, sono

84

Le statistiche ci dicono poi tantissime altre cose interessanti come, ad esempio, quali sono le pagine più visitate, se il visitatore è giunto a noi casualmente o attraverso una ricerca mirata, il percorso del visitatore da quando entra a quando esce e una miriade di altre informazioni che qui sarebbe troppo lungo spiegare.

È veramente una grandissima soddisfazione per i realizzatori del sito (Piero Lò, Tiziano Cervati e, per gli aspetti tecnici, Mauro Loda) ma anche, ci auguriamo, per la parrocchia e per la comunità civile di Verolanuova.

È una grande soddisfazione anche per i molti riconoscimenti che ci giungono e per i numerosissimi contatti che, grazie ad internet, si sono stabiliti un po’ dovunque via e-mail, la posta elettronica.

I messaggi, 20 – 30 il giorno, arrivano da tutto il mondo. Frequenti sono, ad esempio, i messaggi di nostri emigrati all’estero che ci chiedono di aiutarli a ritrovare traccia delle loro origini negli archivi della parrocchia o del comune. In qualche caso siamo riusciti ad accontentarli.

E via e-mail ci sono frequentemente grosse sorprese, ma anche grosse delusioni, come quella che abbiamo avuto nei giorni scorsi e di cui parliamo nell’articolo seguente:

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Colpi di scena - N° 3:

Un grande verolese... sconosciuto

 

Nei giorni scorsi ci è giunto un messaggio dalla parrocchia e dal comune di Nocera Umbra col quale ci veniva comunicata la loro sorpresa e il loro disappunto per non aver trovato traccia nel nostro sito internet, nella sezione dedicata ai verolesi illustri, di un nostro concittadino, grande industriale e benefattore, al quale la città umbra si appresta a dedicare grandi festeggiamenti in occasione del 150° anniversario della nascita e dell’80° della morte. Al messaggio era allegata anche una documentazione che dimostrava inequivocabilmente che FELICE BISLERI, eroe della guerra garibaldina, industriale e ideatore del FERRO-CHINA BISLERI, generosissimo filantropo e benefattore di innumerevoli istituzioni È NATO A VEROLANUOVA E QUI CRESCIUTO fino a quindici anni di età.

Sorpresa e orgoglio da parte nostra e inizio di una serratissima corrispondenza via E-mail con i nocerini per saperne di più e colmare al più presto l’involontaria dimenticanza.

Puntuale la documentazione fornita, con testi di notevoli ricercatori, un articolo del "Corriere della Sera" e immagini del celeberrimo marchio del Ferro-China.

Da parte nostra ci attiviamo per cercare nei nostri archivi traccia del celebre Felice per ritrovarne l’atto di nascita senonché....del Bisleri nessuna traccia. Cerchiamo nei registri per cinque anni all’indietro dal 1851 e altrettanto facciamo per cinque anni in avanti. Niente. L’archivio comunale non ci può essere d’aiuto poiché fino al 1866 non esisteva e allora... Comunichiamo la cosa agli umbri i quali ci rispondono che già nel 1953, in occasione di altre celebrazioni, si era parlato inequivocabilmente di Verolanuova come paese natale dell’eclettico Felice.

Riconsultiamo gli archivi e... niente.

In nostro soccorso arriva la Biblioteca Comunale o, meglio, l’Enciclopedia Bresciana di don Antonio Fappani che lì è disponibile.

Consultiamo il primo volume dell’opera e... COLPO DI SCENA... Felice Bisleri è nato e cresciuto... A GEROLANUOVA, la piccola frazione di Pompiano.

DELUSIONE!!! Sic transit gloria mundi!

Anche i nocerini sono increduli e si profondono in un mare di scuse per la gaffe.

Morale: Pazienza! In ogni caso, anche se rimane la delusione per aver perso un potenziale illustre concittadino, ci resta la gioia e la soddisfazione per aver trovato nuovi amici in Umbria con i quali la corrispondenza continua e si sta avviando una bella collaborazione con scambio di idee e materiali. Come al solito, non tutti i mali vengono per nuocere.

Sarà comunque interessante, se gli spazi prossimamente lo consentiranno, pubblicare un profilo di Felice Bisleri il quale, anche se non verolese, resta ugualmente un bell’esempio di brescianità nel mondo.

Tiziano Cervati

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ANAGRAFE PARROCCHIALE

 Battesimi

19 Zanini Samuele di Ruggero e di Montani Simonetta
20 Alloisio Matteo di Andrea e di Geroldi Maria Grazia
21 Salini Alice di Stefano e di Botta Roberta
22 Cùculo Jonathan di Roberto e di Di Penta Diana
23 Bignami Leonardo di Nicola e di Zambotti Giuliana
24 Baiguera Michele di Francesco e di Barbieri Maria Luisa
25 Gazzina Alice di Roberto e di Mombelli Monica
26 Bonazzi Anna di Andrea e di Branca Maddalena 

Matrimoni

16 Bellomi Maurizio con Stabilini Luisa
17 Pini Walter con Gennari Barbara
18 Riccardi Davide con Colla Maria Giuseppina
19 Gilberti Massimo con Pizzamiglio Simona
20 Savio Alberto con Pari Elena 

Defunti

31 Barbieri Giampaolo di anni 68
32 Zanolini Marta Minini di anni 89
33 Ramazzini Maria Montani di anni 72
34 Bonetti Felice di anni 89
35 Brunelli Mario di anni 66
36 Camisani Giuditta Zani di anni 80
37 Sartorelli Guido di anni 64
38 Rossini Angelo di anni 79
39    Codignola Antonio di anni 86 

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Offerte pro restauri
tele e altari della Basilica

 

Giornata celebrata nel mese di giugno 2.005.000
In occasione del matrimonio 500.000
Dalla Cappella Madonna dello Stadio 65.000
In memoria dei cari defunti 200.000
In occasione delle Sante Cresime = ragazzi/e 1.450.000
Dalla Scuola Materna "Boschetti" 200.000
In memoria della cara sorella 500.000
N. N. 100.000
In memoria dello sposo 50.000
N. N. 200.000
Don Angelo in occasione del 60° di sacerdozio 2.000.000
Famiglia Sbarra 50.000
E.N.D. Verolanuova = Gruppo Sposi 200.000
Famiglia Zambelli in memoria del caro sposo e papà Giuseppe 1.000.000
In memoria dei cari defunti 500.000
N. N. 100.000
N. N. 100.000
N. N. 1.000.000
N. N. 50.000
Dalla Cappella Casa Albergo 210.000
Giornata celebrata nel mese di luglio 1.800.000
N. N. 200.000
Padre Felice Bonini in occasione della sua consacrazione sacerdotale e Prima Messa solenne 1.500.000
In memoria della mamma Anelli Maria 1.000.000
Nonna Angela per matrimonio di Alberto ed Elena 100.000
Per il battesimo della nipotina 1.000.000
In memoria del defunto Luigi 100.000
Dalla Cappella Casa Albergo 320.000
N. N. 55.000
In memoria del marito e del figlio 200.000
Giornata celebrata nel mese di Agosto 1.800.000
In occasione del matrimonio 500.000
I figli in memoria della mamma Giuditta 1.000.000
In memoria di Adele e Fabio 100.000
In memoria di papà e mamma 200.000
Sara 500.000
In memoria dei defunti 200.000
Dalla Cappella Casa Albergo 170.000
N.N. 70.000
N.N. 100.000

TOTALE 21.895.000

 

Offerte a Radiobasilica 

In memoria del marito che tanto apprezzava Radiobasilica 500.000

 Aggiornamenti

Con riferimento all’impegno assunto al momento della presentazione sull’Angelo del bilancio 2000 informiamo i gentili lettori che la situazione finanziaria è la seguente:

Entrate 2° trimestre 2001 (aprile, maggio, giugno) 191.548.400
Uscite 2° trimestre 2001 (aprile, maggio, giugno) 176.852.210
Avanzo 2° trimestre 2001 (aprile, maggio, giugno) 14.696.190
Disavanzo al 31 marzo 2001 693.598.305
Disavanzo al 30 giugno 2001 debito) 678.902.115


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