L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale


Anno XXVIII   n° 2 - Febbraio 2003

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Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Valentino Picozzi
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati


SOMMARIO


La Parrocchia famiglia di solidarietà (D. Luigi) 3

Calendario liturgico 6

"Fate dono di voi" 10

Coraggio famiglia!... 14

I dieci Comandamenti 17

vita parrocchiale

Centro di Ascolto 20

Kierix (Don Valentino) 25

Questo è l’anno del Rosario 26

Catechesi Neocatecumenali 28

Il restauro del coro e dei coretti (V. Canuti) 28

dagli Oratori

Natale 2002  (Paola Botta) 31

I giovani in ritiro (Anna e C.) 33

5 gennaio 2003  34

80 mila giovani alle sorgenti  (Michela - Ettore) 36

le nostre rubriche

La difficile aurora dei lebbrosi (+ A. Riboldi) 38

Verola sport (R. Bonera) 41

In movimento 42

varie - cronaca

Non dirmi niente (R. Mor) 43

Per gli anziani 45

Turni delle farmacie 46
Numeri utili di telefono
per i collaboratori dell'Angelo

Relax... iamoci (errebi) 47

Per i più piccoli 48

Di tutto un po' 49

Radiobasilica di Verolanuova 50

Dall’Avis 51

Abbonati (2° elenco) 51

Anagrafe parrocchiale 54

Offerte pro opere parrocchiali 55



La parola di Mons. Prevosto

 

La Parrocchia famiglia
di solidarietà e di speranza per i sofferenti

 

Martedì 11 febbraio, anniversario dell’apparizione a Lourdes della Beata Vergine Maria, sarà celebrata la Giornata Mondiale del Malato.

Non è ancora uscito il messaggio che la Santa Sede indirizza ogni anno ai sofferenti e agli uomini di buona volontà.

Voglio proporre qualche spunto di riflessione sulla comunità parrocchiale e i malati. 

Gesù continua ad essere presente dove si vive l’amore scambievole

Duemila anni fa il Signore Gesù, volendo manifestare l’amore di Dio per l’umanità, passò come buon samaritano itinerante "predicando la buona novella del regno e curando ogni sorte di malattia e di infermità nel popolo". Al termine della vita, promise che sarebbe rimasto con la sua comunità fino alla fine del mondo e assicurò di essere presente dove due o più discepoli sono riuniti nel suo nome.

Ecco perciò offerta per noi la possibilità di continuare la sua azione di salvezza a beneficio dei fratelli.

La comunità cristiana si costituisce dove due o più persone si mettono insieme nel nome di Gesù, cioé nel desiderio e nell’impegno di mettere in pratica il precetto dell’amore scambievole.

È il Risorto vivente nella comunità credente nel suo nome che ripete le stesse parole e gli stessi gesti di salute e di speranza verso coloro che soffrono.

L’intera comunità nella varietà dei suoi componenti accoglie il mandato di Gesù di evangelizzare e curare i malati. È sollecitata la corresponsabilità di tutti: la comunità parrocchiale, prima, e poi i gruppi, le associazioni, i fedeli operanti nelle varie diaconie.

La Comunità cristiana si interessa dei sofferenti

Imitando il Signore Gesù che ha vissuto la solidarietà con "gli ultimi": i deboli, gli ammalati, gli emarginati, anche la comunità cristiana è aperta a riconoscere e ad accogliere chi è provato dalla sofferenza e dalle malattie.

Sostenuti dall’amore dei fratelli anche i malati si sentono parte della comunità. Nella loro sofferenza è presente il lamento di Gesù crocifisso che sperimenta l’apparente abbandono del Padre e fatti simili a Cristo dolente ne diventano immagine viva e partecipano all’opera della redenzione.

Offrendo al Signore le loro preghiere e il loro dolore intercedono per l’umanità e frequentemente sono di sostegno e di esempio ai sani.

Nella loro condizione, i malati, suscitano solidarietà e contribuiscono a far emergere sentimenti e atteggiamenti di bontà.

La comunità parrocchiale che valorizza la presenza e la testimonianza dei suoi malati edifica la "civiltà dell’amore".

Il dono della salute e della speranza

Da sempre la comunità cristiana non manca di unire l’annuncio del Regno con l’attenzione, la solidarietà e la cura dei sofferenti.

Ma c’è un modo tutto particolare con cui la comunità ecclesiale contribuisce a curare e a guarire i sofferenti.

Gesù, medico delle anime e dei corpi, continua a darci la sua vita mediante i sacramenti. La Penitenza e l’Unzione degli Infermi - sono specialmente indicati nel tempo della malattia e sono chiamati "sacramenti della guarigione".

Il primo ha, tra i suoi effetti spirituali, quello di restituire la pace e la serenità della coscienza ed accresce la forza dello spirito.

Il secondo comunica una grazia di conforto e di coraggio per superare le difficoltà di malattia grave o della vecchiaia e mira alla guarigione dell’anima, ma anche a quella del corpo.

Anche quando le possibilità di guarigione sembrano precluse, la solidarietà e la vicinanza della parrocchia possono essere di aiuto per continuare a sperare.

È quanto si cerca di fare da parte dei sacerdoti, delle suore, dei collaboratori pastorali che visitano i malati e assistono gli anziani istituzionalizzati o nelle varie diaconie.

Un auspicio

Maria, salute degli infermi e consolatrice degli afflitti che "risplende sul nostro cammino sogno di consolazione e di sicura speranza" protegga con affetto materno tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito e sia modello di quanti si dedicano con generosità e amore ad assistere e a curare i fratelli malati.

La parrocchia si qualifica come comunità che evangelizza e che prega, ma anche come famiglia in cui si vive la condivisione con chi soffre.

Mi auguro che questo avvenga anche per la nostra comunità parrocchiale.

Don Luigi

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Calendario liturgico
dall’1 febbraio al 2 marzo 2003

 

febbraio

 

ORARIO SANTE MESSE

In Basilica:
Prefestiva: ore 18.00
Festive: ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00
           :ore 15.00 Celebrazione Liturgica
Feriali: ore 7.00 - 9.00 - 18.00

S. Rocco:
Festiva: ore 9.00

S. Anna - Breda Libera:
Festiva: ore 10.00
Feriale (solo giovedì): ore 18.30

Cappella Casa Albergo:
Feriale e prefestiva: ore 16.30

N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 18.00, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni degli adulti.


1 sabato ore 18.00: S. messa prefestiva preceduta dalla benedizione delle candele e processione

2 domenica Presentazione del Signore. Festa

La festa della presentazione del Signore è collocata a metà strada fra le due più importanti solennità dell’anno liturgico. Vuole fare da ponte fra il Natale e la Pasqua, unificandole intorno al tema della luce.

Dal Vangelo - "Quando venne il tempo della purificazione secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: - Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore -". (Lc. 22-23)

Sante messe con orario festivo

Oggi si celebra la giornata in difesa della vita per educare all’accoglienza della vita e contrastare l’aborto e ogni forma di violenza contro la vita presenti nella cultura e nella società contemporanee. Per questo l’Oratorio cura alcune manifestazioni

ore 15.00 Celebrazione liturgica con preghiere a favore della vita.
ore 16.00 Presso le Rev.de Suore incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di febbraio

3 lunedì S. Biagio, vescovo e martire Sante messe con orario feriale
È consuetudine impartire la benedizione della gola. Il rito avrà luogo unicamente al termine delle sante messe

5 mercoledì S. Agata vergine e martire Sante messe con orario feriale

6 giovedì Primo del mese. Dopo la santa messa delle ore 9.00 adorazione comunitaria e privata fino alle ore 13.00.

7 venerdì Consacrato alla devozione del Sacro Cuore Sante messe con orario feriale


9 domenica V del tempo ordinario

Dal Vangelo - Gli Apostoli dissero a Gesù: "Tutti ti cercano". Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là". (Mc. 1, 38)

Sante messe con orario festivo
ore 11.50 Celebrazione dei battesimi
ore 15.00 Celebrazione liturgica

11 martedì Beata Maria Vergine di Lourdes Sante messe con orario feriale
Giornata Mondiale del Malato
Istituita da Giovanni Paolo II come "momento forte di preghiera e di condivisione, di offerta delle sofferenze per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il santo volto di Cristo che soffrendo ha operato la salvezza dell’umanità

14 venerdì S.s. Cirillo e Metodio. Festa Patroni d’Europa. Sante messe con orario feriale

15 sabato Santi Faustino e Giovita. Patroni della città di Brescia e della Diocesi. Festa. Sante messe con orario feriale


16 domenica VI del tempo ordinario

Dal Vangelo - "In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso; lo supplicava in ginocchio e diceva: "Se vuoi, puoi guarirmi" Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse. -Lo voglio, guarisci-" (Mc. 1, 40-41)

Sante messe con orario festivo
ore 15.00 Celebrazione liturgica


23 domenica VII del tempo ordinario

Dal Vangelo - "...Il paralitico alle parole di Gesù si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti, e tutti si meravigliarono e lodarono Dio dicendo: "-Non abbiamo mai visto nulla di simile-" (Mc. 2, 12)

Sante messe con orario festivo

ore 15.00 Celebrazione liturgica

ore 15.00 All’Oratorio maschile incontro per i genitori dei ragazzi di 3a media

ore 16.00 Oratorio femminile incontro l’Azione Cattolica Adulti


marzo

ORARIO SANTE MESSE

In Basilica:
Prefestiva: ore 18.00
Festive: ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00
           :ore 15.00 Celebrazione Liturgica
Feriali: ore 7.00 - 9.00 - 18.00

S. Rocco:
Festiva: ore 9.00

S. Anna - Breda Libera:
Festiva: ore 10.00
Feriale (solo giovedì): ore 18.30

Cappella Casa Albergo:
Feriale e prefestiva: ore 16.30

N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 18.00, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni degli adulti.


2 domenica VIII del tempo ordinario

Dal Vangelo - "Gesù disse: -Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?-. Verranno giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno" (Mc. 2, 19-20)

Sante messe con orario festivo
ore 16.00 Presso l’Oratorio femminile - Rev.de Suore - incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di maggio
ore 18.30 Apertura del Triduo di preghiera per i defunti. Vespro, santa messa in suffragio dei defunti della Parrocchia.

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Da "Noi" (inserto "Avvenire"), n° 60 gennaio 2003

Della vita non si fa mercato

2 febbraio 2003

XXV Giornata per la Vita

"Fate dono di voi"
di Mimmo Muolo

La difesa della dignità’ umana

Intervista a Mary Ann Glendon

"L’Europa è più avanti degli Stati Uniti nel rispetto della vita; noi non abbiamo i profondi principi ispiratori della legge che stabiliscono il divieto di fare commercio del corpo e dell’esistenza"

 

"Molti cattolici, almeno in America, considerano la loro fede una questione privata separandola dalle scelte quotidiane nel mondo degli affetti e della professione"

Mary Ann Glendon: la responsabilità dei laici sta nel rendere testimonianza della propria ispirazione spirituale,

in famiglia come sul lavoro. Così si porta Cristo tra la gente

Da questa parte dell’Oceano le cose vanno meglio che negli States, per la famiglia e la vita. Parola di Mary Ann Glendon, che di questi temi se ne intende. Nel 1995 la famosa avvocatessa di Boston, definita uno dei 50 legali più influenti degli Stati Uniti, guidò la delegazione della Santa Sede alla IVa Conferenza Onu di Pechino. Due anni dopo partecipò al Sinodo speciale per l’America. E da diversi anni, nella sua attività di docente di diritto ad Harvard, si interessa delle questioni che riguardano la legislazione in favore della famiglia, la lotta all’aborto e al divorzio, la difesa della dignità umana in ogni stadio dell’esistenza. Perciò quando gli presentiamo il testo del messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata della Vita, guarda il titolo e sorride contenta. "È proprio vero – dice –: ‘della vita non si fa mercato’. Mi piacerebbe spiegarlo a certi miei connazionali".

Bisognerebbe spiegarlo anche a certi europei. Da che cosa dipende, secondo lei, la mentalità che ha ingenerato il fare commercio della vita?

"Prima di rispondere alla sua domanda, mi permetta di ribadire la mia impressione. L’Europa è più avanti nel rispetto della vita. Noi, ad esempio, negli Stati Uniti non abbiamo i profondi principi ispiratori delle leggi che esistono nei Paesi europei e che stabiliscono in sostanza il divieto di fare commercio del corpo umano e della vita. Sfortunatamente nel mondo anglo-americano il principio più seguito è quello individualistico e commerciale".

In che cosa è migliore, secondo lei, la situazione europea?

"Le leadership politiche e intellettuali del Vecchio Continente sono più sensibili ai temi bioetici. Dalla Germania, in particolare, giunge un doppio retaggio storico-filosofico che spinge a rifiutare il commercio della vita. Uno è la memoria recente della tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale. L’altro deriva dalla peculiarità dell’Illuminismo tedesco, fin dalle origini più attento alla dignità dell’uomo rispetto a quello anglo-americano, basato invece sui principi individualistici di filosofi come Locke, Hobbes e i loro successori".

C’è il pericolo che questa situazione migliore cambi per gli effetti di una sorta di colonizzazione culturale?

"Non so se possiamo spingerci fino a questo punto. Ma di sicuro la questione si può anche porre in questi termini: le idee semplici viaggiano più veloci di quelle complesse e vanno in giro per il mondo. Noi, però, non dobbiamo mollare. Perciò, oggi più che mai, bisogna insistere nella diffusione dei principi che possono apparire più complessi".

A che cosa si riferisce in particolare?

"Al concetto di vita come dono. Ciò sarà possibile sia attraverso la testimonianza diretta dei fedeli che credono in questo valore, sia attraverso lo studio e I’approfondimento dei concetti filosofici e scientifici che possono fare da supporto. Se ognuno di noi vivrà in modo da fare dono di sé agli altri - in famiglia, con gli amici, in chiesa, sul posto di lavoro - io sono sicura che questo principio si diffonderà a macchia d’olio e verrà immesso anche nei gangli vitali della società in cui viviamo".

Un ruolo da laici, insomma.

"Sì. Ma laici che non separino la propria vita spirituale da quella di tutti i giorni. Invece accade purtroppo che molti cattolici, almeno negli Stati Uniti, hanno sviluppato una sorta di ‘schizofrenia’, separando nettamente la loro vita spirituale dalle scelte quotidiane nel mondo degli affetti e del lavoro. Considerano in sostanza la loro fede una questione del tutto privata e prendono della dottrina solo quello che gli conviene. Anzi, è triste dirlo, ma molti teologi, educatori, religiosi e sacerdoti hanno ceduto alla stessa tentazione. Nessuna meraviglia quindi che Giovanni Paolo II spesso si riferisca ai laici come a un ‘gigante addormentato’".

Che cosa bisogna fare per invertire la tendenza?

"Giovanni Paolo II ricorda che se compito della Chiesa è evangelizzare la cultura, i laici devono essere in prima linea. Essi hanno la primaria responsabilità di portare Cristo ai vari settori della famiglia, della società, del lavoro, della cultura e della vita politica".

Questo sotto il profilo della testimonianza. E per quanto riguarda la formazione?

"Vanno di pari passo. Ho avuto prova dell’importanza della formazione, anche per quanto riguarda la difesa della vita, nel corso dell’anno scorso, quando facevo parte del Comitato Nazionale per la Bioetica. Affrontando temi come la clonazione, la ricerca sulle cellule staminali e l’ingegneria genetica, ho visto non solo quanto sia necessario per i teologi e i filosofi tenersi aggiornati sull’avanzamento della ricerca scientifica, ma anche quanto le scienze naturali abbiamo bisogno dell’umanesimo, dal momento che da sole non sono in grado di promuovere un progresso che non sia dannoso".

Possiamo parlare di una priorità della formazione?

"La formazione è importante. E c’è urgenza di un nuovo apostolato intellettuale. Secondo me, è paradossale, data la nostra lunga tradizione intellettuale, che così tanti cattolici si sentano incapaci di rispondere perfino alle più elementari forme di fondamentalismo laicista".

ha collaborato Laura Delsere

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Coraggio famiglia! Speranza dell’umanità

Tutti riconoscono le difficoltà che sta attraversando la famiglia. La stragrande maggioranza delle persone continua a riporre speranza in questa istituzione che fonda la convivenza umana.

La redazione dell’Angelo servendosi di una proposta della "Domenica", sussidio per le celebrazioni festive, propone ai lettori alcune riflessioni sulla famiglia chiamata ancora ad essere protagonista del futuro dell’umanità.

Investire sulla famiglia

"Dio crede fermamente nella famiglia. Fin dall’inizio, creando l’essere umano a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina, ha voluto collocare al centro del suo progetto la realtà dell’amore tra l’uomo e la donna" (Cf Genesi 1, 27).

"Lo sviluppo armonico e il progresso di un popolo dipendono in larga misura dalla sua capacità di investire sulla famiglia, garantendo a livello legislativo, sociale e culturale la piena ed effettiva realizzazione delle sue funzioni e dei suoi compiti".

"Care famiglie, voi siete chiamate ad essere protagoniste del futuro dell’Umanità, plasmando il volto di questo nuovo millennio".

Giovanni Paolo II

(Incontro Nazionale delle Famiglie, Roma 20 ottobre 2001)

 

Quale famiglia?

Sentiamo parlare tante volte di famiglia non solo nella Chiesa, ma anche nella società civile. Ma di quale famiglia si parla?

Oggi il termine si presta a diverse interpretazioni: dobbiamo guardarci da una certa cultura che vuole far passare come famiglia anche l’unione di due persone , la convivenza, che non è sigillata da alcun patto pubblico: matrimonio religioso o civile.

Si vogliono legittimare le unioni di coppie dello stesso sesso, si vuole permettere che una persona, da sola, possa costituire una famiglia per chi non ha famiglia attraverso l’adozione.

Oltre alla perdita del vero senso della famiglia, dobbiamo temere l’indifferenza ai valori cristiani del matrimonio: fedeltà, indissolubilità, fecondità. Il rifiuto delle norme etiche si accompagna al triste motivo che recita "Fa’ ciò che vuoi".

 

La situazione in Italia

"Cari genitori... vorrei parlarvi della vocazione dei vostri figli ed invitarvi ad aprire loro orizzonti di speranza. Infatti i vostri figli, che voi amate tanto, sono amati ancor prima, e d’amore infinito, da Dio Padre".
(Card. Carlo Maria Martini)

Nonostante i rapidi e radicali cambiamenti che hanno pur inciso in modo profondo sulla famiglia, essa resta la principale risorsa dell’Italia.

Siamo passati dalla famiglia patriarcale a quella nucleare. Abbiamo adeguato ai tempi il diritto di famiglia, restituendo alla donna il giusto valore e la giusta dignità. Ci troviamo ad avere, purtroppo, il divorzio e l’aborto, il calo delle nascite e dei matrimoni, tuttavia, qui da noi, la famiglia "regge" di più rispetto ad altri Paesi, soprattutto del Nord Europa.

I matrimoni

Se i matrimoni celebrati in Chiesa calano (diecimila in meno in otto anni), quelli celebrati in Comune restano pressoché costanti, tra l’altro questi ultimi riguardano spesso le seconde nozze di persone divorziate.

Crescono anche le convivenze anche se spesso sono solo la premessa al matrimonio celebrato in Chiesa o civilmente.

È invece in costante crescita il numero delle coppie che si separano anche dopo pochi mesi di matrimonio. Nel 2001 le separazioni sono state 71.000, mentre nel 1994 furono 51.000. Il numero dei divorzi, ogni anno, è circa la metà di quello delle separazioni. Ci si sposa più avanti negli anni (a 30 anni gli uomini e a 26 e mezzo le donne) e più tardi si mette al mondo il primo figlio.

"Crescita zero"

Le nascite avvengono soprattutto all’interno del matrimonio (solo il 6% dei figli è naturale, mentre nei paesi scandinavi siamo al 50%). Tuttavia i problemi ci sono: siamo alla crescita zero, ovvero, tanto è il numero dei nati e tanto quello dei morti.

Il dato ci incoraggia perché abbiamo trascorso sette anni ci crescita negativa, ovvero le nascite non compensavano i decessi. Ma, in realtà, non abbiamo un maggior numero di nascite: abbiamo solo meno morti. Durante il baby boom avevamo un milione di nascite l’anno. Oggi i nati sono cinquecentomila, compresi i figli delle famiglie provenienti da altre Nazioni.

Un segno di speranza viene da quegli sposi che scelgono e vivono la fedeltà, la consapevolezza della responsabilità di chi genera la vita e di chi educa le giovani generazioni. Non manca la crescita del desiderio di spiritualità vissuta nella dimensione familiare.

Un valore insostituibile

La famiglia è considerata un valore importante ed insostituibile, anche perché ad essa è chiesto di ammortizzare e compensare le difficoltà umane, affettive, professionali che la persona incontra nel suo cammino di vita. La famiglia, in tante situazioni: difficoltà, debolezza, dolori, problemi economici, è la prima ad offrire soccorso.

Costatiamo il fallimento di alcuni filoni di pensiero che avevano dato una lettura dei cambiamenti delle condizioni di vita delle famiglie come preludio di un decadimento, di una fine della famiglia, ma questa resta al vertice delle aspettative e delle preoccupazioni, come risulta da tutte le indagini che hanno esaminato questa istituzione. Colpisce scoprire che, tra gli interessati messi ai primi posti dai giovani c’è la famiglia, c’è il mondo degli affetti intesi come qualcosa di stabile, di sicuro.

Tutte le inchieste che, condotte da tante parti, cercano di capire cosa pensano e desiderano i giovani, hanno evidenziato che il mondo degli affetti è predominante rispetto al resto (soldi, lavoro, successo,...). Questo significa che, come risorsa per il presente e come bagaglio per il futuro, i giovani vedono proprio la famiglia.

(continua)


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I Dieci Comandamenti (1)

 

La redazione dell’Angelo ritiene interessante pubblicare l’intervista con Tonino Lasconi su un tema sempre di grande attualità: "I Dieci Comandamenti".

La presentazione è suggestiva perché l’autore riesce a illuminare il lettore sulle "dieci parole scritte per amore" e a presentare come Gesù insegna a viverle.

 

Dieci parole scritte per amore

Per molti cristiani l’educazione alla fede è un residuato del catechismo ricevuto da bambini, spesso non rielaborato nell’età adulta. Questa educazione alla fede "bambinesca" porta cristiani praticanti e non cristiani a giudicare la religione con criteri infantili e semplicistici. Quanto detto vale anche, e forse soprattutto, per i dieci comandamenti che costituiscono la base della legge morale: la legge scritta nel cuore dell’uomo e portata a compimento da Gesù nel comandamento unico che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi (Gv 15, 12).

I Comandamenti sono avvertiti spesso solo come una serie di divieti imposti da un Dio tiranno e severo. Per eliminare questa convinzione è necessario riproporre i dieci comandamenti come Gesù Cristo li ha praticati e come Gesù Cristo li ha predicati. Scopriremo così che anche i comandamenti che sembrano più ostici per la cultura moderna, come Non commettere atti impuri, hanno un grande significato se messi in relazione con l’unico grande comandamento dell’amore.

Bisogna riproporre la parola di Dio facendone venir fuori la positività, prendendo esempio da Gesù, da come lui ha vissuto e ha annunciato i comandamenti. Nessuno accetta volentieri un no se dietro non svolge un sì più grande. Nell’educazione alla fede è necessario far vedere che dietro agli inevitabili no (la porta stretta, la croce...) ci sono dei sì straordinari e unici (la vita realizzata quaggiù e la risurrezione).

Spesso assistiamo al paradosso che le proposte di vita dei mass media dietro le quali molte volte non c’è niente se non volgarità e banalità, appaiono seducenti e interessanti, mentre quelle cristiane che hanno un messaggio alto, in grado di dare vero senso all’esistenza, sono presentate in maniera tale che non ne percepiamo la bellezza. È questo equivoco che dobbiamo eliminare, riscoprendo la Parola di Dio così come Gesù l’ha vissuta.

Io sono il tuo unico Signore
Non avrai altro Dio all’infuori di me

Per commentare questo comandamento, prendiamo in considerazione l’episodio in cui il demonio tenta Gesù nel deserto invitandolo a buttarsi dal pinnacolo del tempio, tanto Dio avrebbe mandato i suoi angeli a salvarlo (Mt 4, 5-8). Se ricordate, Gesù si rifiuta perché non intende tentare il Signore. Anche per noi, oggi, la tentazione di credere che Dio sia a nostra disposizione è fortissima. Quante volte sento dire: "Ho pregato tanto ma Dio non mi ha ascoltato, I’ho supplicato ma non ha fatto quello che desideravo". E troppo spesso sento continuare: "Per questo non prego più, non vado più a messa!".

Questo è il peccato originale: sono io a decidere cosa voglio fare. Se poi Dio mi aiuta allora lo ringrazio, altrimenti non lo prego più o lo maledico. Gesù, è vero, ha pregato Dio di salvarlo dalla morte (... allontana da me questo calice, cfr. Mt 26, 39) ma alla fine si è rimesso alla sua volontà.

Dobbiamo far riscoprire ai cristiani che essere credenti significa sentirsi piccoli davanti a Dio. Il Vangelo dice che entrerà nel regno dei cieli chi accoglie Dio come farebbe un bambino (Lc 18, 16). Il bambino, da solo, non sopravvive; si deve affidare ai genitori. La fede, prima di essere preghiera, santa messa, sacramenti, devozione, è sentirsi piccoli davanti a Dio, riconoscere che Dio è l’unico Signore, la roccia sulla quale fondiamo la nostra vita.

Il primo comandamento, quindi, ci fa riscoprire cosa è la fede nel profondo; ci chiede di accogliere Dio come il sostegno della nostra vita, ci ricorda che noi non possiamo decidere quello che è bene e quello che è male perché ciò che è bene e ciò che è male lo accogliamo da Dio, proprio in virtù della nostra piccolezza. Non avrai altro Dio all’infuori di me è il primo comandamento non perché è posto all’inizio del decalogo ma perché se manca questo, osservare gli altri diventa un moralismo e comporta fatica e sofferenza. Se, invece, accettiamo di riconoscerci piccoli davanti a Dio e bisognosi della sua guida, accogliamo e accettiamo quanto Lui dice nel resto del decalogo, sicuri che è per il nostro bene.

 

Ricordati che Dio è Padre
Non nominare il nome di Dio invano

Questo comandamento è forse uno di quelli che abbiamo banalizzato di più perché, per molti cristiani, Non nominare il nome di Dio invano si è ridotto al non bestemmiare, limitato, per giunta a non pronunciare espressioni irriguardose e volgari in momenti di rabbia, di nervosismo, o per abitudine presa più o meno consapevolmente. Certo, anche la bestemmia così intesa può essere peccato, ma il significato di questo comandamento va ben oltre. Per comprenderlo dobbiamo, prima di tutto, dare alla parola invano il suo significato molteplice ed esatto, cioè: inutilmente, in modo sbagliato, in modo improprio.

Gesù ha vissuto questo comandamento in positivo. Ha cercato, cioè, di togliere dalla testa della gente l’idea sbagliata del Dio-tiranno, rivelandoci, invece, un Dio che è padre misericordioso, un creatore che lascia libere le sue creature. Nella parabola del figliol prodigo (Lc 15, 11-32), quando il figlio minore decide di andarsene da casa, il padre lo lascia libero, non gli impedisce di partire... E quando torna, lo accoglie a braccia aperte e fa testa. Gesù stesso, in tutta la sua vita, non ha mai obbligato nessuno a seguirlo (cfr. I’episodio del giovane ricco in Mt 19, 16-22).

Spesso, invece, la nostra gente ha un’idea sbagliata e direi angosciante di Dio: un Dio che si diverte a punire chi non osserva la sua legge.

Non nominare il nome di Dio invano significa credere che Dio ha fatto bene tutte le cose. Gli ebrei pensavano che la malattia fosse una maledizione di Dio e Gesù ha passato il tempo a curare i malati. Se fossero stati maledetti da Dio, egli non li avrebbe guariti perché non poteva andare contro la volontà del Padre. Anche l’espressione beati gli afflitti non va intesa come beati coloro che stanno male. Gli afflitti beati sono coloro che, nonostante le sofferenze, non perdono la fiducia in Dio, perché sanno che Dio resta accanto a loro come ha fatto con Gesù nell’orto degli ulivi.

Per non nominare il nome di Dio invano, in conclusione, occorre avere un’idea precisa di lui e di ciò che lui ci ha voluto rivelare; bisogna ricordare che ci ama e che ogni giorno ci sorride e ci incoraggia come un padre buono. C’è un altro modo di nominare il nome di Dio invano: tentare di far fare a lui ciò che tocca a noi.

Pregare Dio perché aiuti i malati, i deboli, gli oppressi senza fare niente non è nominare il nome di Dio invano? Gesù si dava tanto da fare per aiutare i bisognosi che non aveva più nemmeno il tempo di mangiare (Cfr. Mc 3, 20).

(continua)

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Vita Parrocchiale

 

Centro di Ascolto Comunitario
13 gennaio

Il Centro di Ascolto di gennaio, l’abbiamo vissuto insieme in Basilica, cogliendo l’occasione per riflettere sull’esperienza vissuta insieme in questi anni. Davanti al Signore, attraverso i canti, la preghiera e tre testimonianze, abbiamo presentato il passato, il presente, il futuro dei nostri 22 Centri di Ascolto.

 

Ti presentiamo il nostro passato dicendoti Scusa

Ci sono certe sere in cui proprio non abbiamo voglia di uscire, fa freddo, siamo appena tornati dal lavoro e dobbiamo pensare alla cena, abbiamo voglia di guardare, in pace, un po’ di televisione.

Scusa Signore per tutte le volte che abbiamo preferito ascoltare la stanchezza, per tutte le volte che abbiamo preferito dare la precedenza ad altre attività anziché dedicare un po’ del nostro tempo all’ascolto della tua Parola, al confronto e alla riflessione con i fratelli.

Ci lamentiamo spesso delle cose che non vanno, delle persone che non ci capiscono, di chi ci fa del male, del dover fare sempre di corsa mille cose, dei valori che non ci sono più.

Ci lamentiamo di tante cose Signore ma, scusaci se, forti dell’esperienza dell’essere adulti e pensando di essere giusti e saggi, continuiamo a resistere ai cambiamenti di atteggiamento e di comportamento e non riusciamo nella quotidianità ad essere testimoni della tua Parola.

Scusa Signore se ci è così difficile farci piccoli, essere servi.

Spesso interpretiamo questo "farci piccoli" come una rinuncia al nostro amor proprio; siamo orgogliosi di ciò che abbiamo e ci dimentichiamo di interrogarci su ciò che siamo e vogliamo essere.

Scusaci per tutte le volte che non sappiamo chiedere scusa a chi ci è vicino, spesso pensiamo che debbano essere gli altri, I’altro, a dover fare il primo passo.

Scusaci poi per tutte le volte che abbiamo parlato, discusso ma non dialogato; ci ricordiamo raramente che per dialogare dobbiamo cancellare i pregiudizi perché il nostro cuore sia aperto all’accettazione incondizionata dell’altro.

Non è facile mettersi nei panni dell’altro, capire altri punti di vista oltre al nostro.

Noi diamo spesso più importanza al nostro io che al noi.

La nostra croce ci sembra sempre più pesante di quella degli altri.

Signore per tutto questo e per tutte le nostre altre mancanze noi ti chiediamo scusa.

 

Ti presentiamo il nostro presente dicendoti Grazie

Grazie perché se sappiamo darti spazio sai fare grandi cose con la nostra vita. Quando sappiamo far morire il nostro egoismo e l’uomo vecchio che c’è in noi, tu sai lavorare con risultati inaspettati. Ho potuto constatarlo con le persone che attraverso il Centro d’Ascolto stanno provando a scegliere Te, quando hai saputo ribaltare una situazione che avrebbe potuto disunire Tu l’hai usata per dar testimonianza di come si possa trovar gioia nel provare ad amare come Tu ci hai insegnato.

Permettete che vi racconti un semplice episodio che mi pare dimostri questo. Alla fine di una giornata di festa, la decisione di dove concludere trovo subito la disponibilità di una famiglia, ma poi si decide di cambiare per superare una sicura discussione per un limite imposto, il divieto di fumare. Naturalmente il cambiamento crea malumore da parte della Ia famiglia, ma alla richiesta di provare ad amare lasciando lavorare Lui amando per primo, mettendo così in pratica l’argomento del Centro d’Ascolto precedente si decide di provare andando presso la IIa famiglia.

La serata trascorre serenamente e la causa che aveva fatto scattare il cambiamento non è stata neanche sfiorata, anzi, da parte di tutti c’è stata la sensibilità di evitare anche il comportamento che poteva scatenarla alzandosi e uscendo per andare a fumare. Alla fine tutti abbiamo vissuto una bella serata, chi poteva essere amareggiato e, con il suo "muso", creare un’aria pesante ha notato la sensibilità degli altri, e gli altri hanno saputo apprezzare l’atteggiamento sereno della Ia famiglia.

Uscendo mi sono sentito di ringraziare la Ia famiglia, considerando con loro come fidandoci di Lui e rischiando con Lui, anche il quotidiano può essere vissuto con gioia: niente è impossibile a Lui se lo sappiamo mettere al I° posto nella nostra vita. Per i Centri d’Ascolto fatti da persone che attraverso l’ascolto della Tua parola provano a confrontarsi sulle proprie difficoltà nel vivere seriamente il loro impegno, ma sanno anche condividere le loro gioie quando, se pur a piccoli passi, riescono a diminuire la distanza fra il dire e il fare, fra loro e Te, per tutto questo e per le altre prove che ci hai dato e continui a darci ti diciamo: Grazie.

 

Ti presentiamo il nostro futuro dicendoti Aiuto

Abbiamo fatto riunioni di verifica e sono emersi un po’ i pro e i contro dell’attività dei Centri di Ascolto. Per alcuni versi ci sembra che abbiamo ancora tanta strada da fare per poterci chiamare effettivamente comunità cristiana almeno se vogliamo fare riferimento alle prime comunità come vengono descritte negli Atti degli Apostoli: "Essi partecipavano assiduamente... alla vita comune...". "La moltitudine di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuore ed un’anima sola"

Un po’ di strada senza dubbio è stata fatta ma le difficoltà che incontriamo sono ancora dure da superare:

• L’uscire dalla nostra casa, specialmente se in serate brutte;
• La strada da percorrere;
• Gli argomenti che a volte non ci sembrano di grande interesse;
• La poca simpatia che può sorgere tra i partecipanti.

Tutte queste difficoltà non ci devono scoraggiare, anzi dobbiamo chiedere con più insistenza l’aiuto a Dio perché non ci faccia mancare il suo Santo Spirito e ci rafforzi nella fiducia in Lui.

Dell’aiuto dello Spirito Santo ne abbiamo già fatta esperienza e ci ha fatto superare le nostre paure.

Un atto mi pare possa essere portato ad esempio di come lo Spirito lavora e ci aiuta.

Quando è nato il problema di trovare una nuova famiglia ospitante (perché è giusto che ci sia un ricambio anche in tal senso) la preoccupazione della ricerca era tanta, a tal punto che il primo anno si era tergiversato e rimandato il problema all’anno successivo. Quando però, individuata la nuova famiglia, Don Giampaolo, anziché una risposta dubbiosa e titubante, come sarebbe stato facile aspettarsi, si è trovato di fronte ad una risposta sicura ed entusiasta, è rimasto piacevolmente sorpreso. Si è anzi sentito ringraziare della richiesta fatta e quella famiglia gli ha dichiarato di sentirsi privilegiata nella scelta.

Un bellissimo esempio di come ci si possa mettere anche in questo modo a disposizione della comunità.

Chiediamo quindi allo Spirito Santo che ci scuota dalla tentazione di star bene nel torpore delle mura della nostra casa e ci faccia capaci di affrontare il futuro dei nostri Centri di Ascolto con rinnovata voglia di partecipazione.

Chiediamo aiuto allo Spirito Santo perché mantenga ed aumenti l’entusiasmo degli animatori e riescano a far diventare il Centro di Ascolto
- Un momento atteso di gioia;
- Un momento di approfondimento della Parola;
- Un momento di lieta preghiera comunitaria;
- Per spronarci poi ad opere di impegno verso gli altri.

È stata pure un’occasione per festeggiare i Centri di Ascolto che quest’anno in gennaio hanno compiuto tre anni. Durante la celebrazione è stata presentata pure una torta distribuita alla fine a tutti i partecipanti.

In conclusione nella gioia, festa di compleanno tutti insieme dalle Suore:

Buon Compleanno carissimi Centri di Ascolto e... cento di questi anni! Grazie Signore per averceli donati!

Prossimo Centro di Ascolto Lunedì 10 febbraio "Per aiutare a disegnare Dio Padre"

Durante il prossimo Centro di Ascolto saremo illuminati da un brano tratto dalla Lettera ai Colossesi 3, 12-17.

Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di viscere di misericodia, bontà, umiltà, mitezza, magnanimità, sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi, se qualcuno abbia motivo di rimprovero verso un altro; come anche il Signore ha perdonato a voi, così anche voi.

Sopra tutte queste cose poi rivestitevi della carità, che è vincolo della perfezione.

E la pace di Cristo, alla quale anche siete stati chiamati in un solo corpo, regni nei vostri cuori: e siate grati.

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, istruitevi in ogni sapienza, e ammonitevi reciprocamente, cantando a Dio nei vostri cuori, con gratitudine, salmi, inni, cantici spirituali.

E tutto quello che fate in parola o in opera, tutto (sia) nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di Lui.

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Vestizione? Cosa sarà mai?

Intervista esclusiva ai Kieriketti di Verola!

 

Ciaooo! Pensavate di esservi liberati di me, vero? E invece sono tornato. Sono sempre il vostro intervistatore di Hollywood! Già il mese scorso mi avevate concesso una strabiliante intervista, ma poi mi sono ricordato di un piccolo segreto promesso e così... eccomi di nuovo qui da voi. Se non ricordo male, quando ci eravamo lasciati stavamo parlando della... ehm... insomma la... petizione, no scusate, la Iiquidazione, ah no, ora ricordo benissimo la deglutizione!!!

Macché liquidazione e deglutizione??? (Questo giornalista è proprio rimbambito!) È la Vestizione!!!

Ma certo, lo stavo dicendo la Vestizione! Certo... e che cosa è?

- La Vestizione sarà un momento molto importante per noi chierichetti. Molti di noi infatti partecipano per il primo anno al gruppo dei chierichetti. A settembre con entusiasmo ed impegno abbiamo iniziato a frequentare le adunanze e a capire quali sono le caratteristiche, le azioni, le motivazioni di colui che vuole servire da vicino il Signore durante la S. Messa.
Adesso, dopo alcuni mesi di cammino, siamo quasi pronti a prenderci l’impegno ufficiale di diventare chierichetti.

Ma che cosa cambierà per voi ragazzi, dopo la vestizione?

- Innanzitutto con la vestizione noi ci impegneremo davanti a tutta la comunità di Verolanuova ad essere fedeli nel nostro cammino cristiano a servizio del Signore che è presente soprattutto nell’Eucaristia. E poi non solo saremo vicini ai sacerdoti, ma li aiuteremo anche in quei gesti che lui compie mentre celebra. Vogliamo anche essere, per tutta la gente che partecipa alla S. Messa, uno stimolo all’attenzione e alla preghiera attiva.

OK, ma perché si chiama vestizione?

- Perché in quel giorno noi indosseremo per la prima volta l’abito del chierichetto, la tunichetta o la vestina. Questo sarà il segno esteriore dell’impegno preso con il Signore e con i cristiani di Verolanuova.

Ma... sono curioso! ...quando sarà quel giorno?

- Presto, caro amico; sarà di domenica, durante una delle messe delle 9.30... ma ti posso assicurare che sarà presto, molto presto!

Kierix

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Questo è l’anno del Rosario

 

Continuiamo nel nostro cammino di approfondimento del S. Rosario, pubblicando in questo numero, un’intenzione di preghiera per ogni mistero .Seguendo le varie indicazioni fornite fino ad ora per la recita di questa preghiera dedicata a Maria, potremo renderci conto della sua bellezza

Misteri Gaudiosi

I) L’Annunciazione: attraverso l’intercessione di Maria il Signore ci aiuti a fare in modo che il Suo Amore annunciato dai Vangeli, si faccia carne in noi, si faccia vita.

II) La Visitazione: poiché l’Amore di Dio è tutto, attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti ad essere uniti a Lui amandolo in ogni prossimo come Lui ci ha insegnato sulla croce.

III) La nascita di Gesù: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore Dio ci aiuti a far nascere Gesù fra di noi, amandoci come Lui ci ha insegnato, per portarlo dovunque, ad ogni costo.

IV) La presentazione di Gesù al Tempio: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a vivere tutte le virtù, nel nostro mondo andare controcorrente per vivere il Santo Vangelo.

V) La perdita e il ritrovamento di Gesù: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a perdere tutto, anche ciò che abbiamo di più caro, pur di vivere amando come Gesù ci ha insegnato dall’alto della croce.

Misteri della Luce

I) Il battesimo di Gesù: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a vivere il mandato che Dio Padre ci ha dato nel giorno del nostro Battesimo: vivere su questa terra come Suoi figli in cui Lui si compiace.

II) Il miracolo alle nozze di Cana: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti ad offrirGli le nostre capacità ,la nostra poca e povera acqua, perché Lui possa usarla a compiere ancora miracoli d’Amore su questa terra.

III) L’annuncio del Regno di Dio: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a vivere con il desiderio di avere il Santo Vangelo come punto di riferimento dei nostri pensieri, parole, azioni.

IV) La trasfigurazione: attraverso l’intercessione di Maria ,il Signore ci doni la grazia di saper trovare nelle nostre giornate un momento per poter stare soli con Lui contemplando la Sua Luce.

V) L'Istituzione dell’Eucaristia: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a riscoprire sempre più il dono della Santa Eucaristia come punto di riferimento della nostra vita.

Misteri Dolorosi

I) L’agonia di Gesù nell’orto: "Non la mia,ma la Tua volontà sia fatta". Attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti ad arrenderci alla Sua Volontà,a calarci nella Sua Volontà in ogni momento della nostra giornata.

II) La flagellazione di Gesù: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a vivere amando, anche nelle malattie, nelle stanchezze, sofferenze fisiche. Maria ci aiuti ad unire tutta la nostra vita alla Passione di Gesù che si rinnova nella S. Messa.

III) L’incoronazione di spine di Gesù: Maria con la sua intercessione ci aiuti ad unire ai dolori di Gesù le nostre oscurità, ogni prova della mente e dell’anima, le fatiche per amare intensamente gli altri.

IV) Gesù condannato a morte, sale sul Calvario: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti fin da ora a morire, quando, come e dove Lui vorrà. Ci aiuti a morire a noi stessi.

V) Gesù muore in croce: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a dirgli sempre il nostro sì anche quando ci costa, per amarlo sempre, subito e con gioia.

Misteri Gloriosi

I) La Resurrezione di Gesù: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a risorgere sempre amando Gesù nella gioia e nella prova. Nonostante tutto, ricominciare sempre.

II) L’Ascensione di Gesù: attraverso l’intercessione di Maria, il Signore ci aiuti a migliorarci sempre nell’amare Lui e i fratelli ,perché "chi non va avanti, va indietro".

III) La discesa dello Spirito Santo: l’intercessione di Maria ci aiuti ad offrire sempre allo Spirito Santo la nostra vita di preghiera e di unità a Dio e ai fratelli.

IV) L’Assunzione di Maria: Il Signore ci aiuti a fare della nostra eventuale santità un dono a Maria, offrendoglielo accompagnato dal nostro sforzo quotidiano di mettere suo Figlio Gesù al centro dei nostri pensieri, parole, azioni.

V) L’incoronazione di Maria e la gloria degli Angeli e dei Santi: attraverso l’intercessione di Maria e di tutti i i Santi, il Signore ci accompagni nel nostro "santo viaggio" su questa terra: uniti fra di noi, incontro a Lui.

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Catechesi Neocatecumenali

La Parrocchia di San Lorenzo Verolanuova

Propone nuovamente, per Grazia di Dio, la catechesi neocatecumenale per adulti , giovani e adolescenti

Annuncio della Buona Notizia

Domenica 9 Febbraio 2003
Incontri: ogni martedì e venerdì ore 20.30 a partire da martedì 11 febbraio 2003 presso il Salone dell’Oratorio Femminile.

"Gustate e vedete quanto è buono il Signore beato l’uomo che in Lui si rifugia"
(Salmo 34, 9)

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Relazione tecnica sul restauro del Coro e dei Coretti della Basilica

Breve relazione sui lavori di restauro eseguiti sul coro, sui coretti e sulle porte di ingresso al coro della Chiesa di San Lorenzo di Verolanuova (BS). Dopo aver eseguito le necessarie riprese fotografiche utili a documentare lo stato di conservazione in cui si trovavano gli arredi abbiamo proceduto allo smontaggio degli stessi. Con la Dott.ssa Renata Casarin, funzionario della Sovrintendenza incaricata della direzione dei lavori, avevamo rilevato che lo smontaggio si rendeva necessario a causa delle cattive condizioni strutturali in cui versava, soprattutto il coro dove erano evidenti i cedimenti nelle pedane e in altre parti e che soltanto la totale rimozione degli elementi strutturali poteva consentire il restauro. Abbiamo così, in data 24 maggio 2001, iniziato le varie operazioni di scomposizione degli arredi.

Contemporaneamente allo smontaggio abbiamo eseguito una prima disinfestazione antitarlo con impregnanti liquidi stesi a pennello (xilamon lb hardend) di cui abbiamo aumentato l’efficacia grazie alla successiva chiusura in imballi di cellophane protetti a bolle d’aria (pluriball) che hanno salvaguardato i vari elementi lignei smontati durante le fasi di trasporto dalla Basilica in laboratorio. Durante le fasi di smontaggio abbiamo catalogato i diversi elementi secondo un sistema informatizzato di schede che per ognuno degli elementi definisce sigle, numerazione, posizione, stato di conservazione, materiale, decorazioni, interventi precedenti e cause del degrado, sempre su queste schede abbiamo poi aggiunto l’elenco delle varie operazioni eseguite. Una volta in laboratorio i vari elementi lignei sono stati sottoposti ad una ulteriore disinfestazione antitarlo e ad un profondo consolidamento con paraloid b. 72 disciolto in diluente nitro, steso a pennello.

Abbiamo quindi dato corso alla revisione di ogni blocco costruttivo partendo come è ovvio dalla struttura portante. Gli elementi che non consentivano più una efficace tenuta e robustezza sono stati sostituiti o integrati con materiale essenze e dimensioni uguali agli originali. Le parti decorative hanno poi seguito un iter più o meno uguale. Infatti per ogni blocco abbiamo operato la pulitura con solventi neutri, la integrazione di parti mancanti con materiale compatibile, la stuccatura con cere pigmentate. Ogni blocco di elementi simili poneva problematiche diverse in quanto la posizione, l’uso e l’usura, l’esposizione, erano diverse, per questo gli elementi strutturali, come i fianchi, presentavano molte lacune a causa di urti o usura da sforzo.

Così i sedili, soprattutto nella parte frontale erano molto rovinati e già in parte sostituiti, gli inginocchiatoi a causa dell’usura e dello sfregamento delle calzature risultavano modellati diversamente dal disegno originale; i capitelli avevano perso parecchi riccioli a causa della fragilità intrinseca dovuta alla particolare lavorazione traforata. Così ogni problema è stato ragionato, affrontato e risolto sempre in perfetta condivisione con la Direzione dei lavori, che in maniera e in tempi sempre puntuali ci ha permesso di proseguire negli interventi con tranquillità e sicurezza. Per esempio: i numerosi riccioli dei capitelli, così fini e delicati, e così numerosi nelle mancanze, al fine di evitare e manomettere in modo falsificante queste delicate decorazioni, si è deciso di integrarli con una resina colabile dopo averne eseguito uno stampo negativo con resina siliconica speciale.

Lo stesso metodo ci ha guidato nella ricomposizione del braccio e della mano della cariatide sinistra dello stallo principale del secondo ordine. Infatti come si evince dalla documentazione fotografica eseguita nel coso del restauro, questa figura presentava l’amputazione di tutto il braccio destro. Fortunatamente durante lo smontaggio abbiamo ritrovato l’arto, mancante però della relativa mano. Una volta riposizionato il braccio si poneva il problema di ricostruire o meno la mano mancante. Si è infine deciso di ricostruire la mano con araldite di resina eopossidica molto compatta e leggera, ben scolpibile, di granulosità e tessiture simile al legno, ma anche assai ben riconoscibile.

Terminate anche per i coretti e le porte di accesso al coro tutte le operazioni al banco, descritte sopra, abbiamo dato corso a partire dalla fine di marzo del 2002 alle operazioni di rimontaggio, dopo aver richiesto ed ottenuto che, per poter lavorare con maggiore tranquillità e serenità, si delimitasse in qualche modo l’area presbiterale, dove abbiamo quindi portato i vari pezzi smontati e risanati ed allestito un laboratorio con macchinari e strumenti appositi. Per quanto riguarda il restauro del coro abbiamo operato una totale revisione degli elementi strutturali orizzontali, asciaroni, che si inseriscono nel muro. Proprio questa penetrazione nella parte muraria aveva generato, a causa del forte tasso di umidità, un proliferare dell’attività degli insetti xilofagi con conseguente frantumazione materica.

Per ovviare a questo problema, per il futuro, si è pensato di avvolgere le parti inserite nel muro con fogli di carta catramata adesiva; anche gli elementi strutturali verticali sono stati rivisti e posizionati. Le pedane sono state, una volta risanate, riposizionate e laddove risultavano irrimediabilmente intaccate o già sostituite con tavole non compatibili, sono state sostituite con tavole di pioppo di larghezza, spessore e venature simili agli originali. Eseguite queste operazioni di risanamento strutturale abbiamo iniziato il rimontaggio degli elementi decorativi che già erano stati risanati in laboratorio che sono stati a loro volta ricollocati con le stesse modalità e sistemi utilizzati in origine prestando la massima attenzione al perfetto allineamento e alle corrette inclinazioni e alle originali distanze tra i due ordini. Su tutti gli elementi lignei, coro, coretti e porte, è stata infine stesa una pellicola protettiva di vernici naturali (gommalacca e copale) combinate, sulla quale abbiamo poi eseguito una finitura a cera per rendere la superficie setosa e morbida.

23 agosto 2002

Vincenzo Canuti
RESTAURATORE
Via Giardino, 10 - 26100 CREMONA

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Dagli Oratori

 

Aprendo il diario di bordo si può rimanere spesso stupiti dalla bellezza della vita, e di come questa bellezza sia dono di Dio. Ecco alcuni dei momenti importanti vissuti durante le vacanze di Natale dai giovani dell’Oratorio.

Sono proprio loro ad aver scritto questi articoli, che sono stupende lettere di vita, poesie che indagano l’anima, preghiere di lode, esperienze di fraternità con altri paesi...

Grazie ragazzi per ciò che siete!

don Valentino

 

Natale 2002: testimonianza del Presepio vivente

È Natale, la luce crepuscolare di metà pomeriggio crea un’atmosfera soffusa, attutiti rumori di colpi di martello si odono giungere dalle capanne, un profumo dei tempi antichi pervade l’aria, un vocìo sommesso fa da sottofondo ai miei pensieri che fluttuano sereni in una dimensione astratta, lontana dalle realtà, dal 25 dicembre 2002. Sono avvolta in un mantello del color del cielo ed un velo mi copre il capo, sulle ginocchia tengo un bambino appena nato, accanto a me S. Giuseppe guarda silenzioso nel vuoto, forse anche lui sta facendo i miei stessi pensieri...

Poco alla volta la folla di persone venute a visitare il presepio aumenta e bruscamente, ma per un solo attimo, riprendo possesso della realtà e mi rendo conto che sto impersonando una protagonista importante...

I visi sorridenti, stupefatti, incantati dei bambini che ci guardano, fanno crescere in me una sensazione strana, piacevole. Le voci si fanno sempre più fioche e lontane, la realtà passo passo si allontana da me e mi sembra di vivere nella Betlemme di più di 2000 anni fa; rimango ammaliata nel pensare a quale mistero ci sovrasta: Maria, Giuseppe ed il piccolo Gesù in una capanna, al freddo, ricevono visite dai pastori che si inginocchiano davanti a loro con religioso rispetto.

Questa sensazione mi ha accompagnato durante tutto lo svolgimento del Presepio, come se fossi stata veramente investita di un compito divino, sovrastata paternamente da qualcosa di immenso, di meraviglioso che mi ha fatto assaporare quel giorno sotto una luce diversa: la luce dello Spirito Santo che io sentivo presente nella rievocazione del mistero dell’incarnazione.

Con il dolce sottofondo di questa consapevolezza il pomeriggio è trascorso serenamente, tra gli angioletti che saltellavano di qua e di là, pretendendo di volare, come se anche loro avessero sentito il riflesso di ciò che stavamo rappresentando. Non mancavano nemmeno l’asino e il bue che ci hanno fatto una simpatica compagnia.

Gli altri 70 personaggi di Betlemme venivano a farci visita, chi con sorrisi e saluti, chi con generi alimentari, magari poco consoni all’epoca, ma ristoratori per i "moderni" Giuseppe e Maria.

Alle ore 19.30 suona la campana che decreta la fine della nostra rappresentazione. Tutti noi rientriamo nei nostri abiti usuali e facciamo ritorno a casa. La stanchezza comincia ad avere il sopravvento ma, prima di chiudere gli occhi per addormentarmi, sorrido e ripenso al viaggio che la mia immaginazione ha fatto nel tempo e nello spazio sulle ali della "fantasia divina".

Paola Botta

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I giovani in ritiro

"Ritiro? Ehm... Durante le vacanze?!? Beh veramente avrei già impegni... Pregare? Per l’amor del cielo, ci sono già abbastanza messe".

E fu così che ci trovammo in sei (6!!!) don compreso; dopotutto la meta, Ponte di Legno, ci faceva ben sperare: neve, notti brave... macché! Ci siamo trovati in un convento di suore laiche con categorico coprifuoco alle 23.00!!!

Ma convinti che l’essenziale non sia la quantità ma la qualità e consapevoli che non sia il numero di preghiere recitate a fare un ritiro, ci siamo armati di cuffia, sciarpe e guanti rendendo ogni momento vissuto insieme la nostra preghiera.

Come ci siamo riusciti? Vi sveliamo la ricetta: la conoscenza del sacerdote di Ponte, don Cristian, durante la messa; una pattinata sul ghiaccio (pattinata? Voli!!!); un musical, Il Sogno di Giuseppe, che ci ha fatto capire che i veri sogni affidati a Dio diventano realtà; la visita e la sosta al presepe Bielorusso; la preghiera personale in Chiesa. E ancora... i discorsi fatti semplicemente davanti ad una tazza di cioccolata calda; le chiacchierate serali e per ultimo, ma non per questo meno significativo, il viaggio che ci ha resi più uniti (non solo spiritualmente... Tra cappotti e valigie... nemmeno il virus dell’influenza avrebbe potuto trovare posto in macchina!!)

...E il prossimo ritiro? Noi ci saremo sperando che in quell’intreccio di braccia troveranno posto altri volti!

Anna, Carolina, Cecilia, Elisa, Giovanni

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5 gennaio 2003

Sin dal mattino si preannunciava una giornata uggiosa, ma per fortuna non è stata tutta così!!

Eravamo in quattro, partiti chi all’ultimo minuto, chi avvisato per tempo; con anche la meta conosciuta da qualcuno, ma da altri no.

L’accoglienza in Villa Pace è stata di primo acchito fredda, contrariati dal fatto di vedersi arrivare una ciurma di quattro persone invece di quindici. Perciò il quartetto, per riprendersi, si è dovuto consolare con un bel cabaret di pasticcini,... offerti gentilmente dal caro nostro curato, il quale, avendo già previsto il dolce antipasto, ha chiesto in primis alla cuoca della Villa di poter avere anche il secondo; poi ci ha delucidato su come nascondere per benino quattro fette di arrotolato avanzate, visto che il nostro appetito era già saturo e il Don non aggrada molto l’arrosto!!!

Ad ogni modo, dopo una piccola siesta, in quel della gelida entrata della casa dove siamo stati accolti, siamo stati chiamati ad operare dallo Spirito Santo in un intenso lavoro di cuore!!!

La giornata poi ha continuato con il bel quartetto, che felice e spensierato, rimirava la vallata tutta illuminata, dalla dolce Madonnina di Gussago,... il resto è solo nei nostri cuori!!!

Cecilia:

Grattacieli, macchine clacson

Gente nevrotica

Gente che corre

Gente che urla

Quanti volti incontri...tanti, ma quanti

Ne guardi

Tutto corre le persone, le auto...la mia vita

Quanti attimi persi che non saranno mai vissuti

Il silenzio!

Fermati un attimo e pensa a cosa ne stai facendo

Della tua vita. La stai costruendo? O sono gli altri che la costruiscono?

La Pace!

Come vorrei attimi in cui ascoltarmi, capirmi

Luce!

Un attimo c’è e poco dopo sparisce, magari per giorni, ma sai che prima o poi

Tornerà!!

Vorrei ora un soffio di vento che cambiasse il

Mondo... non chiedo tanto, ma un sorriso sul volto di ogni persona che vedo!

Claudio:

Ridendo e scherzando,

bevendo e parlando

di tutto e di più

nei miei pensieri ho visto Gesù.

Lo immagino alto, la barba un po’ lunga

la tunica rotta e gli occhi...

Gli occhi son belli, neri, grandi,

ma belli

mi hanno stregato

e proprio i Suoi occhi mi hanno affascinato!!!

lo nulla Gli ho detto,

io nulla ho fatto

e Lui mi ha guardato

il mio cuore nel petto sempre più forte è saltato.

Non so per cosa

non so per chi

forse per colpa di essere lì.

Nascosto in una statua

la mia statua,

bianca, bella, liscia e luminosa

seria e posata con espressione vigorosa.

Nulla Gli ho detto,

nulla ho fatto

ma dentro di me, zitto, ho pensato.

Ma dopo che Lui, in silenzio, se n’è andato

son uscito dal marmo un po affranto, un po’ consolato

dallo sguardo di Lui, dai Suoi neri occhi

che mi hanno stregato,

anzi affascinato.

 

Michela

O Signore,

le parole non devono essere cercate,

ma nascere;

la gioia non voluta,

ma costruita;

la paura non combattuta,

ma affrontata;

il cuore non è un oggetto da museo,

ma deve vivere;

lui batte sempre,

ma siamo noi a deciderne il ritmo;

la strada verso Te, nata col Battesimo,

bisogna costruirla, perché venga vissuta in pieno.

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L’incontro di Taizè a Parigi

 

80 mila giovani alle sorgenti della fiducia

Tanti sono stati i giovani di tutti i Paesi del mondo presenti nella capitale francese. La testimonianza di due giovani bresciani presenti. Un invito a riflettere sulla speranza.

 

Fra gli ottantamila giovani che hanno partecipato alle giornate parigine organizzate dalla Comunità di Taizè c’è stato anche un nutrito gruppo di bresciani, provenienti da diverse comunità parrocchiali della diocesi. Michela e Ettore, due giovani di Verolanuova, hanno tracciato per "Voce" un breve bilancio di questa importante esperienza, che di seguito viene pubblicato integralmente.

"Anche quest’anno si è svolto il consueto ritrovo internazionale attorno al frère della Comunità da Taizè, nei giorni dal 28 dicembre al 1 gennaio del nuovo anno.

La capitale europea scelta è stata Parigi, città grandiosa e particolarmente accogliente, visto il gran numero di ragazzi (80.000 da tutta Europa di cui 180 bresciani) che sono stati accolti e ospitati in famiglia.

Il tema su cui riflettere è stata la speranza. L’incontro ha voluto offrire a noi giovani, accorsi da tutta Europa, l’occasione di scoprire il significato della speranza, e soprattutto la sua possibilità e necessità al giorno d’oggi.

La speranza è il tema della ‘Lettera de Taizè’, scritta da frère Roger, il frate fondatore della comunità, testo denso di contenuti e molto toccante, per la semplice profondità delle sue parole: "Per andare avanti, è bene saperlo: il Vangelo porta in sè una speranza così bella che lì possiamo trovare una gioia dell’anima. Questa speranza è come un varco di luce che si apre nelle nostre profondità. Senza di essa, il gusto di vivere potrebbe spegnersi".

Questa lettera ha accompagnato i giovani durante i giorni trascorsi a Parigi, sia nelle meditazioni personali che nelle discussioni di gruppo.

Andare a Taizè, così come all’incontro internazionale di fine anno, è sempre una scommessa su di sè, sulla propria vita, su Dio. È mettersi in gioco, un rinforzare nel silenzio e nel canto, nella condivisione con gli altri, nella povertà dello stile di vita il proprio rapporto con Dio, spesso così trascurato a causa dei numerosi impegni di tutti i giorni. Ma Taizè, oltre a una dimensione spirituale soggettiva, ha anche un significato più ampio: è l’ideale di dialogo e di pace tra i popoli che prende forma, si concretizza in rapporti di amicizia e disponibilità che sorgono spontanei, inaspettati, tra persone di culture diverse che si incontrano per la prima volta. Si sorride, si comunica come si può, si fa spazio nel proprio cuore al fratello diverso, così spesso temuto e ora sorprendentemente familiare.

Le diversità di religione (vi erano infatti cristiani cattolici, protestanti e ortodossi) non sono state una barriera, ma un motivo in più di dialogo, nella convinzione che la differenza non può che arricchire".

Michela Pezzoli - Ettore De Angeli

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Le nostre rubriche

 

Verola Missionaria
A cura del Gruppo Volontari delle Missioni "Conoscerci"

 

La difficile aurora dei lebbrosi
di Antonio Riboldi
Vescovo Emerito di Acerra Direttore Responsabile Amici dei Lebbrosi

Ero molto giovane, ai primi passi del cammino della mia vocazione - meravigliosa scelta di Dio - e ricordo che mi entusiasmavo leggendo la vita di Padre Damiano, che operava tra i lebbrosi. Solo. In un mondo di emarginati, che la società condannava a morte mentre lui, grande testimone dell’amore, avvicinava, per ridare a quegli "ultimi" speranza e vita. Padre Damiano personificava il prezioso filo della carità, che realizzava l’unità tra "noi" e "loro". Sognavo, lo confesso, di seguirne le orme.

I veri testimoni della carità sono sempre stati capaci di fare sognare le anime...

Forse perché la carità coraggiosa, quella che si spinge fino al sacrificio della vita perché essa sia dono per altri, come la carità che ha avuto Gesù per noi, suscita sempre un desiderio di volare alto, quasi attratti dal cielo.

Poi venne quel grande apostolo dei lebbrosi che è stato Raoul Follereau, e il suo desiderio "attivo" di spezzare le loro catene. Nel mio immaginario di allora, ricordo, campeggiava uno slogan ricorrente nelle giornate dedicate alla sensibilizzazione sulla malattia: "con l’equivalente di un pacchetto di sigarette si guarisce un malato di lebbra".

Non potevo fare a meno di considerare, di fronte alla sordità di chi avrebbe potuto tranquillamente donare una nave intera di fumo, quanto immenso fosse il baratro dell'indifferenza e dell’egoismo e quanto piccolo, al confronto, il ruscello della condivisione.

È certamente un’umanità diversa quella che in questi anni si è posta di fronte alla lebbra. Tuttavia il fossato che divide "noi" e "loro" è ancora troppo largo e profondo: convertire i ricchi, convincerli a ridimensionare il loro benessere, per condividerlo con chi ha di meno è ancora un’impresa faticosa. Le piccole elemosine, anche se frutto di sacrifici, sono ancora ben lontane da quella piena condivisione capace, se attivata, di eliminare la lebbra una volta per tutte.

Mi capita spesso, durante le missioni pastorali che compio nelle parrocchie della nostra Italia, di venire a conoscenza di iniziative davvero lodevoli in favore di lebbrosari (che brutto nome!). In certi casi si tratta di progetti seri, che hanno a cuore la malattia e vogliono curarla nel migliore dei modi, con dignità e amore. Gli interventi promossi dall'AIFO ne sono un perfetto esempio. Altri, invece, non sono che schiaffi alla tanto decantata legge sul diritto alla salute per tutti. Ancor di più sento un interrogativo a cui la nostra fede - che fa della carità e della condivisione con chi soffre il tema del giudizio finale - è chiamata a rispondere. "Ero malato e mi avete visitato...". Quando, Signore, ti abbiamo visto malato di lebbra e ti abbiamo curato? "Ogni volta che avete fatto questo ad uno di questi miei fratelli più piccoli, I’avete fatto a me".

Se dovessimo essere giudicati per come ci siamo presi cura degli infermi - anche restringendo il cerchio ai soli lebbrosi - credo che difficilmente potremmo sentirci dire: "Venite, benedetti, nel Regno del Padre mio, preparato per gli angeli e per voi".

Mi sono commosso sino alle lacrime, e al contempo ho provato una grande rabbia, prendendo in mano il bollettino di una parrocchia che da tempo sostiene un lebbrosario. Anziché case dignitose di accoglienza per persone sofferenti - i preferiti da Dio, quelli che dovrebbero occupare i posti migliori - ho visto tuguri simili a stalle, dove sani e ammalati dormono e mangiano insieme, in una sporcizia vergognosa. Che pugno per la nostra coscienza e che imbarazzo quando siamo invitati ad offrire pochi euro per garantire a qualcuno due uova al giorno, per un anno.

Sono arrossito dinanzi all’immagine insopportabile di bambini e cani che si litigano bocconi di cibo avariato e gettato nel cumulo dei rifiuti, poi mi sono chiesto: cosa passerà per la mente del Padre alla vista di un mondo in cui i ricchi epuloni si saziano fino a star male e tanti, troppi Lazzari si contendono le briciole che cadono dalle loro tavole?

Proprio in virtù di tutte queste considerazioni, oggi, come ieri e per sempre è più che mai attuale il monito di Follereau: "amare o scomparire!". Amare che è sinonimo di "convertirsi alla carità".

Davanti a Dio, il mondo non sta in piedi e non costruisce la storia con l’idolatria del benessere. Ricordate la famosa statua, sognata dal Re di Babilonia e spiegata dal profeta Daniele? Era una statua maestosa, con la testa d’oro, il petto d’argento, il resto del corpo di bronzo e i piedi di argilla e ferro. Un sassolino caduto dal monte riuscì a mandarla in frantumi.

Ciò che crea futuro e rende noi uomini degni di essere chiamati figli di Dio, membri della stessa famiglia, pronti ad assumere in noi stessi speranze, gioie, dolori e angosce di tutti i fratelli, è la carità. Una carità che non si limita a dare "qualcosa" ma arriva a donare la vita, come ha fatto Gesù. Il "qualcosa" è segno del tutto.

Se davvero lo vogliamo, tutti i lebbrosi - malati di lebbra o di egoismo - possono cominciare a costruire un futuro di giustizia e di pace, una civiltà dell’amore. È il compito che attende gli uomini di buona volontà, che Dio ama. Dio l’ha sognata e voluta per noi, quando ci ha creati e ci ha fatti testimoni di carità, la quale è sempre figlia dell’umiltà e della povertà di spirito. Solo attraverso questa povertà, meravigliosa libertà dalle idolatrie e dall’egoismo, il nostro cuore sarà totalmente disponibile verso il fratello.

In questo senso, Amici dei Lebbrosi, è un importante strumento di consapevolezza, quando si portano nelle case di tanta gente le notizie dei nostri fratelli nel Sud del mondo, notizie del bene che si fa e che vuol essere la "mano" di tutti, tesa a costruire speranza. Non un giornale "mondano" come tanti, alieno alla bellezza della santità, ma un modesto vangelo della carità possibile.

Allo stesso modo è una grazia del Signore che, dopo tanti anni, la Giornata mondiale dei malati di lebbra continui ad essere celebrata con entusiasmo e con il pieno sostegno della Chiesa.

Tuttavia, non possiamo fermarci sulla soglia del tempio della carità. Occorre che vi entriamo con decisione, rinunciando a parte della nostra sicurezza per donarla a chi non ne ha affatto. È quello che il Signore chiede a tutti noi ed è anche la strada che, domani, ci salverà.

"Ero lebbroso e mi avete visitato".

Diceva Madre Teresa di Calcutta: "Non ho paura di comparire davanti al Padre, perché vicino a Lui ci sono migliaia di poveri, che ho levato dal fango delle strade e riportati a dignità e che mi faranno entrare nel Regno dei Cieli".

Vorrei che io, voi, tutti, domani, quando il Signore ci chiamerà, trovassimo poveri, lebbrosi, emarginati, pronti a riceverci, come benedetti dal Padre.

È questo il mio augurio, all’inizio del nuovo anno.

Riempiamolo di carità, e non lesiniamo in quantità, perché il Male del mondo ce ne ha rubata tanta, anche se forse non ce ne siamo accorti.

Che Dio vi protegga.

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Verola sport (a cura di Rino Bonera)

CALCIO

Risultati delle partite giocate dal Cadignano, del Gruppo Sportivo Verolese, militante in Terza Categoria il cui campionato è ripreso lo scorso 19 gennaio per il girone di ritorno:

(12.01- recupero): Cadignano - Olimpia R. 0 - 2

1a gior. rit.(19.01): Alfianello - Cadignano 2 - 1

2a gior. rit. (26.01): Cadignano - Remedello 1 - 2

Posizione in Classifica Generale della squadra:
Terza Categoria: 12° posto con 8 punti.

 

Nuova Verolese Calcio

Il giorno 22.12.2002 presso lo Stadio Comunale E. Bragadina di Verolanuova, in collaborazione con l’Assessorato alla Sport ed il Gruppo Sportivo Verolese, si è svolta una manifestazione calcistica (Triangolare Pulcini ed Esordienti) denominato ‘Memorial Daniela". Alla manifestazione hanno partecipato le seguenti società: U.S. Cremonese - Accademia Montichiari - Nuova Verolese Calcio (F.C. Leno).

In tale circostanza hanno partecipato con molto impegno tutti i nostri Pulcini ed Esordienti.

Vista anche la partecipazione di molti genitori, la Nuova società sta programmando tornei estivi per tutte le categorie del Settore Giovanile.

Il giorno 12.01.2003 è iniziato il girone di ritorno con la partita di recupero (sul campo Comunale E. Bragadina) della Categoria Promozione contro il Gabiano con il risultato finale di 4 - 2.

Inizieranno il girone di ritorno le seguenti squadre: Sabato 18.01.03 la Categoria Juniores, domenica 02.02.2003 Categoria Allievi, sabato 08.02.2003 la Categoria Giovanissimi e Sabato 15.02.03 la Categoria Esordienti.

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In movimento

A. G. Armonia ‘95 nasce, come si può intuire, nel 1995 e prosegue fino ad oggi la sua attività soprattutto grazie alla perseveranza di bambine, organizzatori, maestri e genitori.

Oggi la sezione di ginnastica artistica del Gruppo Sportivo Verolese è guidata dalla passione del sig. Mario Ardigò e dalla maestria di Itala Ubiali (entrambi verolesi) .

Attualmente le lezioni si svolgono, presso la palestra dell’l.T.C. "Primo Mazzolari", il mercoledì e il giovedì dalle ore 16.30 alle ore 19.30,da ottobre a maggio. L’attività si chiude con un saggio di fine anno che di solito si tiene i primi giorni di giugno. Le atlete (71 per questo anno) sono suddivise, per fasce di età (dai 4 ai 14 anni) e di preparazione, in tre gruppi. Alla ginnastica, da un paio di anni, si è aggiunta l’aerobica per adulti. Questo gruppo (14 persone) tiene i suoi incontri dalle ore 19.30 alle ore 20.30 nella stessa sede e negli stessi giorni dei corsi di ginnastica.

Le bambine e ragazze che partecipano a questa attività sono impegnatissime a correre e saltare in continuazione, in particolare si nota l’entusiasmo (a volte dirompente) delle piccole, I’orgoglio delle medie e la preparazione delle grandi. Quello che accomuna i tre gruppi è la voglia di impegnarsi, imparare e migliorare sotto l’esperta guida della maestra perchè la ginnastica artistica è uno sport che comunque richiede molta concentrazione e costanza. Verso la fine del corso si nota nelle allieve la voglia e la paura del saggio per dimostrare a genitori, nonni ed amici quello che hanno imparato. Il pubblico che assiste al saggio è semplicemente estasiato da quello che vede e non manca di esprimere con lunghi applausi la sua approvazione.

È doveroso ringraziare il Gruppo Sportivo Verolese, I’A. G. Armonia ‘95 e la maestra grazie ai quali le nostre figlie possono usufruire di questa entusiasmante opportunità.

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Arte & cultura

 

Le poesie  di Rosetta

Quando si ama veramente, non servono molte parole: dentro di noi scopriamo l’universo intero o, addirittura, I’Assoluto che sta sopra di noi e rende possibile ogni forma di Amore, da vivere e da offrire come dono di reciprocità. Buon San Valentino a tutti!

 

Non dirmi niente

Non dirmi niente, lasciami pensare

che nella vita resti la certezza

d’Amore vero, quello che ti prende

e mozza il fiato

 

e mozza il fiato e lascia intorpiditi

come quando t’inebria il sole estivo

e tu, nella tua sete d’abbandono,

indugi accanto a me senza parole.

 

Non dirmi niente, lasciami pensare

che tu sia in me e, come cosa sola,

ignari del frastuono che sta intorno,

viviamo l’universo che si scopre

intatto dentro noi,

 

intatto dentro noi, a riportare

(segno d’impatto in esseri viventi)

l’Assoluto dal quale deriviamo.

Rosetta Mor

Il Sindaco di Verolanuova, la sera di venerdì 27 dicembre 2002, prima della seduta del Consiglio Comunale, ha consegnato a Rosetta Mor Abbiati una targa d’argento di riconoscimento per le sue opere poetiche pluripremiate a livello nazionale ed internazionale e, da noi, a suo tempo citate.

Ci congratuliamo con la nostra preziosa collaboratrice e le rivolgiamo il più caloroso ideale applauso a nome dei nostri lettori e dell’intera comunità.

Altri concittadini hanno ricevuto uguali targhe (v. pag. 45) ed anche a loro le nostre felicitazioni.

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Dal Comune - Assessorato ai Servizi sociali

Riceviamo e pubblichiamo

Per gli anziani

 

Oggetto: Erogazione del Buono Sociale a favore degli anziani non autosufficienti assistiti in famiglia.

Si comunica che il Distretto n.9 ha disposto per l’anno 2003 l’erogazione di Buoni Sociali a favore di anziani non autosufficienti assistiti in famiglia pari a e 260,00 mensili.

Requisiti per l’ammissione:

• anziani residenti in Verolanuova di età non inferiore a 75 anni alla data 31.12.2002, assistiti a domicilio;

• verbale di invalidità rilasciato dall’ASL dal quale risulti l’assegnazione dell’indennità di accompagnamento;

• essere assistiti al domicilio in maniera continuativa. Possono fare richiesta anziani che vivono soli, ma con familiari o altre persone, anche non conviventi, che svolgono le necessarie funzioni di assistenza continuativa;

• appartenere ad un nucleo familiare con reddito I.S.E.E. non superiore a e 8.500 per l’anno 2001.

La domanda va presentata presso l’ufficio Servizi Sociali del Comune di Verolanuova entro e non oltre il giorno 28.02.2003.

Per informazioni: Tel. 0309365050


La sera del 27 dicembre scorso il Sindaco, prima di dare inizio ai lavori del Consiglio Comunale, ha consegnato targhe d’argento in segno di riconoscimento per particolari meriti ed onoreficienze, oltre che a Rosetta Mor Abbiati (v. a pag. 43), anche ai concittadini:

• Sig.ra Giovanna Pasotti, che anche quest’anno ha raggiunto l’argento nei campionati mondiali di gara di pesca a squadre svoltesi in Slovenia, inoltre in settembre 2002 classificata quarta nelle superselezioni nazionali;

• Sig. Adriano Galletti, insignito del titolo di Cavaliere dell’ordine "Al merito della Repubblica Italiana" su segnalazione del Ministero della Difesa;

• Alla memoria del sig. Primo Rossi, scomparso nel mese di maggio, pure insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine "Al merito della Repubblica Italiana" su segnalazione del Ministero della Difesa;

A nome di tutta la comunità, ancora a tutti le più vive felicitazioni.

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Turni domenicali di guardia farmaceutica dell’Azienda S.L. 19

febbraio

2

Manerbio

(dr. Parati)

Bagnolo M.

(dr. Donini)

 

9

S. Gervasio

Leno

(Castelletto)

 

16

Pontevico

(dr. Pinzi)

Leno

(dr. Bravi)

 

23

Pontevico

(dr. Romano)

Offlaga

 

 

marzo

 

2
Bassano Br.

Borgo S. G.

 

9

Alfianello

S. Paolo

N.B.: L’elenco è provvisorio.

N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell’elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

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NUMERI UTILI DI TELEFONO:

Servizio Sanitario (soltanto nei casi di urgenza e di emergenza): 118

Gruppo Verolese Volontari del Soccorso: 030 936 1 662 (via Grimani)

Problemi con le droghe?: 030 993 7 210

Alcolisti in trattamento: 030 931019 oppure 030 93 22 45

Vigili del Fuoco: 030 93 10 27

Carabinieri - Pronto intervento: 112

N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.

Per le prenotazioni di trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorso telefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00; inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.

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Per i collaboratori de "L’Angelo di Verola"

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli possibilmente dattiloscritti (se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche) unicamente ai sacerdoti entro e non oltre le ore 12.00 di venerdì 14 febbraio. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.

LA REDAZIONE

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Relax...iamoci un po’
(a cura di errebi)

 

Il pensiero...

"Fidarsi della bontà altrui è una prova non piccola della propria bontà".

(Montaigne, Saggi)

 

...e il proverbio del mese:

"I solcc del lot i va dè trot"

(I soldi vinti al lotto se ne vanno di trotto)

Antico proverbio cinese
"Non esitare di risolvere un problema oggi, perché così facendo puoi evitare di incontrarne cento domani".

La Santa del mese

S. Verdiana - sabato l febbraio

Era una ragazza di Castelfiorentino in Toscana che dopo aver fatto un pellegrinaggio a Compostela fu murata dalla follia del padre. Visse da reclusa per trentaquattro anni. Morì nel 1242.

La "Risposta"
Che significa: "Piantare in asso"?

Lasciare qualcuno nel momento meno opportuno, magari in una situazione scabrosa, di fronte ad un pericolo, o comunque in stato di necessità.

Le origini di questo detto sono incerte e le varie attribuzioni controverse. In latino assus significa anche solo, e da qui sarebbe derivata la nostra locuzione, con il significato di lasciar solo. Secondo la leggenda, Teseo abbandonò Arianna nell’isola di Nasso, dopo che questa lo aiutò a fuggire dal labirinto in cui l’eroe aveva ucciso il Minotauro. Perciò l’espressione lasciare in Nasso, con il passare dei secoli potrebbe essere diventata, traslitterando, lasciare in asso. Infine il modo di dire potrebbe essere derivato dal gioco delle carte, o dei dadi, per indicare che si è rimasti con un punto solo (l’asso, appunto), ma questa versione sembra la meno attendibile, perché in molti giochi di carte, l’asso è la carta che vale di più in quanto ha il punteggio più alto.

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Per i più piccoli

 

COLMI

Qual è il colmo per un professore di geometria?

- Frequentare un circolo, indossare un cilindro e suonare il triangolo.

Qual è il colmo dell’avarizia?

- Sposare una donna nata il 29 febbraio e farle il regalo ogni quattro anni.

Qual è il colmo per un arrotino?

- Avere lo sguardo tagliente.

 

Pierino

- Papà, perché i pesci sono muti?

- Hai mai provato a parlare con la bocca piena d’acqua?

 

Vacanze

Un uomo entra in un’agenzia turistica e chiede:

- Avete crociere molto economiche?

-Sì, ma deve prenotare subito il suo posto ai remi!

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Di tutto... un po’

 

 

  • Il grande scrittore francese Victor Hugo disse una volta: "Nella religione, nelle favole, nella storia e nella scienza, la mela ha avuto un ruolo misterioso e singolare. Per una mela il genere umano si è perso nel peccato, una mela ha fatto sì che Troia fosse distrutta, una mela ha liberato la Svizzera, una mela ha rivelato il mondo a Newton". Sì riferiva al pomo dell’Eden, al pomo della discordia (assegnato da Paride a Venere, per cui le due escluse, Giunone e Minerva, furono nemiche dei Troiani nella guerra contro i Greci), alla mela di Guglielmo Tell e infine a quella che, secondo la tradizione, cadde in testa a Newton, rendendogli evidente l’esistenza della forza di gravità.
  • Quando avvenne la famosa presa della Bastiglia di Parigi, il 14 luglio del 1789 (episodio che diede l’avvio alla Rivoluzione francese), la prima persona ad attraversare il fossato di tale prigione fu secondo certi storici, un ragazzo di quattordici anni, di nome La Réole. Gli assalitori avevano lanciato al disopra del fossato stesso un’asse, che però era troppo leggera perché un adulto potesse passarvi: fu quindi l’adolescente a utilizzare per primo quell’improvvisato ponte.
  • Antonio Pigafetta, il famoso navigatore che prese parte alla spedizione di Magellano alle Molucche, per tre anni dimostrò d’avere una tempra eccezionale a differenza degli altri membri dell’equipaggio, decimati dalla fame e dalla sete, non si ammalò mai. Anche quando finirono le provviste e fu costretto a mangiare cuoio rammollito, non accusò nessun disturbo.
  • Un minuto con don Primo
    Chi ha un po’ di buon senso riconosce il suo limite. Ne può soffrire, ed è giusto che ne soffra perché se è corto il braccio non deve essere stretto il cuore; ma mettersi in affanno, no, per nessun motivo. È il mestiere più balordo che ci mette in condizione di non poter fare neanche i mestieri che possiamo fare. Se per stare in piedi abbiamo bisogno di un altro, che questo "altro" abbia il volto e il cuore del Padre. (don Mazzolari)

 

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Radiobasilica di Verolanuova

Febbraio 2003

Radiobasilica trasmette tutte le celebrazioni liturgiche dalla Basilica di San Lorenzo in Verolanuova

Tra gli altri programmi vi ricordiamo:

Sante messe:

Feriali: 7.00 - 9.00 - 18.00

Festive: 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00

 

Notiziari:

Gr 2000: 13.00 - 18.00

Gr Flash: 7.00 - 10.00 - 11.00 - 12.00 - 14.00 - 15.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 - 20.00

Locali: 7.30 - 8.30 - 9.30 - 10.30 - 12.30 - 15.30 - 18.30 - 20.30

Notiziari Radio Vaticana: 8 - 21

Ogni giorno

ore 7.30

Apro gli occhi... e ti penso

Tre salmi, una lettura, un canto e un pensiero per cominciare bene la giornata.

A cura di don Paolo Goffi

 

ore 9.30

Caleidoscopio

A cura di Mirella Raneri

 

ore 11.00

Ballo è bello

con Alessandro Benericetti

 

Ogni sabato

 

ore 9.30

Qui fila tutto liscio

con Daria Cremaschini

 

ore 13.30

Lupo solitario

con Roberto Bocchio

 

Ogni domenica

 

ore 10.20

Accorrete numerosi

a cura di Sergio Ferrari

 

ore 12.00

Radiogiornale verolese

a cura di Tiziano Cervati

 

ore 12.30

Tavola grande

con Daria Cremaschini

 

ore 13.30

Nostalgie

Un programma in Italiano, Francese e Woloff

a cura di Moustapha Dieng

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AVIS Comunale Verolanuova

Organizza una gita sulla neve al Passo del Tonale (in caso di maltempo, Ponte di Legno)

Domenica 9 marzo 2003

 

Programma:

• Partenza alle ore 6.00 - appuntamento davanti alla sede Avis di via Castello;

• Ritorno nel tardo pomeriggio.

 

Quota d’iscrizione:

• Per i soci Avis e 15.00 quale cauzione, che verrà resa per intero sul pullman;

• Per tutti gli altri la quota è di e 15.00 "fissa";

• La quota deve essere versata al momento dell’iscrizione;

• Pranzo escluso.

 

Modalità d’iscrizione:

Le iscrizioni si ricevono presso la Sede Avis di via Castello nei giorni: lunedì dalle ore 18.15 alle 19.00 il venerdì dalle 20.30 alle 22.00; oppure tramite conoscenza di componenti del Consiglio Direttivo entro venerdì 28 febbraio.

L’Avis declina ogni responsabilità in caso di infortunio sulla neve.

Non si accettano iscrizioni di minori se non accompagnati da un genitore.

la gita è aperta a tutti!!!

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Abbonamenti a "L’Angelo di Verola" per l’anno 2003

(2° elenco)

ORDINARI:

Pagliardi Giuseppe, Reboani-Nardi, Jacobbe Anna, Geroldi Alessandro, Bonini Costanzo, Reoletti Luigina, Gozzoli G. Battista, Guerreschi Angelo, Bettoncelli Valerio, Pesce Antonio, Pesce G. Mario, Ferrari Pietro, Bornati Primo, Scalvi Antonio, Stanga Aldo, Rivetti Giuseppe, Bertoni Walter, Mombelli Franco, Famig. Pugnetti, Zani Giuseppe, Meriti Chiara e Gigi, Migliorati Piero, Tadini Gianfranco, Bozzoni Bonetti Caterina, Bonetti Guido, Bonzio Angelo, Pietta Francesca, Amighetti Pietro, Venturini Natalina, Cremaschini Anacleto, Tadini Mario, Girelli Rina, Cremaschini Domenico, Venturini Angela, Venturini Pierluigi, Venturini Gianfranco, Grossi Maria, Vesco Paolo, Zani Vittorio, Monteverdi Massimo, Bordonali Pierangelo, Gritti Giovanni, Guastalli G. Battista, Manfredini Libero, Magri Sergio, Gozzoli Battista, Calà Mauro, Amighetti Battista, Amighetti Roberto, Nervi Carlo, Galuppi Elena, Baiguera-Martani, Minini Bernardo, Tadini Giuseppe, Varinelli-Taglietti, Tosoni Giorgio, Fontana Antonio, Cervati Paolo, Abrami Angelo, Gritta-Quaranta, Este Ida, Bettoncelli Maria, Fontana Giuseppe, Rossini Ernesto, Lombardo Salvatore, Quaranta-Svanera, Botta Antonio, Dolfini Giacomo, Botta Maria, Salini Giuseppe, Arcari Federica, Tosini Giuseppe, Rossini Martina, Gavazzoli Valter, Tomasoni Valeria, Morandi Paolo, Apollonio G. Franco, Fontana-Cervati, Bergamaschi Lucio, Urbani Marcello, Pelosi Luigi, Ciatti Bruno, Minini Silvio, Venturini Luigi, Pea Giuseppe, Penocchio Sesto, Garoli Enrico, Trioni Giuseppe, Zavaglio Luciano, Prandini Claudio, Anelli Giuseppe, Basilio Checchi, Compiani Amedeo, Barbieri Virginio, Ferrazzi Giuseppe, Fontana Fausto, Amighetti-Sforza, Manzoni, Mombelli Francesco, Bonini Roberto, Pezzoli Antonietta, Mor Gottardo, Mor Aldo, Bettoncelli Emilio, Geroldi Angelo, Bodini Antonio, Flossi Giuseppe, Zanini Alvaro, Balbiani Livio, Bornati Napoleone, Zacchi Laura, Filippini Sr. Rosangela, Cremaschini Maria, Ciatti-Gandini, Cominelli Giuseppe, Fam. Pizzamiglio Andrea, Fam. Sala Santo, Gaggia Gerolamo, Fam. D’Ascanio G. Carlo,Cocchetti Francesco, Biaggio Edda, Parenti Silvano, Favalli Giacinto, Lo Cicero-Favalli, Venturini Simona, Mondini-Laffranchi, Pirani-Fontana, Burlini Luigi, Micheli Severino, Cestana Giovanni, Cestana Bruna, Rossini-Cavalli, Mancini-Pelucco, Fam. Minini Giacomo, Anelli Emilia, Montani-Cavalli, Gennari Luigia, Sanelli-Pea, Galli Vittorio, Davide Marco, Davide Giuseppe, Davide Giuliano, Zavaglio Pancrazio, Zanoli Luigi Salini, Zanoli Giancarlo, Monteverdi Girelli Orsola, Alloisio Lina, Rossetti Paolo, Montani Luigi, Bodini Teresa, Lorandi Mario, Ferrari Battista, Bellomi Massardi Gabriella, Bonini Giuseppe, Stella-Venturini, Ferrami Rino, Pea Pietro, Zanolini Giacomo, Fontana Bruno, Gianesini Settimo, Cremaschini Ottavio, Quaranta-Barbieri, Gavazzoli-Barbieri, Parmigiani Gavazzoli Valeria, Molinari-Battezzi, Vinieri Attilio, Pizzamiglio Luigi, Trezza Renata, Montani Luigi, Capuzzi Antonio, Lò Alessandro, Adami Giuseppe, Milanesi Luciano, Torri Ottavia Apollonio, Cremaschini Luigi, Mariotti Giovanni, Nervi Umberto, Anni Maria Teresa Bordonali, Zavaglio Bruno, Boffini Agostino, Mazzoleni Daria, Anelli Silvio, Lanzanova Ernesto, Delai Antonio, Gambassi Giuseppa, Scaratti Angela Piovani, Alessandrini Gianfranco, Quinzanini Cesare, Marchioni Cecilia Barbieri, Mombelli Callisto, Sala Battista, Nervi Luigi, Loda Giovanni, Croci-Barbieri, Ferrari Agostino, Barbieri Andrea, Superti Augusta, Lucarini Stefania, Varinelli Lino, Fogazzi Luigi, Checchi Giuseppe, Cinconze Nidia, Bianchi Maria, Traversi-Rossini G. Pietro, Ferrari Mario, Scaglia Paolo, Ubiali Germana, Superti Severino, Bonelli Maria, Pietta Renato, Sora Walter, Manfredi-Penocchio, Penocchio Aldo, Fam. Sala Santo, Bulla Valerio, Calzighetti Maria, Schilirò Vincenzo, Minini Angela, Montani Angelo, Montani Lorenzo, Crescini-Nervi, Brognoli Piero, Maselli Aldo, Chiari Giacomo, Mantovani Antonini Luigia, Reali-Galli, Padovani Giorgio, Bariselli G. Paolo, Rossini-Chiari, Bodini Pietro, Premi Antonio, Premi Bruno, Staurenghi Angelo, Fraschini Ezio, Montani Anna, Montani Andrea, Rossini Angelo, Este-Donini Sergio, Dordi-Traversi, Girelli-Preti, Tosoni Manuela, Panizza Agnese, Pizzamiglio Carlo, Rossetti Domenico, Cervati Fabrizio, Sala Sabrina, Gatti Luigi, Monteverdi Angelo, Bertoni Teresa, Torri Guerrino, Barbieri Giuseppe, Ariazzi Renato, Amighetti, Ghio Aldo, Ferrazzi Anna, Bodini Paolo, Cattaneo Angelo, Azzini Fabrizio, Meletti Anna, Pezzoli Guido, Ubiali Italo, Trezza Michele, Bianchi Marino, Cervati Giacomo, Salini Alba, Brunelli Giuseppe, Manenti Santo, Camisani Giacomina, Sala Aldemiro, Dolfini Laura, Ferrari Cesare, Marini Carlo, Fredi Gaimbattista, Tomasoni Costanzo, Ferrari Irene, Sala Carlo, Sala Anna, Sala Angiolino, Ziletti Luigi, Meletti Ninì, Bonvicini Bruna, Amighetti Mary, Penocchio Primo, Adami Andrea, Adami Giuseppe, Bresciani Angela, Brocchieri Lino, Fontana Rita, Fontana Piercarlo, Fontana Maria, Fontana Giuseppe, Cavalca Elena, Fontana Luigi, Gavazzoli Paolo, Mondini Candido, Pea Stefano, Nervi Paolo, Sossi Lino, Stabile Pietro, Tagliani Ernesto, Tomasini Silvio, Tomasini Severo, Vesco Giovanni, Piovani Pietro, Leni Giuliano, Sala Emilio, Leni Valerio, Fam. Meier Pezzoli, Sala Bortolo, Tomasoni Maria, Sala Federica, Fam. Zanoli Mor, Tedeschi Francesco, Staurenghi Emma, Pegoiani Giuseppina, Danieli Paolo, Barbieri Padre Gianni, Quaranta Giuseppe.

SOSTENITORI:

Barbieri Vincenzo, Marianni Sandro e Gabriella, Bodini Angelo, Zampedri, Pinsi Roberto, Filippini Luigi, Cremaschi-Pomati, Tadini Domenico, Baiguera-Superti, Galperti Teresa, Mor-Adami, Pavoni Massimiliano, Montani Bruno, Fam. Montani Ermanno, Fam. Ubiali-Sudati, Minini Zemira, Fam. Pistolesi Fabio, Pistolesi Giusi, Simonini Jole, Mondini-Grazioli, Zavaglio-Spinelli, Stanga Riccardo, Versani Angela, Milanesi Giulio, Bertoni Fedele, Checchi Silvano, Mombelli Guglielmo, Grazioli Giovanni, Ferrari Giuseppe, Panini Annibale, Panini Giovanni, Cremaschini-Rossini, Nervi Renzi, Abrami Piera, Staurenghi Angelo, Franchi Paolo, Vitalini Luigi, Lorefice Angelo, Vigna Maria, Brunelli Bruno,

BENEMERITI:

Azzini Gianfranco, Pinelli-Montani, Tomaselli Albino, A.V.I.S.Comunale Verolanuova, Vigna Battista, Sorelle-Facchetti, Di Terlizzi Michele, Fam. Dotti, Brunelli G. Battista, Tomasini Pierantonio, Fontana Fausto, Lama Giuseppe, Ferrari Paolo, Penocchio-Goldani, Baronio Pietro, Lampugnani Germano, Penocchio Giuseppe, Superti Franco, Amighetti Francesco, Donini Luigia, Circolo Acli, Gilberti Virginio, Massetti Forno, Spalenza Elena, Nocivelli Lina, Nocivelli Bruna, Roncaglio Gianni, Gandini Luigi, Minini Battista, Minini Francesco, Fam. Caprini Giulio, Del Balzo Luisa, Fam. Goldani-Soldo, Fam. Vittore Branca, Girelli Roberto, Nocivelli G. Luigi, Nocivelli Gianfranco, Nocivelli Luigi, Bragadina Mario, Bragadina Giovanni, Bragadina Ernesto, Branca Amalia, Monteverdi Lino, Bellomi Fiorenzo, Regosa Marco, Butturini Luigi, Quinzanini Orsola, Geroldi Pietro, Azzola Fiorlorenzo, Barbieri Gianpietro, Guarisco Gino, Zanoni Andrea, Ferrari Marzio, Bresciani Marino, Urbani Pietro, Branca Catullo, Abrami Giulio, Bertoni Sorelle, Mazzola Giacomo, Paracchini-Farina, Bonaglia Paolo, Carini Silvio.

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Auguri

La signorina Elena Spalenza il 19 febbraio entrerà nel novantesimo anno di vita. È l’unica superstite di una distinta famiglia presente a Verolanuova dal 1600. È custode della memoria dei suoi cari e in particolare del fratello dr. Giancarlo, benemerito concittadino conosciuto e apprezzato da tutti. La sig.na Elena, nella sua veneranda età, è assistita con affettuosa cura da persone che le vogliono bene. La redazione dell’Angelo, a nome anche di coloro che la conoscono e la stimano, le esprime affettuosamente l’augurio: "ad multos annos". Siamo certi che la sig.na Elena, dalla mente ancora vivace, esperta latinista, apprezzerà il fraterno augurio.

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Anagrafe parrocchiale

Battesimi

1 Girelli Matteo di Andrea e di Arnoldi Nives

2 Baronio Valentina di Stefano e di Burlini Mariarosa

Defunti

1 Pari Angela Rossi di anni 81

2 Monteverdi Giovanni di anni 67

3 Sarte Gianfelice di anni 43

4 Rambaldini Giacomina Fontana di anni 87

5 Camisani Santina Geroldi di anni 86

6 Rossini Angela di anni 80

7 Rossini Pietro di anni 81

8 Montani Angela Bellomi di anni 90

9 Tampalini Maria Rosa Zanoni di anni 68

10 Cervati Antonio di anni 78

11 Vergine Franca Alloisio di anni 59

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Offerte pro restauri tele e affreschi della Basilica

 

Giornata celebrata nel mese di gennaio 1.500,00

In memoria del marito del figlio 100,00

N. N. 55,00

In memoria di Pavoni Giovanni - sacrista 50,00

A. B. C. 50,00

N. N. 50,00

I figli in memoria di mamma Santina 100,00

In memoria del defunto Piero 150,00

Per il battesimo della piccola Valentina 150,00

Signora C. in memoria del marito e familiari 100,00

In memoria dei cari defunti 50,00

In memoria di Massimiliano e Ombretta 50,00

N. N. 100,00

In memoria dei defunti 50,00

I condomini della Filanda in memoria di Gianfelice Sarte 200,00

In memoria dei cari defunti 100,00

Vittoria e Paola in ricordo dei cari defunti 100,00

N.N. 50,00

N.N. 25,00

Dalla Cappella Casa Albergo 230,00

TOTALE 3.260,00

 

"Amici della Basilica" adesioni alla "Confraternita del Restauro"

N.N. 250,00

In memoria di Giovanni Monteverdi 500,00

P. 1.500,00

In memoria del caro Gianfelice 300,00

In memoria dei genitori 250,00

N. N. 250,00

N. N. 250,00

Maria in memoria dei cari defunti 250,00

Alessio e Monica 500,00

Michele - Isabella - Giorgia 500,00

Luigi e Andreina 1.000,00

Azione Cattolica Adulti di Verolanuova in occasione del "Mandato" 250,00

P. e G. 750,00

Pia unione spose e madri cristiane in occasione della festa

della Beata Paola 1.220,00

TOTALE 7.770,00

 

per Radiobasilica

N.N. 20,00

L.D. in memoria dello sposo 500,00