La parrocchia di San Lorenzo in Verolanuova   Angelino2.gif (1091 byte)
Grazie don Luigi

.

Non rimarrà solo

di Rino (l'Angelo)

e

Carissimo Monsignore

di Rino Bonera

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Non rimarrà solo

Per Lui...

...75! ... Anni killer. Hanno spezzato il crine. La spada è caduta... per aprire, violenta, una valigia. Lui, il nostro, deve porci dentro un lungo viaggio: dopo Bassano, Leno; ancora: - ventotto anni a Verola. Totale: cinquant’anni di sacerdozio.

L’evento è di quelli che prostrano. Come se qualcuno, mentre cammini ancora sicuro, sorprendendoti, ti prendesse alle spalle e, perentoriamente, un ordine: "Alt". Voltare il capo non puoi: soltanto chinarlo... ti fermi... non recrimini... fai fagotto... devi andartene... dove vuoi... arrangiati...! Largo a...

Nascondi la ferita ma la senti dentro. Nella valigia quel "poco" di tuo. Il "tanto" che, faticando, hai costruito nel corso degli anni, lo devi lasciare. Stop alla tua storia personale.

Verola, però, ha annotato, indelebilmente. Pagine? Tante. Racchiuse in uno scrigno prezioso: in quella sfera sotto i piedi dell’Angelo, là sulla cupoletta della Basilica. Una sfera? Non più. Se no: che cosa?

Sì: quella sfera è diventata (l’aggiornamento è costante) un PC del futuro. (Dove P sta per Personal e C per Computer. L’ho precisato per chi, ancora, non sapesse. Non me ne vogliano gli altri).

Per me...

... più facile di quanto non si creda. Il mio PC: un battito di ciglia... apro... una pausa... clicco sul mouse... freccina sul file don Luigi.

Scorrono date avvenimenti persone luoghi. La successione è rapida. Il mio, però, è un occhio particolare. Vedo Lui come al rallentatore. In quel cuore un desiderio: realizzare. È quasi frenetico il suo operare. Le opere sono tante. Tutto supportato ed ispirato dallo spirito della Parola da annunciare: nel tempio e fuori; al sano e al sofferente. A tempo pieno. (Il mio PC non usa contare e registrare le ore giornaliere di missione). Speranze angosce titubanze illusioni delusioni più delle soddisfazioni e dei tardivi dovuti meritati riconoscimenti.

La sua anima: top secret. Svelo soltanto: "Ha sempre cercato la trave nel suo occhio, mai la pagliuzza in quello degli altri". Un cuore di pastore che ha saputo amare perdonare donarsi. Non temo smentite. Clicco sulle immagini delle opere: vedo le stesse che stanno sotto gli occhi di tutti.

Dove?

Lo seguirò... ovunque andrà. Gli terrò viva la gioiosa certezza d’aver operato che meglio non si può, lo aiuterò ad allontanare ingiustificati rimorsi, pur con le critiche (normale!) dei tanti ma con l’approvazione dei più. La mia ombra lo proteggerà: dagli spiacevoli o dolorosi ricordi, dalle nostalgie, dai rimpianti per mete non raggiunte e che erano lì... a portata di mano.

Purtroppo: dall’alto si vuole... l’età esige... il 75 apre e chiude la valigia e... con quella Lui se ne va. In un nuovo lido, non c’è altro da fare.

Ma il cuore pesa, più della valigia. È gonfio. Il camminare si fa lento. Nella nuova meta affioriranno i ricordi. Di dove usciranno?... Gli ho fatto un regalo. Lui forse non sa; gli ho trasformato il cuore in un Personalissimo Computer: dentro, fisso, gli ho collocato un dischetto infrangibile e incancellabile registrato dal mio: tutta la sua storia. Tutto rivedrà e rivivrà. Forse gli occhi si faranno lucidi, ma sul suo volto, di certo, un sorriso. Verola, infinitamente ed affettuosamente riconoscente, la sentirà ancora dentro. Nessuno gliela butterà nel "cestino" di quel PC perennemente a stretto contatto col mio, qui, sotto i miei piedi. Sarò sempre con Lui. Per quanto sarà lungo, ancora, il suo nuovo cammino.

Rino


Carissimo Monsignore,

dal Suo arrivo tra noi e, quindi, per ventotto anni ho osato, indegnamente, prestare la parola all’Angelo di Verola sulle pagine del nostro bollettino. L’ho fatto con il Suo consenso e nonostante i miei limiti. Lei mi ha concesso stima e fiducia quando ancora non mi conosceva; nel tempo me le ha confermate.

Gli incontri preparatori per la "costruzione" di ogni numero del nostro mensile, nel corso di tutti questi anni hanno favorito il nascere di un’amicizia che, Le assicuro, è di quelle che lasciano un felice benefico segno.

Ora Lei "Direttore" se ne va. A me che, pur provvisoriamente rimango, non resta che custodire il solco che la Sua saggezza ha scavato dentro di me mentre mi sarà di grande aiuto il godere i frutti di quei semi che in quel solco Lei ha generosamente gettato. Niente di meglio poteva lasciarmi in eredità quale riconoscimento al mio impegno cui ho dedicato e sacrificato non poco.

Anch’io, però, e sempre per ragioni anagrafiche, sento che mi sto avvicinando al capolinea quale "capo redattore" (così Lei mi ha voluto) dell’Angelo. E se da Lei ho sempre avuto tanta comprensione mi auguro che altrettanta me ne riservi quell’Angelo che sta lassù e del quale spero di avere correttamente interpretato i pensieri non facendo uscire dalla sua tromba note stonate. Il cambio della guardia s’impone, lo so e mi auguro sia presto. La freschezza delle nuove forze faciliterà voli più agili per quelle vecchie e sempre nuove ali e contatti ancora più vivi per quanti all’Angelo vorranno fiduciosi rivolgere occhi, pensieri, sentimenti. Io e Lei, monsignore, sappiamo cosa vuol dire guardare negli occhi dell’Angelo: là i nostri sguardi si sono più volte (quante?) incontrati. Ci porteremo questo ricordo nel cuore. Tanto basta. Per sempre.

Suo devotissimo

Rino Bonera
                                                               


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Angelo di Verola