L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale

Anno XXV n°2 Febbraio 2000

Cop

Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Giovanni Gritti
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati


Archivio 2000 Angelo di Verola Parrocchia di Verolanuova

SOMMARIO
 

   3 Un figlio, gioia e ... (M. Corradi)
   4 Meno bambini, ... (R. Cascioli)
   6 Calendario liturgico
   9 Un doveroso ricordo
 10 La vecchiaia, ... (S.S.G. Paolo II)
 13 La parabola del... (F. Dorofatti)
 16 VIII Giornata...
 20 Preghiera del Malato
 21 Giornata per ... (N. Martinelli)
 23 Condizioni per ...
 24 Gli itinerari giubilari
 25 I bresciani a...
 26 ... una preghiera (D. Giovanni)

vita parrocchiale

 28 Aggiornamento contabile
 29 Corso per fidanzati
 30 Pellegrinaggio a ...
      Anno Santo
 31 Dalla S. Vincenzo
 32 “Luce nell’anima” (R. Mor)

dagli oratori  

33 Vita di Oratorio (D. Giovanni)
 36 Gli esercizi spirituali  (L. Cremaschi e C.)
 37 Informagiovani (a.z.)

le nostre rubriche

 38 “Io credo nell’Africa”
 40 Isaia (R. Bonera)
 42 Verola sport (R. Bonera)

varie - cronaca

 44 Nel nostro Comune
 46 Movimento demografico 1999
 47 Farmacie di turno
 48 Pagina sanitaria
 49 Dall’AVIS (F. Bodini)
 50 Angolo dell’umorismo
 51 Relax..iamoci un po’
 52 Radiobasilica trasmette
 53 In ricordo di...
 54 Abbonati a...
 58 Anagrafe parrocchiale
 58 Offerte pro opere parrocchiali


Un figlio, gioia e stupore
Non scordiamolo mai

Nel reparto maternità d’un ospedale, una mattina d’inizio estate. Molte culle vuote. In una, in prima fila, dorme una neonata. Piccolissima, ancora tutta rossa per la brusca fatica del nascere. Al di qua della vetrata, due donne la guardano. La più giovane, la faccia stanca ma emozionata, scruta i lineamenti della bambina addormentata. L’altra è più anziana, e ha accanto un ragazzo grande che deve essere suo figlio. È una ricoverata d’un altro reparto, scesa a vedere i neonati. La donna più giovane non stacca lo sguardo dalla culla.
D’improvviso parla la donna anziana. Dice al figlio: “Pensa, quella piccolina lì nove mesi fa non c’era, e ora c’è. Che mistero”. Si riscuote come sbalordita la madre a quell’osservazione. Strano come a volte le parole d’un estraneo ti spalanchino una verità che non vedevi. Io - quella madre ero io - stavo a guardare se mia figlia era bruna o bionda, e a chi assomigliava. Una sconosciuta m’ha ricordato il mistero che è un figlio: non c’era, e ora c’è. Mistero e dono gratuito. Una donna in attesa che si metta a pensare: ecco, ora si stanno formando i suoi occhi, ecco si fanno le sue mani, e ora il suo cervello, è colta da una vertigine. Nessuna donna saprebbe mai fare tutto questo. Qualcuno, in lei, sta operando. È la meraviglia di questo dono smisurato che oggi è sempre più dimenticata. A un figlio come fatica, come carico nel bilancio, come responsabilità, si pensa spesso. Questa realtà, a guardarla, lascia attoniti. E tutto in questo sguardo - quel neonato, i suoi occhi, il suo pianto, la sua fame - diventano, oltre la gioia, stupore.
Una fatica, i figli? Sì, certo. Ma quante volte rischiamo di scordarci l’immensità di quel che ci è stato dato.

Marina Corradi

 


Meno bambini, meno futuro

La denatalità è la piaga più preoccupante del mondo occidentale.
“L’invecchiamento della popolazione - osserva il demografo Giancarlo Blangiardo - si traduce anche in una diminuzione del dinamismo intellettuale, economico e scientifico”. Le culle vuote, paradossalemente, aprono la strada anche alla crescita della disoccupazione.
I politici non sembrano rendersene conto.
di R. Cascioli

Qualche anno fa un famoso demografo francese, Gérard-Francois Dumont, parlò del “complesso di Crono” per descrivere il fenomeno della depopolazione che l’Europa sta vivendo da quasi 25 anni. Crono è il personaggio mitologico che divorò i suoi figli per mantenere, in assenza di eredi, intatto il suo regno e il suo potere. Ora, sia vero o meno che alla base di questa tendenza demografica c’è “l’illusione di impedire al tempo e alla vita di fare il loro corso”, sta di fatto che le cifre offrono l’immagine di una Europa che divora il suo futuro. Oggi tutti i 15 paesi dell’Unione, inclusa la prolifica Irlanda, hanno un tasso di fertilità inferiore al fatidico livello di sostituzione delle generazioni, fissato a 2,1 figli per donna. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, la donna dell’Unione europea ha in media 1,45 figli (il massimo in Irlanda 1,94 e il minimo in Spagna 1,15). Dati che pongono l’Europa in testa al processo di depopolazione, che sta assumendo i contorni di un fenomeno globale che non risparmia neanche i Paesi in via di sviluppo: basti pensare che oggi - secondo i dati ufficiali delle Nazioni Unite - ben 61 nazioni nel mondo hanno tassi di fertilità al di sotto del livello di sostituzione.

Popolazione mondiale in calo tra 40 anni
È la rapidità di caduta della fertilità è tale che - sempre secondo le stime dell’ONU - tra il 2040 e il 2050 la popolazione mondiale dovrebbe per la prima volta diminuire di circa 85 milioni. In Europa questo dovrebbe accadere già nei prossimi anni: nel 1998 la popolazione nella Ue era di 375.329.400 persone, con un aumento di appena lo 0,2% rispetto all’anno precedente; nel 2025 - continuando l’attuale tendenza - si dovrebbe contrarre fino a 360 milioni circa (l’Italia scenderà a 51,3 milioni di persone contro gli attuali 57,3). Se la tendenza è generalizzata, i dati sulla fertilità ci presentano però due Europe: quella del Nord, ormai relativamente stabilizzata su un tasso variabile da 1,6 a 1,8; e quella del Sud (vedi Spagna, Italia, Grecia), con tassi tra l’1,15 e l’1,2; i più bassi al mondo.
Uno scarto notevole dalle molteplici spiegazioni, ma “guardando alla rapidità con cui l’Europa meridionale è scesa a questi livelli - suggerisce il demografo Giancarlo Blangiardo, direttore del Dipartimento di Statistica all’Università Statale di Milano - non si può sottolineare l’aspetto culturale. Da noi, per esempio, si è radicata una mentalità più godereccia, incline al vivere alla giornata, al rinvio del progetto. E poi le società del nord hanno una maggiore tradizione di strutture sociali ed economiche più adatte alla maternità, dagli asili nido al lavoro part-time”.
Proprio quello della maternità è l’aspetto fondamentale della tendenza all’invecchiamento. Perché se la popolazione cala malgrado l’allungarsi della vita media (65,4 anni nel 1998, sarà di 76 nel 2050), vuol proprio dire che i figli si fanno col contagocce. La conseguenza immediata è un radicale e rapido cambiamento nella struttura della popolazione.

Ma l’ONU pensa ancora alle campagne anti-fertilità
Per il 2050, dicono i dati dell’ONU, in Europa le persone che avranno oltre i 65 anni saranno di un numero superiore 2 volte e mezzo ai minori di 15 anni. Allarmante? “Allarmante è piuttosto il fatto che solo oggi, con molta fatica, i leader politici cominciano ad accorgersi del problema”, dice Blangiardo. Il fenomeno infatti è iniziato a metà degli anni ‘70, ma tuttora le agenzie dell’ONU sono troppo impegnate in una campagna ideologica per il controllo delle nascite - sostenuta da allarmi su una presunta, incontrollata esplosione demografica - per poter prestare attenzione e risorse a un problema che è allo stesso tempo sociale, economico e politico. E il clima culturale è così impregnato di allarmi catastrofici sul boom demografico che “anche quando si parla di depopolazione, in Italia ad esempio, si ottengono reazioni compiaciute. Come se tutta l’Italia fosse come la Lombardia tra Milano e Brescia”, nota ancora Blangiardo. Soltanto la crisi del sistema pensionistico sembra oggi in grado di far porre delle domande sulle conseguenze dell’invecchiamento della popolazione, ma i problemi da affrontare per una società che invecchia non si limitano alle pensioni.

Apertura alla vita contro la cultura nichilista
Il crescente squilibrio provocato da una minoranza di giovani adulti che devono garantire il reddito del Paese e il sostegno di una moltitudine di anziani, ha degli effetti economici spesso sottovalutati. Ad esempio la maggiore necessità di risorse per spese sanitarie e di ricovero per gli anziani tende a tradursi in una diminuzione di risorse per l’educazione delle nuove generazioni, con una ricaduta sulle capacità di trasmissione del sapere, sia esso umanistico o tecnico. Inoltre la diminuzione della popolazione, per motivi psicologici ed economici insieme, porta anche alla diminuzione degli investimenti con il risultato che, contrariamente a quanto normalmente si crede, la dissoccupazione è aggravata dal declino demografico. Va poi notato che l’invecchiamento della popolazioni implica l’invecchiamento della popolazione in età produttiva, con conseguente mancanza di dinamismo intellettuale, scientifico, economico per non parlare della riduzione di creatività: un handicap terribile in una civiltà tecnologica che richiede un continuo aggiornamento dei lavoratori.
Non stupisce dunque il fatto che, come rilevano eminenti economisiti, la depopolazione si accompagna alla stagnazione economica.
E se è vero che l’attuale situazione dell’Europa ha a che fare con il pessimismo tipico della cultura nichilista oggi dominante - come ha rilevato il noto demografo francese J-Cl. Chesnais - ne consegue che la prima soluzione sta in un nuovo atteggiamento che recuperi una visione positiva dell’uomo. Cioè, aperta alla vita.

 


Calendario liturgico dal 6 febbraio al 5 marzo 2000

Febbraio

ORARIO SANTE MESSE

 In Basilica:   Prefestiva :ore 18.00
   Festiva : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00
    : ore 15.00 Celebrazione Liturgica
   Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.00
 S. Rocco:  Festiva : ore 9.00
 S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00
 Cappella Casa Albergo:  Feriale e prefestiva: ore 16.30

N.B.: In Basilica , ogni sabato dalle ore 15.30 alle 17.30, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni degli adulti.

6 Domenica V del tempo ordinario

Dal Vangelo - “La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito parlarono a Gesù di lei. Egli, accostandosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli (Mc. 1,30-31)”.

 Sante messe con orario festivo.
 Oggi si celebra la Giornata in difesa della vita.
Ore 15.00 Celebrazione liturgica e preghiera a favore della vita.
Ore 16.00 Nel salone dell’Oratorio femminile, presso le Suore, incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di febbraio.
Ore 16.00 Nel saloncino al primo piano dell’Oratorio Maschile: incontro per i genitori dei ragazzi di 2a media.
Ore 17.00 Nel saloncino al primo priano dell’Oratorio maschile: incontro con i genitori dei ragazzi della 3a media

11 venerdì Beata Maria Vergine di Lourdes
 Giornata Mondiale del Malato
 Sante messe con orario feriale
 Istituita da Giovanni Paolo II come “momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il santo volto di Cristo che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità”.

13 Domenica VI del tempo ordinario

Dal Vangelo - “In quel tempo venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi puoi guarirmi!”. Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, guarisci”. (Mc. 1,40-41).

 Sante messe con orario festivo
Ore 12.00 Celebrazione comunitaria dei battesimi
Ore 15.00 Celebrazione liturgica
Ore 16.00 Nel salone dell’Oratorio maschile incontro con i genitori dei ragazzi di Ia media

14 lunedì Santi Cirillo e Metodio. Patroni d’Europa
 Sante messe con orario feriale

15 martedi Santi Faustino e Giovita martiri e Patroni della Diocesi. Festa
 Sante messe con orario feriale

20 Domenica VII del tempo ordinario

Dal Vangelo - “Gesù disse: “Perchè sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e si meravigliavano e lodavano Dio” (Mc. 2, 1-12).

 Sante messe con orario festivo.
Ore 9.30 Nel corso della s. messa avrà luogo l’Ammissione tra i candidati alla Cresima e alla solenne professione di fede per i ragazzi della 1a media.
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 All’Oratorio femminile incontro con l’Azione Cattolica Adulti
Ore 16.00 All’Oratorio maschile incontro con i genitori dei fanciulli di 4a e 5a elementare
27 Domenica VIII del tempo ordinario

Dal Vangelo - “Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finchè hanno lo sposo con loro non possono digiunare. Ma verranno giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno” (Mc. 2, 19-20).

 Sante messe con orario festivo
Ore 15.00 Celebrazione liturgica
Ore 16.00 Celebrazione comunitaria dei Battesimi
Ore 16.00 Nel salone dell’Oratorio maschile incontro con i genitori dei fanciulli di 2a elementare
ore 18.00 Si conclude il corso dei fidanzati e vengono presentate alla comunità le coppie dei prossimi sposi.
 

marzo

2 giovedì Primo del mese. Sante messe con orario feriale.
 Dopo la santa messa delle ore 9.00. Esposizione del Santissimo con adorazione comunitaria e privata fino alle ore 12.00.

3 venerdì Primo del mese. Sante messe con orario feriale.
 Giorno dedicato alla devozione del Sacro Cuore

5 Domenica IX del tempo ordinario

Dal Vangelo - “Gesù diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”. (Mc. 2, 27-28).

Ore 15.00 Celebrazione liturgica
Ore 16.00 Presso l’Oratorio femminile: incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di marzo.
 Da questa sera la santa messa vespertina è posticipata alle ore 18.30.
 Si apre il triduo di preghiera per i defunti della parrocchia. Domenica, lunedì e martedì alle ore 18.30, recita del vespro e celebrazione della santa messa a suffragio dei defunti.
 Ricordiamo il compianto Mons. Pietro Faita, prevosto di Verolanuova, nel settimo anniversario della morte.

 


Un doveroso ricordo

Cinquant’anni sono trascorsi dalla morte del compianto concittadino don Marco Amighetti. In chi lo conobbe è vivissimo ancora il ricordo del sacerdote che fu, al servizio della Chiesa e dei fratelli, padre premuroso ed amoroso, consigliere ricercato ed amato per la sua lungimirante saggezza. Nella sua riconosciuta umiltà lo contraddistinse una grande fermezza nei principi della fede in nome della quale egli svolse il suo ministero sacro con grande instancabile generosità.
Tra quanti che ancora sono vivi, e non sono pochi, egli viene ricordato come sacerdote esemplare e uomo che, in tutte le istituzioni, operò con amore ispirandosi sempre a quel Cristo Gesù che gli aveva fatto dono di così grande vocazione. “Don Marco”: una figura che i Verolesi non potranno mai dimenticare.

 


Documenti

Lettera del Papa agli anziani
La vecchiaia,
autunno della vita,
epoca privilegiata.
Signori del tempo, custodi della memoria

Questa è la definizione che Giovanni Paolo II ha dato a quella stagione della vita umana che anch’egli, oggi, sperimenta. In una società sempre più vecchia la lettera del Papa rappresenta un invito ad accogliere positivamente quella fase dell’esistenza umana che la cultura predominante ha sempre identificato con il tempo della dimenticanza, dell’oblio e dell’irrilevanza sociale. In queste pagine gli inviti di Giovanni Paolo II a vedere nella fede la speranza che indica la prospettiva della resurrezione finale, e i risultati di una ricerca condotta dall’Eurispes sugli anziani, in cui un posto di primo piano è assegnato proprio all’atteggiamento degli appartenenti alla terza età nei confronti della religione.

“Anziano anch’io, ho sentito il desiderio di mettermi in dialogo con voi”. Inizia così la lettera di Giovanni Paolo II agli anziani che è stata presentata martedì 26 ottobre u.s. in Vaticano. Il Papa esprime la sua vicinanza spirituale e il bisogno di “un contatto più immediato” con i suoi coetanei. Nella lettera, il Papa ripercorre con la memoria le tappe della sua esistenza, che si intrecciano - come lui stesso scrive - con gran parte degli eventi che hanno segnato la storia di questo secolo. “Vedo affiorare - scrive Giovanni Paolo II - i volti di innumerevoli persone, alcune delle quali particolarmente care: sono ricordi di eventi ordinari e straordinari, di momenti lieti e di vicende segnate dalla sofferenza. Sopra ogni cosa tuttavia, vedo stendersi la mano provvidente e misericordiosa di Dio Padre”.
Per mons. Stanislaw Rylko, segretario del Pontificio consiglio per i laici, “la lettera è una toccante testimonianza di come il Papa viva e affronti i problemi legati a questa stagione della vita”. “Il Papa - ha proseguito mons. Rylko che ha presentato la lettera insieme al card. James Francis Stafford - vive la sua vecchiaia con grande naturalezza. Non teme di porre sotto gli occhi  di tutti i limiti e la fragilità che gli derivano dagli anni. Non fa nulla per camuffarli. Parlando ai giovani, non ha alcuna difficoltà a dire a se stesso: sono un prete anziano...
Ma il servizio al Vangelo non è questione di età”.

Lo scorrere inesorabile del tempo
“Riandare al passato” e volgere lo sguardo ai crucci e alle tribolazioni della propria esistenza, alle persone e alle situazioni incontrare lungo il cammino. Tentare di fare un bilancio sulla propria vita passata diviene spontaneo quando si raggiunge una certa età. E così la riflessione di Giovanni Paolo II si sofferma allo scorrere “inesorabile” del tempo e alla constatazione che l’uomo “è immerso nel tempo: in esso nasce, vive e muore”. “Ma se così misurata e fragile è l’esistenza di ciascuno di noi - scrive il Papa - ci conforta il pensiero che, in forza dell’anima spirituale, sopravviviamo alla morte stessa. La fede poi ci apre ad una ‘speranza che non delude’ additandoci la prospettiva della resurrezione finale”.

L’autunno della vita
“Che cosa è la vecchiaia?”. “È l’epoca privilegiata - risponde Giovanni Paolo II - di quella saggezza che in genere è frutto dell’esperienza”. “Nel passato - prosegue Giovanni Paolo II - si nutriva grande rispetto per gli anziani”. E oggi? “Se ci soffermiamo ad analizzare la situazione attuale - sottolinea il Papa - constatiamo che, presso alcuni popoli, la vecchiaia è stimata e valorizzata; presso altri, invece, lo è molto meno a causa di una mentalità che pone al primo posto l’utilità immediata e la produttività dell’uomo. Per via di tale atteggiamento, la cosiddetta terza o quarta età è spesso deprezzata, e gli anziani stessi sono indotti a domandarsi se la loro esistenza sia ancora utile”. Dura, a questo punto, è la condanna del Papa alla eutanasia definita come “una violenza della legge divina e un’offesa alla dignità della persona umana”.

Custodi del passato
“Escluderli - scrive Giovanni Paolo II - è come rifiutare il passato in cui affondano le radici di una modernità senza memoria”. Onorare gli anziani significa invece “far sì che coloro che avanzano negli anni possano invecchiare con dignità, senza dover temere di essere ridotti a non contare più nulla”. Significa farli sentire, “nonostante l’affievolirsi delle forze, parte viva della società” perché custodi di “un patrimonio inestimabile di testimonianze umane e spirituali”. Gli anziani “aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza”, sono “interpreti di quell’insieme di ideali e di valori comuni che reggono e guidano la convivenza sociale”, possono offrire “sostegno ai passi dei giovani che si affacciano all’orizzonte dell’esistenza per saggiarne i percorsi”. Anche “la Chiesa- aggiunge il Papa - ha ancora bisogno di voi!”. Il pensiero della morte. “È naturale - scrive il Papa ai suoi coetanei - che, con il passare degli anni, diventi familiare il pensiero del tramonto”. “Se la vita è un pellegrinaggio verso la patria celeste - prosegue Giovanni Paolo II - la vecchiaia è il tempo in cui più naturalmente  si guarda alla soglia dell’eternità. E tuttavia anche noi anziani facciamo fatica a rassegnarci alla prospettiva di questo passaggio. Esso infatti rappresenta, nella condizione umana segnata dal peccato, una dimensione di oscurità che necessariamente ci intristisce e ci mette paura”. E come non   potrebbe essere diversamente? “La morte - spiega il Papa - costringe l’uomo a porsi le domande radicali sul senso della vita”. Di fronte alla fine, ci si chiede cosa ci sarà “oltre il muro d’ombra della morte”? Il Papa invita gli anziani a considerare la “prospettiva piena di speranza” che emana dal Vangelo. “Cristo - scrive il Santo Padre - avendo varcato i confini della morte, ha rivelato la vita che sta oltre questo limite in quel ‘territorio’ inesplorato dall’uomo che è l’eternità. Egli è il primo Testimone della vita immortale”. In Lui il mistero della morte si illumina e la vecchiaia si infonde di serenità. Ma come vive Giovanni Paolo II la vecchiaia? “Nonostante le limitazioni sopraggiunte con l’età - risponde il Papa - conservo il gusto della vita”. “Al tempo stesso - aggiunge - trovo una grande pace nel pensare al momento in cui il Signore mi chiamerà”. e come sarà la morte per il Papa? Sarà come andare, risponde, “di vita in vita!”.

 


La parabola dell’uomo
verso l’Eterno
di Franco Dorofatti
(nostro collaboratore)

“Ai miei fratelli e sorelle anziani! Anziano anch’io, ho sentito il desiderio di mettermi in dialogo con voi”. Inizia così la lettera di Giovanni Paolo II, indirizzata agli anziani nell’anno ad essi dedicato dall’ONU, il 1999. È una lettera fortemente autobiografica: il Papa, che vive la sua vecchiaia con naturalezza, che non teme di porre sotto gli occhi di tutti i limiti e le fragilità che derivano dagli anni, instaura un colloquio intimo coi coetanei, nel quale confida i suoi sentimenti di fronte alla vita e alla morte. Nonostante le limitazioni sopraggiunte con l’età, conserva il gusto della vita e ne ringrazia il Signore. Si rivela poeta, cantore della vita, concepita come dono di Dio che trova in Lui il suo inizio e compimento. Nella prospettiva dell’eternità vede chiaramente la parabola della vita come un processo di progressiva maturazione dell’essere umano in cammino verso l’eterno. Nei riguardi della vita nutre quella che Maritain chiama la disposizione fondamentale ad esistere volentieri, accettando la ricchezza e povertà dell’essere finito.

Sappiamo che gli è familiare il pensiero di certi filosofi, come Kierkegaard, che riflettendo sulla dimensione creaturale dell’uomo, amato da Dio, esclama: “Quant’è magnifico essere uomini!” L’atteggiamento positivo di accoglienza della vita lo si coglie anche nell’enciclica: “Evangelium vitae”, dove si trova l’annuncio della bella notizia della vita, regalo di Dio e risposta d’amore dell’uomo. Ma pure nel libro intervista “Dono e mistero”, scritto nel 50° di sacerdozio, il Papa attingendo alla sua esperienza più intima, rende testimonianza gioiosa della sua vocazione: chiamato a vivere l’umana avventura in nome di Dio e a bene del prossimo.
Nella lettera agli anziani legge la vecchiaia come “tempo favorevole” per il compimento dell’esistenza, come tappa definitiva della maturità umana, e vede gli anziani come risorsa dell’umanità. Anzitutto la vecchiaia è l’autunno della vita e va assaporata con i suoi beni: essa riveste una valenza pedagogica: come osserva S. Girolamo, attenuando l’impeto delle passioni, essa accresce la sapienza, dà più maturi consigli; è l’epoca privilegiata della saggezza che è frutto dell’esperienza. Va considerata non come attesa passiva di un evento distruttivo, ma come un periodo da vivere con abbandono nelle mani di Dio, da utilizzare in modo creativo per approfondire la vita spirituale, mediante l’intensificazione della preghiera e l’impegno di dedizione ai fratelli nella carità.

Gli anziani devono continuare a coltivarsi fisicamente, intellettualmente nella vita di relazione e nella vita spirituale e rendersi utili, mettendo a disposizione degli altri il proprio tempo, le proprie capacità e la propria esperienza. In questo modo, mentre vanno realizzando la personalità nella maturità, offrono l’apporto dei propri talenti, quale parte viva e ricchezza della società. Essi sono custodi della memoria collettiva, come “biblioteche viventi” di saggezza, depositari e interpreti significativi di un patrimonio di valori umani e spirituali su cui deve poggiare la convivenza civile. Grazie alla loro esperienza matura, sono in grado di proporre ai giovani consigli e ammaestramenti preziosi.

Tutti conosciamo esempi eloquenti di anziani, giovani e vigorosi nello spirito, che fungono da stimolo per chi li accosta. Senza dimenticare le tante persone che nella compagnia di anziani, magari soli e ammalati, trovano comprensione, consigli amorevoli e coraggio per la vita. Gli anziani possono estendere il benefico apporto alla comunità cristiana, quali testimoni di un’autentica vita cristiana, trascorsa nella preghiera, nella sofferenza, nelle opere di bene, nell’apostolato, messaggeri di Dio ovunque, specie nel casato. In quante famiglie i nipotini ricevono dai nonni i primi rudimenti della fede! Il Papa, convinto che la Chiesa e la società devono valorizzare il “dono e carisma” degli anziani, invita questi a vivere intensamente fino alla fine; ricorda loro, però, che la vita è un pellegrinaggio verso la patria celeste e il tramonto della esistenza terrena segna il “passaggio” dalla vita alla vita eterna. Di fronte alla morte l’enigma della condizione umana diventa sommo, ma la fede illumina il mistero della morte e infonde serenità alla vecchiaia.

Il Papa augura ai fratelli e sorelle anziani di vivere serenamente gli anni che il Signore ha disposto per ciascuno e, in confidenza, manifesta i sentimenti che animano questi anni della sua vita. Mentre si va spendendo fino in fondo per la causa del regno di Dio, guarda pure naturalmente alla soglia dell’eternità, come combattuto tra il desiderio di continuare a vivere per annunciare il Vangelo e il desiderio di morire per essere con Cristo. Erikson, parlando degli stati dell’arco della vita, afferma che l’uomo maturo raggiunge la vecchiaia, nella quale soddisfazioni senza rimpianti della vita vissuta, rettitudine, esperienza confluiscono in una sintesi di saggezza, di sapienza che porta ad amare la vita nella sua pienezza conseguita e nel medesimo tempo porta a un certo distacco da essa con lo sguardo sereno alla morte. Ebbene  è quanto vediamo realizzarsi in Giovanni Paolo II: da uomo, ricco di maturità umana e spirituale, si dedica con passione al servizio del Vangelo e prova letizia nell’ora presente, ma contemporaneamente trova una grande pace nel pensare al momento in cui il Signore lo chiamerà. Insegna così l’arte del vivere, che contempla il gioire e il soffrire, e di invecchiare bene, con il conforto della speranza. E come già Paolo VI, egli guarda in faccia alla morte con serena fiducia. Alla luce di Cristo che afferma di sè: “Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà”; la morte realtà drammatica e sconvolgente viene riscattata e trasformata, fino a manifestare il volto di “sorella” morte che ci conduce, di vita in vita, tra le braccia del Padre.

 


VIII Giornata Mondiale
del Malato

11 febbraio

Messaggio
del Santo Padre

1. L’VIII Giornata Mondiale del Malato, che avrà luogo a Roma l’11 febbraio del 2000, anno del Grande Giubileo, vedrà la comunità cristiana impegnata a rivisitare la realtà della malattia e della sofferenza nella prospettiva del mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, per trarre da tale evento straordinario nuova luce su queste fondamentali esperienze umane.
Al tramonto del secondo millennio dell’era cristiana la Chiesa, mentre guarda con ammirazione al cammino compiuto dall’umanità nella cura della sofferenza e nella promozione della salute, si pone in ascolto delle domande che affiorano dal mondo della sanità, per meglio definire la sua presenza in tale contesto e rispondere in modo adeguato alle pressanti sfide del momento...

2.Tuttavia, non si può dire che l’umanità abbia fatto quanto è necessario per alleviare il peso immenso della sofferenza che grava sui singoli, sulle famiglie e su intere società.
Anzi sembra che, specialmente in questo ultimo secolo, sia stato ampliato il fiume del dolore umano, già grande per la fragilità della natura umana e la ferita del peccato originale, con l’aggiunta di sofferenze inflitte dalle cattive scelte dei singoli e degli stati...
Ho davanti al mio sguardo non soltanto i letti degli ospedali ove giacciono tanti infermi, ma anche le sofferenze dei profughi, dei bambini orfani, delle tante vittime dei mali sociali e della povertà.
Nello stesso tempo, con l’eclissi della fede, specialmente nel mondo secolarizzato, si aggiunge un’ulteriore e grave causa di sofferenza, quella di non saper più cogliere il senso salvifico del dolore e il conforto della speranza escatologica.
3.Partecipe delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini di ogni tempo, la Chiesa ha costantemente accompagnato e sorretto l’umanità nella sua lotta contro il dolore e nel suo impegno per la promozione della salute....
Accanto ai Padri della Chiesa e ai Fondatori e alle Fondatrici degli Istituti religiosi, a favore dei malati come non pensare con ammirato stupore alle innumerevoli persone che, nel silenzio e nell’umiltà, hanno consumato la propria vita per il prossimo infermo, raggiungendo in molti casi le vette dell’eroismo?
L’esperienza quotidiana mostra come la Chiesa, ispirata dal Vangelo della carità, continui a contribuire con molte opere, ospedali, strutture sanitarie e organizzazioni di volontari, alla cura della salute e dei malati, con particolare attenzione ai più disagiati, in tutte le parti del mondo qualunque sia o sia stata la causa, volontaria o non della loro sofferenza...

4.Nel corso dei secoli infatti, accanto alle luci non sono mancate le ombre, che hanno oscurato ed oscurano tuttora il quadro per tanti aspetti splendido della promozione della salute. Penso, in particolare, alle gravi disuguaglianze sociali nell’accesso alle risorse sanitarie, quali ancora oggi si riscontrano in vaste aree del pianeta, soprattutto nei Paesi del Sud del mondo...

5.Di fronte a tali scenari, bisogna riconoscere che, purtroppo, in non pochi casi il progresso economico, scientifico e tecnico non è stato accompagnato da un autentico progresso, centrato sulla persona e sulla inviolabile dignità di ogni essere umano. Le stesse conquiste nel campo della genetica, fondamentali per la cura della salute e, soprattutto, per la tutela della vita nascente, diventano occasione di selezioni inammissibili, di insensate manipolazioni, di interessi antitetici all’autentico sviluppo, con risultati spesso sconvolgenti.
Si registrano, da una parte, sforzi ingenti per prolungare la vita ed anche per procrearla in modo artificiale; ma non si permette, dall’altra, di nascere a chi è già concepito e si accelera la morte di chi non è più ritenuto utile...

6.Alla vigilia del nuovo millennio, è auspicabile che anche nel mondo della sofferenza e della salute si promuova “una purificazione della memoria” che porti a “riconoscere le mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani”....
Il mistero dell’Incarnazione implica che la vita sia intesa come dono di Dio da conservare con responsabilità e da spendere per il bene: la salute è quindi un attributo positivo della vita, da perseguire per il bene della persona e del prossimo. La salute, tuttavia, è un bene “penultimo” nella gerarchia dei valori, che va coltivato e considerato nell’ottica del bene totale e, quindi, anche spirituale, della persona.
7.È in particolare al Cristo sofferente e risorto che il nostro sguardo si volge in questa circostanza. Assumendo la condizione umana, il Figlio di Dio ha accettato di viverla in tutti i suoi aspetti, compresi il dolore e la morte, dando compimento nella sua persona alle parole pronunciate nell’Ultima Cena: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”....
Come la resurrezione ha trasformato le piaghe di Cristo in fonte di guarigione e di salvezza, così per ogni malato la luce del Cristo risorto è conferma che la via della fedeltà a Dio nel dono di sè fino alla Croce è vincente, ed è capace di trasformare la stessa malattia in fonte di gioia e di resurrezione...

8.Il Giubileo ci invita, altresì, a contemplare il volto di Gesù, divino Samaritano delle anime e dei corpi. Seguendo l’esempio del suo divin Fondatore, la Chiesa “ha riscritto, di secolo in secolo, la parabola evangelica del buon Samaritano, rivelando e comunicando l’amore di guarigione e di consolazione di Gesù Cristo...
È dall’Eucarestia che il servizio reso all’uomo sofferente nell’anima e nel corpo assume il suo senso, trovando in essa non solo la sua fonte, ma anche la norma.
Non a caso Gesù ha collegato strettamente l’Eucarestia al servizio, chiedendo ai discepoli di perpetuare in sua memoria non solo la “fractio panis”, ma anche il servizio della “lavanda dei piedi”.

9.L’esempio di Cristo, buon Samaritano, deve ispirare l’atteggiamento del credente inducendolo a farsi “prossimo” ai fratelli e alle sorelle che soffrono mediante il rispetto, la comprensione, l’accettazione, la tenerezza, la compassione, la gratuità. Si tratta di lottare contro l’indifferenza che porta gli individui e i gruppi a chiudersi egoisticamente in se stessi...
L’esempio di Gesù, buon Samaritano, non spinge soltanto ad assistere il malato, ma anche a fare il possibile per reinserirlo nella società. Per il Cristo, infatti, guarire è nello stesso tempo reintegrare: come la malattia esclude dalla comunità, così la guarigione deve portare l’uomo a ritrovare il suo posto nella famiglia, nella Chiesa e nella società.
A quanti sono impegnati, professionalmente o per scelta volontaria, nel mondo della salute, rivolgo un caldo invito a fissare lo sguardo sul divino Samaritano, perché il loro servizio possa diventare prefigurazione della salvezza definitiva e annuncio dei nuovi cieli e della nuova terra “nei quali avrà stabile dimora la giustizia” (2 Pt 3,13).

10.Gesù non ha solo curato e guarito i malati, ma è anche stato un instancabile promotore della salute attraverso la sua presenza salvifica, l’insegnamento, l’azione. Il suo amore per l’uomo si traduceva in rapporti pieni di umanità, che lo conducevano a comprendere, a mostrare compassione, a recare conforto unendo armonicamente tenerezza e forza. Egli si commuoveva di fronte alla bellezza della natura, era sensibile alla sofferenza degli uomini, combatteva il male e l’ingiustizia...

11.Nell’ambito della promozione della salute e di una qualità della vita rettamente intesa, due doveri meritano da parte del cristiano una particolare attenzione. Anzitutto la difesa della vita. Nel mondo contemporaneo molti uomini e donne si battono per una migliore qualità della vita nel rispetto della vita stessa e riflettono sull’etica della vita per dissipare la confusione dei valori, presente talora nella cultura odierna....
Tuttavia, accanto a costoro non mancano quelli che, purtroppo, cooperano alla formazione di una preoccupante cultura di morte con la diffusione di una mentalità intrisa di egoismo e di materialismo edonista e con l’appoggio sociale e legale alla soppressione della vita...

12.In questo contesto, i credenti sono chiamati a sviluppare uno sguardo di fede sul valore sublime e misterioso della vita, anche quando essa si presenta fragile e vulnerabile. “Questo sguardo non si arrende sfiduciato di fronte a chi è nella malattia, nella sofferenza, nella marginalità e alle soglie della morte, ma da tutte queste situazioni si lascia interpellare per andare alla ricerca di un senso, e proprio in queste circostanze, si apre a ritrovare nel volto di ogni persona un appello al confronto, al dialogo, alla solidarietà”.
È un compito, questo, che investe particolarmente gli operatori sanitari: medici, farmacisti, infermieri, cappellani, religiosi e religiose, amministratori e volontari che in virtù della loro professione, a titolo speciale sono chiamati a essere custodi della vita umana...

13.Il secondo dovere, al quale i cristiani non possono sottrarsi, concerne, la promozione di una salute degna dell’uomo. Nella nostra società vi è il rischio di fare della salute un idolo a cui viene asservito ogni altro valore. La visione cristiana dell’uomo contrasta con una nozione di salute ridotta a pura vitalità esuberante, soddisfatta della propria efficienza fisica ed assolutamente preclusa ad ogni considerazione positiva della sofferenza. Tale missione trascurando le dimensioni spirituali e sociali della persona, finisce per pregiudicarne il vero bene.
Proprio perché la salute non si limita alla perfezione biologica, anche la vita vissuta nella sofferenza offre spazi di crescita e di autorealizzazione ed apre la strada verso la scoperta di nuovi valori...

14.Auspico di cuore che, grazie al contributo dei fratelli e delle sorelle di tutte le Chiese cristiane, la celebrazione del Giubileo del 2000 possa segnare lo sviluppo di una collaborazione ecumenica nel servizio amorevole ai malati, così da testimoniare in modo comprensibile a tutti la ricerca dell’unità sulle vie concrete della carità.
Rivolgo un appello specifico agli Organismi Internazionali politici, sociali e sanitari, perché in ogni parte del mondo si facciano convinti promotori di progetti concreti per la lotta contro quanto attenta alla dignità e alla salute della persona.
Nel cammino di attiva partecipazione alle esperienze dei fratelli e delle sorelle ammalati, ci accompagni la Vergine Madre che, sotto la croce, ha condiviso le sofferenze del Figlio e, divenuta esperta del soffrire, esercita la sua costante ed amorevole protezione verso quanti vivono nel corpo e nello spirito i limiti e le ferite della condizione umana.
A Lei, Salute degli infermi e Regina della pace, affido i malati e quanti sono loro vicini, perché con materna intercessione li aiuti ad essere propagatori della civiltà dell’amore.
Con tali auspici, imparto a tutti una speciale Benedizione Apostolica.

Da Castel Gandolfo, 6 agosto 1999, Trasfigurazione del Signore.

Giovanni Paolo II

 


Preghiera del Malato

Tu solo, o Cristo, manifesti il volto del Padre:
la sua misericordia,
la sua tenerezza,
il suo sguardo d’amore.

Tu sei la nostra luce,
la nostra speranza,
la nostra guarigione,
la nostra pace,
la nostra vita.

Tu sei il nostro modello:
ti sei chinato sulla nostra debolezza per sollevarla.
Hai preso su di te le nostre infermità per guarirle.
Hai insegnato a vedere te in ogni uomo.

Concedici di essere fermamente stabili nella fede,
di avere la salute del corpo e dello spirito
per poterti lodare.
Se ti guardiamo non moriremo.
Se confessiamo il tuo nome, non andremo perduti.
Se ti preghiamo, saremo esauditi.
Donaci forza e costanza nel tuo Spirito
fino alla statura piena e al compimento perfetto

(Testo ispirato a una preghiera del III-IV secolo)

 


Giornata per la vita

Le riflessioni critiche di tre giornaliste e intellettuali di ispirazione laica Ida Magli, Miriam Mafai e Tiziana Ferrario offrono l’opportunità di un confronto senza steccati che può servire come stimolo e riflessione per far luce sulle ragioni profonde delle grandi scelte.

di N. Martinelli

Un figlio, un dono? “Ma quale dono! Molti figli sono stati una catrastofe per le donne”.
Esordisce così, provocatrice come sempre, Ida Magli, antropologa, scrittrice, editorialista del quotidiano “Il Giorno”. “Ancora nel ‘900, la gravidanza e il parto sono stati la causa più frequente di mortalità femminile. I figli sono il nostro futuro. Ma se in Italia se ne fanno sempre di meno la responsabilità è delle scelte di chi ci governa. Neppure la Chiesa è esente da responsabilità”. Ida Magli precisa: “Si incoraggia la solidarietà orizzontale a scapito di quella verticale: dobbiamo dimostrarci ospitali e altruisti verso chi ci è prossimo, verso i nostri contemporanei di qualsivoglia razza e religione. E verso la nostra discendenza, verso i nostri figli? Quale solidarietà dimostriamo? Senza di loro non c’è futuro: il nostro gruppo si sta votando all’estinzione”. L’antropologa, aggiunge: “Nel nostro Paese 40 milioni di abitanti rappresentano il limite accettabile: oggi siamo 56 milioni. Laddove la densità è troppo alta, per garantire la sopravvivenza, la popolazione deve diminuire: è fisiologico. Ma da noi la natalità aumenta grazie agli immigrati. Di conseguenza, il circolo diventa vizioso: gli italiani fanno e faranno sempre meno figli.”. E continua: “Per procreare l’uomo ha bisogno di motivazioni, deve sentirsi gratificato. La Chiesa ha sottovalutato il femminismo che, se da un lato non ha portato a una reale emancipazione della donna, dall’altro ha scardinato completamente il ruolo del padre. I maschi - spiega la studiosa - si ritrovano esautorati. Siamo arrivati al punto che non possono contare neppure sulla trasmissione del proprio nome visto che si può anche decidere di adottare il cognome materno. Per non parlare della professione, del mestiere, un tempo patrimonio da trasmettere alla discendenza: quanti figli, oggi, accettano di seguire la strada aperta loro dal padre?”. Dunque, la denatalità non sarebbe tutta colpa della contraccezione né dell’aborto. “La legge sull’interruzione di gravidanza è una legge sciagurata - asserisce oggi Magli - ma si può ancora tornare indietro e riformularla. Basterebbe meno intransigenza, su alcuni aspetti, da parte della Chiesa: il suo no alla contraccezione ha fatto sì che la legge 194 vedesse la luce. Cancellarla però è improponibile visto che ci sono casi in cui la scelta va lasciata alla coscienza dei singoli e il giudizio solamente a Dio”.
Poche nascite sono “senz’altro un fenomeno negativo che compromette il futuro del Paese: il progressivo invecchiamento della società ha come inevitabile conseguenza un perdita di slancio, di creatività”: Miriam Mafai, scrittrice, editorialista del quotidiano “La Repubblica”, ne è certa. Si dice anche sicura che il primato della denatalità non sia stato conquistato - come si legge nel messaggio dei vescovi - impedendo o sopprimendo nuove vite. “Il problema non è affatto l’esistenza di una legge che permette di interrompere la gravidanza. La questione è molto più complessa. Le politiche a sostegno della famiglia sono evidentemente insufficienti: non finisco mai di stupirmi di come, negli scorsi cinquant’anni, i governi di ispirazione cattolica non abbiano portato avanti una seria politica in questo senso”. Un problema economico, quindi, tutt’altro che marginale ma anche un problema culturale: “La riduzione di nascite - continua la Mafai - va cercata, semmai, nella possibilità di controllare la gravidanza, di programmarla. La generale tendenza alla soddisfazione immediata delle esigenze, una diminuita capacità di rimandarne la gratificazione modificano comportamenti tradizionali: non più figli subito, all’esordio della vita in coppia, ma solo quando si può o si vuole”.
E quando si vuole ma non si può? “Sono convinta che il desiderio di maternità possa venir soddisfatto perfettamente attraverso l’adozione: non è necessario partorire per sentirsi mamme a tutti gli effetti. Del resto, non ho intenzione di condannare chi fa ricorso a tecniche di inseminazione artificiale, anche eterologhe, né voglio giudicare scelte che riguardano la responsabilità individuale di ciascuna donna e del suo compagno”.
Qualunque sia il compagno? “No. Sono assolutamente convinta che un bambino abbia bisogno di un papà e di una mamma, di nonni e di nonne. Che i genitori siano sposati o meno poco importa: fondamentale è che le figure parentali di riferimento siano quelle tradizionali. Quale sviluppo psicologico può avere un bambino allevato da una coppia omosessuale?
“Io credo che la cosa più importante per i bambini sia crescere in mezzo alle persone che li amano”: Tiziana Ferrario, giornalista Rai, volto del Gt Ragazzi   e mamma di un bambino si sbilancia. “Come si fa a stabilire con certezza - dice  - che una coppia omosessuale non sappia crescere bene un bambino? Si tratta evidentemente di casi limite che ci mettono davanti a una realtà incontestabile: il mondo sta cambiando e bisogna che la legge si adegui al cambiamento per poter garantire ai minori tutta la tutela possibile. Episodi di grave degrado si verificano talora anche nelle famiglie cosiddette normali: è la cronaca a registrarlo. Non se la scelgono mica i bambini la famiglia in cui crescere!”. Tanta voglia di diventare genitori - a qualunque prezzo - ma sempre meno nascite: “Oggi le donne lavorano - per necessità o per scelta. Non solo: il lavoro sono costrette a rincorrerlo cosicché si allontanano sempre più spesso dalle proprie radici. Lontane dalla famiglia che potrebbe dal loro una mano, si scontrano con la difficoltà di crescere uno o più figli. Impensabile contare solo sulle strutture pubbliche assolutamente insufficienti”.
Sensibilità diverse, storie divergenti, opinioni un poco contrastanti, un motivo in più per riflettere sul messaggio dei vescovi, che non si impone ma si offre con delicatezza alla coscienza di ciascuno.

 


Giubileo 2000

Condizioni per l’indulgenza giubilare
( da uno stampato disponibile nella chiesa di S. Francesco di Assisi in Brescia)

Disposizioni per accedere al dono dell’indulgenza plenaria durante l’anno del Giubileo.

1. “Culmine del Giubileo è l’incontro con Dio Padre, per mezzo di Cristo Salvatore, presente nella sua Chiesa in modo speciale nei Sacramenti”. Il cammino giubilare, preparato dal pellegrinaggio, è orientato alla celebrazione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia.
2. Il dono dell’indulgenza plenaria è offerto al fedele ogni giorno dell’anno giubilare, una sola volta al giorno. L’indulgenza può essere applicata anche in suffragio dei defunti.
3. Per ricevere l’indulgenza plenaria sono richieste:
a) confessione sacramentale (per l’indulgenza plenaria quotidiana non occorre evidentemente ripetere la confessione);
b) partecipazione all’Eucaristia (S. Messa e Comunione), necessaria per ciascuna indulgenza plenaria;
c) alcuni adempimenti:
 - preghiera secondo le intenzioni del Papa
 - atti di carità o di penitenza.
 Tali adempimenti intendono favorire la vera conversione del cuore e l’incontro filiale con il Padre.

L’indulgenza giubilare si può ottenere:
1. A Roma, nel pellegrinaggio alle basiliche patriarcali (Laterano, Vaticano, S. Maria Maggiore, S. Paolo) o alle chiese di S. Croce, S. Lorenzo, Madonna del Divino Amore e alle Catacombe cristiane. Per “visita” s’intende la partecipazione alla S. Messa o altra celebrazione liturgica; oppure un tempo di adorazione eucaristica e meditazione, concluse dal Padre nostro, Credo e un’invocazione alla Madonna.
2. In Terra Santa. Alle stesse condizioni, nella visita al S. Sepolcro in Gerusalemme o alle basiliche della Natività a Betlemme e dell’Annunciazione a Nazaret.
3. In ogni luogo
a) se si rende visita caritatevole a persone in difficoltà (infermi, carcerati, anziani, portatori di handicap...), compiendo così un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro. La “visita” al fratello in necessità va poi completata con le prescritte preghiere (Padre nostro, Credo, invocazione alla Madonna);
b) oppure con una delle seguenti opere penitenziali:
 - praticare il digiuno o l’astinenza e devolvere una somma di denaro ai poveri.
 - astenersi da consumi superflui (es. fumo, alcool...) e aiutare i poveri.
 - sostenere opere di carità.
 - dedicare parte del proprio tempo ad attività benefiche.
 - con altre simili forme di sacrificio personale.

 


Pubblicheremo gli itinerari giubilari per la diocesi di Brescia a partire, questo mese, da quello interessante la nostra parrocchia.
Nella chiesa giubilare si acquista l’indulgenza.
Nelle chiese stazionali è possibile fermarsi per la liturgia penitenziale, della Parola o altri momenti di preghiera.
Alle case di accoglienza ci si può rivolgere per la sosta.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria del Comitato Diocesano del Grande Giubileo, tel. 030.37221; fax 030.3722265.

Chiesa Giubilare          Referente                                                 Orari

Madonna                      Don Gino Regosini (rettore)                    7.45-12.00
della Stella                    Tel. 030621462                                       15.00-19.00
Bagnolo                        Via Stella, 10
 

Chiese Stazionali         Referente                                                 Orari

Madonna                      Don Giuseppe Minelli                             Sempre aperta
della Pieve                    (parroco)
Corticelle Pieve           Tel. 0309770894

Pieve di Comella          Don Giuseppe Olivetti (parroco)             8.00-12.00
Regona di Seniga        Tel. 0309955067 (parrocchia)                  e su richiesta
(parrocchiale)               Tel. 030954312 (casa)

Madonna                      Don Sergio Mariotti (parroco)                 Su richiesta
della Formica                Tel./Fax 030979126
Offlaga                         Cell. 03358132680

Case di accoglienza      Referente                                                Note

Centro “Famiglia”      Don Giuseppe Piozzi (parroco)              Ospitalità diurna
Bagnolo Mella              Tel./Fax 030620136
Via Mazzini, 2

 


Giubileo
2000

I bresciani a Roma
per gli appuntamenti giubilari

Di seguito vengono pubblicate le occasioni in cui delegazioni diocesane saranno presenti in San Pietro per partecipare ad alcune grandi celebrazioni con il Papa.

Data                   Categoria                                             Referenti

2 gennaio          Giubileo dei Bambini                          Segretariato Oratori

18 febbraio        Giubileo degli artisti                           UCAI

20 febbraio        Giubileo dei diaconi permanenti         Comunità Diaconale

19 marzo           Giubileo degli artigiani                        Segretariato pastorale sociale

16 aprile            Cresimandi dal Papa                            Segretariato Oratori

1 maggio           Giubileo dei lavoratori                         Segretariato pastorale sociale/Acli

18 maggio         Giubileo del clero                                Comitato Diocesano del Giubileo

21/22 giugno     Giubileo dei catechisti                         Segretariato catechesi

15/19 agosto      Giornata Mondiale dei Giovani           Segretariato Oratori

15 ottobre          Giubileo delle famiglie                        Segretariato famiglia

12 novembre      Giubileo del mondo agricolo              Segretariato pastorale sociale

 


ogni mese...
... una preghiera

Siamo entrati nell’Anno Santo, l’anno 2000, quello del Grande Giubileo. Non occorrono commenti a questa preghiera, giustificazioni per la sua pubblicazione.
Ci limitiamo a sottolineare la sua attenzione alla centralità di Cristo e, al tempo stesso, al Mistero sublime della Trinità Santissima.
Potrà accompagnarci lungo quest’anno fino all’Epifania del 2001, quando l’Anno Giubilare si concluderà.

Preghiera di sua Santità Giovanni paolo II
per la celebrazione del Grande Giubileo
dell’Anno 2000

1. Sii benedetto, o Padre,
che nel tuo infinito amore
ci hai donato l’unigenito tuo Figlio,
fattosi carne per opera dello Spirito Santo
nel seno purissimo della Vergine Maria,
e nato a Betlemme duemila anni or sono.
Egli s’è fatto nostro compagno di viaggio
e ha dato nuovo significato alla storia,
che è un cammino fatto insieme
nel travaglio e nella sofferenza,
nella fedeltà e nell’amore,
verso quei nuovi cieli e quella nuova terra
in cui Tu, vinta la morte, sarai tutto in tutti.

Lode e gloria a Te, Trinità Santissima,
unico e sommo Dio!

2. Per tua grazia, o Padre, l’Anno giubilare
sia tempo di conversione profonda
e di gioioso ritorno a Te;
sia tempo di riconciliazione tra gli uomini
e di ritrovata concordia tra le nazioni;
tempo in cui le lance si mutino in falci
e al fragore delle armi succedano i canti della pace.
Donaci, o Padre, di vivere l’Anno giubilare
docili alla voce dello Spirito,
fedeli nella sequela di Cristo,
assidui nell’ascolto della Parola
e nella frequenza alle sorgenti della grazia.

Lode e gloria a Te, Trinità Santissima,
unico e sommo Dio!

3. Sostieni, o Padre, con la forza dello Spirito
l’impegno della Chiesa per la nuova evangelizzazione
e guida i nostri passi sulle strade del mondo,
per annunciare Cristo con la vita
orientando il nostro pellegrinaggio terreno
verso la Città della luce.
Risplendano i discepoli di Gesù per il loro amore
verso i poveri e gli oppressi;
siano solidali con i bisognosi
e larghi nelle opere di misericordia;
siano indulgenti verso i fratelli
per ottenere essi stessi da Te indulgenza e perdono.

Lode e gloria a Te, Trinità Santissima
unico e sommo Dio!

4. Concedi, Padre, che i discepoli del tuo Figlio,
purificata la memoria e riconosciute le proprie colpe,
siano una cosa sola, così che il mondo creda.
Si dilati il dialogo tra i seguaci delle grandi religioni,
e tutti gli uomini scoprano la gioia di essere tuoi figli.
Alla voce supplice di Maria, Madre delle genti,
si uniscano le voci oranti degli apostoli
e dei martiri cristiani,
dei giusti di ogni popolo e di ogni tempo,
perché l’Anno Santo sia per i singoli e per la Chiesa
motivo di rinnovata speranza e di giubilo nello Spirito.

Lode e gloria a Te, Trinità Santissima,
unico e sommo Dio!

5. A Te, Padre onnipotente,
origine del cosmo e dell’uomo,
per Cristo, il Vivente, Signore del tempo e della storia,
nello Spirito che santifica l’universo,
la lode, l’onore, la gloria
oggi e nei secoli senza fine. Amen! a cura di don Giovanni

 


vita parrocchiale

Aggiornamento
contabile

Nell’Angelo del mese di dicembre il Consiglio per gli Affari economici della Parrocchia ha presentato all’attenzione della comunità verolese una dettagliata relazione sulla situazione finanziaria dei lavori di restauro dei beni artistici parrocchiali che evidenziava un debito di L. 528.285.000.

All’appello lanciato dall’Angelo i verolesi hanno risposto con grande generosità: infatti le offerte finalizzate al restauro delle tele, degli altari, della Disciplina e delle Quarantore nel mese di dicembre sono state pari a L. 70.051.000 e riducono il debito a L. 458.234.000.

Il debito è ancora notevole, per questo l’Angelo ringrazia vivamente e si augura che la generosità dei verolesi sia sempre come quella del mese di dicembre.

Lo stato di conservazione di molte opere d’arte della nostra Basilica è veramente pessimo, urge quindi intervenire.

Il Consiglio per gli Affari economici coglie l’occasione per informare che è in fase di preparazione il progetto generale di restauro della Basilica indispensabile per ottenere finanziamenti e contributi dallo Stato e dalla Regione e per poter accedere a fondi speciali europei.

Appena pronto, il progetto sarà presentato alla comunità parrocchiale.

 


Corso di preparazione al sacramento
del matrimonio per coppie di fidanzati
ai giovani che si preparano per formare la famiglia

Il Papa Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica sui compiti della famiglia cristiana così afferma:

“Più che mai necessaria ai nostri giorni è la preparazione dei giovani al matrimonio e alla vita familiare...
L’esperienza insegna che i giovani ben preparati alla vita familiare, in genere riescono meglio degli altri...
Per questo la Chiesa deve promuovere migliori e più intensi programmi di preparazione al matrimonio per eliminare, il più possibile, le difficoltà in cui si dibattono tante coppie ed ancora più per favorire positivamente il sorgere e il maturare dei matrimoni riusciti”.

Proprio per questi motivi la parrocchia di Verola ripropone l’occasione di riflessione e di studio.

Da giovedì 3 febbraio a domenica 27, ogni giovedì e sabato alle ore 20.30, presso l’Oratorio femminile, via Dante, avranno luogo gli incontri.

Per eventuali informazioni telefonare al
N. 030931210 - Parrocchia
N. 030931120 - Rev.de Suore presso le quali si svolge il corso.

 


ATTENZIONE!

Ricordiamo agli interessati la necessità di iscriversi entro il 15 febbraio (rivolgersi alla “Calzatura Geroldi”) al

PELLEGRINAGGIO

in TERRA SANTA E GIORDANIA

che si svolgerà dal 3 al 10 maggio prossimi con partenza dall’aeroporto di Verona Villafranca.

I pellegrini raggiungeranno, nella varie tappe, le seguenti località:
Tiberiade, il lago di Galilea, Gerasa, il monte Nebo, Madaba, Petra, Amman, Gerico, Gerusalemme e Betlemme.

La quota di partecipazione è fissata in  L. 2.190.000
Supplemento per camera singola: L. 420.000
Escursione in taxi al monte Tabor: L. 14.000
Acconto da versare entro il 15 febbraio
all’atto dell’iscrizione: L. 500.000

 


Curiosità d’altri tempi! Anche allora correva l’Anno Santo

Che in quell’anno si celebrasse l’Anno Santo lo capii da un piccolo fatto con dettaglio.
Non avevo mai visto mio padre con il martello e dei chiodi sottili. Sulla porta d’ingresso attaccò una piccola insegna di latta stampata. Riproduceva la Basilica di S. Pietro collocata all’interno di un cerchio, per sfondo una croce.
Sulla circonferenza, come nei medaglioni, era scritta la ricorrenza: Anno Santo - Roma - 1950. Se non l’hanno staccata, l’insegna è ancora sbilenca. Mio padre non si smentiva.
Molte abitazioni avevano sulla porta quell’oggetto che non aveva solo lo scopo di ricordare un grandioso avvenimento, ma anche quello di propiziare la protezione sulla casa.
Quell’oggetto compie, adesso, cinquant’anni. Cinquant’anni di silenzioso servizio e per quanto mi riguarda, grazie a mio padre.

 


Dalla S. Vincenzo femminile

Giovedì, 9 dicembre, noi Vincenziani abbiamo vissuto una serata particolare.

All’inizio un momento forte di spiritualità, in cui il comboniano Padre Alberto Pelucchi ci ha proposto una riflessione sul Natale ormai imminente.

Abbiamo poi ricordato il 55° anniversario di fondazione della S. Vincenzo a Verolanuova e festeggiato due consorelle, la signora Maria Venturini e la signora Marina De Angeli, per il 50° di appartenenza alla S. Vincenzo.

Era presente, gradita ospite, la nostra poetessa Rosetta Mor Abbiati vincitrice, con la poesia “Luce nell’anima” del I° premio del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Federico Ozanam”.

Il premio le è stato consegnato a Varese direttamente dal Vescovo di quella città S. E. Mons. Marco Ferrari. Rosetta non è nuova a queste esperienze, solo negli ultimi due anni ha ottenuto oltre ottanta importanti riconoscimenti.

I presenti hanno avuto il piacere di ascoltare la poesia premiata, ed anche alcune altre, dalla viva voce dell’autrice.

Rosetta ci ha donato momenti di grande commozione perchè nelle sue opere riesce ad esprimere con grande intensità, con dolcezza ma anche con forza, emozioni profonde che risuonano nell’anima.

Il nostro assistente don Luigi Corrini ha concluso con un breve intervento.

L’incontro è terminato nella gaia atmosfera di un piccolo rinfresco, con il quale abbiamo festeggiato e ringraziato gli ospiti che hanno reso bella e speciale la nostra serata.

La motivazione del premio assegnato:

“L’autrice ha reso, con suggestione poetica, il misterioso dono reciproco che è l’amore. Dona chi accoglie ‘a braccia aperte’ il fratello nella sofferenza, e insieme dona chi ‘muto, si aggrappa al sole d’ogni giorno’, alla ricerca del calore, essenziale alla vita.

Sicchè il primo può affermare d’aver ricevuto dal secondo ‘luce nell’anima consumata’.

La poesia ben rispecchia gli ideali che furono del beato Ozanam, al quale è dedicato questo concorso letterario”.

 


Offrire con tutta l’anima accoglienza e amore a chi ha dovuto subire difficili prove nella vita significa ricevere molto più di quanto si dona: questo è il messaggio profondo della presente poesia, prima classificata nella I Edizione del Concorso Letterario Nazionale “Federico Ozanam” e premiata direttamente dal Vescovo di Varese, S.E. mons. Marco Ferrari (nella foto), e dal Consiglio Centrale della S. Vincenzo di Varese, il 5 dicembre 1999.

Luce nell’anima

A braccia aperte
ti accolgo, figlio
della sofferenza
celata sul volto chinato.

A cuore aperto
bevo il tuo sospiro
d’affanno,
il tuo muto
aggrapparti al sole
d’ogni giorno
e il fragile
arrenderti al buio,
fitto di pensieri.

Ti seguirò, anima
pura come soffio
d’aurora,
ramo potato,
divelto a forza
da un tronco
impietrito.

Ti seguirò fra le nubi
e gl’inverni pazzi,
ti seguirò nella calura
e nel tepore
del tuo rinascere.

E tu, con gli occhi
a chiedere una mano,
m’avrai donato già
luce
nell’anima consunta.

 


dagli oratori

Vita di Oratorio
Notizie in breve
di don Giovanni

Nel periodo tra metà novembre e metà dicembre ‘99 si sono rinnovate, in contemporanea e nello stesso luogo, il salone dell’Oratorio maschile, due iniziative ormai consolidate: la mostra del libro e la mostra di pittura.
 

Curata da un gruppo composto ad hoc, la fiera del libro ha cercato di contribuire al raggiungimento di un obiettivo molto importante: favorire e diffondere una cultura vicina ai valori promossi dall’Oratorio, umani e cristiani. Ringraziamo quanti l’hanno curata e realizzata.

Finalità culturale rivestiva anche la mostra dei quadri. Consentire alle persone, che sentono il bisogno di esprimersi attraverso l’arte, di comunicare ad un pubblico più vasto l’amore per il Bello è anch’esso servizio ai valori umani e cristiani, in quanto che la Bellezza espressa dall’uomo è riflesso, seppure pallido, di Colui che è la Bellezza di ogni cosa. Ringraziamo l’organizzatore e curatore di questa iniziativa, come pure gli artisti che hanno esposto le loro opere.
 

È stata poi la volta della pesca che si è protratta fino al 6 gennaio 2000. Il lavoro e il tempo che questa attività richiede è notevole. Ringraziamo chi li ha profusi. Il materiale “pescabile” era spesso pregevole, comunque sempre utile. Non è andata male, ma una maggiore presenza di “pescatori” ci avrebbe fatto piacere. I pochi numeri rimasti sono comunque buoni per il futuro o per altre iniziative. Ringraziamo, come è giusto, tutti coloro che hanno offerto il materiale e quanti hanno “pescato”.
Le attività più direttamente legate al cammino catechistico:
 

1) Nel tempo dell’Avvento, ci sono stati i ritiri destinati ai fanciulli di 2a elementare il 28 novembre, in preparazione alla loro Ammissione, a quelli di 4a e 5a il 12 dicembre; ai ragazzi di 2a e 3a media il 20 dicembre; per gli adolescenti e i giovani l’8 dicembre. I fanciulli di 3a elementare hanno invece vissuto il loro ritiro il 9 gennaio, in preparazione alla Traditio del Padre Nostro, avvenuta la domenica successiva. Grazie a coloro che hanno curato e seguito questi momenti di ascolto e preghiera.

2) Dal 2 al 4 gennaio hanno avuto luogo - si tratta della 5a volta - gli esercizi spirituali per gli adolescenti e giovani della nostra Zona Pastorale. Se ne parla in un articolo apposito, qui di seguito.

 Rimando a quello.

3) Il Corteo dei Magi. Curata dal Gruppo Animazione, la mattina dell’Epifania ha avuto luogo la rievocazione dell’arrivo dei Magi a Betlemme. Abbiamo festeggiato il nostro giungere all’incontro con Gesù, che ci ha chiamato alla fede. Il tragitto è tornato ad essere quello più semplice: partenza del primo gruppo (i ragazzi delle medie) dall’Oratorio femminile, integrati dai fanciulli delle elementari presso l’Oratorio m. La novità, anzi le novità erano date dal fatto che questa volta a personificare i Magi c’erano cinque persone e, tra esse, due di sesso femminile. Potenza del Giubileo! Ognuno dei Magi era infatti accompagnato da un alfiere che recava lo stendardo. Dal simbolo del Giubileo abbiamo “ritagliato” le cinque colombe, una per ciascun continente. Ogni uomo e donna, da qualsiasi parte della Terra, infatti, è chiamata all’incontro con Gesù. Così abbiamo messo un “Magio” per ciascun Continente. Operazione non illecita, del resto, visto che l’evangelista (Matteo) non parla di “tre Magi” ma di “alcuni magi”. Tutti i popoli sono chiamati a formare l’unico popolo di Dio; all’arrivo in Basilica, le cinque colombe sono state unite a ricomporre il simbolo del Giubileo.

 Come sempre, anche noi siamo stati invitati ad offrire oro, incenso e mirra: l’oro delle offerte per l’infanzia dei territori di missione; l’”incenso” delle preghiere; la “mirra” dei generi alimentari per situazioni di povertà ed emergenza.

 Il corteo è stato accompagnato dal complesso strumentale, ormai specializzato nell’offrirci le pastorali natalizie che ben conosciamo. Quest’anno era più corposo del solito. Ringraziamo anche i suoi componenti.

4) Sempre il giorno dell’Epifania, Magi, senza costume, suonatori e non pochi altri si sono diretti alla volta dell’Infermeria, per offrire agli anziani colà ospitati un segno che li aiutasse a rendersi conto che era festa grande anche per loro.
 

Altre iniziative del Gruppo di Animazione:
1) il presepio, semplice e bello. Pure quest’anno esso è stato allestito grazie anche all’iniziativa “Una statuina per il presepio”. Complimenti e grazie agli artisti.
 

2) L’incontro con S. Lucia la vigilia della festa della santa, ha riscosso come sempre buon successo. Si è ritenuto opportuno evitare il percorso degli altri anni attraverso via Dante, Carducci, Zanardelli e Garibaldi: era abbastanza inutile.
 

Mentre scriviamo, è in pieno svolgimento la Missione parrocchiale. Su di essa si potrà tornare sul prossimo numero del nostro “Angelo”.

 


Gli esercizi spirituali

Anche quest’anno, nei primi giorni di gennaio, un buon gruppo di ragazzi (tra cui coloro che così scrivono) della nostra zona pastorale (intitolata alla beata Paola Gambara) ha vissuto l’intensa esperienza degli esercizi spirituali.
Per il 2000, anno importante perché anno del Santo Giubileo, la scelta è caduta su Fantecolo (comune di Provaglio d’Iseo), dove siamo stati ospitati dalle suore Operaie della santa casa di Nazareth, figlie spirituali del beato Arcangelo Tadini. Con loro abbiamo instaurato da subito un buonissimo rapporto, soprattutto con suor Maria Regina, vice-madre generale della congregazione.
Oltre al nostro gruppo di verolesi a questi esercizi ha partecipato anche un gruppo di giovani di Alfianello: non è stato difficile approfondire i rapporti personali tra quelli che già si conoscevano e crearne dei nuovi con i ragazzi alla prima esperienza.
L’ambiente stupendo si prestava meravigliosamente alle nostre esigenze, offrendoci ciò di cui avevamo bisogno: tranquillità e soprattutto silenzio; abbiamo tentato di tacere un po’, di mettere da parte per un attimo i problemi e le preoccupazioni giornaliere per metterci in ascolto dello Spirito Santo. Nostro predicatore e umile guida è stato don Giovanni, curato del nostro oratorio; il tema proposto è stato squisitamente interessante quanto, noi pensiamo, provocatorio: l’APOSTOLATO.
Partendo dalla convinzione che tutti siamo apostoli, e lo siamo perché chiamati da Gesù, abbiamo inizialmente chiarito il concetto di apostolato per poi concentrarci più attentamente sulla figura dell’apostolo:
- il suo stile di vita, fondato sull’entusiasmo per Gesù Cristo e sull’amore verso Dio e verso gli altri;
- la sua dinamica: è importante sapersi fare prossimo degli altri e risvegliare in noi l’interesse per i nostri fratelli, che poi è quello del Padre, sapendo che il nostro cammino sarà punteggiato da ostacoli e prove;
- le sue finalità, gli obiettivi dell’apostolo sono gli obiettivi di Gesù, e come Lui deve operare sempre per la gloria del Padre e per il suo regno, che tutt’oggi si sta compiendo; la conseguenza dell’apostolato è la felicità e i suoi frutti sono frutti di gioia;
- l’anima dell’apostolo che trova se stesso stando con Gesù fondamentalmente nella preghiera, l’Eucarestia e ascoltando la sua Parola, occasione di discernimento e alimento dell’apostolo.
L’ultima proposta di meditazione poi ha avuto come suo centro la “Regina degli apostoli”, la “prima discepola” e “messaggera apostolica” di Gesù: Maria.
I momenti di silenzio sono stati vissuti intensamente da tutti, ne sono segni evidente gli interessantissimi interventi emersi durante i momenti di condivisione con gli altri. Tutto questo naturalmente completato da momenti e celebrazioni liturgiche come la preghiera delle lodi, l’adorazione eucaristica e la celebrazione dell’Eucarestia. Non sono mancati anche momenti di svago, con canti, barzellette e tante risate. Sono bei ricordi, oggi.
Ma noi sappiamo che il nostro “banco di prova” è l’oggi, a Verolanuova, a Alfianello, nelle nostre vite di ogni giorno dove tenteremo con l’aiuto dello Spirito di cercare nella preghiera e nella Parola le risposte e le motivazioni necessarie per essere degli apostoli migliori, come Gesù ci ha pensati da sempre, come Lui ci vuole.

Ci sentiamo in dovere di ringraziare in primo luogo Lui, poi don Giovanni, le suore che ci hanno ospitato (con particolare riguardo alla cuoca) e tutti quelli che hanno partecipato con noi a questi esercizi, l’appuntamento (lo speriamo veramente) è per il prossimo anno.
Laura Cremaschi, Laura Penocchio, Alberto Rossi

 


Informagiovani

“Chiedete e vi sarà dato...”

Il mese di gennaio è, per l’Informagiovani, il mese delle “richieste”...
Ogni anno richiediamo materiale e documentazione alle Aziende di Promozione Turistica delle Regioni italiane e dei Paesi europei: alberghi, ostelli, campeggi, case per ferie, bed & breakfast, agriturismo, musei, mostre, iniziative culturali, mappe e guide delle città più richieste, itinerari consigliati...
Gratuitamente riceviamo quindi materiale utile per le tue vacanze e per il tempo libero... e lo mettiamo a disposizione di TUTTI.

Organizzarsi le vacanze da soli, costa meno e... diverte di più!

A gennaio contattiamo anche gli Enti Culturali dei Paesi esteri presenti con una sede in Italia: da questi otteniamo informazioni utili per viaggi di studio e di lavoro, corsi di lingua, esperienze di volontariato, ragazza alla pari, campi di lavoro.
 

Attività culturali

A breve si riunirà la Commissione Cultura per valutare e proporre le iniziative relative alla prossima stagione Primavera / Estate 2000.

Cosa c’è in cantiere?
Si vorrebbe proporre uno spettacolo teatrale presso il salone della Biblioteca...
C’è l’intenzione di offrire un Cineforum all’aperto...

Passa all’Informagiovani e proponi Tu... prima che si riunisca la Commissione.
Saremo grati di portare la tua voce e la tua proposta nella prossima seduta.

a.z.

 


le nostre rubriche

Verola
missionaria

a cura del
Gruppo Volontari delle Missioni
“Conoscerci”

Padre Eugenio in visita ai villaggi oltre la laguna di Keta, Ghana.
È talmente conosciuto che spesso per essere più comodo non si mette neanche l’abito talare, gli basta una maglietta del Beato Comboni e la sua grande fede: tutti l’accolgono con infinita gioia.

“Io credo nell’Africa”

“Io credo nell’Africa e perché non dovrei più crederci? Non sarà perché ho lasciato la mia missione per sette anni a farmi cambiare idea. Sono rimasto assente tutto questo tempo solo per un atto di obbedienza ai miei superiori, ma il mio cuore è sempre rimasto con la mia gente in Ghana, nella missione di Abor, nei villaggi disseminati nelle oltre cinquanta parrocchie in zone assolate e desertiche, oppure disperse sugli isolotti della laguna del lago Volta.
Ora però, una volta consegnata la parrocchia di Abor ai preti diocesani, sarò chiamato nella periferia della capitale, Accra, che si sta velocemente allargando in seguito al fenomeno dell’urbanesimo galoppante. Oramai la missione del futuro si trasferisce dalle campagne alle periferie delle città dove c’è una grande concentrazione di persone spesso in situazioni di estrema povertà ed emarginazione”. Questa è la risposta che ci dà padre Eugenio Petrogalli missionario Comboniano di Quinzanello (BS) alla domanda se c’è futuro, oggi, per l’Africa e per gli africani, durante una sosta nell’aeroporto di Lagos (Nigeria), prima di partire per il Ghana. Oramai siamo sul suolo africano e questo fatto sembra aver cancellato i sette anni passati lontani dalla missione; ora padre Eugenio si sente a “casa sua” tra la sua gente per la quale si sente disposto a donare la vita. “Io amo questa gente, questo paese che è l’Africa perché qui c’è tanto bisogno di persone che annuncino Cristo e testimonino il suo amore e siano segno di speranza e di salvezza per tutte le persone disperate. L’Africa è il continente che fa parte del mondo, un continente come gli altri, popolato di uomini e donne come tutti gli altri, di persone capaci di fare delle cose belle, ma anche cattive, capaci di vederci chiaro o di ingannarsi. A noi che vi abbiamo vissuto per tanto tempo ci dà la certezza che le cose possono cambiare nel corso della storia. Io continuo a credere più che mai nella forza dell’Africa: è l’Africa e sono gli africani che possono risolvere i loro problemi a condizione che ne prendano coscienza. Adesso gli africani si risvegliano piano piano, ma il risveglio sarà irreversibile dando il loro apporto al resto del mondo, vi apporteranno delle qualità che gli altri, forse, non hanno più o hanno perso: come la fede in un avvenire quando altri uomini non credono più nell’avvenire, porteranno a conoscenza una maniera di guarire certe malattie che si conoscono soltanto in piena foresta, porteranno forse semplicemente il sorriso, perché la vita sia bella; ecco sicuramente porteranno la vita, perché gli africani credono nella vita, in una vita che non finisce ed è questa fede che li aiuta a sopravvivere dopo secoli di servitù. Gli africani hanno una infinità di cose da portare all’uomo che Dio ha creato perché viva felice sulla terra, non nella miseria, non come mendicanti, condizione che noi abbiamo contribuito a creare.
Gli africani possono portare al mondo la vita perché sono vivi, non temono di confrontarsi con i cambiamenti in atto, però non vogliono essere delle semplici pedine, o peggio, degli ostaggi in balia del mondo occidentale”.
Quante altre cose avrà da raccontarci padre Eugenio, perché in diciassette anni vissuti a contatto diretto con i poveri del Ghana, con gli anziani, gli orfani e con i pagani deve aver vissuto tante di quelle esperienze di aver colmato la sua vita. Ora siamo in volo, tace e socchiude gli occhi, si vede che è felice, sta già pregustando l’incontro con la sua gente, unico scopo della sua vita. La famosa malattia del “mal d’Africa” ha intaccato anche lui ma ora la può curare andando là “dove il cuore lo porta”.

 


I profeti (2)

ISAIA
(a cura di Rino Bonera)

Isaia: il nome significa “salvezza del Signore”.  Figlio di Amoz e quantunque di epoca posteriore rispetto ad altri profeti (Amos (1) e Osea (2)), per l’importanza dei suoi vaticini, l’ampiezza della sua opera e la sublimità dello stile egli è, sicuramente, il più autorevole. Nato, pare, verso il 768 a. C. e vissuto in Gerusalemme, apparteneva forse a nobile famiglia, se non addirittura imparentato con la casa regnante: suo padre, secondo la tradizione, sarebbe stato fratello del re Amasia (797-789). Di alto ingegno e di non comune cultura aveva frequentato gli ambienti più eruditi della capitale che egli mostra di conoscere nei suoi particolari. Sposato ebbe almeno due figli e la sua missione profetica si svolse sotto il regno di Iotam (738-736) e quindi al tempo di Acaz (736-721). L’influenza di Isaia fu poi decisiva durante il regno del pio re Ezechia (721-693) di cui fu amico e consigliere ed al quale fece profezie nella malattia e per le vicende del suo regno.
Dopo l’invasione Assira (701), Isaia scompare dalla scena e la tradizione vuole che vivesse ancora sotto il regno dell’empio Manasse (693-639) il quale lo avrebbe ucciso facendolo segare nel mezzo con una segna di legno.

La sua attività come profeta fu certamente più vasta della sua opera di scrittore, poichè soltanto in casi particolari scrisse quello che aveva detto al popolo, lasciando solo una parte di ciò che era stato l’oggetto della sua predicazione.
I vaticini che Isaia ha lasciato in mezzo secolo di attività politica sono descritti con stile semplice e sublime, con varietà d’immagini, profondità di concetti, eleganza e purezza di lingua e fanno dell’opera di Isaia uno dei più grandi capolavori di tutte le letterature (3).
 

(1) - Amos (VIII secolo): è il primo di tutti i profeti “scrittori” in ordine di tempo; uno dei Minori.
(2) - Osea (786-746): un altro dei Dodici Profeti Minori.
(3) - Il libro di Isaia si compone di sessantasei capitoli e si divide, solitamente, in due grandi parti.
La prima è detta “Libro dei giudizi di Dio” (capp. 1-39 Protoisaia) e la seconda il “Libro delle Consolazioni (40-66), legate ad un unico tema: “Mediante l’Espiazione la Salvezza”.
Il “Libro dei giudizi di Dio” comprende: oracoli su Giuda e Gerusalemme, contro le nazioni; altri oracoli detti “La grande Apocalisse d’Isaia” alternati da canti di gioia e di azioni di grazie, nonchè capitoli (34-35) che descrivono l’annientamento dei nemici del popolo di Dio ed una Appendice storica (36-37).
Il “Libro delle Consolazioni” (40-66) comprende: una introduzione storica (38-39), oracoli sulla liberazione del popolo eletto dalla schiavitù di Babilonia (40-48), oracoli sulla liberazione portata dal Messia (49-55) e sulle prerogative del Regno di Cristo (56-66).

 


“La sofferenza ben portata redime, ma non fa diventare bene il male, giustizia l’ingiustizia. Sopportando caritatevolmente l’ingiustizia, il cristiano crea una corrente di bontà invincibile: ma non per questo egli viene dispensato dal fermare con tutte le forze del bene le strade del male e dell’errore”
(Don Primo Mazzolari).

 


VEROLA
SPORT

attività
     risultati
commenti

CALCIO

Risultati delle partite giocate dalle varie squadre del Gruppo Sportivo Verolese:

Terza Categoria - Girone A
 1a rit. (23.1): Verolese - Barbariga sospesa
 2a rit. (30.1): R. Belfiore - Verolese 2 - 1

Allievi - Girone B
 1a rit. (30.1): Chiari - Verolese 5 - 0

Per le Categorie Giovanissimi ed Esordienti il campionato riprende il 5 febbraio.

N.B. - Le posizioni delle varie squadre nelle rispettive Classifiche Generali verranno pubblicate nel prossimo numero.

CICLISMO

È stato pubblicato il calendario delle competizioni ciclistiche che avranno luogo nel corrente anno e che saranno indette dalle varie società locali. Tra queste figura il Gs Ped. Verolese che organizzerà:

- il 25 aprile, a Verolavecchia, il 25° Tr. Avis, gara Reg., per Juniores;
- il 1° maggio, a Pontevico, il 7° Tr. Zeli Enrico, gara Reg. per Allievi;
- il 10 settembre, a Verolanuova, due gare: il 5° Tr. Ped. Verolese, gara Reg. per Esordienti 87 seguita dalla gara Reg. per Esordienti 86.

TENNIS
(G.L. Bresciani)

Durante le festività natalizie, i ragazzi si cimentano nel classico torneo di Natale giunto alla sedicesima edizione.
A questa manifestazione hanno partecipato oltre 500 ragazzi/e.
La passata edizione ha visto il successo di Matteo Masneri nei nati nel 1989. Quest’anno dopo ben 80 edizioni una ragazza di Verolanuova è approdata alla finale. Farina Francesca anno di nascita 1990 ha confermato le sue doti raggiungendo la finale su un lotto di oltre 180 concorrenti tra maschi e femmine.
Per avere l’idea esatta della portata del risultato basti pensare che le migliori tenniste bresciane che hanno successivamente calcato i campi di Wimbledon e del Foro Italico in età giovanile non avevano mai raggiunto la finale. Onore e merito a questa ragazza che si sta impegnando e che da fonti attendibili danno oramai per certa la sua convocazione a livello nazionale nelle migliori Under 10.
Accanto a quest’ottima prestazione non sono da dimenticare gli altri partecipanti autori di brillanti prestazioni. Tedoldi Andrea anno 1991 vincitore di cinque incontri prima di arrendersi nei quarti. Dalè Giovanni anno 1991 vincitore di tre incontri. A questi, nel plauso, vanno aggiunti Venturini Cristina, Fogazzi Riccardo, Cerutti Mattia, Vignaroli Daniel, Fraschini Giorgio brillanti protagonisti nelle categorie d’età.
Il raggiungimento di questi risultati mette in evidenza l’ottimo lavoro svolto dal maestro Alan Fiordelmondo sempre disponibile e impegnato a dare il massimo.
Vi è da aggiungere che alle spalle dei sopraccitati stanno scalpitando una quindicina di ragazzi/e nati dal 1991 al 1993 intenzionati a ben figurare.
Con le nuove classifiche vorrei congratularmi con Mombelli Camilla per la C3 conquistata e Lampugnani Elisa e Fraschini Luca per la D1.
Complimenti a Bertolini Alessandro per la classifica B8 nazionale entrato ormai in pianta stabile nel giro delle convocazioni nazionali a livello Under 16.

 


“Fare del bene per dieci anni non è abbastanza, fare del male un giorno è anche troippo”. (Antico proverbio cinese)

 


varie - cronaca

Nel nostro comune

Il Consiglio comunale è stato convocato in adunanza ordinaria, lo scorso 29 dicembre 1999 alle ore 20.30 ed ha preso in esame, tra gli altri, i seguenti argomenti principali all’Ordine del Giorno:
- Comunicazione inerente delibere di Giunta Comunale n. 274 del 14.12.1999 e n. 280 del 21.12.1999 aventi ad oggetto: “Prelevamento dal fondo di riserva esercizio 1999”;
- Svolgimento mozione acquisita a verbale C.C. n. 71 del 26.11.1999;
- Interrogazione del gruppo consiliare di minoranza “Cittadini per Verola”;
- Approvazione gestione provvisoria esercizio anno 2000;
- Modifica Convenzione Coop. “La Famiglia”;
- Parere in merito alla realizzazione del Pozzo Consortile.
 

Dopo il n° 1 del novembre 1999 di sedici pagine, l’Amministrazione Comunale ha fatto recapitare nelle famiglie, in occasione delle festività natalizie, “Verolanuova ...in piazza” il n° 2 del “Notiziario d’informazione comunale” datato dicembre 1999 di dodici pagine. È una pubblicazione in signorile veste tipografica, ricca di notizie varie riguardanti: anagrafe, commercio, lavori pubblici, edilizia, cultura, tasse e tributi ecc. Entrambe le edizioni si aprono con un “Filo diretto” firmato dal Sindaco dr. Stefano Dotti seguito dalla rubrica “Il punto su..” con riferimenti ad argomenti di volta in volta diversi riguardanti le più attuali problematiche.
 

La mostra “Verola d’altri tempi”, inaugurata lo scorso 23 dicembre, ha voluto aprire un nuova dimensione per Verolanuova sul piano culturale. Curata dal prof. Sergio Pagiaro con la collaborazione di E. De Angeli, E. Cremaschini e W. Alghisi, sintetizza la storia di Verola e della sua gente in un contesto conduttore di immagini e oggetti esposti nei soliti spazi espositivi della civica Biblioteca. Una mostra, questa, che ha permesso di “recuperare la dimensione di un tempo perduto, i sapori di un’epoca trascorsa ma non dimenticata nei suoi contenuti, un trascorso non del tutto passato che alberga nei ricordi di chi, sulle proprie spalle, ha non solo il peso degli anni, ma anche quello dell’esperienza”.
La mostra, che ha chiuso i battenti lo scorso 20 gennaio, ha offerto all’Amministrazione Comunale, lo spunto per offrire ad ogni famiglia il calendario del nuovo anno del quale riproduciamo la copertina. Nell’interno: gli auguri del Sindaco e una presentazione del prof. Sergio Pagiaro che ne ha curato la composizione.

 


Movimento demografico 1999 nel Comune

 M F Totale
Popolazione residente al 1° gennaio 1999 3696 3828 7524
Nati 23 37 60
Morti 38 34 72
Differenza tra nati e morti - 15 + 3 - 12
Provenienti da altri Comuni 62 71 133
Provenienti dall’estero 20 12 32
Totale 82 83 165

Cancellati per altri Comuni 93 92 185
Cancellati per l’estero e altri 2 4 6
Totale 95 96 191

Decremento -28 -10 -38
Popolazione residente al 31.12.99 3668 3818 7486

Famiglie anagrafiche: 2679

Stranieri iscritti in anagrafe
 M F Totale
Al 1° gennaio 1999 142 78 220
Nati 3 3 6
Iscritti nel corso dell’anno 30 18 48
Cancellati nel corso dell’anno 16 14 30
Residenti al 31.12.99 159 85 244

 


Turni domenicali di guardia farmaceutica
dell’Azienda S.L. 19

febbraio

6
Bassano Br.no
Gambara

13
S. Paolo
Alfianello

20
Verolanuova
(Comunale)

Bagnolo M.
(dr. Ingardi)

27
Quinzano d’O.

Leno
(dr. Bravi)

marzo

5
Verolavecchia

Coniolo di O.

12
Verolanuova
(dr. Colosini)

Cigole

N.B.: L’elenco è provvisorio.

N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell’elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

 


Pensi di aver PROBLEMI CON LE DROGHE? Forse possiamo aiutarti
Contatta: NARCOTICI ANONIMI - TEL. 030 9937210
Narcotici anonimi è un’associazione di tossicodipendenti in recupero che si incontrano regolarmente per aiutarsi a rimanere puliti. Non costa niente appartenere alla nostra fratellanza. Sei un membro quando decidi di esserlo.
“Che nessun tossicodipendente debba morire senza avere avuto l’opportunità di trovare un nuovo modo di vivere”.

 


CLUB DEGLI ALCOLISTI IN TRATTAMENTO

Facciamo presente che il club di cui sopra è in attività ogni martedì dalle ore 19 alle 20,30 presso il palazzo comunale, in una delle aule delle ex scuole elementari (alla sinistra dello scalone che porta agli uffici).
Come è noto esso è al servizio di tutte le famiglie che abbiano membri vittime dell’alcol.
I componenti del club si prestano per aiutare tutti coloro che sfortunatamente sono cascati nel vizio.
Invitiamo pertanto tutte le famiglie interessate a partecipare alle nostre riunioni.
Per eventuali informazioni rivolgersi a:
VENTURINI GIUSEPPE tel. 030 931019 - BONETTI GUIDO tel. 030 932245.

 


Per i collaboratori de «L’Angelo di Verola»

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli possibilmente dattiloscritti (se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche) unicamente ai sacerdoti entro e non oltre le ore 12 di venerdì 18 febbraio. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.
LA REDAZIONE

 


Servizio Sanitario di Continuità Assistenziale
(prefestivo, festivo e notturno)

Gli interventi del Medico di Continuità Assistenziale si effettuano:
dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00
e tutte le notti dalle ore 20.00 alle 8.00

Chiamando il 118 solo nei casi di effettiva URGENZA.

Non verranno effettuate attività ambulatoriali ordinarie e visite domiciliari non urgenti.

 


GRUPPO VEROLESE VOLONTARI DEL SOCCORSO
Via Gramsci, 4 - Verolanuova (Bs)
Tel. 030 9361662

SERVIZI con AUTOAMBULANZE

Per ogni EMERGENZA comporre il 118 (Centrale Operativa di Brescia)

Per richiedere una PRENOTAZIONE di trasporto con Autoambulanza di persone non autosufficienti, comporre il
tel.030 9361662
nei seguenti orari:
Dal lunedì al Venerdì: dalle 8,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00
ed initerrottamente dalle 8,00 del Sabato alle 7,00 del Lunedì

Associazione iscritta all’Albo Regionale del Volontariato della Regione Lombardia dal 27.6.1994 con D.P.G.R. n. 61230

 


CARABINIERI - PRONTO INTERVENTO: tel. 112

 


Dall’AVIS di Verolanuova

Il Consiglio Direttivo dell’Avis Comunale ringrazia sentitamente i propri soci, i loro famigliari, gli amici e tutti quelli che hanno aderito all’iniziativa dell’AVIS-DAY lo scorso 19 dicembre 1999.
Nell’augurarci un così sempre caloroso appoggio anche per le prossime occasioni rinnoviamo gli auguri per un felice anno nuovo.

L’occasione ci è gradita per presentare il resoconto delle manifestazioni alle quali l’AVIS ha partecipato in diversi modi durante l’anno appena trascorso:

• collaborazione per la manifestazione “bruciamo la vecchia”;
• contributo per la Società Pescatori Dilettanti Verolesi;
• collaborazione per la festa di S. Gottardo;
• collaborazione per la festa della Diaconia di S. Antonio;
• contributo per il gruppo “Pedale Verolese”;
• collaborazione all’asilo Boschetti per la festa di fine anno;
• collaborazione alla festa dell’Oratorio Maschile;
• collaborazione alla Comunità S. Anna Breda Libera per la festa;
• contributo alla manifestazione “Straverola”;
• contributo per il Gruppo Sportivo Verolese sezione calcio;
• contributo per il Complesso Bandistico “Stella Polare”;
• omaggio natalizio ai ragazzi della scuola dell’obbligo di Verolanuova;
• contributo all’Oratorio in occasione di S. Lucia;
• borsa di studio per due alunni della Scuola Media di Verolanuova;
• collaborazione con l’Amministrazione Comunale per la festa di Capodanno
Tutto questo è stato possibile grazie ai fondi raccolti durante la nostra Festa della Solidarietà dello scorso luglio.

Francesca Bodini

P.S. Ad un anno dall’insediamento del nuovo Direttivo della nostra Associazione sento il dovere di ringraziare pubblicamente i componenti del Consiglio per il loro impegno costruttivo e assiduo. È motivo di orgoglio, ad ogni riunione, prendere atto della partecipazione attiva di tutti i Consiglieri; auguro a tutti loro un buon lavoro per il futuro della nostra AVIS.
Ricordo inoltre che sono aperte fino a venerdì 11 c.m. le iscrizioni per la gita sulla neve al Passo del Tonale.

Il presidente
Battista Vigna

 


Per i più piccoli

In carcere
Il carceriere all’evaso che sta scappando:
- Fermati, fermati: mi stai facendo perdere il posto!
- Non preoccuparti. Ti lascio il mio!

Colmo
Qual è il colmo per un miliardario?
- Esprimersi con parole povere!
 

In trattoria
- Cosa desidera signore? - chiede il cameriere al cliente.
- Mi porti quello che sta mangiando il signore del tavolo accanto.
- Uhmm... Non sarà mica facile portarglielo via!

 


Relax...iamoci un po’

Il pensiero...

“Le verità che contano, i grandi princìpi, alla fine,
restano sempre due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino”.
(Enzo Biagi, Strettamente personale)

...e il proverbio del mese:

“Chi öl la nus, squàsa la rama;
chi öl la fiöla, basa la mama”.
(Chi vuole la noce, scuote il ramo;
chi vuole la figlia, fa cortesie alla madre.)

 


Il Santo del mese

S. Felice, 23 febbraio, mercoledì
Santo bresciano. Fu il ventesimo vescovo di Brescia. Governò la diocesi per più di quarant’anni. Un periodo ricco di eventi, durante il quale S. Felice si impegnò con fervore nella lotta contro gli eretici. Morì nel 650.

La “Risposta”

Qual è l’origine del detto: “Non avere nè arte nè parte”?

Non conoscere un mestiere e non avere nè beni nè appoggi.
Nel medioevo, tutti coloro che praticavano un’arte o un mestiere erano iscritti alle corporazioni, distinte a seconda delle attività. Queste corporazioni, vere e proprie associazioni, salvaguardavano gli interessi degli iscritti e li aiutavano a raggiungere determinati fini economici. Inoltre, le corporazioni entravano nelle divisioni politiche, “prendevano partito”, anche questo sempre a vantaggio degli iscritti. In definitiva, avere arte e parte (e infatti esiste anche il detto chi ha arte ha parte) significa appunto essere in grado di svolgere una “professione” che dava sicuramente da vivere e forniva un appoggio in caso di bisogno, mentre coloro che non erano iscritti alle corporazioni venivano considerati poveri diavoli, gente, appunto, che non ha nè arte nè parte.

 


Radiobasilica
Verolanuova
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Radiobasilica trasmette tutte le celebrazioni liturgiche
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Festive: 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00

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Oltre ai consueti programmi vi segnaliamo:

OGNI GIORNO

ore 7.30
APRO GLI OCCHI E TI PENSO
Tre Salmi, una lettura, un canto e un pensiero per cominciare bene la giornata
a cura di Don Paolo

Ogni mattina, dal Lunedì al Venerdì, dalle 9.30 alle 10.00
CALEIDOSCOPIO
Le Lenti Colorate
Rassegna stampa, fatti del giorno, notizie da Verola e dintorni
commentati ed approfonditi da
Mirella Raneri

OGNI SABATO

ore 9.30
QUI FILA TUTTO LISCIO
con Daria Cremaschini

ore 10.15
LE CANZONI DEL CUORE
con Daria Cremaschini

ore 14.00
TIME OUT
con don Paolo Goffi e Marilisa Labinelli

ore 14.30
SLOW HAND
Jazz, blues, funky, fusion
a cura di Alessandro Sala

OGNI DOMENICA

ore 10.20
ACCORRETE NUMEROSI
a cura di Sergio Ferrari

ore 12.00
RADIOGIORNALE VEROLESE
a cura di Tiziano Cervati

ore 12.30
TAVOLA GRANDE
con Daria Cremaschini e Marco Barbieri

ore 13.30
SCALA MERCALLI
con Giacomo Cervati,
Alberto Rossi e Luca Vigna

 


“In ricordo di una cara amica”

Ho pensato di dedicare alla nostra cara amica Dina Alghisi questa umile e semplice poesia in nome della nostra amicizia, in riconoscenza del bene che ci ha voluto e in segno di gratitudine per tutte le sue poesie, che a molti di noi ha voluto donare con infinita tenerezza.
A lei, che ha ricevuto questo meraviglioso dono del saper scrivere con il cuore sentimenti di gioia, di amore, di speranza e di coraggio, il nostro più vivo ringraziamento e perenne ricordo.
Ai familiari il nostro più fraterno cordoglio per la perdita di sì tanto bene con l’augurio di ritrovata speranza.

Alla cara Dina

Ora che privi siam della tua fisica presenza
permetti a noi questa fraterna confidenza.
A te che ci regalasti gioiosi poemetti
ricambiarti vogliamo con questi umili sonetti.
Un gran regalo ti fece l’Onnipotente
nel donarti un cuor d’amor prorompente.
A tutti noi che ti abbiamo incontrata
hai donato stima incondizionata.
Quant’eran dolci e amorose
le tue rime premurose.
Ad ogni lieto o triste evento
tu traevi occasion di sentimento.
Eran regali e molto più
egual tesoro mai vi fu.
Dal cuor venivan di dolce mamma
senza bisogno d’alcun programma.
Or che a miglior vita sei passata
siam felici di averti amata.
Nella luce del Signore ora vivi
aiuta noi che ancor siam privi.
Con la speranza che un dì ci rivedrem
un pensier a te mai scorderem.

“... con tanto affetto...”

 


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ANAGRAFE PARROCCHIALE

Battesimi
1 Dosselli Benedetta di Ilario e di Cremaschini Maria Elena
2 Abeni Chiara di Vincenzo e di Morandi Roberta
3 Brunelli Elisa di Giampaolo e di Benini Nicoletta
4 Lo Cicero Luca di Francesco e di Favalli Silvia
5 Ravani Daniele di Arturo e di Tedoldi Milena

Matrimoni
1 Tedoldi Giuseppe con Gatto Noemi

Defunti
1 Alghisi Adina Manfredi di anni 81
2 Lanzanova Ernesto di anni 79
3 Mor Guido di anni 88
4 Ruocco Domenico di anni 44

 


Offerte pro restauri
tele e altari della Basilica

Giornata celebrata nel mese di gennaio 4.342.000
N.N. 100.000
In occasione del 25° di matrimonio 1.000.000
N.N. 100.000
Per il battesimo del nipotino 1.000.000
In memoria di Ninì 50.000
N.N. 100.000
Per grazia ricevuta dalla zia 150.000
Per il battesimo del figlio 1.000.000
Una famiglia di Verola 17.000.000
N.N. 100.000
N.N. 100.000
In memoria di Pavoni Giovanni - sacrista 100.000
In memoria del marito 1.000.000
I figli in memoria della cara mamma 500.000
N.N. 100.000
In memoria del caro defunto Battista 200.000
Comunità neocatecumenale Verola 750.000
In memoria dei defunti 120.000
N.N. 500.000
In memoria di papà e mamma 300.000
Per le disposizioni testamentarie di uno sposo 5.000.000
In memoria di Franca 500.000
N.N. 100.000
In memoria dello zio don Marco nel 50° della morte 2.000.000
N.N. 500.000
In memoria del caro Guido 1.000.000
Dalla Cappella Casa Alberto 300.000
N.N. 140.000
Spose e madri Cristiane per la festa della Beata Paola Gambara 1.305.000

                                                                                                      totale 39.457.000
 

Pro restauro
APPARATO QUARANTORE

N.N. 2.000.000
 

Offerte in occasione della
MISSIONE PARROCCHIALE

N.N. 1.000.000
N.N. 200.000
N.N. 200.000
Due fratelli 1.000.000
Gruppo Missionario “Conoscerci” 300.000
Un gruppo di offerenti 1.500.000
N.N. 50.000
Un gruppo di offerenti 205.000
N.N. 200.000
N.N. 100.000
N.N. 100.000
N.N. 50.000
N.N. 100.000
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