La parrocchia di San Lorenzo in VerolanuovaAngelino

GRAZIE DON LUIGI

Le Pinzette

di Rino Bonera

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Ormai l’ho appurato: quella palla che gli sta sotto i piedi, là sulla cupoletta, è la sua piccola (!) valigia misteriosa. Per questo l’Angelo se la tiene ben salda sotto permanente controllo; impossibile, poi, guardare o indovinare quanto lui vi custodisce. Impenetrabile anche agli occhi curiosi delle più sofisticate apparecchiature tecnologiche.

Fino ad ora ha tirato fuori un paio di baffi. Spioventi, per celare indecifrabili sorrisi e non certo geometrici baffi alla Salvator Dalì; troppo aperti.

Questa volta, invece, riposti i baffi...

No; non ha tirato fuori proprio niente perché... noi ce ne accorgiamo soltanto ora ma venticinque anni fa lui, l’Angelo nostro, s’è preso tra le mani un paio di delicate ma solide pinzette e...

Guarda caso: a Leno ti pizzica un tal Corrini don Luigi, oriundo di Seniga, e te lo molla a Verolanuova per diventar prevosto. Ma non finisce qui perché quelle pinzette non le ripone, anzi, tre anni dopo va a pescarti, in Polonia, un tale cardinal Wojtyla e te lo pianta in Vaticano.

L’accostamento non è forzato perché quel Corrini, quando ancora non era prete, aveva incontrato, proprio in quel di Seniga, colui che , allora, era appena don Wojtyla. Per i due una strada già definita ed una missione già segnata.

Da venticinque anni, don Luigi, prevosto a Verolanuova; da ventitré, quel don Carlo già monsignore, sul Soglio Pontificio. Per il primo la Chiesa verolese, per l’altro quella Universale. Nell’una e nell’altra i due profondono lo stesso entusiasmo con la stessa incrollabile fede, lo stesso dinamismo con instancabili forze e volontà, con iniziative ed opere che la luce del sole esalta e mette sotto gli occhi di tutti mentre le fatiche affrontate, né l’uno né l’altro non distolgono dal formulare programmi per un vicino futuro.

Pinzette che devono, sicuramente, essere d’oro. Il loro aureo calore proviene, non v’è dubbio, dal cuore dell’Angelo che accomuna i due protagonisti ignari di tanto eloquente vicinanza. Sono quelle pinze che accarezzano ed illuminano le loro menti e riscaldano i cuori, che mettono una penna tra le mani dell’altro che sta più in alto e decretano, interpretando quello dei fedeli, il “grazie” dovuto a chi se l’è guadagnato sul campo.

Così oggi il senighese d.o.c. è diventato “Cappellano” di quel polacco, allora semplice “don”, catapultato nella “Bassa”, chissà perché, da un Angelo che sa sempre chi muovere e dove condurre le sue “vittime”.

Tra papa Wojtyla e Mons. Corrini il feeling si consolida e le distanze s’accorciano.

Benedette pinzette!

                                                                   Rino Bonera
                                                               


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