L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale

Mensile di Vita Parrocchiale - Anno XXVI n° 5 - Maggio 2001

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Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Giovanni Gritti
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati

SOMMARIO

   3 Maggio: mese di vita (D.L. Corrini)
   6 Calendario Liturgico
 11 Vi Annuncio la Visita Pastorale  (+ G. Sanguineti)
 13 Messaggio per la giornata vocazionale ( G. P. II)
 17 Settimana Vocazionale
 18 Eredità del Giubileo 4a puntata (D. Giovanni)
 21 Ogni mese ... una preghiera (D. Giovanni)

vita parrocchiale

 22 Mese di Maggio
 23 Centro di Ascolto
 24 Beato Arcangelo Tadini - Testi per pregare
 28 "Aiutiamoli a vivere"  (Comitato di Borgo S.G.)

dagli Oratori

 30 Sogni nel Cassetto (D. Giovanni)
 34 Il Camposcuola a quota "18" (D. Giovanni)
 36 La logica della "Rete" (L. A. Pinelli)
 38 Ciao, Marco (D. Giovanni)le nostre rubriche

 39 Missione "Spirito di fraternità..." (Gr. Conoscerci)
 41 L'opera dei conti Gambara (4) (R. Savaresi)
 43 Verola sport (R. Bonera)

varie - cronaca

 44 "M'illumino d'immenso..."
 45 "Ombra di vita" (R. Mor)
 46 Università Aperta - Concluso il 12° Anno (G. D.)
 49 Ricordando la mamma (L.D.B.)
 50 Turni delle farmacie
      Numeri Utili
      Per i collaboratori dell'Angelo
 51 Dall'AVIS Comunale
      Sottovoce
 52 Relax... iamoci (errebi)
 53 Per i più piccoli
 54 Preoccupazione per Radio Basilica (T. Cervati)
 56 Auguri a nonna Chiara
 57 Ciao Emanuela
 58 In memoria
      Anagrafe parrocchiale
 59 Offerte pro opere parrocchiali



la parola del Prevosto

Maggio: mese di vita
Viviamo il tempo della Pasqua: il periodo in cui la Chiesa canta la gioia della risurrezione che deve  essere proclamata a tutti. È la missione che Gesù risorto ha affidato ai suoi: "... andate, annunciate ai miei fratelli che sono risorto...".

La testimonianza della Chiesa continua quella degli Apostoli ai quali Cristo Signore è apparso e ha offerto i segni della sua risurrezione.

Oggi la Chiesa ripete ancora, a tutti, il suo appassionato invito: "Non temete, Gesù è risorto ed è con noi". E tutti pone in stato di missione perché ognuno abbia ad essere voce che proclama con la sua vita l'evento che fonda la fede cristiana.
La liturgia del tempo pasquale è orientata a confermarci in questa fede e in questo impegno.

Infatti ci presenta Gesù risorto che si mostra continuamente ai testimoni della sua vita e della sua morte e si fa riconoscere come lo stesso Gesù con cui i discepoli hanno avuto consuetudine di rapporti.
A questi uomini la cui fede si fonda sulle apparizioni di Gesù risorto viene affidata una missione: quella di rendere testimonianza a Cristo, di annunciare che egli vive tra i suoi e nella gloria del Padre dove vuole che anche noi abbiamo ad entrare.

Tutto questo ci conferma il libro degli Atti degli Apostoli la cui lettura, nel tempo della Pasqua, è proposta ogni giorno nella liturgia della Messa.

"La vita nuova" che si diffondeva agli inizi della Chiesa, per opera dello Spirito santo, continua ai nostri giorni seminando la gioia nel mondo.

Il mese di maggio

Maggio offre a tutti molteplici occasioni per coinvolgerci in questa "vita nuova" che continua ad essere donata dallo Spirito del Risorto alla nostra comunità parrocchiale. Vorrei richiamare le varie tappe della iniziazione cristiana: il Battesimo, la Santa Messa di Prima Comunione e la Cresima che interessano centinaia di bambini e ragazzi, insieme ai genitori e ai
familiari, in un arricchimento secondo lo spirito di Cristo risorto, guardando alla figura di Maria, madre di Gesù e della Chiesa. Questi eventi vanno considerati come esperienze di una comunità che vive la crescita spirituale non solo nelle famiglie direttamente interessate, ma in tutta la parrocchia.

Il servizio di catechesi che è offerto ai genitori, ai padrini e alle madrine dei battezzandi e ai familiari impegnati ad accompagnare il cammino dei candidati alla Cresima e alla Messa di Prima Comunione è inteso a promuovere uno stile di vita cristiana capace di creare testimonianza e rapporti coerenti in famiglia e in parrocchia.

Le celebrazioni dei sacramenti della iniziazione cristiana che nella nostra comunità hanno luogo nel mese di maggio sono occasioni irrepetibili per una rivisitazione del nostro modo di essere cristiani.

Siamo chiamati ad una partecipazione più responsabile e viva alla vita della nostra famiglia parrocchiale e ad una più acuta sensibilità per cogliere il bene che c'è in molti e a farci prossimo con chi è nel bisogno.

È il modo per far rivivere lo spirito delle prime comunità cristiane come ci ricorda il libro degli Atti degli Apostoli: "I fratelli erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane (l'Eucaristia) e nella preghiera... Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme, condividendo i beni... con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la stima di tutto il popolo". (At. 2, 42).

È possibile anche oggi?

Tutto può essere felice realtà nella misura in cui apriamo il cuore all'azione dello Spirito.

In parrocchia viviamo l'esperienza del mese di maggio, caratterizzato dalla devozione alla Vergine Maria.
Ritornare, quindi, alla nostra Madre, alla Vergine, perché essa rigeneri e faccia crescere in noi il germe di vita divina che abbiamo ricevuto nel Battesimo. Maria, immagine della Chiesa riceve un annuncio di gioia, la buona notizia: "Il Salvatore Gesù nascerà da te".

Dopo aver accolto la Parola, lo Spirito la coprirà con la sua potenza e inizierà in lei la vita dell'Uomo - Dio.

Gesù prenderà vita umana nel grembo della Vergine che, fatta madre, lo offrirà come Salvatore agli uomini. Maria sia l'immagine di ciò che intendiamo fare della nostra vita di battezzati - credenti: chiamati ad accogliere Gesù e a donarlo ai fratelli.

È un programma possibile. Maggio sarà un mese che rinnoverà i prodigi della Pentecoste per le nostre famiglie, per la nostra comunità parrocchiale.

Un importante appuntamento

Nel mese di maggio si svolgerà una consultazione elettorale molto importante.

Ogni credente, in qualità di cittadino, è chiamato ad offrire il suo apporto per il bene comune esercitando il suo diritto - dovere di elettore.

I vescovi italiani invitano a scegliere coloro che offrono alcune garanzie irrinunciabili:
- la persona, che deve essere comunque difesa e servita, sempre,
- la famiglia, che deve essere al centro dell'attenzione, come fondamento della società,
-  il bene comune che deve tendere allo sviluppo globale della società promuovendo le esigenze fondamentali di tutti: lavoro, salute, scuola, casa, ambiente, i valori su cui si costruisce la vita,
- l'impegno a liberare e promuovere le forze vive della società che si esprimono anche attraverso il vasto fenomeno del volontariato come  diritto - dovere di tutti, chiamati ad offrire la collaborazione nella promozione del bene comune.

Cordialmente, Don Luigi


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Calendario liturgico
dal 6 maggio al 3 giugno


Maggio

ORARIO SANTE MESSE
Basilica:
Prefestiva: ore 18.30
Festive: ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30
Celebrazione Liturgica: ore 16.00
Feriali: ore 7.00 - 9.00 - 18.30
S. Rocco:  Festiva: ore 9.00
S. Anna Breda Libera: Festiva: ore 10.00 Feriale: giovedì ore 20.00
Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30


6 - Domenica IV di Pasqua - Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Dal Vangelo - "Gesù disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono".
(Gv. 10, 27)


Sante messe con orario festivo
ore 15.00 Celebrazione della Prima Riconciliazione per i fanciulli/e della 2a elementare
ore 17.00 Salone Oratorio maschile: incontro con i genitori dei fanciulli/e della 4a e 5a elementare
ore 17.00 Salone Oratorio femminile (Rev.de Suore): incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di maggio


13 - Domenica V di Pasqua

Dal Vangelo - "Gesù disse: "Figlioli, ancora un poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". (Gv. 13, 33-34).

 Sante messe con orario festivo
ore   9.30 S. messa. Nel corso della celebrazione avrà luogo la Redditio del Padre Nostro per i fanciulli della 5a elementare
ore 16.00 Celebrazione liturgica
ore 17.00 Celebrazione dei Battesimi
ore 17.00 All'Oratorio maschile incontro con i genitori dei fanciulli/e della 3a elementare

Oggi si celebra anche la festa in onore della Madonna di Maggio
ore 18.00 S. messa seguita dalla processione in onore della Madonna

18 venerdì Memoria delle Ss. Bartolomea e Vincenza
 Sante messe con orario feriale
 La messa delle ore 7.00 è celebrata presso la Cappella della Rev.de Suore
ore 20.30 Celebrazione penitenziale con il sacramento della Confessione per i bambini della 3a elementare e per i loro genitori, in preparazione alla Messa di Prima Comunione.


20 - Domenica VI di Pasqua

Dal Vangelo - "In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a Lui e prenderemo dimora presso di Lui": (Gv. 14, 23)

 Sante messe con orario festivo

Ore 11.00 Santa Messa di Prima Comunione. I comunicandi con i loro genitori si troveranno alle ore 10.30 presso l'Oratorio maschile per il corteo che si svolgerà verso la Basilica.

ore 16.00 Celebrazione liturgica in Basilica

ore 16.00 All'Oratorio maschile incontro con i genitori dei ragazzi della 1a e 2a media

21 lunedì Beato Arcangelo Tadini - Verolese
 Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Incontro di preghiera presso la casa natale del Beato. Saranno presenti le Suore Operaie

25 venerdì Si apre oggi la "Novena di Pentecoste"

26 sabato Beata V. Maria di Caravaggio-  Se ne fa memoria nelle celebrazioni della sante messe
ore   9.00 S. messa celebrata presso la Cappella della Madonna presso lo stadio
ore 20.30 S. Rosario con breve omelia e benedizione presso la stessa Cappella


27 - Domenica ASCENSIONE del SIGNORE - Solennità

Dal Vangelo - "In quel tempo Gesù disse: "Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato". (Gv. 17, 24)

 Sante messe con orario festivo
ore 11.00 S. messa solenne con la partecipazione del coro parrocchiale
ore 16.00 All'Oratorio maschile incontro con i genitori dei ragazzi/e della 3a media in vista della Cresima dei figli che riceveranno domenica prossima
ore 16.00 Celebrazione dei Battesimi
ore 17.00 All'Oratorio femminile incontro con l'Azione Cattolica Adulti.

ore 18.00 Vespri solenni seguiti dalla s. messa delle ore 18.30

31 giovedì Visitazione della B.V. Maria. Si conclude il mese di maggio
ore 20.30: S. messa comunitaria delle Diaconie presso le rev.de Suore


GIUGNO

ORARIO SANTE MESSE

 In Basilica:   Prefestiva : ore 18.30
   Festive : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30
    : ore 16.00 Celebrazione Liturgica
   Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.30
 S. Rocco:  Festiva : ore 9.00
 S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00
   Feriale : giovedì ore 20.00
 Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30

1 venerdì Primo del mese, consacrato alle devozione del Sacro Cuore
 Sante messe con orario feriale
ore 20.30 Celebrazione penitenziale per i ragazzi/e di 3a media e per i
loro genitori in preparazione alla Santa Cresima che sarà amministrata
agli stessi figli


3 - Domenica PENTECOSTE - Solennità

Dal Vangelo - "In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre. (Gv. 14, 16)

 Sante messe con orario festivo

ore 11.00 Santa messa solenne con conferimento della santa Cresima. I cresimandi si ritroveranno alle ore 10.30 presso l'Oratorio maschile per il corteo che si svolgerà verso la Basilica.
ore 16.00 All'Oratorio femminile (Rev.de Suore) incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di giugno
ore 18.00 Vespri solenni seguiti dalla s. messa delle ore 18.30

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La Visita Pastorale

Pubblichiamo il testo dell'annuncio fatto dal Vescovo di Brescia durante la solenne messa del Crisma in Cattedrale il 12 aprile 2001.

Vi annuncio la Visita Pastorale
+ Giulio Sanguineti - Vescovo di Brescia


Carissimi sacerdoti e fedeli,    grazie e pace a voi in abbondanza.
Perché i doni del Signore abbondino sempre più ho deciso di intraprendere la Visita pastorale secondo le norme affidate alla carità pastorale del Vescovo.
"Il Signore è colui che è, che era e che viene..." (Ap 1, 8). Mi pare rivolta a noi la premura del Signore "che viene". Dio è colui che viene e abita con noi: Egli è l'"Emmanuele".
Il Natale celebra l'evento cardine della venuta del Signore, la sua visita non avrà termine finché si concluderà nei cieli nuovi e terra nuova.

Gesù continua la sua visita sulla terra per mezzo degli Apostoli e dei loro successori, i Vescovi.
Continuatore della peregrinazione di Cristo vengo a voi nel suo nome e col suo mandato, "principio visibile e fondamento dell'unità nella Chiesa particolare, formata a immagine della Chiesa universale" (LG 23).

Vostro Vescovo da più di due anni, assecondando desideri molteplici, ho potuto incontrare diverse realtà pastorali.
Ho apprezzato la vostra accoglienza e sono diventato partecipe di tante gioie, di qualche sofferenza e del desiderio di tanta speranza.

La Visita pastorale viene come ad offrire completezza nelle altre visite, ne manifesta in modo più esplicito il significato e ad esse si unisce in ricchezza  di modi e di spirito.

Vengo per collaborare a creare un clima di comunione e per stimolare la missione che si concretizza nella nuova evangelizzazione verso la quale ho indicato lo strumento delle unità pastorali: con voi vorrò rendermi conto delle situazioni concrete e cercare insieme le soluzioni possibili.

Ho nominato il Convisitatore nella persona del caro confratello Mons. Lucio Cuneo, gli ho affiancato una "Segreteria per la Visita pastorale"; a loro e agli uffici di Curia chiedo di prepararla secondo quelle indicazioni già emerse nella riunione degli Uffici di Curia e comunicate al Consiglio Presbiterale.

La visita procederà seguendo la divisione della diocesi in zone pastorali, e agli incontri verranno chiamati principalmente quanti sono destinatari di attenzione secondo le indicazioni della 'scelta pastorale' di questi anni.

Insieme con me ogni zona ed ogni parrocchia la prepari nella preghiera e nella riflessione: non si tratterà infatti di un evento esigente da un punto di vista organizzativo, ma eccezionale come dono di grazia, straordinaria nell'ordinario.

Esorto quindi i presbiteri, i diaconi, i membri della vita religiosa e consacrata, particolarmente le claustrali, i fedeli laici a sostenere spiritualmente la Visita pastorale perché sia recepita come dono singolare del passaggio di Dio e a dare la loro generosa collaborazione per la sua buona riuscita.

Affido alla Madonna, visitata nell'Annunciazione e visitatrice nel viaggio verso la casa di Elisabetta, di insegnarmi a portare Gesù alle comunità.

Ai SS. Patroni Faustino e Giovita chiedo di dare al pastore la forza di testimone e ai fedeli la generosità della risposta.

Benedico di cuore tutti.

Brescia 12 aprile 2001, Giovedì Santo

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Documenti

Messaggio del Santo Padre
per la XXXVIII Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

sottolineature a cura della Redazione de "L'Angelo di Verola"

6 maggio 2001 - IVa Domenica di Pasqua
Tema: "La vita come vocazione"

Venerati Fratelli nell'Episcopato,     carissimi Fratelli e Sorelle di tutto il mondo!

1. La prossima "Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni", che si svolgerà il 6 maggio 2001, a pochi mesi quindi dalla conclusione del Grande Giubileo, avrà come tema "La vita come vocazione". (...)
La parola "vocazione" qualifica molto bene i rapporti di Dio con ogni essere umano nella libertà dell'amore, perché "ogni vita è vocazione" (Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 15). Dio, al termine della creazione, contempla l'uomo e vede che è "cosa molto buona!" (cfr Gn 1,31): lo ha fatto "a sua immagine e somiglianza", ha affidato alle sue mani operose l'universo e lo ha chiamato ad un'intima relazione di amore.
Vocazione è la parola che (...) svela all'uomo la verità sulla sua esistenza. "La ragione più alta della dignità dell'uomo - leggiamo nel documento conciliare Gaudium et spes - consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, nè vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore" (n. 19). È in questo dialogo di amore con Dio che si fonda la possibilità per ciascuno di crescere secondo linee e caratteristiche proprie, ricevute in dono, e capaci di "dare senso" alla storia e alle relazioni fondamentali del suo esistere quotidiano, mentre è in cammino verso la pienezza della vita.

2. Considerare la vita come vocazione favorisce la libertà interiore, stimolando nel soggetto la voglia di futuro, insieme con il rifiuto d'una concezione dell'esistenza passiva, noiosa e banale. La vita assume così il valore di "dono ricevuto, che tende per natura sua a divenire bene donato" (Doc. Nuove vocazioni per una nuova Europa, 1998, 16, b).
L'uomo mostra di essere rinato nello Spirito (cfr Gv 3,3-5) quando impara a seguire la via del comandamento nuovo: "che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi" (Gv 15,12). Si può affermare che, in un certo senso, l'amore è il DNA dei figli di Dio (...). All'origine di ogni cammino vocazionale c'è l'Emmanuele, il Dio-con-noi.
Egli ci rivela che non siamo soli a costruire la nostra vita, perché Dio cammina con noi in mezzo alle nostre alterne vicende, e, se noi lo vogliamo, intesse con ciascuno una meravigliosa storia d'amore, unica ed irripetibile e, al tempo stesso, in armonia con l'umanità e il cosmo intero. Scoprire la presenza di Dio nella propria storia, non sentirsi più orfani, ma sapere di avere un Padre a cui ci si può totalmente affidare: questa è la grande svolta che trasforma l'orizzonte semplicemente umano e porta l'uomo a capire, come afferma la Gaudium et spes, che egli non può "ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di se" (n. 24). In queste parole del Concilio Vaticano II è racchiuso il segreto dell'esistenza cristiana, e di ogni autentica realizzazione umana.

3. Oggi però questa lettura cristiana dell'esistenza deve fare i conti con alcuni tratti caratteristici della cultura occidentale in cui Dio è praticamente emarginato del vivere quotidiano. Ecco perché è necessario un impegno concorde dell'intera comunità cristiana per "rievangelizzare la vita". Occorre per questo fondamentale impegno pastorale la testimonianza di uomini e di donne che mostrino la fecondità di un'esistenza che ha in Dio la sua sorgente, nella docilità all'azione dello Spirito la sua forza, nella comunione con Cristo e con la Chiesa la garanzia del senso autentico della fatica quotidiana. Occorre che
nella Comunità cristiana ciascuno scopra la sua personale vocazione e vi risponda con generosità. Ogni vita è vocazione ed ogni credente è invitato a cooperare all'edificazione della Chiesa. Nella "Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni", però, la nostra attenzione è rivolta specialmente alla necessità e all'urgenza di ministri ordinati e di persone disposte a seguire Cristo sulla via esigente della vita consacrata nella professione dei consigli evangelici.
C'è bisogno di ministri ordinati (...). C'è bisogno di uomini e donne che con la loro testimonianza tengano "viva nei battezzati la consapevolezza dei valori fondamentali del Vangelo" e facciano "emergere nella coscienza del Popolo di Dio l'esigenza di rispondere con la santità della vita all'amore di Dio riversato nei cuori dello Spirito Santo, rispecchiando nella condotta la consacrazione sacramentale avvenuta per opera di Dio nel Battesimo, nella Cresima o nell'Ordine" (Vita consacrata, 33).
Possa lo Spirito Santo suscitare abbondanti vocazioni di speciale consacrazione (...).

4. Il mio pensiero va ora ai tanti giovani assetati di valori e spesso incapaci di trovare la strada che ad essi conduce. Sì, solo Cristo è la Via, la Verità e la Vita. Ed è per questo necessario far loro incontrare il Signore ed aiutarli a stabilire con Lui una relazione profonda. Gesù deve entrare nel loro mondo, assumere la loro storia e aprire il loro cuore, perché imparino a conoscerlo sempre di più, man mano che seguono le tracce del suo amore. (...) Ricordo le parole del Concilio Vaticano II: "I presbiteri in primo luogo, abbiano gran cura di far conoscere ai fedeli (...) l'eccellenza e la necessità del sacerdozio... A questo scopo è oltremodo utile un'attenta e prudente direzione spirituale... Si badi però che questa voce del Signore che chiama non va affatto attesa come se dovesse giungere all'orecchio del futuro presbitero in qualche maniera straordinaria. Essa va piuttosto riconosciuta ed esaminata attraverso quei segni di cui ogni giorno il Signore si serve per far capire la sua
volontà ai cristiani prudenti; e ai presbiteri spetta di studiare attentamente questi segni" (Presbyterorum ordinis, 11).
Penso poi ai consacrati ed alle consacrate, chiamati a testimoniare che in Cristo è l'unica nostra speranza (...) Possa la presenza ed il servizio delle persone consacrate aprire il cuore e la mente dei giovani verso orizzonti di speranza pieni di Dio e li educhi all'umiltà e alla gratuità dell'amare e del servire (...).

5. Mi rivolgo adesso a voi, cari genitori cristiani, per esortarvi ad essere vicini ai vostri figli. Non lasciateli soli di fronte alle grandi scelte dell'adolescenza e della gioventù. Aiutateli a non lasciarsi sopraffare dalla ricerca affannosa del benessere e guidateli verso la gioia autentica, quella dello spirito. Fate risuonare nel loro cuore, talora preso da paure per il futuro, la gioia liberante della fede.
Educateli, come scriveva il mio venerato predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, "a gustare semplicemente le molteplici gioie umane che il Creatore mette già sul loro cammino: gioia esaltante dell'esistenza e della vita; gioia dell'amore casto e santificato; gioia pacificante della natura e del silenzio; gioia talvolta austera del lavoro accurato; gioia e soddisfazione del dovere compiuto; gioia trasparente della purezza, del servizio, della partecipazione; gioia esigente del sacrificio" (Gaudete in Domino, I). All'azione della famiglia faccia da supporto quella dei catechisti e degli insegnanti cristiani (...). Loro compito è guidare le nuove generazioni verso la scoperta del progetto di Dio su di loro, coltivando in esse la disponibilità a fare della propria vita, quando Dio chiama, un dono per la missione. (...)
Cari catechisti ed insegnanti (...) aiutate i ragazzi a voi affidati a guardare in alto, ad uscire dalla tentazione costante del compromesso. Educateli alla fiducia in quel Dio che è Padre e mostra la straordinaria grandezza del suo amore affidando a ciascuno un compito personale al servizio della grande missione di "rinnovare la faccia della terra".

6. Leggiamo nel libro degli Atti degli Apostoli che  i primi cristiani "erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere" (2, 42). Ogni incontro con la Parola di Dio è un momento felice per la proposta vocazionale. La frequentazione delle Sacre Scritture aiuta a capire lo stile e i gesti con cui Dio sceglie chiama, educa e rende partecipi del suo amore.
La celebrazione dell'Eucaristia e la preghiera fanno meglio capire le parole di Gesù: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe!" (Mt 9, 37-38; cfr Lc 10, 2). Pregando per le vocazioni si impara a guardare con sapienza evangelica al mondo ed ai bisogni di vita e di salvezza d'ogni essere umano; si vive inoltre la carità e la compassione di Cristo verso l'umanità e si ha la grazia di poter dire, seguendo
l'esempio della Vergine: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38).
Invito tutti ad implorare con me il Signore, perché non manchino operai nella sua messe:

Padre santo, fonte perenne dell'esistenza e dell'amore,
che nell'uomo vivente mostri lo splendore della tua gloria,
e metti nel suo cuore il seme della tua chiamata,
fa che nessuno, per nostra negligenza, ignori questo dono o lo perda,
ma tutti, con piena generosità, possano camminare
verso la realizzazione del tuo Amore.

Signore Gesù, che nel tuo pellegrinare per le strade della Palestina,
hai scelto e chiamato gli apostoli e hai affidato loro il compito
di predicare il Vangelo, pascere i fedeli, celebrare il culto divino,
fa' che anche oggi non manchino alla tua Chiesa
numerosi e santi Sacerdoti, che portino a tutti
i frutti della tua morte e della tua risurrezione.

Spirito Santo, che santifichi la Chiesa
con la costante effusione dei tuoi doni,
immetti nel cuore dei chiamati alla vita consacrata
un'intima e forte passione per il Regno,
affinché con un sì generoso e incondizionato,
pongano la loro esistenza al servizio del Vangelo.

Vergine Santissima, che senza esitare
hai offerto te stessa all'Onnipotente
per l'attuazione del suo disegno di salvezza,
infondi fiducia nel cuore dei giovani
perché vi siano sempre pastori zelanti,
che guidino il popolo cristiano sulla via della vita,
e anime consacrate che sappiano testimoniare
nella castità, nella povertà e nell'obbedienza,
la presenza liberatrice del tuo Figlio risorto.
Amen.

Dal Vaticano, 14 Settembre 2000

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Settimana Vocazionale

A cura dell'Équipe Vocazionale - Consulta per la Pastorale Giovanile di Zona, avrà luogo dal 20 al 26 di questo mese e interesserà l'intera nostra Zona Pastorale. Inizierà domenica 20 con la giornata per il Seminario Diocesano e continuerà nella settimana seguente con vari incontri, dei quali presentiamo il calendario zonale:

. lunedì 21, a Verolavecchia, nella casa della Carità
 - alle 19.00 l'incontro di preghiera per i consacrati/e;
 - alle 20.30, quello per gli operatori pastorali, soprattutto catechisti e membri dei Consigli Pastorali

. giovedì 24
 - alle 16.00, incontro per i ragazzi delle medie, all'Oratorio di  Alfianello
 - alle 20.30, incontro per gli adolescenti e i giovani nella parrocchiale di Cadignano

Altri appuntamenti verranno programmati a livello parrocchiale. Oltre che dagli incontri, la Settimana dev'essere caratterizzata dalla preghiera assidua, personale e comunitaria perchè il Signore ancora chiami qualcuno a seguirlo "più da vicino". Non si tratta di inventare cose nuove, ma di orientare anche secondo questa intenzione ciò che già si fa: la celebrazione quotidiana della Messa, la catechesi, la predicazione, la preghiera del rosario.

La nostra parrocchia ha un motivo in più per vivere con intensità questa settimana: essa cade a un mese esatto dalla
Ordinazione Sacerdotale del nostro padre Felice Bonini.

Essa avrà luogo il 23 giugno. Specificheremo meglio, su "L'Angelo" del mese prossimo, orari, luoghi, iniziative, anche per quanto concerne la celebrazione della sua Prima Messa. Ci uniamo, nella preghiera, alla trepidazione sua, del papà, della
mamma, del fratello e di quanti lo hanno caro. Veni, sancte Spiritus.


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Eredità del Giubileo

Rimetti a noi i nostri debiti
(4)

a cura di don Giovanni

Una realtà tragica, su cui il Santo Padre ci ha invitato a porre l'attenzione e che ci interpella, è la questione del debito estero.
Continuiamo a mediare, sintetizzandoli attraverso un'opera di selezione, i concetti e le informazioni, gli stimoli e gli appelli alla nostra coscienza contenuti nel libro: Un debito senza fine, curato in occasione del Giubileo dalla Commissione Diocesana per la riduzione del debito estero.

Più che una selezione, dobbiamo ora cercare di fare il riassunto, poichè il voler riportare in maniera precisa determinati concetti e l'evolversi di alcuni processi richiederebbe uno spazio eccessivo, che nuocerebbe alla leggibilità stessa di queste pagine. Per chi desidera approfondire, rimandiamo perciò al libro citato.

Ci eravamo lasciati con l'America Latina colonizzata e l'Africa devastata dalla tratta degli schiavi. Le cronache, assai tristi, di
questi giorni, ci dicono che tale tratta non è affatto finita, ma continua, quel ch'è peggio, a danno dei bambini, venduti dai loro stessi genitori. Non possiamo poi dimenticare la tratta a fine di sfruttamento della prostituzione di donne dall'Africa, dall'Est Europeo, ecc. Già che ci siamo, non dimentichiamo il turismo sessuale, spesso a danno di minori, che distinti e brizzolati signori per bene compiono in Brasile, in Thailandia, ecc.

Torniamo al nostro tema.
Il colonialismo, si sa, è continuato anche dopo l'indipendenza, faticosamente e sanguinosamente raggiunta dai Paesi del terzo Mondo. Infatti lo sfruttamento economico è continuato, favorito anche dal disastro politico di popoli, come quelli dell'Africa Nera, non abituati a ragionare in termini di confini statali.

Ma il disastro del debito estero inizia a prendere corpo nel 1973. Colpevoli: le multinazionali statunitensi del petrolio (dette "Le Sette Sorelle"). Queste fanno in modo che il prezzo del petrolio venga aumentato: esso si quadruplica, prendendo a pretesto il conflitto arabo - israeliano. Ricordo, ero ancora adolescente, che noi ci godevamo: con le automobili costrette da un decreto governativo a star ferme nei giorni festivi, potevamo, insieme al nostro curato, andare a spasso, dopo la messa dei ragazzi, da un paese all'altro, in massa, con la bicicletta.
Ma India e Brasile, per es., non fanno festa per nulla: stavano iniziando a meccanizzare le loro agricolture; per non fermare i
trattori, dovettero chiedere più prestiti: il debito estero cominciava così a gonfiarsi. Soprattutto, le banche europee e nordamericane si trovarono con un fiume di denaro che, per le leggi dell'economia, andava investito. E allora, ecco i prestiti "vantaggiosi" offerti ai Paesi poveri; lo sono per davvero, all'inizio (tassi dall'1 al 5%: roba per davvero da ridere).

Ma.......
1) la corruzione è in agguato e nei paradisifiscali va a finire una cospicua fetta della torta;

2) i prestiti assumono spesso la forma di "prestiti a breve termine": capitale ed interesse vanno restituiti entro pochi mesi. A queste condizioni non si possono realizzare opere di pubblica utilità: scuole, ospedali, strade, dighe: esse richiedono tempi di progettazione e realizzazione molto più lunghi. Ma ecco pronta l'offerta di armamenti e la capacità di convincere che sono utili, se non necessari. Troviamo così le guerre tra poveri, che scoppiano per vere e proprie inezie. Come si fa a non
pensare che tutto non sia, il più delle volte, un diabolico sistema progettato a bella posta per far soldi sulle disgrazie dei poveri?

3) Spesso i prestiti sono utili, condizionati alla realizzazione di opere che nulla hanno a che spartire con le reali esigenze della popolazione. Chi fornisce il prestito decide anche quale impresa deve realizzare l'opera per la quale è fornito; non conta poi se l'opera realizzata può essere addirittura dannosa per la gente.

Vedere, per es., la centrale nucleare, costruita, guarda caso, da una multinazionale americana nelle Filippine: al di là di quel che si pensi di questa fonte di energia, tale centrale costa ai Filippini un occhio della testa come rata per il debito estero. Ed è stata costruita su un vulcano. Cosicchè non è mai entrata in funzione. Non ci si preoccupava invece, da parte del Fondo Monetario Internazionale, di capire a cosa servissero soldi prestati a dittatori pazzi, per opere faraoniche e inutili o per l'acquisto di armi. Importante era dare, per riavere moltiplicato.

Nel 1979 arriva la seconda cristi petrolifera: il greggio quintuplica il prezzo. Le economie dei paesi poveri, che non possono più permettersi di acquistarlo, sprofondano, aumenta il flusso di capitale da "offrire" in prestito. Soprattutto Inghilterra e USA, Reagan e Tatcher (quella della guerra delle Malvine - Falkland) fanno in modo di aumentare il valore di dollaro e sterlina. I tassi di interesse passano dal 5 al 20%, in alcuni casi al 30 o 35: la spremitura dei poveri non solo non accenna a
diminuire, ma si intensifica, anzi, si moltiplica.

Il dollaro viene fatto diventare la moneta di riferimento negli scambi commerciali e in tal modo si rafforza. Se prima con un dollaro si potevano comprare dieci banane, ore se ne acquistano venti. Con i tassi di interesse portati a quelle altezze, le monete nazionali dei Paesi poveri svalutate dieci, venti, trenta volte rispetto al dollaro, poichè i debiti sono stati contratti in dollari, di colpo questi Paesi si trovano con una voragine insanabile, cifre da rimborsare enormemente superiori a quelle stipulate.

Per capirci: mi prestano 100 al tasso del 5%: dovrò restituire 105; poi il tasso aumenta al 20%: anzichè 105, devo restituire 120. Ma il mutuo è contratto in dollari, nei confronti dei quali, nel frattempo, la mia moneta ha perso valore. Prima il mio stipendio corrispondeva, per es., a 300 dollari, ora, lo stesso stipendio, corrisponde a 100. Ne consegue che ho quanto basta per restituire la cifra inizialmente prestatami, ma non ciò che serve per pagare l'interesse e quanto occorre per mangiare.

Gli interessi rimangono da pagare e, sugli interessi e su quanto non ho potuto restituire, maturano altri interessi, di anno in anno. Si decreta così la rovina delle economie dei paesi di Lazzaro e il continuo rimpinguamento di quelle dei Paesi di Epulone: i nostri, del cui benessere costruito sul sangue dei poveri anche noi godiamo.
Nel 1980 il debito dei Paesi poveri non arrivava a 600 miliardi di dollari ma, nel '98 tocca quota 2.400 miliardi di dollari.

Un debito senza fine.

Cosa possiamo fare?
- Attraverso gli Istituti Missionari che conosciamo (v. "Angelo" di aprile), la Caritas, il Centro Missionario Diocesano, le ACLI, l'Azione Cattolica e altri organismi di volontariato internazionale raggruppati nel FOCSIV, possiamo contribuire alla campagna della Chiesa Italiana per la Riduzione del Debito Estero dei Paesi più poveri.
- Coscientizziamoci: leggiamo la mirabile Populorum Progressio del nostro Paolo VI e la Sollicitudo rei socialis, cap. 3°, di Giovanni Paolo II. È facile procurarsele nelle librerie cattoliche del centro città.



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ogni mese ... una preghiera

Teniamo ancora sotto la nostra attenzione l'Eucaristia, memoria viva della Pasqua di morte e risurrezione di Gesù, continuazione sacramentale della sua presenza dopo la sua Ascensione nella gloria. Il fatto che Gesù  abbia un posto - il tabernacolo - ove egli continua a rimanere con noi, è ulteriore garanzia che un giorno avremo davvero quel posto ov'è
Lui e che Egli, con l'Ascensione (27 maggio), è andato a prepararci (Gv. 14, 2-3).
La nostra preghiera  s'innalza allo Spirito del Signore risorto anche per altri due motivi:
1 - i fanciulli che in questo mese si accosteranno per la prima volta ai Sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia, quelli che vivranno la "Redditio" del Padre nostro e per le loro famiglie;
2 - la Settimana Vocazionale. Rimandiamo alla pagina che la presenta e al messaggio e alla preghiera del Papa.

Mistero dell'Ascensione
Salvatore glorioso in cielo


Tu sei scomparso dagli occhi degli Apostoli, al momento dell'Ascensione, solo perché volevi tornare invisibilmente nei loro cuori; sei salito al cielo per ridiscendere verso di noi e far penetrare il cielo nell'anima nostra.
Quando vieni in noi nella comunione, tu porti con te il mistero della tua Ascensione. Non cessi di rimanere alla destra Padre nella gloria celeste, ed è con questa gloria, con questa prossimità del Padre che, misteriosamente, entri in noi.

Facendo abitare il cielo in questa nostra povera dimora terrena, degnati di elevare i nostri pensieri all'altezza dei pensieri divini, di formare i nostri sentimenti sull'immagine degli affetti celesti, di dirigere le nostre aspirazioni unicamente verso il possesso di Dio.

Poiché in questa comunione tutto il cielo ti accompagna, degnati unirci maggiormente a tutti gli angeli e a tutti i santi, di associarci all'immensa comunità degli eletti, affinché passiamo la vita di quaggiù in loro compagnia come nella tua.

Poiché il cielo è ovunque sei tu, facci già gustare una gioia celestiale, e rendici degni di gustarlo poi un giorno più completamente, riempiendoci della tua presenza e ispirandoci la nobiltà, la purezza, l'amore ardente dei beati!

Jean Galot, Preghiere dopo la Comunione, Ed. Benedettine, Sorrento 1976


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vita parrocchiale

Mese di Maggio

Calendario delle sere di preghiera nelle varie Diaconie

Diaconia Sant'Antonio

Venerdì 4 maggio Fam. Gavazzoli - via Mazzini, 58
Mercoledì 9 maggio Condominio - via Brodolini, 1
Mercoledì 16 maggio Fam. Staurenghi - via M.L. King
Lunedì 21 maggio Serata comunitaria
 presso casa natale don Tadini - via Mazzini
Lunedì 28 maggio Condomini - via Biaggi 6

Diaconia San Lorenzo

Martedì 1 maggio Fam. Pea - via Grimani
Martedì 8 maggio Condominio Filanda - via Semenza
Martedì 15 maggio Fam. Cremaschini Luigi - via Zanardelli 17
Martedì 22 maggio Serata comunitaria presso Castel Merlino

Diaconia San Rocco

Mercoledì 2 maggio Fam. Barbieri Azzola - via Monti, 3
Mercoledì 9 maggio Fam. sorelle Rossini - via Prevostura 5
Mercoledì 16 maggio Fam. Moioli-Savio - via S. Rocco 32
Mercoledì 23 maggio Serata comunitaria
 presso Fam. Bodini-Vigna - via Bredadasso 17

Diaconia San Donnino

Mercoledì 2 maggio Fam. Colla - Girelli - via Castellaro 25
Giovedì 10 maggio Santella S. Anna - via Ricurva
Giovedì 17 maggio Condominio Tiepolo
Giovedì 24 maggio Serata comunitaria
 presso Chiesa San Donnino

Diaconia Sacro Cuore

Venerdì 4 maggio Fam. Rossini-Moro - via Benedetto Croce 1
Venerdì 11 maggio Fam. Cervati - via Tito Speri 16
Venerdì 18 maggio Fam. Azzini - via De Amicis 31
Venerdì 25 maggio Serata comunitaria presso Parco Giochi
Diaconia Madonna Caravaggio

Giovedì 3 maggio Condominio Gescal - via Puccini
Giovedì 10 maggio Fam. Corradi - via Mazzolari
Giovedì 17 maggio Fam. Penocchio Aldo - via Ponchielli 13
Giovedì 24 maggio Fam. Zorza Franco - via Leonini 19
Sabato 26 maggio Serata comunitaria
 presso Cappella Madonna Caravaggio

Diaconia Crocifisso

Mercoledì 9 maggio Fam. Marini - via Grandi
Mercoledì 16 maggio Fam. Belli-Molina
 Condominii via Circonvallazione
Lunedì 28 maggio Serata comunitaria
 presso giardini villette via Lombardia

Diaconia Sant'Anna

dall'1 al 6 maggio in Chiesa
dal 7 al 13 maggio Fam. Bruschi
dal 14 al 20 maggio S. Anna
dal 21 al 27 maggio Santella
Martedì 29 maggio Serata comunitaria presso la Chiesa

Giovedì 31 maggio ore 20.30 dalle Rev. Suore incontro conclusivo del mese di maggio per tutta la parrocchia

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Prossimo Centro di Ascolto Lunedì 14 maggio

"Erano assidui nella frazione del pane"

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21 Maggio
Beato Arcangelo Tadini
Sacerdote



Nella ricorrenza della memoria del Beato Arcangelo Tadini pensiamo di fare cosa gradita ai nostri lettori pubblicando i testi per la celebrazione dell'Ufficio delle Letture, ai quali vanno aggiunti i salmi propri del tempo e il Vangelo proprio del giorno.

Sono i testi ufficiali con cui la Chiesa Bresciana prega per celebrare la memoria di questo nostro concittadino che Giovanni Paolo II ha voluto e proclamato Beato il 3 Ottobre 1999.

Al Beato Arcangelo chiediamo di intercedere, oltre che per i nostri bisogni personali, anche per tutta la nostra comunità parrocchiale e a lui affidiamo anche Padre Felice Bonini che il prossimo 23 Giugno riceverà l'ordinazione sacerdotale.

La Comunità Parrocchiale Verolese ricorderà il Beato lunedì 21 Maggio con una celebrazione di preghiera guidata dalle suore operaie presso la sua casa natale in via De Gaspari (con ingresso da via Mazzini).

Memoria
Dalla liturgia delle ore


Nacque il 12 ottobre 1846 a Verolanuova (Diocesi e provincia di Brescia) ultimo di undici figli. Durante il periodo del Seminario una caduta lo rese claudicante per tutta la vita. Ordinato Sacerdote nel 1870, dopo un anno trascorso a casa per la salute malferma, esercitò il suo ministero a Lodrino, a La Noce e, come Parroco per 25 anni, a Botticino Sera.

Vero pastore, si dedicò ai bisogni spirituali della sua parrocchia attraverso la predicazione e la catechesi. Attento ai segni dei tempi, diede vita a iniziative sociali quali la Società Operaia di mutuo soccorso, la Banda musicale, il progetto per una ferrovia. Si dedicò in particolare alle giovani operaie. Per loro, dietro l'impulso della prima Enciclica sociale, la "Rerum Novarum" di Leone XIII, progettò e costruì nel 1895 una filanda, nel 1898 aprì un pensionato, nel 1900 fondò le
"Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth" con il compito di educare le giovani lavorando con loro.

Austero e riservato, fu uomo di fede incrollabile davanti alle numerose difficoltà incontrate per realizzare la sua Opera. Devoto dell'Eucaristia e di Maria, uomo di profonda preghiera, fu apostolo instancabile del mondo del lavoro, al quale additò come modello Gesù lavoratore a Nazareth.

Morì a Botticino il 20 Maggio 1912. Fu proclamato beato da Giovanni Paolo II il 3 Ottobre 1999.

Dal Comune dei Pastori con salmodia del giorno.

Ufficio delle letture
PRIMA LETTURA


Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 5, 17-22; 6, 10-14

La buona battaglia del presbitero e dell'uomo di Dio

Carissimo: i presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento. Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia (Dt 25, 4) e: Il lavoratore ha diritto al suo salario (Dt 24, 15). Non accettare accuse contro un presbitero senza la deposizione di due o tre testimoni (Dt 19, 15).
Quelli poi che risultino colpevoli riprendili alla presenza di tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore. Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste norme con imparzialità e di non far mai nulla per favoritismo. Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui. Conservati puro!

L'attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori.

Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.

Al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose e di Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

+ Parola Di Dio
R. Rendiamo Grazie a Dio


SECONDA LETTURA

Da un'omelia di Don Arcangelo Tadini, Sacerdote
ASO - Botticino, Sermones, IV. pp. 947-958

Croce Santa: mistero di morte e di gloria.


"La Croce! Quanto è grande Iddio! La Croce, oggetto d'ignominia e di vergogna... Croce! ... Ecco il vessillo più glorioso. Oh uomini, abbassate le vostre aquile, le vostre lance, i vostri emblemi, le vostre insegne. Abbassate la fronte, chinatevi fino a terra. Ecco la Croce, il vessillo di Dio. Fate luogo, venerate, adorate: è il vessillo di Dio. È forse idolatria venerare la croce? No, la nostra adorazione non si ferma al legno, ma sale agli arcani Divini, il nostro pensiero s'immerge in Dio.
Gesù Cristo vive, Gesù Cristo vince, Gesù Cristo regna; ma questo regno Gesù Cristo lo conquistò con la croce, con la Croce lo propagò, con la Croce lo conserva. È la Croce che eccita in noi una tenera memoria di quel Dio che ci ha amati fino a darsi per noi alla morte, e alla morte di Croce. Non adoriamo il legno come legno, ma l'altare sul quale è stata immolata la vittima d'amore, l'uomo Dio, Gesù Cristo.
Adoriamo quel sangue preziosissimo che tutta l'ha intinta, quelle mani, quei piedi che traforati da chiodi quasi innestarono in essa le Divine virtù...; adoriamo quel corpo, opera dello Spirito Santo, frutto del seno della Vergine.

La Croce ci ricorda che quel corpo già fatto una piaga per la flagellazione, sfinito di sangue e di forze per il grave peso che più volte lo fece cadere, fu gettato sopra di essa da inumani carnefici, stirato, dislogato, per stenderlo su quel letto di dolore; alle piaghe si aggiungono novelle piaghe, i chiodi trapassano le mani ed i piedi, e sollevato in alto si rinnovano gli spasimi, si dilatano le ferite, si moltiplicano gli strazi.

O Croce, tu vedesti quell'anima Santa in quel mare di tristezza e di affanno, numerasti i colpi del martello, contemplasti quel volto, tutto tinto di sangue, impallidire, chinare la fronte, chiudere gli occhi, morire. Tu che sostenesti quel corpo esanime, innalzato tra il Cielo e la terra, mentre si oscurava il sole, si aprivano i sepolcri, si squarciava la volta del tempio, tu, insegna a noi quello che dobbiamo imparare.

Sì, la Croce, dopo averci mostrato lo spogliamento totale, il disprezzo profondo, l'amaro strazio del corpo di Gesù, ci è di grande insegnamento.

A dir vero, le azioni di Gesù furono tutte dimostrazioni, insegnamenti; ma donde ci ammaestrò in maniera più efficace e perfetta che dalla Croce? Da questa apprendiamo le verità più rilevanti, i misteri più sublimi, le virtù più eroiche. E prima non c'insegna la sua misericordia? San Giovanni esclama: "Mirate fino a qual segno Iddio ha amato il mondo, da farci dono del suo Figliolo condannandolo alla morte e alla morte di Croce per la salute degli uomini".

Fratelli, tutta la storia non è che una vittoria continua di Gesù con la Croce.

C'è la Croce? E voi trovate ogni bene, ogni virtù; non si vuole la Croce? E voi aspettatevi il disordine, malessere, vizi.

Domina la Croce? E nelle famiglie, sono rispettati i genitori, si amano i fratelli, si va di ben in meglio. Nelle Nazioni si rispettano le autorità, si alienano le miserie, c'è la pace, la tranquillità, i paesi sono felici, non vi sono divisioni, partiti, contrasti, tutto è ordine, armonia; nei matrimoni la santità; nei contratti la giustizia; nei divertimenti la moderazione; nell'amicizia la sincerità; nelle ricchezze la generosità; nella povertà la rassegnazione; nelle afflizioni il sollievo; nei dolori il balsamo, sulla terra il cielo.

Non volete la Croce? Ed ecco nelle famiglie c'è lo sfacelo, il padre in contrasto con la moglie, la sposa che contraria il marito, i figli che fanno a loro modo; nei popoli l'anarchia, la rivoluzione pur senza nemici, si è in continua guerra; nell'abbondanza si manca di tutto; nella prosperità tutti si lamentano; vi sono mille comodità e nessuno è contento; le feste finiscono in liti; i divertimenti in ferite.

Non basta dunque aver la Croce appesa al letto, attaccata al collo, circondarla di pompe, di solennità, di onori; se queste cose ci eccitano a ricordare i suoi insegnamenti e a renderci simili alla Croce, vanno bene; se ci eccitano invece a pensieri ben diversi di quelli che ci ispira la Croce, è un edificare con la sinistra per distruggere con la destra.

Piaccia a Dio che voi mai arrossiate della Croce. Essa deve essere, anzi, è tutta la nostra gloria, tutta la nostra felicità; essa
dev'essere in perpetuo il grande oggetto della nostra fede, dello studio e dell'amor nostro. Venite dunque fratelli, ai piedi di questa Croce come a un altare sacro".

COLLETTA

O Dio che hai donato al sacerdote, beato Arcangelo Tadini, l'ardore apostolico per la cura pastorale della famiglia e dei giovani lavoratori, fa che siano sostenuti con la tua grazia tutti coloro che sono impegnati nelle diverse fatiche, per obbedire al disegno della tua provvidenza. Per Gesù Cristo, nostro Signore che vive e regna, con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

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Fondazione "Aiutiamoli a vivere"
O.N.L.U.S. D.L. 460 del 04.12.1997
Iscritta Albo Regionale Volontariato
n. 147 del 19.01.1994
Comitato di Borgo San Giacomo

Alla Comunità Verolese

Nelle giornate di sabato 31 marzo, domenica 1 e sabato 7 aprile 2001 è stata allestita la bancarella per la vendita di uova pasquali e bamboline, realizzate dal Comitato, finalizzata alla raccolta di fondi per i bambini della Bielorussia. Domenica 8 aprile sui sagrati delle chiese di San Rocco e di Breda Libera è proseguita la vendita e ci pare doveroso informare la popolazione che ha partecipato, illustrando meglio l'esito dell'iniziativa.

Sono state raccolte complessivamente L. 4.257.000

Questa somma andrà ad aggiungersi ad altre donazioni per la realizzazione di diversi progetti in cantiere, destinati agli
orfanotrofi bielorussi, riassunti qui di seguito in breve:

SCUOLA FABBRICA

. Presso l'orfanotrofio di Sennò si sta organizzando una scuola di cucito, con macchinari provenienti dall'Italia, per insegnare una professione alle ragazzine. Per i ragazzi, sempre nello stesso istituto, prosegue con successo il corso di falegnameria che dallo scorso anno sta preparando nuovi artigiani. Con la collaborazione di un gruppo olandese sono state fabbricate delle serre per la coltivazione di ortaggi che hanno già prodotto raccolti insperati e verranno ampliate. È stata allestita un'aula informatica e  si stanno addestrando i ragazzi all'uso dei personal computer.

TIR DELLA SPERANZA

. Nel mese di ottobre partirà la colonna di TIR che ogni anno rifornisce gli istituti di alimentari, materiali per la pulizia e l'igiene personale, indumenti, coperte ed articoli necessari alla sopravvivenza dei bambini.

VACANZE LAVORO

. Nel periodo estivo un gruppo di cinquanta volontari (tecnici, idraulici, elettricisti, muratori, piastrellisti) si recheranno in due
orfanotrofi bielorussi per il rifacimento totale dei servizi igienici, delle cucine e dei locali lavanderia che sono in condizioni igieniche insane.

Spiegare in poche righe la situazione di questi istituti senza mostrare fotografie è difficoltoso (abbiamo comunque a disposizione filmati che documentano il "prima" e il "dopo" l'intervento che sono a disposizione anche delle scolaresche che volessero farne richiesta).

In Bielorussia l'orfanotrofio è per molti bambini l'unica risorsa alla sopravvivenza; la disoccupazione, l'alcoolismo e la delinquenza conseguenti, minano il tessuto familiare e dietro la storia di molti bambini si nascondono episodi di squallore e di dolore. L'intervento della Fondazione, tramite i Comitati sparsi sul territorio italiano, è spesso l'unica risposta ai bisogni primari in una società che non è in grado di garantire il minimo sostegno sociale.

Al compimento dei 17 anni i ragazzi vengono dimessi dagli orfanotrofi, per molti di loro l'unica alternativa alla delinquenza e al marciapiede è avere acquisito una professionalità che consenta loro un lavoro dignitoso.

Noi del Comitato vogliamo ringraziare quanti ci stanno sostenendo, in particolare i Sacerdoti della Parrocchia che hanno dimostrato sensibilità e interesse, il gruppo "Conoscerci" e la sezione AVIS di Verola che ci hanno aiutato nel momento del "bisogno".

Ci pare giusto spendere due parole anche sul soggiorno climatico che nel prossimo mese di maggio coinvolgerà, oltre a Borgo S. Giacomo, Quinzano e Villachiara, anche nove famiglie verolesi.

Quest'anno, grazie alla promozione dell'"Angelo" ed alla disponibilità dei sacerdoti verolesi, si sono aggiunte altre famiglie che ospiteranno bambini bielorussi provenienti dai villaggi della zona di Minks. I bambini arriveranno il 5 Maggio resteranno con noi cinque settimane, frequenteranno la scuola elementare di Borgo San Giacomo e saranno seguiti da una loro insegnante e dall'interprete. Il soggiorno serve a migliorare la loro salute resa cagionevole dalle radiazioni, conseguenti
al disastro di Chernobyl (le esperienze passate hanno dimostrato che una permanenza in Italia, il clima, il cibo sano hanno giovato in larga misura).

Speriamo che questa iniziativa prosegua con sempre maggior entusiasmo. Ancora grazie!

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dagli  oratori

Sogni nel cassetto
di don Giovanni

Il Progetto Educativo dell'Oratorio non dedica un pensiero specifico a realtà come le associazioni e i movimenti: non ne viene caldeggiata la presenza e la promozione. Tuttavia, tali realtà non furono completamente ignorate nella stesura di quel testo e, comunque, erano ben presenti nella mente di alcuni, tra i quali il sottoscritto. Fu così che, almeno, vi si accennò, anche se solo  di sfuggita, a pag. XXXIV del PEO (parte III, cap. 8, par. cl. 4): "Fanno parte del Consiglio dell'Oratorio:
(...) i rappresentanti delle eventuali associazioni presenti in Oratorio, ecc.".
Si parla di eventuali associazioni. Il pensiero, infatti, non andava tanto, o comunque non solo, a quelle già esistenti (ANSPI, CSI), una delle quali, l'ANSPI, sarebbe entrata presto in via di dismissione.
C'erano due "sogni" che covavano fin dall'inizio della mia presenza qui a Verola, convinto com'ero - e tuttora sono - della loro utilità, ma prima ancora della loro validità ai fini della promozione di una coscienza laicale e apostolica. Quei due sogni si chiamano ACR e AGESCI. Col tempo se n'è aggiunto un terzo. Chi ne ha avuto occasione, mi ha sentito più volte parlarne (non ero comunque il solo a farlo), ed esprimerne un forte desiderio, fin dall'inizio. Vediamo brevemente la
loro storia dentro il nostro Oratorio, nel periodo del mio ministero verolese.

1 - ACR. Significa Azione Cattolica dei Ragazzi. A Verola l'Azione Cattolica esiste tutt'ora, come gruppo degli adulti (la sigla dovrebbe essere ACA, ma non la si usa per ovvi motivi..). Inoltre, quando arrivai a Verola, gli adolescenti e i giovani che, dopo la terza media, continuavano il cammino, venivano automaticamente tesserati all'ACG (dove "G" sta per Giovanissimi e Giovani). La cosa finì abbastanza presto, in quanto l'appartenenza all'Associazione era abbastanza
fittizia, poco e per nulla sentita dagli interessati. Era necessaria una coscientizzazione diversa, che poteva verificarsi, per esempio, col "tirar su" da piccoli coloro che intendevano aderirvi. L'ACR, una volta, portava il nome di Gruppo degli Aspiranti. Sarà perché il nome era alquanto incompleto - uno deve pur aspirare a qualcosa - , aggiungi il fatto che, coi tempi che corrono, esso suonerebbe ambiguo - uno che aspira, più che a qualcosa, potrebbe semplicemente aspirare una
certa tal cosa - si pensò bene, or è qualche decennio, di cambiarle nome.

Spiritosaggini a parte, l'esperienza ACR, se realizzata come si deve, è davvero completa. Prende i fanciulli dall'età di sei anni e, di livello in livello, li accompagna all'età adulta. In ACR è pensato un cammino per i "6-8" (ci si riferisce agli anni di età), per i "9-11" e per i "12-14". Il cammino è proposto all'interno di una forte esperienza di gruppo, un gruppo vero, non quelli, spesso tali solo di nome, difettosi di un reale riferimento anche affettivo - identificativo, che i ragazzi
formano nella catechesi ordinaria. Al tempo stesso il gruppo è costantemente collegato all'intera Associazione: il cammino suo proprio si interseca e si integra con gli incontri a livello più allargato. La formazione catechetica viene integrata dalle esperienze del "mese del ciao" all'inizio del primo Tempo (ottobre), del "mese della pace" all'inizio del secondo (gennaio), del "mese degli incontri" (nel clima pasquale). Il tutto si svolge nell'attenzione all'orizzonte liturgico, con la valorizzazione dei tempi forti e il riferimento alle solennità principali: Natale-Epifania, Pasqua-Ascensione, Pentecoste. A unificare il cammino c'è poi la proposta dell'Iniziativa Annuale, che coinvolge tutti i gruppi delle tre fasce di età.

Valorizzazione del protagonismo dei ragazzi, delle varie dimensioni della loro personalità, una catechesi basata sull'esperienza concreta e, perciò, capace di parlare e far parlare la Parola nella vita, un cammino che mette in moto anche manualità e capacità motoria: l'ACR è davvero un'esperienza completa di formazione, è una delle cose di cui c'è proprio bisogno.
Per realizzarla non basta il prete: si tratta di un'esperienza laicale; richiede educatori che vi si dedichino con convinzione, passione e a tempo pieno. E siano adeguatamente preparati sia dal punto di vista "tecnico" che da quello spirituale - associativo.
Il problema è sempre stato questo, qui da noi: trovare giovani disposti a vivere l'esperienza di educatori ACR.

Un primo tentativo concreto fu fatto nell'89-90, anno più, anno meno: un gruppo di adolescenti frequentò il corso per allievi catechisti, a Brescia e, contemporaneamente qualcun altro partecipò al corso per educatori ACR. Alla fine non ne sortì nulla.

Secondo tentativo: dopo pochi anni, la superiora di allora, sr. Bartolomea, si disse disponibile a tentate l'avvio dell'esperienza. Conoscendo il suo temperamento, mi dissi che era la volta buona. Ma a metterci la coda, stavolta, non fu il diavolo, bensì la Parrocchia. Si voleva avviare la Scuola di Vita Familiare, per la quale furono contattate alcune coppie di sposi, inserite nella locale Équipe de Notre Dame; non avendo riferimenti verso cui orientarsi, questi, insieme agli altri sacerdoti, si rivolsero all'Oratorio femminile e a sr. Bartolomea, la quale mi disse di non avere la possibilità di fare l'una e l'altra cosa; dal momento che era la Parrocchia a chiedere la sua disponibilità, riteneva di dover dare la priorità alla richiesta di questa. In tal modo anche tale occasione svanì: l'ACR non potè tentare il seppur timido decollo, ma alla fine, non si fece nulla neanche della SVF (che prese corpo qualche anno più tardi, ad opera di altre persone): insomma, un involontario "pasticcio parrocchiale".

Terzo e, fino ad ora, ultimo tentativo: alla fine dello scorso anno oratoriano, nel giugno del 2000 quindi, chiedo all'assistente diocesano dell'ACR di venire a parlare lui stesso o di inviare qualcuno, di questa Associazione e del suo metodo. Viene una coppia di educatori e parla a un bel gruppo di nostri giovani animatori e catechisti. Di questi (solo) tre decidono di partecipare, nel successivo autunno, ad un corso per educatori ACR. Ora si tratta di valutare con loro il da farsi. Vedremo
come "butta". In ogni caso non si può dire che non ci si è provato.

2 - AGESCI. Per dirla in poche parole, si tratta dell'associazione degli Scouts di ispirazione cristiana. Valorizzazione di tutte le dimensioni del ragazzo, serio cammino di formazione alla fede, accompagnamento del ragazzo all'età adulta. In maniera diversa, con differenti accentuazioni e metodi, si trova in quest'esperienza quanto è offerto dall'ACR: una realtà che deve esserci, tanto più che non pochi ragazzi di Verola hanno fatto e fanno parte di "branchi" dei paesi vicini (Manerbio, Quinzano).

Da pensare il fatto che l'AGESCI, a Verola, c'era. Si fa presto a lasciar perdere qualcosa che già c'è; rifare quanto s'è disfatto è molto più difficile. Perché, in base a quali responsabilità, ancor prima che iniziasse l'attuale parrocchiato corriniano, tale esperienza fu lasciata o fatta morire?

L'esigenza di dar vita a un gruppo scout, nel corso degli scorsi anni, fu caldeggiata più volte anche da qualche animatore, purtroppo solo a livello di auspicio, ma non di concreta possibilità a mettersi in gioco. Anche chi si dedica a questa attività, infatti, deve rendersi disponibile mani e piedi per l'avventura esaltante dell'educare.
Nel corso di questi anni ho più volte ospitato in Oratorio, dal pomeriggio del sabato alla mattina della domenica, gruppi di scout in uscita; qualche volta - l'ultima è della scorsa estate - ho fatto questo anche a Paspardo, durante la nostra permanenza colà. Oltre al dovere della collaborazione educativa e dell'ospitalità, a determinare tale scelta è anche la segreta speranza che, prima o poi, vedendo, a qualcuno "venga voglia". L'atteso effetto, finora, non c'è stato.
Per due volte, a distanza di qualche anno (l'ultima non molto tempo fa), sono stati invitati responsabili dell'AGESCI di Manerbio a illustrare la vita e gli scopi di quell'Associazione. Anche questi incontri non hanno avuto seguito, se non di teorici auspici. La speranza, si sa, è sempre l'ultima a morire. Vediamo cosa ci riserverà il futuro immediato. Forse si intravede qualche "segnale di fumo" (tanto per stare in tema).

3 - Sport per i piccoli. Da tantissimi anni, l'Oratorio non riesce ad avere una sua squadra di calcio per i piccoli. Il discorso è il solito, vale dire che occorre chi ci crede e ha passione educativa: c'era una volta Renato...
Tentativi di collaborazione, di non pochi anni or sono, con la società che fa capo al campo sportivo comunale, sono iniziati e anche finiti. Quando compaiono figure disposte a impegnarsi un poco, succede che con difficoltà si riesca a racimolare qualche torneino nostrano di calcio, la domenica pomeriggio o in altri orari: che fatica a mettere insieme qualche squadra!
Sempre per quanto riguarda i ragazzi, sono da ricordare i tornei Kellog's di qualche anno fa, che per qualche pomeriggio, animavano magnificamente il nostro Oratorio. Onore al merito di chi queste varie iniziative ha realizzato o, quantomeno, tentato.
Ai giorni nostri, qualche cosa si muove: Franco e Franca, coniugi accomunati, oltre che dal santo vincolo dell'amore matrimoniale, dalla comune passione sportiva, hanno dato avvio alla "Scuola di Calcio".
Qualche bambino ci viene. Non si capisce perché i destinatari principali, i fanciulli delle elementari, siano presenti in scarsissimo numero, lasciando il compito di rimpolparlo, il numero, ai bambini della Scuola Materna che, comunque, sono i benvenuti: fa un gran tenerezza vederli. Speriamo che il tempo la smetta di fare le bizze e non costringa in continuazione a sospendere gli "allenamenti". Ai due coniugi Pinelli il benvenuto nella Comunità Educativa dell'Oratorio e il grazie per il loro impegno.

4 - Centro di Aggregazione Giovanile. Nell'estate dell'85, interpellato insieme a don Franco da operatrici (psicologa Adele e assistente sociale Magda) dell'allora USSL 43, dapprima in collaborazione anche con il Comune, si diede vita a questo servizio, con tanto di obiettore e altri operatori. Fummo tra i primi e durò per alcuni anni. Ora... "c'è più!".
Si sa, i genitori (e anche i ragazzi, a volte) vanno al sodo: cosa ce ne facciamo di attività manuali, corsi di danza, di educazione stradale, ecc.? Fategli fare i compiti, a 'sti ragazzi, e non se ne parli più! Un doposcuola, insomma, e niente più. Da parte nostra di diceva: anche, ma non solo.
Negli ultimi anni della sua vita, il CAG ha abbastanza languito, soprattutto per la mancanza di utenti. Un servizio lo si offre  nella misura in cui viene fruito: diversamente non è onesto "mungere" contributi dalla Regione, non potendo poi impiegarli per i fini per cui vengono erogati.
La colpa non è del tempo prolungato introdotto massicciamente nella Scuola media: anche a Pontevico e Verolavecchia, per far due esempi a noi vicini, la scuola offre il tempo prolungato, eppure il CAG viene fruito.
Sono stati numerosi i tentativi di rimetterlo in piedi, anche con la collaborazione di uno dei presidi passati nella nostra scuola. Ma l'utenza non ha preso consistenza (scusate la rima).
Ma non demordemmo: anche se ormai privi dei contributi di un tempo, si passò ad offrire un altro servizio, questa volta agli alunni della Scuola superiore. Si chiamava Servizio di Studio Assistito. Ma questa è un'altra storia e quest'articolo è già troppo lungo.

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Pensando all'estate (1)

Il Camposcuola 2001 Quota 18
di don Giovanni


Il Camposcuola a Paspardo diventa... maggiorenne. Nato semplicemente come "campeggio" diciotto anni or sono, ha conosciuto la lenta evoluzione che lo ha portato alla sua configurazione attuale di Camposcuola.
Il passaggio più deciso e consistente, in questo senso, è avvenuto nell'89, edizione n. 6.
Un poco alla volta esso si è strutturato, anche per altri aspetti, com'è adesso: tre turni, con gli animatori, il personale di cucina, i viceanimatori - lavapiatti, ecc.
Gli iscritti diminuiscono, perché nascono meno ragazzi; è chiaro che quando le "annate" contavano cento o più ragazzi, si verificava anche il caso di dover dire: "Mi spiace, non c'è più posto". Poi sono venuti i regolamenti regionali a imporre tot metri quadri per ragazzo e a diminuire in tal modo la possibilità ricettiva della "nostra" casa di Paspardo.
In ogni caso, anche quest'anno conserviamo la suddivisione in tre turni, per non rischiare che, impediti dalla possibilità di scegliere tra periodi diversi, ci siano ragazzi che debbano rinunciare ad un'esperienza che magari desiderano e che, comunque, può risultare arricchente per loro.

Camposcuola Ragazzi

1° turno:
per 5a elementare e 1a media
(anche per 4a elementare se rimangono posti liberi), da sabato 30 giugno a venerdì 13 luglio

2° turno:
per 2a e 3a media,
da sabato 14 luglio a venerdì 27 luglio

Camposcuola Adolescenti - Giovani

3° turno:
da giovedì 2 a martedì 14 agosto
(è possibile lo slittamento di un giorno).

Pieghevole illustrativo e modulo per l'iscrizione verranno predisposti quanto prima e distribuiti nei gruppi di catechesi.
Si ricordano due cose:

1 - non si accettano ragazzi che non siano di Verola. Si sta valutando qualcosa di particolare per il terzo turno, ma la cosa è ancora da discutere nella Consulta di Pastorale Giovanile a livello di Zona Pastorale e limitatamente a questa.

2 - Gli adolescenti richiesti del servizio di viceanimatori - lavapiatti, a partire dalla 2a superiore, salvo caso di necessità,
vengono individuati dagli educatori dell'Oratorio.
 La scelta risponderà ai criteri che, per l'ennesima volta (auff!), cerco di presentare sinteticamente: essa è determinata in base alle esigenze di affidabilità educativa, poiché non deve trattarsi di persone in più a cui badare, ma di adolescenti responsabili che siano di effettivo aiuto per gli animatori e per il personale della cucina, oltre che di buon esempio ai ragazzi.
 Ripetiamo anche questo: ogni tentativo di raccomandazione è inutile e controproducente, in quanto compromette la libertà di scelta da parte di chi tale scelta deve compiere.

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"La fede non è un approdo, ma un sicuro orientamento di grazia verso l'approdo. La traversata continua e faticosamente. Chi non ha la grazia di credere è tentato dall'incertezza e dal timore del niente. Chi ha la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu comunicata.
(Don Mazzolari)


La logica della "Rete"
di Luigi Andrea Pinelli


Di recente (sabato 7 aprile u.s.) è stata presentata a Verolanuova una ricerca sulla situazione giovanile a Verolanuova.
La ricerca, commissionata dall'amministrazione comunale, aveva lo scopo di fornire un'immagine il più possibile vicina alla realtà.
I ricercatori (Aretè) e il commentatore (Prof. Gustavo Pietropolli Charmet) hanno fornito una chiave di lettura interessante: anzitutto un'inchiesta da solo una parte della realtà (la metodologia e le persone coinvolte per tanto rappresentative non possono essere lo specchio di tutta Verolanuova), e fornisce una buona base per fare delle riflessioni e suggerimenti su cosa fare.

Chi è a contatto con i giovani poteva aver colto molte cose che la ricerca ha evidenziato, forse il difficile è prendere posizione.

Il Prof. Charmet ha sostenuto tra l'altro che vanno riproposti ai giovani ruoli nei quali possano essere protagonisti e che vanno interpellati prima di fare loro proposte per poter trovare nella progettazione delle proposte stesse punti di comunicazione e/o discussione.
Sono stato particolarmente colpito sulla riflessione che Charmet ha fatto sulla capacità di assumersi i ruoli sociali da parte degli adulti e di conseguenza da parte dei giovani; ad esempio, nelle medie superiori, i giovani smettono di essere gruppo di studenti per diventare individui che cooperano nel gruppo solo se sono personalmente coinvolti.
In altre parole faticano ad essere complementari al gruppo umano del quale fanno parte anche perché le dinamiche sociali nelle quali sono coinvolti non sono orientate in tal senso.

I punti toccati dalla discussione sono stati molti ma principalmente i tre di seguito sintetizzano gli interventi dei relatori e delle persone intervenute nel dibattito.

. necessità di maggiore interazione e dialogo fra le generazioni e di assunzione di ruoli sociali ben definiti;

. rilettura delle richieste dei giovani in un'ottica di dialogo e di accoglienza, tenendo conto di tutte le variabili e delle energie in gioco;

. capacità degli adulti di fare "proposte forti", a vari livelli, che possano essere stimolanti, aggreganti e in qualche modo sfidanti.

La relazione sulla ricerca può essere consultata in biblioteca e penso che sia una lettura interessante per chi ha a cuore il futuro di Verolanuova.

Ora, come animatore e catechista, mi chiedo se l'oratorio come agenzia educativa ed educante tradizionalmente impegnata nell'accoglienza e nell'accompagnamento dei giovani e delle loro famiglie, possa essere assente da un ragionamento sulla realtà giovanile.

Un altro passo abbastanza importante è stato fatto anche attraverso il progetto Navigatori che per il secondo anno propone le sue attività sul territorio. Questo progetto ha visto nella sua prima fase 33 comuni confrontarsi sulla richiesta di animazione giovanile e, partendo dalla logica della legge 285 sulla quale si basa il progetto, si è tentato di attuare un potenziamento delle strutture esistenti per i giovani.

Le amministrazioni hanno pagato delle quote di finanziamento e si sono impegnate nel seguire le evoluzioni dei progetti (oltre al progetto Navigatori sono stati attivati anche un progetto Famiglia e il progetto Calmaio per l'integrazione dell'handicap in ambito scolastico) o attraverso loro funzionari o volontari.
A Verolanuova il progetto ha visto l'attuazione di corsi per assistenti animatori di Grest che vengono ripetuti anche quest'anno, e vengono ospitati in oratorio e raccolgono anche i giovani di altri paesi del circondario.
La costruzione di una "rete" è un'operazione molto complessa e necessita di tempo perché i nodi della rete si fissino bene e possano tenere, anche se tesi, senza strapparsi e disperdere così le energie.

Inoltre, il flusso di informazioni e la collaborazione nel rispetto delle caratteristiche dei singoli è da utilizzare come elemento
facilitante che favorisce il buon funzionamento delle relazioni umane, in genere, e, a maggior ragione, nella vita di tutti i giorni e nella collaborazione fra servizi istituzionali e risorse umane del territorio (Comune, Parrocchia, gruppi sportivi, di volontariato ecc.)

C'è molto da dire e da discutere (e da fare) nel campo dei rapporti fra giovani e adulti ma mi viene di citare Papa Giovanni XXIII che, parlando del rapporto fra adulti e giovani, diceva: "Questo rapporto è faticoso perché i giovani fanno fatica a capire che il mondo c'era da prima della loro nascita e gli adulti faticano a capire che continuerà anche dopo".
Forse c'è da aggiungere una domanda su cui riflettere in questo incontro generazionale: chi si deve muovere per primo?

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Ciao, Marco

Il volto sempre atteggiato a mite sorriso, gli occhi ancora grandi, il piccolo naso un poco all'insù, la fronte spaziosa, incorniciata dai capelli un po' ricci, specie se sistemati con il gel; soprattutto tanta simpatia, tanta capacità di offrire una presenza serena e allegra,  vivace ma discreta, senza invadenza, con tanto rispetto per tutti e per tutte. C'è chi parla di "destino" e chi, non sapendo dove sbattere la testa, cerca in Dio qualcuno a cui dare la colpa, poiché quello che è
successo a Marco, rapito tragicamente alla vita, all'età di sedici magnifici anni, è troppo assurdo.

Cercare dei "perché" è bisogno dell'uomo che si interroga e, anche, si ribella alla morte, tanto più quando essa giunge in modo inaspettato, violento e, ripetiamo la parola, assurdo. Ma, quand'anche un perché ci fosse, esso non servirebbe a ridarci la sua presenza, il suo sorriso, la passione per il suo lavoro, il "pieno" di amicizia che sapeva offrire a coloro che egli frequentava.
È molto più utile al nostro cuore inquieto e ferito, sapere che egli ora è, come qualcuno ha detto davanti alla sua salma, un angelo che il Signore ha presso di sè.

Eravamo tanti a salutarlo il giorno del suo funerale. Il paese è come ammutolito quel giorno e, nei giorni ad esso vicini, si è raccolto nel silenzio. Anche il chiasso, a volte festoso, altre volte eccessivo, dei suoi coetanei aveva lasciato posto al silenzio, carico di interrogativo e di dolore.
Per la mamma e il papà, per il fratellino e i tanti familiari ed amici, rimane la certezza che egli può pregare per noi e che noi possiamo fare lo stesso per lui, unendoci nel medesimo Signore della Vita, Cristo risorto, che noi e lui avvolge nel suo abbraccio d'amore.

Tra le parole che non ebbero voce quel giorno, ci sono queste di alcuni suoi amici, in prevalenza ragazze. Abbiamo chiesto di poterle riportare in questa pagina. Eccole:

Ciao Marco, sono passati solo tre giorni dal giorno che ha deciso di portarti via da questo mondo... Davanti a questi eventi non si hanno parole... l'unico nostro pensiero è la domanda che continua a tormentarci: perché proprio tu? Non c'era motivo che te ne andassi così presto, lasciando il vuoto dentro di noi; ci manchi! Hai sempre portato allegria tra di noi; ci hai insegnato con i tuoi atteggiamenti che la vita va vissuta al massimo... Aiutaci a tenere vivo il tuo ricordo,   perché persone come te ce ne sono poche! "Ciao, Marco" ...è così che ti saluteremo quando verremo da te a trovarti e a passare un po' del nostro tempo con te!
Stai sicuro che dentro di noi vivrai per sempre... non ti dimenticheremo mai.

Ti vogliamo bene.

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le nostre rubriche


Verola missionaria

a cura del Gruppo Volontari delle Missioni "Conoscerci"

Missione:
"Spirito di fraternità
e di solidarietà con il Cristo
e con i fratelli"


La "Missione" è primaria, le Missioni sono derivate. La missione non è primariamente un'attività della chiesa, ma una prerogativa di Dio: è la missione del Figlio e dello Spirito inviati dal Padre che include la Chiesa. La missione è il movimento di Dio verso il mondo. La Chiesa è strumento di questa Missione: c'è la Chiesa perché c'è la Missione di Dio. Partecipare alla Missione è prendere parte al movimento di amore di Dio per l'uomo, perché Dio è fonte di amore che invia.

La Chiesa è missionaria per sua natura perché ha origine dalla Missione del Figlio e dello Spirito Santo e deve essere manifestazione del disegno di Dio per la sua realizzazione nel mondo e nella storia. La Chiesa è al servizio di Dio che si comunica al mondo. Noi non possiamo pretendere che quello che facciamo si identifichi con la "Missio dei", se non nella misura in cui riflettere una partecipazione alla Missione di Dio. Essa non è semplicemente fare opere di carità, ma ha un campo di azione molto più ampio. Nella sua attività missionaria la Chiesa incontra una umanità in cui la salvezza di Dio è già segretamente al lavoro per mezzo dello Spirito. La missione ha la sua origine nel cuore di Dio. Dio è fonte di amore che invia, è la fonte più profonda ed è impossibile andare oltre. C'è Missione perché Dio ama il mondo. Il riconoscimento del fatto che la Missione è Missione di Dio è veramente un passo avanti, ci consola perché ci fa scoprire di non aver passato
oltre un ventennio al servizio delle Missioni per nulla.

Nell'attività missionaria troppo spesso manca questo servizio a Dio. Si è pronti a condividere le esperienze, però non il portafoglio. Ci sono lodevoli sforzi di collaborazione, ma si è gelosi delle proprie scelte e si rimane chiusi alla comunità. Una comunità cristiana, ben animata, è capace di essere una grande forza di progresso per tutti, anche se nella realtà è più facile reperire fondi per un allevamento di "polli" o per una officina meccanica, che sostenere un progetto pastorale ecclesiale.
Lo stesso si può affermare per gli investimenti in persone e strutture. E' più facile infatti avere fondi per realizzare opere, che per formare persone: le strutture sono quantificabili e permettono un ritorno di immagine. Tuttavia il fattore umano è l'elemento cardine del cammino di un popolo. L'uomo ha bisogno di rispetto più che del pane, perché porta
dentro di sè il sentimento della propria importanza e del valore della propria dignità.

Il fragile tessuto nel campo delle scelte, se non esiste una linea comune da seguire nella "luce" e nella "verità" impedisce la
comunicazione di esperienze per una crescita globale e soprattutto rende ardua la verifica con i bisognosi di aiuto. La frammentarietà degli interventi impedisce migliori risultati e può rallentare il processo culturale per una crescita di conoscenza e di coscienza.
Occorre uno sforzo congiunto di chi dà e di chi riceve, con uno spirito di reciprocità. Purtroppo si avverte che anche nella Chiesa si ripete la situazione che esiste nei rapporti tra le forze del mondo, tra nord e sud. C'è una Chiesa del nord ricca, e una del sud povera. Una chiesa che dà e una che riceve, una chiesa benefattrice, e una assistita, anche se le risorse appartengono all'unico popolo.

Ecco che allora l'aiuto deve esprimere la comunione di tutte le Chiese che è a base di tutta la cattolicità.

Il vero aiuto è quello che viene dallo scambio alla pari col dare e ricevere, che fa nascere a poco a poco la comprensione, lo spirito di fraternità e solidarietà con il Cristo e con i fratelli.

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L'opera dei conti GAMBARA e di Agostino GALLO
per la rinascita dell'agricoltura

(di Renato Savaresi)

(4)

Agostino Gallo sostiene che i lavoratori della terra devono essere pagati in denaro e non in generi, cioè, in prodotti agricoli, per evitare facili frodi da parte del padrone. Si scaglia contro l'abitudine del datore di lavoro di controllare i suoi dipendenti, anche mentre consumano il pranzo con l'occhio attento a che non mangino troppo.
Nell'interesse di tutti auspica l'armonia dei rapporti tra padroni e coloni. Da cristiano autentico, è uno dei protagonisti della Riforma cattolica a Brescia e va considerato come esponente tipico di quella ruralità operosa, aperta ai valori cristiani e alla nuova imprenditorialità, che ha fatto rifiorire le campagne bresciane, dopo lunghi decenni di guerre e di epidemia.
Un suo busto di marmo- insieme a quello dell'altro agronomo bresciano Camillo Tarello, suo contemporaneo - si ammira sul portale d'ingresso della villa Luzzago a Bassano Bresciano, da tempo adibita a sede del municipio.

Si è detto della sua numerosa prole. Nel 1552 emancipa i due figli maggiori, Cristoforo e Vespasiano, assegnando loro il negozio di stoffe che ha sotto casa nella contrada di S. Clemente in città e i beni della moglie a Manerbio. I figli, una volta impadronitisi della proprietà, cominciano a procurare guai al genitore, non versando, come pattuito, la dote alle sorelle Virginia e Aurelia e asportando dalla casa paterna ogni sorta di mobili.

Il Gallo denuncia i due figli alla Giustizia, chiedendo di essere liberato "di questo tanto sporco inganno" e "di questo tanto grave peccato" dei due figli maggiori, che egli minaccia di non riconoscere più come tali.

Tornando alla sua opera "Le venti giornate dell'agricoltura", essa è strutturata in venti capitoli ed ha una base dialogica. Il Gallo finge che due gentiluomini, Giambattista Avogadro e Vincenzo Maggi, in villeggiatura a Borgo Poncarale, discutano di agricoltura: ogni giorno parlano di un argomento diverso: Vincenzo Maggi solleva questioni e pone interrogativi ai quali l'Avogadro, più anziano e più esperto, risponde.
Il libro contiene anche molte riproduzioni degli attrezzi agricoli della metà del '500 ed è un affresco dettagliato e preciso delle tecniche e pratiche agricole dell'epoca.

In due occasioni il Gallo parla dei conti Gambara: in particolare del conte Gio. Francesco Gambara che, dice: "stando al suo bel Pralboino continuamente si diletta della musica e dell'Agricoltura, essendo stato il primo che ha introdotto in questo paese la floridissima erba medica".

I rapporti con i Gambara non sono sporadici, ma si basano su un'assidua frequentazione ed amicizia: nel 1568, per alcuni giorni, è ospite del conte Ranuzio Gambara a Verola, dove riceve dai signori presenti numerose lodi per la sua sapienza in fatto di agricoltura. Sempre nello stesso anno, rispondendo alla lettera d'un amico, scrive che ogni merito - riguardo alla sua conoscenza agronomica - va attribuito (sono parole sue) "al Signor Iddio, il quale si è degnato farmi registrator delle
virtù del ben coltivare la terra, che io ho conosciuto nella Patria e negli altri paesi dove sono stato, apposta per impararle e per metterle in pratica, come ho fatto".

Alcune curiosità: il Gallo raccomanda di tagliare i prati "in luna nuova". Parlando del frumento, ci informa che un piò di terra produce "some due e mezzo" di grano, con una resa di uno a cinque (2,5 some corrispondono a quattro ettolitri scarsi di frumento; se confrontiamo questo dato con le rese agrarie dei nostri giorni ci rendiamo subito conto dell'enorme progresso compiuto).

Parlando dei giardini, il Gallo consiglia "di piantare gli alberi" preferibilmente a novembre piuttosto che a febbraio.

Per l'orto, a proposito delle verdure esalta la lattuga che, dice "è la migliore fra tutte le erbe da insalata, perché rinfresca, fa sangue buono. Genera (nelle puerpere) assai latte e favorisce soave sonno".
Aggiunge che deve essere mangiata "cruda" dalle persone sane e "cotta" dagli ammalati.

Sul radicchio, dice che purifica fegato e milza e agevola la digestione.
Il rosmarino in infuso - a suo dire - "ritiene tutti i capelli che fossero per cadere".

Gli asparagi disintossicano e, sostiene, procurano "buon odore a tutto il corpo".

Molto importante il capitolo dedicato ai gelsi per l'allevamento del baco da seta.

Nel libro non si parla di mais che ancora non c'è; il granoturco verrà introdotto solo alla fine del '600 e sarà la causa di liti furiose intorno ai diritti delle acque d'irrigazione.

I conti Gambara non vedono di buon occhio l'introduzione della coltura del mais, perché è un prodotto che richiede più acque rispetto alla precedente coltivazione del miglio.

I nobili (non soltanto i Gambara) che con lontani contratti si sono impegnati a garantire un determinato quantitativo d'acqua agli utenti che pagano i canoni per irrigare i loro fondi, non sono in grado di rispettare gli antichi accordi, perché la nuova coltura del mais comporta un consumo idrico maggiore.

Seguono controversie, richieste in via giudiziaria di indennizzi, sommosse, distruzione di paratoie... al che i conti Gambara replicano di non avere "il potere di Mosè" che faceva scaturire l'acqua dalla roccia.
Con il mais, compare una malattia prima sconosciuta: la pellagra.

L'agricoltura - dopo i progressi del '500 esaltati da Agostino Gallo - segna il passo per due secoli, a causa delle guerre e della peste del 1630. Si riprenderà lentamente nel '700, con l'avvento dell'agricoltura capitalistica.

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VEROLA SPORT
(a cura di Rino Bonera)

CALCIO

Risultati delle partite giocate dalle varie squadre del Gruppo SportivoVerolese:

Terza Categoria - Girone A
26a gior. (01.04): Alfianello - Verolese 2 - 1
27a gior. (08.04): Verolese - Bornato 2 - 0
28a gior. (22.04): Cazzaghese - Verolese 1 - 4
29a gior. (29.04): Verolese - Maclodio 3 - 1

Juniores - Girone E
10a gior. (01.04): Verolese - Fornaci 5 - 0
11a gior. (08.04): San Paolo - Verolese 2 - 1
12a gior. (22.04): Verolese - Rudianese 1 - 3
13a gior. (25.04): Pontoglio - Verolese 3 - 2

Giovanissimi - Girone G
8a gior. (31.03): Verolese - Quinzanese 2 - 2
9a gior. (07.04): Verolese riposa
10a gior. (21.04): Verolese - Rudianese 6 - 1
11a gior. (28.04): Verolese - San Paolo 3 - 1

Posizioni in Classifica Generale delle varie squadre:
Terza Categoria: 3° posto con 56 punti
Juniores: 13° posto con 13 punti
Giovanissimi: 6° posto con 33 punti
Esordienti: 11° posto con 7 punti

NUOTO

Nuotatori della Lombardia e dell'Emilia hanno partecipato al 17° Meeting di nuoto interregionale "Città di Verolanuova" promosso dalla sezione nuoto del Gruppo Sportivo Verolese. In ottocento si sono dati appuntamento nei giorni di sabato 28 e domenica 29 aprile nella piscina locale dove si dono confrontati con i diversi stili e suddivisi nelle seguenti categorie: Esordienti A - Ragazzi - Junior e Assoluti (Cadetti e Senior). In gara erano prestigiose società ed il "Trofeo Comune di
Verolanuova" è stato assegnato al team che ha catalogato il miglior punteggio rilevato dai cronometristi della Federazione. Riconoscimenti sono andati, inoltre, ai primi tre atleti classificati per ogni gara.
Nel prossimo numero pubblicheremo i risultati.


IPPICA

Assai fitto il calendario dei Concorsi Ippici Nazionali organizzati dal Centro Ippico "Scuderia Cascina S. Giorgio". Ultimo, in ordine di tempo, quello del 29 aprile scorso, di Formula "C" di salto ad ostacoli, III Tappa Camp. Bresciano. Le gare hanno avuto luogo dalle ore 8.30 e sono proseguite nel corso dell'intera giornata. In palio: sette Trofei, e premi in: coppe, coccarde, medaglie, oggetti di selleria, buoni valore, porta sci, monopattini in alluminio e mountain bike.
Un altro concorso avrà luogo la prossima domenica 13 maggio, IV Tappa del Camp. Bresciano.

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varie - cronaca


Arte
& cultura


"M'illumino
d'immenso: Brescia,
le Sante Croci"
1 aprile - 1 luglio 2001



La Diocesi di Brescia con la collaborazione della Compagnia dei Custodi delle Sante Croci, dell'Amministrazione Comunale di Brescia e della Fondazione CAB, promuove un significativo appuntamento dal titolo:

"M'illumino
d'immenso
Brescia,
le Sante Croci".


La mostra, allestita nel complesso monastico di Santa Giulia, Museo della città, fino al 1° luglio 2001, costituisce un'occasione unica per ammirare, fuori dell'antica cattedrale, le Croci del Tesoro del Duomo, simbolo del passato civile e religioso della città, a cui si aggiungono circa cinquanta opere fra arazzi reliquiari e dipinti, sempre sul tema della croce e sul suo significato religioso e civile. Per chi ha qualche ritaglio di tempo e interesse, è un'opportunità di arricchimento spirituale: arte e fede.

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Le poesie di Rosetta


Maggio, mese dedicato alla Madre Celeste e ad ogni mamma.   Il mio pensiero, in questo momento, va alle madri che hanno sofferto e soffrono l'atroce dolore della perdita di un figlio.
Ecco che, nel buio di una stanza vuota, una di esse, in un pianto liberatorio, immagina di rivederlo e di riabbracciarlo, complice la notte, che saprà moltiplicare la tenerezza di questo prodigioso abbandono.
La poesia, premiata in due Concorsi Nazionali, è stata pubblicata sulle Antologie Letterarie "Trofeo Gabriele D'Annunzio" e "Il Golfo 2001".


Ombra di vita

Sa di prodigio il pianto d'una madre
chiuso nel buio d'una stanza vuota,
eco di sogni infranti, di parole
sciolte nel vento, lampi di memorie.
Tu non fermarlo, lascia che nell'ombra
sommessa della sera, oltre ogni dubbio,
possa apparire, immagine o delirio,
la sembianza del figlio, oltre le sfere
di spazi e di stagioni ormai lasciati,
a ricalcare passi che non sono.
È lì nella purezza dei suoi occhi
vaghi di privazioni e di dolore
che rivedi l'abbraccio che non era
mancato mai. E torna vivo il volto
del figlio peregrino per la stanza
da tempo immota: un canto, una preghiera,
dissolvenza d'immagini e speranze,
archivio cui attingere smarrita,
dentro le pieghe d'un amore intatto,
scintille di ricordi appesi a un filo.
Nel pianto un sogno, un'illusione mera
di vita che dilaga nella chiara
sete di tenerezze e d'abbandono
all'ombra che moltiplica la notte.

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UNIVERSITA' APERTA

Concluso il 12° Anno
dell'Università Aperta

di G. D.


Consuntivo più che soddisfacente quello dell'Università Aperta locale, illustrato dal Presidente riguardante il 12° anno dell'attività che si è conclusa il pomeriggio dello scorso 27 marzo e descritta nei dettagli dalla Vice Presidente prof.ssa Maria Bertoni.

A dare lustro all'incontro di chiusura sono intervenuti; il Sindaco dr. Stefano Dotti e l'Assessore Paolo Colosini che hanno portato il loro saluto e gli auguri ai presenti per una continuazione dell'iniziativa ed hanno espresso il vivo compiacimento per la varietà delle interessanti manifestazioni che si sono susseguite nel corso dell'anno.

Erano presenti circa un centinaio dei centoquarantadue soci che, nel 2000/2001, hanno costituito la famiglia universitaria.

Ecco, ora, alcuni dati riguardanti la vita dell'Associazione: i pomeriggi occupati sono stati quarantadue, sono intervenuti trentotto relatori, tre sono state le lezioni-concerto con l'intervento complessivo di sette esecutori, quattro sono state le uscite per visite a mostre e impianti vari.

Da sottolineare: quindici soci sono stati premiati con medaglia d'oro perché frequentanti l'Università dalla fondazione, cinque lo sono stati, sempre con medaglie d'oro, per la frequenza da undici anni e tre per la frequenza da dieci anni; tredici, inoltre, sono stati i soci premiati con medaglia d'argento per la frequenza dell'Università per cinque anni consecutivi (dal 1996/1997 al 2000/2001).

Un'altra iniziativa dell'Università: la pubblicazione di una nuova raccolta di poesie, "Sponda dell'Universo", curata dall'autrice delle stesse, Rosetta Mor, presentata nel pomeriggio dello scorso 9 gennaio e distribuita, in omaggio, ai soci dell'istituzione.

Coinvolgente, sempre, l'entusiasmo degli iscritti che hanno chiesto agli organizzatori di prolungare la durata dell'anno accademico. Ciò non può che incoraggiare e stimolare quanti sono preposti al "governo" dell'Associazione che vede sempre aumentare gli iscritti provenienti dai diversi comuni non tutti confinanti con Verolanuova. Evidentemente la notorietà di questa Università riesce a valicare i confini del nostro Comune senza la cassa di risonanza della stampa locale e, pertanto, è
altrettanto evidente che i migliori propagandisti della nostra attività sono proprio gli iscritti che, talora, non ritornano soli.

Nel suo saluto il Presidente ha rivolto ai presenti il suo "arrivederci" al prossimo anno annunciando che, come nel passato, sul finire del prossimo settembre ogni iscritto verrà informato personalmente della ripresa dell'attività per quanto riguarda, in particolare, l'apertura delle iscrizioni e la data dell'inizio degli incontri.

Un rinfresco offerto dagli stessi soci ha suggellato un simpatico pomeriggio dopo circa sei mesi di incontri bisettimanali durante i quali, al di là di ogni aggiornamento culturale, sono stati favoriti il nascere di nuove amicizie, un sempre più stretto rapporto tra i soci che frequentano da anni, la convinzione che lo stare insieme è il dono più bello che si può fare agli altri ed a se stessi.

Anche per questi motivi è sempre più vivo in tutti il desiderio della ripresa di un anno nuovo.

Chi non conosce l'Università sa che...

- per frequentarla non servono né diplomi né lauree né libri né quaderni?
- non ci sono esami?
- la frequenza alle lezioni non è obbligatoria?
- nel corso dell'anno accademico ci si può iscrivere in qualsiasi momento (basta avere compiuto trent'anni)?
- alla fine dell'anno viene rilasciato un attestato di frequenza?
Perché non provate ad iscrivervi? Potrete farlo nei primi giorni del prossimo ottobre presso la Biblioteca Civica.

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Nella festa della mamma...

Ricordando la mamma
di L.D.B.


Come il S. Natale, anche la Festa della Mamma vorrei trascorresse senza clamori, senza richiami commerciali, quasi in silenzio, per poter coglierne solo l'essenzialità che fa sorgere, nell'animo, sensazioni  tanto profonde quanto inesprimibili. Sono ormai quarant'anni che ho perso la mamma e di lei ho ancora un ricordo bellissimo e tanta nostalgia e rimpianto nel cuore, dove ha scavato solchi profondi con la sua bontà, la sua mitezza, la sua rettitudine. I suoi esempi mi sono stati maestri di vita: mai una contraddizione fra ciò a cui mi educava ed i suoi comportamenti: m'incitava ad essere buona e lei lo era sempre, m'insegnava il sacrificio attraverso piccole rinunce quotidiane e lei mi dava l'esempio, mi sollecitava ad essere caritatevole invitandomi a privarmi, qualche volta, del superfluo; mi ha instillato un grande amore per il Signore con l'esempio di una fede limpida e sempre testimoniata.
Non urlava, non imprecava, non mi prometteva castighi tremendi quando disubbidivo o non mi comportavo bene: nei suoi occhi velati di tristezza, leggevo la sua disapprovazione e se le mancanze erano piuttosto gravi, allora non mancavano i rimproveri ed anche qualche castigo; alcune volte era assillante, ma non tanto per far nascere in me moti di ribellione. Altri tempi, altri modi di vivere, poche esigenze...
È vero, ogni cosa è cambiata: ora abbiamo tutto ed anche di più... ma non ci basta e nulla più ci soddisfa e ci rende felici.

E ciò vale anche e soprattutto per i ragazzi che tutto pretendono non accontentandosi mai mettendo, spesso, in difficoltà i genitori che non sanno dire di no alle quotidiane richieste dei figli.
Ho seguito, alla televisione, un documentario riguardante una popolazione africana estremamente povera. I bambini si recavano a scuola con gioia ed entusiasmo coscienti dall'importanza dell'istruzione.
Ma questi bimbi, in quali edifici scolastici si recavano? In capanne fatiscenti dove, per sedili, vi erano tronchi d'albero, per lavagna una parete annerita e di banchi... nemmeno l'ombra. Eppure i visetti di quegli scolaretti erano allegri, gli occhietti vispi e scintillanti ed un bel sorriso illuminava le loro faccine scure: erano bambini felici e felici lo erano anche quando, invece di giocare, aiutavano i genitori od accudivano i fratellini. Ed allora, cos'è che rende felici i ragazzi? Il motorino, il telefonino, gli abiti e le scarpe firmati, od invece qualcosa che faccia breccia nel cuore e lo appaghi? Quanta tenerezza provo, ancora adesso, ricordando il sorriso della mia mamma, le sue carezze, le sue coccole e come, fra le sue braccia sparissero,
all'improvviso, le angosce di una bambina che iniziava ad incamminarsi verso la vita.
Ed allora care mamme, coccolate un po' i vostri bambini; scopriranno che fra le vostre braccia si sentono contenti, appagati, felici e quando non ci sarete più vi ricorderanno con tenerezza e rimpianto e proveranno una grande nostalgia per quelle braccia che li stringeva sul cuore più grande del mondo.
Non credo che queste siano utopie o solo patetiche reminiscenze di tempi passati...

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Turni domenicali di guardia farmaceutica
dell'Azienda S.L. 19



Maggio
6
Verolanuova (dr. Colosini)
Dello

13
Manerbio (dr. Parati)
Bagnolo Mella (dr. Donini)

20
S. Gervasio
Castelletto Leno

27
Pontevico (dr. Pinzi)
Leno (dr. Bravi)


Giugno

3
Pontevico (dr. Romano)
Offlaga

10
Bassano Br.no

Borgo S. Giacomo

N.B.: L'elenco è provvisorio.


N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell'elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

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NUMERI UTILI DI TELEFONO:

Servizio Sanitario (soltanto nei casi di urgenza e di emergenza): 118
Gruppo Verolese Volontari del Soccorso: 030 936 1 662 (via Grimani)
Problemi con le droghe?: 030 993 7 210
Alcolisti in trattamento: 030 931019 oppure 030 93 22 45
Vigili del Fuoco: 030 93 10 27
Carabinieri - Pronto intervento: 112

N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.
Per le prenotazioni di trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorso telefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00; inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.

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Per i collaboratori de «L'Angelo di Verola»

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli possibilmente dattiloscritti (se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche) unicamente ai sacerdoti entro e non oltre le ore 12 di venerdì 18 maggio. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.
LA REDAZIONE

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L'AVIS Comunale di Verolanuova...

...con il patrocinio dell'Assessorato ai Servizi Sociali di Verolanuova Organizza: presso la sala della biblioteca civica, quattro serate divulgative a carattere sanitario.

Giovedì 10 maggio - ore 20.45 Giovedì 17 maggio - ore 20.45
Tema: L'ipertrofia prostatica benigna Tema: La depressione
Relatore: Dott. Rossano Paroni Relatore: Dott. Paolo Mombelli

Giovedì 24 maggio - ore 20.45 Giovedì 31 maggio - ore 20.45
Tema: I problemi alcool correlati Tema: Il pronto soccorso
Relatore: Dott. Giovanni Monesi Relatore: Dott. Enrico Bertanzetti

Domenica 27 maggio - dalle ore 9.00 alle 12.00
Nella sede Avis di via Castello, 6 si terrà la "Giornata della salute".
Vi saranno alcuni medici ed infermieri che eseguiranno dei test rapidi di vario genere, per esempio la misurazione della pressione arteriosa, il controllo della glicemia nel sangue e quant'altro riusciremo ad organizzare.

Essendo gli argomenti di interesse generale siete tutti invitati a partecipare.
Ringraziamo i relatori per la gentile collaborazione.

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Sottovoce


È capitato a Catania. Mario Cavallaro, un arzillo nonnino come tanti, un giorno ha cominciato ad accusare malessere e inappetenza. Diagnosi del medico: broncopolmonite da curare pure a casa.
I suoi, vedendo che il suo stato di salute peggiorava, hanno deciso di ricoverarlo in ospedale dove, dopo una visita frettolosa, i medici non fecero altro che constatare frettolosamente il decesso.
Altrettanto in fretta e furia viene ben vestito, messo nella bara. Accorrono i parenti. Anche dall'Italia settentrionale...
E grande è stata la sorpresa quando il nonno è rinvenuto e, seduto, ha chiesto prima un caffè... e poi pesce fritto e coca-cola.
Il caso, ovviamente, ha suscitato scalpore e un poco di paura. Ma a dire il vero non c'è assolutamente nulla di anomalo se non la fretta di dichiararlo morto. Bastava fare le cose con un po' di calma, magari pensando al vecchio e saggio proverbio italico: "a pagare e a morire si è sempre in tempo".

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Relax...iamoci un po'


Il pensiero...

"La sacra passione dell'Amicizia è di così dolce, costante, leale, paziente natura che può durare tutta la vita, salvo richiesta d'un prestito di denaro".
(Mark Twain, Wilson lo Zuccone)

...e il proverbio del mese:

"El Signur èl gha
'na batechina dè bombàs:
el ria sènsa fa fracàs".
(Il Signore ha
un bastoncino di bambagia:
colpisce senza far rumore)

Il Santo del mese

S. Vittore - martedì 8 maggio - Protettore dei prigionieri Soldato della Mauritania (attuale Marocco), fu martirizzato a Milano nel 303. È uno dei santi più amati dai milanesi che nel corso dei secoli hanno intitolato il suo nome a chiese, monumenti, palazzi e anche allecarceri.

La "Risposta"

Qual è il significato del detto: "Non sapere a che santo votarsi"?
Non sapere come cavarsela, che espediente trovare o a chi raccomandarsi in caso di difficoltà. Si sa che nell'opinione popolare ogni santo presiede a un dato malanno della vita, e conviene invocare, a seconda del bisogno, il santo
specialista. Santa Lucia, per esempio, per il mal d'occhi, San Rocco per la peste, San Biagio per il mal di gola e così via. Ma ci sono accidenti per cui non esiste il santo ad hoc, e allora la situazione è disperata.
Si dice anche: Non sapere dove battere la testa, non sapere che pesci pigliare.

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Per i più piccoli


Al mare
Due amici sono in riva al mare. Uno dei due continua ad assaggiare l'acqua per poi sputarla disgustato.
- Ma cosa stai facendo?
- Ho messo due zollette di zucchero nell'acqua ma continua a essere amara.
- Per forza è amara: non l'hai mescolata!


Al cinema
Due amici uscendo dal cinema parlano del film.
- Chissà se si tratta di una storia veramente accaduta - dice uno.
- Sì - risponde l'altro - sul manifesto c'è scritto: vero successo!


Driiin!!
Pronto, redazione?Vorrei segnalare un incidente automobilistico mortale.
- Come si chiama la vittima?
- Stanislaw Lwucyjvnesk.
- E come si chiamava prima dell'incidente?

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Preoccupazione per Radio Basilica

Senza interventi adeguati in forse il futuro della nostra emittente parrocchiale


Il titolo può sembrare esagerato o eccessivamente allarmistico ma, purtroppo riflette una situazione estremamente reale.

Vediamola insieme.

Gli ascoltatori si saranno sicuramente resi conto che negli ultimi mesi qualcosa è cambiato... decisamente in peggio. Frequenti sospensioni dei programmi, qualità dell'audio spesso scarsa, servizi inadeguati, dirette non sempre garantite, area di ascolto che si restringe sempre più soprattutto nella zona sud del paese.

Le cause sono molteplici e di caratteri molti diversi: molte delle nostre attrezzature, sia quelle dello studio di produzione
in Basilica che quelle di trasmissione al campanile, sono ormai vecchie e obsolete, alcune hanno quasi vent'anni e sono frequentemente soggette a guasti. Si pensi che queste apparecchiature dovrebbero di norma essere sostituite almeno ogni cinque anni.

Entriamo nel dettaglio:

Al campanile:
a) Il trasmettitore centrale che fu gravemente danneggiato dal famigerato fulmine del 1994, che dovrebbe erogare una potenza di 1000w, trasmette ora con una potenza che raramente supera i 600w pregiudicando perciò la ricezione nella zona sud e verso Breda Libera. Sarebbe perciò necessario un nuovo trasmettitore di almeno 2000w di potenza anche per
contrastare il segnale di altre radio che hanno potenziato le loro emissioni in maniera impressionante.

b) Sarebbe inoltre necessario un riposizionamento delle antenne per permettere una migliore trasmissione circolare del segnale che oggi è fortemente limitato dalla punta del campanile rivestita di una lega metallica che riflette le onde radio.

c) A norma di legge si rende indispensabile l'installazione di filtri cosiddetti di cavità che permettano l'emissione del segnale di trasmissione in modo che non produca interferenze con i segnali di servizio di polizia, carabinieri, aeroporti ecc.

d) È ormai inderogabile la posa di alcuni nuovi cavi di trasmissione fra il campanile e lo studio.

Nello studio di produzione la situazione non è migliore:

a)  Il mixer principale (15 anni) che può essere considerato il cuore dello studio, oltre che insufficiente per le apparecchiature che deve smistare, ha già subito più volte danni a causa dei fulmini e va spesso in tilt: (un forte ed improvviso ronzio che gli ascoltatori avranno sentito più volte).

b) I registratori e i lettori CD sono ormai al limite della resistenza: il più vecchio ha 18 anni e il più giovane 9.

c) Il compressore-limitatore di segnale, lo strumento che consente l'emissione di un segnale sempre costante, è guasto e fermo da più di un anno. Stiamo usando un compressore di emergenza che non garantisce un segnale costante e questo è il motivo per cui il segnale dello studio è debole, quello della chiesa è forte e quello di Radiovoce è spesso fastidioso.

d) L'apparecchiatura per la trasmissione in esterni (15 anni) è frequentemente fuori uso: questo è il motivo per cui recentemente è saltata la diretta col cimitero, salteranno probabilmente i rosari delle diaconie e le dirette delle processioni. Per garantire la via Crucis del mercoledì Santo abbiamo dovuto fare davvero i salti mortali.

e) Il computer, che è diventato uno strumento indispensabile di lavoro per i Radiogiornali, per la produzione ed il mantenimento dei siti internet, per l'archiviazione e le comunicazioni, sta cominciando a dare segnali preoccupanti. Già diverse volte il radiogiornale della domenica è saltato a causa di improvvisi problemi a questa macchina.

f) A tutto quanto detto sopra si deve aggiungere l'angustia del locale che ospita lo studio che, oltre che fuori norma, è ormai talmente ingombro da rendere a volte imbarazzante far intervenire ospiti nelle trasmissioni.

A tutto questo c'è da aggiungere che, poichè l'emissione dal nostro studio è ancora tutta manuale, per garantire una corretta ed adeguata quantità e qualità dei programmi sarebbe necessario un alto numero di persone.

E qui scatta l'altro punto dolente della questione: quello dei collaboratori.

Come tutti sappiamo la nostra radio funziona grazie alla buona volontà di alcuni volontari il cui numero, anche per una naturale e fisiologica alternanza dovuta ad impegni di lavoro o di studio, di orario o di altri impegni, è estremamente variabile non costante. Ci sono anni in cui abbiamo un alto numero di collaboratori e anni in cui non si riesce ad andare avanti. Il 2001 è uno di questi ultimi. Siamo rimasti veramente in pochissimi, talmente in pochi da non poter davvero garantire nemmeno i servizi essenziali. È vero che abbiamo molti collaboratori occasionali: chi in passato ha fatto parte dello staff della radio mantiene sempre un legame e una certa forma di collaborazione ma questo non basta. Abbiamo bisogno di collaboratori costanti, non solo per i programmi, ma anche per la segreteria, per la regia, per i contatti, per l'assistenza tecnica.

Ci rendiamo conto che questo può sembrare un bollettino di guerra ma rispecchia la realtà. In queste condizioni non è assolutamente facile lavorare. Siamo volontari, non masochisti. Per garantire il minimo indispensabile, poichè non abbiamo ancora appreso l'arte del far miracoli, dobbiamo davvero fare le acrobazie e spesso dobbiamo trascurare le trasmissioni per rincorrere guasti e scartoffie. Già le scartoffie e gli obblighi di legge, altro punto dolente che però in questa sede vi risparmiamo.

In conclusione, che fare?

Per gli aspetti tecnici:
a) oltre a quanto abbiamo già scritto più sopra, si rende improrogabile la individuazione di una nuova sede per lo studio di produzione obbligatoriamente adeguata alle norme della legge 626 sulla sicurezza (altro punto dolente).

b) la completa automazione dello studio. Questo ci permetterebbe, oltre che garantire una migliore qualità delle trasmissioni, di produrre lavori in orario serale e di mandarli in onda in differita nel corso della giornata utilizzando un numero minimo di persone (anzi, ci penserebbe un computer). Ci permetterebbe inoltre un collegamento costante con Blu Sat 2000 per i programmi di informazione nazionale.

Per gli altri aspetti: 
a) si rende indispensabile un ripensamento da parte della parrocchia sugli strumenti della comunicazione sociale, sulla loro funzione, sul loro uso. Auspichiamo che quanto prima il Consiglio Pastorale Parrocchiale prenda in esame questo problema: se infatti si ritiene che la radio parrocchiale ed il sito internet siano strumenti importanti per questa comunità e non siano solo l'altoparlante della chiesa ma uno strumento di dialogo e comunicazione di idee è assolutamente necessario
discuterne prima e rimboccarsi le maniche poi. Se si ritiene siano qualcosa di diverso bisognerà trarne le dovute conseguenze.

Ultima nota, una delle più dolenti... I COSTI:
Per un intervento radicale sia sulle apparecchiature dello studio che sulle apparecchiature di trasmissione, senza le eventuali opere in muratura, stimiamo per difetto che sia necessaria una cifra non inferiore a 40.000.000 (quaranta milioni). Ovviamente si possono anche mettere pezze sull'esistente ma il rischio è che poi si debba spendere il doppio per riparare le pezze sulle pezze.

40.000.000 sono tanti? (nel 1982 la radio costò circa 12 milioni... di allora.. che rapportati ad oggi...)
Certamente non sono pochi e non sappiamo nemmeno se basterebbero. Ricordiamo che Radio Basilica (il cui costo annuo è di 12-15 milioni), non ha entrate proprie, vive solo grazie al contributo della parrocchia e di pochi generosi benefattori).

Per questo sollecitiamo in tempi brevi una discussione nel Consiglio Pastorale e fra gli ascoltatori. La politica della botte piena e della moglie ubriaca non funziona più.

Lo ripetiamo: se si ritiene che questi strumenti siano importanti... fuori le idee e mano al portafogli. In caso contrario basta spegnere un interruttore.

Per Radiobasilica
Tiziano Cervati

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Auguri...

Lo scorso 20 marzo nonna Chiara Pinelli ved. Azzini ha varcato la soglia dei 94 anni.

Grande festa le hanno fatto i suoi otto figli, tra i quali Valentina che le è sempre accanto, i generi, le nuore, i nipoti ed i parenti.

Auguri, nonna Chiara, anche da parte della famiglia de "L'Angelo di Verola".

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Ciao Emanuela

Vivere era il tuo desiderio più grande. Ci hai mostrato il tuo coraggio e ti sei allontanata da noi con dolore. Tu sei stata coraggiosa perché hai saputo vivere pienamente la vita che Dio ha voluto donarti. Non hai sprecato nulla. E quanto l'amavi questa tua vita! San Paolo, che soffriva di "una spina nella carne", secondo alcuni interpreti di una forma di epilessia, secondo altri di una malattia agli occhi, non ha ottenuto la guarigione per cui aveva pregato tre volte. Dio risponde:
"Ti basta la mia grazia, poiché la mia potenza si mostra appieno nella debolezza" (cfr. 2 Cor. 12, 9-10). Della vita tu hai amato soprattutto le cose che hanno e danno un senso al nostro essere. Dio innanzitutto.
Gli affetti, che riempiono i cuori. L'amicizia, dove il confine tra il dare e ricevere svanisce nella condivisione, è così che sei diventata sorella di molti. Il tempo. Tu sì che hai rispettato e amato il tempo che Dio ci dona. Niente frenesia, niente corse e arrivismo. Solo pazienza e attesa. Amavi il sole, passeggiare per il nostro paese, andare al mercato e incontrare le persone. Sapevi riempire la tua giornata con un saluto, un sorriso. Sapevi il valore di un sorriso.

"Donare un sorriso rende felice il cuore,
Arricchisce chi lo riceve, senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante, ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno,
né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina.
E se poi incontri chi non te lo offre sii generoso e porgigli il tuo:
nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come
colui che non sa darlo"
(P. Faber)

Hai saputo praticare e vivere valori spesso solo ben declamati. Lasci a tutti noi affetto, amicizia, ricordi e l'esempio della tua vita. Ti salutiamo nella certezza che non solo la vita conduce alla morte, ma che la morte conduce a nuova vita. E allora ti immaginiamo, dopo aver compiuto il tuo cammino di passione, libera da ogni sofferenza, vicino al nostro Dio, ci sorridi e ci esorti ad andare "sempre avanti".
Arrivederci Emanuela. Grazie Signore per avercela donata.

Notte di Natale 2000

"Ho appena messo a dormire un angelo". Fuori nevica come nella miglior tradizione natalizia. È da poco passata la mezzanotte e certamente a quest'ora la Chiesa è strapiena di gente per la Messa. Ma io sono a casa: da tanti anni non mi accadeva. Il motivo è più che valido e la rinuncia non mi costa nulla. Era programmato di uscire per la Messa con
la Manu, ma le strade sono poco praticabili; allora abbiamo deciso di mitigare la tristezza per il cambio di programma con una scarica di palle di neve. Abbiamo coperto Manu in fretta e siamo usciti a veder nevicare. Manu ha voluto assaggiare la neve dopo tanti anni e ha detto che è buonissima. Faceva freddo, siamo rientrati, l'abbiamo messa a dormire e ci è venuto un po' tardi. Ora sono qui a casa mia in silenzio, silenzio dentro e neve fuori. Sono qui e rivedo la Manu a letto, col
cuscino rotondo sotto la testa a farle da aureola. Questa notte ho messo a dormire un angelo..."

(dal diario di un'amica)

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In memoria


Nel clima della Settimana Santa che si era aperta da poco, in un tragico incidente stradale, venivano stroncate due giovani vite della nostra comunità parrocchiale: Claudio Scanzioli, sposo e papà di soli trentotto anni e Marco Bertani che stava assaporando l'ingresso nella stupenda stagione della giovinezza con i suoi sedici anni. La tragedia sconvolgeva le loro famiglie e tutta la comunità viveva una settimana di "passione". Molti non avevano più lacrime: l'amarezza del dolore era
troppo grande. La partecipazione al lutto dei familiari è stata corale.
Claudio era uscito da poco tempo da una malattia che sembrava irreversibile. Le cure e la volontà di vivere l'avevano restituito ad una vita normale. Aveva ripreso il lavoro e la sua famiglia aveva vissuto la gioia della salute ritrovata. Alla giovane sposa, al figlio, ai genitori di Claudio e ai famigliari esprimiamo la fraterna partecipazione al loro indicibile dolore e assicuriamo il ricordo nella preghiera di tutti.

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Anagrafe Parrocchiale

Battesimi
11 Saldini Rebecca di Stefano e di Rossini Manuela
12 Cavalli Jacopo di Claudio e di Nervi Teresa
13 Tosoni Anna di Giorgio e di Alghisi Claudia
14 Montani Maria Vittoria di Lorenzo G.
 e di Vesco Maria Grazia
15 Monfardini Marcello di Matteo e di Anelli Beatrice

Matrimoni
6 Gambassi Mirco con Mombelli Milena
7 Biagi Carlo con d'Agata Lucia
8 Milani Raffaello con Mariotti Lorena

Defunti
17 Bozzoni Maria Pini di anni 81
18 Girelli Giuseppina Baiguera di anni 61
19 Mazzolari Luigi Alessandro di anni 80
20 Bertani Marco di anni 16
21 Scanzioli Claudio di anni 38
22 Molinari Davide di anni 33
23 Migliorati Caterina Franchi di anni 65
24 Bonetta Mario di anni 90
25 Vigna Emanuela di anni 36
26 Maggioni Mario di anni 61
27 Amighetti Luigi di anni 87
28 Brocchieri Maria Mondini di anni 93

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Offerte pro restauri
tele e altari della Basilica


Giornata celebrata nel mese di Aprile 1.803.000
N.N. 100.000
Vittoria e Paola in memoria dei cari defunti 200.000
Colletta quaresimale della prima comunità neocatecumenale 381.000
N.N. 100.000
In memoria della mamma Irene 120.000
Carabinieri di Verolanuova in occasione della loro Pasqua 150.000
N.N. 100.000
N.N. 120.000
In memoria dei nipoti Massimiliano e Ombretta 100.000
Spose e madri cristiane in occasione della festa dell'Addolorata
e della Pasqua della donna 381.000
Famiglia Loda in memoria del cognato Mario 500.000
N.N. 200.000
Per il 50° di matrimonio Sig.ri Gennari 100.000
Mamma, figlia e sposo in memoria di Caterina 500.000
In memoria della sposa e mamma Rosa 500.000
In memoria del dott. G.Carlo Spalenza 1.000.000

Totale 6.355.000

Aggiornamenti

Con riferimento all'impegno assunto al momento della presentazione sull'Angelo del bilancio 2000 informiamo i gentili lettori che la situazione finanziaria è la seguente:

Entrate 1° trimestre 2001 (gennaio, febbraio, marzo) 107.627.584
Uscite 1° trimestre 2001 (gennaio, febbraio, marzo) 133.774.059
Disavanzo 1° trimestre 2001 26.146.475

Disavanzo al 31 dicembre 2000 -  667.451.830
Disavanzo al 31 marzo 2001 - 693.598.305

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