L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale

Don Angelo Calegari

Celebra il suo 60° di Ordinazione Sacerdotale
Basilica di San Lorenzo - Verolanuova
Domenica 17 Giugno - ore 11.00

Nato il 10 aprile 1917
Ordinazione Sacerdotale il 7 giugno 1941 (Brescia)
Vice parroco 1941-1973 (Gavardo)
Parroco 1973-1992 (Verolavecchia)
contemporaneamente
Parroco 1989-1992 (Monticelli d'Oglio)
Vicario Parrocchiale Aggiunto dal 1992 a Verolanuova

Sommario:

Una vita sempre in dono (D.L. Corrini)
7 giugno 1941- 7 giugno 2001 (A. Calegari)
Quel che muore, quel che nasce (P. Boselli)
1974 - 2001
Dalla Casa Albergo
Ore 8.40...


Una vita sempre in dono: don Angelo Calegari

Carissimo don Angelo,
il 7 giugno 1941 il Vescovo di Brescia Mons. Giacinto Tredici, di venerata memoria, ti consacrava sacerdote.
Imperversava la guerra mondiale che seminava lutti nelle famiglie e rovine ovunque. A Gavardo dove il Vescovo ti aveva inviato come collaboratore del parroco ti sei inserito esemplarmente nella comunità condividendo i disagi e i rischi del periodo bellico.Uscisti miracolosamente illeso da un disastroso bombardamento dove quattro sacerdoti che si trovavano nella stessa stanza con te trovarono la morte.
Per te il Signore aveva i suoi disegni.

Con il compianto parroco Mons.Luigi Ferretti sei stato protagonista della ricostruzione materiale e spirituale della parrocchia. La tua instancabile e intelligente attività a Gavardo si protrasse per trentadue anni: l'arco di una generazione.
Coloro che sopravvivono e i loro figli ti portano ancora nel cuore.

Nel 1973 hai assunto la cura pastorale, come parroco, a Verolavecchia. Ho avuto modo di conoscerti come pastore mite e forte, con la passione del Vangelo nel cuore, che nel clima imperante della cultura secolare ti ha portato ad affrontare l'impegno della nuova evangelizzazione.

La chiesa parrocchiale di Verolavecchia che hai restituito all'originale    bellezza, con un felice restauro, è il segno di un'altra
passione che ti ha guidato nella ricostruzione del tempio di "pietre vive e preziose" che è la comunità dei battezzati.
Quando per raggiunti limiti di età hai lasciato l'ufficio di parroco, Verolanuova ti ha accolto come un dono del Signore.
Da nove anni sei inserito in questa comunità a titolo di vicario parrocchiale.

La presenza quotidiana, in Basilica, nel confessionale, si è fatta dono di grazia per i verolesi, e non solo. La luce che segnala la tua disponibilità molte volte si protrae fino alle dieci del mattino a significare la luce della serenità e della gioia spirituale che  distribuisci nel luogo della divina misericordia.

Ma un altro servizio qualifica la tua presenza sacerdotale a Verola: l'assistenza spirituale agli anziani della Casa di riposo.
Hai scelto di abitare con loro certamente non per condividere il riposo, ma per esprimere la tua disponibilità al loro servizio.
Oggi il problema della terza età è al centro dell'interesse sociale. C'è una coscienza nuova verso l'anziano, soprattutto per quello istituzionalizzato, al quale diverse realtà orientano la loro attenzione.

Tu, caro don Angelo, hai voluto fare della tua vita una presenza costante, a tempo pieno, per i fratelli avanti negli anni facendo loro dono della Parola, della Grazia e della Carità che costituiscono una trasfusione di quella "giovinezza dello spirito" di cui sei ricco.
Ogni giorno celebrando l'Eucaristia nella Cappella della Casa Albergo ripeti le parole di Gesù che sessant'anni fa pronunciavi per la prima volta: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo". Ora intendi dire che la tua vita è offerta, insieme a quella di Gesù, a beneficio degli anziani. Al Signore presenti le tristezze, le angosce, le sofferenze di tutti gli ospiti della Casa perché lui le trasformi in speranza. E questo è una benedizione per Verolanuova che tramite mio ti esprime gratitudine.

Domenica 17 giugno sarà festa del Corpus Domini, solennità sempre cara e sentita dai verolesi, nonostante l'ingiuria che subiscono le tradizioni religiose da parte della cultura secolarizzata che si è fatta arrogante.

Tu, don Angelo, celebrerai la messa di diamante e Verola ti esprimerà la sua simpatia. Anche se la liturgia dell'Eucaristia non contempla più la recita del salmo con cui apristi la prima celebrazione, la Messa del tuo sessantesimo di sacerdozio offrirà a questa famiglia parrocchiale, ai tuoi cari e agli amici presenti il  richiamo al Signore "che fa sempre lieta e giovane la vita" nonostante l'età, per coloro che si fidano di Dio.
E di questo tu sei splendida testimonianza.

Con fraterno affetto, ad multos annos.

Tuo don Luigi

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7 giugno 1941 - 7 giugno 2001


Sessant'anni di Sacerdozio!  La vita è sempre un grande dono di Dio. Il Sacerdozio è immenso e gratuito dono di Dio. Tutto rivela l'amore di Dio per l'uomo: amore vero, concreto e personale.

Ho vissuto trentadue anni e qualche mese del ministero sacerdotale a Gavardo, il mio primo amore, come ha detto Mons. Luigi Ferretti allora parroco di Gavardo. I buoni fedeli mi hanno aiutato molto a crescere nelle varie esperienze pastorali con tanta comprensione perdonando anche vari sbagli, per non dire fallimenti. Il mio carattere non era sempre aperto e talvolta un po' duro. L'acqua chiacchierina del Chiese (la misericordia di Dio) ha purificato tutto, lasciando un buon ricordo e
soprattutto facendo emergere la grande bontà di Dio, che attraverso la storia guidata da Lui conduce alla conversione e alla salvezza.

Diciotto anni e qualche mese, dal 1974 al 1992 ho vissuto il mio sacerdozio come parroco di Verolavecchia. Il Signore conosceva i miei limiti e mi ha posto accanto due bravi curati: don Battista Turelli e don Carlo Gipponi, con i quali ho sempre avuto comunione.

Il più bell'elogio per me in questo periodo potrebbe essere questo: "Don Angelo è buono, ma è buono a niente". Per me è importante questo, perché manifesta che il Signore è bravo, raddrizza le nostre righe storte e agisce con potenza nella nostra povertà e debolezza.

Dal giugno 1992 al giugno 2001, l'età della pensione, sono a Verolanuova in un mini appartamento della Casa Albergo Gambara-Tavelli via Einaudi, 1. Mi trovo bene e sono contento. L'ambiente è  accogliente, gli anziani sono un campo di Dio molto interessante, pieno di attenzione e meritevole di attenzioni. C'è tanta unione, una famiglia   particolare dove c'è estremo bisogno di amore vero, l'amore di Dio   testimoniato non tanto a parole, ma con una presenza assidua e serena, che si fonda sull'amore che Dio solo dona nella gratuità.

Sono molto contento di appartenere alla parrocchia di Verolanuova.

Ho trovato accoglienza fraterna da parte dei sacerdoti: don Luigi, don Francesco, don Giovanni e don Gianpaolo. Sacerdoti ottimi che mi accettano così come sono, contenti del piccolo aiuto che posso dare.

Non posso sottacere la bontà dei fedeli di Verolanuova. Subito mi hanno fatto sentire a mio agio, come fossi sempre stato con loro. Si avvicinano con fiducia specialmente per il sacramento della Riconciliazione e della Eucaristia.

Ringrazio il Signore con cuore riconoscente per il dono del  sacerdozio, per il ministero esercitato a Gavardo, a Verolavecchia e a Verolanuova.

Ringrazio particolarmente il Signore per avermi fatto  incontrare nella vita il "Cammino Neocatecumenale". Mi ha avvicinato di più al Signore, Amore e Misericordia, che ha fatto con me, nonostante i miei limiti e la mia povertà spirituale, la sua storia di salvezza.

Il "Cammino" mi ha aiutato a comprendere e ad amare di più la B.V. Maria, madre di Gesù e madre nostra; immagine della Chiesa e del cristiano. Mi ha aiutato ad amare di più la Chiesa come Madre e mi ha fatto capire l'importanza della comunione con il Papa, con il Vescovo, con i fratelli Sacerdoti e con tutto il popolo di Dio, i fedeli laici.

Pure il Cammino mi ha fatto incontrare una Chiesa viva, giovane sempre in cammino di conversione e di fede.

Anche per questo il mio sacerdozio non è andato in pensione, ma continuamente si rinnova partecipando attivamente alle celebrazioni della parola di Dio nelle Comunità Neocatecumenali.

Grazie, Signore.

Don Angelo

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Don Angelo Calegari
Nato il 10 aprile 1917
Ordinazione Sacerdotale il 7 giugno 1941 (Brescia)
Vice parroco 1941-1973 (Gavardo)
Parroco 1973-1992 (Verolavecchia)
contemporaneamente
Parroco 1989-1992 (Monticelli d'Oglio)
Vicario Parrocchiale Aggiunto dal 1992 (Verolanuova)

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Dalla Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Apostoli - Verolavecchia


Quel che muore,
quel che nasce:
per amore del Dio che ci ama!



Esistono due modi di vivere la vita: il primo coinvolge la mente e tenta di escludere l'esperienza concreta che nasce dalla quotidianità del vissuto. Un secondo modo è dato dal desiderio, prepotente e inarrestabile, di dar "voce" alle esperienze fatte, alle convinzioni maturate, alla   spiritualità vissuta, alle certezze celebrate.

Don Angelo sta vivendo questo secondo versante della vita. Giunto all'epilogo della sua esistenza, si manifesta come  l'icona del vecchio Simeone del Vangelo di Luca. Simeone, dimesso dal servizio del tempio, è salito sulla torre ed è diventato esploratore; quando i suoi occhi crepuscolari avranno scorto qualcosa che si muove   all'orizzonte, potrà congedarsi dalla vita. Ma egli non scende dalla torre; assiste all'avanzare e al prendere forma di questo  qualcosa che appare.

Don Angelo sta dentro questa  esperienza sapienziale, profetica e testimoniante. Libero dai  legami delle concretezze  pastorali è capace, vichianamente, di "ragionare con mente pura". Ha capito che non serve fare il calcolatore; di fronte al mondo è meglio essere esploratore per incontrare l'uomo, per donargli Dio. È convinto che non la diplomazia, ma la profezia è capace di ridestare la vita inerte, la fede sbilenca, la speranza titubante, la carità dei giorni alterni.

La sua vita ormai sta lentamente smettendo di essere accadimento di fatti e si svela come testamento di valori. E in questo svelarsi come testamento di valori Don Angelo diventa più vero, più immediato, più autentico perché attento all'essenziale. Indirizzare gli altri verso Dio, che è il nostro sommo Bene, non è più inteso - al tramonto della vita - come   pratica che deve essere preparata da interminabili premesse e da lunghi giri di parole.

Nel momento dei bilanci finali la voglia di verità diventa segnata dalla franchezza (dove sta la parresia all'interno della Chiesa, oggi?) e dalla libertà interiore perché si riconcilia con le logiche che  caratterizzano ogni bambino: con il
parlare immediato e allo stesso tempo sconvolgente di chi ha percorso la parabola della vita e ritrova, solo al  termine di quel percorso, la limpidezza e l'audacia dell'infanzia.

Ma del resto il Regno dei cieli non è visibile solo dagli occhi e vivibile solo da un cuore di bimbo?

Don Angelo, mantieni fisso lo sguardo su questo oggetto misterioso che avanza, su quel "cielo nuova e terra nuova" che noi inaridiamo con la spregiudicatezza dei calcoli, con la deriva dei pressapochismi, con la futilità delle nostre dialettiche sbilenche. Accogli il nuovo che avanza come il lento fluire della notte nella luce che l'accoglie in sè dolcemente, senza violenza. Non mancare mai a questo evento cosmico della novità della   grazia; evento dal quale attingi la speranza da
consegnare a noi, tutti  impegnati a cercare il nostro posto al sole, generazione nascente chiamata a lasciare il crepuscolo degli idoli per ritrovare la luce tersissima del Dio dei viventi!

don Pierino Boselli


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1974-2001


Caro don Angelo,
mai avrei immaginato, quando partì da Gavardo nel lontano gennaio 1974, di incontrare il mio ex curato proprio nella
comunità parrocchiale in cui sono venuta ad abitare ultimamente, seguendo mio figlio.

È stata per me una grande emozione reincontrarla, ricominciare a camminare con lei. Ventisei anni sono volati e il ricordo dei miei anni giovanili è subito affiorato alla mente: quanto impegno, quanta generosità nella sua opera  sacerdotale!
La sua vicinanza materiale e spirituale alle persone nel dopoguerra che ha fruttato tante vocazioni femminili alla vita religiosa.
La prima colonia organizzata dalla parrocchia a Navazzo. Il gruppo missionario, l'Azione Cattolica, la sua vicinanza al nostro mons. Ferretti.

Caro don Angelo, il ricordo vivo che Gavardo ha ancora oggi di lei, dimostra proprio quanto è stato grande il bene che ci ha donato. E gli anni non sono pochi... 84, ma l'impegno e l'entusiasmo continuano a rendere la sua opera eccezionale. A 84 anni si può ancora essere giovani. Le parole del mio ex curato riempiono il cuore perché, più che mai fresche, dettate da grande sensibilità e spiritualità.

Grazie don Angelo e auguri sinceri perché possa essere presente ancora per molto tempo in questa comunità, al servizio di Dio e dei fratelli.

Anna Goffi

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Dalla Casa Albergo e miniappartamenti

Caro don Angelo,  
nella ricorrenza del suo sessantesimo di sacerdozio, noi piccola   comunità di anziani che lei da nove anni segue con instancabile zelo, sentiamo il dovere e il bisogno di essere vicino a lei con una preghiera rivolta al Signore per tutto il bene e
l'amore che ci dona.
Lei è sempre pronto a dare un consiglio e una parola buona. Sempre forte ogni giorno nel commentare il vangelo, cercando di farlo entrare nella nostra mente un po' logorata dal peso degli anni. Ogni giorno si reca in infermeria per donare un sorriso e una buona parola a chi tanto soffre. La sua presenza fra noi ci è tanto cara, prima di tutto per il bene delle nostre anime e col suo carattere così vivo e forte ci fa sentire meno soli.
Le siamo infinitamente riconoscenti e preghiamo il Signore perché lo conservi ancora per molti anni in mezzo a noi.

Grazie di cuore, don Angelo, da tutta la nostra comunità

***

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In Basilica, ogni giorno:

Ore 8,40

La porta laterale di sinistra della Basilica si apre, una preghiera-saluto al Santissimo, una puntatina alla Cappella di S.
Antonio e poi al lavoro nel confessionale: questo il rito che ogni giorno, alle ore 8.40, si svolge nella nostra Basilica.
Freddo, caldo, in qualsiasi condizione di salute, don Angelo è fedele all'impegno presosi davanti a Dio e alla nostra Comunità Parrocchiale:
ricordarci che Dio ci ama nonostante le nostre cadute,
ricordarci che Dio ci invita a ricominciare ogni volta con l'ottimismo di chi sa che Dio lo sosterrà.
Per tanti altri motivi è giusto e bello ringraziarti, ma quello detto ora sorpassa tutti.
Per questo ti diciamo:

DON ANGELO, GRAZIE

perché
ogni volta che entriamo nel confessionale, prima di uscire ci sentiamo dire "Coraggio, il Signore ti vuole bene...",

perché
questo "Coraggio..." lo dici con la semplicità e la gioia di un sorriso,

perché
questo "Coraggio... lo dici con convinzione, facendosi capire che tu per primo lo sperimenti, e questo lo rende credibile,

perché
questo "Coraggio..." ci apre al futuro con serenità e ottimismo.

Guardantoti mentre lo doni, capiamo che ciò che conta è camminare nella vita con il Signore, perché con Lui ogni momento acquista senso: anche la vecchiaia.
Guardandoti, capiamo che, grazie al Signore, si è giovani anche a 84 anni.

GRAZIE, DON ANGELO!

***

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