Memorie del 1976  -  Angelo di Verola


[ L'ANGELO DI VEROLA – Luglio, Agosto, Settembre 1976 Anno I N°07,08,09 pag. 11,12 ]
Verolanuova celebra S. Lorenzo martire
Don Luigi Lussignoli

Siamo in pieno clima di ferie. La maggioranza della nostra gente sta prendendosi un giusto e meritato riposo dal lavoro: chi al mare, chi ai monti, chi nella pace della sua casa.
Ogni anno con le ferie ritorna anche la festa di S. Lorenzo Martire nostro patrono.
Noi Verolesi la celebriamo volentieri, perché ci sentiamo un po' tutti suoi protetti.
La Verola di oggi, oltre ad essere il frutto di tanti anni di storia locale, è certamente anche grazia sua.
Da quando i nostri antenati l'hanno scelto come patrono, chissà quante benedizioni ci ha ottenuto dal Signore! Pensate che il primo cenno di una chiesa dedicata a S. Lorenzo in Verolanuova appare nei documenti bresciani, finora conosciuti, nell'anno 1267 E' da allora e, forse da più lontano, che S. Lorenzo ci offre la sua protezione.
E' per questo che tanti di noi lo portano nel cuore con profonda devozione.
Un nonnino, carico di anni, un giorno mi disse: «Sa qual è il santo che prego di più e tutti i giorni?
S. Lorenzo. Forse è per questo che campo tanto». A dire la verità, mi ha fatto venire la voglia di pregarlo di più anch'io.
Ad ogni modo la devozione al patrono si esprime non solo pregandolo per i nostri bisogni, ma soprattutto imitando le sue virtù; e S. Lorenzo ci offre l'esempio dei suo martirio per la fede e la testimonianza della sua carità.
Ma domandiamoci: «Come nella nostra Parrocchiale viene tenuto vivo il suo ricordo?».
A osservare bene, sono tante le cose che parlano di Lui.
Entrando nella chiesa, balza subito all'occhio la pala dell'altare maggiore, dipinta dal Celesti. Rappresenta il martirio dì S. Lorenzo: la scena si svolge tra il colonnato dei palazzo imperiale. Al centro campeggia la figura dei Santo che brucia sulla graticola, e sembra sorridere agli sgherri che attizzano il fuoco. Dall'alto scende un angelo recante la palma dei martirio.
Alzando gli occhi, si può ammirare la volta affrescata dal bresciano Gaetano Cresseri. Vi si vede Lorenzo, avvolto in una tunica bianca, che presenta al governatore di Roma i tesori della chiesa nella persona dei poveri.
Salendo su per la navata, si può constatare che la sua immagine compare in ben tre altari laterali.
Nella paia dell'altare dell'addolorata lo si vede rivestito della classica dalmatica, ritto a sinistra mentre poggia una mano su una grande graticola e con l'altra sorregge il volto di Cristo morto.
Arrivati all'altare della Madonna dei Rosario vediamo una sua statua troneggiare dall'alto della soasa. Inoltre nella tela dei Malosso si presenta ai piedi della Madonna, in mezzo a San Domenico e a S. Caterina, mentre ammira estasiato il volto di Lei: è lo sguardo dei figlio che si incontra con quello della madre in una sintonia affettuosa e riverente.
All'altare dei SS Sacramento una sua statuetta di marmo bianco fa da cornice al tabernacolo, quasi a simboleggiare l'unione inscindibile tra lui e Cristo.
Al centro dei presbiterio dell'altare maggiore è stata intarsiata nel pavimento una grande graticola, ricordo indelebile dei suo martirio. C'è anche una preziosa reliquia che viene esposta alla venerazione dei fedeli nel giorno della festa.
A coronamento di tutti questi meravigliosi ricordi, ci sta la luminosa vetrata della facciata. S. Lorenzo vi appare con la sua dalmatica sfolgorante di colori, con in mano la graticola e la palma, simbolo glorioso dei martirio. Attorniato da un alone di paradiso, sembra invitare tutti noi a raggiungerlo nella gloria dell'eternità.
Come possiamo vedere e ammirare, sono tanti i ricordi di S. Lorenzo che stanno nella nostra chiesa; ma il più bello, il più gradito è quello che ogni verolese porta nel suo cuore.

Don Luigi Lussignoli

[ L'ANGELO DI VEROLA – Luglio, Agosto, Settembre 1976 Anno I N°07,08,09 pag. 11,12 ]


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